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Innovazioni nella Gestione Forestale Sostenibile - Repository of ...

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Nel gennaio 1995, si svolse ad Antalya (Turchia) l’XI° Congresso <strong>Forestale</strong> Mondiale,<br />

nell’ambito del quale fu prodotta la “Dichiarazione di Antalya”, documento che invitava ad un<br />

approccio multifunzionale e cooperativo, finalizzato ad una gestione sostenibile delle foreste e<br />

analizzando il livello di implementazione dei Criteri e degli Indicatori di Sviluppo <strong>Sostenibile</strong> e<br />

approvando un elenco di 101 Indicatori descrittivi, raggruppati in 6 Criteri.<br />

Alla fine degli anni '90 si evidenziarono forti ritardi nei processi di applicazione dei<br />

principi approvati nel Vertice della Terra. Così, cinque anni dopo Rio de Janeiro, nel 1997, si<br />

riunì la XIX a sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, a New York, ed<br />

effettuò una prima valutazione dettagliata sullo stato di attuazione dell'Agenda 21 (RIO+5).<br />

Nonostante i progressi compiuti, la verifica fu contraddistinta da una generale insoddisfazione<br />

per il grado di attuazione e la consapevolezza che erano molti i passi ancora da compiere per<br />

l’ambiente.<br />

Nel contesto europeo nel 1997 fu firmato il 2 ottobre 1997, ed entrato in vigore il 1º<br />

maggio 1999, il “Trattato di Amsterdam”, dove la tutela ambientale divenne un principio<br />

costituzionale dell'Unione Europea ed una politica comunitaria non subordinata ma di pari livello<br />

rispetto alle altre fondamentali finalità dell'UE. Nell'articolo 2 del Trattato di Amsterdam si legge<br />

che "La Comunità Europea promuoverà […] uno Sviluppo <strong>Sostenibile</strong>, armonioso ed equilibrato<br />

delle attività economiche, un alto livello di occupazione e della sicurezza sociale, l'eguaglianza<br />

tra donne e uomini, una crescita economica sostenibile e non inflattiva […] un alto grado di<br />

protezione e miglioramento della qualità dell'ambiente, la crescita degli standard e della qualità<br />

della vita, la solidarietà e la coesione sociale ed economica tra gli Stati membri".<br />

Nella prima Conferenza Delle Parti (COP-1), svoltasi a Berlino nel marzo 1995, le parti<br />

contraenti la Convenzione decisero di negoziare un protocollo contenente misure atte a ridurre le<br />

emissioni nei paesi industrializzati per il periodo successivo all’anno 2000. Dopo lunghi lavori<br />

preparatori, compresa la Dichiarazione di Ginevra (COP-2) del 1996, il 7 dicembre 1997 fu<br />

sottoscritto a Kyoto da oltre 160 Paesi partecipanti alla terza sessione della Conferenza delle<br />

Parti della Convenzione sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC – COP-3), il Protocollo di Kyoto.<br />

Oggetto del Protocollo, divenuto vincolante a livello internazionale il 16 febbraio 2005, fu<br />

l’obbligo da parte dei paesi industrializzati di operare una drastica riduzione delle emissioni di<br />

elementi inquinanti (biossido di carbonio e altri cinque gas serra: metano, ossido di azoto,<br />

idr<strong>of</strong>lorocarburi, perflourocarburi ed esaflouro di zolfo) nel periodo 2008–2012, in una misura<br />

non inferiore al 5,2 % rispetto alle emissioni rispettivamente registrate nel 1990 (considerato<br />

come anno base). Per quanto riguarda l’Italia, la ratifica del protocollo di Kyoto avvenne con la<br />

legge n. 120/2002, dove il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio elaborò il “Piano<br />

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