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Jorio Vivarelli e gli architetti del Novecento - ferrettiarte.it

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DA MICHELUCCI A VIVARELLI ATTRAVERSO ZEVI,<br />

ARTE - ARCHITETTURA - SIMBOLISMO<br />

Con <strong>Jorio</strong> <strong>Vivarelli</strong>, inizialmente, fu un incontro di cortesia<br />

per conoscersi di persona, favor<strong>it</strong>o dalla dottoressa<br />

Veronica Ferretti. Parlammo di arte e arch<strong>it</strong>ettura; ne<br />

scaturì per <strong>Vivarelli</strong> il desiderio di tornare a pensare a<br />

un’opera da ideare nello spazio. Un’opera da poter vivere<br />

anche dall’interno, quindi dove non si capisse il confine<br />

fra arte e arch<strong>it</strong>ettura. E mi stupì quando ne ipotizzò i<br />

materiali: plexiglas, acciaio, carbonio, vetro, t<strong>it</strong>anio…<br />

L’occasione fu il concorso <strong>del</strong> 2006 per il monumento dei<br />

caduti di Nassiriya a Roma: il bando chiedeva proprio<br />

un’opera da vivere fisicamente, non solo da ammirare.<br />

La cosa più bella che potesse dirmi <strong>Vivarelli</strong>, quando<br />

decidemmo di partecipare al concorso, fu in un pistoiese<br />

perfetto “Si fa, ma non si vince mica…”. Partecipavamo<br />

dunque, ma solo perché eravamo interessati a sviluppare<br />

l’idea <strong>del</strong> progetto e perché avevamo individuato<br />

argomenti che avrebbero dovuto essere di nuovo<br />

fondamento <strong>del</strong>l’incontro fra arte e arch<strong>it</strong>ettura, e<br />

intendevamo comunicarli.<br />

Questa mostra è l’opportun<strong>it</strong>à, poiché <strong>Vivarelli</strong> è un<br />

maestro, di ricordare e continuare a comunicare il suo<br />

messaggio: l’arte e l’arch<strong>it</strong>ettura debbono r<strong>it</strong>rovarsi e<br />

nutrirsi non solo di virtuosismi, di tecnica e d’immagini,<br />

anche se sono quelle lusinghiere <strong>del</strong>le “archistar”.<br />

Soprattutto l’arte, assieme all’arch<strong>it</strong>ettura, debbono<br />

esprimere e comunicare “qualcosa”, entrare nella sfera<br />

<strong>del</strong> simbolismo e non cost<strong>it</strong>uire soltanto un atto tecnico,<br />

l’uno; e decorativo, quanto scioccante, l’altro.<br />

Le opere di <strong>Vivarelli</strong> che hanno interessato il processo<br />

alchemico: Athanor e Pietra filosofale parlano <strong>del</strong>l’interesse<br />

di <strong>Jorio</strong>, non certo verso la trasmutazione dal piombo<br />

di Oreste Ruggiero<br />

<strong>Jorio</strong> <strong>Vivarelli</strong> e <strong>gli</strong> <strong>arch<strong>it</strong>etti</strong> <strong>del</strong> <strong>Novecento</strong> - Sale Affrescate Palazzo Comunale di Pistoia<br />

all’oro, ma <strong>del</strong>l’evoluzione <strong>del</strong>l’uomo contemporaneo in un<br />

uomo nuovo, e cost<strong>it</strong>uiscono “messaggio”.<br />

Continuare a ignorare, attraverso la cosiddetta cultura<br />

ufficiale, tale percorso e l’apporto di culture diverse,<br />

significa voler acuire la frattura culturale fra oriente e<br />

occidente: per questo il t<strong>it</strong>olo <strong>del</strong>l’opera <strong>del</strong> concorso<br />

<strong>del</strong> 2006, anche se la fer<strong>it</strong>a dei caduti di Nassiyria era<br />

profonda, fu l’Unione de<strong>gli</strong> opposti.<br />

Se non emergerà un interesse, ma almeno una riflessione<br />

su questi temi, sono felice e credo che <strong>Vivarelli</strong> sarebbe<br />

felice, perché, con questa mostra, si intende mettere in<br />

luce questo suo legame con lo spazio e l’arch<strong>it</strong>ettura<br />

attraverso l’arte, così come l’incontro fra uomo e universo<br />

attraverso la natura.<br />

Mi auguro che presto, come fece Carl Gustav Jung nei<br />

confronti di un altro pistoiese: Marino Marini, e <strong>del</strong>lo<br />

stesso rilievo di studioso, si occupi più in profond<strong>it</strong>à di<br />

questa ricerca <strong>del</strong> simbolismo nell’opera di <strong>Jorio</strong> <strong>Vivarelli</strong>.<br />

Confido in questo a partire dall’impegno e dall’entusiasmo<br />

<strong>del</strong>le dottoresse Maria Antonia Martinelli e Veronica<br />

Ferretti che insieme hanno svolto un ruolo importante<br />

quanto essenziale per la realizzazione di questa mostra.<br />

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