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percorso neuro-muscolare per PDF 08-02-11 - Policlinico S.Orsola ...

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Università Degli Studi di Bologna<br />

Percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale<br />

multidisciplinare dedicato al paziente con<br />

patologia <strong>muscolare</strong><br />

Badiali De Giorgi Lucilla<br />

Cenacchi Giovanna<br />

Coccolo Fabio<br />

D’Addato Sergio<br />

D’Alessandro Roberto<br />

De Cristofaro Roberto<br />

De Giorgio Roberto<br />

Fabiani Andrea<br />

Fusconi Marco<br />

Foresti Anna<br />

Graziano Claudio<br />

Guarino Maria<br />

Lodi Raffaele<br />

Malavolta Nazzarena<br />

Nava Stefano<br />

Rinaldi Rita<br />

Seri Marco<br />

Tonon Caterina<br />

Aggiornato al <strong>08</strong>/<strong>02</strong>/20<strong>11</strong>


SOMMARIO<br />

INTRODUZIONE .................................................................................................................3<br />

CONTESTO.........................................................................................................................3<br />

GRUPPO DI LAVORO.........................................................................................................5<br />

FLOW-CHART del <strong><strong>per</strong>corso</strong> diagnostico-terapeutico-assistenziale del paziente con<br />

sospetta miopatia.................................................................................................................6<br />

Visita Neurologica e Elettromiografia ...............................................................................9<br />

Visita Gastroenterologica .................................................................................................9<br />

Visita Cardiologica............................................................................................................9<br />

Consulenza Genetica.....................................................................................................10<br />

Visita Reumatologica......................................................................................................<strong>11</strong><br />

Visita Pneumologica.......................................................................................................12<br />

Biopsia Muscolare..........................................................................................................12<br />

RM-spettroscopia dell’encefalo e del muscolo ...............................................................13<br />

Visita presso Centro <strong>per</strong> la prevenzione dell’aterosclerosi.............................................14<br />

Riabilitazione..................................................................................................................14<br />

LINEE DI RICERCA...........................................................................................................16<br />

FONTI SCIENTIFICHE DI RIFERIMENTO ........................................................................16<br />

BIBLIOGRAFIA..................................................................................................................16<br />

2


INTRODUZIONE<br />

Le malattie <strong>neuro</strong>-muscolari costituiscono un gruppo di disturbi eterogeneo dal punto di vista ezio-patogenetico,<br />

modalità di esordio e di decorso, caratteristiche cliniche, terapia e prognosi, con impegno diagnostico-assistenziale<br />

necessariamente specifico e diversificato, anche in relazione ad un possibile interessamento di altri organi.<br />

Non sono disponibili dati di prevalenza delle patologie muscolari nel loro insieme, mentre dati specifici <strong>per</strong> le diverse<br />

entità nosografiche indicano tra le malattie del muscolo geneticamente determinate, prevalenze che in Italia vanno da<br />

1.7:100.000 abitanti <strong>per</strong> la distrofia di Duchenne a 2.4:100.000 <strong>per</strong> la distrofia <strong>muscolare</strong> di Becker [Siciliano G et al.<br />

1999], 9:100.000 <strong>per</strong> la distrofia miotonica [Siciliano G et al. 2001], 0.9:100.000 <strong>per</strong> la distrofia dei cingoli [Fanin et al.,<br />

2005]. Tra le miopatie acquisite, vengono riportate incidenze variabili da 1:100.000 <strong>per</strong> le miopatie infiammatorie<br />

[Flachnecker P. 2006] a 69:100.000 nei pazienti trattati con farmaci ipocolesterolemizzanti [Molokhia M et al. 20<strong>08</strong>].<br />

Negli ultimi anni sono state effettuate dalla Unità O<strong>per</strong>ativa di Neurologia di questo <strong>Policlinico</strong>, sia presso<br />

l’ambulatorio <strong>per</strong> i disturbi <strong>neuro</strong>-muscolari sia presso i reparti di degenza, circa 650 visite all’anno, di cui il 50% prime<br />

visite. Circa il 20% di queste visite è stato rivolto a pazienti con sospetta miopatia, <strong>per</strong> la metà provenienti da fuori<br />

provincia. Nel 50% dei casi è stato necessario un approccio diagnostico-terapeutico complesso, con l’attivazione di altri<br />

specialisti che hanno affiancato il <strong>neuro</strong>logo es<strong>per</strong>to in disturbi <strong>neuro</strong>-muscolari. Un approccio multidisciplinare è infatti<br />

fondamentale nella gestione delle malattie muscolari, dal momento che spesso esse si correlano a malattie sistemiche o<br />

comportano, <strong>per</strong> le forme sia genetiche sia acquisite, il coinvolgimento di altri sistemi ed apparati, quali cardiocircolatorio,<br />

respiratorio, gastroenterico. Inoltre l’andamento cronico della maggior parte delle miopatie, unitamente al carattere<br />

disabilitante di esse, richiede una presa in carico assistenziale a 360 gradi, che coinvolga, oltre al versante medico e<br />

riabilitativo, anche quello socio-relazionale.<br />

CONTESTO<br />

Come è stato evidenziato dal Piano Attuativo Locale (PAL) Neurologia pubblicato nel 2004, nella Provincia di<br />

Bologna non esiste un <strong><strong>per</strong>corso</strong> integrato <strong>per</strong> la diagnosi e la cura delle malattie <strong>neuro</strong>-muscolari non episodiche o<br />

complesse. Le risorse sono infatti frammentate fra le diverse aziende e in grado di fornire spesso solo risposte isolate.<br />

Tale <strong><strong>per</strong>corso</strong> è <strong>per</strong>altro assente nell’intera Regione Emilia-Romagna. Ne consegue il frequente ricorso a strutture<br />

extraregionali.<br />

Presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna <strong>Policlinico</strong> S.<strong>Orsola</strong>-Malpighi esistono le competenze in grado<br />

di soddisfare queste esigenze. Esse hanno la possibilità di integrasi all’interno del <strong><strong>per</strong>corso</strong> di diagnosi e cura del<br />

paziente con malattia <strong>neuro</strong>-<strong>muscolare</strong>, di coordinarsi con le altre strutture della provincia di Bologna e di fornire un<br />

servizio alle <strong>neuro</strong>logie della Regione Emilia-Romagna ed a residenti in altre regioni.<br />

Nel corso degli anni 2005-20<strong>08</strong> è stato costruito un <strong><strong>per</strong>corso</strong> diagnostico-assistenziale dedicato al paziente con<br />

patologia <strong>muscolare</strong>, verificando la disponibilità e l’efficacia delle competenze coinvolte, tenendo conto delle linee guida<br />

internazionali di riferimento [Neuromuscular.wustl.edu]. Ora, il <strong><strong>per</strong>corso</strong> così costituito è in grado di rispondere a tutte le<br />

esigenze diagnostico-terapeutiche implicate nella gestione delle malattie muscolari. Esso si avvale di un team<br />

multidisciplinare che si confronta sulle problematiche che emergono dallo studio dei singoli pazienti tramite riunioni<br />

mensili <strong>per</strong>iodiche, al fine di raggiungere una diagnosi condivisa e di proporre al paziente le migliori scelte terapeutiche.<br />

Obiettivo del <strong><strong>per</strong>corso</strong> è infatti quello di migliorare la precisione diagnostica, posto che essa condiziona le scelte<br />

terapeutiche più appropriate e quindi implicitamente la prognosi.<br />

3


La visita <strong>neuro</strong>logica costituisce il punto di partenza del <strong><strong>per</strong>corso</strong> di cura <strong>per</strong> i pazienti con sospetta miopatia (pazienti<br />

con debolezza <strong>muscolare</strong> e/o alterazione degli enzimi muscolari).<br />

Consulenza<br />

reumatologica<br />

Biopsia <strong>muscolare</strong><br />

Consulenza<br />

pneumologica<br />

Consulenza<br />

cardiologica<br />

Consulenza fisiatrica<br />

Visita <strong>neuro</strong>logica<br />

+<br />

EMG<br />

Consulenza<br />

gastroenterologica<br />

Consulenza genetica<br />

RM Spettroscopia<br />

Ambulatorio<br />

prevenzione<br />

aterosclerosi<br />

4


GRUPPO DI LAVORO<br />

Cognome e Nome Telefono e-mail Unità O<strong>per</strong>ativa<br />

Badiali De Giorgi<br />

Lucilla<br />

Cenacchi<br />

Giovanna<br />

4523 lucilla.badialidegiorgi@aosp.bo.it<br />

4514 giovanna.cenacchi@unibo.it<br />

Anatomia e Istologia<br />

Patologica – Grigioni<br />

Anatomia e Istologia<br />

Patologica – Grigioni<br />

Coccolo Fabio 4526 fabio.coccolo@aosp.bo.it Cardiologia – Branzi<br />

D’Addato Sergio 4671 sergio.daddato@unibo.it Medicina Interna – Borghi<br />

D’Alessandro<br />

Roberto<br />

De Cristofaro<br />

Roberto<br />

De Giorgio<br />

Roberto<br />

2652 roberto.dalessandro@aosp.bo.it Neurologia – Cirignotta<br />

2681 roberto.decristofaro@aosp.bo.it Ortopedia – Laus<br />

3399-<br />

4100<br />

roberto.degiorgio@unibo.it<br />

Fabiani Andrea 3736 andrea.fabiani@aosp.bo.it<br />

Medicina Interna –<br />

Corinaldesi<br />

Pneumologia e Terapia<br />

Intensiva Respiratoria -<br />

Nava<br />

Fusconi Marco 4003 marco.fusconi@aosp.bo.it Medicina Interna - Bianchi<br />

Foresti Anna 2419 anna.foresti@aosp.bo.it<br />

Graziano Claudio<br />

3694-<br />

3693<br />

Guarino Maria 2557 maria.guarino@aosp.bo.it<br />

Lodi Raffaele 42<strong>11</strong> raffaele.lodi@unibo.it<br />

Malavolta<br />

Nazzarena<br />

Medicina Fisica e<br />

Riabilitazione - Taricco<br />

claudio.graziano@unibo.it Genetica Medica – Romeo<br />

2228 nazzarena.malavolta@aosp.bo.it<br />

Nava Stefano 4017 stefano.nava@aosp.bo.it<br />

Referente Dipartimentale<br />

<strong>per</strong> il Governo Clinico<br />

Diagnostica con<br />

Spettroscopia RM –<br />

Barbiroli<br />

SS di Reumatologia (UO<br />

Borghi) - Malavolta<br />

Pneumologia e Terapia<br />

Intensiva Respiratoria -<br />

Nava<br />

Rinaldi Rita 2306 rita.rinaldi@aosp.bo.it Neurologia – Cirignotta<br />

Seri Marco<br />

3694-<br />

3693<br />

Tonon Caterina 42<strong>11</strong> caterina.tonon@unibo.it<br />

marco.seri@unibo.it Genetica Medica – Romeo<br />

Diagnostica con<br />

Spettroscopia RM –<br />

Barbiroli<br />

5


FLOW-CHART del <strong><strong>per</strong>corso</strong> diagnostico-terapeuticoassistenziale<br />

del paziente con sospetta miopatia<br />

Accesso del paziente alla valutazione<br />

<strong>neuro</strong>logica<br />

Paziente esterno Paziente interno<br />

Valutazione ambulatoriale<br />

<strong>neuro</strong>logo<br />

Richiesta esami laboratoristici<br />

<strong>neuro</strong>logo<br />

Definizione del sospetto diagnostico<br />

<strong>neuro</strong>logo<br />

Sono necessari<br />

approfondimenti<br />

laboratoristici e/o<br />

strumentali?<br />

Sono necessari<br />

approfondimenti<br />

diagnostici?<br />

SI’<br />

SI’<br />

NO<br />

Elettromiografia<br />

<strong>neuro</strong>logo<br />

Visita in consulenza<br />

<strong>neuro</strong>logo<br />

NO<br />

Nota 1<br />

referto<br />

Nota 2<br />

referto<br />

referto<br />

Nota 2<br />

6


Nota 1<br />

Nota 3<br />

Esame isto-citopatologico<br />

anatomo-patologo<br />

Nota 5<br />

Nota 6<br />

referto<br />

Invio fax richiesta indagini/consulenze<br />

<strong>neuro</strong>logo/medico di reparto<br />

Spettroscopia RM<br />

<strong>neuro</strong>logo MRS<br />

Consulenza genetica<br />

genetista<br />

Consulenza fisiatrica<br />

fisiatra<br />

Consulenza <strong>neuro</strong>logica conclusiva<br />

<strong>neuro</strong>logo<br />

Biopsia <strong>muscolare</strong><br />

ortopedico<br />

Consulenza cardiologia<br />

cardiologo<br />

Consulenza pneumologica<br />

pneumologo<br />

referto<br />

Consulenza gastroenterologica<br />

gastroenterologo<br />

referto<br />

referto<br />

referto<br />

Consulenza prevenzione aterosclerosi<br />

internista<br />

Consulenza reumatologica<br />

reumatologo<br />

referto<br />

Nota 4<br />

referto<br />

referto<br />

referto<br />

Il <strong>neuro</strong>logo rappresenta il principale punto di riferimento di questa rete assistenziale e coordina il PDTA del paziente. La<br />

valutazione <strong>neuro</strong>logica precede l’attivazione di eventuali esami diagnostici e consulenze specialistiche.<br />

La visita <strong>neuro</strong>logica è prenotabile presso l’ambulatorio <strong>per</strong> i Disturbi Neuro-muscolari della UO di Neurologia tramite<br />

accesso diretto o telefonico (segreteria Neurologia, telefono 051-6362641; seg<strong>neuro</strong>@aosp.bo.it).<br />

Nel caso di pazienti ricoverati la richiesta di consulenza avverrà secondo la procedura aziendale.<br />

referto<br />

7


Nota 2<br />

Con questo referto il paziente esce dal <strong><strong>per</strong>corso</strong> in quanto non necessita di ulteriori approfondimenti <strong>per</strong> un preciso<br />

inquadramento diagnostico.<br />

Nota 3<br />

Il <strong>neuro</strong>logo invia le richieste di consulenze o approfondimenti diagnostici relativi ai pazienti ambulatoriali utilizzando una<br />

apposita scheda che contiene dati anagrafici e clinico-anamnestici. Per i pazienti ricoverati il medico di reparto invierà la<br />

richiesta di esami e consulenze secondo le procedure aziendali, specificando nella richiesta il nome dello specialista che<br />

fa parte del gruppo di lavoro. L’unità o<strong>per</strong>ativa che riceve la richiesta organizzerà la prestazione comunicando<br />

l’appuntamento direttamente al paziente, se esterno, o al reparto, se interno.<br />

Nota 4<br />

Per l’esecuzione della biopsia, <strong>per</strong> i pazienti esterni si adotta il regime di Day Hospital.<br />

Il nominativo giunge all’ortopedico che lo pone in lista d’attesa prioritaria (con tempo d’attesa massima di circa 1 mese).<br />

Circa 7 giorni prima della data d’intervento concordata, il paziente si reca presso gli ambulatori di Anestesia<br />

dell’Ortopedia dove esegue una visita preparatoria all’intervento in occasione della quale sono visionati gli esami ematici<br />

di routine. Il giorno dell’intervento, l’ortopedico firma insieme al paziente il consenso informato all’intervento e provvede<br />

all’esecuzione della biopsia. La dimissione avviene nel pomeriggio della stessa giornata ed è accompagnata con una<br />

lettera informativa <strong>per</strong> il Medico Curante. A quindici giorni dall’intervento è fissato un controllo ambulatoriale (presso gli<br />

Ambulatori Divisionali dell’Ortopedia) <strong>per</strong> controllo della ferita ed eventuale rimozione della sutura. Il <strong>neuro</strong>logo e/o<br />

l’internista che hanno in cura il paziente provvederanno a contattare lo stesso <strong>per</strong> comunicare l’esito della biopsia e<br />

programmare il proseguimento delle cure.<br />

I pazienti interni vengono valutati mediante consulenza Ortopedica indirizzata all’ortopedico referente e posti in nota<br />

o<strong>per</strong>atoria entro il <strong>per</strong>iodo di ricovero. In questo caso il reparto di ricovero si fa carico della degenza pre e post<br />

o<strong>per</strong>atoria; l’intervento è effettuato nelle sale o<strong>per</strong>atorie dell’Ortopedia; la gestione posto<strong>per</strong>atoria e il controllo al follow-<br />

up è sempre a 15 giorni dall’intervento.<br />

Nota 5<br />

Il campione di tessuto <strong>muscolare</strong> deve giungere fresco al laboratorio di Patologia e Diagnostica Subcellulare della<br />

Anatomia e Istologia Patologica - Grigioni, secondo specifiche indicazioni fornite dal laboratorio stesso, contattabile ai<br />

numeri 0516364523 - 0516364514 – 0516364092.<br />

Nota 6<br />

Al termine dell’iter diagnostico, verrà prodotta una relazione conclusiva da parte del <strong>neuro</strong>logo che ha avviato il <strong><strong>per</strong>corso</strong><br />

diagnostico, con l’eventuale riaffidamento clinico al MMG e allo specialista di competenza, che continuerà il follow-up<br />

riportandone i risultati all’interno del gruppo di lavoro.<br />

8


Visita Neurologica e Elettromiografia<br />

La valutazione <strong>neuro</strong>logica viene considerata centrale nell’inquadramento diagnostico delle miopatie.<br />

La diagnosi, sospettata sul riscontro di difetto di forza, alterazione del trofismo <strong>muscolare</strong>, ipotonia <strong>muscolare</strong>, associati<br />

a conservazione dei riflessi profondi, assenza di difetti sensitivi, assenza di fascicolazioni, è fondata su anamnesi<br />

familiare, <strong>per</strong>sonale, farmacologia e su elementi che scaturiscono dall’esame obiettivo e <strong>neuro</strong><strong>muscolare</strong>. In particolare<br />

vengono considerati la eventuale modalità di trasmissione ereditaria, l’età e modalità d’esordio dei disturbi, la sede<br />

interessata, l’andamento nel tempo, la presenza di mialgie, contratture e crampi, di rigidità e difficoltà nel rilasciamento<br />

<strong>muscolare</strong>, di emissione di urine scure e il rilievo di i<strong>per</strong>-CK-emia. Nell’esame obiettivo <strong>neuro</strong>logico vengono esaminati<br />

facies, atteggiamento e presenza di eventuali deformità come i<strong>per</strong>lordosi lombare, scoliosi, scapola alta, retrazioni<br />

muscolo-tendinee, dismorfismi quali faccia allungata, palato ogivale, petto incavato, alterazioni del trofismo <strong>muscolare</strong><br />

come ipo/i<strong>per</strong>trofia <strong>muscolare</strong>, forza <strong>muscolare</strong>, alterazioni della decontrazione <strong>muscolare</strong> (miotonia).<br />

Lo studio EMG di solito si associa allo studio ENG e consiste nella registrazione dell’attività elettrica del muscolo.<br />

L’esame va inteso come una estensione dell’esame obiettivo e deve <strong>per</strong>tanto far seguito all’inquadramento clinico. Serve<br />

a distinguere una debolezza dovuta a malattia del nervo, della giunzione <strong>neuro</strong>-<strong>muscolare</strong> o del muscolo e consiste<br />

nell’analisi dell’attività spontanea, dei Potenziali di Unità Motoria (PUM) e del pattern interferenziale (IP). Gli aspetti<br />

specifici delle miopatie consistono nell’assenza di fascicolazioni a riposo, nel rilievo di PUM di durata ridotta e di un<br />

pattern interferenziale di basso voltaggio e pieno ad una contrazione debole (precoce) [Liguori et al 1997, Izzo KL and<br />

Aravabhumi S 1990, Fuglsang-Frederiksen A 2006]. L’analisi automatica del pattern interferenziale mostra inoltre un<br />

aumento del numero di turns/sec, un aumento del rapporto tuns/ampiezza media tra i turns e un aumento dell’incidenza<br />

di short time intervals tra i turns [Nirkko AC et al 1995], aumentando le capacità diagnostiche dell’esame.<br />

In conclusione, lo studio EMG è la più comune procedura di screening dei pazienti miopatici. Esso <strong>per</strong>mette di<br />

identificare una sofferenza <strong>muscolare</strong> miogena nell’87% dei casi ed è tuttora la tecnica più importante <strong>per</strong> il follow-up.<br />

Esso raramente tuttavia serve ad inquadrare dal punto di vista nosografico la miopatia. Pertanto sostiene l’indicazione<br />

alla biopsia <strong>muscolare</strong> e consente di precisare il muscolo da biopsiare.<br />

Visita Gastroenterologica<br />

I pazienti miopatici possono manifestare disturbi gastrointestinali secondari all’interessamento delle cellule muscolari<br />

lisce del canale alimentare [De Giorgio et al. 2007; Stanghellini et al. 2005; Stanghellini et al. 2007; De Giorgio et al.<br />

2004; Di Nardo et al. 20<strong>08</strong>].<br />

Di fronte ad un paziente con sospetta miopatia e con sintomi gastrointestinali, si rendono <strong>per</strong>tanto necessarie indagini<br />

volte a studiare le possibili alterazioni del transito e/o della motilità esofago-gastro-intestinale, quali lo studio dello<br />

svuotamento gastrico mediante breath test con acido octanoico, breath test al lattulosio e glucosio (tutte metodiche<br />

assolutamente non invasive che si propongono di studiare rispettivamente lo svuotamento dello stomaco, il transito<br />

dell’intero tratto gastro-intestinale ed eventuali contaminazioni batteriche dell’intestino tenue) e la manometria<br />

dell’esofago, ano-retto e del tratto antro-duodeno-digiunale (metodiche minimamente invasive in quanto effettuate<br />

tramite sonda di registrazione dell’attività contrattile rispettivamente dell’esofago, ano-retto e tratto gastro-enterico).<br />

Inoltre, in casi selezionati, in cui sia stato necessario o siano stati effettuati interventi chirurgici di asportazione di tratti del<br />

canale alimentare, si possono effettuare analisi istopatologiche della componente <strong>neuro</strong>-<strong>muscolare</strong> al fine di confermare<br />

o stabilire l’esistenza di patologie <strong>neuro</strong>nali, muscolari o combinate <strong>neuro</strong>-muscolari del tratto esofago-gasto-entero-<br />

colico. Queste acquisizioni possono dimostrarsi utili <strong>per</strong> fini diagnostici, possibilmente terapeutici ed anche prognostici.<br />

Visita Cardiologica<br />

La consulenza cardiologica nell’ambito delle malattie <strong>neuro</strong>muscolari rappresenta un prezioso punto di osservazione <strong>per</strong><br />

patologia complesse e coinvolgenti più organi. Una valutazione integrata tra medici <strong>neuro</strong>logi, pneumologi, nefrologi,<br />

reumatologi, internisti e cardiologi può consentire un orientamento diagnostico e un inquadramento terapeutico di<br />

9


patologie <strong>neuro</strong>logiche il cui coinvolgimento cardiologico può portare a sintomi e può condizionare pesantemente la<br />

prognosi.<br />

Le condizioni cardiologiche secondarie ad un disordine <strong>neuro</strong>logico sono dovute ad un interessamento diretto sul cuore<br />

o ad una <strong>per</strong>turbazione <strong>neuro</strong>rmonale che agisce anche a livello cardiaco.<br />

In molti disordini <strong>neuro</strong>logici le manifestazioni cardiologiche possono essere responsabili di un maggior rischio di<br />

morbidità e mortalità rispetto alle manifestazioni <strong>neuro</strong>logiche stesse.<br />

I disordini <strong>neuro</strong>muscolari possono interessare individui di qualsiasi età: dalla nascita all’età anziana. In alcuni casi i<br />

sintomi e segni <strong>neuro</strong>logici si manifestano molto tempo prima delle manifestazioni cardiologiche, <strong>per</strong>tanto appare<br />

opportuno prevedere una consulenza cardiologica nell’iter diagnostico del paziente. In altri casi invece le manifestazioni<br />

cardiologiche possono comparire molto tempo prima dei sintomi/segni <strong>neuro</strong>logici <strong>per</strong> cui appare appropriato che il<br />

cardiologo coinvolga il <strong>neuro</strong>logo [Gilhuis et al 20<strong>02</strong>] (vedi grafico).<br />

Pertanto in tutti i pazienti con sospetta malattia <strong>neuro</strong><strong>muscolare</strong> la consulenza cardiologica dovrebbe essere effettuata<br />

con lo scopo di cogliere eventuali segni precoci di coinvolgimento cardiaco. Allo stesso modo, un cardiologo che formula<br />

una generica diagnosi di “cardiomiopatia” dovrebbe estendere le proprie valutazioni strumentali in modo da cogliere<br />

eventuali “segni” tipicamente presenti in alcune patologie cardiache associate a sindromi <strong>neuro</strong>logiche. A tal proposito,<br />

sfruttando i vantaggi della lettura integrata dell’ECG e dell’ecocardiogramma, il cardiologo può cogliere precocemente<br />

alcuni importanti elementi dirimenti la diagnosi finale [Valeriano and Elson 1993].<br />

Le valutazioni strumentali a disposizione dei cardiologi utili a svelare un coinvolgimento cardiovascolare nei disordini<br />

<strong>neuro</strong>muscolari sono:<br />

ECG o ECG sec. Holter<br />

Ecocardiogramma<br />

Biopsia endomiocardica<br />

Risonanza magnetica<br />

Prova da sforzo con consumo d’ossigeno<br />

PET/ scintigrafia miocardica<br />

In particolare la biopsia endomiocardica (BEM) può essere molto utile nei (rari) casi in cui esiste una localizzazione solo<br />

cardiaca del problema <strong>muscolare</strong> mentre può essere utile nei (molti) casi in cui si rende necessaria la diagnosi<br />

differenziale con le malattie infiltrative, da accumulo, metaboliche e genetiche.<br />

La BEM è indicata nelle cardiopatie di grado severo e familiarità positiva <strong>per</strong> malattia <strong>neuro</strong><strong>muscolare</strong>, in un alto sospetto<br />

diagnostico di disordine <strong>neuro</strong><strong>muscolare</strong>, nella diagnosi differenziale delle cardiomiopatie e <strong>per</strong> il controllo degli effetti<br />

terapeutici. La BEM inoltre svolge un ruolo importante nell’iter diagnostico di alcuni pazienti con sospetto diagnostico di<br />

m <strong>neuro</strong>muscolari in quanto può anche con l’ausilio di metodiche immunoistochimiche fornire una diagnosi di certezza<br />

dell’interessamento cardiaco o può essere l’unico strumento diagnostico capace di generare il sospetto, specie se non<br />

sono clinicamente conclamati altri segni che facciano sospettare una patologia <strong>neuro</strong><strong>muscolare</strong>. Inoltre può escludere<br />

altre patologie oppure orientare l’analisi genetica [Di Mauro and Schon 2001].<br />

Consulenza Genetica<br />

La consulenza genetica è un processo di comunicazione che affronta i problemi umani associati all’insorgenza, o al<br />

rischio di insorgenza, di una malattia genetica nella famiglia. Considerando che un gran numero di miopatie sono di<br />

origine genetica, la consulenza genetica è utile soprattutto in due contesti:<br />

1) nel caso di una miopatia ereditaria già diagnosticata nella famiglia (con diagnosi molecolare), il genetista potrà<br />

aiutare il/la paziente ed i familiari a comprendere le modalità di trasmissione della patologia, a comprenderne i<br />

rischi di ricorrenza, le eventuali possibilità di diagnosi prenatale e quali sono i familiari a rischio <strong>per</strong> cui possa<br />

essere consigliabile effettuare l’indagine genetica specifica<br />

10


2) nel caso di una sospetta miopatia ereditaria non ancora diagnosticata dal punto di vista genetico, il genetista<br />

potrà effettuare una consulenza volta ad esprimere un’ipotesi diagnostica ed organizzare, quando possibile, il<br />

test molecolare specifico<br />

La Commissione Ministeriale <strong>per</strong> la Genetica nel Servizio Sanitario Nazionale raccomanda che la consulenza genetica<br />

pre- e post- test sia parte integrante del <strong><strong>per</strong>corso</strong> diagnostico che utilizza i test genetici. Le miopatie, in particolare quelle<br />

ad insorgenza nell’adulto, pongono specifiche problematiche qualora sia possibile effettuare un test molecolare “pre-<br />

sintomatico” in grado di predire l’insorgenza futura della malattia in un individuo; in questi casi è prevista una consulenza<br />

multifasica e multidisciplinare a cui partecipa anche uno specialista psicologo.<br />

Uno dei motivi più frequenti di accesso alla consulenza genetica in questo ambito è la distrofia miotonica tipo I (malattia<br />

di Steinert), una condizione relativamente comune a trasmissione autosomica dominante, che in realtà è una patologia<br />

multi-sistemica, anche se il sospetto clinico è spesso posto dal <strong>neuro</strong>logo. La distrofia miotonica è estremamente<br />

variabile dal punto di vista clinico, con soggetti che presentano sintomatologia molto lieve, altri con la forma classica<br />

(miotonia, debolezza <strong>muscolare</strong> ed altre problematiche ad insorgenza dopo l’adolescenza) ed altri che presentano una<br />

grave forma neonatale. Esiste una buona correlazione fra il genotipo e l’espressione clinica della malattia, che <strong>per</strong>altro<br />

può presentare un peggioramento (“anticipazione”) nelle generazioni successive. Tutte queste informazioni sono<br />

altamente rilevanti <strong>per</strong> la gestione clinica e <strong>per</strong> le scelte riproduttive, e vengono discusse approfonditamente nel corso<br />

della consulenza.<br />

Visita Reumatologica<br />

La visita reumatologica può essere necessaria <strong>per</strong>ché richiesta dal <strong>neuro</strong>logo <strong>per</strong> escludere o confermare quello che può<br />

essere un sospetto diagnostico nell’ambito di una miopatia secondaria a malattia reumatica.<br />

Nell’ambito delle malattie reumatologiche quelle che specificatamente comportano il coinvolgimento del muscolo<br />

scheletrico sono le polimiositi-dermatomiositi (PDM), che sono un gruppo eterogeneo di malattie muscolari acquisite<br />

dovute a cause ancora non conosciute e caratterizzate da un processo infiammatorio a carico della muscolatura<br />

scheletrica. La PDM viene concordemente classificata tra le malattie reumatiche sistemiche o meglio tra le malattie<br />

infiammatorie dei connettivi o connettiviti. Si dimostra infatti che un tessuto connettivo differenziato, il muscolo, è la sede<br />

elettiva del processo patologico.<br />

Tradizionalmente veniva distinta in: idiopatica, comprendente la Polimiosite (PM) e la Dermatomiosite (DM), e PDM<br />

dell’infanzia, PDM associata a neoplasie e PDM associata ad altre connettiviti [Bohan & Peter 1975].<br />

Recentemente si è presa in considerazione una variante della PM: la miosite da corpi inclusi (MCI) e quindi attualmente<br />

si parla di: PM, DM e MCI [Dalakas 1991].<br />

I criteri di diagnosi attualmente più usati sono quelli di Bohan & Peter del 1975. Secondo questi criteri la diagnosi di PM<br />

è definita, probabile o possibile quando sono presenti rispettivamente 4, 3 o 2 criteri, la diagnosi di DM è definita<br />

probabile o possibile quando sono soddisfatti, oltre al rash, 3, 2 o 1 criterio. La diagnosi di MCI può essere sospettata<br />

sulla base delle caratteristiche cliniche e bioumorali dell’impegno <strong>muscolare</strong>, ma la conferma definitiva si ha con l’esame<br />

istologico che dimostra le tipiche inclusioni nucleari e citoplasmatiche.<br />

Il quadro clinico nella PM e nella MCI è generalmente dominato dalle manifestazioni muscolari e nella DM da quelle<br />

muscolari e cutanee. Ci possono poi essere manifestazioni articolari, gastrointestinali, polmonari, cardiache e renali.<br />

Gli enzimi muscolari (CPK, LDH, GOT, GPT, aldolasi) aumentano nel corso della malattia e soprattutto nelle fasi di<br />

attività.<br />

La mioglobina sierica aumenta nel 70-80% dei pazienti con miosite.<br />

La creatina aumenta in caso di necrosi <strong>muscolare</strong> e l’aumento della creatinuria è un buon indice dell’evoluzione del<br />

danno <strong>muscolare</strong>.<br />

Autoanticorpi sierici miosite-specifici sono diretti verso tre distinti gruppi proteici: aminoacidil-tRNA sintetasi, la proteina<br />

Mi-2 e il complesso proteico denominato “signal recognition particle” (SRP). Attualmente sono stati evidenziati<br />

autoanticorpi diretti contro sei diversi enzimi: Anti-Jo1, antiPL7 antiPL12, l’anti EJ, l’anti KS, l’anti OJ.<br />

<strong>11</strong>


Visita Pneumologica<br />

- Il pneumologo è indispensabile nello studio delle miopatie in quanto vi è un elevato<br />

rischio di complicazioni pneumologiche [Fathi et al 2007].<br />

- La caratteristica principale del coinvolgimento respiratorio e’ una disfunzione dei muscoli della cassa toracica e<br />

dell’addome.<br />

- Il test piu’ semplice <strong>per</strong> valutare un indebolimento dei muscoli respiratori e’ una riduzione della capacita’ vitale.<br />

- Indagini piu’ specifiche prevedono il monitoraggio delle pressioni generate dai muscoli in ed espiratori (MIP & MEP=<br />

Maximale Inspiratory and Expiratory Pressures)<br />

- Un peggioramento dello scambio gassoso a seguito di ipoventilazione alveolare, avviene dapprima nelle ore notturne e<br />

<strong>per</strong>tanto una saturimetria e’ l’esame di scelta in quei pazienti con riduzione della CV o delle pressioni respiratorie<br />

- Qualora si registrasse una alterazione degli scambi gassosi si rendera’ necessario il ricorso alla ventilazione non-<br />

invasiva cronica, previo esame polisonnografico<br />

Tra le complicanze respiratorie meno frequenti si segnala la polmonite interstiziale svelabile [Vàncsa A et al<br />

2009]attraverso una visita specialistica pneumologica che può richiedere una Tomografia Computerizzata ad Alta<br />

Risoluzione (HRTC) del polmone.<br />

FLOW CHART<br />

TUTTE LE PRIME DIAGNOSI:<br />

Prove di Funzionalita’ Respiratoria<br />

In caso di riduzione>20% di Capacita’ Vitale eseguire MIP e MEP<br />

Se CV e/o MIP e MEP


come essi siano colpiti dai differenti processi patologici; <strong>per</strong> questo motivo il campione di muscolo viene congelato e<br />

sezionato al criostato <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere l’applicazione di metodiche di colorazione istologiche, istochimiche e<br />

istoenzimatiche, dalle quali ottenere informazioni inerenti la struttura e il funzionamento metabolico<br />

Analisi morfometrica: la taglia delle fibre è regolata e influenzata sia dall’innervazione che da numerosi fattori di crescita<br />

così come dal lavoro a cui è sottoposto il muscolo, tutti aspetti che hanno un ruolo fondamentale nella patologia<br />

<strong>muscolare</strong>. Allo scopo di interpretare correttamente il grado di variazione diametrica delle fibre, viene effettuata<br />

valutazione quantitativa mediante analisi di immagine computerizzata della biopsia <strong>muscolare</strong> che <strong>per</strong>mette di valutare<br />

gli indice di atrofia e di i<strong>per</strong>trofia e il coefficiente di variazione.<br />

Analisi immunoistochimica: l’approfondimento diagnostico mediante l’identificazione di specifiche componenti proteiche<br />

ha un ruolo essenziale nella valutazione delle biopsia <strong>muscolare</strong>. L’immunoistochimica rappresenta quindi una tecnica<br />

complementare all’istologia ed all’istoenzimatica, i cui risultati vanno correlati ai dati morfologici e clinici.<br />

Analisi molecolare: un importante ausilio nella diagnostica delle patologie muscolari, in particolare in quella delle<br />

distrofie, è rappresentato dallo studio con Western blot dei livelli di espressione di proteine coinvolte nella patogenesi.<br />

Questo tipo di analisi, <strong>per</strong>mettendo di fare una valutazione non solo qualitativa ma anche semiquantitativa, diviene<br />

indispensabile nei casi in cui le mutazioni patogenetiche comportino alterazione del peso molecolare della proteina ma<br />

non dei suoi livelli di espressione. Il campione di muscolo congelato viene omogenato, sottoposto ad elettroforesi su gel<br />

a gradiente di poliacrilammide e ad immunoblot. Sulla stessa membrana è possibile rilevare più proteine<br />

contemporaneamente.<br />

Analisi ultrastrutturale: l’analisi ultrastrutturale <strong>per</strong>mette di identificare lesioni precoci e di fornire eventuali correlazioni<br />

morfofunzionali nelle lesioni.<br />

RM-spettroscopia dell’encefalo e del muscolo<br />

L’indagine RM-Spettroscopia del fosforo (31P) sulla base della valutazione di una prova da sforzo (esercizio aerobico<br />

incrementale di flessione plantare) <strong>per</strong>mette di identificare, in pazienti con sospetta miopatia metabolica o infiammatoria,<br />

la presenza di un deficit del metabolismo ossidativi mitocondriale, della glicogeno/glicolisi o della <strong>per</strong> fusione <strong>muscolare</strong><br />

[Taylor DJ et al, 2001, Lodi R and Taivassalo T, 20<strong>02</strong>]. Inoltre, in base al quadro clinico l’esame 31P-MRS può essere<br />

integrato con studio morfologico che, con l’utilizzo di opportune sequenze RM (FSE-T2 multi echo; STIR) ha l’obiettivo di<br />

a) individuare il pattern di interessamento <strong>muscolare</strong> <strong>per</strong> potere indirizzare l’indagine genetica soprattutto nell’ambito<br />

delle diverse forme di distrofia <strong>muscolare</strong>; b) individuare alterazioni <strong>muscolare</strong> di natura infiammatoria indirizzando sia<br />

l’orientamento diagnostico che, eventualmente la sede del prelievo bioptico [Mercuri E et al, 2007]. L’esame 31P-MRS è<br />

eseguito in un sistema RM 1.5 Tesla. I muscoli del polpaccio (gastrocnemi e soleo) sono valutati a riposo, durante un<br />

esercizio aerobico incrementale di flessione plantare ed il successivo <strong>per</strong>iodo di recu<strong>per</strong>o. La durata complessiva<br />

dell’esame è di circa 40 min. L’indagine 31P-MRS <strong>per</strong>mette di quantificare, in particolare, la concentrazione di<br />

fosfocreatina, fosfato inorganico ed ATP, la funzionalità della via glicogenolitica/glicolitica, la velocità di sintesi<br />

mitocondriale di ATP <strong>muscolare</strong> e la <strong>per</strong> fusione tessutale. L’esame RM morfologico, eseguito acquisendo sezioni assiali<br />

di spessore di 10 mm a livello del cingolo inferiore, coscia e gamba, fornisce, con sequenze T2-pesate, informazioni<br />

sull’entità della sostituzione fibro-adiposa dei singoli muscoli e con sequenze STIR informazioni sullo stato di flogosi<br />

<strong>muscolare</strong>.<br />

In base al quadro clinico potrà essere indicata l’esecuzione di uno studio di RM-Spettroscopia 1H-encefalo con l’obiettivo<br />

di individuare alterazioni morfologiche, microstrutturali e metaboliche che indirizzino la diagnosi/indagine genetica in<br />

considerazione del fatto che diverse forme di miopatie sia congenite che dell’adulto sono caratterizzate da un co-<br />

interessamento del sistema nervoso centrale (CMD, distrofie miotoniche, encefalomiopatie mitocondriali etc.) [Saneto RP<br />

et al, 20<strong>08</strong>]. L’esame 1H-MRS dell’encefalo è eseguito in un sistema RM da 1.5 Tesla con una risoluzione spaziale<br />

massima di circa 1 cm3. Vengono quantificati numerosi metaboliti che forniscono informazioni quantitative su processi<br />

<strong>neuro</strong>degenerativi (N-acetilaspartato, NAA), proliferativi (colina, Cho), di attivazione gliale (mio-inositolo, m-I) e sulla<br />

funzionalità del metabolismo ossidativo (acido lattico, Lac). L’esame RM morfologico eseguito con sequenze sia<br />

13


convenzionali che avanzate (imaging di diffusione, DTI; 3D-FSPGR <strong>per</strong> analisi voxel-based) consente di evidenziare<br />

pattern di coinvolgimento (atrofia, alterazione dell’intesità di segnale e dei valori di MD/FA ecc.) utili <strong>per</strong> l’orientamento<br />

diagnostico e/o delle indagini genetiche.<br />

I risultati degli esami RM contribuiranno non solo all’orientamento diagnostico ma forniranno anche indicatori di prognosi<br />

e, nell’eventuale follow-up longitudinale, di progressione di malattia/risposta terapeutica.<br />

Visita presso Centro <strong>per</strong> la prevenzione dell’aterosclerosi<br />

Nell’ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari e in particolare dell’azione sui fattori di rischio lipidici, sono<br />

risultati efficaci farmaci come le statine, e in parte i fibrati. Le linee guida internazionali [J Am Coll Cardiol 2004; Eur<br />

Heart J 2007] pongono questi farmaci come il trattamento di prima scelta <strong>per</strong> le i<strong>per</strong>colesterolemie genetiche e, in<br />

generale, <strong>per</strong> tutte le i<strong>per</strong>colesterolemie primitive. Il loro impiego può essere esteso inoltre ai pazienti con<br />

i<strong>per</strong>colesterolemie dovute a trattamenti anti-virali nella Sindrome da Immunodeficienza Acquisita.<br />

Uno degli effetti collaterali principali delle terapie ipolipemizzanti è la miopatia, la cui incidenza è di <strong>11</strong>/100000; l’effetto<br />

collaterale più grave è la rabdomiolisi con un incidenza di 3-4/100000 [Armitage J 2007]. Le mialgie associate o no a<br />

rialzo dei livelli di CPK, costituiscono inoltre una delle cause più frequenti di sospensione della terapia sia da parte del<br />

paziente che da parte del medico. Esistono in letteratura vari articoli che suggeriscono quale comportamento tenere in<br />

caso delle evenienze citate [Mc Kenney JM 2006; Jacobon TA 20<strong>08</strong>]. La sospensione della terapia, tuttavia, in<br />

particolare nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare, costituisce un evento che deve essere ponderato attentamente<br />

da parte del medico, in quanto espone il paziente ad un aumento significativo della probabilità di incorrere in un evento<br />

cardiovascolare (definito come infarto miocardio, ictus, arteriopatia <strong>per</strong>iferica). Caso <strong>per</strong> caso, si potrà infatti considerare<br />

terapie alternativa, che comunque al momento non hanno la medesima evidenza di efficacia, o comunque scegliere di<br />

intervenire con dosaggi di statine e/o fibrati bassi e accettare livelli di colesterolemia non a target.<br />

Riabilitazione<br />

La riabilitazione è un processo terapeutico che mira a ridurre i deficit funzionali conseguenti a patologie invalidanti, a<br />

prevenire e/o limitare le condizioni di disabilità e a promuovere il massimo di autonomia <strong>per</strong>sonale, compatibilmente con<br />

la gravità degli esiti della malattia e con le richieste del contesto ambientale.<br />

Il programma rieducativo non si limita alla cura della menomazione o alla rimozione del sintomo, ma consiste nella presa<br />

in carico sulla base di una valutazione funzionale multi disciplinare [Boccardi 20<strong>08</strong>], che tiene conto di molteplici aspetti<br />

(funzioni vitali, abilità senso-motorie, dimensione sociale e relazionale, autonomia <strong>per</strong>sonale, competenza comunicativa).<br />

In caso di miopatie, il fine primario del programma terapeutico è quello di preservare il più a lungo possibile l’autonomia e<br />

la capacità di partecipazione alla vita sociale, intervenendo sui deficit funzionali, contrastando l’aggravamento dei segni e<br />

prevenendo le complicanze evitabili, e, qualora i segni non siano più modificabili, assecondando i compensi più efficaci o<br />

utilizzando protesi e altri strumenti di supplenza (ad esempio, ortesi o ausilii).<br />

L’obiettivo riabilitativo è comunque vincolato dalla storia naturale della malattia che può avere un decorso lentamente o<br />

rapidamente progressivo. Nelle forme rapidamente progressive (ad esempio, DMD e SMO di grado severo), è<br />

necessario privilegiare gli interventi che mirino a preservare l’efficienza funzionale mediante accorgimenti tecnici <strong>per</strong><br />

controllare l’ipostenia, le limitazioni articolari e l’affaticabilità, evitando gli inutili tentativi <strong>per</strong> il recu<strong>per</strong>o del deficit di forza.<br />

Si devono prevedere allineamenti posturali facilitati dall’uso precoce di ortesi leggere, frequenti cambiamenti di<br />

posizione, movimenti passivi <strong>per</strong> mantenere il range articolare, movimenti attivi con rilevanza funzionale, submassimali e<br />

interrotti da programmate pause di riposo. Per esempio in un paziente che può ancora mantenere 2-3 ore di ortostatismo<br />

e deambulazione al giorno, questa attività adeguatamente distribuita nell’arco della giornata sarà sufficiente <strong>per</strong><br />

mantenere un buon livello di trofismo <strong>muscolare</strong>, un sufficiente allenamento cardiaco, un efficace stretching <strong>muscolare</strong><br />

rallentando retrazioni e deformità muscolo-scheletriche invalidanti [Johnson1981, Allsop 1981, Brooke1989].<br />

Nei pazienti con miopatia, in cui la debolezza ed i disturbi della funzione cardio-respiratoria sono comuni, i programmi di<br />

training più utilizzati comprendono il rinforzo <strong>muscolare</strong> e l’esercizio aerobico. Questi consentono di prevenire l’atrofia da<br />

14


non uso [Vignos 1966] ma possono accelerare la progressione della malattia [Tollbock 1991], anche se nella distrofia<br />

miotonica e nella distrofia facio-scapolo-omerale, un esercizio di moderata intensità può avere un effetto positivo, anche<br />

se limitato. Nelle forme stabili o lentamente progressive (miopatie congenite BMD, LGMD, FSO, LTM, HMSN), è<br />

fondamentale l’uso precoce di ortesi e di ausilii <strong>per</strong> prevenire retrazioni e deformità e <strong>per</strong> preservare la funzione.<br />

I dati della letteratura rivelano effetti positivi del trattamento. Nella HMSN e nella distrofia miotonica, Lindermann (1998)<br />

ha evidenziato un minimo incremento di forza <strong>muscolare</strong> dopo esercizio submassimale isotonico ma non dopo esercizio<br />

eccentrico che va evitato. Milner e Brown (1988) hanno osservato un significativo incremento della CVM (Contrazione<br />

Massima Volontaria) nel muscolo quadricipite sottoposto ad elettroterapia abbinata a contrazione volontaria contro<br />

debole resistenza. Nelle forme <strong>neuro</strong>muscolari, infine, Salckley (2007) ha mostrato l’efficacia di interventi sul Foot Drop<br />

(debolezza e contrattura dei muscoli della caviglia) basati su FKT, uso di ausilii ed eventuale chirurgia funzionale. Solo<br />

<strong>per</strong> quel che riguarda i disturbi della deglutizione, i protocolli riabilitativi non hanno mostrato una sicura efficacia sul<br />

miglioramento della funzione e della qualità della vita [Willig, 1994].<br />

15


LINEE DI RICERCA<br />

• Studio delle basi morfologiche e biomolecolari dell’invecchiamento del muscolo scheletrico e pianificazione di<br />

nuove strategie terapeutiche e di intervento sociale sul paziente anziano miopatico.<br />

• Studio della capacità rigenerativa delle cellule satelliti nel muscolo scheletrico del paziente con Sclerosi Laterale<br />

Amiotrofica e Malattia di Kennedy.<br />

• Studio di marcatori diagnostici delle miopatie infiammatorie.<br />

• Studio delle miopatie da statine, in particolare della suscettibilità genetica al danno <strong>muscolare</strong> da farmaci<br />

ipocolesterolemizzanti.<br />

• Studio delle basi morfologiche e biomolecolari delle alterazioni del muscolo liscio viscerale e pianificazione di<br />

nuove strategie terapeutiche <strong>per</strong> le patologie connesse a tali alterazioni a carico dell’apparato gastro-enterico e<br />

urinario.<br />

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