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pag. 32<br />

- il non spaventarsi delle scoperte sgradite;<br />

- l'ac<strong>qui</strong>stare un discernimento lucido e sereno sulle proprie e sulle altrui doti, come sui supporti e sugli<br />

altrui difetti;<br />

- la disponibilità a verificare e ad approfondire la conoscenza di se stessi;<br />

- il perseverare nel chiedersi per quale motivo l'altra persona possa essere tanto dissimile da quello che noi<br />

siamo o riteniamo di essere;<br />

- la costante liberazione dai suggerimenti emotivi della simpatia o dell'antipatia;<br />

- il coraggio di perdonare, il che non significa tutto tollerare ma tutto, con umiltà, cercare di ricostruire;<br />

- il non amareggiarsi per in nostri errori di valutazione o per la non comprensione altrui;<br />

- i saper ritrovare prospettive aperte e validi programmi concreti, rifondati su una migliore conoscenza e su<br />

una più realistica valorizzazione di sé e degli altri, in particolare delle persone con le quali si convive.<br />

E' possibile riflettere sull'empatia accostandola ai concetti di “symphaty” espressi da un pensatore inglese<br />

del Settecento, lo Smith.<br />

Ecco come il termine “simphaty” si puntualizza nell'opera dello Smith: “sebbene il termine “symphaty”<br />

avesse originariamente lo stesso significato di pietà e di compassione, si può ora impiegarlo per esprimere la<br />

facoltà di condividere le passioni degli altri quali esse siano” (Smith 1759):<br />

La “symphaty” nella concezione smithiana è partecipazione non diretta, bensì mediata, di sentimenti, in<br />

quanto è fondamentale l'elemento situazione: “siccome non abbiamo nessuna esperienza immediata di ciò<br />

che sentono gli altri, non possiamo formarci nessuna idea di ciò che agli altri accade se non concependo ciò<br />

che noi stessi avvertiremmo in una situazione simile”.<br />

La morale della “symphaty” si risolve, <strong>qui</strong>ndi, in una valutazione: è l'atteggiamento dell'osservatore<br />

imparziale, il quale è capace di uno sdoppiamento e di una transpersonalizzazione.<br />

Piuttosto che una dottrina morale, quella dello Smith è una teoria generale della morale, uno studio del<br />

processo con cui si formano i giudizi morali, e, pertanto, si risolve in una antropologia: ma la morale della<br />

“symphaty” è anche un metodo, in quanto permette di capire le azioni degli altri e pertanto il mondo umano.<br />

Con l'empatia si hanno modalità concrete di azione pedagogica. Il maggiore teorico di questo metodo<br />

pedagogico è C. R. Rogers. Per esemplificarne i contenuti riportiamo la descrizione dell'atteggiamento<br />

materno che dovrebbe dare al bambino il senso di essere accettato incondizionatamente: “Io posso capire<br />

quanti ti piaccia picchiare il tuo fratellino (o liberare il tuo intestino quando e dove ti pare, o distruggere le<br />

cose), ed io ti voglio bene e sono ben contenta che tu abbia questi sentimenti.<br />

Ma anch'io desidero avere i miei sentimenti, e mi dispiace molto quando il tuo fratellino viene picchiato (o<br />

divento triste e disgustata quando tu fai le latra cose), perciò non ti permetto di picchiarlo. I miei sentimenti<br />

ed i tuoi sono ugualmente importanti ed ognuno di noi può avere liberamente i suoi” (Rogers, 1959).<br />

Riportandoci all'analisi del superamento della dipendenza da droghe, possiamo ribadire che, quando si arriva<br />

a una sufficiente, vera, costante empatia, siamo alla vittoria sulla tossicodipendenza perchè si sono superati<br />

l'egocentrismo e la paura di crescere nell'accoglienza del reale e del vero.

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