15.06.2013 Views

Maggio - Giugno 2013 - Insider Magazine

Maggio - Giugno 2013 - Insider Magazine

Maggio - Giugno 2013 - Insider Magazine

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

76<br />

77<br />

M A G A Z I N E M A G A Z I N E<br />

Napoli, Formia, poi Roma, Londra Tokyo e<br />

quindi di nuovo Roma. Queste in sintesi<br />

le tappe che hanno portato Francesco<br />

Apreda alla guida de l’Imago, ristorante top dell’hotel Hassler<br />

di Roma. Location straordinaria sui tetti di Piazza di Spagna<br />

e cucina stellare. Umile, gentile, appassionato, Apreda è uno<br />

chef moderno che non dimentica le sue radici, rimane con i<br />

piedi per terra anche se, dall’alto di Trinità dei Monti sarebbe<br />

facile perdere la testa. Ma non è il suo caso.<br />

Come definiresti la tua cucina?<br />

Per parlare della mia cucina basta raccontare la mia<br />

esperienza: dopo l’alberghiero sono arrivato per la prima<br />

volta all’Hassler appena maggiorenne, poco dopo sono<br />

andato a Londra, dove mi si è aperto un mondo e ho capito<br />

davvero che volevo fare. Sono rimasto 5 anni e poi sono<br />

stato per 2 anni e mezzo a Tokyo prima di tornare a Roma,<br />

e anche ora viaggio spesso per seguire le nostre consulenze<br />

in India. All’estero ho apprezzato ancora di più il valore<br />

della nostra cucina ma ho iniziato a contaminarla con ciò<br />

che scoprivo: ingredienti, lavorazioni e tecniche. Quella che<br />

faccio è una cucina molto personale in cui si percepisce la<br />

mia esperienza in giro per il mondo, ma che poggia su basi<br />

italiane, campane e laziali principalmente.<br />

In questo periodo molti grandi chef hanno raddoppiato<br />

l’offerta con un secondo locale più semplice, una sorta di<br />

trattoria d’autore, l’equivalente di un Prêt-à-Porter. Non sei<br />

tentato anche tu?<br />

A volte abbiamo fatto qualcosa di simile al Palazzetto - l’ex<br />

Wine Academy - che aveva una proposta molto diversa dal<br />

ristorante. Qui non sono solo lo chef dell’Imago, che ha una<br />

FRANCEsCO APREDA<br />

uNa stella sul tetto di roma<br />

di Antonella De Santis<br />

stella Michelin, ma anche altri punti ristorativi dell’Hassler:<br />

il bar, il giardino in estate (che ha un menu più tradizionale),<br />

il servizio in camera, gli eventi, in più siamo in India da<br />

diversi anni, con due dei migliori ristoranti italiani del paese<br />

e abbiamo a che fare con molti clienti stranieri.. Magari un<br />

domani al Palazzetto, che è proprio di fronte all’Hassler,<br />

potrebbe nascere qualcosa di diverso.<br />

Non senti mai la voglia di un ristorane senza un grande<br />

albergo alle spalle?<br />

Al momento mi impegna tantissimo e non solo con l’Imago.<br />

Forse un giorno vorrò dedicarmi completamente a un solo<br />

ristorante, ma ora sono molto soddisfatto, ogni volta che<br />

nasce un piatto nuovo per l’Imago, un sandwich per il bar<br />

o un piatto più tradizionale per il giardino sono grandi<br />

soddisfazioni. L’impegno è al 80-90% qui al ristorante,<br />

ovviamente insieme alla brigata che, in 10 anni che sono qui,<br />

è ormai un gruppo molto affiatato.<br />

La tv non ti seduce?<br />

C’è un po’ un’onda frenetica degli chef in tv. Io sono arrivato<br />

a Londra 14 anni fa e sono rimasto perché mi sono accorto<br />

che era tutto molto diverso, tanta attenzione attorno alla<br />

cucina, riviste, programmi televisivi, c’era Gordon Ramsey<br />

che apriva un locale blasonato dopo l’altro. Erano idoli che<br />

ora fanno più tv che cucina. A Tokyo è stata la stessa cosa.<br />

Ora questo è arrivato anche qui in Italia, e ci dà tantissime<br />

altre cose da fare: tv, eventi, nuove scuole di cucina che<br />

spesso ci chiamano per le lezioni... pensare che prima c’era<br />

solo l’alberghiero. C’è anche tanta confusione. Per ora non ci<br />

penso, forse perché non ho ricevuto nessuna proposta, ma<br />

credo si debba stare con i piedi per terra.<br />

Dici che la vista di Roma è un bonus ma anche una sfida<br />

Sono in continua competizione con la vista, sin dal primo<br />

giorno e dopo, quando abbiamo fatto il ristorante all’ultimo<br />

piano. Chi non conosce me e la mia cucina prenota per la<br />

vista, e per i primi 10 minuti neanche lo legge il menu, allora<br />

cerco di catturare l’attenzione con una serie di assaggini<br />

che distraggano dal panorama. Ora si può dire che metà<br />

delle persone prenota per la cucina, e lavoriamo anche in<br />

bassa stagione senza i turisti, con una clientela gourmand,<br />

soprattuto ora che mi espongo di più, uscendo fuori dal<br />

ristorante partecipando alle diverse manifestazioni di settore.<br />

Cosa è cambiato dopo la stella?<br />

L’ho ricevuta che ero a Mumbai dopo un anno e mezzo<br />

che avevamo aperto il ristorante, la prima stella è molto<br />

importante, mi ha rafforzato reso più cosciente del mio<br />

lavoro. Dopo tanti anni all’estero bisognava far capire cosa<br />

voleva essere la mia cucina. Passo dopo passo ci siamo<br />

riusciti e la consacrazione della stella mi ha dato sicurezza.<br />

Quale è il tuo piatto che più racconta del tuo percorso<br />

professionale?<br />

Tanti, uno cui sono affezionato è il cappellotto con parmigiano,<br />

brodo freddo di tonno, doppio malto e spezie: c’è l’Italia nel<br />

cappellotto farcito con un assoluto di parmigiano, l’Oriente<br />

nel brodo e un blend di spezie scoperto a Kioto, il contrasto<br />

caldo-freddo con la birra.<br />

E quello che racconta delle tue origini?<br />

In estate le uova al pomodoro con carbone melanzana e<br />

origano che è un po’ l’uovo al pomodoro che a casa si faceva<br />

col ragù avanzato, un ricordo di una Napoli povera, arricchito<br />

Idea di raviolo polipetti affogati e lamponi disidratati<br />

dalla melanzana che arrostisco e poi impano con un mix di<br />

buccia secca, cannella, nigella, origano, e ora anche risotto<br />

puttanesca con aguglia e cedro<br />

Come nasce un piatto?<br />

Da tantissime cose diverse, stimoli e suggestioni, da un<br />

ingrediente o un colore, dalla richiesta di un cliente, come<br />

accaduto per i mezzi paccheri con tartufo e ristretto di<br />

stracciatella. Mi si chiedeva una pasta secca con il tartufo,<br />

mentre la facevo mi sono accorto avevo messo tutti gli<br />

ingredienti della stracciatella - il brodo di pollo, l’uovo - e<br />

poi legata con crema di radice di prezzemolo. Il cliente era<br />

contento e io ho iniziato a lavorare su quel piatto. C’è una<br />

storia in ogni piatto.<br />

Lo abbiamo visto anche nel tuo libro “Apreda all’Imàgo.<br />

L’alta cucina sul tetto di Roma”.<br />

Si, Antonio Paolini ha raccontato la storia di ogni piatto. Le<br />

ricette oltre che secondo le quattro stagioni, sono suddivise<br />

in “testa, cuore, tecnica e memoria” quattro elementi che<br />

sono alla base di ogni creazione.<br />

Quello che con cui avresti voluto lavorare?<br />

Sono cresciuto col mito di Marchesi, a Londra lavoravo<br />

con ragazzi che erano stati con lui, per esempio all’hotel<br />

Halkin a Londra, in italia non avrei mai immaginato questa<br />

innovazione, invece a Londra ho visto che c’erano già degli<br />

italiani che facevano cose simili. È stato uno dei primi che<br />

ha avuto il coraggio di cambiare la cucina italiana con<br />

tecniche, impostazioni e presentazioni innovative. Mi piace<br />

la sua professionalità... e poi basta vedere chi è uscito dalla<br />

sua cucina.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!