I Classici che hanno fatto l Italia.pdf - Libreria Antiquaria Alberto Govi
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I <strong>Classici</strong> <strong>che</strong> <strong>hanno</strong> <strong>fatto</strong> l’<strong>Italia</strong> aspirano pertanto a colmare, seppur in modo molto<br />
imperfetto, questa lacuna e, nello stesso tempo, a fornire una parziale testimonianza del lavoro<br />
quotidiano del libraio antiquario.<br />
La storia d’<strong>Italia</strong> attraverso i libri a stampa<br />
Seguendo lo sviluppo de I <strong>Classici</strong> <strong>che</strong> <strong>hanno</strong> <strong>fatto</strong> l’<strong>Italia</strong> dall’inizio alla fine, dietro i percorsi<br />
culturali ed editoriali di quanto il genio italiano ha prodotto nel corso dei secoli, emergono come in<br />
trasparenza, ma con estrema chiarezza, le trame della storia <strong>che</strong> <strong>hanno</strong> attraversato il nostro paese,<br />
dall’epoca aurea del Rinascimento alla progressiva occupazione straniera della penisola, dal<br />
Concilio di Trento alla rivoluzione scientifica del Seicento, dai Lumi apparsi quasi miracolosamente<br />
in alcune zone del paese alla grande stagione risorgimentale, dall’Unità d’<strong>Italia</strong> alle avanguardie<br />
artisti<strong>che</strong> del Novecento.<br />
Intorno al 1465, coll’arrivo dei maestri dell’arte, quasi tutti tedeschi, inizia per l’<strong>Italia</strong> la<br />
straordinaria avventura della stampa. Nei giro di pochi anni vedono la luce tutti i maggiori testi<br />
volgari della letteratura italiana e l’<strong>Italia</strong>, grazie alla sua fitta rete commerciale e alla presenza di<br />
numerose e prestigiose università, diviene un grande centro di irradiazione della stampa, finendo<br />
per superare la stessa Germania: 4157 sono le edizione italiane stampate nel Quattrocento (con<br />
tirature <strong>che</strong> variano dalle trecento copie degli esordi alle oltre mille di fine secolo) contro le 3232<br />
della Germania, le 998 della Francia e le 395 del Regno Unito.<br />
Ma è solo con il Cinquecento <strong>che</strong> il libro a stampa diviene veramente popolare. Nel corso<br />
del secolo vedono la luce milioni di libri (Venezia da sola ne produce quasi la metà), i prezzi di<br />
produzione crollano, le tirature aumentano, nascono i primi tascabili, le prime collane editoriali e<br />
nuovi generi letterari, indissolubilmente legati alla stampa. Se l’Orlando innamorato del Boiardo<br />
(composto fra il 1476 e il 1482), solo per fare un esempio, risente ancora dell’oralità dell’ambiente<br />
di corte, dove veniva declamato e copiato a mano per la biblioteca del duca e solo secondariamente<br />
impresso, il Furioso dell’Ariosto tradisce invece una genesi libraria e viene subito dato alle stampe<br />
(1516).<br />
Dopo la riscoperta dei classici e degli autori medievali <strong>che</strong> caratterizza la prima produzione<br />
quattrocentesca, con il Cinquecento conquistano la supremazia i testi di autori contemporanei e<br />
fanno la loro prima apparizione opere <strong>che</strong> segnano la rifondazione del sapere scientifico e la riforma<br />
dei generi letterari. Inoltre la larga diffusione delle opere delle Tre Corone fiorentine (Dante,