Paganini Divo e Comunicatore - Violin Intonation

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possiamo ritrovare nelle sue opere, «ampliate e magnificate attraverso le possibilità della tastiera», come ha osservato Federico Mompellio 13. L’Aria della Prigione La correlazione fatta da Liszt tra figure cromatiche ed espressione del dolore ha una valenza decisiva e profonda. Nella tradizione della musica poetica, i passaggi miranti a suscitare degli affetti appassionati e tristi mediante un andamento cromatico erano chiamati pathopoeia. La parola significa letteralmente «espressione delle passioni» (πάθος, passione; ποιέω, faccio). Secondo il teorico musicale Joachim Burmeister: 270 Pathopoeia fit quando textus semitoniis ita explicatur, ut quod affectus creet nihil ejus intentatum relinqui videatur 14 cioè, «la pathopoeia accade quando il testo viene espresso mediante semitoni in tal modo che nessuno rimane impassibile all’affetto creato». Così, la pathopoeia doveva commuovere sia il musicista che il pubblico, un’idea che Paganini riprese nel suo motto «bisogna forte sentire per far sentire». Infatti i cromatismi di Paganini si rifanno spesso all’antica tradizione. Un esempio emblematico è l’Adagio espressivo del Primo Concerto M.S. 21, noto come «Aria della Prigione» 15. La pathopoeia usata da Paganini per evocare il terrore del suicidio nel prigioniero è il classico motivo cromatico discendente del crucifixus, dei lamenti (nei drammi della Passione) e delle arie di disperazione (nell’opera del ’600). L’intervallo di quarta discendente riempito di cromatismo è una rappresentazione figurata del dolore e della morte (esempi 3, 4, 5). Si può notare nell’esempio paganiniano una chiara aderenza alla figura retorico-musicale tradizionale e una grande cura nella notazione di ogni particolare, in modo tale da cogliere l’espressione parlante caratteristica del suo stile interpretativo: 13 GIAN CARLO CONESTABILE, Vita di Niccolò Paganini. Nuova edizione con aggiunte e note di FEDERICO MOMPELLIO, Milano, Società ed. Dante Alighieri, 1936, pp. 76-77, nota 1. 14 JOACHIM BURMEISTER, Hypomnematum musicae poeticae, Rostock, S. Myliander, 1599, citato in DIETRICH BARTEL, Musica Poetica: Musical-Rhetorical Figures in German Baroque Music, Lincoln and London, University of Nebraska Press, 1997, p. 361. 15 L’Adagio espressivo, secondo tempo del Primo Concerto, fu ispirato a Paganini da una scena drammatica recitata da Giuseppe De Marini, scena nella quale un prigioniero implorava la Provvidenza di togliergli il fardello della vita (cfr. GEORGES IMBERT DE LAPHALÈQUE, Notice sur le célèbre violoniste Nicolò Paganini, Paris, Guyot, 1830, p. 27).
ESEMPIO 3 - G.B. PERGOLESI, Stabat Mater. ESEMPIO 4 - H. PURCELL, Dido and Aeneas (Aria di Didone). ESEMPIO 5 - N. PAGANINI, Primo Concerto M.S. 21 (Adagio espressivo). 16 La notazione particolare di Paganini, con la chiave di sol all’inverso, indica che le note scritte non corrispondono alle note reali. Mentre la parte orchestrale è scritta in Mi bemolle maggiore, quella del solista è scritta in Re maggiore. Si tratta dunque di un Re maggiore fittizio, ecco perché Paganini usa la chiave di sol all’inverso. Il solista, per accordarsi con l’orchestra, deve alzare le quattro corde del violino di un semitono, conservando nello stesso tempo la diteggiatura di Re maggiore. Egli produce così l’effetto di Mi bemolle, usando il violino come uno strumento traspositore. 16 271
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