Anno XIV Numero 7-8 - renatoserafini.org
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luglio-agosto 1966 COMUNI D'EUROPA 19<br />
note, particolarmente poste in luce, ad esem-<br />
pio, nel numero di dicembre 1965 di « Co-<br />
muni d'Europa » in Tout se tient di Argo).<br />
Manca inoltre una inequivocabile enun-<br />
ciazione della impossibilità dell'ingresso nel<br />
(O del riconoscimento da parte del) CCE<br />
dei Poteri locali della Spagna di Franco<br />
e del Portogallo di Salazar. Enunciazione<br />
necessaria e in relazione all'andamento della<br />
discussione (provocatoria nei riguardi del-<br />
l'Europa orientale ma senza alcun accenno<br />
a Spagna e Portogallo e, perché trascurarla?,<br />
alla Grecia di Stefanopulos e di Coistan-<br />
tino), ed alla preoccupante visione statica<br />
ddla politica internazimale (NATO contro<br />
Patto di Varsavia).<br />
Tale visione della politica internazionale,<br />
oltre ad essere clamorosamente superata<br />
causa il rilievo fondamentale che hanno<br />
assunto i paesi del Terzo Mon'do (sono 1'111-<br />
dia e la Cina i due tests fondamentali), accre-<br />
dita l'ingresso nell'Europa dei Sei del Por-<br />
togallo di Salazar (già nella NATO; più<br />
tardi della Spagna (di Franco, a proposito<br />
della quale non va trascurata la visita in<br />
Italia .del suo rappresenta'nte permanente<br />
presso le Comunità europee, ambasciatore<br />
Ullasbrtx, il quale K ha affermato che le com-<br />
petenti autorità italiane si sono dichiarate<br />
favorevoli alle posizioni sostenute dai nego-<br />
ziatori spagnoli per raggiungere un ac~cordo<br />
che piermetta al loro paese di inserissi nel<br />
processo di integrazione economica in corso<br />
tra i Sei R ed ha lasciato l'Italia a con un<br />
senlso di soddisfazione e di tranquillità B -<br />
v. a I1 Sole-24 Ore del 31 maggio 1966,<br />
pag. 11 -).<br />
A questo punto - parlando di Europa<br />
unita in un momento in ,cui colmono le<br />
formule a 6, a 6-1, a 5fl a 6+1 - dob-<br />
biamo riferirci un attimo all'Inghilterra n<br />
(V. « Comuni d'Europa s, n. 3, marzo 1966:<br />
Con Salazur di Ambrogio Lorenzetti) e do-<br />
mandarci con malinconia se, mentre tutti<br />
si interessano all'Inghilteilra (e d'altra parte<br />
l'Inghilterra si interessa all'Europa), di fatto<br />
non ci troveremo di fronte ad un7Europa a<br />
6+2=8, +l: dove 1'1 è sempre dato dal-<br />
l'lnghiltterra.<br />
Dunque, dopo Torino, Como: vale a dire<br />
che le risoluzioni politiche di tale Assem-<br />
blea nascondono sempre una fondamentale<br />
divisione fra quanti vogliono gli Stati Uniti<br />
d'Europa come fattore di pace e garanzia di<br />
sviluppo demo~cratico e quanti, viceversa,<br />
intendono l'Europa come complesso di istitu-<br />
zioni intergovernative che stabilizzino i'at-<br />
tuale processo di espansione, che procede<br />
all'insegna della prevaricazione dei consu-<br />
matori da parte della pro'duzione.<br />
Perché non essere conseguenti con le pre-<br />
.messe? Perché porre con d,ecisione in discus-<br />
sione importantissimi temi di politica inter-<br />
nazionale alla ricerca di un ruolo dell'Eu-<br />
ropa federata, giustificato proprio in rela-<br />
zione alla situazione internazionale e poi<br />
- nella risoluzione finale - abdicare alla<br />
parte conservatrice dell'Assemblea?<br />
Che fare? quindi.<br />
E' mia opinione che la formazione di una<br />
destra e di una sinistra costituisca un<br />
processo fisiologico degli <strong>org</strong>anismi politici<br />
e che se non si libera tale processo le<br />
conseguenze saranno a tutto vantaggio della<br />
destra, mentre la sinistra tenterà inu-<br />
tilmente di acquisire posizioni per essa van-<br />
taggiose.<br />
Non vale di più, all'interno del GC'E, dar<br />
vita ad una sinistra (la destra rimar-<br />
rebbe meccanicamente definita) che potrebbe<br />
coerentemente affermare le proprie posizioni<br />
con possibilità di riscuotere adesioni da quel<br />
potenziale democratico di cui prima discor-<br />
..----v<br />
LCVU.<br />
Io penso che una tale chiarificazione da-<br />
rebbe nuovo impulso al CCE, qualifican-<br />
dolo politicamente, come si conviene ad un<br />
<strong>org</strong>anismo cui dovrebbe competere un peso<br />
politico rilevante in relazione alle funzioni<br />
che attraverso di esso vengono rappresentate<br />
su scala europea.<br />
Prevarrebbe la sinistra o la destra?<br />
Penso che il problema dovrebbe essere af-<br />
frontato realislicamente neila consapevolezza<br />
che non ci si può votare ad una disastrosa<br />
sconfitta: gli attuali delegati condizionano<br />
il tipo di risoluzione (cioè l'orientamento<br />
politico ael CCE): si tratta di trovare il<br />
punto di equilibrio tra la esigenza di chia-<br />
rezza e quella di non scarsi consensi.<br />
Ovvio che la sinistra (di conseguenza<br />
anche la destra) passerebbe attraverso le<br />
Sezioni nazionali del CCE (come fare a<br />
mettere d'accordo socialisti e liberali?).<br />
Probabilmente si imporrebbero delle mo-<br />
dificazioni statutarie per il CCE e per le<br />
Sezioni nazionali di esso onde consentire<br />
adeguate rappresentanze della sinistra e<br />
ddla destra: si tratta di porre mano pa-<br />
zientemente all'opera, nella consapevolezza<br />
che l'equivoco politico non è più oltre pro-<br />
traibile.<br />
Tanto più che nel CCE si va configurando<br />
un asse Parigi-Bonn, come dimostrano gli<br />
intensi rapporti fra le due Sezioni na-<br />
zionali (né può confortare il fatto che, se-<br />
guendo l'indirizzo di disimpegno politico che<br />
caratterizza il CCE - e che significa alli-<br />
neamento con la posizione dei governi nazionali<br />
-, i ra~pporti fra le Sezioni francese<br />
e tedesca si riducano ai gemellaggi: è sul<br />
vuoto infatti che meglio si innestano le<br />
aspirazioni di grandeur o revansciste). Sarebbe<br />
inoltre poco realistico non rilevare<br />
che la tendenza attualmente prevalente nel<br />
CCE è quella franco-tedesca (una tendenza<br />
che, per quello che si è detto, non può non<br />
lasciare preoccupati).<br />
Non mi nascondo le difficoltà che potrebbero<br />
ins<strong>org</strong>ere nell'AICCE. Si tratta intanto<br />
di reclamare maggiore impegho da parte di<br />
tutte le forze politiche democratiche prospettando<br />
la possibilità di una più chiara impostazione.<br />
[Il richiamo alle forze politiche democratiche<br />
impone di esplicitamente escludere fascisti<br />
e monarchici. E' però anche opportuno<br />
precisare che non si comprende come nessuno<br />
ponga in discussione la esclusione dei<br />
rappresentanti dei Comuni retti dai comunisti,<br />
dall'AICCE e dal CCE, quando vi figurano<br />
i liberali.<br />
Tanto più che gli incauti accenni, emersi<br />
in sede di Assemblea dei Delegati di Como,<br />
alla possibilità che il CCE si faccia patrocinatore<br />
di incontri fra alcuni Comuni dei<br />
paesi attualmente partecipanti al CCE ed<br />
alcuni Comuni dei paesi dell'Europa orientale,<br />
fanno emergere clamorosamente tutta<br />
la strumentalità di certe posizioni, che non<br />
a caso ho prima definite provocatorie,<br />
dato che negli ambiti nazionali i Comuni<br />
governati dai comunisti (liberamente eletti,<br />
si badi!) non vengono ammessi nell'area de-<br />
mocratica del CCE, mentre poi il CCE vuole<br />
essere abilitato a trattare con Comuni del-<br />
l'Europa orientale dove le rappresentanze<br />
non sono espresse nel modo che noi siamo<br />
usi definire democratico. Peraltro, riguardo<br />
a tale argomento continuo a ritenere che si<br />
fa il discorso a sinistra guardando a destra:<br />
non a caso chi, a Como, con maggiore calore<br />
ha sostenuto la necessità che il CCE apra il<br />
dialogo (si può facilmente immaginare quale<br />
dialogo!) con i Comuni dell'Europa orientale<br />
(paludandosi con i soliti appelli per liberare<br />
i « fratelli >> rinserrati « oltre cortina ») sono<br />
stati i tedeschi: ora si sa quanto la Germa-<br />
nia di Bonn strizzi l'occhio alla Spagna.]<br />
Dunque, caro Professore, sono giunto (fi-<br />
nalmente!) al termine di queste mie consi-<br />
derazioni.<br />
Spero vorrà scusarmi per tanta prolissità.<br />
So da quali sentimenti Ella è animata e<br />
con quanta pazienza e fermezza - da anni -<br />
sta conducendo la difficile battaglia per gli<br />
Stati Uniti d'Europa (basterebbe a testimo-<br />
niare ciò C Comuni d'Europa ,). Eld è sol-<br />
tanto perché so queste cose che Le scrivo,<br />
e in questi termini.<br />
Cordiali saluti,<br />
Roma, 18 luglio 1966<br />
Gabriele Panizzi<br />
Ormai lasciamo al Congresso nazionale<br />
dellJ,AICCE la risposta al consigliere comu-<br />
nale Panizzi. Ad Ancona, dunque!<br />
COMUNI D'EUROPA<br />
Organo deU'A.1.C.C.E.<br />
<strong>Anno</strong> <strong>XIV</strong> - n. 7-8 - luglio-agosto 1966<br />
Direttore resp.: UMBERTO SERAFINI<br />
Redattore capo: EDMONDO PAOLINI<br />
DIREZIONE, REDAZIONE<br />
I<br />
E AMMI- 684,556<br />
MSTRAZIONE<br />
687.320<br />
Piazza di Trevi, 86 - Roma - tel.<br />
Indir. telegrafico: Comuneuropa - Roma<br />
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Piazza di Trevi, 86 - Roma )I (speci-<br />
ficando la causale del versamento),<br />
oppure a mezzo assegno circolare -<br />
non trasferibile - intestato a Comuni<br />
d'Europa ».