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LA GRANDE MAGIA - Pane del cielo

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Eduardo De Filippo La grande magia<br />

GENNARINO - (indicando la prima a destra) Qua, date a me. (Prende la valigia dalle<br />

mani di Zaira) La metto a posto io. (Ed esce per la prima a destra)<br />

OTTO - (con interesse) Dove Sta?<br />

ZAIRA - A casa…<br />

OTTO - Vai con un taxi. (Esce in fretta da destra, Zaira dalla comune. Gennarino torna,<br />

copre gli spaghetti con un piatto, secondo l’ordine di Calogero)<br />

CALOGERO - (dall’interno, chiamando) Gennarino!<br />

GENNARINO - (pronto) Comandi!<br />

CALOGERO - (di dentro) Sei fesso!<br />

GENNARINO - (<strong>del</strong>uso) E perché?<br />

CALOGERO - (d. d) Così… l’ho pensato, e l’ho detto. Il cervello è indipendente, è libero.<br />

Se non mi abbandono al mio istinto, se non dico quello che penso, il giuoco non<br />

finisce.<br />

GENNARINO - (rassegnato) E dite, signuri’… Dite. Se è per il vostro bene, dite…<br />

(Dalla destra, Gregorio seguito da Matilde, Oreste e Rosa. Parla animatamente, rivolgendosi<br />

a quelli che lo seguono)<br />

GREGORIO - Adesso ci penso io. Mamma, scusa se te lo dico, ma tu sei stata sempre<br />

debole. Papà lo diceva sempre.<br />

MATILDE - (sessantacinque anni tormentati da un passato di rinunzie, pallida come<br />

un’ostia, occhi gonfi e affossati dal pianto, sempre pronta a difendere la sua condotta<br />

illibata) Ingiustamente, Gregorio. Immeritatamente tuo padre mi accusava di debolezza.<br />

Ma egli stesso non riusciva a frenare le sue idee balorde, che giorno per giorno determinavano<br />

il disgregamento <strong>del</strong>la nostra famiglia. Ormai son quarant’anni che piango copiosamente.<br />

I miei canali lacrimogeni sono diventati consunte grondaie, sotto l’infuriare<br />

di una tempesta eterna! (Piange con lunghi gemiti di pianto che non sorprendono nessuno)<br />

ROSA - (esasperata) In quarant’anni, mammà, avreste dovuto capire che il piangere<br />

non decide né modifica niente.<br />

GREGORIO - Oggi ci troviamo di fronte al disastro completo. Mio fratello è pazzo,<br />

non c’è dubbio. Calogero è in preda alla più travolgente follia. Cosa aspettiamo? La<br />

gente ride, la famiglia Di Spelta è oggetto di continue discussioni e di pettegolezzi da<br />

parte di tutta la città. Perdio! Cosa aspettiamo? Il professor Marvuglia, quel ciarlatano,<br />

lo ha circuito. Il patrimonio va in frantumi. Energia, energia, perdio! Tu, mammà, non<br />

sei in condizioni di sopportare il peso <strong>del</strong> da farsi. A me le redini, redini a me! Numero<br />

uno: Calogero deve divorziare da quella prostituta di sua moglie, insozzatrice <strong>del</strong> nostro<br />

cognome. Numero due: tutti d’accordo, chiedere per lui l’interdizione totale e perpetua,<br />

per infermità mentale. Numero tre: degno riposo per nostra madre in una bella casa di<br />

salute, dopo aver nominato me tutore con pieni poteri.<br />

ORESTE - (che è il marito di Rosa) Ma scusa, c’è anche mia moglie. Non è tua sorella,<br />

forse?<br />

GREGORIO - (che si aspettava l’obiezione, reagisce) Tua moglie è una Introgli, non è<br />

più una Di Spelta.<br />

ORESTE - Ma deve riconoscere l’infermità <strong>del</strong> fratello e nominarti tutore! Le nostre<br />

decisioni…<br />

GREGORIO - (tagliando corto) Chi decide è nostra madre!<br />

ROSA - (dispettosa) Io non firmo.<br />

MATILDE - (pacifica, petulante, interviene) Pace, pace! Son quarant’anni che piango!<br />

(Piange c. s)<br />

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