Anno XIV Numero 7-8 - renatoserafini.org
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Direzione e Redaz.: Piazza di Trevi, 86 - ROMA<br />
<strong>Anno</strong> <strong>XIV</strong> - N. 7-8 - luglio-agosto 1966<br />
Spedizione in abbonamento postale - Gruppo III<br />
ORGANO MENSILE DELL'ASSOCIAZIONE ITALIANA PER IL CONSIGLIO DEI COMUNI D'EUROPA<br />
Politica agricola comune<br />
e ruolo dei Poteri locali<br />
Gli amministratori locali, specie quelli<br />
deglai enti situati in zone a prevalente econo'mia<br />
agricola, delvono essere posti in grado<br />
di val~t~are in modo sempre più co~ns~apevole<br />
L'AICCE ha promosso nei giorni 24-25 gi'ugno<br />
a Grott'aferrata un Convegno di stupolitico<br />
sovranaziomnale può garantire la irreversibili'tà<br />
del pro'cesso di integrazione alla<br />
gli orientamenti e gli sviluppi della politica<br />
agricola perché essa incide direttamente sull'e<br />
condizioni di vita delle popolazioni rurali,<br />
sui rlapporti tra città e campagna, s,ulla politica<br />
d'ell,e infrastrutture, sull'assetto ter~itodia<br />
sui problemi de1,la pollitica agricola qu'ale anche gl,i operatori economici in gme- rialme e sulla fiscalità nell'ambito locale.<br />
comunitaria con particolare riguardo alle rale (e quelli agricoli in particolare) hanno Per questi mo'tivi il Convegno di Grottaripercussioni<br />
sull'attività degli enti locali diretto in,tmer8esse se vogliono evitare di fon- ferrata non costituisce una stravagante scoitaliani;<br />
ad esso hanno partecipato numerosi dare sulla sabbia le loro scelt8e eco'nomiche perta dell'AICCE, ma una ta,ppa calcolata<br />
as'sessori regionali e provinciali all'agricol- a medio e a lu8ngo termine.<br />
di una più larga azione che mira a infortusa<br />
e alcuni amministratori di Co~muni L'agricoltura costituisce un'esemplare ve- mare in modo approfo,ndito gli amminirurali.<br />
Detta iniziativa è stata resa possib'ile dalla<br />
cordiale collaborazione dell'e Ufficio per 1'Italia<br />
d'e1 Servizio Stampa e Informazi,one delle<br />
Com'unità Europee 8, collabo~razione che e<br />
servita a testimoniare a,ncora una volta non<br />
solo gli stret,ti rapporti ch'e legano l',attività<br />
del predett,~ ufficio alla no8stra associarifica<br />
delle esigenze sopra indicate sia perch6<br />
essa co'stituisce il settore che p~iù risente<br />
tradizionalmente di un'impostazione naziona18e,<br />
sia perché essa costringe a porre nei<br />
giusti termini il pro'blema della natura e<br />
del grado della co~llaborazione europea, essendo<br />
particolarmente necessario in tal settore<br />
superare il libero scambis,mo o la semstratori<br />
locali, a fornire ad essi un vero e<br />
pro,prio serviz,io e a contribuire alla nas~cita<br />
di un'autentica sensibilità della pubbli'ca o~pinicne<br />
al problema europeo.<br />
Do~o l'introduzione dell'avv. Martini, il<br />
Convegno si è articolato in tre relaziosni sui<br />
seguenti temi:<br />
zione, ina l'apprezzamento e la consisderazicne<br />
che I'AI'CCE ha saputo guadagnarsi<br />
presso le istituzioni comunitarie a livello<br />
euroFeo e nazi~nal~e.<br />
plic'e unione doganale per arrivare invece<br />
a una vera unione ecc,nomica e politica.<br />
Inoltre la politica agricola è talmente connessa<br />
con la politica commerciale, dei prezzi,<br />
1) La pol~tica agricola comune nel qua-dro<br />
dell'integrazione europea », s\ olta con<br />
esemplare chiarezza dal dott. Guido Fucili,<br />
I l'avori del Convegno, aperto dalle parole delle strutture e con la politica sociale, che Capo del1'Uficio Fer l'Italia del Servizio<br />
di saluto del Vice Presidente d,ell1AICCE, e~ssa chiarna i~n causa verament,e l'intero Stam~a e Informazione delle Comunità<br />
o'n. Cavallaro, sono stati introdotti dall'avvocato<br />
Gianfranco Marti'ni, Segretario Generale<br />
aggiunto dell'AICCE, con una relazione<br />
sul tema: K L'AICCE al servizlio di enti locali<br />
moderni in un'Europa democratica e sovra-<br />
Fano'rama della problematica euro'pea. Europee;<br />
nazional'e D. Tale introduzione è servita a<br />
co'llocare esattament.~ il Convegno nella sua<br />
indispensabile cornice politica e a chiarire<br />
preli,mi,narmeate i motivi fondamentali che<br />
spingono gli amministratori locali ad o'ccuparsi<br />
dei problemi eurolpei e in particolare<br />
di quelli agricoli proiettat,i in un quadro non<br />
più soltanto nazionale, m'a comunitario.<br />
E' infatti in atto la creazione di una nuova<br />
comunità e di una dimensione più ampia<br />
di co~nvive~nza o'rganizzata che supera il txadizionale<br />
ambito statuale; la democrazia nell'ambito<br />
nazionale e quella su s,cala sovranazionale<br />
sono sempre più interdipendenti<br />
tra loro; il processo di integrazione euro8pea<br />
condiziona ormai sostanzialmente la politica<br />
regionale di sviluppo; la pro'gramma~~ione<br />
locale e nazionale e la lpolitica a medio<br />
t.ermine della CEE esigono urgentemente<br />
un <strong>org</strong>anico coordinamento: so~no queste alcun~e<br />
delle ragioni fondamentali che spingono<br />
gli enti locali a senti8rs8i concretamente<br />
part,ecipi e non solo spettatori di questo<br />
evento storico che si chiama inte~grazione<br />
europea. In queste considerazioni si mescolano<br />
proble'mi economici, sociali, culturali<br />
e politici, ma solo l'elsistenza di un potere attento esame del MEC agricolo a Grottaferrata
2 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1966<br />
alla presidenza, da sinistra: il dott. Scaramella il dott. Fucili, I'on. Carallaro, il prof. Dozio,<br />
l'avv. Rlartini<br />
2) Gli strumenti della politica agricola<br />
comune con particolare riguardo al loro<br />
impiego a livello locale P affidata alla nota<br />
esperienza del dott. Gualberto Scaramella,<br />
Capo Divisione presso la Direzione generale<br />
Agricoltura 3 della Commissione della<br />
CEE ;<br />
3) « La politica comune dei Mercati agri-<br />
cali » illustrata con particolane competenza<br />
dal dott. Antonino Vagliasindi, della Dire-<br />
zione Generale dell'Agricoltura della CEE.<br />
Fucili ha illustrato come il mercato co-<br />
mune agricolo non possa realizzarsi soltanto<br />
in base ai meccanismi delle riduzioni doga-<br />
nali e delle eliminazioni degli ostacoli agli<br />
scambi commerciali tra i Sei. E' indispen-<br />
sabile portare avanti comuni linee di poli-<br />
tica agraria, affinché il [mercato unico si<br />
realizzi equilibratamente.<br />
La politica agricola comune proposta dalla<br />
Commissione della Cm ed in corso di attua-<br />
zione mediante progressive decisioni del<br />
Consiglio si sviluppa lungo quattro binari<br />
principali: politica di mercato, politica delle<br />
strutture, politica sociale in agricoltura, poli-<br />
tica della concorrenza. Fucili ha quindi illu-<br />
strato le linee principali di tali politiche.<br />
Scaramella ha in particolare parlato della<br />
politica delle strutture agricole, con rife-<br />
rimento ai problemi di adeguamento del-<br />
l'a~gricoltura italiana.<br />
Egli ha indicato in quali settori il con-<br />
tributo degli enti locali può presentare mag-<br />
gior efficacia ai fini di facilitare tale ade-<br />
guamento. Scaramella ha quindi accennato<br />
ai programmi regionali >, in corso di pre-<br />
parazione presso gli <strong>org</strong>ani di Bruxelles.<br />
Vagliasindi, della Direzione Generale<br />
N Agricoltura P della CEE, ha spiegato i<br />
meccanismi che sono alla base delle <strong>org</strong>a-<br />
nizzazioni comuni dei mercati agricoli n fa-<br />
cendo i1 punto sulla situazione attuale, con<br />
particolare riferimento alle decisioni del<br />
Consiglio del maggio scorso.<br />
Ha pertanto ampiamente illustrato fun-<br />
zioni e meccanismi del Fondo europeo agri-<br />
colo di orientamento e garanzia.<br />
Gli interventi nel dibattito, che ha fatto<br />
seguito alle nelazioni, sono stati numerosi<br />
e qualificati (tra gli altri ricordiamo quelli<br />
dell'ex Sindaco di Viterbo, Smangiassi, del-<br />
l'hssessore alla Regione Friuli-Venezia Giu-<br />
lia, Comelli e dei Consiglieri Mizzau e Vir-<br />
golini, degli Assessori provinciali di Bolzano,<br />
Brugger, di Padova, Corò, di Como, Bono-<br />
melli, di Palermo, Sturzo, del Sindaco di<br />
Frascati, Boazzelli e dell'ex Consigliere co-<br />
munale di Sulmona, Trozzi).<br />
Panticolarmente interessante il coro a più<br />
voci che in tal modo si è creato tra gli<br />
amministratori locali presenti, i rappresen-<br />
tanti e gli esperti della Comunità europea,<br />
l'on. Sabatini, membro della Commissione<br />
Agricoltura del Parlamento Europeo, Aride<br />
Rossi, nella sua duplice qualità di sinda-<br />
calista agricolo e di componente del Co-<br />
mitato Economico e Sociale della CEE:<br />
queste diverse voci, espressioni di esperienze<br />
e di ambienti assai diversi tra loro, hanno<br />
tuttavia trovato la loro convergenza nella<br />
frianca constaitazione che la politica agricola<br />
comunitaria è ormai una realtà alla quale<br />
la politica nazionale deve adeguarsi e che<br />
quanto più sarà diffusa tale consapevolezza<br />
nella pubblica opinione e nelle categorie<br />
interessate, tanto più rapidamente e posi-<br />
tivamente la nostra economia agricola potrà<br />
adeguarsi alle nuove esigenze con notevoli<br />
benefici anche di carattere sociale.<br />
E' soprattutto su questa necessaria azione<br />
di sensibilizzazione che il dibattito ha insi-<br />
stito individuando negli amministratori locali<br />
uno dei canali più efficaci per raggiungere<br />
tale obiettivo. Inoltre è apparso evidente<br />
dai varii interventi e dalle monografie pre-<br />
sentate (di grande interesse quella prepa-<br />
rata dalla Regione sarda, rappresentata al<br />
Convegno dall'assessore Serra e dal dottor<br />
Capone) quale incidenza possano avere gli<br />
enti locali maggiori (riegioni e province)<br />
sulla politica di sviluppo locale anche nel<br />
settore agricolo, qualora essi siano do-<br />
tati di chiare competenze istituzionali e<br />
comunque di adeguati mezzi finanziari.<br />
L'esperienza di questi ultimi anni dimostra<br />
infatti i risultati positivi ottenuti da inizia-<br />
tive economiche direttamente o indiretta-<br />
mente pxomosse o stimolate da enti locali<br />
proprio perché essi sono più facilmente in<br />
grado di avere una visione globale dei<br />
diversi interessi in gioco e sono istituzio-<br />
nalmente destinati ad opemre la loro sin-<br />
tesi a favore dell'intera comunità. Sia rea-<br />
lizzando adeguate infrastrutture, che spesso<br />
condizionano il progresso economico e le<br />
condizioni di vita delle popolazioni rurali,<br />
sia operando persuasivamente sulle catego-<br />
rie agnicole per favorire efficaci e moderne<br />
forme associative, sia attuando una canaliz-<br />
zazione capillare dell'informazione pove-<br />
niente daile Comunità europee, gli enti lo-<br />
cali possono svolgere un ruolo non secondario<br />
in tale settore: di ciò gli amministratori<br />
locali presenti a Grottafenrata si sono dimo-<br />
strati ,pienamente convinti e ciò è stato<br />
volentieri riconosciuto dai rappresentanti de-<br />
gli Uffici Comunitari.<br />
Anche quando la discussione si e soffer-<br />
rnata su aspetti tecnici (zootecnia, viticol-<br />
tura, olivocoltura, problemi dei cereali, ri-<br />
composizione fondiaria, rapporti fra proprietà<br />
e impcesa, ecc.) essa si è sempre caratteriz-<br />
zata per una particolare consapevolezza de-<br />
gli intervenuti che detti problemi aivevano<br />
sempre un substrato politico e andavano<br />
collocati in un quadro non più soltanto<br />
nazionale.<br />
Le repliche dei reletori hanno fornito<br />
un ulteriore contributo all'informazione su<br />
una materia così vasta. Di ipariticolare inte-<br />
resse l'intervento conclusivo del Segretario<br />
generale dell'AICCE, Serafini, il quale ha<br />
sottolineato, fra l'altro, la grande incidenza<br />
dell'attivita comunitaria sulla vita locale e<br />
quindi la particolare importanza della spe-<br />
cificazione di questa attività per assessorati<br />
degli Enti locali.<br />
Al termine del Convegno è stata appro-<br />
vata all'unanimità una risoluzione (di cui<br />
riportiamo appresso il testo completo) che<br />
Serafini e Martini (che svolge la relazione)
luglio-agosto 1966 COMUNI D'EUROPA 3<br />
AVVISO URGENTE AI SOCI<br />
Come noto il V Congresso nazionale del17AICCE è stato convocato per il 16 e l7 settembre 1966 e<br />
si svolgerà ad Ancona, nel Palazzo degli Anziani. L'o~dine del giorno è il seguente:<br />
1) relazione del Segretario generale, sulle linee approvate dalla Direzione nazionale e in base al<br />
mandato del Consiglio nazionale; discussione;<br />
2) rinnovo delle cariche sociali;<br />
3) varie ed eventuali.<br />
Si invitano i Soci che, a causa di disguido postale o per altre ragioni, non avessero !ancora ricevuto<br />
i documenti utili per [la 10-0 iscrizione al Congresso, di volerli rrichie~dere telegrafioamente (Comuneu-<br />
Topa, Roma) ,o telefonicamente (687.320 - 684.556) 1aZ1a Segreteria dtell'Associazzone, Piazza Trevi, 86.<br />
Coloro (che fossero già in possesso dellcl. necessaria )documentazione, sono invitati ad affrettarsi a<br />
inviare la loro iscrizione.<br />
sintetizza compiutamente i varii aspetti del<br />
Convegno e le varie preoic~cupazioni ed<br />
attese che in esse si sono manifestate.<br />
La risoluzione colloca innanzitutto la poli-<br />
tica agricola comunitaria nel suo naturale<br />
e necessario contesto dell'intlegrazione non<br />
solo economica ma anche politica (in senso<br />
sovranazionale) delllEuropa dei Sei e ri-<br />
chiama Le connessioni profonde esistenti tra<br />
essa, la politica regionale e la programma-<br />
zione<br />
Dopo aver sottolineato i numerosi e fon-<br />
damentali rapporti esistenti fria l'azione ani-<br />
ininistrativa locale e i problemi delle popo-<br />
lazioni rurali e l'apporto che alla loro solu-<br />
zione possono dare specialmente le regioni<br />
e le province, il documento formula una<br />
triplice serie di richieste rivolte rispettiva-<br />
mente alle Istituzioni della Comunità eco-<br />
ncunica europea, al Parlamento e al Governo<br />
italiani e agli amministratori locali del no-<br />
stro Paese: il testo della risoluzione sotto<br />
riportato dispensa da inutili ripetizioni, ma<br />
sarà comunque utile richiamare l'attenzione<br />
dei nostri soci soprattutto sull'appello che ad<br />
essi è stato rivolto dai loro colleghi riuniti<br />
a Grottaferrata. Tale appello indica concre-<br />
tamente alcune iniziative che essi possono<br />
e debbono attuare per facilitare l'inserimento<br />
dell'ecouiomia locale, in particolare di quella<br />
agricola, nel più vasto contesto dell'econmia<br />
comunitaria.<br />
In questo senso, il Conve~gno di Grottafer-<br />
rata deve essere considerato soprattutto un<br />
punto di partenza: esso segna la strada per<br />
ulteriori iniziative a livello europeo, nazio-<br />
nale e locale la cui realizzazione è affidata<br />
all'intervento stimolatore della Segreteria<br />
dell'AICCE ma soprattutto alla fattiva sen-<br />
sibilità degli amministratori locali italiani<br />
La risoluzione<br />
Gli amministratori locali italiani (asses-<br />
sori regionali e provinciali, amministratori<br />
comunali) partecipanti al Convegno di studio<br />
promoslso dall'AICCE in collaborazione con<br />
l'ufficio per l'Italia del Servizio Stampa e<br />
Informazione delle Comunità Eurupee, svol-<br />
tosi a Grottaferrata il 24 e 25 giugno per<br />
approfondire i rapporti tra politica agriclo'la<br />
comunitaria ed azione amministrativa locale<br />
RIAFFERMANO<br />
- che la politica agricola comune non<br />
può limitarsi alla semplicle m~ficazione dei<br />
p~rezzà, ma deve investire nscessariammte<br />
anche d'<strong>org</strong>anizzazione dei mercati, la poli-<br />
tica delle strutture e queiia sociale;<br />
- che l'accelerazione delle scadenze di<br />
liberalizzazioine dei prodotti agricoli decisa<br />
a Bruxelles 1'11 giugmo 1966 appare oppor-<br />
tuna sia nella prospettiva di una più rapida<br />
e globale integrazione europea, sia quale<br />
mezzo per stimolare un più rapido amo-<br />
dernamento dell'agricoltura italiana dando<br />
in particolare certezza alie opzioni degli ope-<br />
riatori agricoli, sia per consentire aUa pro-<br />
grammazione economica nazionale di avene<br />
precisi punti di riferimento in tale settore;<br />
- che la politica agricda non può essere<br />
realizzata senza un suo costante inserimento<br />
nel quadro della politica negionale comuni-<br />
taria e del pirogramma di politica economica<br />
a medio termine recentemente propos.tio dalla<br />
Commissione della CEE;<br />
- che non vi può essae autentica e<br />
stabile p-litica comune anche nel settorie<br />
agricolo, né politica regionale e program-<br />
mazione a livello europeo (l'una e l'altra<br />
del resto necessarie anche per assicurare<br />
una più soddisfacente consid~erazioae delle<br />
esigenze delle regioni a prevalente voca-<br />
zione agricola) senza ~stituzioni politiche<br />
sovranazionali, soggette a controllo demo-<br />
cratico.<br />
- che l'azione anlministrativa locale è<br />
connessa per molti e fondamentali aspetti<br />
ai prioblemi deli'agricoltura e delle popola-<br />
zimi rurali (infrastmtture, formazione pro-<br />
fessionale, interventi direttl e indiretti nel<br />
prociesso di produzione, conservazione e di-<br />
stribuzione dei prodotti agricoli anche me-<br />
diante imprese pubbliche locali, redazione<br />
di piani territoriali, iniziative culturali, ecc );<br />
- che, in particolare, gli enti locali a<br />
livello regionale e provinciale possono svol-<br />
gere un efficace e coordinato compito di sti-<br />
molo nell'ammodernamento delle strutture<br />
fondiaric e imprenditoriali;<br />
- che l'azioine locale è condizionata al-<br />
l'esistenza di un'ampia autonomia degli enti<br />
terriltorijali e alla loro effettiva dispstnibilità<br />
di sufficienti mezzi finanziari.<br />
un vivo appello:<br />
RIVOLGONO<br />
1) alle istituzioni della Comunità Eco-<br />
nomica Europea (Parlamento, Consigljn dei
Ministri e Commissione) affinché nell'ambito<br />
delle rispettive completenze:<br />
a) attuino una politica negionale euro-<br />
pea che tenga in panticolare considerazione<br />
le fondate esigenze delle zone a prevalente<br />
economia agricola;<br />
b) facciano progredire, parallelamente<br />
alla politica di mercato e dei prezzi, la politica<br />
strutturale e sociale nel settore agncolo,<br />
mediante l'armanizzazione delle legislazioni<br />
in materia e l'adozionle di piani comunitari<br />
per il rinnovamento delle stmttu~e agricole<br />
deficitarie e l'attuazione di misure di carattere<br />
sociale in favore dei produttori e dei<br />
lavoratori agricoli delle zone arretrate;<br />
C) assicurino un costante cowrdina-<br />
mento nell'impiego dei varii strumenti di<br />
azione comunitaria (Fondo europeo dz orien-<br />
tamento e di garanzta agricola, Banca euro-<br />
pea per gli investimenti, Fondo sociale euro-<br />
peo) nella medesima area territoriale;<br />
d) utilizzino sempre più la collabora-<br />
zione offerta dalla Sezione italiana per i1<br />
Consiglio dei Comuni e dei Poteri locali<br />
d'Europa (AICCE) per una differe~nziata e<br />
capillare divulgazione dell'informazione e<br />
della documentazione comunitaria d'intesa<br />
oon 1'Uificio per l'Italia del Servizio Stampa<br />
ed Informazione delle Comunità Europee,<br />
e) facilitino scambi di conoscemze e<br />
di esperienze di amministratori eletti e di<br />
funzionari locali, di imprenditori e lavoratolri<br />
agricoli e di esperti dei Sei Paesi della Co-<br />
munità, anche nel quadro del Primo Pro-<br />
gramma coinunle di scambi di giovani lavo-<br />
ratori » previsto dall'art. 50 del Trattato di<br />
Roma;<br />
f) esaminino l'o~ppo~rtunità di favorire<br />
la realizzazioa,e di un convegno, a livello<br />
comunitario e non più so'ltanto nazionale,<br />
di rapprese,n~t'anze qu,alificate di amm,inistratori<br />
loc'ali di regimoni pre~aleat~eun~ente agricol'e<br />
dei S'ei Paesi.<br />
2) al Parlamento e al Govmno italiano,<br />
affinché, n~ell'ambito delle rispettive commpe-<br />
tenze provvedano:<br />
a) a favorire il mi'glioram'ent,o e l'aggio'rnamento<br />
delle strutture agric~ol~e del nostro<br />
Paese per consolidare l'iazienda agricloha<br />
familia,re 'e le formse di agrico'ltura imperiditoriali,<br />
favorendo l'associazionismo fra<br />
plroduttomri, l'assi~t~enza tecnicia le finanziaria<br />
all'e aziende agricole e assicurando csostantemente<br />
il co'ordi,nam8entlo delle imiziativme<br />
nazionali (in particolare il I( Piano verde<br />
n. 2 D e gli ori'entament,i di po,liti'ca agr'icola<br />
n,ell'ambit'o dell'a progra,m,az,i'one) con quelle<br />
comunitarie europee;<br />
b) ad istittuire le regimi a sltatuto<br />
ordinario che h'anno costi,tuzioaalmente il<br />
compito di emanane nomle l'egislative poprio<br />
nel settore dell'agricoltura e foreste, e<br />
ad att,uare, secando i principi della Co'stituzione,<br />
la riforma della 1egisl~az:ioae amministrativa<br />
localle assicurando anche suffi'cienti<br />
e per~equati mezzi finanziari agli Enti locali;<br />
C) a porre temp8estivamlmte allo stu-<br />
dio le opportune modifi'che alla vigente legi-<br />
COMUNI D'EUROPA<br />
- --- p-.-<br />
slazioae sui miel-cati all'ingrosrs'o 'e sulle clen-<br />
tra,li d'e1 latt,e, sulla cui discip;lin,a n'on po-<br />
tranno non influir,e le norme ddl,a politica<br />
a,gricola comuniltaria;<br />
d) a valut'are, mlediante contat'ti con<br />
i rappre~senta'n,ti delle Regioni a sbatuto 'speciale<br />
e dei Co,mitati regionali per la prograimmazio;n,e<br />
economica, le ripercussioni delle<br />
decisi'oini c~~m~uni~barie europese siulla situ,azian'e<br />
eoonomi'ca e sociale delle diverse zonce<br />
del nostro Paese, per i conseguenti oppportuni<br />
~rovvedimenti.<br />
3) agli amministratori locali italiani, af-<br />
finché:<br />
luglio-agosto 1966<br />
b) promuovano dire~ttamente, quando<br />
possibili, ,e comunque stim'olino tut,te le iniziative<br />
ec~on~omi~che e sociali che possano contribuire<br />
al miglioram,ento dell,e condizioni di<br />
vita delLe popolazioni rurali, an'che allo s,compo<br />
di evitare la frammentarietà delle iniziative,<br />
rivolgendo particolare .attmzione .alle esi-<br />
genze dello sviluppo d'ella cooperazione (m-<br />
c,h~e mediante la formazione di quadri cofo-<br />
perativi) e di una più efficace e coordinata<br />
azioln,e delle <strong>org</strong>anizzazio.ni dei pro'duttori;<br />
C) evi,ti,no dispersione, conconenz'e<br />
dann'ose e perdita di efficjacia nella politica<br />
di sviluppo a livello locsale priendendo tiutt'e<br />
le iniziative 'nec~essarie a ca'ordinare sempre<br />
meglio l'azione dei piccomli comu,ni all'interno<br />
di una determinata area economica t,ra loro<br />
e con gli altri Enti locali più ampi (pro-<br />
vilnci'a e regime) ;<br />
a) intensifichino l'a lor'o azi.one vollta<br />
ad info,rma,re e a s~c.n,sibilizzane l'opiniosne<br />
pub~b,lica sui varii prsobl'emi dell'integrazione<br />
savranazionale europea, at~tuia,ndo, tra l'altro,<br />
appos,iti corsi di aggi~~mammto per el'etti<br />
lo'cali e per funzi'o~nari e pro~muo~vendo a<br />
livello regi'onale, la costituzione di uno me- d) si facciano promoitomri sollecit,amencific.0<br />
servizio,, o . uficio , des,tin,ato ,a s,e- te di convegni di situdi'o a liv~ell~o regiolnal'e,<br />
guire in modo sempre più sis,t,aat,i,co, nel int,erprovinciale e pro~vinciale sui problemi<br />
quadro dell'attivita svo81ta dall'AI'CGE, le agricoli affr~n~tand'oli nella prospettiva delila<br />
vicende d8ell'integrazic4n'e comunitaria eu- gra'duale attu,azione della politica agricola<br />
ropea; comunitaria europea.<br />
La IX Sessione plenaria dell'U CCE<br />
L'Unione delle Capitali della Comunità<br />
europea (UCCE) ha tenuto a Parigi la sua<br />
nona cessione plenaria, che coincideva con<br />
il quinto anniversario di fondazione: infatti<br />
nell'aprile del 1961 l'Unione si costituì nella<br />
capitale beliga, su iniziativa del B<strong>org</strong>omastro<br />
di Bruxelles, Lucien Cooremans.<br />
La delegazione italiana, con a capo i1<br />
Sindaco Petrucci, era costituita dall'assessore<br />
Mammi e da alti funzionari del Comune.<br />
L'a presidenza annuale dell'UCCE, che è<br />
stata esercitata nel co~so degli ultimi dodici<br />
mesi dal Presidente del Consiglio comunale<br />
di Parigi, Albert Chavanac, è passata per<br />
l'anno 1966-1967, alla città di Amstwdam.<br />
La città di Parigi e il suo Consiglio comunale<br />
hanno riservato grandi accoglienze ai<br />
rappresentanti dell'unione delle Capitali, che<br />
contribuisce a materializzare gli obiettivi<br />
dell'integrazione europea sul piano delle<br />
amministrazioni comunali e delle popolazioni<br />
delle sei città. Couve de Murville, Mini-<br />
stro degli Affari esteri, ha ricevuto i capi<br />
delle sei delegazioni.<br />
Oltre all'esame del suo programma di<br />
attività e la riconfsrma, per tre anni, del<br />
mandato al Segretario generale, Ge<strong>org</strong>es<br />
Chantren (questo Segratariato è definitiva-<br />
mente stabilito a Bruxelles), la sessione ple-<br />
naria di Parigi è stata dedicata all'esame<br />
dei problemi finanziari che si presentano<br />
alle sei pittà in quanto cap~tali. Nonostante<br />
le differenze di estensione e di statuto dei<br />
sei membri dell'unione, questi ultimi, al<br />
termine dei lotro lavori, hanno riconosciuto<br />
una certa similitudine fra i problemi finan-<br />
ziari che si pongono loro, ed hanno appro-<br />
vato la seguente risoluzione:<br />
s L'Unione delle Capitali della Comunità<br />
europea, riunita in seduta plenaria a Parigi,<br />
dal 15 al 17 giugno 1966, ha adottato la<br />
seguente risoluzione:<br />
dopo aver proceduto ad uno scambio di<br />
vedute molto approfoildito sui problemi di<br />
bilancio e di ordine finanziario propri delle<br />
sei capitali e derivanti dalla loro stessa qua-<br />
lità di città ca~itale;<br />
constatando che le città capitali sopportano<br />
oneri finanziari di carattere nazionale<br />
quando subiscono, per esempio, importanti<br />
~~erdite di entrate a causa di esoneri fiscali<br />
connessi all'o~ccupaz~ion~e di una parte del<br />
loro territorio da parte di al'cuni <strong>org</strong>anismi<br />
regionali, nazionali e, a seconda dei casi, internazionali;<br />
constatando che i progetti di r,iforma del<br />
sistema fis'cale gen'erale o locale, ,posto allo<br />
studio in cias,cun paese, sembmrano trascu-<br />
rare le difficoltà di ordine finanziario di cui<br />
soffrono le città capitali;<br />
sottolineu che una s'imile situ'azion'e può<br />
le,dere gli interessi degli abitanti delle ca-<br />
pitali;<br />
fa voti perché siano ricercat'e nuove mo-<br />
dalità di ripartizione delle uscite e delle<br />
entrate a carattere nazionale fra lo Stato<br />
e l'e citt,à capital,i, nel pieno lrispet'to del-<br />
l'auto~nomia dei Pot'eri locali;<br />
raccomanda ch'e, in ogni paesfe, vengano<br />
prese delle iniziative presso le autorit,à com-<br />
petenti allo scspo di ottenere, in ogni caso,<br />
un ai'uto dello St'ato che c'ompensi gli oneri<br />
assunti dalle città capitali sul piano na-<br />
zionale n.
luglio-agosto 1966 COMUNI D~EUROPA 5<br />
José M.a Semprun y Gurrea<br />
Si commetjte ... un primo errore invocan- Questo spagnolo libero, costretto a vivere<br />
do una tradizione spagnola, una tradizione - vagamente tolleralo - in una terra spi-<br />
unica, tutta d'un pezzo, uniforme, monoco- ritualmente con~geniale, ma non nativa, don-<br />
lore. A questo primo aggiungono un secondo de erano partite le ami che avevano per-<br />
errore i piccoli dittatori contemporanei ed i messo a casa sua l'ascesa alla tirannide di<br />
loro epigoni quando, per giustificare ed esal- un cinico e crudele generale sovversivo, non<br />
tare la loro opera, identificano questa unica ciescava di ricordarmi le tremeinde respon-<br />
tradizione con la corrente magari la più tor- sabilità dell'Italia nel fascismo franchista e<br />
bida, la più rigidamente inumana, la più la scarsa inclinazione della nostra giovane<br />
grossolana della storia spagnola, e cioè con repubblica a rimediare, ispiirandosi all'euro-<br />
la corrente assolutista, intransigente, colo- peismo democratico di Carlo Rosselli.<br />
nialista, inquisitoriale, contraria alla libertà, Semprun - il quale nel saggio citato ci<br />
dimenticando che ci sono altre correnti molto sottolinea che la parola liberalismo è spa-<br />
più nobili, le quali in nessun modo possono gnola - apparteneva alla corrente « uma-<br />
essere considerale meno importanti o meno nitaria e transigente B ed era, prop~rio per<br />
profondamente spagnole ... Nel secolare svi- questo, uno spagnolo profondamente aro-<br />
luppo del pensiero spagnolo possiamo iden- peo. Giurista e democratico, era poi con-<br />
tificare una lunghissima, chiara, ininterrotta vinto della necessità della forma federativa<br />
corrente unitaria e transigente, permeata di con cui si sarebbe dovuta unire 1'Eurorpa - e<br />
con (essa la Spagna nuovamente libera -,<br />
All'avvento della Repubbli'ca fu nominat'o<br />
go~vern~atore della provincia di Tol'edo ,e suc-<br />
~es~sivamente di Santand'er. Alla 5in8e del<br />
19831, in sleg'uito alla prim'a crisi del Gov,erno,<br />
ilassegnò le di,missioni e - s~ino alla vigilia<br />
della guerra civile - si dedicò ad attiv,ità<br />
prevalentemente intellettua1.e.<br />
S'emprun appartiene al gruppo dei fon,da-<br />
tori dell'a rivista « Cruz y Raya m, dir'etta da<br />
José B'ergamin: è stato alt're,sì corrispon-<br />
dente in Spa,gna di
Gli scambi di giovani<br />
La Direzionle degli Affari Sociali 'della<br />
Co'munità Economica Europea ha peso la<br />
inkiativa di riunire a Bruxelles il 27 giu-<br />
gno scorso i rapp~essenta,n~ti ddle principali<br />
<strong>org</strong>anizzazioni interessate al fi'ne di e~s~ami-<br />
nare una serie di problemi aonnessi col<br />
« Primo Programma comune per favolrire gli<br />
scambi di giolvani lavorato'ri al1'in)terno del-<br />
1)a Comunità P.<br />
Detti pro,bl,emi si ricolleganlo all'art. 50<br />
del Tratt.ato di Roma che st#abili,sce che<br />
a gli Stati membri fav~ris~cono, nel quadro<br />
di un psogr'amma comun~e, l'o s'cambio di<br />
giovani lavoratori D. Detto articolo prevede<br />
accanto alle altre norme che disciplinano<br />
la libera circolazione dei lavo~ratoxi indipendentetmente<br />
dalla loro età, un'ulteriore<br />
azione intesa a favorire i movimenti dei<br />
giovani lavo~ratori all'interno della Comunità,<br />
onde assicurare una migliore loro preparazione<br />
generale e prof~essionale. Con la<br />
no'rma in esam'e, gli Stati membri si s'ono<br />
assun,ti lo specifico obbligo sia di eliminare<br />
tutte le limitazioni e gli os~tacoli che, s'ul<br />
piano giuridico e in fatto, polssono rendere<br />
più difficili gli scambi dei giovani 1,avoirato~ri<br />
sia di attuarme tutti quei provvedimenti<br />
che possono invece facilitare il consleguimento<br />
di talle obiettivo.<br />
Lo scambio di giolvani lavlo'ratori previsto<br />
dall'art. 50 del Tratltato noin tende a<br />
coprire posti di lavoro vacanti, ma a fare<br />
conoscere ai giovani lavora~tori 'degli Stati<br />
membri la situaziolne degli altri Paesi della<br />
Comunità, gli ambienti e i metodi di Javoro<br />
ivi esistenti, agevolando così i contatti di<br />
ordine tecnico e culturale, il perfezionamento<br />
professionale e la reciproca comprensione:<br />
detti scambi hanno quindi inevitabilmente<br />
un carattere temp~ocaneo.<br />
L'art. 50 del Trattato ha avuto una parziale<br />
attuazione mediante la decisione presa<br />
dai rappresentanti dei Governi degli Shati<br />
membri della CEE, riuniti in sede 'di Consiglio<br />
» 1'8 maggio 1964, che ha adottato un<br />
primo programma comune in tale materia.<br />
Detto programma ccnclerne solo una particolare<br />
categoria di giovani lavonatori, i<br />
tirocinnizti, cioè coloro che già in poslsesso<br />
di una fomazione professionale di base,<br />
si trasferiscono in un altlro Stato membro<br />
pelr perfezionare, 081tre la loro formazione<br />
~lrofeissionale, le loro cono~scenze culturali,<br />
linguistiche ed umane, occupandovi un impiego,<br />
qualunque sia il livello della loro<br />
retribuzione. La loro eità deve essere compresa<br />
di regola flra i 18 e i 30 anni. La Colmmissione<br />
della CEE, in stretta clollaborazione<br />
coi Governi degli Stati membri, wolge<br />
ogni oppo~rtuna azione in materia di informazione<br />
e i vari Governi debbono consultare<br />
nel,17ambito nazionale un olrganismo<br />
raplpresentativo dei vari Enti e Associazioni<br />
che possono essere interessati a tali plroblemi.<br />
In tale quadro normativo si colloca la<br />
riunione di Bruxelles soplra accennata, alla<br />
quale, accanto ai sindacati dei datori di<br />
lavoro e dei lavoratori, ha partecipato una<br />
numerosa rappresentanza del Clonsiglio àei<br />
Comuni e dei Poteri locali d'Eturopa, ~compolsta<br />
di delegati delle Sezioni nazionali<br />
dei Sei Paesi della CEE. All'ardine del<br />
gioerno della riunione figu,rava l'analisi dei<br />
COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1966<br />
lavoratori nella CEE<br />
risultati de,ll'attività svolta nel 1965 e le<br />
previsioni pler il 1966 e l'esame di un opu-<br />
s'colo d'informazione destinato appunto a<br />
far conosctere ai giovani lavoratcri le pos-<br />
sibilità offerte dal Primo programma co-<br />
mune. I1 Gruppo di lavoro ha affron~tato<br />
sollo in parte i predetti argomlenti e plrose-<br />
guirà la sua attività in una prossima riu-<br />
nione: l'ampio dibattito si è centrato sugli<br />
shrmenti p~iù adatti per informare un nu-<br />
mero sempre rnaggilore di giovani candi-<br />
dati agli scambi, sulle modalità di utilizzo<br />
dei mezzi finanzia~ri esistenti, sulle possi-<br />
bilità offerte da specifici setto~ri di attività<br />
economiche (ad esempio agricobtura, indu-<br />
stria, c~onnmercio) e - argomento che tocca<br />
direttamente la nostira Associazione - l'ap-<br />
po~rto che le )amministrazioni 10,cali dei Sei<br />
Paesi possono dare alla realizzazione del<br />
Plrimo plrograrnma comune.<br />
I rappresentanti delle varie Sezioni na-<br />
zionali del CCE hanno particolarmente<br />
sottolineato il significato dell'invito rivolto<br />
dalla Commissione della CEE \alla nostra<br />
Associazione per la partecipazione a dette<br />
riunioni: detto invito allarga e rafforza i<br />
già numerosi punti di contatto e di colla-<br />
borazione del CCE con la Comunità econo-<br />
mica europea (nel settore della poilitica<br />
regionale, della libera circolazione dei la-<br />
volrato~i, ecc.) e conferma il ruodo sempre<br />
più determinante che i Poteri locali plos-<br />
sono svolgere nel complesso processlo di<br />
intlegrazione politica ed economica del-<br />
l'Elwopa.<br />
Più specificatamente è stalta richiamata<br />
l'attenzione, dai rappresentanti del CCE (e<br />
tra questi dal dellegato dell'AICCE avvo-<br />
cato Gianfranco Martini), sui compiti di<br />
informanane che gli amministratori locali<br />
possono oppolrtunamente svolge~e nel loro<br />
diretto contatto con le popolazioni. Gli As-<br />
sessori comunali alla Gioventù potrebbero<br />
in modo particolare costituire un prezioso<br />
stmmento di divulgazione delle po~ssibilità<br />
offerte dal Primo programma comune di<br />
scambi di giovani lavolratori. Gli stessi K ge-<br />
mellaggi tra Città e Comuni dei Sei Paesi<br />
potrebbero giovarsi delle possibilità offerte<br />
da dotto programma, favorendo la reciproca<br />
ospitalità dei giovani tirocinanti e costi-<br />
tulendo il quadro più adatto per agevolare<br />
i1 loro soggiorno nel Paese di arrivo, me-<br />
diante la collaborazione tra Enti locali e<br />
hsociazicni educative ed Organizzazioni<br />
di assistenza ai giovani. Infatti il problema<br />
pratico più grave posto dal programma di<br />
sc:ambi è quello di as~s,isour.are l'offel-ta B<br />
sori regionali e provinciali ail'Agricoltu~a<br />
del nostiro Paese al fine di esaminare le<br />
incidenze della politica agricola comune<br />
sull'azione amministrativa locale, i parrtecipanti<br />
abbiano auspicata sempre più numerosi<br />
e qualificati scambi di conoscenze<br />
ed esperienze tra operatori e lavoratori dei<br />
Sei Paesi: in questo quadro l'art. 50 del<br />
Trattato di Roma, puà trovare ampio spazio<br />
per una concreta applicazione.<br />
I delegati del Consiglio dei Comuni<br />
d'Europa presenti alla riunione hanno infine<br />
sottolineato la maggiore efficacia che<br />
gli interventi locali hanno in generale rispetto<br />
a quelli centlralizzati e si sono dichiarati<br />
prointi a formulare prossimamente,<br />
in a~posita nota, alcune proposte nelle quali<br />
L'avv. Giancarlo Zoli, membro del-<br />
la Presidenza europea del CCE e<br />
consigliere comunale di Firenze, è<br />
stato confermato in rappresentanza<br />
dei Poteri locali nel Comitato Eco-<br />
nomico e Sociale CEE-Euratom per<br />
il periodo dal 17 maggio 1966 al<br />
17 maggio 1970. Egli fa parte del<br />
Comitato dalla sua istituzione, e cioè<br />
dall'aprile 1958. Sarà membro delle<br />
tre Sezioni specializzate per le que-<br />
stioni sociali, per le attività non sa-<br />
lariate e servizi e per i Paesi e Ter-<br />
ritori d'oltremare. In seno alla Sezio-<br />
ne sociale è stato nominato presidente<br />
del Gruppo di Lavoro, che dovrà<br />
preparare il parere su tre questioni,<br />
di cui la principale riguarda la sicu-<br />
rezza sociale dei lavoratori che si<br />
spostano all'interno della Comunità.<br />
In tal modo la vcce dei Poteri<br />
locali è stata mantenuta in questo<br />
importante <strong>org</strong>ano comunitario e<br />
1'AICCE augura buon lavoro a Zoli,<br />
membro del proprio Esecutivo, con-<br />
vinta ch? sarà altresì im~ortante una<br />
collabcrazione sempre più stretta tra<br />
il Comitato economico e sociale e il<br />
i3iireau de 1iaiso)i- del CCE presso le<br />
Comunità europee, a Bruxelles (se-<br />
gretario Vanden Brande),<br />
sostanziare la collaborazione alla nostra<br />
Associazione, alle Istituzioni e agli Uffici<br />
della Comunità europea in tale settiore. Per<br />
quanto riguarda l'Italia, una f~rmal~e richiesta<br />
è stata subito avanzata al Ministero<br />
del Lavoro affinché 1'AICCE venga chiamata<br />
a far parte di pieno diritto dell'apposito<br />
Comitato consultivo creato presso detto<br />
di p~osti di lavoro neli quali il giov,an'e possa Ministe~ro al fine di incoraggilare l'azione<br />
perfezionare la propria fo~rmazioa~e pro'fes- degli <strong>org</strong>anismi specializzati nell'assistema<br />
cionale, in modo da garantire alle K do- ai tirocinanti e suscitare nuove iniziative<br />
mande n avanzate dai giovani la corrispon- per facilitare lo scambio dei giovani lavodente<br />
adesione delgli ambieinti economici ratori.<br />
e prdeissionali degli altri Paesi.<br />
I soci dell'AICCE saranno tenuti al corrente<br />
degli ulteriori sviluppi dell'atitività<br />
Per quanto riguarda gli scambi di gioco~munit~aria<br />
in tale settore af$inché gli enti<br />
vani lavoratori Ln alouni settori splecifici di<br />
locali possano inquadrare in essa le loro<br />
attività il CCE ha fatto presente l'opporiniziative:<br />
in tale prospeittiva saranno fin<br />
tunità di moltiplicare quelli tra giwani<br />
d'ora graditi i suggerimenti, le proposte e<br />
funziolnari di amministra~io~ni locali al fine le osservazioni che gli amministratori locali<br />
di cofnoscere diret.ta,mente le rispettive vorranno farci pervenire onde mettere la<br />
st,rutture e metodi di lavoro. L'avv. Mar- Segreteria dell'AICCE in condizioni di dare<br />
tini ha in proposito rico~rdato come proprio un contributo sempre più concreto alle<br />
nel recente Convegno di studio promos~so prossime riunioni di studio a livello cmudall'AICCE<br />
a Grottafer~ata per gli Asses- nitario.
luglio-agosto 1966 COMUNI D'EUROPA 7<br />
per la nuova Europa<br />
Istruzione, ed ucazione civica e sviluppo<br />
di Domenico Sabella<br />
La civiltà europea ha avuto per sua culla essere rifatto in condizione ,di eff'e8t,tivma e as- sonal~e scientifico e tecnico, avev'a proceduto<br />
il bacino del Mediterraneo. Ma dall'età di sotlut,a libertà, s'arebbe stato simile a quello. nel P~rt~ogallo ad un'a indag'in.e s8ulla penuria<br />
mezzo in poi cominciarono ad agire fatti e I1 len'to evolvere d'egli uomini ,e dell'e Rdele, di personal'e s~cientific~o e tcc~n~ico. I1 resoco~nto<br />
movimenti di idee che via via spostarono il du,e sa~n~gu,inosiss~ime guerre mond,iali, gli di questa indagine, pubblicata agli inizi del<br />
crogiuolo degli avvenimenti verso il centro- eventi politici e sociali consegu'enti al se- 1960, ori.entò il Governo di L~isba~na verso il<br />
Europa, fino a che la scoperta del Nuovo condo ~dopogue~rra. mentre dete~rminavano un t,ent#ativo d,i definire de~glmi 01bbie~tt~ivi d'i svi-<br />
Mondo, la formazione degli Stati moderni e ripi'eigam'ento su se st,es,s,i degli Europei, se- lu,ppo ,dell'ins8egnammto, in vista della forle<br />
lotte egemoniche, la pri~ma rivoluzione in- gnawno il defi~nitivo tramont,~ di quei miti rnazio,ne di manodopera altmamente qu'alifi'catia,<br />
dustriale e la politica di p3tenza perseguita e di quegli atteggiamenti che con,feriv,ano ne~es~saria per conseguire gli ~b'bi~ettivi di<br />
dagli Stati nazionali svilupparono un dina- carattei-C di fatalità all'esi,stenza degli squi- svil.up1po economico a lungo te~rmine. I1 Gomismo<br />
tale che tutto il fervcre europeo sem- l'ibri. Occorre altresì aggiunger'e c~h~e be tieorie verno portoghese ~su~cces~s~ivamente ~~ottc~m'etbrò<br />
concentrarsi in una sorta di quadrilatero dello sviluNppo, 'in continua elabo'riaziolne, twa il pro'getit.~ al C,ornit(ato S,cientifico e<br />
ideale avente per vertici Lcndra-Parigi-Beir- avreblbero sempr'e mantenuto val'ore d!i de- Tecnico dell'O~rgauiizz~az~ione e, ccnformemenlino-Vienna.<br />
Per contro l'Europa meridio- siderabi2ità se l'espansione ,economi'ca e il te alla p~o~cedura allora in vigore, gli altri<br />
nale, divenendo sempre più oggetto e non vertigino~sv pro'gresso s~cientifi~co-t'ecnologico P'a'esi membri furono invitati ad esprimeve<br />
soggetto ' di storia, è andata segnandosi di d,i queslLa seconda rivoluzioine ind'us.triale, con il lo.ro par'crc e'd anche se talme progetto poquelle<br />
caratteristiche genkali che, poste al la scoperta .e l'ut,il,izzaziolie ,di nuove fonti di t'eva avere per essi dell'interesse. I Governi<br />
cdronto del quad~rilatero mittleuropeo, energia, non oo~nferiss~ero all'e dottrine mede- di Greciia, Itali,a, Jugoslavia, Spagna e Turhanno<br />
posto in risalto, più evidenti nel tem- sime contenuto concreto di pos~sibilità. chi's si dichiiara~rono disposti a partecipare<br />
po, le peculiarità dei coaceltti relativi della Pelrò le possibil'ità di sviluppo rim~angoao ad un pro'getto del genere e, formulando<br />
stagnazione, del declino, dell'arretratezza e condizion,ate non so'lo da adeguatai intementii concrete p1ropios.t e, manif es'taro'no il proposito<br />
del sottosviluppo. Peculiarità negative che, dalltesterno nelle zone da valorizzare, linteir- di intrap~endere nei rispett'ivi Paesi uno<br />
stratificandosi ed accumulandcsi nei secoli, venti che devono essere sorretti, aggiornati sforzo della stessa natura.<br />
hanno determinato un recipiroco condizio- e corrett'i da una c~stant~e volontà politica I1 progetto assum'eva allora la forma di<br />
namento di causa e di effetto tra ambiente dai centri di po'tere inter,esciati, ma a,ltre~sì progr'amma in quanto l'O'CSE, ch'e !allora era<br />
e popolazioni al punto di far assurgere, agli da una adeguat,a e parallmela fcrmazio,ne cul- sncolra O'ECE, po~t,eva co~ordinare in uno sforzo<br />
inizi di questo siecolo, i Mediterraneli ad turale e t,ecnlica delll'~amb~ie,nt~e da riso,ll~evane, il più possibile omogeneo le iniziative e riesempio<br />
probante ed incontrovertibile di proprio perché il progresso scientifico-tecni'co spondere in tal modo ai bisogni dei Se'i<br />
C razze inferiori », da p,arte dei cultmi delae app~lic'at,~ all'industria ed applicabilc tall'agsi- Pa'esi.<br />
psleudo-teo~ie zooiatsiche. Quanto fossero fon- coltura hanno elimlinato si,a la ge~nexica ma- Aveva ,di qui o~rigine il Progett,o Regionale<br />
dati simili deliramenta è noto, e quanto novalanza ,analfab'eta, inqualificiala ed inqua- M:editesrraneo (PRM) che, dopo oppo~rtune<br />
siano colstati all'Europa e quianto ancora co- lificabsile, sia il tradizionale ~onta~dino altret- di~slcu,ssioai in seno all'OCSE, veniva fo\rmusitinlo<br />
all'umanità, specialmente in Africa, è tanst,o analfab,eta che si affida alle t~ecniche lato in accordi bilaterali tra 1'OCSE da una<br />
altrettanto noto.<br />
arc'aico-rurali dell'epo8ca prlecapitalisitica parte e c!ias.cun Paese interessa,t,o dall'altra.<br />
Ciò non toglie però che )l'Europa mediter- ed a811'e empiriche oono'scenze di a't8avico ae- I,l PR,M dtoveva es~s~ere un pirogctto d,i ricerche<br />
ranea versasse in una condizione umana, t~aggio.<br />
comu,ni, avent,e com'e finalità la valut,azione<br />
economica e scciale di patente inferiorità, In alt,ri termini, mentre prima gli investi- dei bisogni s~o~l'astici 'd'i ciascun Paese, partiaccentuatasi,<br />
a ritmo quasi geo~metrico, a melnti per l'istruziosn'e enano stimati investi- col'armente per quanto con'cerne la manodoseguito<br />
della prima rivoluzione industriale ment,i s'o'ciali quasi sinmimo di ,improduttivi, wier'a qualific'ata, in funziomne della cres'cenza<br />
che concerztrava il massimo dello sviluppo il prolgresso sci'entifico'-tecnico ha invece di- eco~n~o~m,ica prevedibile entro il 1975. In tal<br />
e delile colntesle intorno al polo carbone-ac- mosit.rato che l'insegnamento ,e la formaz,ione modo il Proget to dolveva conssentire di el'aciaio<br />
della Loitaringia del seic. XIX. Quasi umana apportano alla produzione ,e al ben'es- b~arare 'piani plarticolareggiati con valut.aziolni<br />
bar,ic,entro del slumm~enzionato quadrilateso, sere un ccntributo al'trettanto no,t,evo,le quanto finanziar~ie, per far front'e a questi bisogni;<br />
è questa ulna zon~a commpwsa t,ra il Pals de l'mesistenz,a del caplitabe mate~jale, perche la doveva inoltre porre a dispo~sizione deji Paesi<br />
Calai~s, 1'Es,sen e la S8a,ar, una superficie tri'an- capacità pro'duttiva del l'avorratore (sia a 'lmi- meno sviilupp~ati del gruppo l'esperie,nza già<br />
gol'are ci& di circa 70 mi,l'a chilometri qua- vello es'ecutivo, che i,nt,e,rmedio o direbtivo) acqui'sit.a da qualche Paese più avanzato co'me<br />
dnati, inse~ita in t'writmi della Francia, del'la<br />
Germania, de1l'Obanda e avviluppante tutto<br />
il B'elgio e il Lussemburgo. Ma 1'Europla d,egli<br />
Stati nazionali, tesa alle aspre e sanguinose<br />
è iin rapporto diretto all'a v,as#bità delle cono- 1'Ital'ia (monoculus in terra coecorum!). Tutti<br />
scenze d8i base e della splecifi'oa qualifi~~azio~ne qumesti ,lavori infine avrebbero dovuto conp~rof'essionale,<br />
sus'cettiibile di continui ag- clude'rsi con un rapporto particolareggiat,~ per<br />
giornamenti. Di conseguenza capitali mate- ci'as,oun pae:se, rapporto ne81 quale dovevano<br />
lotte civili interne attraverso le quali olgnuna rial'i e formazione umana diventano t~emini essere formnlat'e, ad uso degli ambi.enti redelle<br />
potenze cercava di assicurare a se stessa<br />
il massimo dell'influenza sul vecchio cointinente<br />
e sulla scena mondiale, non si avveinterrelati<br />
per l'autonomo smi1uipip.o di un,a splomlabili dei centri di poteire, dellc raccodata<br />
zon,a. E l'Europa mediterranea è con- manldazioni pe8r un progra,mma di azione neltras,s,egniata<br />
Invece non so810 dal b~assissiimo ]:ambito d8e,ll'!insegna,mento.<br />
deva della propria debolezza strutturale, de- livello eco.nornico, ma anc,h'e )dal de,paup.eraterminatasi<br />
dall'aggravarsi degli squilib~i m8ento del fat'tore umano (i cui eilementi miumani,<br />
territoriali e settariali. Anzi le dot- gliori e più dinammici sono lattrettli v'esso le<br />
trine economiche scambiavano l'esistenzia di regioni più progredite) e dalle più alte punte<br />
questi squilibri come il fatale rovescio di dell'analfab'etismo ~tsumeata1,e che s,ono !anuna<br />
medaglia; vedevano in essi la conse- ch'essi termini intejmelati col depr,esso livello<br />
gumza inevitabile del progresso generale ecoinomi~co.<br />
che obbediva al concetto di un ordinamento<br />
Dmopo aver superato notevoli ostac,oli (noln<br />
bis~o~g~na dim~enticare che, in molt'eplici occas'ioni<br />
ed in numero'si settori, una indagine<br />
del genere non poteva disporre di pr'ecedenti<br />
espmienzte e bisognava qu,indi ricorrere alle<br />
iniziative ed alLa t,enaoima delle équipes ch'e<br />
conducev'ano il lavomro!), i rapporti per pese<br />
furolno co~n:smegnati e pubblicati dal'l'OCSE nel<br />
economico, spantaneo frutto delle leggi natunali<br />
e delle libertà. Non si teneva, dunque, I1 Progetto Regionale Mediterraneo<br />
1965. &no sette volumi: i primi due sano<br />
rappo'rti di insieme, gli altri cinque si rifecjmto<br />
della sto~i~a la quale stava e sta a dimostrare<br />
che quell'ordine economico, ritenuto<br />
spontaneo frutto di (leggi naturali, aveva<br />
sì un fondamento naturale nella localizzazione<br />
deLle risorste minerarie, ma era anche<br />
Quando l'<strong>org</strong>anizzaz~ione per la Cooperaziome<br />
e lo Sviluppo Economico (OCSE), era<br />
ancora OECE (l), una équipe altamente qualificata<br />
del suo Comitato direttivo del perriscono<br />
ai rapiporti particolareggiati di ciasiaun<br />
paese.<br />
&ziali i risultati dello studio?<br />
Premesso che la situazione è diversa da<br />
paese a paese ed anche all'interno dello<br />
il rrlisultato di guerre, di atti brutali e di<br />
conquiste. Pelrciò non v'era nessunia prova<br />
(1) Organizzazione EUropea di Cooperazione<br />
Economics. sorta nel 1948 per amministrare gli<br />
stesso Paelse (ad esempio l'Italia che nella<br />
Zona del tradiziolnale tniangolo si pone oggi<br />
capace di dimostrare che, se il mondo poteva<br />
aidti del Piano Marshall. al livello progredito della media Europa,
8 COMUNI D'EUROPA<br />
luglio-agosto 1966<br />
mentre nel resto d,el Paese partecipa ddl,e<br />
~~~att~~~istich~<br />
meditmrane:e), tuttavia è pms,ibile<br />
rilevarse co,muni carattm;isti.che .e foirmula,re<br />
qua1,che co~nclusione generale appli,cabile<br />
po,trebbe,ro iniz,iare ad acqui~s,ire que11'1istru- rendimento deil1"insegnamento nei paesi del<br />
zion,e ,di Livello medio ,e quella formazioine PFW. Nelle smcuole secondarie sono fr'equenti<br />
di oui hanno tanto bis'ogno i Paesi m,el&iter- le cla's,si con 50-60 allievi e nelle u,niv~ensità<br />
rlainei e le l'oro ecoinomi'e. Posto a co~nfro~nito la docenza è esercitata 'spelsso a tempo parall'in,s,ieme<br />
del gruppo, g,lo,bam,ente consi- il tas,s,o di sco~larizzazio.ne d'e1 gruppo d',età ziale e molto limi~tatam~en~te a tempo plieno. Le<br />
derato.<br />
A voler datre un sintetico giudizio d'insieme<br />
sulla siit~azion~e scoltastica dei S8ei Paesi medit.err,anei,<br />
si potrebbe affermare che essa<br />
si siitua a metà str:a8da tra qu,e,lla dei paesi<br />
più ritar,d,ati e qute1l.a d,ei ,paesi più evo;luit,i.<br />
6-11 anni con del gruppo 11-14. anni, retrib'uz,io>ni relativamente basse al per,soln8ale<br />
in parecchi cas,i quest'ultim,~ rappre,senta il docente in buma parte può spiegare il feno-<br />
50% d,el p~rimo, ment,re nei pa,esi più svilup- meno8. Però in parecchi cas'i la stru~tt~ura rigipati<br />
de1l7OC,SE i due tassi sono generalmen~te dam'ente gerarchica e la rigartizione degli<br />
colstanti .ed equilibrati. ins~egnamenti in innum'erevoli categorie c:rea-<br />
Bislagna, inoltre, tenere p~'eseate u.n altro no seri ostacloli all'accr~es.cimento d'ci quadri<br />
L'amlbliguità è data ,dal 5at.to che nei s:quilib'rio supplem,entar~e che si verificia n~ei effettivi dei profe'ssori, ~0pratt~u~tto nelle<br />
riitardati è l'istsuz,ione prim,aria a non essere<br />
~~iversali~zata e di qui il p~rincsip.ale os:ta-<br />
Piaes'i medit,erranei, nell'ambito della ,stessa scuole sec~~ndarie e nell'o~rdine superiore. La<br />
istruzione secondaria, e ciioè tra l'ist,r~uzioae ple.nluria di prof'essori, chic si spinge fino alla<br />
cotlo allo svilu,p~po economi'co; neii paesi m~edi- secon,daria in general'e e l'iistruz,io,ne tecni'cote,rran,ei<br />
in linesa gein~erade è l'insufficienza abi- prof'essionalNe dal,l'altra. F&ta ecc~eziolne della<br />
pratioa dell'ins~egnam~ento .a tempo p,arz.iale,<br />
bla'sta a spiseigare una d'ellse più gravi de1fituale<br />
dell'istruzione media e sap~erio,re che Jiugo~slavia e del Po,rto~gallo, dove s~mb~ra ci'enze dell'insegnamento nei Paesi me'dit~ercos~t~iit~uis~ce<br />
il maggi~or $reino ,cul.turlde. Nella<br />
maggior part~e dei P,aesi medli,t;e.rr8anei, in,oltre,<br />
ad approfondire bene i dati emevsi, afessersi<br />
stablilizzato un certo e~quilibrio, l1i,s,tru- ranlei: e cioè la deb'ole propolrzione degli<br />
aioae tecnica negli altri Pa'esi ao,n rlappres,elntnt.a du.nni e degli 'studenti che riescotn80 a co'mche<br />
un 20% dell'istruzione ~s~econ~daria globale, ~1eta.re con esito favorevole gli studi. Molti<br />
fio~ra che an8che 1:istmzione prim,aria come<br />
pure l'i,stsuzion8e superio're s,on b ~m lontianiie<br />
senza .cc!ntarie che an8che qu,el 20% è abiit,ualmmt.e<br />
s~pr~ovv,isto di adeguate att:rezzature, di<br />
studenti s'econdari e'd univer~si~tari ripetono<br />
l'anno 0 escon'o fuosri co~rso perché non vi è<br />
dal potm rispo,ndere ,allse estigenze non solo sus,sisdi d,idattici e di labo~rat~ori e,d è quindi sufficienza di b'ironi profe~s~sori; .al'tri ancoila<br />
di una mo~derna econolmia, ma ait,re:sì alle esi- impa,rti8to nelle condizioni più sfavorevoli, e abbandonano gli studi per ma~ncanza di m'ezgenze<br />
di una società dinami'ca, data an'ch'e sp~es~s~o in corsi serali. Perciò no~n blasta che zi msateriali.<br />
la sscars8ità di tiecnici intermedi e di operaii i P,aesi m.edit'eman'ei facciano convergere gl'i P1erciÒ, se è imporfante accresscere le ri-<br />
~pecializz~ati o qua1,ificati. I1 pun~to b:ase &l<br />
quale plartire si prlesenta, du,nque, nel1.a nesforzi<br />
,per sviluppare l'i,ns~egn,mlento sec'on- sors'e da consa'cr8are all'~ist:ruzio~ne, è aEtr8etdario,<br />
n,é è sufficiente che svi1uppi;no aar:g!a- ta'nt0 importante utilizzare le risorse dispocessi'tà<br />
di diffondere ed universalizz,are l'in- mente l'in's~ieme dei mezU detvd,uti a tale nibili nel mosdo più eco~noznico e ilazionale<br />
segn~am~mto plrimario ad u,n live!llo medio<br />
sloiddi,sfacente, sì chte anlche l'e leve dell,a masco,po,<br />
e piuittosto n,ec~essariso xifo~rm'ane riadicalmente<br />
l'e funzioni de1l'ins:egnamento se-<br />
~oiss'ib'ile: 10 s,car8so numero di giovani ch'e<br />
ries'c~~no a complet'are con esito posittivo gli<br />
no,dopera porsaalno disporne di una s~uffici~mte co~n~diario.<br />
studi è un danno peggio'ne che corrisponde<br />
weparazione di base suLl,a quale far deva Lo stesso genere di sq~il~ibrio si nota nel- ad u~n'a dispwsien~e di ri's0rs.e.<br />
per la qualificazione e il cointiin,uo aggiioa-na- ì'insegnamenito s~perio~re. Ce i'n qualche P'a'ese Quali sono i bisogni futuri? Cercheremo<br />
mento d'ella m,edesima. I1 prim'o o,bbisett;ivo i t,as,si di sco,larizaazioaie e la progorzlione di di desumerli e colnfr'ontarli pler s'olmmi capi<br />
d,a r'aggiungerse è quello della s9co~larizzazi.one compimenito positiv'o degli '~,tudi non sono<br />
a tempo pieno dai 6 ai 14 .anni. N8ella mag- ano~rmalmtente bassi, in quasi tutti invec~e si<br />
gioranz,a dei Paesi mediterrainseli in qu'mt,io- confe~ris~ce un7ecces8siva impostanza alle discine<br />
questa condizione fondame.nt,al,e è lungi p~liin~e umanisticlh~e tradizionali a scapito d,elle<br />
dai sa~pporti nazionali.<br />
Nell'istruzion~e prima'ria la durata dell'obbligo<br />
sc0'las~t~i~'o sarà portat'a entro i'l 1975<br />
da 6 a 9 an'ni in Grecia, d'a 4 a 6 anni nel<br />
aall'essere raggiu,nka se nm entro una s~ca- d.is,cipl,ine tec,nico-scientifiche. Come pure,<br />
denza di d8iec.i a,nni. L'Iital.i,a (#dal 1963) ,e la sp~ess~o, i'l nu:mIeiro rel,a,tivamente alto d,egli<br />
Port~gallo, da 6 a 8 in Spagn'a, da 5 a 6 in<br />
Turchia, mentre in It'alia e in Jugolslavia<br />
Jugosl,avia (2) h'an,no ,istituito l'obb~ligaito- s,tud'm,ti in s~cimze nas,conde la deb'ole p~ro- d'al 1963 è fissa'ta ad 8 a'nni. Pler la stessa<br />
ri'età s~colastica per otto .ami, m,a in rlealtà la poirz,ion'e dei giovani chse skudiano Se a,cimze ePWa (1975) si pens'a di portarfe il ta,slso<br />
mancanza di m8ezzi e difficolt,à .di varia na- ap,pli,cate e le tecni'ch.e, in opiposizione id8e di sco,larlizzazione al 100%. S'ono altresì paetura<br />
riducon~o considesevo~lmente il ta,sls,o ef- sic,i,enz~e teoriche. Una &affezione del gea~ere vkti incremeniti nei tas8si di scol,amzz,azione<br />
fettivo della s~colarizz,azion,e. (Senza conbare è piuttosto d,a imputare alle sic-ars,e riso,rs,e anche nell'mdin'e secondario, cioè nella faplw<br />
fa^ I'eseunpio d~el,171talia, ll.i,nc.ideniza qua- in~frastruttu,ral,i ,e dei quadri do~clmti che noin ~'cira d'età clhe conprende i giolvani dai 15<br />
litativa dovuta soprattutto all'ald8att;amento dei all'a insufficiente doznan,da d'a pade degli<br />
quadri docenti alla nuova s8ituazi,on.e. Basti studen~ti, i qualli invece si ,reca,no dl'=,tero,<br />
penisan? che, mentre prima la scu,ola me~&ia come avvi8ene per gli situdenti univmsitari<br />
ai 19 anni: quesiti incrsementii son'o co~m~nesi<br />
il 75% peT la Grecia e il 250% per 18a<br />
S'pagna le il Po'rltogallo.<br />
era sel~ettiva, olggi è scuol#a .di ma,ssa. C,iò gneci e tu,rchi, pm seguire co,rsi universitari Nell'inseginameuito superio're il taslso di<br />
3wiiam'mte comporta un adatttamento psli,co- di Fa,coiltà te,cnic,o'-scientifiche, e ciò comporta aumsenlto ~revi's~t'o per il 1975 è del 25% in<br />
log,ico ed un approfondim~e.nto dei probl'emi gravi inconvenimti in quanto diffi'cilmmte Italia, di oltre il 50% in Grleaia e del 100%<br />
di'dattici e m~eto'dololgici che prima, nsell,a mag- qu,esti gio,vani, da laureati, rito,rnano nel n'di altr,i Paesi. Sono i'noltre prelvisti )dei<br />
gior pa8rte dei casi, l'in,segnan,te .dell'a scuol,a loro paes~e pm contribuire allo sviluppo della cambiamenti negli effettivi .di ogni tipo d!i<br />
meldia ntosn si polneva). prscpria terra. i~sitruz~ione con un acc~es~cimeln to noltmo,le<br />
Nelgli al,tsi P:aesi 'meditemanei la dur8a,ta rra le a1,t.r- deficienz,e sis~contrate, ma nellsa ~lx-oJ?o~rzione di allilevi nei consi sciiend,dl'obbligo<br />
scoliastico non è che .di ch!que speciale atttenzione me,ritano le seguenti: tifici e tecnici sia nei coa'si secon.dasi cotme<br />
0 ~ei anni. M'a anche 'entro questa f as,cia n) squilibrio tra xegiotn8e e neigio:ne d,e~llo .stesIso nei corsi universitari. S'olo la Spagna s'ernlimita,ta<br />
del,130bbligo che si aggira dai 6 p.aes,e nella d,istribuzione d'e.ll,e rko,rse ,gcola- brefiebbe Presentare una eccez,ione: iinfatti,<br />
agli 11-'12 ainn~i, il tasso di s~colaxiwazion~e stich'e; b) penuria di docentii; C) de- eolnsiderando il numero glob'a18e e la prom0,lt.o<br />
.sptess~o è b'en al di sotto dei li,v&i ,&i bole proip,o.rzio~n.e degli almai e s4,udanti che ~o'rzione degli studenti nelle discipline<br />
Paesi d'ell'Eurolp~a. Naturahente Lo soarto ri'escono a compi.ere i cor8s.i di studio con ~c~entifi'che e tecniche, sembrerebbe la pronei<br />
tassli di scOlarizzaz,i~one sii acceint,u,a mag- esito favorevole si,a nei corsi s,e,con,da,i.i .che pc'rzione di questi ultimi eS'sene rela'tivagiomentme<br />
nell'a fascia al di sopra deglsi un~i~ersitari.<br />
11 anni. fatto chse l'i~struzio~ne o~bbJi,gatcvria Squilib'ri regi,ona]i: la ,pluri,cl,ass,e con un<br />
melnte alta. Però, pa,s'sando a ccinsider,are il<br />
numero degli studenti e r faco'ltà, si n0t.a<br />
si arresti a'gli 11 o 12 ,anni nei pa,esi a d8ebol.e ss~l~o maestro è ,moneta corrente nelle zone Un eccessivo Inumero di a's'pirlanti-medi'ci,<br />
reddito introlducle una ptrdoada dirsparita tw rurali dei Palesi medi~terran~ei; nelle sit,ess,e il ch'e chiaris'ce clom8e un a'pparent:e equilil'in,s'egnament80<br />
~primmio e qu,el,lo seco,nda,fio, acne sono quasi co~mpletamen~te ,assenti le b'ri~ globale sia invece un s~o~stanzial~e sqa,ied<br />
un'a b,ruslca flession~e nei tassi di s,colar,iz- sc,uole ,s,econ,dxi~e, gen,walme~nrte concatrate librio. Nella istruzione tecnica e profes,siozazion'e<br />
nel momento stes,so in cui gli alli,& nelle zon~e urb~ane. Per quanto anche altre ""le l'aumento annuale degli effettivi variecause<br />
d9o,rdine .so,ciial,e e cultur~le intereor- rà tr'a il 5% della Turchia a il 10,476 in<br />
(2) 11 29 aprile 1964 l'obbligo scolastico è<br />
stato pr-olungato fino a 14 anni in Spagna, sicché<br />
il ciclo completo dell'istruzione primaria<br />
risulta esteso a otto anni in luogo di<br />
Grecia, un decreto del 1964, che stipula l'insiegnamento<br />
obbligatorio per almeno nove anni.<br />
sancis~ce altresì la decisione di applicare la<br />
gratuità dell,insegnamento a tutti i livelli ddl'educazione<br />
dalle elementari ali'università.<br />
rano, questa di per sé è sufficiente a @egar,e<br />
il fatto de]l'ineguale soci,al,e C'ir'ca quan'to riguarda l'i'struzion,e primaria,<br />
l'aum'elnto<br />
de1,le po,ssibilità ch,e si o,ffrotno ai ra'gazzi n~eleffettiv'i<br />
preveldi'bile<br />
~1"intraprend~ere gli studi.<br />
è relativamente debole nel compless,~, is,alvo<br />
~ , ~ f degli i ~ i oilgmici ~ ~ ~ do,cmii: , ~ è piarti- in Turchia dove il tasso di natalità permane<br />
colarmmt,e notevole nellle s~cuole s'ecolndarie molto elevato e dove, più che altsove, è<br />
e s,weriori ted è la causa prri'ma d8el,lo s~careo necessari~o incrementare il tassio di scol'ariz-
luglio-agosto 1966<br />
zazione primaria. Al contrario sono preve-<br />
di~bili nell'istruzione tecnica e professionale<br />
tassi di ac~crescimento molto rapidi, nel-<br />
l'ordine de11'8-10%. L'incremento dei qua-<br />
dri docenti selgue press'a poco lo schema<br />
dell'incremento della scolariizzazione, mal-<br />
grado notevolli differenze da palese a paese<br />
e tra i diversi ordini di istruziolnte. Per<br />
esempio, in Grecia e in Italia il progettalto<br />
aumento di maest1.i elementari è in rap-<br />
porto al miglioramenlto del numero di sco-<br />
lari per maestro; cioè alla diminuzione del<br />
numero di alunni per ogni classie, o per<br />
sezione di classe; per contro nel Portogallo,<br />
in Spagna e in Jugoslavia l'incremento<br />
del numero dei professori nell'istruzione<br />
superlore è interamente attribuibile all'au-<br />
mento del numero degli studenti (ed è pre-<br />
vedibile altresì un deterioramento del rap-<br />
porto numerico di studenti-professori, cioè,<br />
nonostante l'aumento di questi ultimi, il<br />
loro numero sarà insufficiente pier l'inlcre-<br />
mento maggiore degli studenti.<br />
Circa quanto riguarda l'edilizia scalasti-<br />
ca, l'Italia e la Turchia dovranno allesture<br />
per l'istruzione primaria e secondaria una<br />
capacità di aule per oltre 5 milioni di<br />
alunni; la Spjagna per 2,5 milioini, Gneclia e<br />
Portcgallo per circa 700 mila ciascuna, la<br />
Jugoslavia per un milione e mezzo. In que-<br />
ste cifre sono contemplate anche le soisti-<br />
tuzioni di edifici vecchi ed inadatti.<br />
Si può avere un'idea dello sforzo che i<br />
Sei Paesi mediterranei sono chiamati a sto-<br />
stmere entro il 1975, dalle seguenti cifre<br />
globali.<br />
istruzione primaria: alunni da 15 milioini<br />
nel 1960 a 20 milioni nel 1975; maeskri da<br />
490 mila a 730 da.<br />
Istruzione secondaria: alulnlni da 4,3 mi-<br />
liolni ad oltre 10 milioni; profesisori da 270<br />
mila a 650 mila a tempo pieno.<br />
Istri~zione superiore: studIatii d)a 560 mi-<br />
la a 1.100.000; professori da 29 mila, dei<br />
quali molti a tempo parziale, a 75 mila a<br />
tempo fleno.<br />
Per cons~eguire l'espansione quantitativa<br />
auspicata e il miglioramento qualitabivo<br />
nell'insegnammto, le spieae dovranno essiere<br />
triplicate o quadruplicate. Espresse in frazioni<br />
di proldotto nazionale lordo, queste<br />
spese pass'eraano, durante il pwiod'o del<br />
pi'ano, da 2,1 a 3,2% in Grecia; 'dal 4,3 al<br />
7% in Italia; dall'1,8 al 4,6% in Po'rtagallom;<br />
da#ll'1,8 al 4% in Spagna; dal 3,7 al 4,7%<br />
in Turchia; dal 3,8 ,al 5,276 in Jugaslavi'a.<br />
E' .evidente che sosno stanziam8en:ti molto devati,<br />
se si ti'ene conto del fatto che tutta<br />
la cma dellJOiCSE, nel 1960, ha consacrato<br />
iln m~ed~ia all'i~struzime un 4% del prodotto<br />
nazi'onale lolrdo.<br />
L'edilizia scolastica in Italia<br />
Da quanto è stako brevemente traciciato a<br />
proposito del Piano Regionale RZediterraneo,<br />
la situazione italiana è partecipe dello srbato<br />
di fatto comune alla regione meditemaaea.<br />
Pero guardiamoci un po' dentro e, per quel-<br />
lo che ci riguarda più da vicino, dolbbiamo<br />
avere i1 coraggio di sapere ammettere anche<br />
il perché delle nostre deficienze. E' vero<br />
che lo spirito dei tempi e la limitatezza<br />
ddle dottrine, in questo ultimo seco~lo, co-<br />
me abbiamo ~acommato d'inizio, hanno por-<br />
COMUNI D'EUROPA 9<br />
continuano a moltiplicarsi le iniziative nel quadro del gemellaggio tra Treviso e Orléans.<br />
Kelle foto: la delegazione Orleanese ricevuta nel Salone dei Trecento a Treviso e in visita alla<br />
scuola professionale provinciale di Lancenigo; l'inaugurazione della Y Rue Dante Alighieri » a<br />
Orléans, alla presenza delle autorità locali e della delegazione trevigiana, guidata dal Sindaco<br />
Marton.<br />
tato a concentrare il massimo dello svilu~ppo un secolo dall'unità, e dopo altre ubbriaca-<br />
solo in alcune regiolni; è vero che, in ìinea ture di miti, questo civilissimo Paese, patria<br />
generale, tutti i paesi europei hanno cre- del diritto, culla di antisti, di scienziati, di<br />
duto generalizzati e diffusi la loro potenza navigatori, di trasmigratori, di santi e di<br />
eld i81 .lor'o sviLuppo so'l perché una parte eccetera eccetena, lanoora oggi 1966, que!sto<br />
- spess)o minoritzria rispetto al resto del civilissi~mo Raesle vanta il posto civile pri-<br />
paese - ena sviluppata al massimo e dtive- vilegio di contare oltre quattro milioni di<br />
niva competitiva con le altre negiani iper- anailfabeti strumentali, 1'8% della popola-<br />
sviluppate degli altri Paesi e da ciò si gene- zione! Ma quanti sono colmo che si illudono<br />
rava la sinéddoche dello Stato-naWme, cioè di non esserte analfabeti e sfuggono alle sta-<br />
l'estensione dei caratteri di sviluppo di una tistiche perché sanaio compitare una firma<br />
parite a tutto il territorio. Però dobbiamo più o meno sgangherata?<br />
pure ammettere che 11 nostro tradizionale I miti hanno, nella laro illogicità ed irra-<br />
triangolo era ben poca cosa rispetto alla zionalità, una ferrea logica: Sanno smar-<br />
Riuhr, alla regimie parigina! Eppure .ci siamo<br />
sanplne piccati di essere una grande po-<br />
tenza D ed abbiamo stro~mbazzato al quattro<br />
venti come realtà di fatto ciò che era stata<br />
una politica invemzione bismarchiana, di<br />
quel maestro nel co~mplicato ed instabile<br />
gioco dell'equilibrio di potennue in Europla.<br />
Le ambizioni ddle nostre classi politiche<br />
e dirigenti (almeno fino a quando è sem-<br />
biriato che siamo rinsaviti!) sono statie s a -<br />
pre caratterizzate, in linea generahe, da<br />
exploits da grande potenza, ma la ~ealtà<br />
efEettuale è stata sempre ben diversa. Basti<br />
ricordare che dal 1861 al 1900, cioè nei<br />
primi quarant'anni della nostra vita nazio-<br />
nale unitaria e nell'a~co di tempo al cui<br />
vertice si isitua l'invenzione dteli'ltalia<br />
« grande potenza », in questi 40 anni 10 Stato<br />
rke il senso della realtà e l'orientamemto<br />
della verità.<br />
« Un itinerario attraverso il nostro Paese,<br />
che avesse come scopo la conoscenza delle<br />
situazioi~i scolastiche, sarebbe assai istrut-<br />
tivo. Nelle opere compiute e più ancora<br />
neille misere condizioni in cui si trova la<br />
Scuola italiana, si potrebbe Leggere meglio<br />
ancora che in un libro di storia D. E' una<br />
amara, ma fondatissima considerazione che<br />
Ferldiiando Isabella esprime in una delle<br />
paghe del suo libro L'Edilizia Scolastic«.<br />
in Italia - Precedenti e prospettzve, edito da<br />
La Nuova Italia m, con ~>riefazime di Tri-<br />
stano Codignoil~a.<br />
In sostanza Isabella, con questa sua cm-<br />
statazione, sembra auspicare che altri fac~cia<br />
ciò che egli stesso in realtà ha egregia-<br />
mente compiuto: un'originalissima storia<br />
italiano è stato capace di costniire sddaniko d'Italia, interpretata attraverso le statisti-<br />
29 aule scodastiche in Calabria, nella rei- che s~colastiche e attraverso Le leggi che sono<br />
gion~e cioè che ha sempre presentata le più state emanate per la Scuola dal 1859 (leg-<br />
alte puntie di analfabetismo. Ed oggi, dopo ge Casati) od oiggi.
1 O COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1966<br />
-<br />
-<br />
Chi conosce l'Autore s'a che da oltr'e<br />
20 anni, cm l'otstinata tenacia dei Lucani,<br />
si è dsedicato ai problemi dell'edilizia scolastica<br />
in Italia, tantto da es,sere fra i più<br />
qualificati specialisti del1 nostro Pa.we. Lla<br />
C~cmmissione Parlamentare di indagine sulle<br />
condizioni della S8cuol'a in Italia deve<br />
all'olpera ed al contributo determinanti di<br />
Ferdinando Isab'ella, cui 'era affidata la prtesidenza<br />
della sottocommis.sion~e per l'edilizia<br />
s'colastica, ce ha po'tuto puntual,izzar'e con<br />
scientifica pseris,io'ne e con rkaltante efficacia<br />
una realtà colsì intricata e deli'cata<br />
del~l~a nostra vita nazio'nale.<br />
L.a prima parte d'e1 volume rigua,rda,<br />
dunlque, quello che potremmo definire l'analfamb'e~tismo<br />
civile di tanta parte della nostra<br />
classe dirige~nte e politica dall'unità in poi,<br />
fino al 1946. E' una i,nterpretazione che iclcaturis'ce<br />
di cons'e~guenua e sulla ba.se dell'a,nalisi<br />
s'cilentifica ed equilibrat'a de~lle stetistich'e<br />
,e delle leggi, nc~nché. d'ella cmon,siderazione<br />
i,n cui i. s~tata tenut,a la s~cuuola. A coinferma,<br />
bastembbe ricordare come, f'ra tutta<br />
la eletta schiera di rneridion,alisti ch,e hanno<br />
illustrato, non certo indegnamente, il predetto<br />
erio odo, solo tre si sono preoccupiati<br />
delle condizioni della scuola in rapporto all'evoluzione<br />
del Mezzogiorno: Nitti, Salvemini<br />
e Umberto Zanotti-Bianco. Ma non è<br />
tutta una riflessione di ordine etico-politico,<br />
bensì è esplicitamente analizzata il risultato<br />
di certe leggi il cui unico intento sembra<br />
essere stato quello di essere scritte e promulgate,<br />
ma non di poter essere eseguite.<br />
E l'Autore rico~da la inlanità, o quasi delle<br />
leggi che affidavano ai Poteri locali l'iniziativa<br />
per la costruzione degli edifici scolastici,<br />
ma nan indicavano quando e come i<br />
Poteri locali avrebbero potuto reperire i<br />
mezzi per far fronte alle spese. E il ri~sultato<br />
non poteva essiere che uno solo: Miliano,<br />
Torino, Genova potevano costruire qualche<br />
edificio scz~lastico, il resto dell'It*alia e l'Italia<br />
Meridionale soprattutto vedevano crescere<br />
il numelro degli analfabeti o al massimo di<br />
qualche aula di fortuna. Anzi è meraviglia<br />
se, confrontando un simile andazzo di cose<br />
col numero degli analfabeti nelllItalia Meridionale,<br />
le nostre regioni oggi contino un<br />
numezro di analfabeti che - rebus sic stantibus<br />
- dorvrebbe essere molto, ma molto<br />
più elevato!<br />
Infatti, alla fine della prima guerra mondiale,<br />
con l'annessione delle regioni già sotto<br />
sovranità del tramontato impero austroungarico,<br />
si deve constatare che il rappo~to<br />
tra popolazione e aule scolastiche nel Trenti~no-Alto<br />
Adige e in Venezia Giulia era a<br />
livello quasi ottimale, distanziando di parecchie<br />
lunghezze il rapporto di tutte le altre<br />
regioni italiane, ivi compreso il tradizionale<br />
triangolo industriale. Altro che gran~de potenza,<br />
altro che colli fatali di Roma e baggianare<br />
consimili!<br />
La seconda parte del volume è la realtà<br />
di questi ultimi vent'anni, dal 1946 ad oggi.<br />
Senza dubbio molto si va facendo e si è<br />
fatto, ma ciò avviene soprattutto sotto la<br />
spinta di influenze esterne, per la pressione<br />
dei settori economici che, in conseguenza<br />
dell'espansione, reclamano tecnici e lavoro<br />
ben qualificato e perciò con una buona preparazione<br />
di base. Eppure (questa è una<br />
nostra constatazione) chi sta nella scuola<br />
ricorderà certamente che nel 1947 (vient'ami<br />
fa!) l'allora ministro della Pubblica Istruzione,<br />
Guido Gonella, diramò un'inchiesta<br />
sulle condizioni e sugli orientamenti ddla
luglio-agosto 1966 COMUNI D'EUROPA<br />
scuola in Italia. Ciò fece supsorre che ma- apparsa negli annali della scuola italiana per se allo stato attuale e per una qualsiasi<br />
turassero i tempi per riformare la scuola l'attuazione di un efficace programma di edi- ragione ne sta fuori, altrimenti verrebbero<br />
Altre inchieste ed altre inizia- lizia scolastica, e vi affianca la ricerca dei frustrati i fini da raggiungere che sono<br />
tive da allora si sono succedute fino al 1962.<br />
I1 risultato è stato i1 sostanziale immobilimezzi<br />
e i tempi di attuazione in una visione<br />
originale e modernamente valida anche<br />
quelli del 100% di frequenza quantitativa<br />
nelle scuole primarie, il massimo di apertura<br />
smo, in quanto non si può dire che i1 pcco dal punto di vista urbanistico. e di incremento nelle secondarie e nell'unirealizzato,<br />
col frammentarisma che lo carat- La del volume però supera i fini versità e, dal punto di vista qualitativo, la<br />
terizza, risponda ad un concetto di autono- immediati per i quali è stato scritto e sug- sempre più accentuata riduzione della dima<br />
ispirazicine per una soluzione, sia pure gerisce alcune conclusioni che ci sembrano spersione, fino a livelli trascurabili che dograduale,<br />
ma in funzione solo dei bisogni essere un rilevante contributo alle d3ttrine vrebbero dipendere, in una situazione ideale,<br />
della Scuola e dell'effettivo riequilibrio strut- dello sviluppo. esclusivamente dalle capacità pirsonali deturale<br />
quantitativo e qualitativo dell'insegnamento<br />
in ogni ordine e grado Ed infatti<br />
ncn psssiamo negare che quando, nel dicembre<br />
1962, se la memoria ncn falla, è stata<br />
istituita la scuola media unica, i1 paese,<br />
l,opinione pubblica, i quadri do,centi, nonostante<br />
la costituzionale dell,obbllgatorietà<br />
scolastica per otto annJ, esistesse da<br />
1) Definitivo tramonto e colpa di grazia<br />
alle teorie che stimavano e tuttora stimano<br />
investimento sociale, quasi sinonimo di improduttivo,<br />
le spese per l'istruzione. E' vero<br />
che detti investimenti, allo scadere dell'anno<br />
finanziario, non dànno un congruo dividendo<br />
Ma la scuola, quantitativamente e qualitatigli<br />
individui e giammai dalle possibilità obbiettive<br />
della situazione generale. Perciò<br />
occomerà fissare pier ogni classe d'età scolare<br />
quale dovrà essere il valore ottimale<br />
del tasso di scolarizzazione e, di conseguenza,<br />
seguire una politica scolastica tale che assicuri<br />
regolari frequenze corrispondenti al<br />
tasso stabilito Il fattore edilizio ha il suo<br />
quindici anni, nonostante le tonnellate di Vamente produce, 'la pure a lunga notevole peso n.<br />
carta per polemiche ed ci<br />
sost~anzialmente trovati difronte ad una improvvisazione,<br />
difronte ad un vino nuovo<br />
che veniva messo in otri è<br />
ncstr0 intento Criticare la legge istitutiva<br />
della scuola unica, anche se ci vien<br />
fatto chiedere cosa significhino quelle 0sscadenza,<br />
capitali di capacità, di iniziative,<br />
di preparazione e di umane<br />
se è possibile, fino ad oggi,<br />
computare in termini di valore venale O<br />
stimare in di logica hanno<br />
un rilevante valore invisibile che il pr7-<br />
Sesso tecnicO-scientificO renderà sempre più<br />
Lo sviluppo de1l'istruzione non può essere<br />
avulso da tutto un complesso contesto di<br />
coordinamento dell'attività generale che, per<br />
l'Italia, deve inquadrarsi nella visione<br />
comunitaria, cioè in funzione non solo degli<br />
obbiettivi del17unione doganale, ma<br />
servazioni scientifiche affidate al professore<br />
di matematica o al farmacista (nel comunelli)<br />
e come si possono fare simili esservazioni<br />
quando, quasi ovunque, manca un<br />
minimo di idonea attrezzatura Non abbiamo<br />
intenti legge, soprattutto<br />
perché colnsun'tivo di questo<br />
primo per di individuardeterminante<br />
a tutti i livelli ed in tutti i<br />
settori dell'attività umana. Dove infatti la<br />
scuola è carente, notevoli e a diversi gradi<br />
si avvertono gli squilibri economici, sociali<br />
ed umani<br />
2) Come il Myrdal ha teorizzato l'esistenza<br />
di una causazione circolare, di cause e di<br />
effetti cioè che si cumulano in senso sempre<br />
dalla fomazione di un mercato e della<br />
ristrutturazione del territorio della Comunità<br />
e quindi di una politica di sviluppo regionale.<br />
Sarebbe infatti quasi vanificante una espansione<br />
globale, imperniata cioè quasi esclusivamente<br />
sul dinamismo delle regioni più<br />
favorite, pwché, a lungo andare, per l'esistenza<br />
di vaste regioni e pop~olazioni in varia<br />
ne pregi e difetti. ritornando tema<br />
nostro argomento* quanta parte<br />
più favo~evole dove già si è economicamente<br />
favoriti ed in senso relativamentn sempre più<br />
misura sfavorite (intorno alla metà della<br />
Comunità), l'espansione stessa delle zone più<br />
di ha avuto<br />
immobilismo della scuola in questi ultimi<br />
ven't'anni e quanta parte vi influisce oggi<br />
sfavorevole dove si è economicamente sprovveduti,<br />
sicché il divario tra i due oTdini tende<br />
ad aumentare con progressione quasi geodinamiche<br />
verrebbe ad esserne infrenata e<br />
costretta essa stessa al declino ed alla maggiore<br />
vulnerabilità delle fluttuazioni ciclidisorientamento<br />
e improvvisazio- metrica, così dalla esposizione della serrata che, che si trasformerebbero facilmente in<br />
ne media unica<br />
analisi e dai dati conte?uti nell'opera di crisi strutturali. Di qui la necessità di una<br />
fazioso Scuola privata o Scuola dz Stato?<br />
Isabella si evince la stessa causazione cir- politica regionale di sviluppo e quindi di<br />
con le relative ipocrite fwberie e fraudocolare<br />
a processo cumulativo anche nel set- interventi e di spesa pubblica e di investi-<br />
12cnze cui abbiamo avuto la mala ventura tore sviluppo scolastico.<br />
di assistere in questo lasso di tempo? E non<br />
menti che sono in rapporto alle prevedibili<br />
3) E7 dimostrato, inoltre, che lo svl~uppo risorse da disporre a scadenza ed in funsono<br />
mancati e non mancano a tutti i livelli<br />
i veliti incoscienti, gli astati pseu~o-giuri~lci 0 il sottosvilupipo economico e il livello quan- ~jone degli obbiettivi da conseguire. Ciò<br />
e la cavalleria dei che hanno titativo e qualitativo della scuola sono ter- comporta una scelta e, nell'ambito delle<br />
s~codellato e vanno scodellando mini interrelati nel determinare una dats s@elte che sono condizionate dalle risorse,<br />
e sofemi per stirare sul letto di procuste<br />
la letteria e lo spirito della Costituzione, peressa<br />
ptGSsa giungere con una<br />
un~ghia del piede o coln un caplello ad offrire<br />
l'appiglio al gancio della faziosità!<br />
I1 dilemma potrebbe essere una salutare,<br />
dinamica gara qualitativa, ed a guadagnarci<br />
sarebbe i1 cittadino-soolaro. Ma ahimé! è<br />
sempre mancata e continua a mancare una<br />
superiore ispirazione di sintesi e non sappiamo<br />
quando questa sintesi feconda potrà<br />
spriz~are in Italia. Fin quando ciò che dovreb~be<br />
essere un mezzo continuerà ad essere<br />
fine, a quando l'interesse generale<br />
Paese continuerà ad essere strumentalizzato<br />
dalle fazioni ncn vediamo come la classe<br />
politica potrà superare se stessa, né vediamo<br />
comle gli uomini che sono impegnati nella<br />
scuola, data la situazione attuale e salvo<br />
qualche rara eccezione (che sembra più costituire<br />
edifilcazione per i posteri che orientamento<br />
per i viventi) potranno supware<br />
se stessi, mentre continuano ad interpretare<br />
11 ruolo dei polli di Renzo: si beccano l'un<br />
situazione di crescente sviluppo o di depresione<br />
in una regione considerata<br />
9 Per l'attuazione di un programma di<br />
sviluppo o di riequllibrio dello svl~uppo occorre<br />
dare priorità assoluta e consacrare una<br />
importante frazione del reddito nazionale<br />
lordo agli investimenti per la scuola. Determinata<br />
la situazione in atto, fissati i<br />
possibili livelli ottimi di una situazione di<br />
riequilibrio che si desidera conseguire in<br />
rapiporto alle previsioni generali delle sviluppo<br />
globale, la differenza fra i due termini<br />
fornisce il dislivello quantitativo che occorre<br />
colmare con gradualità costante entro il periodo<br />
stabilito, a seconda del prevedibile<br />
ritmo di incremento del reddito nazionale<br />
11 tipo o i tipi di scuola da istituire, in<br />
funzione dei prevedibili bisogni. forniscono<br />
i termini qualitativi.<br />
5) 11 fabbisogno dell'infrastruttura scolastica<br />
e dei quadri docenti e dei se~izi non<br />
è da intendere in base alla ~opulazione 'Zenericamente<br />
frequentante secondo un indice-<br />
Si impone la priorità degli obbiettivi da raggiungere<br />
e quindi degli investimenti Questo<br />
in fondo e ridotto ai minimi termini sarebbe<br />
il concetto della proprammazione, La<br />
grammazione, per risultare efficace, abbisognerebbe<br />
di una larghissima omogeneità di<br />
intenti sia tra le popolazioni come nella<br />
classe politica e dirigente, quindi deve essene<br />
articolata, cioè deve s<strong>org</strong>ere dal basso,<br />
configurarsi nella realtà delle esigenze e<br />
dei bisogni lacali che via via si coordinano<br />
e si integrano nel quadro della regione,<br />
nel quadro nazionale e comunitario attravemo<br />
una feconda dialettica di responsabilità<br />
reciproche e oomplementari, tra l'uno e il<br />
molteplice. Uno dei punti fondamentali è<br />
perciò rappresentato dalla esatta ed approfondita<br />
esplorazione conoscitiva delle risorse<br />
disponibili e valorizzabili e<br />
dei bisogni che restano da so)ddisfare in zone<br />
economicamente il più possibile omogenee.<br />
Altro punto fondamentale è la ristrutturazione<br />
dei poteri locali ~erché essi possano<br />
adempiere, in condizioni comparabili di equil'altro,<br />
comle sovente accade tra compagni media degli ultimi anni trascorsi, ma di librio rispetto ai grandi centri urbani. alle<br />
di sventura. tutta la popolazione in età scolastica secondo megalopoli, alla funzione basilare dei com-<br />
Nella terza parte del volume, ~ ~ ~ gli d indici i di ~ incremento ~ ~ prevedibili d ~ della piti tradizionali e nuovi che la situazione<br />
Isabella, dopo lTesatta diagnosi, avanza la popolazione. Quindi bisognerà computare la richiede<br />
più meditata e realistica terapia fin'ora popolazione scolastica sia se frequenta sia E' un problema complesso innanzi tutto<br />
11
ibadire e conseguire la più efficace auto-<br />
nomia dei poteri locali e nel contempo inse-<br />
rirla in un quadro di corresponsabilità e di<br />
partecapazione all'insieme. Occorre inoltre,<br />
come è stato osservato su queste colonne<br />
nel numero del novembre 1965, che questa<br />
autonomia risponda effettivamente ai biso-<br />
gni e alle tendenze delle odierne società<br />
locali. Perciò, senza svalutare o sminuire<br />
« il valore storico, psicologico del Comune<br />
tradizionale », occorre verificare in concreto<br />
ciò che questo Comune può fare e ciò che<br />
non può fare; e ciò che invece potrebbe fare<br />
o contribuire a fare se una parte del suo<br />
potere e della sua autionomia fossero eser-<br />
citati insieme ad altri Comuni. Esistono<br />
obbiettivi che per essere conseguiti attra-<br />
verso l'effettiva e concreta funzione demo-<br />
cratica del potere locale, supera le possi-<br />
bilità dei piccoli Comuni, sicché la funzione<br />
democratica locale per essere efficace deve<br />
collocarsi in uno spazio compreso tra il<br />
piccolo Comune e la regione. E' questione<br />
perciò di concreta democrazia di base e non<br />
di astratta legittimità democratico-comuna-<br />
listica. Che se ne farebbero i cittadini della<br />
fwmalmente completa autonomia del proprio<br />
Comune se questa risultasse una finzione<br />
dell'autonomia?<br />
E' su questo argomento che bisogna ap-<br />
profondire e chiarire tutti gli aspetti del<br />
problema ed occoTre avere presente che, se<br />
non si creasse un adeguato ed efficace con-<br />
trappeso economico-urbanistico alle metro-<br />
poli, salvo rane eccezioni, i piccoli Comuni<br />
continuerebbero al massimo a funzionare<br />
come vivai di energie umane che l'urbane-<br />
simo fatalmente depau~ererebbe e, quan-<br />
d'anche non si riducessero alla stregua delle<br />
città morte, sarebbero pur sempre in una<br />
situazione di perenne declino, in una spirale<br />
senza fondo. In altre parole, vierriebbe com-<br />
pletamentie frustrata qualsiasi politica di svi-<br />
luippo, perohé mancherebbe un'adeguata e<br />
moderna struttura urbanistico-economica ca-<br />
pace di trasformare e valorizzare gli aiuti<br />
esterni e gli incentivi in autonomo sviluppo<br />
in tutti i sensi.<br />
Da questa esigenza complessa trae origine<br />
il concetto del Comprensorio che altri pre-<br />
ferirebbe chiamare circondario Cosa do-<br />
vrebbe essere il Cotmprensorio: un rag-<br />
gruppamento di Comuni e di popolazioni<br />
intorno ai 100 mila abitanti, nell'ambito di<br />
una zona territoriale iJ più possibile omo-<br />
genea che, valorizzata nelle infrastrutture<br />
e nei servizi, possa divenire una città-ter-<br />
ritorio nell'ambito del quale non manchi<br />
alcuna delle possibilità di sviluppo, di af-<br />
fermazione, di godimento di beni che offrono<br />
le città. Col vantaggio che mentre la grande<br />
città, con le sue congestionate polarizzazioni,<br />
offre il più delle vdte chimesici miraggi che<br />
si risolvono nei bidonvilles » di periferia,<br />
il Comprensorio, poiché è una città-territo-<br />
rio articolata, è a misura dell'uomo, nel<br />
senso che potrebbe offrire più visibili pos-<br />
sibilità di affermazione e contenuto più<br />
concreto all'esercizio democratico del citta-<br />
dino che non si sentirebbe molecola trascu-<br />
rabile nella polverizzazione delle grandi me-<br />
tropoli, né tanto meno entità negletta in<br />
uno sperduto comune110 continuamente de-<br />
pauperato.<br />
Com'è noto, da alcuni anni in Italia si<br />
fa un gran parlare di programmazione le<br />
cui linee, peraltro, sono state stabilite ed<br />
attendono la procedura per l'approvazione<br />
COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1966<br />
parlamentare. Senonché, com'è altrettanto<br />
noto, da un lato i1 rallentamento dello svi-<br />
luppo economico verificatosi nel biennio<br />
1964-65, dall'altro le vicende politiche non<br />
sempre chiare cui è stato dato di assistere<br />
tra la fine del '65 e l'inizio di quest'anno,<br />
hanno fatto sì che il disegno di legge non<br />
solo per effetto della recessione slittasse di<br />
un anno i1 periodo di applicazione (invece<br />
del 1965-69, andrà in vigore dal 1966-70),<br />
ma addirittura, a distanza di un anno esalto<br />
dalla sua approvazione in sede di Consiglio<br />
di Ministri, ancora non si è affacciato al-<br />
l'ordine del giorno del Parlamento.<br />
Non è nostra intenzione polemizzare per<br />
tale fatto. Anzi, oonsiderata la situazione, è<br />
probabile che quest'anno sia servito a più<br />
approfonditi studi, a più meditati esami e<br />
al diffondersi delle idee e degli orienta-<br />
menti. Perciò, quando sul finire dello scorso<br />
anno apparve il volume «Il Comprensorio di<br />
Soverato - Contributo sperimentale e meto-<br />
dologico alla programmazione nel Mezzo-<br />
giorno » edito da La Nuova Italia di Firenze,<br />
non potemmo che rallegrarci.<br />
Ed ancor più ci siamo rallegrati scorrendo<br />
le 339 pagine del testo - senza contare le<br />
cartine, le tabelle e la bibliografia - allor-<br />
ché siamo stati informati che l'iniziativa<br />
delle indagini, degli studi e delle conclusioni<br />
raccolti nel volume, erano i11 frutto della più<br />
attiva ed effettiva collaborazione tra un cen-<br />
tro di potere locale ed un gruppo di stu-<br />
diosi dell'Istituto per lo sviluppo dell'edilizia<br />
sociale (Ises). Collaborazione, è bene rile-<br />
varlo, che non si è risolta, come spesso<br />
succede, con l'interferenza del committente,<br />
ma con la piena indipendenza dei ricercatori<br />
e degli studiosi. Non è di poco momento<br />
un fatto del genere e sollecita una confor-<br />
tante speranza: comincia a proporsi un<br />
caso esemplare e forse a farsi strada pro-<br />
prio qui nel nostro Sud il senso civico della<br />
responsabilità dei pubblici poteri locali che<br />
desiderano operare le proprie scelte in base<br />
ad una obbiettiva conoscenza della situa-<br />
zione che li circonda. Inoltre questi stessi<br />
poteri si sono adoperati in tutti i modi per<br />
agevolare l'opera dei ricercatori, suscitando<br />
l'interesse, la simpatia e la collaborazione<br />
delle popolazioni e delle altre amminisrtra-<br />
zioni del Comwrensorio L'iniziatoire e l'ani-<br />
matore entusiasta ed instancabile dell'ini-<br />
ziativa è il Sindaco di Soverato; l'Istituto,<br />
come abbiam detto, è l'Ises, il gruppo dei<br />
ricercatori e degli esvlerti era quidato da<br />
Marcello Fabbri. Albino Sacco, Andrea Saba<br />
e Guido Cantalamessa Carboni.<br />
I1 valore intrinseco dello studio e delle<br />
ricerche trascende il limite del Compren-<br />
sorio piieso in esame e si propone a modello<br />
metsdologico di indagine e come concreto<br />
orientamento per altri studi analoghi o si-<br />
mili che si vorranno intrap~endere nel Mez-<br />
zogiorno. Infatti il Comrsrensorio di Soverato.<br />
per le sue caratteristiche. può essere deti-<br />
nito come «mediamente tipico e quindi rap-<br />
presentativo rispetto agli altri Comwrensori<br />
meridionali non investiti da interventi eso-<br />
geni di qrandi dimensioni ».<br />
Ciò non vuole affatto significare che lo<br />
studio sul Complimsorio di Soverato possa<br />
risultare av~licabile, per smvlice sovran-<br />
wosizione. ad altri Comprensori analoghi del<br />
Sud le situazioni locali non sono mai simili<br />
tra loro e varie sono le caratteristiche eco-<br />
nomiche. politiche ed umane da 7ona a zona,<br />
anche se tutte sono riferibili ad un gruppo<br />
di dati generali che fanno da denominatore<br />
comune.<br />
Ecco alcuni dati del Comprensorio; Comuni<br />
consideiiati nel Comprensorio: n. 28,<br />
dei quali 4 in montagna, 18 in collina e<br />
6 in wianura<br />
Popolazione complessiva del Comprensorio:<br />
al censimento 1951: residente 91.713,<br />
presente 86813; al censimento 1961. residente<br />
87.447, presente 79.976; decremento nel<br />
decennio: residente - 4,7%, presente - 7,9%<br />
e ciò nonostante l'incremento delle nascite<br />
che sembra essere ~tato in media del 2%<br />
all'anno. Di questi 28 Comuni: 8 non hanno<br />
farmacia, 18 sono sprovvisti di rete fognante,<br />
26 mancano di fontana pubblica.<br />
I1 93,5% delle famiglie abitano in un solo<br />
vano inidcneo. Credo che basti..<br />
La realtà del Mezzogiorno e della Calabria<br />
in particolare è sconfortante. I1 Comprensorio<br />
di Soverato nel suo insieme non<br />
sfugge a questa realtà, anzi ne rappiresenta<br />
un clampione medio. Gli aiuti dall'esterno<br />
non basteranno a vitalizzare tutto il Mezzogiorno,<br />
sia perché - per quanto ingenti -<br />
non sono sufficienti al confronto dei bisogni,<br />
sia perché non vi può essere spieranza di<br />
successo, e perciò di preliminare continuità<br />
nel processo dello sviluppo, se manca l'impegno<br />
degli uomini, delle popolazioni di<br />
tutto il Sud a valorizzare se stessi e tutte<br />
le risorse disponibili per il proprio autonomo<br />
sviluppo. Orbene lo studio dell'Ises è ancora<br />
esemplare perché ha saputo individuare e<br />
porre in evidenza delle possibilità concrete<br />
e come la popolazione, nonostante i mali<br />
atavici del chiuso mondo che la circonda e<br />
la condiziona, nonostante i limiti di vedute<br />
sbarrate da secolari pregiudizi e tradizioni<br />
inerti, nonostante ancora l'emorragia dell'emigrazione<br />
continua, non è affatto disinteressata<br />
ai problemi del proprio ambiente,<br />
non si fa illusorie sweranze, ma tanto meno<br />
si chiude in una fatalistica rassegniazione.<br />
E non è cosa da poco un dato di fatto<br />
così fondame~ntale, soprattutto perché si sfa-<br />
tano tanti « romanzi antropologici » fioriti<br />
intorno alla pretesa inferiorità degli uomini<br />
del Mezzogiorno, i quali necessitano solo di<br />
concrete e definitive rotture che li aiutino<br />
a liberare auellle compresse energie che tutti<br />
i meridionali, come ogni uomo, sanno espri-<br />
mere sol che si abbia un minimo di possi-<br />
bilità su cui far leva.<br />
E' ovvio che è un processo lento: proba-<br />
bilmente impegnerà il giro di qualche gene-<br />
razione per penetrare cawillarmente e vivifi-<br />
care i più reconditi tessuti del fattore umano<br />
d.1 Mezzogiorno E' scontato in partenza<br />
che questo sarà l'impeono più defatigante,<br />
perché la mentalità ed il comportamento<br />
umani sono i più lenti ad evolvere in questi<br />
tempi caratterizzati dai rapidi mutamenti<br />
che il progresso tecnico-scientifico orni<br />
giorno sottonone ed impone alla nostra vita.<br />
Ma tutto ciò non deve minimamente - anche<br />
nei momenti di più acuto sconforto - rivor-<br />
tare alla ribalta pessimismi deterministici<br />
e teorie nseudo-scientifiche che, come non<br />
hanno mancato di influenzare nel passato<br />
uomini non certo sprovveduti. così anche<br />
oeoi wroiettano il sospetto deila loro ombre<br />
prowrio in alcune narti della terminologia<br />
espositiva e dei giudizi dell'indagine sul fat-<br />
tore umano nel Comprensorio di Soverato,<br />
settore - per molti aspetti degno di atten-<br />
zione - dovuto a Guido Cantalamessa Car-<br />
boni.
luglio-agosto 1966<br />
&W&.<br />
E' doveroso documentare questo nostro<br />
smpetto. Innanzi tutto il titolo del capitolo<br />
VI1 Analisi antrop~ologica fa supporre ncln<br />
già che l'Autore abbia studiato le caratteristiche<br />
morfologiche, fisiologiche oltre che<br />
psicologiche della popolazione del Comprensorio,<br />
ma che abbia adottato la terminolo'gia<br />
anglo-fran'ces'e che design~a somtt'o la com'une<br />
d-enominaziolne di « antropologia » l'etnografia<br />
e l'etnologia fuse insieme, anche se Cantalamessa<br />
ne escludte l'antropologia fisica,<br />
l'archeologia e la linguistica. Nulla di male:<br />
bastla intendersi sul significato delle parole.<br />
Se ciò è vero, probabilmente è da arguir?<br />
che l'Autore consideri - magari preterintenzionalmente<br />
- la popolazione di Soverato,<br />
specifica~mmte, e quella meridionale per ana-<br />
logia estensiva implicita, come « popolo vi-<br />
vente allo stato di natura », Naturvolker.<br />
Infatti, secondo quanto suggerisce il Tisch-<br />
ner (3), per quanto in senso etnologico per<br />
«popoli » si « intendano tutti i popoli ed<br />
anche le unità nazionali minori come le<br />
tribù, tuttavia, per una consuetudine dettata<br />
da motivi pratici e da altre ragioni, l'inda-<br />
gine etnologica si occupa di preferenza dei<br />
popoli viventi allo stato di natura che sono<br />
meno complessi e perciò più accessibili alla<br />
ricenca ».<br />
Conferma alla nostra supposizione ne « I1<br />
Comprensorio di Soverato » è r.ecata dal<br />
Cap. VI11 « L'a testimonianza della popola-<br />
zione » che fornendo una « selezione dei<br />
documenti antropologici prodotti dalla ri-<br />
cerca intensiva sul campo » - come spiega<br />
la no'ta -, su 450 testimonianze (o giù di lì),<br />
non poche portano anche la definizione di<br />
B atteggiame~nto pre-logico », definizione, che<br />
nella selezione è attribuita soltanto ad una<br />
trentina di documenti (e perciò di persone<br />
intervistate), ma che nel prospetto dell'in-<br />
tervento culturale poi viene estesa a tutta<br />
la popolazione come C atteggiamento collet-<br />
tivo ».<br />
A parte il fatto che anche metodololgica-<br />
mente ci pare poco ortodosso, sia pure in<br />
una indagine per campione, l'estendere gra-<br />
tuitamente a tutto un complesso un carattere<br />
che non è distintivo nemmeno di una parte<br />
di esso, pare che il Cantalamessa sia incorso<br />
in una solenne cantonata. senza rendersene<br />
conto, forse.<br />
In che cosa consiste la teoria del pre-<br />
Logismo. è presto detto.<br />
Lla teoria del prelogismo fu avanzata agli<br />
inizi di questo secolo dall'etnologo francese<br />
Lucien Lévy-Bruhl. Studioso dell'Africa.<br />
egli, uomo europeo, come tutti gli earopei del<br />
suo tempo, salvo rane eccezioni, non riusciva<br />
a rendersi conto delle concezioni sulla vita<br />
e sul mondo degli Africani. Se si pon mente<br />
al prometeico e superbo ambiente politico<br />
e culturale europeo che ha caratterizzatn<br />
quel periodo e l'eurocentrismo che ne pro-<br />
mamava, diviene per molta parte compren-<br />
COMUNI D'EUROPA 13<br />
-<br />
ratterizzante cioè un pensiero che non si<br />
preoccuperebbe della contraddizione interna,<br />
un pensiero per il quale «gli oggetti, gli<br />
esseri, i fenomeni possono essere, in un<br />
modo incomprensibile per noi, se stessi ed<br />
altra cosa che se stessi ad un tempo ». La<br />
teoria è ripresa e rielaborata successivamente<br />
nel volume L'&me prtmzttve, del 1927, che<br />
Guido Cantalamessa Carboni ha consultato<br />
e che cita in nota come fondamentale per<br />
gli studi psico-culturali prelogici e la fun-<br />
zionalità esistenziale del prelogismo Però<br />
Guido Cantalamessa Carboni (poiché solo<br />
da qualche anno questi lavori sono stati<br />
tradotti in Italia dove sembrano avere un<br />
carattere di novità) non è informato che<br />
L. Lévy-Bruhl, alla fine della sua vita, per<br />
più maturi ed approfonditi ripensamenti ed<br />
indagini e tesaurizzando quanto la realtà<br />
scientifica era andata dimostrando, ripudiò<br />
la teoria del «prelogismo », fornendo in tal<br />
modo un raro esempio di probità scientifica.<br />
Infatti nei Cahiers, pubblicati postumi, si<br />
chiede come mai egli avesse potuto soltanto<br />
immaginare una ipotesi così malfondata (cfr.<br />
Cahiers, Paris 1949, pag. 60) e giunge a<br />
questa conclusione: « la struttura logica dello<br />
spirito è la stessa presso tutti gli uomini »<br />
(cfr. Cahiers, pag. 73)<br />
Quanti tiri birboni ha giocato e continua<br />
a giocare il mito della pretesa superiorità<br />
quando si avvicina un ambiente, un universo<br />
culturale con la predisposizime wicologica<br />
di sufficienza scontala da parte dell'indaga-<br />
tore, dello studioso. Avvenne per il Lévy-<br />
Bruhl nei confronti dell'Africa e sembra<br />
essere capitato al Cantalamessa Carboni nel-<br />
l'indagine umana sul Comprensorio di Sove-<br />
rato. Però è grave lacuna, oggi, riprendere<br />
e riportare alla ribalta, sia pure nel lodevole<br />
tentativo di reperire chiavi interpretative<br />
della complessa realtà umana del nostro<br />
Mezzogiorno ipotesi dimostratesi inconsi-<br />
stenti. I1 primo errore sembra essere quello<br />
di avere scambiato per postulato definitivo<br />
ipotesi e teorie non solo ripudiate dagli stessi<br />
sibile co,me, non potendosi collegare alla<br />
logica occidentale le con~ezio~ni del pensiero<br />
africano, che peralho disponevano solo di<br />
tradizioni orali, fosse facile decretare l'assenza<br />
di qualsiasi logica negli Africani ».<br />
Dunlque L. Lievy-Bruhl (cfr. Les fonctions<br />
mentales dons les sociétés inférieures, Paris<br />
1910, pag. 77) pose le fondamenta ad una<br />
ipotesi per la quale «il pensie~o primitivo »<br />
fosse un fenomeno mentale « prelogico », ca-<br />
--<br />
(3) H. Tischner, F. Hewicker, Kunst der<br />
Sudsee, 1954. Piemonte europeo<br />
Autori per effetto dei ridimensionamenti cul-<br />
turali che sono conseguiti all'evolversi degli<br />
uomini e delle idee; ma soprattutto confu-<br />
tate e dimostrate inconsistenti, nonché vi-<br />
ziate da pregiudizio alla luce del rigore scien-<br />
tifico di più approfondite indagini, con l'au-<br />
silio di più sperimentate tecniche. Non credo<br />
che al Cantalamessa Carboni sfukga una<br />
realtà: la sociologia è una scienza giovanis-<br />
sima ed ha davanti a sé ancora un immenso<br />
cammino da compiere. Infatti, per quanto<br />
si riferisce al « pensiero primitivo » in gene-<br />
rale, avrebbe potuto almeno ricordare le<br />
confutazioni argomentatissime che ha scritto<br />
Claude Lévi-Strauss: La pensée sauvage,<br />
Paris 1962, tradottia da Paolo Caruso e pre-<br />
sentata in edizione italiana da I1 Saggiatore<br />
nel 1964. Circa quanto ccnncerne l'Africa in<br />
particolare - donde mosse lo spunto per la<br />
formulazione del prelogismo - si sarebbe<br />
dovuto considerare che persino i salottieri<br />
divulgatori dell'universo africano si fanno<br />
il doveroso scrupolo di ispirarsi alle più<br />
recenti ricerche ed a più fondaTe indagini<br />
stosriche ed umane. Ed a proposito del-<br />
l'Africa basterebbe ricordare tre opere dav-<br />
vero fondamentali, pubblicate in questo se-<br />
condo dopoguerra: La Philosophie Bantoue<br />
del R.P. Placid Templels, 1'Essais sur la reli-<br />
gion Bambara, di Marce1 Griaul e la Philo-<br />
sophie Bantoue-rwandaise de I'Etre di Alexis<br />
Kagame che sono tutte definitive mazzate<br />
al prelogismo.<br />
Bisogna andare cauti insomma: il ricer-<br />
catore deve essere libero da certe abitudini<br />
mentali per cui la società del nosho Sud<br />
venga quasi sempre definita sulla base dei<br />
suoi ciratteri privativi o negativi e, nel ten-<br />
tativo di non ripetersi e per essere originali<br />
almeno nella terminologia (che certe volte<br />
confina col linguaggio esoterico), si risfode-<br />
rano ipotesi che smo ormai consacrate nel-<br />
l'archivio polveroso degli abbagli Quanto<br />
diciamo, sia ben chiaro, non è ispirato da<br />
stupido <strong>org</strong>oglio di campanile, ma dal desi-<br />
derio vigile e critico di contribuire, nel limite
14 COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1966<br />
----p p-p<br />
che ci è possibile, all'evo!uzione della nostra<br />
terra. Perciò temiamo che i ricercatori, i<br />
sociologi invece di operare un tentativo riflesso<br />
per chiarire noi a noi stessi (qual'è<br />
il compito della sociologia), scivolino sul<br />
piano inclinato di ipotesi il cui punt? di<br />
arrivo è il disperato pessimis'mo. Insatti all'ipotesi<br />
del prelogismo sottende Ta pseudoteoria<br />
delle razze superiori e delle razze<br />
inferiori. E non è semplice coincidmenza che<br />
la formulazione del Lévy-Bruhl, cioè il prelogi~~mo,<br />
si affacciò alla ribalta nello stesso<br />
torno di anni in cui non s?10 gli Africani,<br />
ma anche le popolazioni del Meziogiorn3<br />
e del Mediterraneo furono definite «razze<br />
inferiori». Si ricordino ad esempio tutte le<br />
indagini, gli studi e le elucubrazioni del<br />
Niceforo. del Sergi. del Ferri e di P. Orano<br />
svolti in chiave razziale. Costoro, com'è<br />
noto, partivano da alcuni suggestivi dati<br />
esteriori della realtà umana e sociale del Sud<br />
e catddero prigionieri del loro stesso metodo,<br />
si impaniarono nel determinismo inesorabile.<br />
E sia concesso per assurdo! Ma cosa hanno<br />
saputo fare i campioni più eminenti della<br />
razza p~egi~ta » per eccellenza, quella tedesca,<br />
se non farneticare e porre in opera<br />
l'i8ndustrializzazio~ne della morte di massa<br />
con la stessa disinvoltura con la quale si<br />
mette in moto una catena di montaggio per<br />
la produzione in serie? E la teoria delle<br />
razze superiori ed infer'iomri non si è rivelata<br />
alfine un velo troppo sottile per co~prire il<br />
belluino istint3 aggressivo chse, schermo all'insicurezza,<br />
cova in ciascun uomo, per provare<br />
in fondo che l'uomo, jn determinate circostanze,<br />
può dimostrarsi il più fragile<br />
prodotto di tanti millenni di faticoso e lace-<br />
--A<br />
rante incivilimento? Ma, S~gnori, mi sia<br />
allora consentito di proclamare con il più<br />
consapevole e lucido <strong>org</strong>oglio che mi sento<br />
fiero di appartenere ad una razza inferiore<br />
prelogica! !!<br />
A parte le conseguenze estreme e i casi<br />
limite, rimane un fatto, un pericolo. Ognuno<br />
è padrone di avere le concezioni che vuole<br />
e che preferisce. Tuttavia certi atteggia-<br />
menti ispiratori conducono a risultati che<br />
falsano completamente la realtà. A dover<br />
seguire, in sede operativa, i risultati dei giu-<br />
dizi anzidetti si corre il rischio di errape nel -<br />
la scelta dei mezzi di intervento. Sicché, in<br />
luogo di realizzare una profonda evoluzione<br />
con la più vasta e consapevole partecipa-<br />
zioae e col minor costo psicologico possibile<br />
delle popolazioni, si anldrebbe incontro a<br />
situazioni traumatizzanti ed alienanti e si<br />
provocherebbe una involuzione forse peg-<br />
giore dello statu quo. E poi bisogna tenere<br />
presente che il Sud, come ogni zona in via<br />
di sviluppo, possiede anche una ricchezza<br />
di valori umani e questi valori bisogna<br />
evidenziarli perché su di essi bisogna far<br />
leva, se si vuole assicurare l'autonomia dello<br />
sviluppo e dell'evoluzione.<br />
Ci pare, dunque, che Guido Cantalamessa<br />
Carboni sia caduto vittima del facile slitta-<br />
mento nei vicoli ciechi. E ciò, sicuramente,<br />
senza premeditazione, p'i-eterintenzional-<br />
mente. A1trimen:i si sarebbe reso conto che<br />
l'indagine, lo studio e le indi~cazioni opera-<br />
tive contenute nel volume Il Comprensorio<br />
di Souerato, indicazioni che egli stesso for-<br />
mula, non avrebbero avuto ragione alcuna<br />
di essere fatte. Cosa si potrebbe sperare<br />
da una razza inferiore allo stato prelo-<br />
gico », se non l'estinzione7<br />
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D'altro canto non v'è alcun dubbio che<br />
la realtà umana del nostro Sud è pesante.<br />
Ma molto si potrà fare nel corso del tempo<br />
con l'ausilio dei mezzi informativi che la<br />
tecnica pone a nostra disposizione. Da un<br />
lato bisognerà valorizzare le disponibilità<br />
umane adulte, attuando oculate iniziative,<br />
continuamente verificate, impegnando capacità<br />
ed energie di animatori consapevoli ed<br />
entusiasti; dall'altro e per risultati a lungo<br />
termine, prevedibili nel giro di un ventenni~,<br />
bisogna impegnare da oggi la scuola<br />
per le generazioni che s<strong>org</strong>ono, perché solo<br />
la scuola, in quanto piimr, e sistematico strumento<br />
di orientamento verso l'autonoma educazione<br />
civica dell'uomo, potrà capillarmeaite<br />
raggiungere ogni futuro adulto di domani e<br />
far sì che la scuola del Mezzogiorno serva<br />
anche per il Mezzogiorno.<br />
Dunque, una viva e concreta educazione<br />
civica può essere lo strumento per contribuire<br />
a determinare la capillare evoluzione<br />
del fattore umano non solo nel Comprensorio<br />
di Soverato, ma in tutto i1 Mezzogiornc<br />
e, più in generale, ovunque si renda necessario<br />
un impegno di volontà e di mezzi onde<br />
spingere ad autonoma e modeì-na evoluzione,<br />
col minor costo psicologico possibile, situazioni<br />
arcaico-rurali.<br />
E' ovvio che l'educazione civica. come<br />
l'e~ducazione in genere, non è tutta da apprendere<br />
nella scuola. Si comincia sulle<br />
ginocchia materne e, passando per la scuola,<br />
che dovrebbe darci la struttura razionale<br />
per un autonomo processo, continuiamo ad<br />
educarci nella vita, fino al momento in cui<br />
fatalmente ed ineluttabilmente cala il sipario<br />
sull'esistenza di ciascuno di noi. Famiglia,<br />
scuola e società Sono insomma tro<br />
termini interrelati e cumulativi. E' evidente,<br />
però, che la scuola può svolgere un<br />
ruolo preminente in quanto, tra l'altro, sapendo<br />
comprendere, interpretare e valorizzare<br />
tradizioni e valori non certo disprezzabili<br />
dell'ambiente culturale nel quale opera,<br />
può far leva proprio su tradizioni e valori<br />
locali non indegni per agire sull'evoluzione<br />
dell'ambiente sia immediatamente (in quanto<br />
la scuola, attraverso i discenti, si proietta<br />
nelle famiglie e l'insieme delle famiglie<br />
costituisce l'ambiente umano nel quale la<br />
scuola opera), sia a scadenza, quando cioè<br />
la generazione dei discenti sarà la generazione<br />
degli adulti.<br />
In concreto: la scuola non dovrebbe prescindere<br />
dall'ambiente nel quale si trova<br />
poiché l'ambiente è l'esperienza immediata<br />
e diretta dalla quale occorre muovere per<br />
proporre l'esplorazione e la conoscenza di<br />
orizzonti sempre più vasti, di esperienze<br />
sempre più stimolanti, per rapporti sempre<br />
più complessi che, confrontati con la realtà<br />
locale, dànno luogo alla indagine, alla critica<br />
e quindi al giudizio ed anche alla revisione<br />
del giudizio su ciò che è valido, su ciò che<br />
è ramo secco, sull'auspicabile modo migliore<br />
per giungere ad una situazione ottima.<br />
In tale processo l'istruziome pura e semplice<br />
è strumento, è mezzo non fine. Insomma,<br />
la scuola o è costantemente una<br />
palestra di educazione civica o è null'altro<br />
che uno spossante e noi~so processo mnemonico<br />
di asfissia nozionistica (nel senso di<br />
notizie senza crticolazione interna, staccate<br />
o collegate in modo molto debole e pura-
luglio-agosto 1966<br />
mente esteriore), processo portato avanti in<br />
vista del lascia o raddoppia? dell'interro-<br />
gazione, del compituccio trimestrale, per lo<br />
scrutinio o per il gran finale della Licenza.<br />
E' ovvio che l'animatore deve essere il<br />
docente con la propria disponibilità, sensi-<br />
bilità, sincerità, cultura e col proprio rigore<br />
scientifico del metodo.<br />
Quando perciò fu promulgato il Decreto<br />
del Presidente della Repubblica in data<br />
13 giugno 1958, n. 585, col quale veniva<br />
introdotto l'insegnamento dell'educazione<br />
civica negli Istituti di istruzione secondaria<br />
ed artistica (4), ci venne spontanea tutta<br />
una serie di domande. La pratica ad essere<br />
buoni cittadini, è valida solo per due ore<br />
al mese nella scuola italiana? I1 rapporto<br />
di llbera ed ordinata d~scussione, rispettosa<br />
delle opinioni, metodo che sta alla base del<br />
vivere civile e democratico, diviene valido<br />
solo per quelle due ore? E: per tutto il resto<br />
i1 docente doveva forse essere il cupo Or-<br />
bilio di oraziana memoria, l'autoritario im-<br />
banitore di crani adoaescenti, il mandarino<br />
della cultura o, meglio, della pseudo-cul-<br />
tura? Oppure il decreto voleva intendere che,<br />
per due ore al mese, aggiungendo nozioni<br />
a noziolni, bisognava impartire il catechi-<br />
smo del:<br />
D. Che cosa è l'Italia?<br />
R. L'Italia è um Repubblica demcra-<br />
tica fondata ~2'1 lavoro ecc. ecc.?<br />
E' evidente che i Soloni i quali avevano<br />
stilato quel decreto non avessero le idee<br />
chiare, e probabilmente molti di loro, ad<br />
essere ottimisti, conoscevano la scuola solo<br />
perché l'avevano frequentata colme scolari.<br />
In altri termini, erano essi stessi espressione<br />
di una situazione psicologica ed <strong>org</strong>anizza-<br />
tiva profondamente incerta della scuola ita-<br />
liana che non poteva essere superata per un<br />
fiat di vo'lontà. L'educazione civica, tale come<br />
era ed è intesa dal Decreto, entrava quasi<br />
di soppiatto e si sa che il decreto era più<br />
effetto di pressioni per eventi esterni che<br />
un maturato ed intimo convincimento inteso<br />
a colmare la carenza del rapporto scuola-<br />
società. In realtà, a distanza di otto ainni,<br />
nemmeno oggi sappiamo fino a qual punto<br />
sian chiare le idee sia alla base, nella scuola,<br />
che al vertice.<br />
Tuttavia, attraverso quell'atto normativo<br />
dell'Amministrazione, l'educazione civica co-<br />
minciò a sollevare polemiche, a stimolare<br />
idee, a promuovere convegni e dibattiti. In<br />
pratica avveniva che da una parte pochi<br />
docenti ne afferrava completamente il si-<br />
gnificato, per effetto di disponibilità per-<br />
sonale, e, dall'altra, la stragrande maggio-<br />
ranza o non ne faceva niente - col pretesto<br />
che i programmi delle materie erano già<br />
troppo densi - uppure si limitava ad impar-<br />
tire noz~ioni costitiuzionali astratte, al di fuori<br />
del tempo e della vita e non come acqui-<br />
sizione e canquista interiore del patto di<br />
associazione e dei rapporti di una libera<br />
comunità dopo il più drammatico e sangui-<br />
naso travaglio della propria storia. E tutto<br />
questo continua ad avvenire anche oggi,<br />
mentre l'opinione pubblica, in molte circo-<br />
(4) Insegnamento integrativo in quanto (, i<br />
programmi di insegnamento della storia in<br />
vigore negli istituti e scuole di istruzione<br />
secondaria ed artistica sono integrati con quelli<br />
di educazione civica ... = da impartirsi per due<br />
ore al mese<br />
COMUNI D'EUROPA 15<br />
-.<br />
stanze, dimmtra una m,aggiorie senstibilità,<br />
si interessa al problema dell'educazione civica<br />
ed ai rapporti con la scuola e all'apporto<br />
conc'reto che pos'sono dare le famiglie<br />
(5).<br />
E' risaputo che, creata la materia, si sfornano<br />
i libri di testo. Pochi sono dignitosi,<br />
alcuni si sforzano per essere discreti, altri<br />
troppo dottrinari, mo,ltissirni da far inorridire,<br />
per improvvi~sazione e svarioni, qualsiasi<br />
cerv'ello appena dirozzato. Perciò<br />
quando ci è capitato tra mani l'ag,ile volume<br />
« Scuola e Cittadino » di Ros,alba Bellino,<br />
edito da La 'Nuova Italia di Firenze, confessiam'o<br />
apertamente di averne iniziata la<br />
lettura con negligente scetticismo.<br />
Vivaddio! Ci siamo sbagliati!<br />
L'Autrice, ins'egnante ad Ivrea, ma di origine<br />
e formazione napolletane, propone all'attenzsione<br />
dei colleghi, della scuola e, aggiu.ngiam'o<br />
noi, di chiunque voglia a~pprofondire<br />
il problema, il conde~nsato delle<br />
protprie esperienze concrete in materia di<br />
educazione civica in quanto esercizio diuturno<br />
al dibattito ed al reciproco chiarimento<br />
nel rapporto discente-docente; in quanto<br />
primo e critico approccio in,dagatore della<br />
realtà locale nel rappolrto scuola-solcietà; in<br />
disturbato da una ventata vivificatrice (con<br />
buona pacle, s'intenlde, del lo~devole caso ec-<br />
cezionale!).<br />
Sarebb,e auspicabile che gli uomini di<br />
scuola tenessero presenti due importanti<br />
momenti. I1 prismo di natura sociologica: la<br />
scuola di ogni ordine e grado, sotto la<br />
spinta dei tem,pi, tende a divenire un dirittodovere<br />
sempre più diffuso. Pe~ciò, partendo<br />
dalla scuola primaria dell'obbligo (elementari<br />
e media unica, anche q~e~st'ultim~a di<br />
massa e non più selettiva), ogni ordine e<br />
grado successivo sono e saranno sempre più<br />
aperti a seconda delle tendenze, delle capacità,<br />
dei meriti e non più in relazione al<br />
censo. La s~cuola quindi sarà chiamata ad un<br />
compito sempre più neceslsitante ed urgente<br />
di formazio~n~e, nel senso che deve essere a<br />
misura di poter colmare anche quelle lacune<br />
e quelle frattur'e che il ritmo dei tempi fatalmente<br />
comporta, in mcldo da offrire ai<br />
giovani «la forza, la capacità, gli strum,enti<br />
per poter giu'dicare e valutare l,a realtà e<br />
la concretezza dei problemi », sicché nei<br />
discenti si possa formare « indipendenza di<br />
giudizio e di valutazione che è la condizione<br />
es,senziale per poter reagire all'amb'iente e<br />
no'n subirne passivamente le direttive e le<br />
quanto avvio verso l'aut~~nomo prolgredire aspirazioai >, come testualmente affema la<br />
del discent'e dal mondo d,eLla natura nel Be'llino. Quanto ciò ci t,rovi con,sienzienti è<br />
mondo della storia, dove la tensi'one dialet- superfluo ribadire, ~o~prattutto se si consitica<br />
del giudizio deve far scaturire l'orienta- dera l'amara realtà ambientale del nostro<br />
mento della persona nei complessi rappolrti Sud, sia globalmente consi'derato, si'a in ogni<br />
con la società. Sicché dal miglioramento, sua parte eld in ogni suo strato analizzato.<br />
dalla ca'pillare seinsibilizzazione alla respon- Ed il Sud ha bisogno di uo,mini sem,pre più<br />
sabilità sociale della persona (,di qui l'ispi- molderni e fattivi, rivoluziona'ri nel senso più<br />
razione all'individuailizaazione dell'insegna- alto, che sappiano legare il proprio avvemento)<br />
la realtà tende a migliorare e ad nire a quello della propria terra e che, nelevolvere<br />
per naturale lievitazione dalla b,ase l'evoluzione, nella rivoluzione della propria<br />
più che per paracadutiata precettistica ri- terra, d'e1 prop~rio ambiente, sappiano indiformatrice.<br />
viduare l'affermazione e l'as~cesa della pro-<br />
Però bisogna ricon~s~cere che a tale orien- pria personalità.<br />
tamento sottende una pregiudiziale: è ne- I1 secondo è di natura psico-pedagogica,<br />
cessario cioè che l'insegnante abbia una propedeutico rispetto al primo: l'insegnasolida<br />
base culturale anche sotto l'aspetto mento, per essere vivo ed efficac~e, deve<br />
solcio-pedagogico. Invece, s~alva una mino- a'prirsi all,a partecipazic
punto, però, come la signora Bellino con lino - cui sottende una meditata e prosquisi'ta<br />
e responsabile sensibi'lità avverte, il fonda conoscenza dei problemi vivi della<br />
cam'po della scuola si allarga: accanto all'insegnante<br />
si richielde il contributo dello<br />
scuola non disgiunta da quelli della gioventù<br />
- sono determinanti nell'offrire finalpsicologo<br />
o quanto meno la pos~sibilità di mente un orientamento concreto e veramente<br />
poter ~o~nsultare lo psicologo. Ed è qui un rinnovatore alla educazione civica in partilimite<br />
obbiettivo dell'insegnante, limite che colare ed all'opera dell'insegnante in genepotreb~be<br />
es'sere corretto sodo ope legis, cioè rale?<br />
affiancando all'educatore il medico-psicologo. Non vogliamo con questo far ritenere che<br />
Libertà e I;idNucia, co~dialità ed obbiiettiva le esperienze di cui sopra siano sovrapporicerca<br />
creano in tal modo, e nonostante il nibili od acriticamente imitabili: la realtà di<br />
limite segnalato dalla stessa Autrice, una Ivrea è ben differente dalla realtà di Calatmosfera<br />
d'ella quale il discente percepisce tanissetta o dell'Alta Va1 d'Agri; inoltre ciò<br />
tutta la sostanza formativa.<br />
che è imitato manca di intima motivazione.<br />
Dall'io d'ambiente: ed ecco i ragazzi che Però rimangono alcuni dati permanenti e<br />
si interessano alla realtà p~li~tico-ammini- fondamentali validi da Ivrea a Caltsnissetta.<br />
strativa locale, assistono alle sedute del C3n- La s~cuola non deve temere di aprire un<br />
siglio comunale, chiedono delucidazioni e dialogo con la realtà, dialogo che, pur rispetspiegazioni<br />
alle Autorità c~~mpet'enti. Eld è tando l'autonomia e la netta distinzione tra<br />
da sottolineare al riguardo la collabsrazi3ne le due sfere, sia fatto per conoscersi e coddelle<br />
Autorità comunali. Infatti non basta laborare ad un reciproco arricchimento di<br />
discettare sul'la realtà locale se nella discus- valori. A con~dizione, ripetiamo che il dialogo<br />
sione manca chi quella realtà rappresenta. e l'iniziativa s<strong>org</strong>ano da un'intima ragion<br />
E il Sindaco di Ivrea di buon gra'do aderi- d'essere, opportunamente stimolata e libesce<br />
a discutere con i ragazzi, ris~ponde alle rata nella consapevolezza dei discenti dalloro<br />
domande, li pone a contatto con i pro- l'opera accorta, costante, vigile (e non cenblemi<br />
dell'amministrazione. Si sviluppa in tripeta) dell'insegnante. E' insomma quetal<br />
modo u'n dialogo che se per un verso ne stione di metodo, inscindibile dalla sincera<br />
denuncia i limiti obbiettivi, dall'altro dimo- responsabilità del docente e dalla meditata<br />
stra la disponibilità dei ragazzi a penetrare<br />
nei più complessi rapporti della società e<br />
nei problemi ch'e derivano. Inoltre si acquisisce<br />
un altro risultato concreto: quanto cioè<br />
potrebbero fare le Autorità locali p=r contribuire<br />
esemiplarmente all'educazione civica<br />
dei giovani e quanto, ad un tempo, po'trebbe<br />
giovare a1,le stesse Autorità locali una più<br />
fattiva co~llaborazione con la scuola. Nelle<br />
ansie, nelle domande degli alunni rivolte<br />
chiarezza dei fini che si propone di conseguire,<br />
facendoli conseguire agli allievi.<br />
Insomma non basta risolve~e il problema<br />
dell'edilizia, dei trasporti; non basta portare<br />
il tasso di scolarizzazione ed il rapporto numerico<br />
allievi-insegnante, a livelli ottimali;<br />
occorre altresì e soprattutto la qualità dell'insegnamento<br />
che si consegue solo attraverso<br />
le capacità e la disponibilità del corpo<br />
a81 Sindaco di Ivrea non c'era forse anche docente orientato a creare nella scuola una<br />
un'eco dei problemi, dell'e ansie dei bisogni vita comunitaria, cioè a stimolare negli aldell'e<br />
famiglie e quin,di della popolazione, di lievi un costante rapporto dialettico tra la<br />
tutt,i gli amministrati, al di sopra della parte libertà, l'iniziativa personale ed il lavoro di<br />
politica e delle ineliminabili pressioni di<br />
settore?<br />
I ragazzi si appassionano e si fanno promotori<br />
di visite e di inchieste nell'ambiente<br />
socio-economico. Dalle visite effettuate alla<br />
Olivetti ed alla Chatillon traggono spunto<br />
per vivaci e concreti dibattiti. A'd essi inoltre<br />
non sfugge una realtà storilca: 18a Resistenza.<br />
gruppo per i problemi che sono proipri al-<br />
Anziché c'elebrarla cion il pas:s8ivo ascolto Claus Schondube-Christel Ruppert, u Eine<br />
di qualche disco~rso, si fanno promotori di Idee setzt sich durch. Der Weg zum vereinigten<br />
una inchiesta tra i superstiti locali della Resistenza<br />
stesssa e scorproao di trovarsi, al di<br />
Europa W , Verlag Heinrich Warnecke, Hangelar<br />
bei Bonn, 1964.<br />
sopra delle facili mitizzazioni o delle altret- Uno degli aspetti, e non certo il meno<br />
tanto facili calunnie, di fronte ad uomini e grave, dell'attuale crisi del feder a 1' ismo e<br />
donne di ogni ceto e di ogni condizione i del Movimento Federalist,a, rispetto a quello<br />
quali hanno impugnato le armi, non perché che era la loro po,sizioa,e una d,ecina di anni<br />
profes'sionisti del militaris'mo o mitomani fa, è co~st,ituito a,nche dla,l fatto che a1,lora ma<br />
della violenza, ma per difen~dere e riven- poss,sibile trovare con una cerita facilità opere<br />
di'care, a costo del sacrificio supremo, il di insieme - che nel Medio .Evo si s'ariebb'ero<br />
diritto di ciascun umo alla libertà della dette « b'uoae per i savi e per i folli D -<br />
propria coscienza, del pro'prio pensiero, della che d,eslsero un quadro {preciso e politicapropria<br />
espressione e vocazione, il diritto e mente centrato della situazion'e europea,<br />
il dovere di contribuire giorno per giorno, delile ragioni del fsederalismo, dei mdi e<br />
nella fecondità dinamica delle contrastanti delle forme che l'a lott,a popo1,are per la sua<br />
vedute, alla formazione di una convivenza realizzazione nel nostro contin~ente si rit,en,eva<br />
tra uomini e popoli sempre più libera, sem- dovesse assumere; mentre oggi questa lettepre<br />
più umana, più civile, co'stantemente cio,è ratura è m,anlc,aate, o introvabil,e, o ormai<br />
aperta al rispetto degli altri. E sotto questr, non più agg,iornat,a.<br />
aspetto la Resisteaza, nel senso più alto di E' pelrcliò da s'aliutare con vivo c'ompiacicostante<br />
rinnovamento spirituale, non è con- mento l,a pub~b~licazione i'n Germ'aaia, da<br />
clusa perché è un'opera diuturna di difesa part'e di due mi'litanti feder'alisti e valorosi<br />
e di comnquista di libertà personale e di giornalis,ti, di questo volu8me che colma nel<br />
responsabilità civile.<br />
m,igliore dei modi tal'e l'a~cuna, e ch,e meri-<br />
E' forse esagerato affermare che le espe- ter'ebbe perciò di esser tradoltto e a,datta,to<br />
rienze vive e gli spunti offerti dalla Bel- non solo in italiano, 'ma nlelle altre lingu'e<br />
COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1966<br />
I Libri<br />
l'età, ma che di necessità tendono a dilatarsi<br />
e ad investire la realtà e la vita; esercizio<br />
dialettico che deve animare ogni gio'rno il<br />
dibattito ed il chiarimento del rapporto do-<br />
cente-discente ed il valore dell'esempio, come<br />
si sa, è spesso determinante negli orienta-<br />
menti umani ed è altrettanto noto quanto<br />
sia efficace nella pratica educativa.<br />
Occorre infine tenere presente che le espe-<br />
rienze proposte in ((Scuola e Cittadino »,<br />
più che al tipo di scuola (Istituto Professio-<br />
nale per i1 Commercio), sono riferibili a<br />
quella età abbastanza criticla compresa tra<br />
i 13 e i 16 anni. I problemi di questa età<br />
sono i medesimi dovunque, per chiunque e<br />
qualunque sia il tipo di scuola che si fre-<br />
quenta. Ci pare dunque che la scuola media<br />
unificata potrà trarre dalle esperienze della<br />
signora Bellino, non pdisseque imitazioni,<br />
ma preziosi spunti di meditazione e di azione<br />
per un'efficace opera educativa in generale,<br />
oltre che per l'educazione civica in parti-<br />
colare.<br />
SCHEDE BIBLIOGRAFICHE<br />
OECSE, Projet Régional Mediterranéen:<br />
Vol. I, Besoins scolaires et développement<br />
économique et social, 196%-<br />
Vol. 11, Rapports par Pays: Italie, 1965:<br />
Vol. 111, Rapports par Pays: Yugoslavie,<br />
1965;<br />
Vol. IV, Rapports par Pays: Grèce, 1965;<br />
Vcl. V, Rapports par Pays: Espagne, 1965;<br />
Vol. VI, Rapports par Pays: Turqaie, 1965.<br />
FF~DINANDO ISABELLA, L'Edilizia scolastica iti<br />
Italia - Precedenti e prospettive, con prefazione<br />
di Tristano Codignola, La Nuova Italia Editrice,<br />
Firenze, 1965.<br />
A. SACCO, A. SABA, M. FABBRI, G. CANTALAMESSA-<br />
CARBONI, Il compsensorio di Soverato - Contributc<br />
sperimentale e metodologico alla programmazione<br />
nel Mezzogiorno, La Nuova Italia Editrice,<br />
Firenze, 1965.<br />
ROSALBA BELLINO, Scuola e cittadino, con prefazione<br />
di A. Galante Garrone, La Nuova Italia<br />
Editrice, Firenze, 1965<br />
della Comunità, in modo dla aver anche negli<br />
altri Paesi membri quella diffusione che esso<br />
ha già in Germania, dove è divenuto una<br />
sorta di libro di testo semiufficiale della pro-<br />
paganda europeistica.<br />
Non seguiremo i duie auto~i nelle felici<br />
sintesi del loro lavoro, in cui vengono sm-<br />
mariamente ma efficacememte tratteggiati il<br />
progressivo soirgere dell'idea di una unità<br />
europea, dall'antichità classica all'evo medio<br />
e moderno, e i sempre più precisi e compkssi<br />
programmi e « piani » che sono stati via via<br />
proposti, e che dopo il seccndo conflitto<br />
mondiale hanno co,minciato ad eslser realiz-<br />
zati. E nemmeno tenteremo di riassumere<br />
la massa veramente notevole di dat,i, di do-<br />
cumenti, di citazioni con cui i due autori<br />
narrano - con una ricchezza di particolari<br />
che non va mai a discapito della chiarezza<br />
e dell'agilità - la storia faticosa del processo<br />
integrativo, a partire dagli anni cinquanta.<br />
Insisteremo invece in moldo particollare su<br />
una qualità politica ancor più importante<br />
- perché ancor più rara - di quest'opera;<br />
e cioè il rigoroso punto di vista federalista:<br />
che non va mai smarrito, pur nella così
luglio-agosto 1966 COMUNI D'EUROPA 17<br />
Lettere al Direttore<br />
grande congerie di iniz,i,ative, di progetti, di<br />
realizzazioni a carattere settoriale, funzionalista,<br />
più o meno pseudo-sovranazionak, che<br />
i due autori paziente~mmte esaminimo, valutano<br />
e criticano.<br />
C$e si tr'atti di riib~a'd~ire il piriurcipio einaudiano<br />
che l'economia non condiuioma la politic,a<br />
ma ne è con~dizio~nata, e ch'e perciò<br />
l'unio'ne ec~no~mica non dispensa da m ulterior'e<br />
atto di volontà per rsealizzane l'unione<br />
politica; o di vie3derie i limiti e i difetti - e<br />
i regre,ssi - ,de~ll'Euro~pa « degli Stati » golli,s~ta;<br />
o di d'efinirle una posizione e uln comp,ito<br />
indipendente dell'EUropa niel mondo,<br />
di frolntle all'URSS come di f ront'e a'glii Stati<br />
Uniti, i due autori hanno sempre presente,<br />
e chiaramente pr'eseate, la prosplettiva dell'Europa<br />
politica, d~ell'Europa fed,eral,e, e non<br />
~onfe~d~eriale, che superi Le sovranità e instauri<br />
un vero Governo europeo, sollo strumento<br />
valido a realizzas'e queglmi o~b'biettivi.<br />
Non ultimo pre,gio del volume è quello di<br />
intessere il discorso di un,a grande quantità<br />
di citaz,io'ni - da quella degli uomini politici<br />
responsabili a quella di militanti e di<br />
~tu~diosii federalis,ti - sì che esso può consi-<br />
Caro Professore,<br />
Comuni ,d'E,usoipa ha piubb,licato sul<br />
n. 6 (giugno 1966) due do'cumenti relativi<br />
all'Assemblea dei Dele~gati del Consiglio dei<br />
Co8muni d'Euro'pa, svoltasi a Corno il 26 e<br />
27 maggio sco,r,so,<br />
A me sembra che,<br />
intervento con la mozione finale, si possa<br />
intrapre.ndere una dis~cussione, utile solprattutto<br />
in vista del prossimo Congresso Nazion,ale<br />
dell,APC,CE (hco,na, 16- 17 settembre<br />
1966).<br />
Che si impo8nga una dis'cussione fra le<br />
forze che si battono per l'u'nione politica<br />
degli eusolpei (tra di es,se e altre<br />
la acquisizioae delle quali alla battaglia per<br />
l'Euro,pa, colme dimens,ioae politica-istituzionale-territoriale-economica<br />
necessaria per<br />
procedere cmcretamen.t'e alla costruzione<br />
della pace, è determinalnte a'gli effetti della<br />
vittoria finale) è indubbiamente testimoniato<br />
Grazie a questa trasformazione (vi concojrrono<br />
in non poca parte fi'nanziamenti americani,<br />
ma trova impo'rtanti punti di rifesimento<br />
in amordi fra grandi imprese<br />
dell,Europa wci,denitale ed URS,S) si sta determinando<br />
una stabilizzazione del sistema<br />
capitalistico ad 'un livello di gran lunga<br />
superiose ris,petto al precedente (ante 1958:<br />
as,sumo come riferimento questa data in relazione<br />
ai primi effetti dei Trattati di<br />
A quel pe,rio,do le imprese erano di dimensioni<br />
nazionali - quando pur lo erano,<br />
come afd esempio nel caso italiano, caratterizzato<br />
da scarsa doma,nda interna -), con<br />
consegue,nte co,ncentrazioae di potere in <strong>org</strong>anismi<br />
econo~mico-finanziari so,vranazio~nali,<br />
privi di qualsiasi investitura e contrailo democratici.<br />
Pertanto, si riesce ad intervenire subito<br />
per bilanciare con istituzioni politiche (dotate<br />
di reale ,potere) la con,cen~azione di<br />
potere che consegue al processo di rio,rganizderarsi<br />
al tempo s'tesso una picco~l~a antologia<br />
d'ell',europeismo; com,e pure quello di eisser<br />
coiir:e~dato da numerolse e ben s'celte fotografi,e,<br />
e ~o~prattutto d,a una bib'lio,grafia es'auimpasse<br />
in cui caduti e<br />
Patto di Varsavia (a,nche se è intervenuta<br />
a sicementare momentaneamente le a1,leanze<br />
la escalation americana nella « sporca<br />
zazion,e capitalistica su scala euro,pea, ovvero<br />
trop,po tardi quando si riuscirà (ammesso<br />
che vi si riesca, e nel mo,do da noi<br />
aus,picato) a dar vita ad i,stituzioni politiche<br />
rientissha, aLmeno limi'tatamente agli s8critti guerra» del Vietnam: NATO e Patto d,i<br />
in lingua ted,e~soa, e nella quale - co,me dd sovranazionali le quali, quh,di, saranno<br />
Varsavia strumelnti dell'equilibrio resto in tutta l'opera - i autori h,anno che è un postulat0? qui'n'di* per la<br />
potuto tra~rre largo pro~f itto dall'attività da loro esistenza. Bisognerà, peraltro', che quanti<br />
capaci di incidere sul processo di espansione<br />
che si svo'lgerà (come ora già si sta svo,lgendo)<br />
sui binari predis~po~sti dai coqlessi<br />
.essi svolta nella rivista di Francoforte « Der si battono pei- l'E;uropa come tappa per l'or- economico-finanziari per affermare sempre<br />
Foderal&+t », del18a qu.aL,e lo Schondube è ganizzazione pacifica monsdiale si facciano più la loro egemonia sui consutma)tori. (Ristato,<br />
finché essa ha con,tinu,ato a pubblicarsi,<br />
il diirettore.<br />
sentir,e a proiposito del Vietnam, altrimenti<br />
la escalation americana - che, in termini<br />
mane qui del tu,tto impregi~~dicato il significato<br />
rivoluzionario del prolcesso di indu-<br />
Dopo tante, doverose lodi, una piccola più chi'ari, può ben chiamarsi genocidio - stsiailizz,azione. Ciò che s~i c,ontes:ta è l'obbietr8isexva,<br />
per concludere.
Europeo: « ... e bisognerà, per essere al passo<br />
coi tempi, provocare una unità sopranaz,ionale<br />
dei lavoratori euro~pei e, in generale un<br />
fronte del popolo europeo volto ad ottenere,<br />
contro i monopoli e le forze conservatrici,<br />
quel primo nucleo di Stati federati, che è<br />
oggi possibile. » .- Umb'erto S'erafni: L'a via<br />
comunitaria del socialismo. Napo'li 19858, pagina<br />
33 -) necessarie per vincere pur giuste<br />
battaglie politiche, ci troviamo prigionieri<br />
di una logica (democratico-b<strong>org</strong>hese) che<br />
ries'ce ad appropriarsi di tutti i fermenti<br />
innovatori per smorzarne la capacità rinnovatrice.<br />
(Quinsdi, da parte dei gruppi b<strong>org</strong>hesi dominanti,<br />
dei go'verni nazionali, della cultura<br />
ufficiale, ecc., n o si rifiuta la « idea » della<br />
unità politica dell'&~ropa; anzi, l'« idea » vie -<br />
ne fatta propria da quelli salvo non far<br />
seguire abcuna concreta azione politica, ovvero<br />
svuotare dall'interno ogni iniziativa che<br />
vogli'a tradurre in pratica l'« idea ».)<br />
D'i fronte a tale stato di co'se dobbiamo<br />
necessariamente porci il prob'lema di come<br />
operare, là dove siamo presenti, per catalizzare<br />
un processso di adesione di sempre<br />
maggiori e più qualificate (in senso pro,gressista)<br />
forze alle posizioni di cui attualmente<br />
siamo isolati portatori.<br />
I1 mio pensiero è rivolto in primo luogo<br />
ai lavoratori, noa considerati singolarmente<br />
ma attraverso le lo'ro <strong>org</strong>anizzazioni sin'dacali<br />
(quei sindacati, per intenderci, che in<br />
Gran Bretagna - pur es~en~dovi un Governo<br />
laburista - chiedo'no garanzie per la « politica<br />
dei redditi »; ovvero quelli che il 17 maggio,<br />
in Francia, hanno condotto allo scio'pero<br />
milioni di lavoratori; il sindacato tedesco che<br />
si o'ppone alla legge per i poteri speciali; i<br />
sindacati dei metalmeccanici italiani); agli<br />
eletti nei Poteri locali (a tutti gli eletti che,<br />
nelle loro sedi, devono scegliere a quale<br />
Europa aderire e perché); ai professori ed<br />
agli studenti universitari di tutta Europa;<br />
agli uoniini di cultura che sono alla ricerca<br />
di una «frontiera » che superi gli ambiti<br />
nazionalistici dopo le disillusioni dello st3ricismo<br />
marxiano egemonizzato dal11URS8S di<br />
Stalin (v. Nuovi Argomenti, n. 1, Nuo'va serie,<br />
gennaio-ma8rzo 1986, A'ppendice); ecc.<br />
Non trascuro, peraltro, quanti sono <strong>org</strong>anizzati<br />
nei partiti: in quei partiti che potenzialmente<br />
garantis'cono una carica democratica<br />
proprio in relazione alla classe, al ceto,<br />
nell'ambito della classe, che <strong>org</strong>anizzano (e<br />
quin8di non posso trascurare i milioni di<br />
militanti comunisti senza dei quali, cre,do, sia<br />
una illusione pensare di costruire una Europa<br />
demo,cratica).<br />
Orbene, che cosa faczciamo noi per conquistare<br />
alla nostra azione politica tutto questo<br />
potenziale democratico?<br />
Ci deve sorreggere per prima co,sa una<br />
grande carica ideale per sconfiggere il piano<br />
dei gruppi mono ed oligopolistici i quali,<br />
mentre contra,ggono a livello sovranazio~nale<br />
i pur necessari collegamenti, tentano di tenere<br />
nell'attuale stato di b'al'canizzazione le<br />
forze che si battono per il progresso, nella<br />
consapevolezza che l'unità di quelle ri'uscirebb'e<br />
a contestare i loro piani.<br />
Per quanto riguarda il CC'E, esaminando<br />
la ri~o~luzione politica dell'Assemblea dei<br />
delegati tenutasi a Como, a me pare che le<br />
COMUNI D'EUROPA<br />
principali istanze, da Lei stesso introdotte<br />
con fo'rza nel dib,attito, non siano state ac-<br />
colte.<br />
'Vediamo :<br />
1) Pianificazione europea, di contro alla<br />
acritica esaltazione (di tipo consumista,<br />
propria dei paladini dell'attuale egemonia<br />
della produzione sul consumo) della
luglio-agosto 1966 COMUNI D'EUROPA 19<br />
note, particolarmente poste in luce, ad esem-<br />
pio, nel numero di dicembre 1965 di « Co-<br />
muni d'Europa » in Tout se tient di Argo).<br />
Manca inoltre una inequivocabile enun-<br />
ciazione della impossibilità dell'ingresso nel<br />
(O del riconoscimento da parte del) CCE<br />
dei Poteri locali della Spagna di Franco<br />
e del Portogallo di Salazar. Enunciazione<br />
necessaria e in relazione all'andamento della<br />
discussione (provocatoria nei riguardi del-<br />
l'Europa orientale ma senza alcun accenno<br />
a Spagna e Portogallo e, perché trascurarla?,<br />
alla Grecia di Stefanopulos e di Coistan-<br />
tino), ed alla preoccupante visione statica<br />
ddla politica internazimale (NATO contro<br />
Patto di Varsavia).<br />
Tale visione della politica internazionale,<br />
oltre ad essere clamorosamente superata<br />
causa il rilievo fondamentale che hanno<br />
assunto i paesi del Terzo Mon'do (sono 1'111-<br />
dia e la Cina i due tests fondamentali), accre-<br />
dita l'ingresso nell'Europa dei Sei del Por-<br />
togallo di Salazar (già nella NATO; più<br />
tardi della Spagna (di Franco, a proposito<br />
della quale non va trascurata la visita in<br />
Italia .del suo rappresenta'nte permanente<br />
presso le Comunità europee, ambasciatore<br />
Ullasbrtx, il quale K ha affermato che le com-<br />
petenti autorità italiane si sono dichiarate<br />
favorevoli alle posizioni sostenute dai nego-<br />
ziatori spagnoli per raggiungere un ac~cordo<br />
che piermetta al loro paese di inserissi nel<br />
processo di integrazione economica in corso<br />
tra i Sei R ed ha lasciato l'Italia a con un<br />
senlso di soddisfazione e di tranquillità B -<br />
v. a I1 Sole-24 Ore del 31 maggio 1966,<br />
pag. 11 -).<br />
A questo punto - parlando di Europa<br />
unita in un momento in ,cui colmono le<br />
formule a 6, a 6-1, a 5fl a 6+1 - dob-<br />
biamo riferirci un attimo all'Inghilterra n<br />
(V. « Comuni d'Europa s, n. 3, marzo 1966:<br />
Con Salazur di Ambrogio Lorenzetti) e do-<br />
mandarci con malinconia se, mentre tutti<br />
si interessano all'Inghilteilra (e d'altra parte<br />
l'Inghilterra si interessa all'Europa), di fatto<br />
non ci troveremo di fronte ad un7Europa a<br />
6+2=8, +l: dove 1'1 è sempre dato dal-<br />
l'lnghiltterra.<br />
Dunque, dopo Torino, Como: vale a dire<br />
che le risoluzioni politiche di tale Assem-<br />
blea nascondono sempre una fondamentale<br />
divisione fra quanti vogliono gli Stati Uniti<br />
d'Europa come fattore di pace e garanzia di<br />
sviluppo demo~cratico e quanti, viceversa,<br />
intendono l'Europa come complesso di istitu-<br />
zioni intergovernative che stabilizzino i'at-<br />
tuale processo di espansione, che procede<br />
all'insegna della prevaricazione dei consu-<br />
matori da parte della pro'duzione.<br />
Perché non essere conseguenti con le pre-<br />
.messe? Perché porre con d,ecisione in discus-<br />
sione importantissimi temi di politica inter-<br />
nazionale alla ricerca di un ruolo dell'Eu-<br />
ropa federata, giustificato proprio in rela-<br />
zione alla situazione internazionale e poi<br />
- nella risoluzione finale - abdicare alla<br />
parte conservatrice dell'Assemblea?<br />
Che fare? quindi.<br />
E' mia opinione che la formazione di una<br />
destra e di una sinistra costituisca un<br />
processo fisiologico degli <strong>org</strong>anismi politici<br />
e che se non si libera tale processo le<br />
conseguenze saranno a tutto vantaggio della<br />
destra, mentre la sinistra tenterà inu-<br />
tilmente di acquisire posizioni per essa van-<br />
taggiose.<br />
Non vale di più, all'interno del GC'E, dar<br />
vita ad una sinistra (la destra rimar-<br />
rebbe meccanicamente definita) che potrebbe<br />
coerentemente affermare le proprie posizioni<br />
con possibilità di riscuotere adesioni da quel<br />
potenziale democratico di cui prima discor-<br />
..----v<br />
LCVU.<br />
Io penso che una tale chiarificazione da-<br />
rebbe nuovo impulso al CCE, qualifican-<br />
dolo politicamente, come si conviene ad un<br />
<strong>org</strong>anismo cui dovrebbe competere un peso<br />
politico rilevante in relazione alle funzioni<br />
che attraverso di esso vengono rappresentate<br />
su scala europea.<br />
Prevarrebbe la sinistra o la destra?<br />
Penso che il problema dovrebbe essere af-<br />
frontato realislicamente neila consapevolezza<br />
che non ci si può votare ad una disastrosa<br />
sconfitta: gli attuali delegati condizionano<br />
il tipo di risoluzione (cioè l'orientamento<br />
politico ael CCE): si tratta di trovare il<br />
punto di equilibrio tra la esigenza di chia-<br />
rezza e quella di non scarsi consensi.<br />
Ovvio che la sinistra (di conseguenza<br />
anche la destra) passerebbe attraverso le<br />
Sezioni nazionali del CCE (come fare a<br />
mettere d'accordo socialisti e liberali?).<br />
Probabilmente si imporrebbero delle mo-<br />
dificazioni statutarie per il CCE e per le<br />
Sezioni nazionali di esso onde consentire<br />
adeguate rappresentanze della sinistra e<br />
ddla destra: si tratta di porre mano pa-<br />
zientemente all'opera, nella consapevolezza<br />
che l'equivoco politico non è più oltre pro-<br />
traibile.<br />
Tanto più che nel CCE si va configurando<br />
un asse Parigi-Bonn, come dimostrano gli<br />
intensi rapporti fra le due Sezioni na-<br />
zionali (né può confortare il fatto che, se-<br />
guendo l'indirizzo di disimpegno politico che<br />
caratterizza il CCE - e che significa alli-<br />
neamento con la posizione dei governi nazionali<br />
-, i ra~pporti fra le Sezioni francese<br />
e tedesca si riducano ai gemellaggi: è sul<br />
vuoto infatti che meglio si innestano le<br />
aspirazioni di grandeur o revansciste). Sarebbe<br />
inoltre poco realistico non rilevare<br />
che la tendenza attualmente prevalente nel<br />
CCE è quella franco-tedesca (una tendenza<br />
che, per quello che si è detto, non può non<br />
lasciare preoccupati).<br />
Non mi nascondo le difficoltà che potrebbero<br />
ins<strong>org</strong>ere nell'AICCE. Si tratta intanto<br />
di reclamare maggiore impegho da parte di<br />
tutte le forze politiche democratiche prospettando<br />
la possibilità di una più chiara impostazione.<br />
[Il richiamo alle forze politiche democratiche<br />
impone di esplicitamente escludere fascisti<br />
e monarchici. E' però anche opportuno<br />
precisare che non si comprende come nessuno<br />
ponga in discussione la esclusione dei<br />
rappresentanti dei Comuni retti dai comunisti,<br />
dall'AICCE e dal CCE, quando vi figurano<br />
i liberali.<br />
Tanto più che gli incauti accenni, emersi<br />
in sede di Assemblea dei Delegati di Como,<br />
alla possibilità che il CCE si faccia patrocinatore<br />
di incontri fra alcuni Comuni dei<br />
paesi attualmente partecipanti al CCE ed<br />
alcuni Comuni dei paesi dell'Europa orientale,<br />
fanno emergere clamorosamente tutta<br />
la strumentalità di certe posizioni, che non<br />
a caso ho prima definite provocatorie,<br />
dato che negli ambiti nazionali i Comuni<br />
governati dai comunisti (liberamente eletti,<br />
si badi!) non vengono ammessi nell'area de-<br />
mocratica del CCE, mentre poi il CCE vuole<br />
essere abilitato a trattare con Comuni del-<br />
l'Europa orientale dove le rappresentanze<br />
non sono espresse nel modo che noi siamo<br />
usi definire democratico. Peraltro, riguardo<br />
a tale argomento continuo a ritenere che si<br />
fa il discorso a sinistra guardando a destra:<br />
non a caso chi, a Como, con maggiore calore<br />
ha sostenuto la necessità che il CCE apra il<br />
dialogo (si può facilmente immaginare quale<br />
dialogo!) con i Comuni dell'Europa orientale<br />
(paludandosi con i soliti appelli per liberare<br />
i « fratelli >> rinserrati « oltre cortina ») sono<br />
stati i tedeschi: ora si sa quanto la Germa-<br />
nia di Bonn strizzi l'occhio alla Spagna.]<br />
Dunque, caro Professore, sono giunto (fi-<br />
nalmente!) al termine di queste mie consi-<br />
derazioni.<br />
Spero vorrà scusarmi per tanta prolissità.<br />
So da quali sentimenti Ella è animata e<br />
con quanta pazienza e fermezza - da anni -<br />
sta conducendo la difficile battaglia per gli<br />
Stati Uniti d'Europa (basterebbe a testimo-<br />
niare ciò C Comuni d'Europa ,). Eld è sol-<br />
tanto perché so queste cose che Le scrivo,<br />
e in questi termini.<br />
Cordiali saluti,<br />
Roma, 18 luglio 1966<br />
Gabriele Panizzi<br />
Ormai lasciamo al Congresso nazionale<br />
dellJ,AICCE la risposta al consigliere comu-<br />
nale Panizzi. Ad Ancona, dunque!<br />
COMUNI D'EUROPA<br />
Organo deU'A.1.C.C.E.<br />
<strong>Anno</strong> <strong>XIV</strong> - n. 7-8 - luglio-agosto 1966<br />
Direttore resp.: UMBERTO SERAFINI<br />
Redattore capo: EDMONDO PAOLINI<br />
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