madreterra numero 9 - settembre 2010 - Madreterranews.it
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Anno 1 Nr. 9 Settembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
di Antonio Luca Riso<br />
Il m<strong>it</strong>o vuole che Tauro, fondatore<br />
di c<strong>it</strong>tà, abbia fondato in<br />
un primo momento l’antica Taureana,<br />
progen<strong>it</strong>rice di Palmi, sulla<br />
sponda calabrese, e che si sia successivamente<br />
recato su quella sicula<br />
per fondare una c<strong>it</strong>tà gemella,<br />
Taormina: ovviamente si tratta solo<br />
di una leggenda, peraltro una tra le<br />
diverse esistenti sul conto di questi<br />
due paesi.<br />
Tuttavia, a dar cred<strong>it</strong>o al m<strong>it</strong>o,<br />
peraltro suffragato dalle caratteristiche<br />
simili dei terr<strong>it</strong>ori, le due<br />
c<strong>it</strong>tà sarebbero accomunate da<br />
un’origine condivisa e speculare:<br />
tale comunanza non sembra però<br />
tradursi in un destino comune, almeno<br />
a guardare il presente, e verrebbe<br />
da chiedersi perché. Quando<br />
a più riprese durante quest’ultimo<br />
mese ho fatto presente ad amici e<br />
conoscenti che Palmi potrebbe e<br />
anzi dovrebbe essere la Taormina<br />
calabrese, l’eloquente risposta che<br />
ho invariabilmente ricevuto sono<br />
state occhiate di scetticismo e rassegnazione.<br />
Forse proprio la sfiducia<br />
nel futuro e nelle potenzial<strong>it</strong>à<br />
di questo terr<strong>it</strong>orio sono la spiegazione<br />
migliore per le sue innumerevoli<br />
occasioni mancate: passate,<br />
presenti e future. Palmi sonnecchia<br />
e arranca in un presente privo<br />
di prospettive perché è opinione<br />
comune che questo e nessun altro<br />
possa essere il suo orizzonte.<br />
Proprio dieci anni fa lasciavo<br />
questo paese per andare a studiare<br />
all’univers<strong>it</strong>à, ed agli cchi di chi<br />
va via il tempo si misura nelle cose<br />
che cambiano in propria assenza,<br />
ogni volta che si fa r<strong>it</strong>orno a casa.<br />
A far da controcanto agli interminabili<br />
ed estenuanti lavori della A3<br />
che accompagnavano i miei viaggi,<br />
Palmi offriva una a suo modo rassicurante<br />
immobil<strong>it</strong>à: la cifra di questa<br />
immutabil<strong>it</strong>à, agli occhi ingenui<br />
di un ragazzino che frattanto è divenuto<br />
adulto, si è via via identificata<br />
con la rotonda di via Concordato,<br />
che ormai da anni è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a<br />
punti Di vista<br />
6<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong><br />
buongiorno, sono un ragazzo di 28 anni che ha lasciato palmi 10 anni fa prima per gli studi<br />
univers<strong>it</strong>ari e poi per lavoro, ragioni che mi hanno condotto a vivere anche all’estero. Ogni<br />
anno ho però fatto r<strong>it</strong>orno nella mia terra che porto sempre nel cuore. quest’anno, in particolare,<br />
ho avuto modo di constatare tra i miei coetani un malessere diffuso, a fronte tuttavia<br />
di segnali di speranza che ho riscontrato per esempio nella vis<strong>it</strong>a al parco archeologico e<br />
nell’inaugurazione della fonte di s. rocco; ho voluto farmi portavoce di questo stato d’animo<br />
generazionale scrivendo un articolo che spero possa essere di vostro interesse.<br />
Luca Antonio Riso<br />
"Madreterra Palmi & Dintorni" e "La Fonte di San Rocco" sono frutto di un piccolo movimento associazionistico<br />
portato avanti da non pìù di 15 persone attivamente presenti e coordinatrici, legate<br />
alle due Associazioni che, di fatto, cercano di muoversi in un mare piatto qual è Palmi. Il<br />
giornale, figlio dell'Associazione MADRETERRA, e la "Statua di San Rocco", così come la "Teca del<br />
Sacro Capello", la pubblicazione di libri e, sottolinerei anche, alcuni progetti futuri ancora tenuti<br />
celati ai più, figli dell'Associazione PROMETEUS, sono da annoverarsi tra le pochissime cose concrete<br />
e, direi, culturalmente e socialmente valide apparse negli ultimi ... (inserisci tu gli anni).<br />
E' vero anche che altre forme associazionistiche si avventurano in percorsi di cresc<strong>it</strong>a sociale<br />
della c<strong>it</strong>tà, come è altrettanto vero che troppo pochi sono i progetti di rilievo che vengono portati<br />
a buon fine. A propos<strong>it</strong>o di ciò, vorrei sottolineare due aspetti che riscontro nella tua e-mail:<br />
il primo (tu appartieni ad una generazione degli anni '80 io ad una degli anni '60) sancisce il fatto<br />
che non è cambiato nulla dalla mia alla tua età; le menti (eccelse e non) di questa c<strong>it</strong>tà, come<br />
del sud intero, devono sempre ricorrere alla "fuga" per scelta di v<strong>it</strong>a o di... pane.<br />
La seconda è che troppo poco ci si muove (parlo di coloro che esprimono il "malessere" cui tu<br />
accenni) e si attende che altri agiscano per conto di tutti, salvo poi, denigrare i lavori svolti per<br />
puro part<strong>it</strong>o preso. Se coloro che esprimono angoscia per una Palmi coricata sugli allori da troppo<br />
tempo, al punto che ormai si è atrofizzata, si affiancassero, propos<strong>it</strong>ivi ed umili, a chi accende<br />
segnali di speranza, la cresc<strong>it</strong>a e il cambiamento, cui tutti aspiriamo e che auspichiamo,<br />
subirebbe un’accelerazione degna della storia della nostra c<strong>it</strong>tà e dei nostri avi. Per ciò che riguarda<br />
il tuo articolo, questa redazione lo prenderà certamente in considerazione. Di base siamo<br />
per il totale coinvolgimento di chi vive lontano da Palmi e saremo ben lieti di pubblicarlo. Grazie.<br />
Paolo Ventrice<br />
una lettera a palmi<br />
l e t t e r a a p e r ta - c o n s tata z i o n i e a n a l i s i d i c h i v i v e f u o r i e l e g g e la c i t t à e i s u o i a b i ta n t i in m o d o o b i e t t i v o.<br />
da precari bidoni di plastica bianchi<br />
e rossi posti in cerchio, almeno fin<br />
quando folate di vento più decise<br />
non arrivino ad alterarne il profilo;<br />
da anni ormai giungo a Palmi e l’interrogativo<br />
che sintetizza uno stato<br />
d’animo è: “chissà se questa volta<br />
troverò una rotonda in muratura ed<br />
un’idonea segnaletica stradale”; ed<br />
ogni volta le mie speranze di cambiamento,<br />
seppur minimo, vengono<br />
puntualmente deluse. Forse sbaglio,<br />
ma ai miei occhi Palmi è così,<br />
e ormai da anni: ferma, sospesa tra<br />
l’immutabile e il provvisorio.<br />
Condizione rassicurante per coloro<br />
i quali avversano il cambiamento,<br />
ai quali Palmi va bene così<br />
com’è. Ma va davvero bene Palmi<br />
così com’è? Io mi considero fortunato<br />
rispetto a tanti miei coetani<br />
perché ho dovuto lasciare il mio<br />
paese più per scelta che per necess<strong>it</strong>à:<br />
volevo fare delle cose che<br />
si fanno solo in certi luoghi, ed il<br />
mio destino non sarebbe stato diverso<br />
se fossi nato in una c<strong>it</strong>tà più<br />
grande, anche del nord: mi sento<br />
un c<strong>it</strong>tadino europeo, totalmente a<br />
mio agio a vivere all’estero come<br />
in Italia, perché il mio esilio comincia<br />
ogni volta che varco il confine<br />
del Petrace, ed ogni luogo a nord<br />
è ugualmente altro e lontano. Tanti<br />
giovani miei coetani condividono<br />
questa condizione di “esilio”, eppure<br />
mi chiedo quanti di loro l’abbiano<br />
liberamente scelta, e a quanti<br />
non sia stata imposta invece da<br />
un tessuto socio-economico fragile,<br />
che non offre molte opportun<strong>it</strong>à a<br />
chi voglia costruire per sé un futuro<br />
onesto e autonomo. Troppo comodo<br />
per tutti sostenere che chi è andato<br />
via farebbe bene a non parlare,<br />
perché solo chi è rimasto ha avuto<br />
il coraggio di resistere. Io reclamo<br />
per chi è part<strong>it</strong>o il dir<strong>it</strong>to e il dovere<br />
di intervenire nel dibatt<strong>it</strong>o pub-<br />
blico del nostro paese d’origine, e<br />
di dare il contributo assieme ai fratelli<br />
rimasti per far cessare il dolore<br />
più grande che una madre possa<br />
soffrire, quello di perdere i propri<br />
figli uno ad uno, e che la nostra madre<br />
terra è costretta a patire come<br />
un destino incontrovertibile.<br />
La colpa è certamente della pol<strong>it</strong>ica,<br />
che nel nostro Paese in generale<br />
e nel nostro terr<strong>it</strong>orio in particolare<br />
è scesa a livelli bassissimi<br />
vieppiù nell’ultimo decennio, in<br />
termini di qual<strong>it</strong>à del proprio personale,<br />
delle proprie strutture organizzative,<br />
e dei fermenti ideali<br />
che dovrebbero percorrerla e che<br />
sono ormai assenti. Ma la colpa è<br />
anche e ancor più della società civile,<br />
perché la pol<strong>it</strong>ica è lo specchio<br />
di questa, ed ogni popolo ha<br />
semplicemente i rappresentanti<br />
che mer<strong>it</strong>a. Nello spegnersi del dibatt<strong>it</strong>o<br />
e delle grandi tensioni ideali<br />
si è affermato l’equivoco per cui<br />
la pol<strong>it</strong>ica dovrebbe lim<strong>it</strong>arsi ad essere<br />
piccolo cabotaggio e gestione<br />
del quotidiano. Tempo fa ho sent<strong>it</strong>o<br />
dire che Palmi avrebbe avuto<br />
bisogno di un sindaco che si prendesse<br />
esclusivamente cura di tenere<br />
le strade pul<strong>it</strong>e e ordinate: ma<br />
non basta avere un efficiente corpo<br />
di polizia municipale per avere<br />
una buona amministrazione. Oggi<br />
nessuno saprebbe dire dove va Palmi,<br />
semplicemente perché manca<br />
un orizzonte e una prospettiva. Eppure<br />
la colpa va equamente divisa<br />
tra gli amministratori e la mancanza<br />
di aspettative maggiori nei loro<br />
confronti, poiché se si crea un vuoto<br />
di idee tutti finiscono per esserne<br />
risucchiati: anche se, va detto,<br />
il ruolo di un leader dovrebbe essere<br />
quello di guidare il suo popolo,<br />
e proprio questa dovrebbe essere<br />
la differenza con il follower, chi si<br />
lim<strong>it</strong>a a seguire ed assecondare.<br />
Lo scenario non è però così cupo<br />
da non lasciare spazio alla speranza:<br />
chi abbia partecipato alle encomiabili<br />
iniziative del 12 agosto<br />
scorso sarà rimasto impressionato<br />
dalle preziose risorse che il popolo<br />
di questa c<strong>it</strong>tà può esprimere se<br />
opportunamente sollec<strong>it</strong>ato. In occasione<br />
della vis<strong>it</strong>a inaugurale del<br />
parco archeologico a Taureana e<br />
dell’inaugurazione della fonte di S.<br />
Rocco si poteva avvertire palpabile<br />
e forte l’ident<strong>it</strong>à e il senso di appartenenza<br />
di una comun<strong>it</strong>à capace<br />
di r<strong>it</strong>rovarsi attorno a un progetto<br />
comune e di darsi generosamente,<br />
anche in termini finanziari e di partecipazione.<br />
La cifra comune delle<br />
due esperienze è stata la capac<strong>it</strong>à<br />
di gruppi della società civile di farsi<br />
promotori della cura dell’ident<strong>it</strong>à<br />
e del futuro di una comun<strong>it</strong>à, nel<br />
nome di quella che potremmo chiamare<br />
la religione laica e civile della<br />
polis. A fronte della negligenza dei<br />
rappresentanti ist<strong>it</strong>uzionali nell’officiarne<br />
i r<strong>it</strong>i – esemplare l’assordante<br />
silenzio del dibatt<strong>it</strong>o pubblico<br />
relativamente all’adozione del<br />
PSC che avrebbe potuto e dovuto<br />
rappresentare il momento programmatico<br />
di ripensamento della<br />
c<strong>it</strong>tà – è oggi comp<strong>it</strong>o di ogni<br />
buon c<strong>it</strong>tadino uscire dal barbaro<br />
isolamento cui ci costringe una<br />
società egemonizzata dal consumo<br />
passivo del mezzo televisivo,<br />
e portare sangue nuovo di idee e<br />
attivismo nelle piazze reali e virtuali<br />
della nostra c<strong>it</strong>tà. Non ci resta<br />
che sperare che in occasione<br />
di S. Rocco quest’anno sia avvenuto<br />
un silenzioso e laico miracolo<br />
di rigenerazione, e che una nuova<br />
primavera sia alle porte: tutto<br />
dipende dalla volontà di ciascuno<br />
di noi, e da quanto abbiamo realmente<br />
a cuore questa nostra terra<br />
e i suoi figli.<br />
www.<strong>madreterra</strong>news.<strong>it</strong> 7<br />
punti Di vista<br />
Anno 1 Nr. 9 Settembre <strong>2010</strong><br />
Palmi&Dintorni<br />
MadreTerra<br />
palmi: nuOVi m<strong>it</strong>i e leggende metrOpOl<strong>it</strong>ane<br />
della piazza primO maggiO<br />
di Francesco Managò<br />
lettera aperta a <strong>madreterra</strong><br />
Comandante della Polizia Locale di Palmi<br />
Cari amici (molto pochi in ver<strong>it</strong>à!!) e conc<strong>it</strong>tadini, dopo due anni, avendo ormai questo paese abbondantemente superato<br />
i lim<strong>it</strong>i della comune decenza a causa di un manipolo di loschi individui che ne infangano la storia e le tradizioni<br />
culturali, ho deciso di scrivere questa lettera aperta che è da intendersi come lo sfogo di un semplice funzionario pubblico<br />
che cerca di contribuire, nel suo piccolo, alla cresc<strong>it</strong>a della c<strong>it</strong>tà che ama e nella quale è cresciuto, lavorando anche 12 ore<br />
al giorno, sopportando con una pazienza degna dell’idumeo patriarca Giobbe, maldicenze, odio e letame in quant<strong>it</strong>à, che<br />
alcuni nostri beneamati ed illuminati conc<strong>it</strong>tadini quotidianamente ci gettano addosso. Non a caso ho scelto le pagine di<br />
“Madre Terra” per chiedere osp<strong>it</strong>al<strong>it</strong>à a questo sfogo, ma le ho scelte perché questo è un periodico fatto da palmesi per i<br />
palmesi, un giornale che da spazio a tanti talenti creativi, a tanta gente comune, insomma a tutte quelle categorie di c<strong>it</strong>tadini<br />
che amano davvero la propria terra e che cercano di “costruire” qualcosa di pos<strong>it</strong>ivo e non di “distruggere” le poche<br />
cose buone che abbiamo. Si costruisce qualcosa di pos<strong>it</strong>ivo lanciando delle proposte, delle idee, spendendo il proprio tempo<br />
e tutto se stesso nel sociale e per il prossimo, non certo passeggiando avanti e indietro nella piazza sputando veleno su<br />
tutto e su tutti, sport prediletto di decine di nullafacenti, di gente che nella propria v<strong>it</strong>a, mentre altri servivano lo Stato<br />
sacrificando affetti, amicizie e famiglia per imporre il rispetto della legge e delle regole o sequestrando beni a mafiosi, dal<br />
canto loro consumavano le suole delle scarpe sul Corso Garibaldi o bivaccavano nei saloni dei barbieri (con tutto il rispetto<br />
per la categoria di artigiani) parlando male del prossimo o delle varie amministrazioni comunali. Eh già….. Piazza Primo<br />
Maggio, culla della cultura palmese, un tempo salotto buono della c<strong>it</strong>tà. Se chiudo gli occhi, con la fantasia, mi pare di vedere<br />
i nostri illustri conc<strong>it</strong>tadini Cilea, Cardone, Manfroce, soffermarsi in quel nobile s<strong>it</strong>o o sulla balconata che affaccia sullo stretto e, guardando lo sconfinato<br />
orizzonte ove il tirreno si fonde con l’azzurro del cielo o voltando gli occhi verso il Sant’Elia che maestoso domina la marinella, quasi a custodirla gelosamente<br />
in un abbraccio, traevano ispirazione per le loro opere. Ahimè oggi gli assidui frequentatori della piazza, che sono i più disparati (pensionati e gente per bene<br />
ma anche tanti fannulloni, lavoratori pubblici che timbrano il cartellino e passeggiano oppure pol<strong>it</strong>icanti “dinosauri” servi di una vecchia mental<strong>it</strong>à clientelare<br />
che tenta sempre di sopravvivere) posano invece i loro sguardi sull’automobile dell’imprend<strong>it</strong>ore che passa, sul quale ampiamente dissertano circa le capac<strong>it</strong>à<br />
finanziarie, le parentele o coperture pol<strong>it</strong>iche, gli appalti presi e, perché nò, magari anche le corna (se le ha è bene altrimenti fa nulla… le costruiscono in un<br />
batter d’occhio!!), oppure si parla male del Sindaco e, ud<strong>it</strong>e ud<strong>it</strong>e, del Comandante dei Vigili. Già, si parla sempre male di chi propone nov<strong>it</strong>à o cambiamenti di<br />
usi e consuetudini aberranti, di chi si spende per dare decoro e dign<strong>it</strong>à ad una c<strong>it</strong>tà. “La dign<strong>it</strong>à è il primo bene di un popolo”, disse egregiamente Camillo Benso<br />
Conte di Cavour. Oggi la delazione è divenuto lo sport prefer<strong>it</strong>o a Palmi, lo si dovrebbe proporre come disciplina olimpica, avremmo dei veri campioni. C’è<br />
chi di giorno trascina la propria misera esistenza delinquendo o rubando soldi al proprio datore di lavoro e di notte sogna, pensa come poter spandere fango sul<br />
prossimo la cui operos<strong>it</strong>à si invidia, si disprezza. Poveri Cilea, Cardone, Manfroce…. Dove siete fin<strong>it</strong>i? Dopo di voi il baratro culturale e sociale, la decadenza di<br />
un popolo che per pochi ignoranti ed inetti rischia di perdere anche l’orgoglio e la dign<strong>it</strong>à!! E così che le m<strong>it</strong>iche leggende della “pietra del diavolo” o di “Donna<br />
Canfora” vengono accantonate e soppiantate con le nuove leggende, narrate da nuovi acculturati autori. Nascono così le leggende delle “1500 contravvenzioni<br />
fatte il giorno della sagra dello stocco” che, come per magia, si moltiplicano passando di bocca in bocca, accompagnate amabilmente dall’idiota di turno con la<br />
frase “ormai è uno Stato di polizia, non si può vivere!!”, oppure quella più laboriosa: “il comandante in persona ha fatto la contravvenzione ad un bambino di<br />
8 anni in bicicletta contestandola alla mamma!!”, fino a giungere a quella fantasiosa degna del migliore Giovanni Verga: “i vigili fermano le persone che camminano<br />
in più di tre e gli intimano di sciogliersi!!”. Povera Palmi in che mani sei fin<strong>it</strong>a, schiava di un manipolo di idioti!! L’ignoranza è il peggiore dei mali, assai<br />
peggiore della cattiveria e della malvag<strong>it</strong>à che presuppone, alla base, un minimo di intelligenza. Per non parlare delle chiacchiere giornaliere sulle divise, sulle<br />
macchine, sui cappelli….. forse scordo qualcosa ma son talmente tante che chiedo scusa se trascuro qualche perla di saggezza!! Non ci si preoccupa di cosa fare<br />
per il proprio paese, giammai, soltanto di cr<strong>it</strong>icare chi si opera per esso. A propos<strong>it</strong>o, apro e chiudo una parentesi. Visto che per questioni attinenti la trasparenza<br />
dell’azione amministrativa ogni atto è pubblico, inv<strong>it</strong>o tutti gli illustri matematici che, calcolatrici alla mano, dispensano in giro cifre stratosferiche sui costi<br />
miliardari di mezzi e strumenti della Polizia Locale, magari strumentalizzati ad arte da chi, interno agli uffici comunali, è stato colto in flagranza mentre era a<br />
spasso per il corso durante le ore di lavoro e quindi ha tutto l’interesse a destabilizzare “i controllori”, ad andare a estrarre copia delle determine di acquisto<br />
dei veicoli e degli strumenti in uso e guardarne i costi. Oggi, a fronte di un parco auto inesistente fino a due anni fa, contiamo su mezzi moderni e funzionali che<br />
ci consentono di intervenire al meglio in ogni s<strong>it</strong>uazione, mezzi in parte in leasing (con risparmi enormi per la P.A.) e in parte di proprietà quali motocicli (€<br />
18.000,00 nell’anno 2009) e fuoristrada (ud<strong>it</strong>e, ud<strong>it</strong>e… € 16.900,00 usato nel <strong>2010</strong>!!), il cui 50 % dei cap<strong>it</strong>ali sono stati rimborsati con fondi regionali destinati alle<br />
polizie locali che, altrimenti, sarebbero stati destinati altrove. L’anno prossimo acquisteremo l’elicottero e una portaerei (così una nuova leggenda la spaccio io<br />
per alimentare gli idioti!!). Sempre per i legalizzati “spacciatori di scemenze” si fa notare che, peraltro, esiste l’art.208 del Codice della Strada che vincola una<br />
quota pari al 50 % dei proventi contravvenzionali spettanti agli enti (che può essere anche maggiore) a interventi di sost<strong>it</strong>uzione, di ammodernamento, di potenziamento,<br />
di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade nonché al potenziamento delle attiv<strong>it</strong>à di controllo e di accertamento delle violazioni<br />
in materia di circolazione stradale, anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia<br />
locale ed infine ad altre final<strong>it</strong>à connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione,<br />
all’ammodernamento, al potenziamento, alla sistemazione del manto stradale, a interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, quali bambini,<br />
anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati<br />
all’educazione stradale (che noi facciamo da sempre ma dei quali nessuno parla). Considerato che i nostri conc<strong>it</strong>tadini si distinguono per il rispetto del codice<br />
della strada, i fondi ci sono e per quello devono essere utilizzati. Era anche questa una precisazione doverosa. I nostri conc<strong>it</strong>tadini sono proprio strani, predicano<br />
tanto l’ordine e la legal<strong>it</strong>à quando a sbagliare sono gli altri ma giammai sono pronti a rec<strong>it</strong>are il mea culpa quando a sbagliare sono essi stessi. In quel caso<br />
sono v<strong>it</strong>time predestinate di un sistema, di uno Stato di polizia, di un regime che li opprime e non gli consente di godere delle libertà. Già…. le libertà, quelle<br />
stesse libertà che fino a due anni fa facevano indignare tutti, gridare allo scandalo, all’anarchia, alla lat<strong>it</strong>anza delle ist<strong>it</strong>uzioni. Mi pare di vederle le auto sui<br />
marciapiedi che costringevano i pedoni a passare per strada, le mamme con le carrozzine che si bloccavano, i disabili che vedevano gli scivoli occupati dalle auto<br />
o i loro posti occupati da chi dir<strong>it</strong>to non ha, gli incroci intasati dalle auto davanti ai bar, le strisce pedonali divenute parcheggio leg<strong>it</strong>timato, auto in doppia fila<br />
con le persone intente a parlare tra loro e le code dietro, i ragazzi sui ciclomotori senza casco. Oggi aver ripristinato la legal<strong>it</strong>à e le regole, con sacrificio ed a<br />
caro prezzo personale di tutti i miei collaboratori (per i cui attentati molti si sono compiaciuti), viene defin<strong>it</strong>o “la rovina di questo paese”, “la distruzione<br />
dell’economia c<strong>it</strong>tadina”, quasi che l’economia c<strong>it</strong>tadina fosse, fin oggi, fondata sull’anarchia e sull’illegal<strong>it</strong>à, sulla prepotenza e la prevaricazione. Diceva Edmondo<br />
De Amicis che la civiltà di un popolo si misura dal contegno che tiene per strada. Io mi domando e domando a voi: qual è il livello di civiltà del nostro<br />
popolo? La mia risposta ve la risparmio, potete immaginarla. Due anni fa abbiamo creato un s<strong>it</strong>o internet per ricevere richieste e segnalazioni da parte dei c<strong>it</strong>tadini<br />
che avessero voluto contribuire alla cresc<strong>it</strong>a della nostra c<strong>it</strong>tà, a contrastare le illegal<strong>it</strong>à e le ingiustizie, a segnalare le disfunzioni. Sapete in due anni<br />
quante segnalazioni sono giunte? Credo 4 o 5 ma non di più. Dove sono tutti gli acculturati conc<strong>it</strong>tadini che dicono di amare il nostro paese? Si ama il proprio<br />
paese sputando sul prossimo? Vergognatevi!!! Quando qualcuno, gente che si r<strong>it</strong>iene di cultura, lamenta l’oppressione e la mil<strong>it</strong>arizzazione del paese io gli domando<br />
se si è mai trovato ad attraversare altri paesi della piana, se ha mai valicato il ponte sul Petrace, se si trova bene in quelle realtà e le preferisce; allora<br />
costui riflette e poi mi da ragione. Sapete quel’è il paradosso? Che mentre i nostri conc<strong>it</strong>tadini ci lanciano palate di fango addosso i maggiori apprezzamenti ci<br />
vengono dal resto della provincia e della Calabria, ove la nostra c<strong>it</strong>tà viene add<strong>it</strong>ata quale esempio di ordine e legal<strong>it</strong>à ed il nostro Corpo viene portato quale<br />
esempio di efficienza e operativ<strong>it</strong>à. I due premi confer<strong>it</strong>i a Bergamo e Riccione tra tutte le polizie locali d’Italia non sono giunti a caso, non sono dovuti al <strong>numero</strong><br />
di contravvenzioni elevate, come qualche delatore sostiene, ma sono dovuti agli arresti di delinquenti esegu<strong>it</strong>i in flagranza di reato, alle persone denunciate<br />
per reati urbanistici, alle persone arrestate e denunciate per reati e scempi ambientali, al sequestro di chilogrammi di stupefacenti e all’arresto di spacciatori<br />
legati a consorterie mafiose, per l’organizzazione e l’efficienza del servizio offerto. Questa estate non vi è stato un angolo del terr<strong>it</strong>orio che non fosse<br />
controllato, non un punto nel quale la viabil<strong>it</strong>à non fosse scorrevole, non una festa nella quale il traffico non fosse ordinato e la viabil<strong>it</strong>à fluida e garant<strong>it</strong>a la sicurezza<br />
pubblica, non si sono registrate risse né episodi del<strong>it</strong>tuosi, i bambini giocavano sereni nelle piazze e nella villa comunale sotto gli occhi attenti dei vigili,<br />
centinaia le chiamate ricevute dalla centrale operativa unica con la Polizia di Stato e centinaia gli interventi esegu<strong>it</strong>i; è stato forn<strong>it</strong>o un “prodotto sicurezza”<br />
unico che tutti ci hanno invidiato. Tutti, ma non i “palmesi da piazza”!! Tutte queste cose per loro non contano, conta solo la contravvenzione che gli è stata<br />
fatta (ingiustamente, l’auto era in sosta soltanto un attimo!!) e che li ha privati della libertà di fare quel che vogliono nella “loro c<strong>it</strong>tà”. Mi spiace miei cari, non<br />
è la vostra c<strong>it</strong>tà, è la c<strong>it</strong>tà di tutti, è la c<strong>it</strong>tà della gente per bene, la c<strong>it</strong>tà della gente onesta che vuole ordine e sicurezza, che vuole vivere serena, che apprezza<br />
il lavoro di chi si sacrifica per il prossimo di giorno e di notte a fronte di pochi soldi. Non è la c<strong>it</strong>tà dei nullafacenti, dei farabutti, degli ignoranti che amano soltanto<br />
destabilizzare e distruggere, di coloro che pretendono soltanto i propri dir<strong>it</strong>ti e scordano sistematicamente i propri doveri. A tutta la gente per bene chiedo<br />
di aiutarci a far crescere la nostra c<strong>it</strong>tà ed a far si che sia un modello nel meridione, respingendo al m<strong>it</strong>tente ogni idiozia fatta circolare ad arte da pochi ignoranti.<br />
A questi ultimi rivolgo un caro inv<strong>it</strong>o a rinsavire. L’ignoranza è temporanea, si può colmare, la stupid<strong>it</strong>à invece è per sempre.