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scarica il Notiziario S.I.M. - Società Italiana di Malacologia

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me <strong>di</strong> proteine complesse) ed i cristalli <strong>di</strong> carbonato <strong>di</strong><br />

calcio e aragonite presenti nell’acqua.<br />

Le perle naturali e quelle coltivate devono comunque essere<br />

certificate da istituti gemmologici, quali <strong>il</strong> Gemological<br />

Institute of America (GIA) od <strong>il</strong> Centro Informazione<br />

e Servizi Gemmologici (CISGEM), tramite analisi ra<strong>di</strong>ologiche<br />

o micro-tomografia computerizzata.<br />

Di solito i bivalvi <strong>di</strong> acqua dolce hanno produzioni plurime<br />

<strong>di</strong> perle e anche le ostriche perlifere del genere Pteria<br />

Scopoli, 1777 hanno manifestato, in alcuni casi, questa<br />

capacità. Nelle ostriche perlifere <strong>di</strong> Pinctada Rö<strong>di</strong>ng,<br />

1798 si innesta <strong>di</strong> solito solo un nucleo per ogni ostrica<br />

perlifera e nonostante ciò molti innesti non vanno comunque<br />

a buon fine. Cor<strong>di</strong>ner (1809) afferma che si sono<br />

formate fino a centocinquanta perle nella medesima<br />

ostrica perlifera.<br />

Un notizia più recente, pubblicata sulle pagine on-line <strong>di</strong><br />

molti quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong> mondo (ve<strong>di</strong> <strong>il</strong> link: http://<br />

www.repubblica.it/2006/12/gallerie/ambiente/ostrica-record/1.html)<br />

racconta del ritrovamento a Tyro (Libano)<br />

nel 2008, da parte <strong>di</strong> Amal Salha cuoca <strong>di</strong> un ristorante,<br />

<strong>di</strong> un esemplare <strong>di</strong> Pinctada contenente 26 perle<br />

(Fig. 1).<br />

L’unico altro caso documentato è la foto <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>ografia<br />

<strong>di</strong> una Pinctada con una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> perle o mezze<br />

perle (la qualità dell’esame ra<strong>di</strong>ografico non permette <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stinguerle) pubblicata da Cavenago & Bignami (1972:<br />

pag. 1125, fig. 901).<br />

Entrambi i casi segnalati riguardano esemplari <strong>di</strong> Pinctada<br />

ra<strong>di</strong>ata (Leach, 1814), una specie con conchiglia <strong>di</strong> <strong>di</strong>-<br />

Fig. 4. idem, valva destra lato interno.<br />

Fig. 2. Pinctada margaritifera.<br />

Fig. 3. idem, valva sinistra lato interno.<br />

mensioni ridotte mentre non sembra aversi alcuna notizia<br />

<strong>di</strong> produzioni plurime da parte delle specie più gran<strong>di</strong><br />

come P. maxima (Jameson, 1901) e P. margaritifera (Linnaeus,<br />

1758).<br />

Kunz & Stevenson (1908: pag. 69) riportano che P. margaritifera<br />

produce percentualmente meno perle delle specie<br />

più piccole e che le due specie erano pescate principalmente<br />

per la madreperla del guscio. Ancora oggi, le Pinctada<br />

più gran<strong>di</strong>, appunto P. maxima e la sottospecie P.<br />

margaritifera cumingii (Reeve, 1857) sono le più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>i da<br />

coltivare, con alta percentuale <strong>di</strong> insuccesso per gli innesti.<br />

Esse producono rispettivamente le preziosissime<br />

“perle dei mari del sud” e le “perle nere <strong>di</strong> Tahiti”. Per<br />

Pinctada margaritifera, è stata tentata la coltivazione in<br />

Sudan nella seconda metà del XX secolo, ma senza successo.<br />

Il primo gennaio 1992, a Hurgada, in Egitto sul Mar Rosso,<br />

ho trovato un’ostrica perlifera appartenente alla famiglia<br />

Pteriidae, P. margaritifera, con all’interno 85 piccole<br />

perle e con in più molte perle blister su entrambe le<br />

valve. P. margaritifera è un mollusco bivalve con conchiglia<br />

subequivalve, spessa e pesante, che misura fino a<br />

200 mm; la scultura è lamellosa, <strong>il</strong> colore esterno grigio,<br />

quello interno risulta madreperlaceo br<strong>il</strong>lante con bor<strong>di</strong><br />

grigio-verde. Vive solitamente, in esemplari singoli o<br />

raggruppati in banchi poco numerosi, in prossimità <strong>di</strong><br />

barriere coralline aderendo con <strong>il</strong> bisso ai fondali rocciosi<br />

o ad ammassi corallini. È specie <strong>di</strong>ffusa in tutto <strong>il</strong> Mar<br />

Rosso e Oceano Indo-Pacifico. Jameson (1901) ha descritto<br />

per <strong>il</strong> Mar Rosso la varietà Pinctada margaritifera<br />

erythraeensis, contrad<strong>di</strong>stinta dalla colorazione con raggi<br />

ra<strong>di</strong>ali bianchi, presente anche in esemplari dell’Oceano<br />

Indo-Pacifico.<br />

Le <strong>di</strong>mensioni della conchiglia da me ritrovata sono<br />

170x165x57,7 mm; l’orlo delle valve è andato <strong>di</strong>strutto<br />

per cui, in origine, credo che fosse almeno 20 mm più<br />

grande (Figg. 2-6). Del ritrovamento e dell’estrazione<br />

delle perle ho effettuato un f<strong>il</strong>mato e sono in possesso<br />

della certificazione con ra<strong>di</strong>ografie <strong>di</strong> perle e conchiglia<br />

effettuata del CISGEM – Centro Informazione e Servizi<br />

Gemmologici <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano.<br />

La certificazione riguarda 82 “ovoi<strong>di</strong> irregolari” (complessivamente<br />

ca. 14 carati, corrispondenti a più <strong>di</strong> 55<br />

grani), che sono tuttora in mio possesso, ma in origine<br />

erano 85 in tutto, <strong>di</strong> cui 3 <strong>di</strong>spersi (Fig. 7). Nella certifica-<br />

Ritrovamento <strong>di</strong> numerose perle naturali da una sola conchiglia <strong>di</strong> Pinctada margaritifera (Linnaeus, 1758) (Bivalvia: Pteriidae)<br />

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