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17<br />
Giuseppe Ungaretti<br />
Il rilievo di Magris è, altresì, utile a ridefinire<br />
le idee di “frontiera” e di “identità”:<br />
Viaggiare non vuol dire soltanto andare<br />
dall’altra parte della frontiera, ma anche scoprire<br />
di essere sempre pure dall’altra parte<br />
[…]. Ogni viaggio implica, più o meno, una<br />
consimile esperienza: qualcuno o qualcosa<br />
che sembrava vicino e ben conosciuto si rivela<br />
straniero e indecifrabile, oppure un individuo,<br />
un paesaggio, una cultura che ritenevamo<br />
diversi e alieni si mostrano affini e<br />
parenti. 5<br />
Ma chi è l’altro, dunque, e per chi? Sembra<br />
chiedersi l’autore. In un libro precedente,<br />
Magris aveva rilevato che “ciascuno può<br />
essere l’Altro”, aggiungendo che “la letteratura,<br />
fra le altre cose, è pure un viaggio<br />
alla ricerca di sfatare questo mito dell’altra<br />
5 Ibid., p. XIII.<br />
6 ID., Utopia e disincanto, Milano, Mondadori, 1999, p. 52.<br />
parte, per comprendere che ognuno si trova<br />
ora di qua ora di là”. 6 Inoltre, è soltanto<br />
l’esperienza della scrittura che consente di<br />
rendere conto della totalità dei sensi – come<br />
a ragione sostiene Michel Onfray –, in quanto<br />
“gli altri supporti soffrono di indigenza<br />
nei confronti dei rivali: l’acquarello, il disegno,<br />
la foto afferrano il reale in una delle sue<br />
modalità (il colore, la linea, il tratto, il disegno,<br />
l’immagine) ma mai nell’interezza”. 7<br />
Difatti, puntualizza poco oltre il filosofo,<br />
“solo il verbo circoscrive i cinque sensi, e<br />
oltre. Il tragitto conduce le cose alle parole,<br />
la vita al testo, il viaggio al verbo, il sé al sé.<br />
Nell’operazione che porta dall’universo infinito<br />
alla sua formula puntualmente e momentaneamente<br />
compiuta, si sintetizzano<br />
dei frammenti di memoria trasfigurati in ricordi<br />
scintillanti”. 8 Il viaggio si declina, così,<br />
in ritualità dalle numerose e differenti dinamiche,<br />
mai identico a se stesso e l’occhio<br />
metaforico del viaggiatore-scrittore assume<br />
i più varî connotati per la letteratura. Alla<br />
luce di queste considerazioni, si procederà<br />
qui per esemplarî campionature novecentesche,<br />
poiché l’analisi richiederebbe spazî ed<br />
esemplificazioni che esulano dall’economia<br />
di queste pagine; ci si limiterà, pertanto, ad<br />
un agile tracciato: dal Palinuro di Ungaretti<br />
alla Venezia di Zanzotto.<br />
L’esperienza straordinaria condotta da<br />
Giuseppe Ungaretti viaggiatore nel Cilento<br />
nel 1932 si colloca al punto d’incrocio delle<br />
7 M. ONFRAY, Cristallizzare una versione, in ID., Filosofia del viaggio. Poetica della geografia [2007], trad. it. di L. TONI, Milano, Ponte alle<br />
Grazie, 2010, pp. 97-102, a p. 102.<br />
8 Ibid.<br />
pretesti | Dicembre 2012