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SASSOFERRATO<br />

<strong>L'Azione</strong> 13 FEBBRAIO 2010 15<br />

L'arte secondo Donnini<br />

Il Gotico nelle Marche raccontato a Palazzo Oliva<br />

Interessantissimo incontro con l’arte,<br />

organizzato venerdì 5 febbraio,<br />

alle ore 21, dall’Università degli<br />

Adulti di Sassoferrato, nell’ambito<br />

de “I venerdì di Palazzo Oliva –<br />

Quattro chiacchiere insieme”. Il<br />

merito va tutto al relatore, prof.<br />

Giampiero Donnini, artista e storico<br />

dell’arte, che ha delineato con<br />

grande maestria i caratteri del Gotico<br />

di Corte nelle Marche, attraverso<br />

un’analisi dettagliata e coinvolgente<br />

delle opere più famose dei<br />

maggiori rappresentanti di questo<br />

movimento culturale. Alla fine del<br />

Trecento si ebbe infatti nelle Marche<br />

una stagione di improvvisa fioritura<br />

artistica.<br />

Gentile da Fabriano peregrinò nelle<br />

varie corti della penisola italiana,<br />

apprendendo e diffondendo gli<br />

stilemi di una pittura caratterizzata<br />

da preziosismi ed analitiche descrizioni.<br />

Parallelamente alla sua attività,<br />

Lorenzo d’Alessandro Salimbeni<br />

da San Severino, insieme al<br />

fratello Jacopo, fu un altro protagonista<br />

della stagione del tardo<br />

gotico grazie ai rapporti culturali<br />

che le Marche ebbero con le Signorie<br />

locali dell’Emilia, del Veneto<br />

e della Lombardia. Con i loro<br />

scambi ed incontri, Lorenzo e Gentile<br />

apportarono nelle loro opere<br />

tutti quegli spunti e quei dettami<br />

stilistici che la pittura europea andava<br />

proponendo.<br />

Scorrendo via via le numerosissime<br />

diapositive delle opere di Lorenzo<br />

d’Alessandro e di Gentile<br />

da Fabriano, il prof. Donnini ha<br />

dimostrato come i due pittori ebbero<br />

il merito di svecchiare la tradizione<br />

gotica, legata ancora al linguaggio<br />

giottesco, offrendo contributi<br />

originali al gotico di corte. Nei<br />

loro dipinti non c’è più nulla della<br />

tradizione marchigiana, ma si intravede<br />

un minuzioso e particolareggiato<br />

realismo, che analizza tutti<br />

gli aspetti del reale e della natura.<br />

Nel trittico di San Severino, pre-<br />

cocemente dipinto da Lorenzo<br />

d’Alessandro nel 1400, si evidenzia<br />

già tutta la modernità del pittore<br />

nel realismo con cui è ritratto<br />

l’abbigliamento della Madonna.<br />

Nelle storie di San Giovanni Battista<br />

appaiono scene di vita quotidiana<br />

inserite in un contesto sacro,<br />

volti espressivi di personaggi dai<br />

tratti umili e popolari,<br />

bambini che si<br />

picchiano, un donna<br />

che allatta, un prato<br />

fitto di fiori riprodotti<br />

con una tecnica<br />

miniaturistica ed<br />

un interesse quasi<br />

botanico. Anche negli<br />

affreschi dell’Oratorio<br />

di San<br />

Biagio a San Ginesio<br />

non mancano i<br />

particolari realistici,<br />

come il dettaglio del<br />

cacciatore che torna<br />

con la preda, un cinghiale,accompa-<br />

gnato da un piccolo ghepardo che<br />

funge da cane da caccia. Ma è nell’oratorio<br />

di San Giovanni Battista<br />

ad Urbino, capolavoro dei fratelli<br />

Salimbeni, che si evidenzia maggiormente<br />

il realismo tipico del<br />

gotico di corte. La crocefissione<br />

mostra un notevole affollamento di<br />

personaggi, ma anche una grande<br />

attenzione ai particolari, come<br />

l’immagine del ladrone dagli arti<br />

quasi deformati, come nei pittori<br />

fiammighi o, in Italia, nel Pisanello.<br />

Infatti il gotico di corte non si<br />

caratterizza solo per il minuto realismo,<br />

ma anche per le esagerazioni<br />

grottesche.<br />

Al tempo stesso, questo stile convive<br />

con un’esasperata ricerca di<br />

aristocratica eleganza, sempre presente<br />

in Lorenzo Salimbeni, e con<br />

atmosfere idealizzate e sognanti,<br />

che rimandano nostalgicamente al<br />

mondo della cavalleria e delle corti.<br />

Infatti è questa un’arte densa di<br />

Il burraco a San Facondino<br />

E' stato un divertente torneo con 38 coppie in gara<br />

Ancora un’ iniziativa dell’Associazione<br />

per Sassoferrato. Domenica<br />

7 febbraio, nei locali della Parrocchia<br />

di San Facondino, si è svolto<br />

il terzo torneo di burraco organizzato<br />

dall’Associazione.<br />

Ben 76 partecipanti, divisi in 38<br />

coppie, hanno animato 19 tavoli da<br />

gioco, sfidandosi fino all’ultimo<br />

punto. A decretare il successo della<br />

manifestazione non solo l’elevato<br />

numero di concorrenti, ma anche<br />

la loro provenienza: Fabriano, Cagli,<br />

Gubbio, Jesi, oltre, naturalmente,<br />

a Sassoferrato. I premi, offerti<br />

dagli esercenti delle attività commerciali<br />

sassoferratesi, sono andati<br />

ai primi tre classificati, ma anche<br />

all’ultima coppia qualificatasi,<br />

nonché al più giovane e al più anziano<br />

partecipante. Le quote di<br />

iscrizione al torneo sono state finalizzate<br />

alla preparazione di un<br />

ricco e vario buffet, che è stato<br />

molto apprezzato da tutti i giocatori.<br />

La parte restante del ricavato<br />

sarà invece devoluta ai bambini<br />

haitiani colpiti dal terremoto. E’<br />

stato realizzato, inoltre, un servizio<br />

di baby sitter per intrattenere i<br />

bambini intervenuti al torneo insieme<br />

ai loro genitori. Una serata<br />

veramente festosa, trascorsa in allegria<br />

e caratterizzata dall’entusiasmo<br />

e dalla passione dei partecipanti<br />

per il gioco del burraco, che<br />

sta conquistando sempre nuovi<br />

adepti. Gli iscritti all’associazione,<br />

che con tanto impegno si sono attivati<br />

per organizzare il torneo, si<br />

sono dichiarati molto soddisfatti<br />

per la riuscita della manifestazione<br />

ed hanno annunciato di avere in<br />

cantiere ancora molte altre iniziative.<br />

r.m.<br />

Film al cinema<br />

Nel week-end al cinema teatro Sentino:<br />

"Alvin Superstar 2" (sabato<br />

ore 16.30 e 21.15) e "Baciami ancora"<br />

(domenica ore 16.30 e 21.15;<br />

lunedì ore 21.15).<br />

contraddizioni che riflettono i contrasti<br />

di un’età problematica e di<br />

transizione tra Medioevo e Rinascimento.<br />

Carestie e pestilenze, dissesti<br />

economici e sociali, declino<br />

delle istituzioni medievali, affermazione<br />

della borghesia contraddistinguono<br />

il Trecento. La nobiltà<br />

perde il proprio potere e finisce<br />

per rappresentare<br />

solo un modello di<br />

vita e di comportamento<br />

a cui guardare<br />

con nostalgia.<br />

Per questo l’arte<br />

tende ad evocare<br />

atmosfere irreali,<br />

fiabesche, che riescono<br />

a compensare<br />

le difficoltà della<br />

vita reale. Viene<br />

riproposto un<br />

mondo perfetto,<br />

aristocratico, elegante;<br />

i temi pro-<br />

Giampiero Donnini<br />

fani e cavallereschi<br />

sostituiscono quel-<br />

li esclusivamente religiosi; risaltano,<br />

al tempo stesso, la minuzia dei<br />

particolari e la vivacità dei colori,<br />

che rinvia all’arte della minitura.<br />

Già agli inizi del Quattrocento questi<br />

aspetti si possono riscontrare in<br />

modo originale e personalissimo<br />

nell’opera creata da Gentile da Fabriano<br />

per la chiesa di San Nicolò<br />

a Fabriano. Una trama sottilissima<br />

di colori, quasi puntinistica, ricorda<br />

la tecnica della miniatura, che<br />

si fonde, però, con la tradizione<br />

lombarda.<br />

Nel Polittico di Valleromita torna<br />

la tradizione nordica nei tratti somatici<br />

della Santa Maddalena,<br />

mentre ne “L’incoronazione della<br />

Vergine”, la decorazione elegante,<br />

aristocratica ed accurata degli abiti<br />

prevale su tutto. Ma è nel capolavoro<br />

assoluto di Gentile da Fabriano,<br />

“L’adorazione dei Magi”,<br />

che si riassume e si sublima lo stile<br />

del gotico di corte. Grandiosa è<br />

l’immagine della natività, sfarzoso<br />

e ricchissimo di personaggi, dai<br />

volti sempre vari e diversi, è il corteo.<br />

All’interno della rappresentazione,<br />

i particolari sono indagati<br />

con estrema minuzia e con un’adesione<br />

al vero che denota già il diffondersi<br />

di un nuovo modo di guardare<br />

alla natura, che anticipa già<br />

l’Umanesimo – Rinascimento. Infatti<br />

a Firenze già si respirava il<br />

nuovo clima culturale e si andava<br />

affermando l’arte del grande Masaccio.<br />

Ed è proprio a Firenze che<br />

Gentile da Fabriano dipinge il “Polittico<br />

Quaratesi”, che, smembrato<br />

in più parti, si trova in varie pinacoteche<br />

del mondo. In quest’opera<br />

le figure diventano più plastiche,<br />

gli spazi si fanno volumetrici, un<br />

diverso movimento riveste i corpi<br />

dei personaggi ed i particolari più<br />

semplici e realistici sono riprodotti<br />

con la stessa attenzione di un pittore<br />

fiammingo. Grande novità rivestono<br />

in questo polittico anche<br />

le predelle, nelle quali Gentile diviene<br />

un vero e proprio cronista<br />

dell’epoca. Ne “Il miracolo dei pellegrini<br />

alla tomba di San Nicola”,<br />

il racconto appare preciso, attento,<br />

didascalico: il santo, in modo<br />

assai innovativo, non compare, ma<br />

viene dipinta solo la sua urna e la<br />

chiesa mostra uno spazio indagato<br />

quasi prospetticamente.<br />

Anche nella “Madonna di San Lorenzo”,<br />

sempre dipinta a Firenze,<br />

e in quella affrescata sulla parete<br />

sinistra del Duomo di Orvieto, le<br />

figure non risultano più ieratiche,<br />

come nel gotico, ma sempre più<br />

plastiche. Le opere analizzate e<br />

commentate dal prof. Donnini hanno<br />

dimostrato come la pittura poetica<br />

e fiabesca, il gusto per i particolari<br />

realistici e l’uso impareggiabile<br />

degli elementi decorativi abbiano<br />

reso Gentile da Fabriano il<br />

massimo esponente del gotico di<br />

corte nelle Marche.<br />

Renata Marchesi<br />

Luci spente per l'ambiente<br />

Il 12 febbraio c'è l'iniziativa "M'illumino di meno"<br />

Risparmio energetico, sviluppo<br />

delle energie alternative, tutela dell’ambiente,<br />

ovvero tre temi particolarmente<br />

“caldi”, molto sentiti<br />

dai cittadini, sempre più spesso al<br />

centro di iniziative, incontri, dibattiti,<br />

ma anche di scontri<br />

e polemiche che coinvolgono<br />

governi, rappresentanti<br />

delle istituzioni<br />

e delle organizzazioni<br />

ambientaliste.<br />

“M’illumino di meno”,<br />

questo il titolo dell’iniziativa<br />

in programma il<br />

dodici febbraio, a cui il<br />

Comune di Sassoferrato<br />

ha aderito, è una delle<br />

tante che si tengono periodicamente<br />

per tenere<br />

alta l’attenzione sulle<br />

problematiche ambientali e, in particolare,<br />

per sensibilizzare i cittadini<br />

sull’importanza del risparmio<br />

energetico. Promossa dalla popolare<br />

trasmissione radiofonica Caterpillar,<br />

in onda su RAI Radio 2,<br />

l’iniziativa, giunta alla 6^ edizione,<br />

«ha riscosso negli anni precedenti<br />

l’adesione di migliaia di<br />

ascoltatori sia in Italia che all’estero»<br />

- come si legge in una nota<br />

degli organizzatori.<br />

Dunque, una simbolica<br />

giornata di “silenzio<br />

energetico”, che per<br />

Sassoferrato si concretizzerà<br />

con lo spegnimento<br />

delle lampade<br />

pubblica illuminazione<br />

nei due centri storici del<br />

capoluogo, il Borgo e il<br />

Castello, dalle ore 18<br />

alle 19 di venerdì 12<br />

febbraio. «Il provvedi-<br />

mento adottato dalla<br />

L'assessore<br />

Marco Giulietti<br />

Giunta - dice al riguardo<br />

l’assessore all’ambiente<br />

Giulietti - contempla anche<br />

il coinvolgimento dei cittadini nell’iniziativa,<br />

invitandoli a spegnere<br />

le luci all’interno delle proprie abitazioni<br />

nello stesso orario osservato<br />

dal Comune».<br />

Al teatro<br />

è tempo di<br />

"Oblivion"<br />

Un po’ attori, un po’ cantanti, un<br />

po’ ballerini, un pò musicisti, un<br />

po’…“folli”, ma, soprattutto, bravi<br />

e divertenti. Più semplicemente,<br />

gli Oblivion. Saranno proprio loro<br />

a portare in scena al Teatro del<br />

Sentino, venerdì diciannove febbraio,<br />

alle ore 21, l’esilarante spettacolo<br />

di cabaret “Oblivion Show”,<br />

per la regia di un poliedrico artista,<br />

Gioele Dix. E’ questo l’ultimo<br />

dei sei spettacoli proposti dal calendario<br />

della stagione di prosa<br />

2009/10, allestita dal Comune su<br />

progetto artistico di Tommaso Paolucci,<br />

direttore del Sistina di<br />

Roma. L’eclettica e funambolica<br />

compagnia artistica bolognese<br />

composta da Graziana Borciani,<br />

Davide Calabrese, Francesca Folloni,<br />

Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli,<br />

dopo aver impazzato con<br />

grande successo sul web, si “materializza”<br />

in palcoscenico esibendo<br />

una sorta di circo volante, un mix<br />

originale di brani musicali, cantautori<br />

italiani riarrangiati a colpi di<br />

“cazzotti”, canzoni per non udenti,<br />

episodi di cronaca nera shakeaspeariana<br />

e l’esilarante parodia de<br />

I promessi sposi, riduzione musicale<br />

in dieci minuti del celebre romanzo<br />

manzoniano. Una rappresentazione<br />

divertente, permeata di<br />

comicità, satira, ironia e della<br />

splendida sonorità delle voci armonizzate.<br />

Provenienti da esperienze<br />

diverse, i cinque “cantattori” hanno<br />

trovato nel musical, da cui traggono<br />

la rispettiva formazione artistica,<br />

il loro punto di congiunzione.<br />

Quella degli Oblivion è una rivisitazione<br />

del musical fortemente<br />

caratterizzata e originale. “Oblivion<br />

Show” è uno spettacolo di<br />

cabaret che si ispira ai classici,<br />

come i Monty Python o il Quartetto<br />

Cetra, ma con un occhio sempre<br />

puntato alla modernità, all’attualità.<br />

«Uno spettacolo - spiega Gioele<br />

Dix - ricco di parodie, di riletture<br />

ironiche e di invenzioni drammaturgiche<br />

e musicali di straordinario<br />

impatto». Insomma, un evento<br />

tutto da vivere e da…ridere. I<br />

biglietti per assistere allo spettacolo<br />

si possono prenotare presso l’Ufficio<br />

Turistico del Comune di Sassoferrato<br />

(Piazza Matteotti, n.4 -<br />

tel. 0732 956231/2) ed acquistare<br />

presso lo stesso Ufficio il 19 febbraio,<br />

dalle ore 17 alle 19, oppure<br />

presso il Cinema Teatro del Sentino<br />

nella medesima giornata, dalle<br />

ore 20 alle 21.<br />

I versatili e un pò... folli artisti<br />

di "Oblivion Show"

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