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Stati Uniti e Francia tra due Rivoluzioni costituzionali (1776-1792)*

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si accompagnava la redazione per iscritto<br />

dell’intero sistema dei poteri pubblici e di<br />

un complesso insieme di garanzie giurisdizionali<br />

(minuziosamente regolate) a favore<br />

dei cittadini degli <strong>Stati</strong> <strong>Uniti</strong>.<br />

Sùbito <strong>tra</strong>dotti in lingua francese, i testi<br />

fondanti il <strong>costituzionali</strong>smo statunitense<br />

(Bills of Rights, costituzioni, Federalist Papers,<br />

costituzione di Philadelphia, etc.) si<br />

prestano immediatamente a una pluralità<br />

di operazioni e piani di lettura. Intanto<br />

– molto prima del 1789, già a ridosso del<br />

<strong>1776</strong> americano – a Parigi “salta” il sistema<br />

di censura sulle pubblicazioni (che, senza<br />

venir formalmente meno, si velocizza lasciando<br />

passare praticamente tutto): non è<br />

infatti credibile che si vieti la circolazione<br />

dei documenti ufficiali statunitensi, approvati<br />

dalle autorità legali di una neonata<br />

Potenza con cui si stava per sottoscrivere un<br />

formale <strong>tra</strong>ttato di alleanza.<br />

Gli uomini forti del governo di Luigi<br />

XVI – Maurepas alla Marina, Vergennes agli<br />

Esteri e Necker al Controllo generale – dovettero<br />

porsi il problema, non senza imbarazzi.<br />

Ma poi, considerando che nessuno<br />

statista ha mai rinunciato a sostenere che<br />

la “sua” fosse una guerra “giusta”, per poter<br />

avallare l’intrinseca bontà della causa degli<br />

Insurgents, quei ministri hanno dovuto anche<br />

consentire la diffusione delle idee americane,<br />

ammorbidendo o rendendo inefficaci<br />

le maglie della censura.<br />

In secondo luogo, caffè e salotti nel corso<br />

degli anni Settanta sarebbero immediatamente<br />

diventati gli ambìti palcoscenici dove<br />

calibrare e incentivare la circolazione delle<br />

nuove idee, at<strong>tra</strong>verso i mille strumenti<br />

messi a fuoco dalla sociabilità urbana, nel<br />

secolo di cui l’opinion éclairée era ormai una<br />

regina che aveva deciso di mettere il diritto<br />

pubblico comparato al centro della scena.<br />

46<br />

Fondamenti<br />

Ma qui en<strong>tra</strong> in gioco un terzo elemento,<br />

accompagnato da un nutrito gruppo di<br />

comprimari. Bills, costituzioni e scritti di<br />

circostanza èditi oltreoceano non si limitano<br />

a formalizzare un sistema di diritti e<br />

un assetto di poteri pubblici statali, confederali<br />

e poi, dopo il 1787, federali. Questi<br />

documenti usano un linguaggio tecnico<br />

(quello del nascente diritto pubblico moderno),<br />

mettono a fuoco categorie interpretative,<br />

disciplinano istituti tipici di un<br />

sistema rappresentativo: la delega basata su<br />

elezioni periodiche, la rotazione delle cariche,<br />

Legislativi bicamerali, garanzie procedurali<br />

per i cittadini processati. L’opinion<br />

éclairée è chiamata a confrontarsi con tutto<br />

questo.<br />

2.2. Far meglio degli Americani<br />

I documenti <strong>costituzionali</strong> nordamericani,<br />

rapidamente letti, commentati e criticati,<br />

stimolano il cartesianismo francese imbevuto<br />

di esprit géometrique. Se gli Americani<br />

avevano messo per iscritto un compiuto<br />

sistema di istituzioni rappresentative,<br />

legittimate dal basso mediante frequenti<br />

consultazioni elettorali, non sarebbe stato<br />

possibile fare di meglio e cioè costruire<br />

un sistema costituzionale perfetto? E se<br />

per arrivare a questo risultato, si fosse reso<br />

necessario scomporre, cioè smontare, gli<br />

originari edifici costruiti dagli ingegneri<br />

<strong>costituzionali</strong> americani (al fine di recuperarne<br />

“mattoni” da riutilizzare al meglio),<br />

chi avrebbe potuto contestare la bontà<br />

dell’operazione?<br />

Condorcet e i suoi amici, a mio avviso,<br />

si muovono proprio in quest’ottica fin dalla<br />

metà degli anni Settanta; come, del resto,

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