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Allegato 3 al Documento finale del C.d.C. della <strong>classe</strong> <strong>5BME</strong><br />
3 . “Lo Sperelli vide la vittoria fuggirgli; ma raccolse tutti gli spiriti per riafferrarla. Teso su le staffe, curvo su la criniera, gittava<br />
di tratto in tratto quel grido breve, èsile, penetrante, che aveva tanto potere sul nobile animale. Mentre Brummel e Carbonilla,<br />
affaticati sul terreno pesante, perdevano vigore, Mallecho aumentava la veemenza del suo slancio, stava per riconquistare il suo<br />
posto, già sfiorava la vittoria con la fiamma delle sue narici. […] Andrea Sperelli rientrando nel recinto pensava: «La fortuna è<br />
con me, oggi. Sarà con me anche domani?» Sentendo venire a sé l'aura del trionfo, ebbe contro l'oscuro pericolo quasi una<br />
sollevazion d'ira. Avrebbe voluto affrontarlo sùbito, in quello stesso giorno, in quella stessa ora, senza altro indugio, per<br />
godere una duplice vittoria e per mordere quindi al frutto che gli offriva la mano di Donna Ippolita. Tutto il suo essere<br />
accendevasi d'orgoglio selvaggio, al pensiero di posseder quella bianca e superba donna per diritto di conquista violenta.”<br />
(Gabriele D‟Annunzio, Il piacere, 1889)<br />
4 . “Si era nel '38, a circa due mesi da quando erano state promulgate le leggi razziali. Ricordo bene. Un pomeriggio verso la<br />
fine di ottobre, pochi minuti dopo esserci alzati da tavola avevo ricevuto una telefonata di Alberto Finzi-Contini. Era vero, o<br />
no - mi aveva chiesto subito, trascurando qualsiasi preambolo (notare che non avevamo avuto occasione di scambiare una sola<br />
parola da più di cinque anni) - era vero, o no, che io e «tutti gli altri», con lettere firmate dal vice-presidente e segretario del<br />
Circolo del Tennis Eleonora d'Este, marchese Barbicinti, eravamo stati dimessi in blocco dal club: «cacciati via», insomma?<br />
Smentii in tono reciso: non era vero, non avevo ricevuto nessuna lettera del genere; almeno io.<br />
Ma lui, immediatamente, come se ritenesse la mia smentita priva di valore, o come se addirittura non fosse stato ad ascoltare, a<br />
propormi d'andare senz'altro da loro, a giocare a casa loro. Se mi accontentavo di un campo in terra-battuta bianca - continuò<br />
- con scarsi out; se, soprattutto, dato che io giocavo di sicuro molto meglio, mi fossi «degnato di fare quattro palle» con lui e<br />
con Micòl, entrambi, loro, ne sarebbero stati ben lieti e «onorati».” (Giorgio Bassani, Il giardino dei Finzi-Contini, 1962)<br />
5 . “ Il portiere caduto alla difesa<br />
ultima vana, contro terra cela<br />
la faccia, a non veder l‟amara luce.<br />
Il compagno in ginocchio che l‟induce<br />
con parole e con mano, a rilevarsi,<br />
scopre pieni di lacrime i suoi occhi.<br />
La folla- unita ebrezza - per trabocchi<br />
nel campo. Intorno al vincitore stanno,<br />
al suo collo si gettano i fratelli.<br />
Pochi momenti come questo belli,<br />
a quanti l‟odio consuma e l‟amore,<br />
è dato, sotto il cielo, di vedere.”<br />
(Umberto Saba, Goal, vv. 1- 12, 1934)<br />
6 . “Tutte le mattine prima dell'ora dei miei corsi io faccio un'ora di jogging, cioè mi metto la tuta olimpionica ed esco a<br />
correre perché sento il bisogno di muovermi, perché i medici me l'hanno ordinato per combattere l'obesità che mi opprime, e<br />
anche per sfogare un po' i nervi. In questo posto durante la giornata se non si va al campus, in biblioteca, o a sentire i corsi dei<br />
colleghi o alla caffetteria dell'università non si sa dove andare; quindi l'unica cosa da fare è mettersi a correre in lungo e in largo<br />
sulla collina, tra gli aceri e i salici, come fanno molti studenti e anche molti colleghi. Ci incrociamo sui sentieri fruscianti di<br />
foglie e qualche volta ci diciamo: "Hi!", qualche volta niente perché dobbiamo risparmiare il fiato. Anche questo è un<br />
Allegato 3 ITI- Liceo “E. <strong>Fermi</strong>” Mn Documento finale del C.d.C. VBME - A. s. 2012-2013<br />
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