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Scarica l'edizione di Ottobre - Biblioteca di via Senato

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ottobre 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 17<br />

«originale» alla copertina «tradotta», l’evoluzione da<br />

una sintesi visiva a un’altra; può trattarsi <strong>di</strong> un incrocio<br />

<strong>di</strong> entrambi i processi: un occhio alla copertina originale,<br />

un altro a ciò che il testo “<strong>di</strong>rettamente” suggerisce<br />

per una nuova versione grafico-visiva.<br />

È in questo senso che si potrebbe a buon <strong>di</strong>ritto<br />

sostenere, proprio a partire dalla grafica del peritesto,<br />

che “la grafica è traduzione”. Lo è in quanto ritrascrive<br />

con linguaggi e tecniche proprie un contenuto<br />

testuale, lo sintetizza secondo le forme della “comunicazione<br />

breve” e secondo un co<strong>di</strong>ce interpretativo. La<br />

grafica dei peritesti o dell’accesso, in particolare, è un<br />

facilitatore comunicativo. La confezione e<strong>di</strong>toriale è<br />

un contenitore profondamente connesso al testo contenuto:<br />

lo contiene in quanto lo preserva fisicamente,<br />

informa sugli «ingre<strong>di</strong>enti» contenuti, delinea istruzioni<br />

o suggerimenti per l’uso. Il packaging e<strong>di</strong>toriale<br />

«marca» la versione tradotta proprio mutando la veste<br />

e<strong>di</strong>toriale, immettendola così nella catena traduttiva.<br />

Gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> iconicità<br />

La traduzione visiva lavora su <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

cooperazione delle componenti verbo-visive del peritesto;<br />

così da assegnare pesi <strong>di</strong>fferenti ai <strong>di</strong>versi elementi<br />

mentre si organizzano sullo spazio dell’impaginato.<br />

La misura <strong>di</strong> questi «ingre<strong>di</strong>enti» è un aspetto<br />

determinante nella «ricetta» della comunicazione visiva:<br />

su un impaginato <strong>di</strong> copertina, lo spostamento <strong>di</strong><br />

accento da una titolazione a un’immagine, o viceversa,<br />

mo<strong>di</strong>fica gli equilibri sintattici del <strong>di</strong>scorso comunicativo.<br />

Il doppio gioco titolo-immagine costituisce un<br />

doppio rinvio, in funzione <strong>di</strong> una triangolazione col<br />

testo «contenuto».<br />

È possibile allineare, in un’ideale sequenza, le<br />

e<strong>di</strong>zioni tradotte dove le componenti visive si <strong>di</strong>spongono<br />

in modo graduale secondo una “scala <strong>di</strong> iconicità”.<br />

Si possono così registrare visivamente gli slittamenti<br />

da una titolazione graficamente connotata nella<br />

selezione del carattere (iconicità della scrittura) a una<br />

convergenza <strong>di</strong> titolo e immagine, fino a una prevalenza<br />

dell’immagine (protagonismo iconico). In questo<br />

caso le <strong>di</strong>verse traduzioni visive agiscono anche tramite<br />

questa variazione <strong>di</strong> linguaggi, operando sull’intera<br />

scala <strong>di</strong> iconicità.<br />

In assenza <strong>di</strong> illustrazioni nel corso del testo spetta<br />

esclusivamente alla copertina “mettere in figura” il<br />

contenuto; questo compito dell’illustrazione unica<br />

<strong>di</strong>venta ancora più significativo: rappresenta una scelta<br />

decisiva che lavora in profon<strong>di</strong>tà sul fronte interpretativo.<br />

Come già aveva avuto modo <strong>di</strong> sottolineare Elio<br />

Vittorini, «esistono due mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> illustrare il libro: o<br />

corrispondere al suo linguaggio, al suo stile, o interpretarne<br />

il fondo con uno stile da rabdomante che<br />

trova ciò che lo scrittore stesso non poteva sapere d’aver<br />

detto».<br />

I <strong>di</strong>versi gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> iconicità lungo la sequenza<br />

metamorfica della traduzione visiva sono <strong>di</strong> grande<br />

evidenza: si potrebbe sostenere che, proprio giocando<br />

con gra<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> consistenza iconica, è possibile<br />

rendere visibili le variazioni che sono proprie <strong>di</strong> ogni<br />

e<strong>di</strong>zione tradotta.<br />

La prevalenza della componente iconica sulle<br />

titolazioni può essere <strong>di</strong>versamente calibrata, con<br />

effetti <strong>di</strong>fferenti sul piano della percezione. In quanto<br />

<strong>di</strong>spositivo figurato la copertina illustrata ci riporta a<br />

quell’apparato visivo, a quella sintesi simbolica che nel

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