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La voce dei libri. Il "Fondo Fraccacreta" della Biblioteca di San Severo

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<strong>Il</strong> “<strong>Fondo</strong> Fraccacreta” <strong>della</strong> <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>San</strong> <strong>Severo</strong><br />

fessionisti e <strong>di</strong> possidenti e insieme coltivando il loro desiderio <strong>di</strong> conoscenza, che<br />

si in<strong>di</strong>rizzava talvolta anche verso ambiti particolari, come vedremo proprio a proposito<br />

del “<strong>Fondo</strong> Fraccacreta”.<br />

Comunque, in casa Fraccacreta si manifestava una viva sensibilità per questo<br />

in<strong>di</strong>spensabile strumento <strong>di</strong> trasmissione culturale e Casiglio rimarca tra l’altro<br />

“l’istintiva eccezionale cura del poeta nel ben trattare i <strong>libri</strong> evitando <strong>di</strong> sgualcirli”. 2<br />

I testi del <strong>Fondo</strong>, che in generale non presentano ex <strong>libri</strong>s o segni <strong>di</strong> appartenenza<br />

(in non molti casi si trovano delle de<strong>di</strong>che a Michele, Umberto e Augusto<br />

Fraccacreta), si concentrano nel periodo che va dalla seconda metà dell’Ottocento<br />

alla prima metà del Novecento.<br />

Siamo <strong>di</strong> fronte alla tipica biblioteca <strong>di</strong> una famiglia borghese, che univa l’esercizio<br />

<strong>della</strong> libera professione (nello specifico, riferendoci a Michele, <strong>di</strong> avvocato),<br />

all’amministrazione delle terre e delle proprietà <strong>di</strong> famiglia.<br />

Osservando l’elenco, non troviamo incunaboli o cinquecentine (il che si spiega,<br />

dal momento che non risulta che la biblioteca abbia subito delle asportazioni, semplicemente<br />

con il fatto che non ci sono mai stati), e solo in due casi risaliamo a<br />

prima dell’Ottocento (il testo più antico è rappresentato dalle Praelectiones del<br />

Whiston, stampato a Londra nel 1726).<br />

Quanto ai <strong>libri</strong> più recenti, si trovano anche volumi e<strong>di</strong>ti dopo la morte <strong>di</strong><br />

Umberto, nel 1947, e in qualche caso sono persino successivi alla scomparsa <strong>di</strong><br />

Augusto, l’ultimo <strong>dei</strong> fratelli, nel 1980.<br />

<strong>Il</strong> grosso, però, rinvia al periodo prima in<strong>di</strong>viduato e pone in evidenza il ruolo<br />

dell’avv. Michele Fraccacreta (1852-1925), un personaggio che doveva nutrire<br />

non poche curiosità intellettuali. <strong>Il</strong> figlio Umberto ci ha parlato <strong>di</strong> lui come <strong>di</strong> un<br />

uomo concreto e pratico, valente avvocato, che impose al poeta <strong>di</strong> seguire stu<strong>di</strong><br />

giuri<strong>di</strong>ci, come ricorda lo stesso Umberto: “Terminato con la licenza d’onore il<br />

liceo, il babbo volle che scegliessi la facoltà <strong>di</strong> legge <strong>di</strong> Roma, per non so più quale<br />

via che avrei dovuto prender dopo”. 3 Ma, come sappiamo, il <strong>di</strong>ploma restò in un<br />

cassetto e il genitore non mancò <strong>di</strong> esprimere la sua contrarietà verso le scelte letterarie<br />

del figlio, come spesso avveniva e avviene in simili casi.<br />

Le parole <strong>di</strong> Umberto, d’altra parte, esprimono con molta chiarezza il <strong>di</strong>stacco<br />

con il quale guardava a quel momento <strong>della</strong> sua vita.<br />

Non c’è bisogno <strong>di</strong> essere degli esperti <strong>di</strong> psicoanalisi per pensare che<br />

Umberto, nel profondo dell’animo, dovette nutrire una forma <strong>di</strong> risentimento, più<br />

o meno inconscia, che lo porterà a sentirsi molto più vicino alla sensibilità <strong>della</strong><br />

madre, Angiolina Sassi, con cui vivrà fino alla scomparsa. Non a caso il primo libro,<br />

i Poemetti, sarà de<strong>di</strong>cato alla genitrice e solo il terzo, i Nuovi poemetti, al padre, e<br />

per giunta in memoria.<br />

2 Nino CASIGLIO, Umberto Fraccacreta…, cit., p. 72.<br />

3 Carlo GENTILE, Poesia <strong>di</strong> Umberto Fraccacreta, Foggia, Società Dauna <strong>di</strong> Cultura, 1956, p. 47.<br />

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