Rapporto Annuale Federculture 2012
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1. una rivoluzione culturale<br />
Estratto distribuito da Biblet<br />
la cultura dall’emergenza allo sviluppo<br />
Roberto Grossi<br />
Le domande per cambiare<br />
Serve una rivoluzione culturale. È ormai evidente che un progetto per il Paese, che<br />
guardi davvero in avanti, aff rontando le emergenze dell’economia e delle fi nanze ma in<br />
una prospettiva di sviluppo complessivo della società, deve portare a scelte coraggiose e<br />
imprimere cambiamenti radicali. L’Italia sta attraversando una crisi economica, politica<br />
e sociale che non ha precedenti, almeno nella storia recente degli ultimi cinquant’anni.<br />
In uno scenario europeo e mondiale nel quale vengono scompaginati gli stili di vita,<br />
la produzione e i consumi e messi in crisi gli equilibri economici tra i Paesi. Anche la<br />
mappa delle competitività territoriali, i livelli d’innovazione dei sistemi, il peso dei diversi<br />
comparti produttivi non sono e non potranno più essere quelli che hanno dominato il<br />
ciclo degli ultimi decenni. Ma entrano in gioco altri elementi che non possono essere<br />
trascurati. I profondi cambiamenti demografi ci, tra cui l’invecchiamento della popolazione<br />
nella società italiana, gli inarrestabili fl ussi migratori e il fermento nei Paesi del<br />
nord Africa, l’esplosione della bolla speculativa fi nanziaria che ha messo a nudo i limiti<br />
dell’economia reale, la crisi di fi ducia nella politica, l’aumento delle diff erenze sociali e<br />
delle povertà, l’assenza di prospettive per le giovani generazioni. Per progettare il futuro<br />
occorre, dunque, comprendere i grandi mutamenti in atto e dare le risposte giuste. Forse<br />
la gravità del momento storico rimette in moto idee ed energie nuove, sradica logiche e<br />
convinzioni superate, può aprire a orizzonti lunghi di riforma. Perché ciò accada serve<br />
una rifl essione ampia che superi luoghi comuni e approfondisca alcune questioni centrali.<br />
«Giudica un uomo dalle sue domande piuttosto che dalle sue risposte» diceva Voltaire.