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giuliano grittini - il nuovo sito di Images Art & Life

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22<br />

Come si <strong>di</strong>venta ciò che si è...<br />

Conoscere Fabio Migliorati<br />

poeta e critico d’arte.<br />

intervista a cura <strong>di</strong> Nerina Sandri<br />

N.S. Fabio Migliorati, qual è la sua origine<br />

critica, <strong>il</strong> suo percorso accademico, i suoi<br />

stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> riferimento (quelli che sono stati<br />

i suoi docenti e quelli a cui si inspira, attuali<br />

o passati)?<br />

F.M. Io sono un allievo <strong>di</strong> Enrico Crispolti:<br />

ho stu<strong>di</strong>ato all’Università <strong>di</strong> Siena, ho<br />

stu<strong>di</strong>ato f<strong>il</strong>osofia, con una pred<strong>il</strong>ezione per<br />

l’estetica. La tesi è stata – se non ricordo<br />

male – DALL’OPERA AL DOCUMENTO;<br />

CONCEZIONE E PERCEZIONE DEL TESTO<br />

ARTISTICO NELL’ESPERIENZA ESTETICA<br />

POST-CONTEMPORANEA. Si è trattato <strong>di</strong><br />

riflettere sulla TEORIA E LA CRITICA DELL’ARTE,<br />

PER UNA POETICA DELL’ESPRESSIVITA’,<br />

anche in chiave semiotica – dato che <strong>il</strong><br />

correlatore <strong>di</strong> questo lavoro è stato Omar<br />

Calabrese: eminente semiologo italiano,<br />

nonché personalità pragmatica, forse quanto<br />

Crispolti. Il mio fare critico è comunque molto<br />

personale – <strong>di</strong>ciamo così – proprio perché io<br />

non so essere <strong>di</strong>versamente. Metto me stesso<br />

nelle cose, anche perché la vita non mi regala<br />

mai niente. Le cose sono sempre state così...<br />

purtroppo!<br />

N.S. Dunque, lei si considera un romantico!<br />

F.M. Non è questione <strong>di</strong> essere o poter<br />

essere “definito in qualche modo”... Se io mi<br />

mettessi qui a raccontare la mia vita (seppure<br />

relativamente breve e apparentemente<br />

normale), si capirebbe anche <strong>il</strong> mio “metodo<br />

critico”. Io vengo dalla poesia, nel senso che<br />

è ciò che meglio mi rappresenta; descrive<br />

<strong>il</strong> mio fare e soprattutto <strong>il</strong> mio essere, <strong>il</strong><br />

bagaglio che ognuno si porta <strong>di</strong>etro, reca<br />

con sé in ogni cosa che fa. Per questo, nel<br />

mio caso ha un senso che la critica si torni a<br />

farla per iscritto e non oralmente; la poesia<br />

deve emergere, senza tuttavia rimanere a<br />

Baudelaire o a Majakovskij. Il mio spirito sta,<br />

pigramente, nel dramma esistenzialista, ma si<br />

esprima con forme nuove, anche se sempre<br />

musicali. Io sono contro la traduzione della<br />

poesia; ogni lingua ha la propria letteralità e<br />

per me è fondamentale che la mia sia quella<br />

dell’italiano.<br />

N.S. Ma che c’entra la poesia e l’esistenzialismo<br />

con la critica d’arte?<br />

F.M. Vuole provocarmi? Ritengo d’averglielo<br />

appena detto: la critica è la sostanza e la<br />

poesia è la forma. E’ poi ovvio che non<br />

sempre tale amalgama sì connotato emerga<br />

manifestandosi in tutto <strong>il</strong> suo fulgore, ma<br />

anche se uno scritto ne è pervaso <strong>di</strong> meno,<br />

non significa che non lo contenga. Io ritengo<br />

che un contenuto tanto intimi, come è<br />

l’arte, si colga meglio (ciò nell’ interezza<br />

del suo agire) attraverso strumenti sim<strong>il</strong>i o<br />

quantomeno <strong>di</strong>suguali, per centrare <strong>il</strong> succo<br />

<strong>di</strong> un evento e non solamente la buccia – per<br />

capirci...<br />

N.S. Al <strong>di</strong> là dell’irascib<strong>il</strong>ità, spero che lei sia<br />

consapevole che questo modo <strong>di</strong> fare critica<br />

può arrecarle dei problemi – per non <strong>di</strong>re che<br />

può rappresentare, per un critico, un <strong>di</strong>fetto,<br />

forse uno in più?<br />

F.M. I miei <strong>di</strong>fetti non sono un <strong>di</strong>fetto! Nel<br />

senso che non sono un ostacolo al mio<br />

lavoro; quelli ne costituiscono le peculiarità,<br />

ne fanno parte più dei miei pregi. Io sono una<br />

persona complessa, profonda, anche nello<br />

squ<strong>il</strong>ibrio. Per esempio, in certi scritti – come<br />

<strong>il</strong> catalogo della mostra dell’estate 2008 a<br />

Pietrasanta, dell’opera <strong>di</strong> Javier Marin (ora in

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