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percorso neuro-muscolare per PDF 08-02-11 - Policlinico S.Orsola ...

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convenzionali che avanzate (imaging di diffusione, DTI; 3D-FSPGR <strong>per</strong> analisi voxel-based) consente di evidenziare<br />

pattern di coinvolgimento (atrofia, alterazione dell’intesità di segnale e dei valori di MD/FA ecc.) utili <strong>per</strong> l’orientamento<br />

diagnostico e/o delle indagini genetiche.<br />

I risultati degli esami RM contribuiranno non solo all’orientamento diagnostico ma forniranno anche indicatori di prognosi<br />

e, nell’eventuale follow-up longitudinale, di progressione di malattia/risposta terapeutica.<br />

Visita presso Centro <strong>per</strong> la prevenzione dell’aterosclerosi<br />

Nell’ambito della prevenzione delle malattie cardiovascolari e in particolare dell’azione sui fattori di rischio lipidici, sono<br />

risultati efficaci farmaci come le statine, e in parte i fibrati. Le linee guida internazionali [J Am Coll Cardiol 2004; Eur<br />

Heart J 2007] pongono questi farmaci come il trattamento di prima scelta <strong>per</strong> le i<strong>per</strong>colesterolemie genetiche e, in<br />

generale, <strong>per</strong> tutte le i<strong>per</strong>colesterolemie primitive. Il loro impiego può essere esteso inoltre ai pazienti con<br />

i<strong>per</strong>colesterolemie dovute a trattamenti anti-virali nella Sindrome da Immunodeficienza Acquisita.<br />

Uno degli effetti collaterali principali delle terapie ipolipemizzanti è la miopatia, la cui incidenza è di <strong>11</strong>/100000; l’effetto<br />

collaterale più grave è la rabdomiolisi con un incidenza di 3-4/100000 [Armitage J 2007]. Le mialgie associate o no a<br />

rialzo dei livelli di CPK, costituiscono inoltre una delle cause più frequenti di sospensione della terapia sia da parte del<br />

paziente che da parte del medico. Esistono in letteratura vari articoli che suggeriscono quale comportamento tenere in<br />

caso delle evenienze citate [Mc Kenney JM 2006; Jacobon TA 20<strong>08</strong>]. La sospensione della terapia, tuttavia, in<br />

particolare nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare, costituisce un evento che deve essere ponderato attentamente<br />

da parte del medico, in quanto espone il paziente ad un aumento significativo della probabilità di incorrere in un evento<br />

cardiovascolare (definito come infarto miocardio, ictus, arteriopatia <strong>per</strong>iferica). Caso <strong>per</strong> caso, si potrà infatti considerare<br />

terapie alternativa, che comunque al momento non hanno la medesima evidenza di efficacia, o comunque scegliere di<br />

intervenire con dosaggi di statine e/o fibrati bassi e accettare livelli di colesterolemia non a target.<br />

Riabilitazione<br />

La riabilitazione è un processo terapeutico che mira a ridurre i deficit funzionali conseguenti a patologie invalidanti, a<br />

prevenire e/o limitare le condizioni di disabilità e a promuovere il massimo di autonomia <strong>per</strong>sonale, compatibilmente con<br />

la gravità degli esiti della malattia e con le richieste del contesto ambientale.<br />

Il programma rieducativo non si limita alla cura della menomazione o alla rimozione del sintomo, ma consiste nella presa<br />

in carico sulla base di una valutazione funzionale multi disciplinare [Boccardi 20<strong>08</strong>], che tiene conto di molteplici aspetti<br />

(funzioni vitali, abilità senso-motorie, dimensione sociale e relazionale, autonomia <strong>per</strong>sonale, competenza comunicativa).<br />

In caso di miopatie, il fine primario del programma terapeutico è quello di preservare il più a lungo possibile l’autonomia e<br />

la capacità di partecipazione alla vita sociale, intervenendo sui deficit funzionali, contrastando l’aggravamento dei segni e<br />

prevenendo le complicanze evitabili, e, qualora i segni non siano più modificabili, assecondando i compensi più efficaci o<br />

utilizzando protesi e altri strumenti di supplenza (ad esempio, ortesi o ausilii).<br />

L’obiettivo riabilitativo è comunque vincolato dalla storia naturale della malattia che può avere un decorso lentamente o<br />

rapidamente progressivo. Nelle forme rapidamente progressive (ad esempio, DMD e SMO di grado severo), è<br />

necessario privilegiare gli interventi che mirino a preservare l’efficienza funzionale mediante accorgimenti tecnici <strong>per</strong><br />

controllare l’ipostenia, le limitazioni articolari e l’affaticabilità, evitando gli inutili tentativi <strong>per</strong> il recu<strong>per</strong>o del deficit di forza.<br />

Si devono prevedere allineamenti posturali facilitati dall’uso precoce di ortesi leggere, frequenti cambiamenti di<br />

posizione, movimenti passivi <strong>per</strong> mantenere il range articolare, movimenti attivi con rilevanza funzionale, submassimali e<br />

interrotti da programmate pause di riposo. Per esempio in un paziente che può ancora mantenere 2-3 ore di ortostatismo<br />

e deambulazione al giorno, questa attività adeguatamente distribuita nell’arco della giornata sarà sufficiente <strong>per</strong><br />

mantenere un buon livello di trofismo <strong>muscolare</strong>, un sufficiente allenamento cardiaco, un efficace stretching <strong>muscolare</strong><br />

rallentando retrazioni e deformità muscolo-scheletriche invalidanti [Johnson1981, Allsop 1981, Brooke1989].<br />

Nei pazienti con miopatia, in cui la debolezza ed i disturbi della funzione cardio-respiratoria sono comuni, i programmi di<br />

training più utilizzati comprendono il rinforzo <strong>muscolare</strong> e l’esercizio aerobico. Questi consentono di prevenire l’atrofia da<br />

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