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Università: tanto rumore per nulla - I Vespri

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Editoriale di Nunzia Scalzo<br />

Memento mori<br />

n tutti gli ospedali italiani si scriva Memento mori.<br />

I<br />

Ovunque. In ogni angolo e in ogni anfratto. Per ritornare<br />

a un principio basilare: non siamo eterni.<br />

Nell’antica Roma, memento mori era la frase che il<br />

più umile dei servi doveva<br />

pronunciare sfilando<br />

con i generali romani reduci da<br />

battaglie e imprese che li avevano visti<br />

vincitori e protagonisti quando passavano<br />

<strong>per</strong> raccogliere onori e applausi<br />

tributati dalla folla; questo <strong>per</strong> evitare<br />

che si insu<strong>per</strong>bissero e si lasciassero<br />

vincere dalle manie di grandezza. Ricordando<br />

che dovevano morire si richiamava<br />

alla loro mente la caducità<br />

dell’essenza umana e l’inutilità dell’orgoglio.<br />

Memento mori era anche la regola dei<br />

monaci trappisti, un Ordine Cistercense<br />

della Stretta osservanza; i frati<br />

non sol<strong>tanto</strong> la ripetevano in continuazione<br />

ma, addirittura, ogni giorno<br />

si scavavano un po’ della fossa che<br />

avrebbe dovuto raccogliere la salma<br />

di ciascuno di loro <strong>per</strong> tenere presente<br />

l’idea di morte e quindi il senso della<br />

vita destinata a finire. Ecco, io credo<br />

che all’ingresso di ogni ospedale debba<br />

essere scritto, meglio se in lingua<br />

Italiana, “Ricordati che devi morire”.<br />

Perché la gente tutta presa dalla mania<br />

di emulare Tizio e di voler essere<br />

Caio, di fare e di strafare <strong>per</strong> apparire<br />

meglio di com’è, dal mito della<br />

bellezza che non deve mai sfiorire,<br />

dall’immortalità del corpo oltre che<br />

dell’anima, sembra aver dimenticato<br />

l’unica grande verità e l’unica certezza<br />

assoluta sull’esistenza: ogni uomo e ogni donna che sono sulla terra<br />

sono destinati a morire.<br />

Dico questo <strong>per</strong>ché qualche giorno fa, in un noto ospedale, un<br />

medico è stato pesantemente picchiato, e certo non si sono rispar-<br />

Gli ospedali hanno<br />

sì bisogno di nuove<br />

attrezzature e di gente<br />

preparata, ma c’è<br />

necessità di antiche<br />

e profonde verità,<br />

in particolare di quella<br />

più vera, assoluta<br />

e definitiva di tutte:<br />

non siamo eterni<br />

miati se gli hanno spaccato una mascella, e fracassato un paio di<br />

costole. Motivo? Un paio d’ore prima era arrivato nel nosocomio<br />

quasi senza vita un tizio, parente dei Fustigatori dell’Ultima Ora,<br />

letteralmente macinato da una di quelle macchinette che servono<br />

<strong>per</strong> sollevare le zolle di terra. L’uomo<br />

era più di là che di qua ma secondo i<br />

parenti il medico di turno al Pronto<br />

soccorso non avrebbe fatto quanto<br />

necessario <strong>per</strong> strapparlo alla morte<br />

visto che dopo circa dieci minuti che<br />

era lì ha tirato le cuoia. Come al solito<br />

l’Ordine dei medici, invece di reagire<br />

come si deve, lo ha fatto come è solito<br />

fare, ovvero con una dichiarazione<br />

vuota e priva di significato: “Il terreno<br />

“<br />

di coltura nel quale si <strong>per</strong>petuano aggressioni<br />

verbali e fisiche trova concime<br />

nel progressivo depau<strong>per</strong>amento<br />

del servizio sanitario pubblico”.<br />

Meraviglioso. Il solito dico non dico.<br />

Sono attenti <strong>per</strong>ò a farne una questione<br />

di risorse, come dire ci hanno tolto<br />

i soldi e dunque questo è il risultato.<br />

Cosa c’entri il taglio dei fondi non lo<br />

so, ma di sicuro significherà qualcosa,<br />

almeno nel loro linguaggio criptico.<br />

La verità invece è un’altra ed è molto<br />

più semplice di tutte le formule alchemiche<br />

che si tenta in ogni modo<br />

di trovare. Sia i pazienti sia i parenti<br />

hanno cominciato a pretendere l’immortalità<br />

del corpo da quando hanno<br />

smesso di credere nell’immortalità<br />

dell’anima. Ormai è così. L’unica cosa<br />

davvero urgente da fare è obbligare la<br />

gente, oltre a pagare le tasse, a leggere<br />

Platone <strong>per</strong> spingerla a riflettere sui<br />

principi fondanti e reali dell’esistenza<br />

umana. Quanto agli ospedali hanno sì bisogno di nuove attrezzature<br />

e di gente preparata, ma c’è necessità di antiche e profonde<br />

verità, in particolare di quella più vera, assoluta e definitiva di tutte:<br />

“Si deve morire”.<br />

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