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giuliano grittini - il nuovo sito di Images Art & Life

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intervista a<br />

MARIA CRISTINA CRESPO<br />

D: Anche sulla rivista ARCHEO (11 – anno<br />

XXIII) l’archeologo Paolo Moreno parla del<br />

tuo incontro con <strong>il</strong> mito, è una delle peculiarità<br />

della tua ricerca…<br />

MCC: Paolo Moreno<br />

è stato uno<br />

dei primi incontri<br />

all’università (lui<br />

stesso è un mito,<br />

è quello che ha<br />

dato un’identità<br />

ai Bronzi <strong>di</strong> Riace<br />

e al Satiro Danzante…)<br />

e rappresenta<br />

uno dei<br />

primi contatti con<br />

questi temi, che<br />

precedentemente avevo vissuto in famiglia<br />

grazie a due tipi <strong>di</strong> esperienze (tutte e due <strong>di</strong><br />

origine americana) Walt Disney, un gigante<br />

del Novecento, penso al f<strong>il</strong>m “Fantasia”, e i<br />

bombardamenti del paese dove aveva vissuto<br />

mia nonna, Palestrina, uno dei castelli<br />

romani.<br />

I bombardamenti avevano portato alla luce <strong>il</strong><br />

tempio della Fortuna e l’antro della Sib<strong>il</strong>la, lo<br />

strato al <strong>di</strong> sotto della casa <strong>di</strong> famiglia.<br />

La casa <strong>di</strong> famiglia poggiava sul tempio romano,<br />

la cantina invece sulla casa <strong>di</strong> Pierluigi,<br />

<strong>il</strong> musicista rinascimentale. “La mia patria<br />

è l’infanzia” scrive Sandor Marai.<br />

Tutte le opere sono un po’ autobiografiche,<br />

ricerche scaturite a seguito <strong>di</strong> incontri, con<br />

personaggi famosi o sconosciuti, o con testi<br />

particolari, come “Il Ramo d’Oro” <strong>di</strong> Frazer,<br />

che per primo stu<strong>di</strong>a le origini del Mito…così<br />

24<br />

<strong>di</strong><br />

Nicola Dimitri<br />

scopri che ognuno <strong>di</strong> noi nella quoti<strong>di</strong>anità<br />

può viverne qualcuno…e per finire capisci<br />

che stiamo parlando della nostra stessa identità,<br />

quella che ci fa definire “occidentali”,<br />

insomma a quanto pare si tratta <strong>di</strong> un tema<br />

molto attuale, in<br />

una fase in cui si<br />

parla sia <strong>di</strong> scontri<br />

tra culture e sia <strong>di</strong><br />

globalizzazione…<br />

E poi c’è <strong>il</strong> mito<br />

<strong>di</strong>ssacrato, quello<br />

ad esempio <strong>di</strong><br />

Durrenmatt (“La<br />

morte della Pizia”)<br />

che ho <strong>il</strong>lustrato<br />

sulla rivista<br />

Cahiers d’<strong>Art</strong> negli<br />

anni novanta. In realtà le mie opere non<br />

sono mai <strong>il</strong>lustrazioni, anche se sono spesso<br />

usate per “<strong>il</strong>lustrare”, anzi <strong>il</strong> contrario, voglio<br />

che siano quanto <strong>di</strong> più lontano da un’immagine<br />

(<strong>di</strong> immagini ce ne sono anche troppe<br />

nella società della immagine, del computer,<br />

del virtuale). Queste opere sono <strong>il</strong> risultato<br />

<strong>di</strong> un rituale <strong>di</strong> cui mi sento sacerdotessa (appartengono<br />

quin<strong>di</strong> più all’azione, ma lentissima,<br />

un’azione che dura anche un mese, un<br />

esorcismo, una preghiera impostata sulla pratica,<br />

un po’ alla maniera del Tibet. Non sono<br />

certo la prima che affonda l’arte nei cartoni<br />

(penso a Keith Haring) ma nello stesso tempo<br />

soffro per l’emarginazione che ha avuto tutta<br />

una parte della nostra cultura, quella popolare,<br />

che affonda le ra<strong>di</strong>ci proprio in quegli<br />

antenati <strong>di</strong> Disneyland che furono i Sacri<br />

Monti, in quegli antichi <strong>di</strong>orami che erano i<br />

Galleria Benucci <strong>di</strong>c. 2006, con Paola Orlan<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> <strong>Art</strong> News e (a destra) la fotografa Valeria Cicogna

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