Quello che gli altri non vi dicono… - Archivio del Fendente
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Banca di Anghiari e Stia:<br />
Concorso “BancAperta” e “Mostra<br />
dei progetti”<br />
Verso la riqualificazione di “Villa Gennaioli”<br />
Anghiari - Consistente affluenza a Villa Gennaioli in<br />
occasione <strong>del</strong>la cerimonia di premiazione dei <strong>vi</strong>ncitori di<br />
BancAperta, il concorso indetto dalla Banca di Anghiari e Stia<br />
Credito Cooperativo per la sistemazione e riqualificazione<br />
<strong>del</strong>l'intero complesso <strong>che</strong> “guarda” verso la parte più antica e<br />
suggestiva <strong>del</strong> paese. Oltre ai vertici <strong>del</strong>l'istituto di credito e alla<br />
signora Carla Masetti Gennaioli, <strong>che</strong> ha donato l'immobile nei<br />
cui annesso vecchio granaio sorgerà la sede <strong>del</strong>la Fondazione<br />
Marco Gennaioli onlus (in ricordo <strong>del</strong> fi<strong>gli</strong>o deceduto in un<br />
incidente stradale a soli 24 anni nel 1996), erano presenti le<br />
autorità locali e un'ampia rappresentanza dei circa 200<br />
professionisti – fra architetti e ingegneri – autori dei 46<br />
progetti <strong>che</strong> fino al 25 lu<strong>gli</strong>o rimarranno esposti nella <strong>vi</strong>lla,<br />
<strong>vi</strong>sitabile il sabato e la domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle<br />
16.00 alle 19.00. Una prima parte <strong>del</strong>l'intera operazione <strong>che</strong> è<br />
andata dunque a compimento, con massima soddisfazione da<br />
parte di tutti i soggetti coinvolti: “E' il passo iniziale di un<br />
progetto ambizioso – ha detto il presidente <strong>del</strong>la Banca di<br />
Anghiari e Stia, Paolo Sestini – perchè quanto abbiamo<br />
intenzione di realizzare, vedi la nostra sede di rappresentanza e<br />
la sala polivalente <strong>che</strong> fungerà an<strong>che</strong> da auditorium, dovrà<br />
essere in armonia con la “cartolina” di Anghiari <strong>che</strong> si ammira<br />
da questa <strong>vi</strong>lla. E dovrà essere fruibile <strong>non</strong> soltanto per la<br />
banca e i suoi soci, ma an<strong>che</strong> per la gente di Anghiari. Sarei<br />
contento se i lavori potessero essere completati nell'arco di 5-6<br />
anni”. Primo classificato, il gruppo coordinato dall'ingegner<br />
Giovanni Cardinale di San Giovanni Valdarno con progettisti<br />
<strong>gli</strong> architetti Valentina Bartoli, Ugo Dattilo e Matteo Spinelli.<br />
Giovedì 25 giugno scorso - giorno <strong>del</strong>la consegna dei<br />
riconoscimenti ai primi tre elaborati e a<strong>gli</strong> altrettanti meritevoli<br />
<strong>del</strong>le menzioni speciali, oltre <strong>che</strong> <strong>del</strong>l’inaugurazione <strong>del</strong>la<br />
mostra - l'architetto Paolo Pinarelli, responsabile <strong>del</strong> concorso<br />
BancAperta, ha reso note le motivazioni <strong>che</strong> hanno portato la<br />
giuria a sce<strong>gli</strong>ere il <strong>vi</strong>ncitore: “Ferma restando l'elevata qualità<br />
dei 46 progetti partecipanti, lo staff <strong>del</strong>l'ingegner Cardinale si è<br />
distinto per la particolare capacità dimostrata nell'accostare le<br />
nuove funzioni al complesso storico senza snaturarlo, anzi,<br />
valorizzandolo; ha saputo introdurre le nuove strutture<br />
esaltando le presenze stori<strong>che</strong>, invece di sovrapporsi ad esse”.<br />
Il sindaco Danilo Bianchi ha sottolineato l'importanza<br />
fondamentale di una sinergia <strong>che</strong> ha coinvolto an<strong>che</strong> la sua<br />
amministrazione, perché d'ora in poi verrà a instaurarsi un<br />
“dialogo” fra il complesso e il paese. “Un rapporto unico e<br />
particolare - ha detto<br />
14<br />
Bianchi - <strong>che</strong> deve essere pri<strong>vi</strong>legiato”. Ed è stata a suo modo<br />
una giornata carica di sensazioni ed emozioni an<strong>che</strong> per la<br />
signora Carla Masetti Gennaioli, <strong>che</strong> ha voluto tutto questo<br />
per onorare la memoria <strong>del</strong> fi<strong>gli</strong>o Marco: “Tanto interesse e<br />
tante idee <strong>che</strong> la banca cercava – ha detto - per dare un futuro<br />
a questa <strong>vi</strong>lla. E' un modo efficace an<strong>che</strong> per tener <strong>vi</strong>va una<br />
memoria <strong>che</strong> <strong>altri</strong>menti rischierebbe di essere persa. Un<br />
motivo di sofferenza, nel ricordo di Marco, ma an<strong>che</strong> di<br />
grande forza, perchè con la sede <strong>del</strong>la banca, con l'afflusso di<br />
persone e con l'atti<strong>vi</strong>tà <strong>del</strong>la Fondazione qui tornerà a regnare<br />
la <strong>vi</strong>ta”.<br />
Il Ponte Otto Martiri di Francesco Crociani<br />
(Segue da pag. 8) rifornivano i magazzini di Cà di Pietro,<br />
dove la merce veniva esposta e messa in vendita. I contadini<br />
passavano, con il loro bestiame, dall’altra parte <strong>del</strong>la sponda<br />
per andare a fiere e mercati. Nei momenti di crisi <strong>non</strong><br />
mancavano i contrabbandieri <strong>che</strong> trattavano la fo<strong>gli</strong>a di<br />
tabacco, le sigarette, lo zuc<strong>che</strong>ro, dando origine al mercato di<br />
cambio di illeciti. Nelle credenze popolari <strong>del</strong> tempo, si diceva<br />
<strong>che</strong> tutti i cavalli <strong>che</strong> attraversavano il ponte si ammalavano di<br />
grave malattia e, per porre rimedio a questa sorte, alcuni<br />
indi<strong>vi</strong>dui si recarono a Montebello, dove <strong>vi</strong>veva una stregone<br />
<strong>che</strong>, con il tocco <strong>del</strong>le proprie dita, colpendo il cavallo nella<br />
parte posteriore, faceva guarire all’istante la bestia”. “Nel<br />
periodo bellico - continua Linda - otto giovani partigiani, ai<br />
piedi <strong>del</strong> ponte, nell’argine <strong>del</strong> Comune di Sant’Agata Feltria,<br />
furono barbaramente trucidati dalla ferocia nazifascista: era il<br />
7 Aprile 1944 e, da quel momento, il ponte fu intitolato a<strong>gli</strong><br />
Otto Martiri”. Finita la guerra, alcune strutture ad archi<br />
crollarono, a causa <strong>del</strong>lo scoppio di mine fatte brillare dai<br />
tedeschi. Per ripristinare nuovamente il passaggio, si resero<br />
necessari interventi di restauro <strong>che</strong> furono eseguiti poco dopo.<br />
Con il passare de<strong>gli</strong> anni, a causa <strong>del</strong> mutamento geologico,<br />
unito alla scarsa manutenzione, il ponte perde un po’ <strong>del</strong> suo<br />
splendore e va in decadenza, fino alla chiusura totale al<br />
traffico, <strong>che</strong> fu decretata dalle autorità competente alla fine<br />
de<strong>gli</strong> anni ‘80. Sono passati molti anni da allora, ma<br />
finalmente, grazie alla richiesta dei danni <strong>del</strong> terremoto <strong>del</strong> ‘97,<br />
e un finanziamento voluto da Vincenzo Ceccarelli, ex<br />
Presidente <strong>del</strong>la Pro<strong>vi</strong>ncia di Arezzo, le arcate <strong>del</strong> ponte Otto<br />
Martiri sono tornate al loro antico splendore e tre targhe<br />
commemorative ricordano ora la riapertura di un ponte <strong>che</strong> ha<br />
ridato lustro e respiro a due vallate <strong>che</strong>, a pieno titolo, sono tra<br />
le più importanti realtà <strong>del</strong> bacino marecchiese.