Nuove prospettive sull'uso delle IVIg nelle patologie ... - CSL Behring
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XXXVII CONGRESSO NAZIONALE SIN • SIMPOSIO<br />
In alcuni casi queste ultime forme ad andamento<br />
recidivante (relapsing-remitting) possono essere<br />
difficilmente distinguibili dalla sclerosi multipla.<br />
Come vedremo, le classificazioni che abbiamo<br />
illustrato rivestono una certa importanza in<br />
funzione della prognosi e dell’efficacia del trattamento.<br />
La terapia di prima scelta durante la fase acuta,<br />
nonostante la mancanza di studi controllati, è<br />
rappresentata dalla somministrazione di<br />
steroidi ad alte dosi, generalmente 6-metilprednisolone<br />
(6-MP), secondo schemi mutuati<br />
dai protocolli in uso per la sclerosi<br />
multipla. Il razionale per l’uso dei corticosteroidi<br />
è rappresentato dall’effetto antiedemigeno<br />
e dalla riduzione dell’attivazione<br />
immunologica, che sembra avere un ruolo<br />
cruciale nel processo di demielinizzazione.<br />
Per una importante serie di ragioni abbiamo<br />
la necessità di individuare terapie alternative<br />
o complementari agli steroidi, poiché<br />
gli schemi attuali di trattamento presentano<br />
comunque <strong>delle</strong> limitazione di efficacia, di<br />
tollerabilità e di applicabilità:<br />
a) sussiste un rischio di mortalità pari a circa<br />
il 5% (variante emorragica di Hurst);<br />
b) vi è una discreta percentuale di soggetti<br />
“steroid-resistant”, che presentano gravi<br />
sequele a distanza;<br />
c) la malattia nella sua fase iniziale, quando<br />
ancora mancano gli elementi necessari<br />
per porre la diagnosi, può essere clinicamente<br />
indistinguibile da una malattia<br />
a genesi virale “diretta” che controindica<br />
l’uso del cortisone.<br />
Il ruolo dell’immunità in questa condizione,<br />
che viene innescata da un’infezione ma si<br />
sviluppa a causa di un processo autoimmunitario,<br />
rende ragione della potenziale efficacia<br />
<strong>delle</strong> <strong>IVIg</strong> ad alte dosi nel trattamento<br />
della ADEM e, in particolare, di alcune<br />
sue varianti (Fig. 2).<br />
Da alcuni anni, presso il nostro Istituto, è in corso<br />
uno studio prospettico sulle sindromi neurologiche<br />
post-infettive, di cui sono già stati pubblicati<br />
parte dei risultati (Fig. 3) e che si pone i seguenti<br />
obiettivi:<br />
a) classificare i principali quadri clinici in rapporto<br />
alla distribuzione anatomica del danno;<br />
b) definire i principali indicatori prognostici <strong>delle</strong><br />
ricadute e dell’outcome finale;<br />
La terapia del primo episodio<br />
6-MP 500-1.000 mg/die × 6 giorni<br />
Prednisone 1.5 mg/kg/die<br />
× 2 mesi, poi “tapering”<br />
Non immunosoppressore<br />
Figura 2<br />
Efficacia <strong>delle</strong> immunoglobuline<br />
per via endovenosa in pazienti adulti<br />
steroido resistenti con encefalomielite<br />
acuta disseminata monofasica o ricorrente<br />
Scripps Neurological Scale<br />
48-72 ore dopo<br />
Risposta positiva Risposta negativa<br />
120<br />
100<br />
80<br />
60<br />
40<br />
20<br />
0<br />
A1 A2* B C1# C2 D E<br />
Casi (pazienti A e C con episodi)<br />
<strong>IVIg</strong> 0.4 g/kg/die<br />
× 5 giorni<br />
Risposta Risposta<br />
positiva negativa<br />
Immunosoppressore<br />
Pretrattamento<br />
6-MP<br />
<strong>IVIg</strong><br />
Follow-up<br />
Marchioni E, Marinou-Aktipi K, Uggetti C, Bottanelli M, Pichiecchio A,<br />
Soragna D, Piccolo G, Imbesi F, Romani A, Ceroni M. J Neurol 2002<br />
Figura 3<br />
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