Università: tanto rumore per nulla - I Vespri
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“La menzogna del cinema”<br />
60<br />
Giuseppe Tornatore, in questo libro, racconta la passione e la professionalità<br />
che si nascondono dietro la macchina da presa<br />
I<br />
l cinema è<br />
scrittura e<br />
come tale<br />
rientra nei<br />
canoni della<br />
menzogna, altro modo<br />
di indicare la finzione.<br />
“Il poeta è un fingitore…”,<br />
scriveva, nel secolo<br />
scorso, Fernando<br />
Pessoa <strong>per</strong> indicare la<br />
capacità autentica di<br />
trasformazione della realtà attraverso<br />
l’elaborazione poetica. Ma<br />
tra la letteratura e il cinema, tra<br />
la scrittura e la sceneggiatura che<br />
rapporto passa, quali contiguità,<br />
quali concordanze, quali assimilazioni,<br />
quante discontinuità?<br />
A rispondere a quesiti di strutturale<br />
rilevanza sul cinema e intorno<br />
al fenomeno dell’arte che<br />
è la scrittura trasformata in “celluloide”,<br />
è Giuseppe Tornatore,<br />
regista, scrittore di storie, di affreschi<br />
sociali, estetici, premio<br />
Oscar nel 1990 con “Nuovo cinema<br />
Paradiso”. Bompiani, nella<br />
collana Passaggi, lo scorso mese<br />
ha dato alle stampe, “Il film, una<br />
riscrittura senza fine.”, la Laudatio<br />
pronunciata in occasione del<br />
conferimento a Giuseppe Tornatore<br />
della laurea magistrale honoris<br />
causa in televisione, cinema,<br />
e new media presso l’università<br />
Iulm di Milano.<br />
Il linguaggio del cinema ha già<br />
acquisito gli stessi diritti del linguaggio<br />
della scrittura, nel senso<br />
indicato da Tornatore, ovvero<br />
“…riconoscendo a una massa<br />
sempre più sconfinata di <strong>per</strong>sone<br />
la capacità di esprimersi con le immagini<br />
e di comunicare il proprio<br />
pensiero e le proprie emozioni<br />
con le immagini in un mondo in<br />
cui comunicare attraverso la pa-<br />
di Angelo Mattone<br />
rola o il cinema sarà<br />
sempre più un’unica<br />
cosa…”.<br />
L’infedeltà e il tradimento,<br />
secondo la<br />
visione di Tornatore,<br />
è il procedimento di<br />
costruzione del film,<br />
che il regista chiama<br />
“riscrittura”, ma la<br />
cui trasformazione<br />
prende corpo rispetto<br />
all’idea originale, che, in ogni caso,<br />
subisce i mutamenti , che il premio<br />
Oscar siciliano, chiama “la menzogna<br />
del cinema”. Il “malgré lui”, in<br />
cui il pronome sta <strong>per</strong> lo scrittore,<br />
o, <strong>per</strong>lomeno, <strong>per</strong> le sue intenzioni,<br />
individuate al momento della progettazione<br />
e, successiva realizzazione<br />
dell’o<strong>per</strong>a letteraria, sono intenti,<br />
a maggior ragione in letteratura, il<br />
cui originario disegno diverge dagli<br />
scopi individuati dallo scrittore.<br />
La “riscrittura” del film rimane pur<br />
sempre una complessa macchina di<br />
“costruzione” organizzativa, attraverso<br />
la quale non sol<strong>tanto</strong> il regista<br />
si esprime, ma molti o<strong>per</strong>atori concorrono<br />
alle varie fasi della nascita<br />
del film; la differenza con la letteratura<br />
è proprio tutta qua, nella partecipazione<br />
al prodotto finale, che, nel<br />
caso de cinema è inevitabile, <strong>per</strong> le<br />
o<strong>per</strong>e letterarie impossibile.<br />
Giuseppe Tornatore, “La menzogna<br />
del cinema”, Bompiani, euro 9,90 è<br />
davvero un’offerta sacrificale al “dio<br />
della celluloide” realizzata da uno tra<br />
i grandi registi, quel Tornatore che<br />
ha fatto del cinema, ancor di più,<br />
rispetto a come lo fosse nel passato,<br />
l’arte della scrittura, intesa nella<br />
forma più collettiva possibile rivolta<br />
ai suoi fruitori, l’enorme massa di<br />
pubblico, traguardo ed ambizione di<br />
tutti i produttori cinematografici dello<br />
scorso ed attuale secolo.<br />
In libreria<br />
Manuel Malavenda<br />
“Il bambino che voleva vedere l’alba”<br />
Sacco Editore<br />
E’ il viaggio di Mathieu e del suo piccolo<br />
amico alla ricerca della pace in una terra<br />
magica. E’ una storia che cerca di insegnare<br />
qualcosa a noi e al piccolo protagonista che<br />
alla fine di questo cammino di vita, ne uscirà<br />
cambiato <strong>per</strong> sempre. Tutto inizia con un<br />
risveglio particolare, quando troverà la sua<br />
mamma immersa in un sonno che scoprirà<br />
essere eterno, e continua con l’incontro di<br />
vari <strong>per</strong>sonaggi in una terra lontana da casa<br />
sua: un cantastorie magico, un’affascinante<br />
fanciulla che gli insegnerà il valore delle parole,<br />
una sirena capace di ammaliare col canto<br />
del mare e che gli farà capire che nella vita è<br />
importante rincorrere sempre i propri desideri,<br />
un conte ormai diventato cieco incapace<br />
di vedere e vivere la realtà, e lo spirito di<br />
un’anziana signora che gli farà capire quanto<br />
è importante migliorarsi sempre, ma avendo<br />
memoria di ciò che si è stati.<br />
Lucetta Scaraffia e Giulia Galeotti<br />
“101 donne che hanno fatto grande<br />
l’Italia”<br />
Newton Compton Editori<br />
Lucetta Scaraffia e Giulia Galeotti, docenti<br />
universitarie, scrittrici, collaboratrici di<br />
vari giornali, presentano centouno fotografie<br />
di donne che nel corso dei secoli hanno<br />
illustrato e dato spessore alla storia d’Italia.<br />
Donne impegnate e distinte in tutti i campi:<br />
politica, medicina, letteratura, religione, imprenditoria,<br />
sport, televisione, cinema, teatro,<br />
architettura, giornalismo, moda. Tra queste,<br />
troviamo figure note a tutti: Susanna Agnelli,<br />
Sibilla Aleramo, Tina Anselmi, Caterina<br />
da Siena, Titina De Filippo, Oriana Fallaci.<br />
E figure meno conosciute: Irma Bandiera,<br />
Adele Bei, Ada Boni, Fernanda Contri, Maria<br />
Federici, Angela Gotelli. Uno di quei libri da<br />
divorare in pochissimo tempo.<br />
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