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bassa - Altervista

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forme strane e mostruose.<br />

Le loro ombre scricchiolavano dondolando avanti e indietro e non<br />

erano forse sagome umane, quelle che vi si celavano?<br />

Strinse la mano di Lola e ricominciò a correre tra l’erba alta e i piccoli<br />

arbusti.<br />

«Nathan! Fatti vedere, figliolo! ti racconterò dei cento acri, lo giuro!»<br />

La voce di suo padre trasportata dal vento era forte e sembrava molto<br />

vicina, adesso. Forse quel luogo era parso inaccessibile a lui, che era<br />

solo un ragazzo, ma per un adulto si trattava soltanto di un prato oltre<br />

una barriera di rovi. Questa volta non rispose. Doveva risparmiare le<br />

forze per Lola. Si gettò a capofitto in un viottolo che rasentava la parete<br />

nascosta dell’isola. Il paesaggio là dietro era incantevole, se solo quella<br />

fosse stata una gita. Sembrava una piccola scogliera a picco su un alveo<br />

di pietre cadute. Là il sentiero finiva.<br />

Al riparo dal vento, Nathan si appoggiò con le spalle in una rientranza<br />

della roccia. Il sorriso sghembo della luna completava un quadro<br />

di macabra bellezza, col bosco sullo sfondo e le acque nere del lago.<br />

Visto da lassù, sembrava un dipinto.<br />

«Mio Nathan, tu stai male… torniamo. Mi dirai domani.» Lola lo abbracciò<br />

forte. Lui la scostò per guardarla negli occhi.<br />

«Non c’è un domani» disse, disperato. Profonde borse grigie affioravano<br />

sotto i suoi occhi, le labbra erano pallide. I capelli ricadevano ai lati<br />

del viso come fili di grano.<br />

«Non c’è un solo minuto da perdere.» Di nuovo infilò la mano in<br />

tasca, tendendo l’orecchio. Gli era sembrato di sentire zampe di cani avvicinarsi.<br />

Gli davano la caccia. Trasse la pietra gelida che un tempo era<br />

stata un cuore e afferrò la mano di Lola.<br />

«Questo è il tuo cuore. Io l’ho recuperato per te. È questo che mio<br />

padre cerca. Non gli permetterò di trovarti.»<br />

Lei lo guardò, poi osservò la pietra scura rigirandola tra le dita. «Nathan…<br />

tu hai la febbre. Torniamo al mausoleo, ti prego.»<br />

«Non mi credi? È così: tu non mi credi!»<br />

Ansando si batté una mano sulla fronte e agguantò di nuovo il cuore<br />

dalle sue mani.<br />

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