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Scarica l'edizione di Ottobre - Biblioteca di via Senato

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ottobre 2009 – la <strong>Biblioteca</strong> <strong>di</strong> <strong>via</strong> <strong>Senato</strong> Milano 5<br />

Un carteggio “ragionato” dall’archivio Malaparte della BvS<br />

MALAPARTE E GOBETTI,<br />

DUE PENNE AMICHE<br />

Coetanei ma molto <strong>di</strong>versi, si stimarono reciprocamente<br />

In un anno ricco <strong>di</strong> cambiamenti, <strong>di</strong> tensioni e <strong>di</strong> scontri,<br />

due giovani <strong>di</strong> grande talento si incontrano per la<br />

prima volta. È la primavera del 1922 quando Curzio<br />

Malaparte (che ancora si chiama Kurt Erich Suckert) conosce<br />

Piero Gobetti. Hanno press’a poco la stessa età,<br />

formazione e interessi <strong>di</strong>versi ma intellettualmente si stimano<br />

e tra loro si instaura subito un’amicizia «vera, affettuosa,<br />

inalterabile».<br />

L’Italia che Malaparte ritrova dopo esser stato in<br />

Belgio e in Polonia come addetto culturale del ministro<br />

Tommasini non lo convince. Partecipa del <strong>di</strong>sagio morale<br />

che accomuna tutta la gioventù <strong>di</strong> allora e vede nel fascismo<br />

la possibilità <strong>di</strong> compiere quella rivoluzione italiana<br />

per la quale era partito volontario a se<strong>di</strong>ci anni partecipando<br />

alla prima guerra mon<strong>di</strong>ale.<br />

Gobetti si sta laureando a Torino;<br />

ha come insegnanti Luigi Einau<strong>di</strong>,<br />

Gaetano Mosca, Francesco Ruffini<br />

e Gioele Solari. Al liceo ha stu<strong>di</strong>ato<br />

filosofia con Balbino Giuliano,<br />

che collabora all’Unità <strong>di</strong> Salvemini.<br />

I suoi interessi sono rivolti ai problemi<br />

sociali. Ha appena chiuso una rivista,<br />

Energie Nuove, ne ha appena<br />

aperto un’altra, La Rivoluzione Liberale<br />

(12 febbraio 1922); è critico tea-<br />

A sinistra: caricatura <strong>di</strong> Curzio<br />

Malaparte (che ancora si fa chiamare<br />

Curzio Erich Suckert) fatta<br />

da Deiva De Angelis nel 1921.<br />

A destra: copertina del libro <strong>di</strong><br />

Malaparte e<strong>di</strong>to da Gobetti nel 1925<br />

<br />

MATTEO NOJA<br />

trale del gramsciano Or<strong>di</strong>ne Nuovo. Eugenio Montale,<br />

che lo conosce in quegli anni, lo descrive come un «adolescente<br />

scarruffato e occhialuto, <strong>di</strong> costituzione molto fragile,<br />

eppure con in corpo un’energia <strong>di</strong>abolica».<br />

Nel Memoriale che Malaparte abbozza nel 1946, ricorda<br />

così il suo incontro con Gobetti: «Nella primavera<br />

del 1922, conobbi anche Piero Gobetti […], il quale<br />

m’invitò a collaborare prima alla sua rivista Energie Nuove,<br />

poi alla sua famosa rivista Rivoluzione Liberale, che si<br />

stampavano a Torino e che in breve tempo avevano raccolto<br />

intorno a Gobetti il fiore dell’intellettualismo antifascista.<br />

In quelle due riviste sono apparsi vari miei saggi<br />

sul “dramma della modernità” e sul contrasto insanabile<br />

fra civiltà protestante e civiltà cattolica etc. […].<br />

«Erano saggi letterari, nutriti <strong>di</strong> cultura storica, dai<br />

quali esulava ogni pensiero e ogni inten<strong>di</strong>mento<br />

politici. Mi legai ben<br />

presto <strong>di</strong> affettuosa amicizia a Pietro<br />

Gobetti, il quale, tutte le volte che da<br />

Torino veniva a Roma, non mancava<br />

<strong>di</strong> farmi visita (abitavo allora in una<br />

stanza ammobiliata in <strong>via</strong> Lucina,<br />

presso certi signori Manara), per<br />

scambiare con me idee, giu<strong>di</strong>zi, specie<br />

letterari, impressioni, previsioni<br />

etc. Passavamo lunghe ore insieme a<br />

<strong>di</strong>scutere ogni sorta <strong>di</strong> problemi sociali,<br />

letterari, poltici, religiosi.<br />

«Su un punto solo non eravamo<br />

d’accordo: sulla guerra, egli svalutava<br />

l’importanza morale della<br />

guerra per le giovani generazioni che<br />

vi avevano preso parte, io, forse, la

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