Viterbo durante i periodo della Repubblica di Salò - Biblioteca ...
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v iterbo, va detto subito, non fu<br />
t mai una città né fascista né<br />
antifascista. Fu, se mai, apatica ed<br />
in<strong>di</strong>fferente. Nel <strong>periodo</strong> da noi<br />
'<br />
preso in esame (settembre 1943giugno<br />
1944) i rapporti <strong>della</strong> popolazione<br />
con i nazisti furono improntati<br />
al principio del "vivi e lascia<br />
vivere"; gli atteggiamenti dei<br />
fascisti repubblichini estremamente<br />
moderati; le presenze partigiane<br />
vaghe, sparute e velleitarie. Se non<br />
fosse stato per i bombardamenti<br />
(alleati) e per le fucilazioni degli<br />
ultimissimi giorni (tedesche), che<br />
numerosi lutti arrecarono ai nostri<br />
concitta<strong>di</strong>ni, i viterbesi avrebbero<br />
sfangato con una certa tranquillità<br />
anche la Seconda Guerra Mon<strong>di</strong>ale,<br />
così come avevano vissuto con<br />
relativa tranquillità altri momenti<br />
storici <strong>di</strong> alta drammaticità.<br />
Nel ventenni0 fascista la Tuscia<br />
può annoverare al suo attivo la ricostituzione<br />
<strong>della</strong> provincia, awenuta<br />
nel 1927. Le conseguenze <strong>di</strong><br />
questa operazione amministrativa<br />
furono ovviamente quelle <strong>di</strong> far<br />
gravitare su <strong>Viterbo</strong> l'intera Tuscia,<br />
<strong>di</strong> awiare una progressiva terziarizzazione<br />
<strong>della</strong> città e <strong>di</strong> veder accrescere<br />
notevolmente il ceto impiegatizio<br />
alimentato da parecchi<br />
elementi forestieri <strong>di</strong> origine meri<strong>di</strong>onale.<br />
Nasce in questi anni l'espansione<br />
urbanistica del capoluogo<br />
fuori le mura citta<strong>di</strong>ne con i<br />
a nuovi quartieri dell'Ellera e dei<br />
Cappuccini. Nasce altresì in questi<br />
anni una tiepida simpatia dei viterbesi<br />
per il fascismo prima, per la<br />
democrazia cristiana poi, per la<br />
destra oggi.<br />
I bombardamenti<br />
La cruda realtà <strong>della</strong> guerra i<br />
viterbesi la percepirono, la prima<br />
volta, poco dopo le 14 del 29 lu-<br />
glio 1943: risuonarono quasi con-<br />
temporaneamente il rumore delle<br />
prime bombe cadute in prossi-<br />
mità dell'Aeroporto, gli spari <strong>della</strong><br />
contraerea tedesca Flack e, per<br />
ultimo, il suono delle sirene che<br />
in teoria avrebbero dovuto avvi-<br />
sare del pericolo imminente. Le<br />
sirene d'allarme, a <strong>Viterbo</strong>, erano<br />
quattro: quella centrale collocata<br />
prima sulla torre <strong>di</strong> Piazza del Co-<br />
mune e poi spostata su quella <strong>di</strong><br />
Via dell'Orologio Vecchio, una se-<br />
conda montata su Palazzo Gran-<br />
dori a Piazza <strong>della</strong> Rocca, una ter-<br />
za sulla torre Scacciaricci <strong>di</strong> Palaz-<br />
zo degli Alessandri a San Pellegri-<br />
Una drammatica immagine delle <strong>di</strong>struzioni<br />
provocate dai bombardamenti del maggio-<br />
giugno 1944 nella parte alta <strong>della</strong> Via<br />
Principessa Margherita (oggi, Matteotti).<br />
Sulla parte destra <strong>della</strong> via, si vedono<br />
te macerie del Palazzo Pocci, sede <strong>della</strong><br />
Bibliotéca Comunale degli Ardenti.<br />
(Foto Sorrini)<br />
no, ed una quarta posta vicino<br />
Porta Romana, all'interno <strong>della</strong><br />
"Ceramica" Tedeschi. L'unico rifu-<br />
gio antiaereo degno <strong>di</strong> questo no-<br />
me era quello ricavato tra la co-<br />
pertura dell'urcionio e via Marco-<br />
ni: vi si entrava da via del Repuz-<br />
2010, da davanti la Banca d'Italia,<br />
nell'attuale piazza <strong>della</strong> Repubbli-<br />
ca, e da piazza del Sacrario, all'in-<br />
crocio tra via Emilio Bianchi, via<br />
Cairoli e via Marconi, dove oggi<br />
c'è un <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> benzina.<br />
Questo rifugio si trovava ad una<br />
profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> circa <strong>di</strong>eci metri dal<br />
piano stradale e poteva ospitare<br />
circa 4.000 persone (ma nel pe-<br />
riodo aprile-maggio 1944 ne<br />
ospitò anche il doppio). Inutile<br />
indugiare più <strong>di</strong> tanto sul tanfo<br />
insopportabile dell'ambiente: la li-<br />
mitazione dello spazio, la carenza