14.06.2013 Views

n.3SETTEMBRE-OTTOBRE 2002

n.3SETTEMBRE-OTTOBRE 2002

n.3SETTEMBRE-OTTOBRE 2002

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

ANNO II<br />

n.3 SETTEMBRE-<strong>OTTOBRE</strong> <strong>2002</strong><br />

Il giornale dello specialista del raccolto<br />

RETE VENDITE<br />

ITALIA: ORA<br />

FA SCUOLA<br />

pag. 3<br />

È NATA<br />

“LAVERDA<br />

FRANCE”<br />

pag. 4<br />

SORPRESE<br />

ALL’EIMA <strong>2002</strong><br />

DI BOLOGNA<br />

pag. 11<br />

IN ROMAGNA<br />

LA FESTA<br />

DEL 2 O ANNO<br />

pag. 12<br />

PIEMONTE,<br />

UNA FAMIGLIA<br />

E IL RISO<br />

pag. 16


2 Il punto di Angelo Benedetti<br />

Attenti alle emozioni, meglio la ragione<br />

Nell’acquisto di una mietitrebbia spesso si decide in modo irrazionale.<br />

Più utile però guardare all’efficienza: una riflessione in casa nostra<br />

È statisticamente provato<br />

che l’uomo, da sempre,<br />

opera scelte spesso guidate<br />

dall’emotività che, autorevole,<br />

s’impone sulle regole e<br />

sulla ragione.<br />

Pensate alle decisioni importanti<br />

prese nella vostra vita,<br />

vi accorgerete che in più<br />

occasioni non è stata la<br />

ragione a decidere ma l’emozione<br />

del momento, l’attimo,<br />

il colpo di fulmine, il<br />

primo sguardo, e così via.<br />

Tutta una serie irrazionale di<br />

fatti che hanno spostato<br />

l’ago della bilancia da un<br />

lato piuttosto che dall’altro.<br />

Spesso senza una ... ragione.<br />

Questo vale anche per scelte<br />

molto pratiche, quali l’investimento<br />

in una mietitrebbia.<br />

Una macchina operatrice<br />

destinata ad un impiego a<br />

carattere stagionale e limitato<br />

nel tempo.<br />

Farà sorridere pensare che<br />

sia possibile “innamorarsi”<br />

di un mostro d’acciaio,<br />

eppure non è da escludere<br />

che chi ha passione per i<br />

frutti della terra possa averne<br />

anche per i frutti della<br />

tecnica e del pensiero di progettisti<br />

che, dopo aver trovato<br />

soluzioni meccaniche ai<br />

problemi della raccolta,<br />

hanno anche il gusto del<br />

bello e del comfort.<br />

Alcune indagini, svolte di<br />

recente su un congruo campione<br />

di contoterzisti ed<br />

agricoltori europei, hanno<br />

messo in risalto che la decisione<br />

d’acquisto per una<br />

mietitrebbia avviene per<br />

l’80% sulla spinta emotiva e<br />

solo per il restante 20% sulla<br />

base di indicatori razionali.<br />

Questi temi sono noti e<br />

dibattuti anche in Laverda,<br />

dove è costante l’attenzione<br />

alle esigenze reali dell’agricoltura<br />

di oggi e di domani.<br />

Ecco quindi che, mentre da<br />

una parte si vorrebbe soddisfare<br />

immediatamente la<br />

sete di emozioni dei potenziali<br />

clienti, dall’altra bisogna<br />

guardare alla missione dei<br />

prodotti da offrire per far sì<br />

che la ragione non si lasci<br />

condizionare da scelte pericolose.<br />

Un’attenta analisi dei mercati<br />

consiglia oggi l’acquisto di<br />

macchine semplici, durature<br />

e polivalenti. Semplicità<br />

significa, ad esempio, trasmissioni<br />

essenziali e quindi<br />

minor fabbisogno di energia,<br />

minor consumo di carburante<br />

ovvero minor inquinamento.<br />

Per rimanere in tema di mietitrebbie,<br />

semplicità significa<br />

anche trattamento delicato<br />

del prodotto e dei relativi<br />

sottoprodotti (paglie, pule<br />

ecc.), il che comporta minor<br />

lavoro per le successive lavorazioni<br />

della granella e del<br />

terreno. Altro risparmio<br />

energetico utile all’ecologia.<br />

Va da sé che anche la durata<br />

di componenti meno sollecitati,<br />

perché inseriti in un<br />

contesto meccanico semplice,<br />

è più lunga e redditizia.<br />

La polivalenza poi è una<br />

caratteristica insita nel progetto<br />

e fa parte della missio-<br />

Aldo I. Dian (a sin.), direttore generale di<br />

Laverda, e Angelo Benedetti,<br />

direttore marketing.<br />

ne del prodotto. Se già in<br />

origine si progetta una macchina<br />

destinata a raccogliere<br />

più prodotti nell’arco dell’annata<br />

agraria, le scelte<br />

andranno nella direzione più<br />

idonea per raggiungere al<br />

meglio gli obiettivi prefissati.<br />

Individuati i valori richiesti<br />

dal mercato, realizzato il<br />

progetto e sviluppato il prodotto,<br />

la ragione chiede il<br />

conforto della prova in<br />

campo. Proprio il campo<br />

diventa, per le macchine da<br />

raccolta, il giudice supremo<br />

della bontà o meno dei<br />

nostri progetti.<br />

Ecco allora che, come nella<br />

vita quotidiana, le emozioni<br />

lasciano il posto alla ragione<br />

e non sempre le nostre attese<br />

risultano soddisfatte.<br />

A questo punto il consiglio<br />

di Laverda è questo: “Badate<br />

al concreto e poi lasciatevi<br />

stupire dal bello, purchè funzionale<br />

ed efficace in ogni<br />

situazione e su tutti i<br />

campi”.<br />

Il giornale dello specialista<br />

del raccolto<br />

Anno II, n. 3, settembre/ottobre <strong>2002</strong><br />

Periodico trimestrale<br />

Registrazione Tribunale di Vicenza<br />

n. 1017 del 5 marzo <strong>2002</strong><br />

direzione editoriale<br />

Aldo I. Dian<br />

Angelo Benedetti<br />

coordinamento redazionale<br />

Simonetta Lambrocco<br />

consulenza tecnica<br />

Pietro Dal Santo<br />

progetto grafico<br />

Andrea Rosset<br />

Piergiorgio Laverda<br />

direttore responsabile<br />

Claudio Strati<br />

hanno collaborato:<br />

Stefano Davolio<br />

export area manager<br />

Gianni Fontana<br />

product manager<br />

Piergiorgio Laverda<br />

fotografie<br />

Archivio Laverda spa<br />

Archivio Storico “Pietro Laverda”<br />

© by Laverda spa<br />

36042 Breganze (VI) Italy<br />

via F. Laverda, 15/17<br />

tel. +39.0445.385311<br />

fax +39.0445.873355<br />

www.laverdaworld.com<br />

webmaster@laverdaworld.com<br />

Stampa<br />

Tipografia Campisi<br />

V.le dell’Industria 13 - 36057<br />

Arcugnano (VI)<br />

Proprietà letteraria riservata.<br />

È permessa la riproduzione<br />

di articoli e immagini<br />

solo citando la fonte.


3 L’ Italia a cura di Simonetta Lambrocco<br />

Il modello italiano, pronto da esportare<br />

Visto il successo della rete vendita nazionale, le filiali straniere la “copieranno”<br />

I risultati ottenuti per l’attuale campagna sul mercato italiano<br />

ci danno grande soddisfazione, una soddisfazione che<br />

condividiamo con la rete vendite Italia.<br />

L’importantissimo incremento dei volumi di vendita conseguito<br />

nel nostro secondo anno di attività si presta a più di<br />

una chiave di lettura. Eccone alcune.<br />

Laverda offre non solo una gamma di mietitrebbie da<br />

170 a 305 CV, classi di potenza ideali per il mercato italiano,<br />

ma anche una gamma ricchissima di macchine per<br />

la fienagione.<br />

Laverda vanta, inoltre, una tradizione storica nel settore<br />

della produzione di macchine agricole, una tradizione che<br />

significa competenza e che si riflette positivamente sui prodotti,<br />

caratterizzati da un elevato standard qualitativo e da<br />

un’indubbia affidabilità.<br />

E, argomento non meno importante, Laverda tiene in grandissima<br />

considerazione il rapporto col cliente e proprio per<br />

questo desidera avere una rete vendite competente e capa-<br />

CONCESSIONARIO A SENIGALLIA<br />

Rosati, da 80 anni<br />

un riferimento per gli<br />

agricoltori marchigiani<br />

Ottanta lughi anni di storia. La ditta Rosati Macchine<br />

Agricole, infatti, nasce nel 1922 grazie al fondatore<br />

Sante Rosati (1900-1994). La nuova azienda già in<br />

pochi anni si dimostra molto attiva importando,<br />

costruendo e vendendo migliaia di aratri e seminatrici,<br />

e facendosi conoscere quasi in tutta Italia.<br />

Negli anni successivi l’azienda marchigiana diventa<br />

uno dei più grandi ricambisti della Penisola. Il 1949,<br />

con l'entrata in ditta del figlio Renato, e nel momento<br />

della ricostruzione nazionale, segna una fondamentale<br />

svolta aziendale: la Rosati infatti non si limita<br />

più solo ai ricambi e alle piccole attrezzature, ma<br />

anche ai trattori e alle mietitrebbie arrivando a lavorare,<br />

negli anni ‘60 e ‘70, con marchi come Same e<br />

Claas.<br />

Dal 1975 entra in azienda anche la terza generazione<br />

della famiglia e nel 1990, spiega l'amministratore<br />

Lorenzo Rosati, l’azienda si trasferisce in un moderno<br />

capannone a dieci chilometri da Senigallia: qui<br />

l'azienda si sistema su ben mille mq. di superficie<br />

coperta, con una grande area esterna di 11 mila mq.<br />

“Nel 1991 abbiamo acquisito la rappresentanza dei<br />

trattori Case-International - prosegue Lorenzo Rosati<br />

- e, dopo qualche mese, siamo diventati distributori<br />

di trattrici Landini per una parte della provincia di<br />

Ancona. Quest'ultimo marchio si è dimostrato decisivo<br />

nello sviluppo della Rosati macchine Agricole,<br />

ce. In Italia, per esempio, ci sentiamo particolarmente<br />

appoggiati in questo da tutte le nostre concessionarie, tanto<br />

che anche per le filiali estere verrà impostato lo stesso metodo<br />

di lavoro applicando anche in altri mercati lo spirito che<br />

ci ha permesso di conseguire un grande successo a casa<br />

nostra.<br />

Un notevole contributo ci viene, fra gli altri, dalla ditta Rosati<br />

Macchine Agricole, che ha accettato la sfida e ha lavorato<br />

intensamente, credendo sin dal primo momento in questa<br />

“nuova” Laverda.<br />

Come Laverda, anche la ditta Rosati, del resto, può vantare<br />

una lunga tradizione, dato che opera nel settore da 70 anni<br />

e che già dal 1975 annovera nel suo organico la terza generazione.<br />

Il che significa grande dedizione e grande passione.<br />

E allora, da Laverda, un sentito ringraziamento alla ditta<br />

Rosati per le capacità e l’impegno con cui sta lavorando<br />

al nostro fianco, e un’esortazione a proseguire su questa<br />

strada.<br />

L’esterno della sede della concessionaria Rosati Macchine Agricole a Senigallia. Sotto, Lorenzo Rosati.<br />

perchè ci ha poi consentito, nel 2000 e nel 2001, di<br />

diventare distributori di marchi altrettanto storici e<br />

prestigiosi, come Laverda e McCormick”.<br />

Lo sviluppo raggiunto dalla Rosati è eloquentemente<br />

evidenziato dal suo organigramma: un organico<br />

interno di undici persone, di cui due addetti a ricambi<br />

e giardinaggio, tre alla contabilità, tre alle vendite,<br />

due alle consegne e uno alla logistica; inoltre la<br />

Rosati si avvale di cinque officine esterne per l'assistenza<br />

alle mietitrebbie tra Ancona e Pesaro. Ma l'azienda,<br />

per essere più vicina alla clientela, ha anche<br />

un secondo punto vendita a San Paolo di Jesi (An),<br />

dove operano dei suoi collaboratori.


4 I mercati<br />

Bienvenue! Laverda prende casa in Francia<br />

A Saint Dizier, nella Haute Marne, già operativa la nuova filiale autonoma<br />

In uno dei più grandi mercati<br />

dell'Occidente, in cui opera da<br />

quasi quarant’anni, Laverda riorganizza<br />

completamente la sua<br />

struttura. Il nuovo “sbarco” in<br />

Francia è molto recente e si è concretizzato,<br />

prima dell’estate, con<br />

la nascita di Laverda France sas, la<br />

filiale francese nuova di zecca, a<br />

Saint Dizier, Cedex, Clos Saint<br />

Jean (tel. 03 2556 7990, fax 03<br />

2555 4278).<br />

In un momento di forte rilancio di<br />

Laverda, non poteva mancare il<br />

rafforzamento sul mercato transalpino.<br />

“Nonostante il tentativo,<br />

non riuscito, degli anni passati di<br />

oscurare il marchio Laverda, ci<br />

arrivano attestati di stima e di<br />

grande apprezzamento da più<br />

parti del mondo - spiega il direttore<br />

generale di Laverda, Aldo I.<br />

Dian, presidente della nuova<br />

società francese -. Abbiamo un<br />

grande patrimonio di partenza<br />

che ci viene da un marchio con<br />

130 anni di storia e dalla riconosciuta<br />

affidabilità delle nostre<br />

macchine. L’andamento delle vendite<br />

in Italia ci sta dando ragione,<br />

ma anche in Francia Laverda ha<br />

una ricca tradizione: da lì intendiamo<br />

muovere per conquistare le<br />

posizioni cui sentiamo di poter<br />

aspirare”.<br />

Nella strategia del Gruppo Argo, il<br />

marchio Laverda ha un ruolo centrale<br />

ed è apparso necessario ridisegnare<br />

e potenziare la distribuzione<br />

dei prodotti in Francia. Si è<br />

deciso di modificare il quadro<br />

organizzativo, che prevedeva la<br />

distribuzione dei prodotti Laverda<br />

e Landini attraverso un’unica<br />

società. Ora le “rosse” di<br />

Breganze navigheranno sul mercato<br />

francese vivendo di luce propria.<br />

Così Laverda spa ha creato<br />

una sua filiale diretta e autonoma,<br />

Laverda France sas, distributore<br />

esclusivo, con principale obiettivo<br />

la commercializzazione dei suoi<br />

prodotti e dei ricambi e la gestione<br />

di tutti i servizi alla clientela. La<br />

sede sociale della nuova impresa è<br />

stata posta a Saint Dizier, nella<br />

Haute Marne, presso gli stabilimenti<br />

McCormick France.<br />

Laverda France, seguita dall’Italia<br />

dall’area manager Marco Storero,<br />

ha un management tutto francese:<br />

il direttore Olivier Deneufbourg,<br />

l’assistente di direzione Sandrine<br />

Igouazi, il responsabile marketing<br />

e vendite Jean Pierre Baguet. La<br />

filiale già in questo autunno inizierà<br />

una vasta attività di formazione<br />

commerciale e tecnica. Per<br />

quanto riguarda il settore ricambi,<br />

Saint Dizier vedrà da qui alla fine<br />

del 2003, con cospicui investimenti,<br />

la realizzazione di un centro<br />

di distribuzione su scala mondiale<br />

per i pezzi di ricambio di<br />

McCormick e, nel giro di due<br />

anni, anche di Laverda per l’intero<br />

mercato francese. Nel frattempo il<br />

servizio alla clientela Laverda continuerà<br />

ad essere assicurato attraverso<br />

il deposito di Plailly dans<br />

l’Oise di Landini France.<br />

La strategia di penetrazione in<br />

Francia prevede l’assoluta specializzazione<br />

dell’organizzazione<br />

Laverda, mirata al settore della<br />

raccolta. Quindi sì a un coordinamento<br />

con il team di McCormick<br />

France e Landini France, sì a trovare<br />

momenti di complementarietà<br />

tra uomini e prodotti delle<br />

varie società, sì a mettere insieme<br />

le competenze sulle problematiche<br />

comuni. Ma nello stesso<br />

tempo, sì anche a una netta<br />

distinzione tra le tre équipe. Gli<br />

organici destinati alla promozione<br />

e ai prodotti Laverda resteranno<br />

ben distinti dagli altri due marchi<br />

del gruppo Argo soprattutto per<br />

salvaguardare l’identità acquisita<br />

storicamente da Laverda in<br />

Francia. I tre marchi, in totale<br />

autonomia, potranno anche<br />

intrattenere rapporti contrattuali<br />

di distribuzione con partner diversi<br />

in una stessa regione.<br />

La gamma di prodotti venduti da<br />

Laverda si è arricchita subito<br />

anche in Francia delle nuove falciatrici<br />

e dei fasciatori.<br />

Sono passati più di quarant’anni<br />

dall’arrivo in Francia delle prime<br />

mietitrebbie Laverda.<br />

Nella foto una M90 consegnata<br />

al primo cliente francese.<br />

Sotto, la sede di Laverda France,<br />

presso lo stabilimento McCormick<br />

di Saint-Dizier.


5<br />

A tutta birra con l’ottimo orzo di Cechia<br />

Le mietitrebbie Laverda garantiscono materia prima di qualità alla bionda bevanda<br />

È un successo legato... alla birra.<br />

Tra gli ingredienti degli ottimi<br />

risultati conseguiti nella<br />

Repubblica Ceca da Laverda (che<br />

con otto macchine conquista una<br />

posizione di grande importanza<br />

su un mercato che non conta più<br />

di 30 macchine nuove ogni anno)<br />

c’è anche il segreto della buona<br />

birra. I cechi infatti sono grandi<br />

produttori di orzo per birra, che<br />

esportano in tutto il mondo. E<br />

l’orzo, per poter essere impiegato<br />

nella produzione della birra, deve<br />

rispettare caratteristiche molto<br />

severe ed essere trebbiato e pulito<br />

in modo eccellente: le "rosse"<br />

di Breganze assolvono nel modo<br />

migliore questo compito.<br />

Tra l’altro gli stessi produttori di<br />

birra cechi hanno iniziato da alcuni<br />

anni un lavoro meticolosissimo<br />

di innalzamento della qualità che<br />

ha portato a risultati davvero sorprendenti,<br />

e loro stessi sono<br />

diventati i migliori sponsor delle<br />

macchine Laverda. A questo si<br />

aggiunga, come spiega l’area<br />

manager Stefano Davolio, la particolare<br />

conformazione del terreno<br />

che mette in risalto, in modo<br />

netto, i vantaggi del sistema di<br />

livellamento Laverda.<br />

E, ciliegina sulla torta, va sottolineata<br />

anche la grande importanza<br />

al servizio data dall’importatore<br />

di Laverda in Cechia, Toko.<br />

"Il successo colto nella<br />

Repubblica Ceca acquista ancora<br />

più importanza se si considera la<br />

professionalità dei clienti finali<br />

che hanno scelto Laverda - dice<br />

Davolio -. La superficie media<br />

delle aziende nostre clienti è<br />

infatti superiore a 5 mila ettari!<br />

La privatizzazione delle aziende<br />

agricole statali è corsa, in questo<br />

Paese, lungo due direzioni: da<br />

una parte garantire elevate economie<br />

di scala mantenendo<br />

ampie superfici di seminativo ed<br />

investendo in strutture di dimensioni<br />

importanti; dall’altra<br />

aumentare il livello qualitativo del<br />

prodotto per poterlo portare a<br />

livelli “europei”. E il personale di<br />

queste grandi aziende rispecchia<br />

la organizzazione di tipo “indu-<br />

striale” più che in ogni altro<br />

paese: di solito sono una cinquantina<br />

gli operai coordinati e<br />

guidati da ingegneri ed agronomi”.<br />

Nella Repubblica Ceca non mancano<br />

certo le zone da coltivare: vi<br />

sono terreni agricoli per 2,5<br />

milioni di ettari, di cui 1,5 milioni<br />

arabili. Della superficie arabile,<br />

830.000 ha sono dedicati ai<br />

cereali, 53.000 al girasole e<br />

75.000 alla colza. Le aziende<br />

ceche sono di solito autonome<br />

per quanto riguarda interventi di<br />

manutenzione su tutti i macchinari<br />

in dotazione. Vi sono infatti<br />

officine ben attrezzate in grado di<br />

eseguire velocemente qualsiasi<br />

manutenzione di routine.<br />

Ma Laverda, grazie a Toko, riesce<br />

a dare un supporto tecnico prezioso<br />

e competente in più.<br />

L’importatore Toko infatti ha<br />

avviato una una decina di officine<br />

super specializzate, sparse su<br />

tutto il territorio della Repubblica<br />

Ceca, che supportano queste<br />

strutture d’assistenza. Così per gli<br />

specialisti della raccolta, in<br />

Cechia, la manutenzione non è<br />

mai un problema.<br />

L’IMPORTATORE<br />

Il partner Toko: “C’è grande<br />

interesse per le Levelling System”<br />

Toko è l’azienda importatrice<br />

fondata da Tomás Koøínek nel<br />

1990 e che da quella data ha la<br />

rappresentanza commerciale<br />

nella Repubblica Ceca.<br />

Ormai Laverda è ben nota sul<br />

mercato ceco, dove lavorano<br />

varie centinaia di sue mietitrebbie.<br />

Quest’anno Toko ha già<br />

distribuito 8 nuove mietitrebbie<br />

Laverda: tre 2760 LX LS T, due<br />

2350 LX LS T, una 2350 LX LF T,<br />

una 2350 LX T e una 2050 LXT.<br />

E tutte erano già vendute all’utilizzatore<br />

finale a fine maggio.<br />

“Queste mietitrebbie - dicono<br />

alla direzione di Toko - stanno<br />

lavorando in aziende agricole ed<br />

^<br />

anche in aziende che forniscono<br />

servizi; alcune hanno già trebbiato<br />

450-500 ha. Già dopo un<br />

così breve periodo di utilizzo, i<br />

nostri clienti sono molto soddisfatti<br />

delle “rosse”. La zona in<br />

cui vengono utilizzate è collinare:<br />

per questo ai nostri clienti<br />

interessano le Levelling System”.<br />

Ma anche l’importatore ceco si<br />

dice molto soddisfatto della collaborazione<br />

instaurata con<br />

Laverda, “che si sviluppa su un<br />

livello molto elevato: siamo<br />

orgogliosi di rappresentare un’azienda<br />

così valida come<br />

Laverda”.<br />

Durante l’anno Toko organizza<br />

Una mietitrebbia 2760 LX al<br />

lavoro sulle colline ceche e la<br />

sede operativa di Toko, a<br />

Luhacovice.<br />

^


6<br />

una serie di corsi di addestramento<br />

per tecnici, venditori e<br />

clienti, sia in Italia che nella<br />

Repubblica Ceca. Occasioni di<br />

formazione importantissime per<br />

comprendere tutte le potenzialità<br />

delle mietitrebbie e per imparare<br />

a usarle correttamente.<br />

“La vendita - spiegano a Toko - è<br />

supportata da materiale illustrativo,<br />

fornito da Laverda direttamente<br />

in lingua ceca, da pubblicità<br />

su giornali e riviste di settore,<br />

oltre a forme di finanziamento<br />

molto vantaggiose: pagamenti<br />

diluiti in sei anni con un primo<br />

versamento pari al 20% dell’importo.<br />

Attualmente stiamo realizzando<br />

un filmato che descrive<br />

le modalità operative e fa vedere<br />

le mietitrebbie al lavoro nelle<br />

condizioni della campagna<br />

ceca”.<br />

Toko per ora offre ai clienti le<br />

mietitrebbie Laverda della serie<br />

LX e autolivellanti. Per l’anno<br />

prossimo c’è in programma di<br />

importare anche il nuovo modello,<br />

l’ammiraglia, la mietitrebbia<br />

gigante a sei scuotipaglia.<br />

L’azienda ceca da anni lavora<br />

nell’import e nella vendita di<br />

macchinari agricoli, ma ha ulteriormente<br />

ampliato il suo raggio<br />

d’azione che attualmente la vede<br />

impegnata nella progettazione e<br />

nella vendita di una linea tecnologica<br />

completa, nel finanziamento<br />

di tecnologie agricole per<br />

i clienti, nell’assistenza ai clienti<br />

con la ricambistica e i servizi connessi,<br />

in consulenze nel settore<br />

agricolo.<br />

Pennellate rosse nella pianura magiara<br />

Oltre venti macchine di Breganze per la meccanizzazione delle aziende<br />

Nelle estese pianure magiare<br />

sempre più macchie di rosso. É lo<br />

sgargiante colore delle macchine<br />

Laverda, che contribuiscono ai<br />

copiosi raccolti delle campagne<br />

ungheresi. Con più di 20 mietitrebbie<br />

Laverda infatti aumenta<br />

pesantemente la propria presenza<br />

sul mercato d'Ungheria.<br />

Il mercato delle macchine da raccolta<br />

in Ungheria ha registrato<br />

una interessante crescita grazie<br />

al buon livello di esportazioni di<br />

grano e mais e grazie ad una<br />

politica di aiuti alla meccanizzazione<br />

agricola destinati alle<br />

aziende private, soprattutto<br />

quelle di media dimensione.<br />

Le materie prime di origine agricola,<br />

grazie ad un vantaggioso<br />

rapporto fra prezzo e qualità,<br />

hanno acquisito una crescente<br />

importanza sui mercati internazionali.<br />

Anche su questo mercato le<br />

macchine Laverda hanno potuto<br />

esprimere al meglio le proprie<br />

caratteristiche.<br />

Il partner importatore, la Vektor<br />

di Gyor, è sicuramente uno dei<br />

protagonisti di riferimento nel<br />

panorama della meccanizzazione<br />

agricola in Ungheria. Il supporto<br />

e la professionalità nella gestione<br />

delle vendite e del servizio post<br />

vendita sono sempre all'altezza.<br />

Vektor, oltre che con Laverda, ha<br />

raggiunto ottimi risultati anche<br />

con i trattori McCormick: più di<br />

100 unità vendute.<br />

Una grande mietitrebbia a<br />

sei scuotipaglia durante la<br />

raccolta dell'orzo.<br />

Due nuovi clienti Laverda in<br />

Ungheria: a sinistra Kiss Attila<br />

di Hajdúhadház, a destra<br />

Buru László di Harkány.


7 I prodotti<br />

Scendono in campo anche le falciatrici<br />

Così la vasta gamma per la fienagione diventa una “flotta” per ogni esigenza<br />

Grazie alle sinergie di Gruppo, Laverda può<br />

beneficiare oggi di una gamma di prodotti ancora<br />

più ampia.<br />

Infatti nello stabilimento di Luzzara (RE), già<br />

noto per la produzione di macchine da fienagione<br />

Fort, oltre alle attrezzature per la lavorazione<br />

del terreno marchiate Pegoraro, vengono ora<br />

prodotti falciatrici e fasciatori con il marchio<br />

Laverda .<br />

Alle presse per balle giganti della serie LB, alle<br />

rotopresse a camera variabile della serie VB e a<br />

camera fissa della serie FB, si affiancano anche<br />

quattro modelli di falciatrici e due modelli di falciacondizionatrici<br />

portate.<br />

A completare la gamma vi sono poi due modelli<br />

di falciacondizionatrici trainate, uno con condizionatore<br />

a rulli in gomma ed uno con condizionatore<br />

a flagelli.<br />

Per chi ha l’esigenza di raccogliere insilato in<br />

balle cilindriche, ecco inoltre due modelli di<br />

fasciatore: uno a caricamento laterale ed uno a<br />

caricamento posteriore.<br />

Le rotopresse VB 12.18<br />

e VB 12.18cs<br />

Con i due modelli di rotopresse<br />

Laverda a camera variabile VB<br />

12.18 e VB 12.18cs, con larghezza<br />

balla mt. 1,20 e diametro da<br />

0,80 fino a mt.1,80, e grazie ad<br />

un esclusivo sistema di preposizionamento<br />

del diametro della<br />

camera di compressione, si possono<br />

produrre balle ben compatte<br />

sia con nucleo centrale a cuore<br />

duro che tenero.<br />

Con il raccoglitore, di ben 2 metri,<br />

e le due coclee laterali si può raccogliere<br />

qualsiasi andana di prodotto,<br />

ed assieme al rotore di alimentazione<br />

a singola stella per il<br />

modello VB 12.18, e a doppia<br />

stella per la VB12.18cs, che<br />

garantisce una alimentazione ottimale<br />

alla camera di compressione,<br />

si possono produrre balle davvero<br />

perfette.<br />

Il modello VB 12.18cs con il suo<br />

rotore a doppia stella e gli 11 coltelli<br />

selezionabili (3/6/11) permette<br />

di tagliare il prodotto alla lunghezza<br />

desiderata.<br />

La rotopressa Laverda VB 12.18 e<br />

VB 12.18cs, con l'esclusivo preposizionamento<br />

del diametro camera<br />

di compressione, il legatore a<br />

doppio spago, il computer Quick<br />

Control che fornisce tutte le informazioni<br />

durante la produzione e<br />

la legatura della balla, oltre al<br />

legatore a rete Pull-Net a richiesta,<br />

ha in sè tutti i requisiti per<br />

soddisfare le aspettative della<br />

clientela più esigente.<br />

Le rotopresse FB 12.12<br />

e FB 12.15<br />

La scelta delle rotopresse a camera<br />

fissa Laverda catene e barrette<br />

può essere fatta su 4 modelli: 2<br />

modelli con camera di mt.<br />

1,20x1,20, per le FB 12.12 e FB<br />

12.12L ed altri 2 modelli con<br />

camera di mt 1,20x1,50 per le FB<br />

12.15 e FB 12.15L . La lettera L<br />

identifica i modelli con il raccoglitore<br />

largo, che in luogo del pick<br />

up da mt, 1,55 montano quello<br />

da mt. 2,00, conferendo maggio-


8<br />

re capacità di raccolta anche su<br />

andane molto grandi.<br />

Con i 4 modelli di FB, Laverda<br />

offre una gamma di macchine<br />

ideali per la semplicità di utilizzo,<br />

la robustezza, la compattezza e,<br />

non da ultimo, per la perfetta<br />

forma delle balle prodotte.<br />

Con il legatore a doppio spazio<br />

montato di serie e controllato<br />

elettricamente, e la legatura a<br />

rete optional, si può scegliere<br />

qualsiasi tipo di legatura, sia<br />

manuale che automatica.<br />

Tutte le principali funzioni vengono<br />

controllate e gestite dal semplice<br />

computer collocato sul posto<br />

di guida del trattore: questo fa<br />

della gamma di rotopresse FB la<br />

miglior proposta per chi vuole raccogliere<br />

e imballare prodotti di<br />

qualità.<br />

Le falciatrici<br />

e falciacondizionatrici<br />

portate F4 - F5 - F6 - F7<br />

La nuova gamma di falciatrici e falciacondizionatrici<br />

portate Laverda è<br />

applicabile al sollevamento posteriore<br />

di qualsiasi trattore con<br />

attacco a 3 punti sia di 1a che di<br />

2a categoria. Ampia la scelta della<br />

larghezza di taglio che varia da<br />

1,65 metri per la più piccola, fino<br />

a 2 metri e 80 centimetri. Robuste<br />

molle regolabili permettono l'adeguamento<br />

ottimale della pressione<br />

della barra al suolo. Lo spostamento<br />

in posizione verticale per il<br />

trasporto è a comando idraulico.<br />

La barra falciante è formata da<br />

dischi ovali, ognuno con una coppia<br />

di lame di taglio. La larghezza<br />

di taglio è determinata dal<br />

numero di dischi per barra falciante.<br />

Le falciacondizionatrici F5 R e F6 R<br />

sono dotate di condizionatore a<br />

rulli in gomma con costolatura elicoidale<br />

per il trattamento delicato<br />

del prodotto ed un essiccamento<br />

più rapido, al fine di velocizzare la<br />

raccolta. Due ruotine pivottanti<br />

permettono l’adeguamento perfetto<br />

alle irregolarità dei terreni,<br />

mentre due convogliatori regolabili<br />

in acciaio inossidabile favoriscono<br />

la formazione di andane<br />

ideali per le successive raccolta e<br />

pressatura.<br />

La falciacondizionatrice FC 7F.<br />

In alto, il modello FC 7R con rulli condizionatori: nella foto sta operando al traino di un trattore Landini.<br />

Le falciacondizionatrici<br />

trainate FC 7R - FC 7F<br />

Frutto dell’esperienza passata e<br />

dell’attenzione alle esigenze della<br />

moderna fienagione, ecco le falciacondizionatrici<br />

trainate Laverda<br />

della serie FC 7R ed FC 7F.<br />

Il corpo falciante è munito di 7<br />

dischi ovali a due coltelli per<br />

disco; con una larghezza di taglio<br />

di ben 2,80 metri permette una<br />

regolazione dell’altezza di taglio<br />

da 30 a 70 mm. A seconda del<br />

modello i condizionatori sono a<br />

rulli in gomma con costolatura ad<br />

elica, flottanti e con regolazione<br />

di carico per la FC 7R, oppure a<br />

flagelli per la FC 7F.<br />

Entrambi i modelli sono costituiti<br />

da un telaio portante con doppia<br />

traversa indipendente dal corpo<br />

falciante. La sospensione del<br />

corpo falciante è del tipo a parallelogramma<br />

con bracci a trainare<br />

e con richiamo mediante 2 coppie<br />

di molle a tensione regolabili


9<br />

con movimento diagonale lungo<br />

l’asse.<br />

Il gruppo condizionatore a rulli in<br />

gomma per il modello FC 7R, con<br />

costolatura ad elica a compressione<br />

regolabile che consente uno<br />

schiacciamento del prodotto a<br />

scelta dell’operatore, e il condizionatore<br />

a flagelli ad intensità variabile<br />

per il modello FC 7F, danno<br />

all’agricoltore o al contoterzista la<br />

possibilità di scegliere la macchina<br />

ideale per il tipo di prodotto da<br />

tagliare e da essiccare.<br />

La trasmissione del moto<br />

540/1000 g/m. è affidata a due<br />

cardani posizionati sotto il timone,<br />

i quali comandano le scatole<br />

di moltiplicazione giri e rinvio.<br />

Il lungo timone incernierato a sinistra,<br />

il rinvio a doppio corpo e lo<br />

spostamento idraulico della sporgenza<br />

laterale macchina per facilitare<br />

le manovre a fondo campo,<br />

fanno della FC 7R o della FC 7F la<br />

macchina ideale per lavorare su<br />

ogni campo.<br />

I fasciatori F 6500<br />

e F 7500<br />

Per chi deve fasciare le balle prodotte<br />

dalle rotoimballatrici per<br />

una lunga conservazione dell’insilato,<br />

ecco 2 modelli di fasciatori<br />

trainati Laverda F 6500 e F 7500,<br />

rispettivamente con caricamento<br />

laterale e caricamento posteriore.<br />

Il fasciatore trainato F 6500 con<br />

caricatore laterale permette l’avvicinamento<br />

e la preparazione di<br />

una seconda balla durante la<br />

fasciatura ed il robusto F 7500,<br />

con caricamento posteriore e con<br />

i due bracci che allineano la balla<br />

prima di caricarla sopra i rulli per<br />

fasciarla, dà la possibilità di avvolgere<br />

anche le balle più pesanti.<br />

I due fasciatori F 6500 e F 7500<br />

hanno la possibilità di applicare 2<br />

tipi di bobine di film: da 500 mm<br />

e da 750 mm di altezza.<br />

Una consolle da posizionare sul<br />

trattore, dotata di quattro leve<br />

che agiscono sul distributore<br />

idraulico attraverso dei cavi,<br />

comanda tutte le funzioni: caricamento<br />

balla, avvolgimento film e<br />

scaricamento balla.<br />

Un dispositivo elettronico di controllo<br />

giri, a richiesta, permette<br />

all’operatore di impostare la<br />

quantità desiderata di avvolgimenti<br />

film attorno alla balla e di<br />

avere una segnalazione acustica<br />

dell’ultimo giro.<br />

Per diminuire l’ingombro stradale<br />

per il modello F 6500, pur mantenendo<br />

la stabilità sul campo<br />

durante il ciclo di caricamento<br />

balla e fasciatura, la ruota esterna<br />

destra è regolabile in due posizioni:<br />

una per la circolazione stradale<br />

ed una per il lavoro sul campo.<br />

Gianni Fontana<br />

Il fasciatore trainato modello F 7500 in azione.<br />

La falciacondizionatrice portata F5 R al lavoro su prato stabile.


10 Le tecnologie<br />

Qui pulsa il cuore dell’innovazione meccanica<br />

Il reparto progettazione, dove il Cad ha mandato in pensione i fogli di carta<br />

Al secondo piano della palazzina<br />

direzionale dello stabilimento<br />

Laverda, in un open space tutto<br />

computer, pulsa il cuore delle tecnologie<br />

e dell'innovazione delle<br />

“rosse”. Il reparto ricerca e sviluppo<br />

è la mente che rende le<br />

macchine sempre più attuali, che<br />

inventa i loro nuovi punti di<br />

forza, che dà agli agricoltori i<br />

mezzi che chiedono, traducendo<br />

in soluzioni tecniche le richieste<br />

del mercato.<br />

A volte capita che le invenzioni<br />

dell'engineering aziendale vadano<br />

anche oltre le attese:<br />

“Quest’anno, abbiamo messo a<br />

punto la nuova mietitrebbia<br />

2450AL 4WD, un gioiellino di<br />

autolivellante a 5 scuotipaglia<br />

che, per la prima volta con 4<br />

ruote motrici di serie, nonostante<br />

pesi e dimensioni importanti si<br />

arrampica con agilità sulle colline<br />

- racconta Vito Fregonese, ingegnere<br />

meccanico, direttore del<br />

reparto -. E dopo aver fatto tre<br />

prototipi, abbiamo mandato in<br />

produzione la pre-serie delle<br />

prime 20 macchine. Sono andate<br />

letteralmente a ruba! Ne sono<br />

state vendute addirittura alcune<br />

in più che verranno consegnate<br />

per la prossima campagna.<br />

Davvero questo boom ci ha sorpreso,<br />

anche se è noto che<br />

Laverda è lo specialista numero<br />

uno dell’autolivellante. Ora dopo<br />

l’esperienza più che positiva in<br />

Italia siamo pronti per conquistare<br />

anche l’estero”.<br />

Fregonese, che lavora nel<br />

Gruppo ormai da 16 anni, avendo<br />

iniziato a Breganze nell’86 e<br />

maturato poi esperienze anche in<br />

Brasile e in Belgio, dirige una<br />

squadra di 40 persone. Quindici<br />

sono i progettisti, i rimanenti sono<br />

PROGETTISTI, PREZIOSI COME GEMME<br />

Il reparto ricerca e sviluppo di Laverda verrà presto<br />

ulteriormente potenziato, con nuove assunzioni.<br />

Ma la figura del “progettista Laverda” non<br />

esiste sul mercato. “Gli unici fabbricanti italiani<br />

di mietitrebbie siamo noi - dice l’ing. Vito<br />

Fregonese - per cui il progettista imbevuto della<br />

nostra filosofia e del nostro bagaglio tecnico<br />

può formarsi soltanto qui dentro. Per questo<br />

servono tempi, esperienza, un training graduale.<br />

È un’altra delle nostre specificità”.<br />

addetti al reparto esperienze e<br />

prototipi. Ma si avvale anche di<br />

studi esterni, sia per la parte stilistica<br />

e di design sia a supporto<br />

dell’intensa attività di esecuzione<br />

dei disegni dei componenti.<br />

“Però lo sviluppo e l’industrializ-<br />

Al Cad del reparto progettazione<br />

Laverda, il gruppo motore<br />

Caterpillar completo di filtro<br />

rotante.


11<br />

zazione dei progetti, il vero<br />

know-how Laverda, nasce esclusivamente<br />

qui dentro” precisa<br />

Fregonese.<br />

Come opera l’ufficio progettazione?<br />

“Secondo la filosofia che nulla è<br />

immutabile e consolidato - spiega<br />

l’ingegnere - ma che la macchina,<br />

per definizione, deve continuare<br />

a migliorarsi nel tempo.<br />

Gli input per le migliorie in genere<br />

ci arrivano dalle esigenze dei<br />

clienti, raccolte attraverso il<br />

marketing e l’assistenza tecnica.<br />

Per gli interventi più sostanziali<br />

anche noi andiamo dal cliente,<br />

per vedere le macchine all’opera<br />

e sentirlo direttamente. Oppure<br />

le modifiche sono dettate dalla<br />

normativa tecnica, anch’essa<br />

perennemente in movimento,<br />

dalla ricerca di sempre maggiore<br />

sicurezza, da una sensibilità<br />

ambientale. Ad esempio la nuova<br />

generazione dei nostri motori<br />

ecologici, che prevedono sistemi<br />

di raffreddamento supplementari<br />

per diminuire le emissioni, è nata<br />

anche, ma non solo, dalla spinta<br />

della legislazione”.<br />

Come verificate la congruità<br />

dei vostri interventi?<br />

“Dalla progettazione si passa<br />

all’officina prototipi. Qui, in base<br />

ai disegni, costruiscono i pezzi, li<br />

assemblano, fanno le verifiche, li<br />

provano, il disegnatore stesso li<br />

rivede all’opera. Poi si passa alla<br />

prova, al banco o fuori”.<br />

In campagna?<br />

“Anche, ma la prima verifica è<br />

sulla pista di Laverda, qui a<br />

Breganze. È un percorso con<br />

ostacoli, c’è anche una collina<br />

SI LAVORA ALLE SORPRESE DEL 2003<br />

con pendenze fino al 35-40%,<br />

più un tratto di ciottolato. La<br />

macchina va, caricata di pesi vari,<br />

secondo una tabella oraria, riceve<br />

scosse enormi, l’analisi della<br />

resistenza alla prova è fondamentale.<br />

Per le parti funzionali si<br />

fa spesso la prova in campo:<br />

gruppi nuovi, ad esempio, vengono<br />

montati su macchine dei<br />

clienti. Serve uno spettro ampio<br />

per le prove, occorre sperimentare<br />

le novità in condizioni estremamente<br />

diverse per clima, condizioni,<br />

temperature, umidità...<br />

Bisogna programmarsi con precisione,<br />

non è come provare uno<br />

scavatore, cosa che si può fare in<br />

qualsiasi momento dell’anno”.<br />

Influiscono anche le stagioni...<br />

“Ovviamente. Solo certi periodi<br />

dell’anno sono buoni per le<br />

prove. Se sbagliamo i tempi, ci<br />

tocca volare nell’emisfero sud<br />

per trovare le condizioni volute”.<br />

Servirà, probabilmente, un<br />

grande gioco di squadra.<br />

“Guardi, è assolutamente necessario.<br />

Ognuno dei progettisti ha<br />

la sua specializzazione su certe<br />

parti delle macchine, ma naturalmente<br />

tutti ne hanno una conoscenza<br />

in generale. Ognuno fa la<br />

sua parte, ma l’interscambio è<br />

continuo. Riunioni e verifiche di<br />

gruppo si tengono molto di frequente,<br />

anche perché adesso dal<br />

nostro reparto passa tutta la<br />

gamma Laverda, comprese le<br />

macchine più piccole. Uno dei<br />

motivi dei risultati che si raggiungono<br />

è il lavoro in team”.<br />

La progettazione avviene<br />

tutta al computer?<br />

“Tutta. La carta è stata eliminata.<br />

A parte le innumerevoli applicazioni migliorative su tutti<br />

i modelli, i due principali prodotti nuovi messi a punto<br />

dall’inizio della nuova gestione sono la maxi mietitrebbia<br />

3160 LXE, a 6 scuotipaglia, e l’autolivellante 2450 AL 4WD.<br />

Ma la progettazione ha in serbo per il 2003 altre sorprese:<br />

il mercato potrà apprezzare ancora una volta la particolare<br />

dinamicità ed attenzione che anima Laverda nel<br />

rispondere alle esigenze del mondo agricolo con soluzioni<br />

semplici ed allo stesso tempo efficaci . E non è<br />

ancora tutto...<br />

Si utilizza esclusivamente il Cad,<br />

il disegno manuale è sparito e<br />

anche quando occorre riutilizzare<br />

i vecchi disegni, vengono ripresi e<br />

messi nel computer. È anche un<br />

modo per renderli visibili in tutti i<br />

reparti dell’azienda che li richiedono,<br />

attraverso la rete informatica,<br />

senza più il disagio di dover<br />

fare le copie e distribuirle. Anche<br />

i fornitori attrezzati e autorizzati,<br />

in possesso di una chiave d’accesso,<br />

possono riceverli per via<br />

elettronica”.<br />

Laverda quanto ha investito<br />

sull’engineering?<br />

“Molto. La spesa negli investimenti<br />

previsti per il <strong>2002</strong><br />

ammonta ad oltre 2 milioni di<br />

euro: un importo raddoppiato<br />

rispetto al 2001. Investimenti<br />

complessivi per dotare il reparto<br />

di quindici stazioni Cad nuovissime<br />

e in materiali per la costruzione<br />

di prototipi e per le prove. Si è<br />

investito anche sulla qualità:<br />

siamo ormai pronti per essere<br />

certificati Iso 9001-2000, attraverso<br />

il Cermet”.<br />

C.S.<br />

VOLETE CONOSCERE<br />

I NUOVI PRODOTTI LAVERDA?<br />

EIMA, Bologna<br />

16-19 novembre <strong>2002</strong><br />

pad. 29 - stand A4...<br />

Vi aspettiamo!<br />

L’ing. Vito Fregonese, a sx.,<br />

responsabile del settore ricerca<br />

e sviluppo, a colloquio con un<br />

ingegnere progettista nel<br />

reparto prototipi.


12<br />

Gli eventi<br />

Secondo compleanno, gran festa con i partner<br />

In una caratteristica azienda agricola di Romagna il meeting con la rete vendite<br />

Lo spunto per incontrarci con la rete vendite Italia ci è giunto da Eima in campo, organizzata da<br />

Unacoma a San Leonardo, nel Cesenate, nel week end del 13-14 luglio scorso. Come già l'anno<br />

scorso, infatti, a luglio arriva il momento di condividere con la rete vendite Italia l'anniversario<br />

della nuova Laverda. In effetti sembra ieri, ma siamo già al secondo compleanno, e i compleanni<br />

sono momento di gioia e riflessione. Ecco allora l'occasione per ritrovarci con tutti coloro che in<br />

Italia hanno contribuito al successo di Laverda e per soffermarci insieme sui nuovi obiettivi.<br />

Dian: “Siamo il quarto<br />

Gruppo del mondo”<br />

La cornice era in tema con i nostri<br />

prodotti: la bella azienda agrituristica<br />

“Cà ad Pancot”, dove l'ospite<br />

si sente veramente a suo agio.<br />

Raffaele Montevecchi, appassionato<br />

titolare, ama ricordare che a<br />

casa sua si mangiano cose semplici<br />

e genuine, ma di grande qualità.<br />

Fra l'altro ha un forte legame<br />

con la terra: “La mia famiglia -<br />

dice Montevecchi - viene dalla tradizione<br />

agricola e conosce<br />

Laverda e Landini da molto<br />

tempo”. Davanti al locale si possono<br />

infatti ammirare un’antica<br />

mietilegatrice Laverda e un antico<br />

trattore Landini.<br />

Dopo un veloce caffè di benvenuto<br />

agli ospiti nel parco di Cà ad<br />

Pancot, i lavori hanno avuto inizio<br />

nella bella sala ricavata dalla vecchia<br />

stalla della fattoria.<br />

Interessante il discorso introduttivo<br />

del direttore generale Aldo I.<br />

Dian, che ha sottolineato l’importanza,<br />

per Laverda e per chi lavora<br />

con Laverda, di far parte di un<br />

Gruppo italiano, Argo, forte e<br />

indipendente, che si colloca al<br />

quarto posto a livello mondiale fra<br />

i produttori di macchinari agricoli.<br />

Un Gruppo che oggi conta 3500<br />

addetti e il cui fatturato globale,<br />

raddoppiato nel corso del <strong>2002</strong><br />

anche grazie ad importanti acquisizioni<br />

e investimenti, si attesta<br />

sugli 828 milioni di euro. Risultati<br />

di tutto rilievo, a cui Laverda ha<br />

contribuito con un giro d’affari di<br />

circa 70 milioni di euro, con investimenti,<br />

nel 2001, per 3,5 milioni<br />

di euro, e con i suoi 450 dipendenti.<br />

Numeri che, ha auspicato Dian,<br />

“dovrebbero essere considerati<br />

come la logica conseguenza di<br />

una buona strategia industriale e<br />

di un equilibrato lavoro teso al<br />

raggiungimento degli obiettivi, e<br />

con i nostri partner vogliamo condividere<br />

non solo i successi, ma<br />

anche questo modo di lavorare da<br />

cui tali successi scaturiscono.<br />

Naturalmente il tutto va inserito in<br />

un contesto di azioni sinergiche e<br />

obiettivi comuni, quindi in armonia<br />

con le altre entità del gruppo,<br />

condotte e controllate in tempo<br />

reale”.<br />

Comunicazione, servizi,<br />

ricambi: punti di forza<br />

È stato poi il mio turno. Mi premeva<br />

evidenziare l’importanza del<br />

patrimonio di tradizione e di storia<br />

di cui Laverda gode.<br />

Patrimonio prezioso, di cui il mar-<br />

chio Laverda di oggi è simbolo<br />

vivo e dinamico. Ho cercato di<br />

riassumere l’attività svolta sul<br />

fronte della comunicazione e dell’immagine<br />

in questi due anni,<br />

chiarendo obiettivi, strategia e<br />

leve. E soffermandomi su alcuni<br />

punti essenziali quali il rapporto<br />

con i media, in particolare con la<br />

stampa, la campagna pubblicitaria,<br />

la partecipazione alle fiere<br />

internazionali, le iniziative promozionali,<br />

le sponsorizzazioni, gli<br />

eventi, il contatto diretto col cliente,<br />

il giornale Laverda World, l’identificazione:<br />

un percorso per<br />

immagini per sottolineare l’importanza<br />

della comunicazione a tutti<br />

i livelli.<br />

Ma oltre al prodotto, che è di<br />

grande qualità e affidabilità, e al<br />

marchio prestigioso, importanza<br />

fondamentale hanno i servizi. Lo<br />

Eima in campo <strong>2002</strong>: l’area<br />

Laverda affollata di visitatori nel<br />

corso della prima giornata di<br />

dimostrazioni.


13<br />

ha ben specificato nel suo intervento<br />

Pietro Dal Santo, responsabile<br />

dell’assistenza post vendita e<br />

del marketing operativo. Il cliente<br />

deve sentirsi sicuro, deve sapere<br />

che il nostro rapporto vive oltre la<br />

vendita dei prodotti e in Laverda è<br />

così. Un rapporto di fiducia fra il<br />

cliente, la concessionaria e la casa<br />

madre, che Laverda ama coltivare.<br />

E lo dimostra nei fatti, fornendo<br />

assistenza quando necessario, istituendo<br />

corsi di formazione, pubblicando<br />

bollettini e materiale<br />

informativo, documentazione tecnica,<br />

rapportandosi costantemente<br />

alla clientela con un supporto<br />

adeguato.<br />

Con la voce servizi si sposa anche<br />

il tema ricambi originali, come ha<br />

sottolineato Giovanni Sostizzo,<br />

responsabile del settore. La reperibilità<br />

in tempi brevissimi del<br />

ricambio originale è un plus che<br />

offriamo ai nostri clienti. Oggi<br />

siamo infatti in grado di gestire<br />

ben 43.000 codici e disponiamo<br />

di un magazzino a tecnologia<br />

avanzata.<br />

Benedetti: “La gamma<br />

è sempre più vasta”<br />

La proiezione di un videoclip con<br />

la mietitrebbia autolivellante<br />

2450 AL 4WD che si arrampica<br />

trebbiando su pendii davvero<br />

incredibili, e con le nostre rotopresse<br />

ed il nostro fasciatore al<br />

lavoro, ha interrotto per un attimo<br />

gli interventi degli oratori.<br />

Angelo Benedetti, direttore<br />

marketing e vendite, a conclusione<br />

del filmato, ha focalizzato l’attenzione<br />

dei presenti sull’andamento<br />

della stagione commerciale<br />

e sul posizionamento di Laverda<br />

che, ha spiegato, ha ripristinato in<br />

questo secondo anno di attività la<br />

sua presenza in ben 27 Paesi del<br />

mondo e comincia ad essere citata<br />

nuovamente nelle statistiche di<br />

vendita.<br />

“L’Italia ci ha dato grande soddisfazione<br />

e anche i numeri realizzati<br />

in Ungheria, Romania e<br />

Russia sono molto confortanti in<br />

merito alla buona qualità del prodotto.<br />

Ora ci stiamo concentrando<br />

sullo sviluppo della rete distributiva<br />

nei principali mercati europei<br />

secondo il sistema Italia per<br />

consolidare un metodo di lavoro<br />

che, come abbiamo visto - ha sottolineato<br />

Benedetti - porta sicura-<br />

mente al successo... Le mietitrebbie<br />

sono indubbiamente il core<br />

business, ma Laverda produce<br />

anche presse giganti per balle<br />

quadre, rotopresse a camera<br />

variabile e fissa e si sta affacciando<br />

sul mercato anche con falciatrici<br />

e fasciatori a completamento<br />

del pacchetto fieno. E per questi<br />

prodotti l’impegno di tutti deve<br />

essere pari a quello profuso per le<br />

mietitrebbie: è un’ulteriore importante<br />

opportunità che Laverda<br />

offre ai clienti”.<br />

L’incontro si è concluso con le<br />

relazioni, strettamente legate ai<br />

prodotti, dei product manager di<br />

Laverda, Luciano Parise e Gianni<br />

Fontana. Parise ha riferito i riscontri<br />

estremamente positivi che ci<br />

giungono dal mercato sulle nuove<br />

2450 AL 4WD e 31.60 LXE.<br />

Fontana ha richiamato invece l’attenzione<br />

sulla gamma Laverda per<br />

la fienagione, arricchitasi anche di<br />

falciatrici, falciacondizionatrici e<br />

fasciatori.<br />

A conclusione dei lavori, tutti nel<br />

parco per un fresco aperitivo servito<br />

insieme a invitanti stuzzicherie,<br />

e poi a tavola per gustare gli<br />

squisiti piatti del buon ricordo del<br />

sig. Raffaele.<br />

E il pomeriggio<br />

tutti all'Eima in campo<br />

Il meeting è poi proseguito a San<br />

Leonardo, per vedere le macchine<br />

in lavoro all’Eima in campo.<br />

Laverda occupava due diverse<br />

parcelle, una sul fronte autostradale<br />

(chi arrivava sulla A14 vedeva<br />

in primo piano la mietitrebbia<br />

2350 LX ed una sfilza di bandiere<br />

con il logo aziendale, oltre alla big<br />

baler LB 12.85) e una centrale,<br />

dedicata alle macchine da fienagione,<br />

dove lavoravano due rotopresse<br />

Laverda VB 12.18, la nuovissima<br />

falciacondizionatrice trainata<br />

FC 7R ed il fasciatore a caricamento<br />

laterale F 6500.<br />

L’affluenza di pubblico e di addetti<br />

ai lavori era notevole e l’effetto<br />

era di sicuro impatto. Purtroppo il<br />

tempo è stato inclemente e già<br />

nella serata di sabato si è messo al<br />

peggio con vento e pioggia, una<br />

pioggia che domenica era addirittura<br />

torrenziale e che ha impedito<br />

lo svolgimento della manifestazione.<br />

Peccato.<br />

Simonetta Lambrocco<br />

In sequenza l’arrivo degli ospiti, la relazione del direttore<br />

generale A.I. Dian, il tavolo dei relatori con Sostizzo, Benedetti e<br />

Lambrocco.


14<br />

L’ album<br />

Fienagione: settant’anni di passione<br />

Quando, nel 1930, con la<br />

scomparsa di Pietro Laverda<br />

Sr, fondatore della ditta, i<br />

giovanissimi nipoti Giovanni<br />

Battista e Pietro Jr si trovarono<br />

a dirigere l’azienda<br />

dovettero affrontare una<br />

situazione davvero difficile.<br />

La crisi economica del 1929<br />

che incombeva sull’economia<br />

mondiale, la stagnazione<br />

del mercato interno, lo<br />

scarso rinnovamento della<br />

gamma dei prodotti che, in<br />

gran parte, rimaneva quella<br />

di inizio secolo, rappresentavano<br />

elementi di grande<br />

preoccupazione, facendo<br />

addirittura temere per il<br />

futuro stesso dell’attività.<br />

Per un certo periodo si<br />

pensò addirittura alla chiusura<br />

della fabbrica. Poi, lentamente,<br />

con i primi segnali<br />

di ripresa dovuti anche alle<br />

politiche autarchiche di<br />

sostegno all’agricoltura del<br />

regime fascista, i due giovani<br />

imprenditori decisero di<br />

mettere a frutto le loro<br />

conoscenze e la loro intraprendenza<br />

rinnovando con<br />

decisione i prodotti per competere<br />

così con la straripante<br />

presenza in Italia delle<br />

macchine agricole di<br />

importazione.<br />

Ma costruire nuovi prodotti<br />

significava anche predisporre<br />

nuovi macchinari e riorganizzare i sistemi<br />

di produzione, rimasti sostanzialmente<br />

quelli di fine ‘800.<br />

Laverda produceva già da molti anni tre versioni<br />

di presse manuali per foraggi e vari<br />

modelli di trinciaforaggi che erano presenti<br />

in moltissime fattorie italiane. Parve perciò<br />

naturale un ulteriore impegno nel campo<br />

della meccanizzazione della fienagione.<br />

La scelta per un nuovo prodotto cadde<br />

sulla falciatrice trainata, macchina già assai<br />

diffusa all’estero e che in Italia era presente<br />

pressochè solo con esemplari di importazione.<br />

Così in poco tempo venne progettata e<br />

realizzata a Breganze la 48A, prima macchina<br />

Laverda di costruzione complessa ma,<br />

soprattutto, primo ingresso nel campo delle<br />

macchine da fienagione e da raccolta che<br />

Nel 1934 nasce la prima falciatrice italiana, ed è una Laverda<br />

diverranno il punto di forza della produzione<br />

Laverda per i decenni a seguire.<br />

Fu un modello di larghissimo successo, prodotto<br />

per oltre trent’anni in migliaia di<br />

esemplari, molti corredati anche del dispositivo<br />

per la mietitura dei cereali.<br />

Per la sua produzione in grande serie fu<br />

costruita una nuova fonderia, all’epoca davvero<br />

imponente, e furono approntate<br />

espressamente alcune macchine utensili<br />

come, ad esempio, una unità di fresatura e<br />

foratura del telaio a testate multiple.<br />

Alla 48 A seguirono poi il modello G43, realizzato<br />

durante la II Guerra Mondiale e<br />

caratterizzato da tutte le parti meccaniche<br />

in ghisa a causa della carenza, per motivi<br />

bellici, dell’ acciaio; e il modello Alpina, piccola<br />

falciatrice, sempre a traino animale,<br />

adatta ai terreni collinari. Verso la fine degli<br />

anni ’30 Laverda mise in<br />

produzione una gamma<br />

molto ampia di rastrelli<br />

automatici e di ranghinatori,<br />

a forche e a pettine, per la<br />

raccolta dei foraggi, caratterizzati<br />

da trasmissioni perfezionate<br />

e completamente in<br />

bagno d’olio.<br />

Al termine della II Guerra<br />

Mondiale, che aveva visto<br />

l’azienda proseguire pur tra<br />

mille difficoltà la produzione,<br />

Francesco Laverda progettò<br />

la “Gioiello”, in assoluto<br />

la prima motofalciatrice<br />

italiana dotata di caratteristiche<br />

d’avanguardia e antesignana<br />

delle moderne unità<br />

operatrici multifunzione.<br />

Così l’azienda Breganzese<br />

nel giro di pochi anni potè<br />

disporre di una gamma di<br />

macchine per la fienagione<br />

unica nel panorama della<br />

produzione nazionale.<br />

Erano il successo e la definitiva<br />

consacrazione, nel<br />

mondo imprenditoriale italiano,<br />

della ditta e dei suoi<br />

intraprendenti titolari. Un<br />

successo contrassegnato<br />

anche da un consistente<br />

aumento delle maestranze,<br />

diventate oltre trecento, e<br />

dalle prime esportazioni in<br />

Europa, Argentina e Africa<br />

Orientale.<br />

Poi, dal 1950, di pari passo<br />

con la straordinaria crescita dell’azienda, fu<br />

un susseguirsi di nuovi modelli di motofalciatrici,<br />

(MF4L - MFC - MFS - Falciatrici portate<br />

FAL e FP) e di ranghinatori (RV6 BO - RV<br />

10 - RV 13 - Velox 50) fino ad arrivare alle<br />

grandi macchine da fienagione degli anni<br />

‘70 come la mitica autofalciatrice con condizionatore<br />

AFC 110 e le falciacondizionatrici<br />

trainate FCT 110 e FCT 220.<br />

Piergiorgio Laverda


15<br />

Tre immagini emblematiche della<br />

produzione Laverda di<br />

settant’anni fa.<br />

In alto una pressaforaggi<br />

orizzontale manuale “La Pratica”<br />

predisposta per il trasporto su<br />

carrello; assieme ad essa veniva<br />

prodotto il modello “La Trentina”,<br />

con funzionamento ad argano e<br />

completamente smontabile per il<br />

trasporto a dorso di mulo.<br />

Al centro un ranghinatore<br />

semplice RS 5 con ingranaggi in<br />

bagno d’olio, realizzato anche<br />

nelle versioni combinate<br />

voltafieno RV5, RV6 e RV8, e<br />

rimasto in produzione fino agli<br />

anni ‘70.<br />

In basso una falciatrice<br />

mod. 48A trainata da una<br />

coppia di buoi. Di essa venne prodotta<br />

anche una versione, MT47,<br />

con azionamento della barra falciante<br />

motorizzato con motore<br />

Condor.<br />

Tutte le immagini provengono dal<br />

ricco Archivio Storico della Ditta<br />

Pietro Laverda.


16<br />

La storia, le storie<br />

Così la meccanizzazione ha “lanciato” il riso<br />

In Piemonte il successo della Cascina Brarola, gestita da una famiglia veneta<br />

È l’alimento base di un uomo su tre. Almeno<br />

due miliardi di persone gli devono moltissimo,<br />

se non tutto, sotto il profilo nutritivo.<br />

Non a caso il riso, in particolare quella graminacea<br />

che si chiama Oryza Sativa, importantissima<br />

per l’alimentazione umana, viene<br />

definito “il re dei cereali”. Si dice che in Asia<br />

venga coltivata da oltre settemila anni, questa<br />

pianta amante dell’acqua e di climi per lo<br />

più caldo umidi, capace di crescere fino ad<br />

un metro e trenta, un metro e cinquanta<br />

centimetri di altezza.<br />

Coltivato in Estremo Oriente, ma anche in<br />

Brasile, in Egitto e negli Usa, il riso in Europa<br />

ha la sua area di riferimento in Piemonte,<br />

dove conta su aziende agricole specializzatissime.<br />

Una di queste, di cui raccontiamo la storia, è<br />

l’Azienda Agricola Cascina Brarola, appunto<br />

a Brarola, frazione di Vercelli, a una decina di<br />

chilometri dalla città. É un’azienda agricola<br />

avviata da una famiglia veneta, i Gasparotto,<br />

originari di Breganze. Agli inizi degli anni ‘50<br />

Bortolo Gasparotto, che a Breganze aveva<br />

delle vigne in collina, si sposta in Piemonte a<br />

cercar miglior fortuna.<br />

È nel ‘68 che acquista i terreni di Brarola, e<br />

da allora inizia la storia della sua cascina e<br />

del riso. Oggi Bortolo ha la soddisfazione di<br />

vedere i tre suoi figli maschi alla conduzione<br />

dell’azienda: Roberto, che segue soprattutto<br />

la parte amministrativa; Pietro, l’esperto<br />

sotto il profilo agronomico che sceglie i<br />

periodi della semina, il tipo di concimazione,<br />

e che tra l’altro guida la potente mietitrebbia<br />

Laverda 2760LX dell’azienda; e Giovanni,<br />

che si occupa delle tecnologie meccaniche e<br />

dei trattamenti fitosanitari.<br />

Tre fratelli che gestiscono insieme, e da soli,<br />

l’attività agricola, sempre impegnati tutto il<br />

giorno in campagna. “Conduciamo circa<br />

145 ettari, quasi tutti, a parte 7 a mais,<br />

destinati al riso - spiega il più giovane,<br />

Roberto Gasparotto -. La zona è pianeggiante,<br />

abbonda d’acqua, che per il riso<br />

serve in quantità e funge anche da termoregolatore.<br />

Le risaie si allagano a fine marzo<br />

dopo aver preparato il letto di semina e la<br />

concimazione e poi, diciamo dal 10 di aprile<br />

sino a fine maggio-prima decade di giugno,<br />

con gli spandiconcime si semina “a spaglio”:<br />

un lavoro che una volta veniva fatto a<br />

mano mentre oggi con le macchine si coprono<br />

raggi di 16-20 metri alla volta. La raccolta<br />

invece di solito inizia alla prima decade di<br />

settembre, noi normalmente impieghiamo<br />

nella nostra azienda venti giorni circa. Poi il<br />

riso va negli impianti di essiccazione e stoccaggio<br />

della cascina. L’anno scorso abbiamo<br />

podotto circa 9 mila quintali di risone (riso<br />

grezzo)”.<br />

Un lavoro metodico, da fare con grande<br />

cura e avvalendosi di adeguati mezzi meccanici.<br />

“In effetti credo che i veneti abbiano<br />

I Gasparotto e la loro azienda agricola: da sinistra Pietro Gasparotto, Roberto, mamma Ancilla, papà Bortolo e<br />

Giovanni Gasparotto.<br />

grande merito nella meccanizzazione per la<br />

coltivazione del riso in Piemonte - dice<br />

Roberto -, molte famiglie sono emigrate qui.<br />

Da queste parti, compreso mio padre che<br />

agli inizi lavorava col fratello Giuseppe, furono<br />

tra i primi a meccanizzare i processi produttivi.<br />

Fosse andata avanti la tradizione<br />

manuale, lo sviluppo delle risaie piemontesi<br />

sarebbe stato sicuramente più lento. Noi<br />

abbiamo sempre investito per avere macchine<br />

all’avanguardia e la nuova mietitrebbia<br />

Laverda 2760LX, acquistata un anno fa, si è<br />

dimostrata molto affidabile. Eravamo stati a<br />

Breganze a trovare dei parenti e, sentito del<br />

rilancio Laverda, abbiamo visitato lo stabilimento<br />

e siamo stati piacevolmente sorpresi<br />

dall’organizzazione del ciclo produttivo e dal<br />

conoscere come nascevano le “rosse”. Così<br />

l’abbiamo presa. I manager Laverda sono<br />

anche venuti a trovarci con dei clienti russi,<br />

che volevano vedere la macchina in campagna<br />

e conoscere le nostre osservazioni”.<br />

Il risone prodotto dalla Cascina Brarola viene<br />

venduto a grandi riserie che lo sbiancano e<br />

brillano, facendo uscire dalle bucce il riso<br />

bianco, poi avviato sui mercati interno e<br />

internazionale. I Gasparotto però da alcuni<br />

anni hanno iniziato, per cercare di sfuggire<br />

alla crisi che coinvolge da diversi anni il settore<br />

e per avvicinare il consumatore finale,<br />

l’attività di vendita diretta. Attività che si sta<br />

dimostrando interessante: una piccola parte<br />

del loro riso lo fanno lavorare a una piccola<br />

riseria locale e lo rivendono poi direttamente<br />

ai consumatori. La cascina è diventata il<br />

principale punto di vendita, ma altri in<br />

Piemonte, nel Veneto e in Italia cominciano<br />

a tenere questo prodotto di nicchia, di altissima<br />

qualità, così come molti ristoranti.<br />

Curiosità da sottolineare, i Gasparotto ora<br />

tornano ogni anno a Breganze, per la fiera<br />

di S. Martino, anche per vendere sulla bancarella<br />

il loro riso, che va a ruba.<br />

Quali tipi di riso produce la cascina? “Per il<br />

mercato interno, ottimi per i risotti per il loro<br />

granello grosso, il Carnaroli, il migliore a<br />

livello nazionale, e il Baldo - dice Roberto<br />

Gasparotto -. Poi c’è il S. Andrea, tipico della<br />

Baraggia, la zona verso Gattinara; all’estero<br />

è preferito, coi chicchi sottili e lunghi il riso<br />

tipo Thaibonnet. Per l’integrale, un mercato<br />

che comincia a prendere piede, va bene ogni<br />

qualità, ma noi proponiamo il Baldo”.<br />

Laverda S.p.A. via F. Laverda, 15/17 - 36042 Breganze [VI] Italia<br />

Nel massimo rispetto per<br />

t. +39.0445.385311 f. +39.0445.873355<br />

l’ambiente, questo giornale è<br />

webmaster@laverdaworld.com www.laverdaworld.com stampato su carta riciclata al 100%

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!