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Maggio - Giugno 2013 - Insider Magazine

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L’ACETO BALsAmICO<br />

TRADIZIONALE DI mODENA DOP<br />

è l’oro Nero modeNese e Ne bastaNo poche Gocce<br />

per reNdere iNdimeNticabile aNche il più semplice deGli alimeNti<br />

GraZie a quella preZiosità fatta di profumi, colori iNteNsi<br />

e sapori travolGeNti. è il re deGli aceti<br />

e Guai a chiamarlo solo coNdimeNto<br />

di Violante Di Palma<br />

Giusti - Oggetti Museo<br />

3 Medaglie d'oro - Riccardo Giusti<br />

Giusti - botti del 1800<br />

Come tutti i prodotti di qualità del nostro<br />

patrimonio agroalimentare, anche per l’Aceto<br />

Balsamico Tradizionale di Moden DOP le<br />

origini si perdono nella notte dei tempi. Infatti le prime tracce<br />

di questo prodotto si hanno grazie ad antichi romani come<br />

Cicerone, Virgilio o Plinio che ne decantavano le doti curative<br />

e lenitive, perché inizialmente l’aceto balsamico aveva un<br />

uso per lo più medicamentoso, solo dal Rinascimento l’oro<br />

di Modena inizierà ad essere apprezzato anche e soprattutto<br />

in ambito gastronomico. Ma a prescindere dall’uso che se<br />

ne faceva, da subito fu indiscussa la preziosità di questo<br />

prodotto che compariva nei lasciti testamentari dei più<br />

facoltosi modenesi, faceva ben sperare sulle origini della<br />

fanciulla da matrimonio se era presente in bella mostra<br />

nella sua dote insieme a pizzi e lini e semmai si presentava<br />

l’occasione di far visita al principe o al re, portando<br />

un’ampolla di aceto balsamico la bella figura era assicurata.<br />

A rendere prezioso l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena<br />

DOP è il processo di lavorazione che si compone di quattro<br />

fasi: la raccolta delle uve tipiche del modenese come il<br />

Lambrusco e il Trebbiano; la pigiatura per ottenere il mosto e<br />

quindi la sua cottura a fuoco diretto; infine l’invecchiamento<br />

che consiste nel travasare il mosto in una serie di botti<br />

(batterie) di numero variabile e disposte in ordine crescente.<br />

Ogni botticella è di un legno particolare come ginepro,<br />

rovere, castagno, frassino o ciliegio così da conferire al<br />

prodotto finale gusti e profumi particolari. L’invecchiamento<br />

può durare un minimo di 12 anni per ottenere l’Aceto<br />

Balsamico Tradizionale di Modena o andare oltre i 25 per<br />

avere l’Extravecchio. Tra le più antiche e storiche acetaie<br />

modenesi certamente spicca quella di Giuseppe Giusti, un<br />

pioniere della produzione di Aceto Balsamico Tradizionale<br />

di Modena. La prima produzione di aceto a marchio Giusti<br />

risale al 1605 e da allora hanno rappresentato la pietra miliare<br />

della produzione di questa bontà tutta modenese. Riporta<br />

il nome Giusti la prima ricetta documentata di produzione<br />

dell’Aceto Balsamico datata 1863 e gli acetai di questa<br />

famiglia sono gli unici depositari dello stemma della casa<br />

reale conseguito nel 1929, così come pure gli attuali custodi<br />

della più straordinaria acetaia esistente, composta da barili<br />

centenari di inestimabile valore, contenenti anche rarissimi<br />

aceti balsamici pluricentenari ◆<br />

gourmet

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