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Jorio Vivarelli e gli architetti del Novecento - ferrettiarte.it

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“La scultura di un uomo” era questo l’impegno morale e<br />

materiale <strong>del</strong>l’artista perché “Bisogna che l’Idea si faccia<br />

cosa, che esista, che pesi oggettivamente, che abbia<br />

la sua ragione per essere : bisogna che questa cosa<br />

nascente abbia la sua influenza, la sua autor<strong>it</strong>à sull’artista<br />

che ne è impegnato al confronto, sino al punto di vedere<br />

che l’opera sua, più di lui, anche se è in lui,ha il dir<strong>it</strong>to di<br />

prevalere.<br />

La fase di lavoro successiva corrispondeva esattamente<br />

all’azione detta “Brainstorming” lo scambio continuo di<br />

impressioni, idee, suggerimenti e quanto poteva essere<br />

utile alla discussione da parte dei partecipanti. Questo era<br />

per me il momento più stimolante e democratico, in cui<br />

potevo liberamente attingere alla mia immaginazione. Con<br />

queste modal<strong>it</strong>à sono nati e si sono sviluppati i progetti per<br />

il monumento di Fasano, per la Scultura totale di Taranto<br />

e per il parco pubblico di Fognano.<br />

Volendo fare una sintesi <strong>del</strong>l’evoluzione nel rapporto<br />

tra la parte arch<strong>it</strong>ettonica e la parte scultorea nelle opere<br />

progettate e realizzate con <strong>Jorio</strong> <strong>Vivarelli</strong>, posso usare<br />

questa sequenza :<br />

Proposta ideale per la c<strong>it</strong>tà di Taranto.<br />

Progetto dal 1976 al 1999.<br />

La prima opera importante in collaborazione è nata dalla<br />

scultura “Salviamo la v<strong>it</strong>tima”, collocata all’apice <strong>del</strong>la<br />

struttura. Da questo vortice di lame lo scultore ha creato il<br />

suo sostegno, la struttura verticale, il faro.<br />

La dott.ssa Veronica Ferretti, per prima, ha forn<strong>it</strong>o nel libro<br />

“<strong>Jorio</strong> <strong>Vivarelli</strong> Scultore La materia <strong>del</strong>la v<strong>it</strong>a” i detta<strong>gli</strong> sulla<br />

stesura di questo progetto. Aggiungo qualcosa su quella<br />

che fu l’ultima rielaborazione <strong>del</strong> progetto, che mi vide<br />

impegnato tra il 1998 ed il 1999. In que<strong>gli</strong> anni, per mer<strong>it</strong>o<br />

di persone con importanti contatti nel Medio Oriente,<br />

sembrò possibile la sua realizzazione, a scala ancora<br />

maggiore rispetto a quella iniziale. La proposta doveva<br />

essere indirizzata ad un Paese <strong>del</strong> Golfo , sce<strong>gli</strong>endo<br />

quello che poteva offrire le mi<strong>gli</strong>ori opportun<strong>it</strong>à. Mi occupai<br />

<strong>del</strong>le ricerche nel 1998. Con Internet a disposizione, la<br />

raccolta di informazioni fu rapida e i paesi più interessanti<br />

e dinamici risultarono Dubai e <strong>gli</strong> Emirati Arabi Un<strong>it</strong>i.<br />

<strong>Jorio</strong> <strong>Vivarelli</strong> e <strong>gli</strong> <strong>arch<strong>it</strong>etti</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento</strong> - Sale Affrescate Palazzo Comunale di Pistoia<br />

La scelta cadde su<strong>gli</strong> Emirati e la proposta,<br />

accompagnata da una mia relazione, venne presentata ai<br />

loro funzionari che si dimostrarono molto interessati, tanto<br />

che lo scultore se ne uscì con una <strong>del</strong>le sue battute, ben<br />

radicata nell’arguzia toscana e pistoiese : “ è la volta che<br />

vado sul Globo in groppa a un cammello”. Dall’entusiasmo<br />

iniziale si passò alla pianificazione <strong>del</strong> lavoro e fu a questo<br />

punto che il progetto si arrestò. A distanza di venti anni le<br />

esigenze erano cambiate ed il progetto di massima non<br />

poteva più essere presentato solo con i disegni e plastici<br />

esistenti : eravamo entrati nell’era dig<strong>it</strong>ale ed occorreva<br />

trasferire tutto nei programmi di Cad e Rendering. La<br />

necess<strong>it</strong>à di creare una struttura operativa a mi<strong>gli</strong>aia di<br />

chilometri di distanza e l’idea di dover trasformare il suo<br />

modo di lavorare senza poterlo più gestire in prima<br />

persona bloccarono, da parte <strong>del</strong>l’artista, ogni ulteriore<br />

sviluppo <strong>del</strong> progetto.<br />

Parco pubblico di Fognano.<br />

Progetto e realizzazione dal 1982 al 1985.<br />

La seconda opera in collaborazione è nata intorno alla<br />

scultura “Il sacrificio - una morte per una v<strong>it</strong>a”<br />

Nel 1982 <strong>Jorio</strong> <strong>Vivarelli</strong> mi chiese di progettare insieme a<br />

lui il parco pubblico con la sua grande scultura in marmo,<br />

acciaio e bronzo “Il sacrificio – una morte per una v<strong>it</strong>a”,<br />

nel suo paese natale, Fognano di Montale. Nella mia nota<br />

<strong>del</strong> 1982, ho così descr<strong>it</strong>to il progetto: “In un contesto<br />

urbano, qual è quello di Fognano, privo di emergenze<br />

artistiche ed arch<strong>it</strong>ettoniche, si è sent<strong>it</strong>o il bisogno di<br />

operare un intervento che non riguardasse solo l’uso<br />

fisico <strong>del</strong> terr<strong>it</strong>orio, ma coinvolgesse anche le componenti<br />

emozionali e <strong>del</strong>la memoria, nella relazione tra la “madre<br />

terra” ed i suoi fi<strong>gli</strong>. Per questo il nuovo spazio pubblico è<br />

parco ed anche cornice alla grande scultura “Il Sacrificio”<br />

di <strong>Jorio</strong> <strong>Vivarelli</strong>; un evento fisico per il rafforzamento, ne<strong>gli</strong><br />

ab<strong>it</strong>anti, di quel senso di identificazione ed appartenenza<br />

ai propri luoghi, che si può concretizzare solo attraverso il<br />

fatto storico od artistico. In questo spazio, originariamente<br />

uliveto, il momento celebrativo-r<strong>it</strong>uale e quello quotidiano,<br />

fatto di relax e svago, sono tenuti inizialmente distinti<br />

tram<strong>it</strong>e i due accessi estremamente differenziati. In essi i<br />

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