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Anno XIV Numero 7-8 - renatoserafini.org

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ibadire e conseguire la più efficace auto-<br />

nomia dei poteri locali e nel contempo inse-<br />

rirla in un quadro di corresponsabilità e di<br />

partecapazione all'insieme. Occorre inoltre,<br />

come è stato osservato su queste colonne<br />

nel numero del novembre 1965, che questa<br />

autonomia risponda effettivamente ai biso-<br />

gni e alle tendenze delle odierne società<br />

locali. Perciò, senza svalutare o sminuire<br />

« il valore storico, psicologico del Comune<br />

tradizionale », occorre verificare in concreto<br />

ciò che questo Comune può fare e ciò che<br />

non può fare; e ciò che invece potrebbe fare<br />

o contribuire a fare se una parte del suo<br />

potere e della sua autionomia fossero eser-<br />

citati insieme ad altri Comuni. Esistono<br />

obbiettivi che per essere conseguiti attra-<br />

verso l'effettiva e concreta funzione demo-<br />

cratica del potere locale, supera le possi-<br />

bilità dei piccoli Comuni, sicché la funzione<br />

democratica locale per essere efficace deve<br />

collocarsi in uno spazio compreso tra il<br />

piccolo Comune e la regione. E' questione<br />

perciò di concreta democrazia di base e non<br />

di astratta legittimità democratico-comuna-<br />

listica. Che se ne farebbero i cittadini della<br />

fwmalmente completa autonomia del proprio<br />

Comune se questa risultasse una finzione<br />

dell'autonomia?<br />

E' su questo argomento che bisogna ap-<br />

profondire e chiarire tutti gli aspetti del<br />

problema ed occoTre avere presente che, se<br />

non si creasse un adeguato ed efficace con-<br />

trappeso economico-urbanistico alle metro-<br />

poli, salvo rane eccezioni, i piccoli Comuni<br />

continuerebbero al massimo a funzionare<br />

come vivai di energie umane che l'urbane-<br />

simo fatalmente depau~ererebbe e, quan-<br />

d'anche non si riducessero alla stregua delle<br />

città morte, sarebbero pur sempre in una<br />

situazione di perenne declino, in una spirale<br />

senza fondo. In altre parole, vierriebbe com-<br />

pletamentie frustrata qualsiasi politica di svi-<br />

luippo, perohé mancherebbe un'adeguata e<br />

moderna struttura urbanistico-economica ca-<br />

pace di trasformare e valorizzare gli aiuti<br />

esterni e gli incentivi in autonomo sviluppo<br />

in tutti i sensi.<br />

Da questa esigenza complessa trae origine<br />

il concetto del Comprensorio che altri pre-<br />

ferirebbe chiamare circondario Cosa do-<br />

vrebbe essere il Cotmprensorio: un rag-<br />

gruppamento di Comuni e di popolazioni<br />

intorno ai 100 mila abitanti, nell'ambito di<br />

una zona territoriale iJ più possibile omo-<br />

genea che, valorizzata nelle infrastrutture<br />

e nei servizi, possa divenire una città-ter-<br />

ritorio nell'ambito del quale non manchi<br />

alcuna delle possibilità di sviluppo, di af-<br />

fermazione, di godimento di beni che offrono<br />

le città. Col vantaggio che mentre la grande<br />

città, con le sue congestionate polarizzazioni,<br />

offre il più delle vdte chimesici miraggi che<br />

si risolvono nei bidonvilles » di periferia,<br />

il Comprensorio, poiché è una città-territo-<br />

rio articolata, è a misura dell'uomo, nel<br />

senso che potrebbe offrire più visibili pos-<br />

sibilità di affermazione e contenuto più<br />

concreto all'esercizio democratico del citta-<br />

dino che non si sentirebbe molecola trascu-<br />

rabile nella polverizzazione delle grandi me-<br />

tropoli, né tanto meno entità negletta in<br />

uno sperduto comune110 continuamente de-<br />

pauperato.<br />

Com'è noto, da alcuni anni in Italia si<br />

fa un gran parlare di programmazione le<br />

cui linee, peraltro, sono state stabilite ed<br />

attendono la procedura per l'approvazione<br />

COMUNI D'EUROPA luglio-agosto 1966<br />

parlamentare. Senonché, com'è altrettanto<br />

noto, da un lato i1 rallentamento dello svi-<br />

luppo economico verificatosi nel biennio<br />

1964-65, dall'altro le vicende politiche non<br />

sempre chiare cui è stato dato di assistere<br />

tra la fine del '65 e l'inizio di quest'anno,<br />

hanno fatto sì che il disegno di legge non<br />

solo per effetto della recessione slittasse di<br />

un anno i1 periodo di applicazione (invece<br />

del 1965-69, andrà in vigore dal 1966-70),<br />

ma addirittura, a distanza di un anno esalto<br />

dalla sua approvazione in sede di Consiglio<br />

di Ministri, ancora non si è affacciato al-<br />

l'ordine del giorno del Parlamento.<br />

Non è nostra intenzione polemizzare per<br />

tale fatto. Anzi, oonsiderata la situazione, è<br />

probabile che quest'anno sia servito a più<br />

approfonditi studi, a più meditati esami e<br />

al diffondersi delle idee e degli orienta-<br />

menti. Perciò, quando sul finire dello scorso<br />

anno apparve il volume «Il Comprensorio di<br />

Soverato - Contributo sperimentale e meto-<br />

dologico alla programmazione nel Mezzo-<br />

giorno » edito da La Nuova Italia di Firenze,<br />

non potemmo che rallegrarci.<br />

Ed ancor più ci siamo rallegrati scorrendo<br />

le 339 pagine del testo - senza contare le<br />

cartine, le tabelle e la bibliografia - allor-<br />

ché siamo stati informati che l'iniziativa<br />

delle indagini, degli studi e delle conclusioni<br />

raccolti nel volume, erano i11 frutto della più<br />

attiva ed effettiva collaborazione tra un cen-<br />

tro di potere locale ed un gruppo di stu-<br />

diosi dell'Istituto per lo sviluppo dell'edilizia<br />

sociale (Ises). Collaborazione, è bene rile-<br />

varlo, che non si è risolta, come spesso<br />

succede, con l'interferenza del committente,<br />

ma con la piena indipendenza dei ricercatori<br />

e degli studiosi. Non è di poco momento<br />

un fatto del genere e sollecita una confor-<br />

tante speranza: comincia a proporsi un<br />

caso esemplare e forse a farsi strada pro-<br />

prio qui nel nostro Sud il senso civico della<br />

responsabilità dei pubblici poteri locali che<br />

desiderano operare le proprie scelte in base<br />

ad una obbiettiva conoscenza della situa-<br />

zione che li circonda. Inoltre questi stessi<br />

poteri si sono adoperati in tutti i modi per<br />

agevolare l'opera dei ricercatori, suscitando<br />

l'interesse, la simpatia e la collaborazione<br />

delle popolazioni e delle altre amminisrtra-<br />

zioni del Comwrensorio L'iniziatoire e l'ani-<br />

matore entusiasta ed instancabile dell'ini-<br />

ziativa è il Sindaco di Soverato; l'Istituto,<br />

come abbiam detto, è l'Ises, il gruppo dei<br />

ricercatori e degli esvlerti era quidato da<br />

Marcello Fabbri. Albino Sacco, Andrea Saba<br />

e Guido Cantalamessa Carboni.<br />

I1 valore intrinseco dello studio e delle<br />

ricerche trascende il limite del Compren-<br />

sorio piieso in esame e si propone a modello<br />

metsdologico di indagine e come concreto<br />

orientamento per altri studi analoghi o si-<br />

mili che si vorranno intrap~endere nel Mez-<br />

zogiorno. Infatti il Comrsrensorio di Soverato.<br />

per le sue caratteristiche. può essere deti-<br />

nito come «mediamente tipico e quindi rap-<br />

presentativo rispetto agli altri Comwrensori<br />

meridionali non investiti da interventi eso-<br />

geni di qrandi dimensioni ».<br />

Ciò non vuole affatto significare che lo<br />

studio sul Complimsorio di Soverato possa<br />

risultare av~licabile, per smvlice sovran-<br />

wosizione. ad altri Comprensori analoghi del<br />

Sud le situazioni locali non sono mai simili<br />

tra loro e varie sono le caratteristiche eco-<br />

nomiche. politiche ed umane da 7ona a zona,<br />

anche se tutte sono riferibili ad un gruppo<br />

di dati generali che fanno da denominatore<br />

comune.<br />

Ecco alcuni dati del Comprensorio; Comuni<br />

consideiiati nel Comprensorio: n. 28,<br />

dei quali 4 in montagna, 18 in collina e<br />

6 in wianura<br />

Popolazione complessiva del Comprensorio:<br />

al censimento 1951: residente 91.713,<br />

presente 86813; al censimento 1961. residente<br />

87.447, presente 79.976; decremento nel<br />

decennio: residente - 4,7%, presente - 7,9%<br />

e ciò nonostante l'incremento delle nascite<br />

che sembra essere ~tato in media del 2%<br />

all'anno. Di questi 28 Comuni: 8 non hanno<br />

farmacia, 18 sono sprovvisti di rete fognante,<br />

26 mancano di fontana pubblica.<br />

I1 93,5% delle famiglie abitano in un solo<br />

vano inidcneo. Credo che basti..<br />

La realtà del Mezzogiorno e della Calabria<br />

in particolare è sconfortante. I1 Comprensorio<br />

di Soverato nel suo insieme non<br />

sfugge a questa realtà, anzi ne rappiresenta<br />

un clampione medio. Gli aiuti dall'esterno<br />

non basteranno a vitalizzare tutto il Mezzogiorno,<br />

sia perché - per quanto ingenti -<br />

non sono sufficienti al confronto dei bisogni,<br />

sia perché non vi può essere spieranza di<br />

successo, e perciò di preliminare continuità<br />

nel processo dello sviluppo, se manca l'impegno<br />

degli uomini, delle popolazioni di<br />

tutto il Sud a valorizzare se stessi e tutte<br />

le risorse disponibili per il proprio autonomo<br />

sviluppo. Orbene lo studio dell'Ises è ancora<br />

esemplare perché ha saputo individuare e<br />

porre in evidenza delle possibilità concrete<br />

e come la popolazione, nonostante i mali<br />

atavici del chiuso mondo che la circonda e<br />

la condiziona, nonostante i limiti di vedute<br />

sbarrate da secolari pregiudizi e tradizioni<br />

inerti, nonostante ancora l'emorragia dell'emigrazione<br />

continua, non è affatto disinteressata<br />

ai problemi del proprio ambiente,<br />

non si fa illusorie sweranze, ma tanto meno<br />

si chiude in una fatalistica rassegniazione.<br />

E non è cosa da poco un dato di fatto<br />

così fondame~ntale, soprattutto perché si sfa-<br />

tano tanti « romanzi antropologici » fioriti<br />

intorno alla pretesa inferiorità degli uomini<br />

del Mezzogiorno, i quali necessitano solo di<br />

concrete e definitive rotture che li aiutino<br />

a liberare auellle compresse energie che tutti<br />

i meridionali, come ogni uomo, sanno espri-<br />

mere sol che si abbia un minimo di possi-<br />

bilità su cui far leva.<br />

E' ovvio che è un processo lento: proba-<br />

bilmente impegnerà il giro di qualche gene-<br />

razione per penetrare cawillarmente e vivifi-<br />

care i più reconditi tessuti del fattore umano<br />

d.1 Mezzogiorno E' scontato in partenza<br />

che questo sarà l'impeono più defatigante,<br />

perché la mentalità ed il comportamento<br />

umani sono i più lenti ad evolvere in questi<br />

tempi caratterizzati dai rapidi mutamenti<br />

che il progresso tecnico-scientifico orni<br />

giorno sottonone ed impone alla nostra vita.<br />

Ma tutto ciò non deve minimamente - anche<br />

nei momenti di più acuto sconforto - rivor-<br />

tare alla ribalta pessimismi deterministici<br />

e teorie nseudo-scientifiche che, come non<br />

hanno mancato di influenzare nel passato<br />

uomini non certo sprovveduti. così anche<br />

oeoi wroiettano il sospetto deila loro ombre<br />

prowrio in alcune narti della terminologia<br />

espositiva e dei giudizi dell'indagine sul fat-<br />

tore umano nel Comprensorio di Soverato,<br />

settore - per molti aspetti degno di atten-<br />

zione - dovuto a Guido Cantalamessa Car-<br />

boni.

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