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GLI INTERNATI POLITICI - Pierantonio Bolognini

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COMUNE DI GARDONE VAL TROMPIA - ASSESSORATO ALL'ISTRUZIONE<br />

ANNO 1991<br />

<strong>GLI</strong> <strong>INTERNATI</strong> <strong>POLITICI</strong><br />

della Val Trompia durante la prima guerra mondiale<br />

Volle Trompio - Cordone - Staz. Tram e Hlberga Berctfa<br />

FRANCESCO BEVILACQUA


L'arresto e l'internamento del sindaco e di gran parte della giunta<br />

municipale, sotto l'accusa di attività antipatriottica ed antimilitarista,<br />

per aver preso posizione contro l'intervento italiano nella prima guerra<br />

mondiale, sono certamente fatti clamorosi, che possono apparire<br />

inspiegabili se la Comunità coinvolta è famosa per una tradizione irripetibile<br />

nella produzione di armi da fuoco.<br />

Inspiegabili per chi non conosca la comunità gardonese, per la<br />

quale l'impegno assiduo a produrre armi per la caccia in periodo di<br />

pace ed armi per l'esercito in periodo di guerra, non è certo manifestazione<br />

di una cultura di odio o di violenza, bensì espressione di una specializzazione<br />

produttiva secolare. Inspiegabili per chi non conosca la<br />

vivacità delle vicende politiche e sindacali che hanno caratterizzato la<br />

Valle Trompia fin dagli ultimi decenni dell'800, a seguito di una precoce<br />

industrializzazione.<br />

Il materiale e le note inedite che le ricerche appassionate di Francesco<br />

Bevilacqua hanno reso disponibili, contribuiscono a far luce su<br />

una vicenda significativa nella storia di Gardone e sulle sofferenze<br />

umane di cittadini ed amministratori locali "colpevoli" di aver assunto<br />

un atteggiamento di opposizione alla guerra, che oggi ci appare nella<br />

sua dimensione "profetica". Sofferenze che si sommano a quelle dei<br />

quattrocento richiamati alle armi ed al dolore delle famiglie dei trentadue<br />

morti per causa di guerra.<br />

La Comunità Gardonese, orgogliosa della propria storia scritta<br />

con l'impegno ed il sacrificio, ringrazia l'autore per il lavoro dedicato a<br />

Gardone ed alla Valle Trompia ed affida alla stampa i risultati delle sue<br />

ricerche perché il tempo non li disperda.<br />

Giuseppe Sa/vinelli<br />

(Sindaco di Gardone V.T.)<br />

In momenti così altamente drammatici, come quelli vissuti in<br />

questi primi mesi del 1991, col cuore continuamente travagliato tra la<br />

speranza non utopica di una pace duratura e la tragica realtà di una<br />

guerra nel Medio Oriente, ancora una volta da qualcuno ricercata e<br />

voluta, l'aver voluto parlare, con il presente lavoro, di una sostanziale e<br />

vissuta contrarietà alla guerra, mi sembra in ogni caso quantomeno<br />

doveroso, da più punti di vista.<br />

Ripercorrere la storia, rivedere, seppure limitati ad un ben dettagliato<br />

periodo storico, gli avvenimenti più significativi nella loro dinamicità<br />

e nella loro crudeltà, può forse anche contribuire a rilanciare<br />

nelle nuove generazioni quel desiderio d'amore e di pace sempre più<br />

necessari.<br />

Far comprendere, soprattutto agli studenti, che il rifiuto di risolvere<br />

qualsiasiproblema attraverso la violenza è un ideale da perseguire:<br />

questo l'intento dell'assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune<br />

di Gardone Val Trompia nel volere dare alle stampe e divulgare il<br />

paziente e qualificato lavoro di Francesco Bevilacqua con le testimonianze<br />

degli internati politici valtrumplini nel corso della prima guerra<br />

mondiale.<br />

Far condividere l'idea che il pagare sulla propria persona, direttamente<br />

quindi, il concretizzarsi dei valori in cui si crede è altamente ammirevole:<br />

questa anche la speranza contenuta nella documentazione<br />

che il Comune di Gardone V.T. mette volentieri a disposizione delle<br />

biblioteche scolastiche e dei cittadini tutti, con la voluta sottolineatura<br />

dei sacrifici e delle privazioni di quanti, onorando la nostra Valle Trompia,<br />

meritano ufficialmente il nostro affetto, la nostra riconoscenza ed il<br />

nostro ricordo.<br />

Non sia inutile al proposito garantire l'impegno, per il quinquennio<br />

1990-95 da parte dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione, di dare<br />

alle stampe per quanti amano la cultura e la storia, ulteriori documentazioni<br />

e altre testimonianze significative della nostra realtà attuale e<br />

della nostra tradizione valligiana.<br />

Pietro Angelo Gasparini<br />

(Assessore all'Istruzione, al Commercio ed all'Artigianato)


timore che una stagione rilevante della piccola storia gardonese<br />

svanisse con gli ultimi testimoni di essa mi ha tormentato fastidiosamente<br />

per anni. Solo la promessa di Francesco per un impegno in tale<br />

direzione mi lasciava la speranza che personaggi ed eventi ancora a<br />

noi vicini non finissero nell'oblio.<br />

Una volta distrutti i documenti, sempre più rari e introvabili,<br />

sarebbero divenute scientificamente impossibili la ricerca e l'analisi<br />

storica.<br />

Lo Storico con infinita pazienza e grande dedizione ha recuperato<br />

appassionanti testimonianze documentali di un tempo quasi perduto<br />

e le ha tradotte in questo volume frutto della Sua faticosa ricerca.<br />

Francesco Bevilacqua, gardonese di adozione pur risiedendo a<br />

Villa, trasmette così alle future generazioni, con grande generosità, il<br />

ricordo di un'avventura ricca di coraggio e di amore per la comunità<br />

gardonese.<br />

Franzini Angelo, il sindaco, e tutti gli altri protagonisti di questa<br />

storia a cavallo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, interpreti di un<br />

mondo che cambia, riappaiono, dopo anni di oblio, con tutto il loro<br />

coraggio e con tutta la loro forza morale, testimoni di un desiderio di<br />

pace e di libertà per il quale ogni prezzo può essere pagato.<br />

Giorgio Entrata<br />

(Assessore alla Cultura della Comunità Montana di Valle Trompia)<br />

La pazienza certosina dello storico Francesco Bevilacqua ha<br />

permesso di recuperare uno spaccato di storia gardonese che rischiava<br />

di svanire nel nulla.<br />

L'opera illustra un periodo storico compreso tra la fine dell'800 e<br />

gli inizi del '900, dove gli ideali di pace e di libertà erano vissuti dai protagonisti<br />

con coraggio e fermezza morale, da essere esempio, ancora<br />

oggi, per le generazioni future.<br />

Si tratta di personaggi, come il sindaco Angelo Franzini e tanti<br />

altri protagonisti meno noti, ma sempre importanti, che hanno contribuito<br />

anche loro alla storia valtrumplina, che hanno vissuto e pagato<br />

per lo stesso ideale che ha ispirato la storica frase del Presidente<br />

Sandro Pertini: "Svuotiamo gli arsenali di guerra e riempiamo i granai".<br />

Enzo Zamboni<br />

(Presidente della Commissione Consiliare della Pubblica Istruzione)


NOTE INTRODUTTIVE<br />

La causa occasionale dello scoppio della prima guerra mondiale fu l'uccisione<br />

dell'Arciduca Ereditario d'Austria Francesco Ferdinando e della<br />

consorte, duchessa di Hohenberg, avvenuta il 28 giugno 1914 a Seràjevo per<br />

mano di due giovani patrioti serbi.<br />

Il precario equilibrio che aveva mantenuto l'Europa in un lungo periodo di<br />

pace, l'ultimo conflitto risale alla guerra Franco-Prussiana del 1870-71, era<br />

stato irrimediabilmente compromesso.<br />

In questo tempo di pacifica convivenza, le varie nazioni Europee avevano<br />

raggiunto una certa ricchezza, un certo benessere ed un discreto splendore.<br />

Sotto questa facciata pacifica però si nascondevano rancori, odii e cupidigie<br />

che venivano tenuti sotto controllo da un magistrale lavoro di diplomazia<br />

internazionale.<br />

L'enormità del pericolo e la coscienza della catastrofe alla quale si sarebbe<br />

andati incontro in caso di un nuovo conflitto, avevano spaventato tutti gli uomini<br />

che si astenevano dal compiere determinate azioni che avrebbero potuto<br />

portare ad un conflitto armato.<br />

A far crollare questa illusoria pace contribuivano formidabili interessi,<br />

aspirazioni imperialistiche e, non meno importanti, i legittimi reclami dei<br />

popoli che miravano ad una maggiore libertà e giustizia.<br />

la stessa Italia, non ancora compiuta, desiderava riavere i figli del Trentino<br />

e dell'lstria.<br />

La Francia, perse Alsazia e Lorena nella guerra Franco-Prussiana, auspicava<br />

riprendersi le due provincie.<br />

La Polonia, divisa dal 1782 fra l'impero tedesco, austriaco e russo, mirava a<br />

conquistare la sua indipendenza nazionale.<br />

Analogo motivo avevano i popoli Slavi, Croati, Boemi e Romeni incorporati<br />

nell'Impero Austro-Ungarico.<br />

La penisola Balcanica era continuamente oppressa da incessanti lotte fra<br />

Bulgari, Romeni, Serbi, Greci, Turchi e tutti lottavano per la loro individualità<br />

nazionale.<br />

È in questo clima di pace apparente che le nazioni Europee gareggiavano<br />

nell'accrescere i loro armamenti.<br />

Considerando una visuale più nazionale, è da tenere presente quanto<br />

abbia contribuito a creare le condizioni per lo scoppio della prima guerra<br />

mondiale la nostra impresa coloniale awenuta in Libia nel 1911. Con questa<br />

conquista l'Italia aveva fatto oscillare l'equilibrio fra le potenze Europee ed<br />

inoltre, indebolendo la Turchia, che aveva la sovranità in Libia, aveva favorito<br />

la ribellione dei popoli Balcani.<br />

È in questo clima di tensioni che arriviamo al 28 giugno 1914.<br />

L'Austria, enormemente offesa dall'eccidio, inviò un "ultimatum" alla<br />

Serbia che non accettò e il 28 luglio 1914 fu dichiarata la guerra.<br />

La macchina della guerra, una volta messa in moto, non poteva essere più<br />

arrestata e così iniziò anche il complesso sistema delle alleanze e gli interventi<br />

in guerra si succedettero a catena.<br />

Il 30 luglio la Russia proclamava la mobilitazione generale per difendere la<br />

Serbia; la Germania il 31 luglio, dopo un "ultimatum", dichiarò guerra alla<br />

Russia; la Francia si schierò dalla parte della Russia ed entrò nel conflitto il<br />

3 agosto.<br />

La Germania invase il neutrale Belgio per attaccare la Francia e così suscitò<br />

la reazione dell'Inghilterra che le dichiarò guerra il 5 agosto.<br />

Alla fine del mese, il 23, anche il Giappone prendeva parte alle ostilità<br />

contro Austria e Germania.<br />

L'Italia riuscì a mantenere la sua neutralità per circa un anno, ma il 24<br />

maggio 1915 anch'essa dichiarò guerra all'Austria. Mentre gli americani iniziarono<br />

a parteciparvi nel 1917.<br />

La guerra fin dall'inizio si dimostrò cruenta e lunga: vennero usate nuove<br />

armi quali mitragliatrici, aeroplani, sommergibili, artiglierie e gas asfissianti e<br />

le conseguenze furono disastrose.<br />

Solo nel 1918 si potè mettere la parola fine. Il 4 novembre venne firmata la<br />

pace, su quel capitolo di storia durante il quale scaturirono i fatti che formano<br />

l'argomento del presente lavoro.<br />

Francesco Bevilacqua


BREVE PREMESSA<br />

Nella sala consigliare del Comune di Gardone V.T., la sera del 16 marzo<br />

1990, tenni una conferenza sui primi socialisti della nostra valle.<br />

L'argomento piacque e sembrò a molti così interessante da ritenere di<br />

doverlo rendere pubblico.<br />

Rispondendo con piacere a questo desiderio, mi accingo ad effettuare<br />

la stesura definitiva dei fatti esposti oralmente, ritoccando alcuni dei protagonisti,<br />

unendo fotografie e riproduzioni di documenti inediti appartenenti<br />

tutti alla mia personale biblioteca.<br />

Un sentito grazie a tutte le autorità, (più uno in particolare all'amico<br />

Piero Angelo Gasparini), che mi hanno dato la possibilità di ricordare questa<br />

gente nostra d'altri tempi.<br />

Una pagina di storia della nostra<br />

Valle poco conosciuta, ma significativa<br />

e oserei quasi dire gloriosa, è<br />

quella che riguarda gli internati politici<br />

durante la prima guerra mondiale.<br />

Questo episodio, nel momento in<br />

cui avvenne, ebbe tanta risonanza<br />

anche a livello nazionale.<br />

Negli anni successivi fu praticamente<br />

dimenticato, quasi a voler<br />

nascondere una colpa. A tutt'oggi<br />

risulta essere un capitolo della<br />

nostra storia piuttosto trascurato da<br />

tutti.<br />

Ciò può essere avvenuto perché<br />

gli eventi di quel periodo, (la prima<br />

guerra mondiale), ed i successivi,<br />

(l'epidemia della "Spagnola", la nascita<br />

del fascismo con conseguenti<br />

vent'anni di dittatura, la seconda<br />

guerra mondiale, la resistenza partigiana<br />

ed ultimo l'instaurazione<br />

repubblicana), furono tanti e di tale<br />

importanza da far dimenticare i protagonisti<br />

di prima.<br />

Cinquantatrè anni dopo il primo<br />

conflitto, la professoressa Graziella<br />

Aimone per prima accennò velatamente<br />

a questo periodo in un ormai<br />

raro fascicoletto stampato nel 1968<br />

a cura dell'amministrazione comunale<br />

di Gardone V.T. in occasione<br />

del cinquantenario della Vittoria.<br />

Alcuni anni dopo, nel 1980, sul<br />

numero due di "Studi Bresciani", il<br />

professore Gianfranco Porta, commentando<br />

alcune lettere di Filippo<br />

Turati, inquadrò l'argomento senza<br />

poterlo approfondire data la totale<br />

mancanza di documenti ufficiali.<br />

Egli si rifece molto intelligentemente<br />

alla stampa dell'epoca che però<br />

risultò essere poco attendibile cau-<br />

sa la censura che mutilando molte<br />

sue parti rese più difficoltosa l'interpretazione.<br />

Si accontentò quindi di<br />

alcune testimonianze orali rilasciategli<br />

dai parenti e dagli amici degli<br />

stessi protagonisti.<br />

Ora è possibile effettuare uno<br />

studio più approfondito grazie al<br />

mio assiduo e costante interessamento<br />

che ha fatto scoprire importantissimi<br />

documenti inediti ed unici.<br />

La famiglia di uno dei nostri personaggi,<br />

che per il momento non<br />

desidera essere nominata, li aveva<br />

conservati con molta cura. Mi permetto,<br />

pur rispettando l'anonimato,<br />

di inviarle il più profondo e riconoscente<br />

grazie, mio personale e di<br />

tutta la Valle.<br />

Il carteggio risulta composto di<br />

seicentosettantadue unità tra cartoline,<br />

lettere, cartoline postali, telegrammi,<br />

biglietti da visita e dispacci<br />

vari; una vera miniera di certificati<br />

più che sufficienti ad effettuare<br />

studi di varia natura: storica, sociale,<br />

politica, economica, statistica-e<br />

religiosa.<br />

Nella primavera del 1914 in diverse<br />

regioni e provincie d'Italia vi furono<br />

le elezioni amministrative.<br />

A Gardone, cittadina armiera per<br />

eccellenza, risultò avere la maggioranza<br />

il partito socialista e si ebbe<br />

così la prima giunta di sinistra della<br />

provincia di Brescia.<br />

Queste persone, che per prime<br />

dettero vita ad una politica sociale,<br />

più equa, almeno a livello ideologico,<br />

erano anche nettamente contrarie<br />

alla guerra ed in questo senso<br />

svolsero un'attiva propaganda antimilitarista<br />

e non interventista.


La prima guerra mondiale scoppiò<br />

in quel fatale agosto del 1914:<br />

costò all'Italia un milione ed ottocentomila<br />

vittime ed un milione e<br />

duecentomila feriti di cui trecentocinquantamila<br />

rimasero mutilati ed<br />

invalidi per tutta la vita.<br />

Alla fine si aggiunse la terribile<br />

epidemia della "Spagnola" che da<br />

sola causò novecentomila decessi.<br />

L'Italia entrò nel vortice internazionale<br />

un po' dopo.<br />

Il 20 maggio 1915 la Camera dei<br />

Deputati aveva approvato a larghissima<br />

maggioranza un decreto reale<br />

che dava al Governo "poteri straordinari<br />

in caso di guerra" e furono<br />

proprio questi "poteri straordinari"<br />

a far succedere i fatti di cui ci occupiamo.<br />

Il 23 maggio fu decisa la mobilitazione<br />

generale e nello storico 24<br />

maggio "l'esercito marciava".<br />

Inizialmente tutti coloro che chia-<br />

Angelo Franzini detto "Bocela"<br />

Sindaco di Gardone V.T.<br />

ramente manifestarono la loro ideologia<br />

di pace e di non conflittualità<br />

furono semplicemente tenuti sotto<br />

controllo, mentre in seguito vennero<br />

presi gravi provvedimenti.<br />

1119 luglio 1915 fra le quattro e le<br />

sette del mattino avvenne "il fatto".<br />

A Gardone furono arrestati il Sindaco,<br />

il vicesegretario comunale,<br />

alcuni assessori ed alcuni consiglieri<br />

comunali.<br />

Nei giorni successivi vennero via<br />

via arrestati anche tutti i responsabili<br />

delle sezioni socialiste di Gardone,<br />

Ponte Zanano, Villa, Cogozzo<br />

e Brescia.<br />

Un analogo provvedimento fu<br />

preso un po' ovunque su quasi tutto<br />

il territorio nazionale.<br />

Questi "nemici", dopo essere<br />

stati tenuti in cella di isolamento<br />

nelle carceri di Brescia per ben otto<br />

giorni, vennero trasportati, con una<br />

tradotta militare via Parma, a Firenze<br />

dove albergarono nella scuola<br />

Luigi Alamanni in attesa di essere<br />

destinati ai vari luoghi di domicilio<br />

coatto.<br />

Il tutto fece molto scalpore dato<br />

che gli arrestati erano brave persone,<br />

molto conosciute, stimate e<br />

benvolute.<br />

Non furono mai né processati né<br />

condannati: le loro colpe furono<br />

unicamente quelle di professarsi<br />

socialisti antinterventisti, cosa che<br />

in quel preciso momento era come<br />

dichiararsi nemici della patria.<br />

Una seconda ondata di arresti fu<br />

motivata da altre cause; per alcuni<br />

fu perché leggevano e diffondevano<br />

il giornale "L'Avanti", per altri perché<br />

la pensavano "a modo loro" e<br />

per altri ancora perché non aveva-<br />

Andrea Zambonardi detto "Nicotera"<br />

Assessore e consigliere comunale di Gardone<br />

no aderito all'acquistò dei cedolini<br />

del prestito nazionale.<br />

A tutti toccò la stessa sorte; vennero<br />

inviati un po' in tutta Italia e<br />

sempre singolarmente.<br />

Fu un periodo alquanto duro: soli,<br />

lontani dalla famiglia e tra gente<br />

"quasi straniera" che li considerava<br />

come dei carcerati.<br />

Tutta la questione fu naturalmente<br />

portata in Parlamento.<br />

Fra coloro che ebbero il peso e<br />

l'autorità di farsi sentire in campo<br />

nazionale vi furono gli onorevoli<br />

Claudio Treves e Filippo Turati i<br />

quali svolsero una intensa attività<br />

parlamentare in favore degli internati.<br />

Il compito più delicato spettò al<br />

deputato socialista Oddino Morgari<br />

il quale fece più volte il giro d'Italia<br />

per poter raggiungere i vari luoghi<br />

di domicilio coatto dei prigionieri e<br />

poter così conferire con loro.<br />

Significativa è una sua lettera<br />

con l'intestazione della Camera dei<br />

Deputati, datata Roma 25 ottobre<br />

1915, diretta a Simone Beltrami, internato<br />

a Viareggio:<br />

"Caro Beltrami, Posdomani, 27,<br />

ira due treni / ma non so ancora quali<br />

/ sarò in Viareggio per parlarti. Sai<br />

che ho incarico di un'inchiesta sugli<br />

internati diparte nostra. Però ignoro<br />

il tuo indirizzo e non mi gusta cercarlo<br />

presso il locale ufficio di P.S., che<br />

può anche rifiutarmi la informazione.<br />

Pregoti dunque di scrivermi l'indirizzo<br />

medesimo in una lettera al<br />

mio nome fermo in posta, Viareggio.<br />

Arrivando, ne farò domanda, cordiali<br />

saluti dal tuo O. Morgari".<br />

Tommaso Beretta, Francesco<br />

Cuzzetti ed Èrcole Pareli, tre noti<br />

professionisti bresciani, con gratuite<br />

ed appassionate difese, cercarono<br />

di risolvere il penoso problema.<br />

L'avvocato Beretta mise addirittura<br />

in movimento tutto il mondo politico<br />

parlamentare di Brescia, coin-<br />

Marco Beretta<br />

Segretario comunale di Gardone V.T.


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19 luglio, fu internato ad Orvieto e<br />

successivamente andò con il gruppo<br />

di Torino. Morì a Spirano nel<br />

1975.<br />

Giovanni Nenna, nato a Trani nel<br />

1896 da Antonio e da Annunciata<br />

Mucciaccia, venne a Brescia dove il<br />

padre gestiva una trattoria. Fu arrestato<br />

il 19 luglio ed internato a Livorno.<br />

Successivamente andò con il<br />

gruppo di Milano; chiamato alle armi,<br />

morì in combattimento il 10 settembre<br />

1916 a soli vent'anni.<br />

A Villa Cogozzo ce ne furono tre.<br />

Paolo Bertoletti nato a Leno nel<br />

1883 da Giovanni e da Carolina<br />

Toetti. Trasferitosi a Villa vi lavorò<br />

come muratore. Fu arrestato il 19 luglio<br />

ed internato a Montepulciano;<br />

successivanjente andò con il gruppo<br />

di Milano. Morì a Leno nel 1962.<br />

Giuseppe Prati, nato a Nave nel<br />

1891 da Pietro e da Santa Bettelli.<br />

Trasferitosi a Cogozzo, lavorò come<br />

operaio presso la ditta Mylius. Fu<br />

arrestato il 19 luglio ed internato a<br />

CastiglioFi Fiorentino e successivamente<br />

andò con il gruppo di Torino.<br />

Morì a Nichelino nel 1972.<br />

drillo Mensi<br />

Giuseppe Buffali detto "Tutina"<br />

Vi fu un terzo socialista che<br />

avrebbe dovuto essere arrestato:<br />

Cirillo Mensi, nato a Villa nel 1885<br />

da Antonio e da Angela Bagozzi. Gli<br />

venne risparmiata la sorte dei compagni<br />

perché molto ammalato. Morì<br />

infatti il 21 agosto del 1915. Il Mensi,<br />

con Giuseppe Buffoli, soprannominato<br />

"Tutina", fu uno dei primi socialisti<br />

di Villa. Si prodigò per l'apertura<br />

dell'asilo, della scuola, della<br />

cooperativa, del circolo socialista e<br />

della cassa di mutuo soccorso. Fu il<br />

Buffoli, alla fine del conflitto mondiale,<br />

a formare a Villa con Domenico<br />

Boroni, chiamato Pitela, ed Irò<br />

Gherardi, la seconda giunta socialista<br />

della valle con sindaco Angelo<br />

Massari.<br />

A Ponte Zanano arrestarono Lorenzo<br />

Belleri, meglio conosciuto<br />

come il "Lorenz de la Bionda", nato<br />

a Gardone nel 1891 da Giuseppe e<br />

Domenico Boroni detto "Pitela"<br />

da Lucia Borsi. Arrestato il 19 luglio<br />

prima fu internato a Montecatini e<br />

poi andò con il gruppo di Milano,<br />

successivamente fu chiamato alle<br />

armi nel 1916 ed inviato al fronte.<br />

Irò Gherardi<br />

.1<br />

Morì a Brescia nel 1956. Dedicò tutta<br />

la vita prima alla realizzazione<br />

dell'asilo di Ponte Zanano e poi al<br />

suo funzionamento. Uomo buono e<br />

generoso fu tormentato dai fascisti.<br />

Affermava con sicurezza di conoscere<br />

tutti i più impensati nascondigli<br />

della valle di Polaveno e<br />

meglio ancora tutti i tetti di Ponte<br />

Zanano. Sposò Domenica Stella<br />

Guerini ed ebbe tre figli: Spartaco,<br />

che morì a Mauthausen in campo di<br />

concentramento nel 1945, Amilcare<br />

e Benvenuto. Belleri, saputo dalla<br />

stampa della morte di Cirillo Mensi,<br />

spedì la seguente cartolina postale.<br />

Da notare che in quel periodo si<br />

preferivano usare le cartoline postali<br />

al posto delle lettere perché,<br />

Lorenzo Belleri<br />

detto "Lorenz de la Bionda"<br />

vigendo la censura, non erano soggette<br />

a verifiche e giungevano a de-


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CABTOLIXA POSTALE<br />

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stinazione regolarmente mentre le<br />

lettere subivano i controlli e la maggior<br />

parte non giungeva a destinazione<br />

e se avveniva erano completamente<br />

mutilate ed illeggibili.<br />

"Al Spett.le Circolo Solidarietà -<br />

Villa Cogozzo (Prov. Broscia) -Bagni<br />

di Montecatini 24/8/915 - Carissimi<br />

compagni, solamente oggi con profondo<br />

dolore seppi a mezzo del-<br />

I'Avanti la morte del carissimo compagno<br />

drillo Mensi. Con profondo<br />

dolore ricevete e fate le mie cordonlianze<br />

alla famiglia per la grave perdita<br />

di un si buono compagno e<br />

padre. Saluti cordiali nostro Belleri<br />

Lorenzo - internato politico -".<br />

Il maggior numero di arrestati si<br />

ebbe a Gardone Valtrompia.<br />

L'allora .primo cittadino Angelo<br />

Gasparre Siro Franzini soprannominato<br />

"Bocela", fu forse il primo ad<br />

essere prelevato dalla sua abitazione.<br />

Simone Beltrami<br />

Vice segretario comunale a Gardone V.T.<br />

Nato a Gardone V.T. nel 1870 da Lorenzo<br />

e da Maria Pacchetti era rimasto<br />

orfano di padre a nove anni e<br />

pur non avendo terminato la terza<br />

elementare incominciò a lavorare<br />

per guadagnarsi da vivere dato che<br />

vi era la miseria più nera.<br />

Si avvicinò giovanissimo al partito<br />

socialista e ne fu per circa cinquant'anni<br />

un protagonista.<br />

Venne preso ili 9 luglio ed inviato<br />

lontano, ad Ortueri, in Sardegna,<br />

volutamente punito con più rigore.<br />

Ottenuto il permesso di avvicinarsi,<br />

si stabilì con tutta la famiglia,<br />

per tutta la durata della guerra, a<br />

Germanedo di Lecco dove la raccomandazione<br />

di un suo cognato gli<br />

aveva fatto trovare lavoro presso<br />

l'officina meccanica "Bianchi & Cameroni"<br />

di Lecco.<br />

Morì a Gardone, nel 1938, dove<br />

era ritornato ormai in pensione.<br />

Significative testimonianze del<br />

suo esilio sono cinque cartoline postali,<br />

due spedite da Ortueri, due da<br />

Lecco ed una da Gardone, indirizzate<br />

a Simone Beltrami, anch'egli<br />

esiliato, e particolarmente toccanti<br />

sono le parole con le quali si rivolge<br />

all'amico.<br />

"Ortueri (Prov, Cagliari) 25-8-915.<br />

Carissimo Simone. In seguito a corrispondenze<br />

del Leali e di Bertoli, ho<br />

potuto avere tuo preciso indirizzo,<br />

onde con mia compiacenza rivolgerti<br />

le presenti brevi righe, ed assicurarti<br />

che per quanto sia stato esiliato<br />

con maggior rigore lontano, mi trovo<br />

egualmente sano di spirito e di corpo!?.<br />

E tanto meglio da ieri che ho<br />

avuto notizie dal buon Piloni che le<br />

pratiche sono avviate al Ministero e<br />

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"Germanedo (sopra Lecco)<br />

13-6-918<br />

Carissimo Simone. A mezzo di<br />

mia moglie apprendo la ferale notizia<br />

del gravissimo lutto che colpisce<br />

te ed i tuoi diletti figli. Purtroppo caro<br />

Simone non ho parole che valgano<br />

ad esprimerti il mio intimo cordoglio,<br />

e per leni re il grande dolore che<br />

ti colpisce!..<br />

È l'unico caso in cui la rassegnazione<br />

sia doverosa e consigliabile,<br />

non fosse altro per l'affetto e cure<br />

amorose di cui i cari bimbi hanno<br />

maggior bisogno in mancanza di<br />

quello perduto!.. Coraggio quindi<br />

caro Simone è l'unica parola di fede<br />

e di conforto che sinceramente ti<br />

possa inviare un fedele amico che<br />

divide la già troppo dura sorte...<br />

Nel tuo grande cordoglio ti sia<br />

conforto l'affettuoso saluto dell'indimenticabile<br />

amico ANGELO".<br />

Simone Angelico Beltrami, destinatario<br />

di queste cartoline, era il vice<br />

segretario comunale del Comune<br />

di Gardone.<br />

Per la sua alta e robusta mole era<br />

chiamato "Simonu". Nato a Gardone<br />

nel 1877 da Girolamo e da Gattinà<br />

Beretta, fu anche decorato al<br />

valore civile per avere salvato un<br />

operaio che si era impigliato in una<br />

turbina.<br />

Come i suoi compagni fu prelevato<br />

il 19 luglio ed internato prima a<br />

Viareggio e poi a Lovere dove trovò<br />

lavoro, grazie alla raccomandazione<br />

dell'amico architetto Egidio<br />

Dabbeni, presso la ditta "Franchi e<br />

Gregorini".<br />

Rimasto nel frattempo vedovo<br />

con cinque figli, si stabilì definitiva-<br />

mente con tutta la famiglia a Castro<br />

di Lovere; tornò a Gardone solamente<br />

molto più tardi dove, ospite<br />

della figlia Dina, ormai gravemente<br />

ammalato morì nel 1952.<br />

La gravita della situazione patita<br />

dal Beltrami la si può rilevare da uno<br />

scritto inviato all'amico Marco Beretta,<br />

segretario comunale di Gardone.<br />

Lovere 26 marzo 1916<br />

Carissimo Marco, il cognato Giulio,<br />

in occasione della sua venuta, mi<br />

aveva riferito che da tempo le notabilità<br />

di Gardone avevano sotto<br />

scritto una petizione diretta alle<br />

competenti autorità, affinchè mi ridonassero<br />

alla mia famiglia. Sono<br />

stato male informato, perché mi<br />

giunge solo ora la minuta di detta<br />

petizione. Del resto meglio cosi, una<br />

disillusione di meno patita, fra le tante<br />

che ho trangugiate amaramente.<br />

La commedia cosi ha avuto un atto<br />

dimeno, non per questo cessa di essere<br />

meno interessante.<br />

I personaggi sono investiti della<br />

loro parte: chi si affanna a voler<br />

essere degli uomini necessari, chi<br />

vendicativi per cattivo animo, chi<br />

menzogneri per partito preso, chi<br />

nazionalisti colla pelle degli altri, chi<br />

Scarpia di losca ricordanza, e cosi<br />

via per tutti i gusti. E la legge della ragione<br />

sempre si calpesta.<br />

Mi hai fatto pervenire due lettere<br />

ufficiali di pertinenza di S.E. l'on. Da<br />

Como, nelle quali rilevasi di essersi<br />

interessato del mio caso, e suo malgrado,<br />

dopo tanto tempo, non ha<br />

raggiunto lo scopo. E si che non ho<br />

rubato, né fatto la spia, e nemmeno<br />

ho parlato male di Garibaldi!<br />

Perché dunque devono occorrere<br />

dei lunghi mesi per ponderare sul da<br />

farsi? Te la dirò io, caro Marco, la ragione<br />

dell'arbitrio che oggi trionfa<br />

calpestando la legge: è la politica<br />

del giorno che grida il crucifige ad<br />

ogni socialista, vuoi estirpare la mala<br />

pianta a tutti i costi, ma anche i<br />

ciechi lo sanno che è una politica balorda<br />

questa!<br />

Si era agito anche contro diversi<br />

preti, e nella mia peregrinazione ne<br />

ho conosciuti parecchi, ma verso di<br />

essi si è trovato il modo di dimostrare<br />

l'insussistenza dell'accusa e di<br />

salvarli dall'ignominiosa imputazione<br />

di spie e furono senz'altro mandati<br />

in zona delle operazioni, nelle<br />

loro residenze.<br />

Quanto può fare l'ingerenza partigiana!<br />

Stomacato da questa ridicola<br />

commedia, rinuncio a qualsiasi altra<br />

pratica da farsi, in attesa che spuntili<br />

di in cui il buon senso faccia capolino<br />

fra gli uomini. A che prò indirizzare<br />

delle suppliche a certa gente che<br />

non ha cuore, gaudente degli affanni<br />

altrui?<br />

Caro Marco, volevo dirti tante altre<br />

cose, ma smetto, per la tema di<br />

tediarti, voglio solo ripeterti il vecchio<br />

adagio: "II tempo è galantuomo".<br />

Non te ne avrai a male della mia<br />

sfuriata, è uno sfogo dell'intimo dell'amarezza<br />

mia, ma che è I ungi in me<br />

ogni idea di portarti offesa. Cordialmente<br />

ti saluto.<br />

Tuo aff. Simone Beltrami".<br />

A dimostrare il clima che si era<br />

creato in paese vi è una lettera che il<br />

cognato Giuseppe Fausti inviò al<br />

Beltrami in esilio.<br />

"Cognato carissimo<br />

STOZZO 24-3-916<br />

Ti lamenterai del mio silenzio, e<br />

con giusta ragione, ma mi devi perdonare.<br />

Sono diventato mezzo selvaggio,<br />

e potrei dire, che lo sono del<br />

tutto. Ti dico la verità che ho lavorato<br />

molto e in luoghi di molta disciplina,<br />

ma mai come in questo serraglio di<br />

bestie feroci. Guai se ti scappa la<br />

cacca 2 volte, perché sei sicuro che<br />

j


te la fanno pagare con il minimo di<br />

se/ ore d/ mu/fa, per /a pr/ma i/o/fa, e<br />

se uno è recidivo allora processo e<br />

se l'avvocato non è bravo è fucilato!<br />

Perdio che razza d'Italia grande che<br />

vogliono fare! se e/ ammazzano tutti<br />

è inutile ingrandirla.<br />

Il mio lavoro ora va discretamente,<br />

e a forza di difendere la mia squadra<br />

ora cne s/'amo // 60% ma c'è ne<br />

i/o/ufo de//a pazienza a farla capire a<br />

questi imbecilli. S/ guadagnava il<br />

60%ancheprima, ma ce lo rubavano<br />

i sig.i capi, galantuomini dell'arsenale;<br />

l'Arrigo capo primo. Ne avrei tante<br />

da dirti ma te le dirò a cocca, ap-<br />

pena la neve sarà sparita dalla croce<br />

di Pezzo/o, intendo venire anche se<br />

non mi danno il permesso.<br />

La tua salute la credo eccellente,<br />

e ne ho piacere assa/ e la mia è cosi<br />

cosi, i saluti di miei figli e baci e arnvederci<br />

presto, almeno spero.<br />

Tuo cognato Pi (Giuseppe Fausti).<br />

In paese la serie di arresti non fu<br />

malvista solamente dai diretti interessati<br />

e dalle loro famiglie, ma anche<br />

da parecchi cittadini pur di opinioni<br />

politiche diverse. A dimostrare<br />

tale solidarietà vi è una lettera invia-<br />

ta a Beltrami a Viareggio da un militante<br />

alquanto cattolico.<br />

"Egregio e Chiarissimo Signore,<br />

Signor Simone Beltrami.<br />

Divido — toto corde — il di Lei intenso<br />

dolore, e mi solleva l'animo la<br />

cara speranza che la gagliardia dell'animo<br />

suo pari alla grandezza del<br />

Bene compiuto e della vita intemerata<br />

saprà trarre tutto il coraggio necessario<br />

per affrontare con meno<br />

cordoglio l'acerba sorpresa toccatale.<br />

Benché suo avversario politico,<br />

ma amico del vero non dubito della<br />

di Lei innocenza e dei suoi buoni<br />

sentimenti Patriottici, dei quali ne ha<br />

dato secura prova; perciò presto la<br />

giustizia saprà ridonarlo puro ed altiero<br />

alla tranquillità della sua famiglia<br />

la quale vive nella certezza della<br />

sua buona sorte. Coraggio adunque<br />

in questa ansiosa attesa, come di<br />

coraggio ne è piena la sua dolce<br />

famiglia e congiunti.<br />

Meglio vale sventura con innocenza<br />

che diversamente, e le strade<br />

che ci aprono disgrazie, sogliono<br />

sempre avere brevi progressi, anzi<br />

vengono poi coronate da gioie più<br />

ineffabili e costanti. Così sarà di Lei.<br />

Tanto bene compiuto. Tanta cooperazione<br />

indefessa, e tanta carità versata<br />

senza distinzione di persone,<br />

non può liquidarsi per devolver di<br />

tempo, e presto, dalla giustizia ridonato<br />

puro ed intatto al suo Paese,<br />

troverà quelle gioie e quelle soddisfazioni<br />

care, che solo si trovano dopo<br />

la prova di dolorose evenienze.<br />

Per quanto ripeto, suo avversario<br />

politico aggradisca i miei sinceri<br />

sentimenti, e ringraziandola tanto<br />

de//a cortese illustrata inviatami, mi<br />

creda con osservanza.<br />

Devotissimo Egidio De Cursu<br />

Gardone V.T. fì 7-8-1915<br />

Fra i numerosi personaggi accomunati<br />

nella stessa sorte vi furono<br />

anche i fratelli Edoardo e Paolo Taricco.<br />

Nati a Torino, uno nel 1874 e<br />

l'altro nel 1886 da Michele e da Domenica<br />

Benedetto si trasferirono in<br />

seguito con la famiglia a Gardone.<br />

Paolo fu arrestato il 19 luglio ed inviato<br />

a Piedimonte d'Alife in provin-


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Edoardo Taricco<br />

Gardone nel 1869 da Angelo e da<br />

Ludovica Franzoni fu anche lui preso<br />

il 19 luglio ed inviato prima a Pisa<br />

e poi a Milano. Morì a Gardone nel<br />

1928. Anche lui scrisse spesso a Simone<br />

Beltrajni e fra la sua corrispondenza<br />

leggiamo:<br />

"P/sa 13-9-1915<br />

Caro S/Vnone,<br />

Colla presente ti notifico che frovanc/os/presso<br />

di me le mie figlie, e<br />

che s/ fermeranno fino a giovedì se<br />

desideri qualche cosa, vieni, oppure<br />

fammilo sapere, lo mi trovo di otti-<br />

Paolo Taricco<br />

ma salute ebbi notizie buone del<br />

Sindaco, e del Pilotti, e come spero<br />

pure di te, non so niente del Combini,<br />

il Leali mi ha scritto che sfa bene.<br />

Cordiali saluti il compagno Franzini<br />

Giovanni — Ti fo noto che io ho già<br />

inoltrata la dichiarazione presso //<br />

s/g. Prefetto di Brescia, e se saprò<br />

qualche cosa ti avvertirò. Coraggio,<br />

Ciao"<br />

II Combini nominato da Franzini è<br />

Carlo Combini, nato a Gardone nel<br />

1889 da Andrea e da Elisa Pilotti.<br />

Anche lui arrestato il 19 luglio, fu internato<br />

a Grosseto. Passò in seguito<br />

a Milano e poi a Greco Milanese.<br />

Avviò un piccolo commercio e lì<br />

morì nel 1975 senza mai più tornare<br />

a Gardone, cosa che non avrebbe<br />

mai ritenuta possibile.<br />

Giovanni Maria Franzini detto "Frio"<br />

"Greco Milanese 19 die. 1915"<br />

Caro Simone,<br />

O' una buona notizia da darti. Oggi<br />

abbiamo parlato con Turati per sapere<br />

qualche cosa di certo riguardo<br />

alle promesse di Sa/andrà, e ci ha<br />

detto che presto saremo liberi, non<br />

ci ha detto il giorno preciso, ma ci ha<br />

promesso che forse anche prima<br />

delle feste di Natale. Potremo far ritorno<br />

alle nostre case. Mi sono subi-<br />

CARTOLINA POSTALE<br />

(CARTE BOTTALE D'ITALI;


Ferdinando Damiani<br />

to ricordato di te, e mi son preso l'ardire<br />

di scriverti, dico ardire perché<br />

dopo che ho lasciato passare tanto<br />

tempo senza darti mie notizie da Milano<br />

ora non sapevo come rompere<br />

il ghiaccio. Jo sono a Milano con Pilotti,<br />

col C/ne/// e Belleri. Noi quattro<br />

lavoriamo insieme, ed io prendo 50<br />

cent. l'ora, faccio 10 ore e anche di<br />

più. Anzi proprio di questi giorni, siccome<br />

cominciavo a perdere le speranze<br />

di andare a casa, ho fatto venire<br />

la móglie, e ho messo casa qui.<br />

Però appena sarò libero ho intenzione<br />

di andare subito ancora a Gardone.<br />

Qui con noi c'è anche il Nenna<br />

e fra 2 o tre giorni dovrà andare<br />

soldato, lo hanno messo in fanteria e<br />

10 mandano a Genova.<br />

Mi ha scritto il Leali che si trova in<br />

prima linea, fra il fuoco ed il ghiaccio,<br />

ma che però è di perfetta salute.<br />

11 Taricco è a Sesto San Giovanni e ci<br />

sta volentieri. I compagni di Brescia<br />

si trovano a Torino e guadagnano<br />

circa otto lire al giorno.<br />

Domenica scorsa il Piloni è andato<br />

a trovare il Sindaco e dice che sta<br />

bene, lo sto bene, come spero sarà<br />

di te, e ti dico di farti coraggio che<br />

presto le nostre tribulazioni avranno<br />

fine, e poi potremo tornare al nostro<br />

Gardone baldanzosi e fieri di aver<br />

sofferto, ingiustamente per causa di<br />

nemici occulti, ma colla coscienza e<br />

colla piena sicurezza di aver fatto<br />

sempre e ovunque il nostro dovere<br />

di buon cittadino. Che festa e che<br />

gioia quel giorno che ci potremo abbracciare<br />

tutti, come quella sera a<br />

Viareggio, Ti ricordi, io non mi scorderò<br />

mai, ma senza però dover provare<br />

subito dopo lo sconforto di<br />

vederci nuovamente divisi. Colgo<br />

l'occasione per salutarti fraternamente<br />

anche a nome di C/ne///, Pilotti,<br />

Belleri e Nenna e mia moglie, e<br />

per ringraziarti di cuore di quanto hai<br />

fatto per me a Viareggio. Sperando<br />

vederti presto nuovamente saluti e<br />

coraggio Tuo Compagno di Sventura<br />

Combini Carlo.<br />

Scusami se ti ho dato del tu, ma<br />

ora in queste condizioni ero piacere<br />

coi compagni di sventura parlare<br />

fraternamente. Quando saremo a<br />

Gardone cambierò. Arnvederci ciao.<br />

Cordiali saluti C/ne/// Abele Luigi<br />

arnvederci presto Ciao. Mio indirizzo<br />

Via Libertà 51 Greco Milanese.<br />

Buone Feste. Arnvederci.<br />

Carlo Combini<br />

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Leali Battista (Paolo)<br />

Anche Paolo Battista Leali si tenne<br />

in corrispondenza con Beltrami.<br />

Era nato a Carcina nel 1889 da Giovanni<br />

e da Angela Abbiatico e si era<br />

trasferito a Gardone in qualità di<br />

operaio limatore presso il regio arsenale.<br />

Arrestato il 19 luglio fu inviato<br />

a Colle Val D'Elsa.<br />

Con il passare dei mesi gli venne<br />

a scadere l'esonero militare di cui<br />

godeva quale dipendente del regio<br />

arsenale e fu mandato al fronte.<br />

Morì a Gardone nel 1964.<br />

"Colle Val D'Elsa lì 10-8-1915<br />

Compagno - Finalmente iersera<br />

ho ricevuto notizie da Gardone e<br />

cosi ho potuto avere il suo indirizzo<br />

e quello del sindaco e del Frio.<br />

lo qui non ho ancora trovato lavoro;<br />

spero però di avere una risposta<br />

oggi esauditiva. Qui mi trovo solo; il<br />

Bertoletti di Cogozzo è stato mandato<br />

a Montepulciano. Questo è un<br />

paese bello, e ci sono molti compagni;<br />

è un paese sviluppato; anche<br />

qui hanno tentato di aggredire nella<br />

schiena; però sono molto avveduti e<br />

stanno in guardia.<br />

Qui sono stati al comune per 18<br />

anni; ora è da un anno che hanno<br />

perduto in causa del voto di cretini. Il<br />

Cantamessa di Gardone ha fatto una<br />

grossa mancanza, Cioè ha fatto baracca<br />

per ben 7 giorni, ed è stato<br />

mandato al fronte.<br />

Saluti LP. - Mio indirizzo Colle<br />

Val D'Elsa - locanda Venezia - Prov.<br />

Siena - Leali Paolo<br />

Franzini Angelo presso Signor<br />

Camedda Ortueri - Cagliari - Saluti<br />

ed Auguri - Favorisca sue notizie<br />

Leali Paolo".<br />

"Gamia Ti 1-11-1915<br />

Caro compagno - Impossibilitato<br />

da eventi avversi non ho potuto prima<br />

d'ora scrivere. Ora mi trovo qui.<br />

Spero sempre in bene, e credo<br />

fermamente di superare gli eventi<br />

ed i cimenti. Spero che a tutti vada<br />

bene, e cosi mi auguro che per il bene<br />

dell'umanità tutto finisca presto.<br />

Saluti e auguri Leali B.P."<br />

Molti altri subirono analoghe tribolazioni.<br />

Giovanni Ceriani, originario di<br />

Volterra, era giunto a Ponte Zanano<br />

come esperto di macchine tessili<br />

nella ditta Coduri. Fu arrestato col<br />

secondo gruppo e andò a Milano.<br />

Dopo la fine della guerra ritornò a<br />

Volterra senza più rivenire a Gardone.<br />

Abele Luigi Cinelli, nato aZanano<br />

di Sarezzo nel 1895 da Domenico e<br />

da Giacomina Cassina, fu arrestato<br />

il 19 luglio ed internato a Portoferraio,<br />

andò in seguito a Milano.<br />

Morì a Sarezzo nel 1955.<br />

Saverio Consoli, nato a Gardone<br />

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,-;y Compagnia omagna |."' Squadrone<br />

-V ,5&&;^;Lì:^,


Demetrio Contrini<br />

nel 1890 fu arrestato con il secondo<br />

turno. Andò a Milano e poi a Lovere<br />

dove, nel dopoguerra, fu per breve<br />

tempo sindaco. Morì a Lumezzane.<br />

Demetrio Contrini, nato a Gardone<br />

nel 1895 da Luigi e da Maria<br />

Franzini, fu arrestato con il secondo<br />

gruppo e andò a Milano. In seguito<br />

fu chiamato alle armi e dopo la<br />

guerra Si impiegò presso la ditta<br />

Breda di Brescia dove in poco tempo<br />

divenne un tecnico stimato. Morì<br />

a Brescia nel 1971.<br />

Ferdinando Damiani nacque a<br />

Gardone nel 1891 e vi morì nel 1941.<br />

Fu internato con il secondo gruppo<br />

e andò a Milano dove lavorò presso<br />

la Società Ossigeno.<br />

Dopo la guerra venne assunto<br />

dalla ditta Beretta come lucidatore<br />

di legni.<br />

Fabrizio Filetti, nato a Castiglione<br />

delle Stiviere nel 1872 da Elia e da<br />

Pierina Biancardi, fu arrestato il 19<br />

luglio ed internato a Bibbiena, in se-<br />

guito andò a Milano. Morì a Gardone<br />

nel 1931.<br />

Parole toccanti e piene di amarezza<br />

sono quelle che scrive a Simone<br />

Beltrami, AndreaZambonardi<br />

soprannominato Nicotera. Nato a<br />

Gardone nel 1875 da Giuseppe e da<br />

Annamaria Piccinardi vi morì nel<br />

1924. Non fu arrestato perché ammalato<br />

e così tenne i contatti con<br />

tutti i compagni. Sposò Maria Rinaldini<br />

e dal loro matrimonio nacque<br />

un unico figlio, Giuseppe (1902-<br />

1968). Questi, durante la seconda<br />

guerra mondiale, salvò i libri della<br />

Biblioteca Comunale di Gardone<br />

nascondendoli in un magazzino del<br />

"Banco nazionale di prova" dóve<br />

lavorava quale funzionario.<br />

"Gardone V.T. 20-12-1915<br />

Caro Simone - colgo l'occasione<br />

per mandarti i miei più caldi saluti,<br />

spiacente non poter fare una scappata<br />

a salutare l'amico carissimo,<br />

ma siccome sono a casa ammalato<br />

d'influenza con una febbricciattola<br />

maledetta, ma che però scompare,<br />

temerei d'aggravarmi, molto più che<br />

oggi qui a Gardone ce ne sono molti<br />

ammalati e temo con questo t'assicuro<br />

però verrò a Lovere, dove dovevi<br />

andare molto ma molto prima e<br />

non ascoltare le lusinghe e le promesse<br />

di certuni che purtroppo temo<br />

ti diano ad intendere che fanno<br />

qui che fanno fi, se sapesti invece<br />

che famosi volponi sono ma tu non<br />

puoi capirlo perché sei troppo buono<br />

e come mi scrivesti vedevi gli uomini<br />

più buoni, invece caro mio aveva<br />

ragione il Giornale il Cittadino il<br />

quale diceva che facevano come i


coccodrilli che piangono dopo aver<br />

mangiato i loro nati. Se vedevi come<br />

erano contenti certi figuri dopo il vostro<br />

internamento, a certuni però<br />

rincrebbe ch'io fossi ammalato e<br />

così fossi lasciato a casa, figurati<br />

che il Maresciallo venne una volta allo<br />

stabilimento, e non c'ero poiché<br />

ero a casa, e due volte a casa, una<br />

volta mi trovò a letto, la seconda vedendomi<br />

realmente ammalato mi lasciò<br />

in pace, ma avrei preferito la<br />

sorte dei miei compagni poiché le<br />

colpe erano le stesse, e due giorni<br />

dopo glielo dissi in Municipio al<br />

Maresciallo.<br />

Purtroppo eravamo circondati da<br />

una fitta rete di spie, molti che vedevamo<br />

amici, se non di fede, erano<br />

dei giuda poiphé inventavano persinò<br />

cose non vere, ed hanno approfittato<br />

del momento per vibrarci il famoso<br />

colpo. Ora però incomincia la<br />

metamorfosi e si incomincia a compassionare<br />

gli internati, a dire che<br />

non è vero niente di quello che si<br />

diceva, (Vi sono però di quelli che<br />

dicono che ve ne sarebbero stati de-<br />

Achille Arnaboldi<br />

gli altri da internare) fanno auguri<br />

perché presto ritornino, capisci i vigliacchi<br />

e si è persine saputo che vi<br />

erano individui che ancor molto<br />

tempo prima sapevano del provvedimento,<br />

io che non dubitavo di nulla,<br />

ti dico la verità che quel giorno fu<br />

come un fulmine a del sereno.<br />

La conclusione è questa, di metterci<br />

d'animo tranquillo, noi sappiamo<br />

d'aver agito sempre bene come<br />

cittadini e come italiani, quindi abbiamo<br />

la coscienza tranquilla, e vedrai<br />

che un giorno lo riconosceranno,<br />

la verità come diceva Zola se fa<br />

anche male verrà a galla, e tutto il<br />

proletariato di Gardone non attende<br />

che quel giorno, per esternarci la<br />

sua fiducia, procura dunque di rimanere<br />

calmo pensando che la più bella<br />

soddisfazione è quella di avere<br />

agito bene e che domani, dovranno<br />

esser i nemici nostri che svoltano lo<br />

sguardo per non arrossire. Dunque<br />

sempre allegro e presto arnvederci<br />

alla nuova dimora.<br />

Cordiali saluti Andrea.<br />

Non essere così ingenuo di credere<br />

alle promesse e alle moine dei<br />

volponi che più sopra ti dissi, ti dico<br />

io che ho potuto conoscerli bene, ne<br />

parleremo, ciao"<br />

Ho lasciato per ultimi i fratelli Arnaboldi<br />

nati a Gardone da Vittorio e<br />

da Cecilia Cominazzi.<br />

Il più giovane, Enrico, del 1901,<br />

andò a Roma; il più vecchio, Achille,<br />

del 1886, si trasferì a Brescia dove '<br />

gestì una compagnia di assicurazioni<br />

e Guglielmo, del 1889, che fu<br />

arrestato con il secondo gruppo.<br />

Mandato a Milano fu poi chiamato<br />

alle armi. Alla fine della guerra


Gugliemo Arnaboldi<br />

seguì a Roma il fratello e lì morì nel<br />

1974. Nella capitale si impiegò<br />

presso la ditta Breda divenendo, in<br />

breve tempo, un tecnico apprezzato.<br />

A Roma rjschiò anche di essere<br />

uno dei fucilati delle fosse Ardeatine.<br />

Guglielmo, che con il fratello<br />

Achille è sepolto a Gardone V.T., in<br />

un momento di nostalgia aveva<br />

scritto una bellissima poesia dedicata<br />

alla sua Valle ed il ritornello è<br />

riportato ~ sulla lapide della sua<br />

tomba:<br />

"Vorrei tornar<br />

Su quei sentieri<br />

Carico d'anni e<br />

Di nostalgia, nella<br />

Pace sognar e<br />

Riveder i sacri<br />

Lochi della<br />

Infanzia mia"<br />

G.G. Arnaboldi<br />

Dopo la prima guerra, coloro che<br />

non avevano pagato prima la loro<br />

ideologia, dovettero lottare contro il<br />

fascismo che dilagava e così molti,<br />

sull'esempio degli Arnaboldi, per<br />

sfuggire alle aggressioni delle<br />

squadre dei picchiatori, se ne andarono<br />

da Gardone. Fra i tanti che<br />

lasciarono frettolosamente la Valle<br />

Trompia vi furono anche i fratelli<br />

Giuseppe e Giovanni Cristini.<br />

Alcuni non fecero più ritorno ed è<br />

per questa ragione che di tanti personaggi<br />

si sono perse le tracce.<br />

Questi umanitari socialisti avevano<br />

fatto del socialismo una religione<br />

di vita tanto da concepire anche<br />

un "Gesù socialista". La loro<br />

ideologia era sintetizzata molto bene<br />

nel motto: "PER LA LIBERA SPE-<br />

RANZA - DI UNA SERENA PACE -<br />

PER UN AMORE FELICE".<br />

Fedeli alle loro convinzioni, coinvolsero<br />

nella lotta anche le famiglie<br />

e per dimostrare a tutti le proprie<br />

idee, arrivarono a dare ai figli i nomi<br />

IL GESÙ SOCIALISTA<br />

LA NATURA HA STABILITO LA COMUNANZA<br />

DEI BENI<br />

L'USURPAZIONE HA PRODOTTO LA<br />

PROPRIETÀ PRIVATA<br />

più rappresentativi. Edoardo Taricco,<br />

rifacendosi al motto chiamò Libera<br />

e Serena le sue due femmine e<br />

Amore il maschio.<br />

Unico forse nella storia è il caso<br />

di Lattanzio Daffini, chiamato Tancio,<br />

di professione batterista<br />

armaiolo, che aveva dato il nome di<br />

Libero al suo primogenito, Libera<br />

alla figlia ed ancora Libero all'ultimo<br />

nato, pur contro la volontà sia dell'ufficio<br />

dell'anagrafe, sia della<br />

canonica di Inzino.<br />

Singolare è anche il caso del sindaco<br />

Angelo Franzini che, sposato<br />

con Maria Angela Girelli e avuti ben<br />

otto figli, ne chiamò una Oddina, (da<br />

Oddino Morgari), una Marsina, da<br />

Carlo Marx e un suo figlio Lassalle,<br />

che poi è il cognome di Ferdinando<br />

Lassalle, insigne teorico e pensatore<br />

socialista tedesco del secolo<br />

scorso.<br />

Del resto l'esempio di chiamare i<br />

figli con il cognome di uomini famosi<br />

lo ebbero dai grandi: Giuseppe<br />

Garibaldi, sposato in America con<br />

Anita De Ribeiro, diede al suo primo<br />

figlio il nome di Menotti che poi era il<br />

cognome di Ciro Menotti, insigne<br />

patriota modenese del Risorgimento.<br />

Senz'altro questi uomini avevano<br />

attinto i loro sentimenti di libertà dal<br />

recente mondo garibaldino, i cui<br />

desideri di unità si poterono ritenere<br />

soddisfatti solo con l'annessione<br />

di Trento e Trieste dopo il primo<br />

conflitto mondiale e ricavarono i loro<br />

pensieri dalle ideologie di alcuni<br />

protagonisti del risorgimento di<br />

chiara matrice socialista.<br />

Lo stesso sindaco Angelo Franzini<br />

scrisse con semplici parole nel<br />

Giovanni Cristini<br />

suo testamento che l'ispiratore di<br />

tutta la sua opera fu colui che egli<br />

considerava il suo grande maestro<br />

"Edmondo De Amicis".<br />

Simone Beltrami invece, in una<br />

accorata lettera, dalle carceri, alla<br />

moglie, diceva che non gli erano<br />

mai venuti meno gli insegnamenti di<br />

chi riteneva suo grande maestro:<br />

Giuseppe Cesare Abba.<br />

Andrea Zambonardi aveva assunto<br />

il soprannome di Nicotera per<br />

distinguersi da un altro Andrea<br />

Antonio Selva


Zambonardi, suo coetaneo, di<br />

professione idraulico e chiamato<br />

"Ganassa", ma soprattutto perché<br />

era un grande ammiratore del foco-<br />

so garibaldino Francesco Nicotera<br />

che in un secondo tempo divenne<br />

anche deputato e Ministro del Regno<br />

d'Italia.<br />

Da allora sono passati settantacinque anni, eventi ed esperienze tremende ed<br />

imprevedibili hanno sconvolto la situazione politico-sociale nella quale i<br />

nostri protagonisti operarono.<br />

Il concetto di Libertà tanto auspicato dai nostri predecessori ha assunto ai<br />

giorni nostri nuovi significati, nuovi aspetti che coinvolgono tutti singolarmente.<br />

Perché esso rimanga essenza vitale per la società odierna urge formulare<br />

e garantire precise forme disciplinari relative alle esigenze attuali di vita, così<br />

da assicurare una ordinata, armoniosa e pacifica convivenza per tutti.<br />

È a questo indeclinabile traguardo che è affidato l'avvenire dei nostri figli.<br />

INDICE DEI NOMI<br />

ABBA GIUSEPPE CESARE - garibaldino dei Mille - scrittore<br />

ABBIATICO ANGELA - madre di Paolo Battista Leali<br />

AIMONE GRAZIELLA - professoressa<br />

AIMONE LUIGI - medico condotto di Gardone V.T.<br />

ALAMANNI LUIGI - scuola di Firenze<br />

ARDOVINI LUIGI - padre di Silvio<br />

ARDOVINI SILVIO - internato politico<br />

ARNABOLDI ACHILLE - militante socialista<br />

ARNABOLDI ENRICO - militante socialista<br />

ARNABOLDI GU<strong>GLI</strong>ELMO - internato politico<br />

ARNABOLDI VITTORIO - padre dei fratelli Arnaboldi<br />

BAGOZZI ANGELA - madre di Cirillo Mensi<br />

BARZILAI SALVATORE - deputato<br />

BELLERI AMILCARE - figlio di Lorenzo<br />

BELLERI BENVENUTO - figlio di Lorenzo<br />

BELLERI GIUSEPPE - padre di Lorenzo<br />

BELLERI LORENZO - chiamato "Lorenz de la Bionda" - internato politico<br />

BELLERI SPARTACO - figlio di Lorenzo<br />

BELTRAMI DINA - figlia di Simone<br />

BELTRAMI GIROLAMO - padre di Simone<br />

BELTRAMI SIMONE - chiamato "Simonu" - internato politico<br />

BENEDETTO DOMENICA - madre di Edoardo e Paolo Taricco<br />

BERETTA GATTINÀ - madre di Simone Beltrami<br />

BERETTA PIETRO - industriale<br />

BERETTA MARCO - segretario comunale<br />

BERETTA TOMMASO - avvocato<br />

BERTOLETTI GIOVANNI - padre di Paolo<br />

BERTOLETTI PAOLO - internato politico<br />

BERTOLI GIUSEPPE - segretario della Camera del Lavoro<br />

BETTELLI SANTA - madre di Giuseppe Prati<br />

BEVILACQUA FRANCESCO - storico - autore del presente libretto<br />

BIANCARDI PIERINA - madre di Fabrizio Pilotti<br />

BIANCHI & CAMERONI - officina meccanica di Lecco<br />

BONARDI CARLO - senatore<br />

BONARDI ITALO - deputato<br />

BONICELLI GIACOMO - deputato<br />

BORONI DOMENICO - chiamato "Pitela" - militante socialista


BORSI LUCIA - madre di Lorenzo Belleri<br />

BREDA - officine meccaniche di Brescia e di Roma<br />

BUFFOLI GIUSEPPE - chiamato "Tutina" - militante socialista<br />

CAMEDDA GIUSEPPE - famiglia di Ortueri che ospitò il sindaco Franzini<br />

CANTAMESSA - soprannome della famiglia Moretta<br />

CASSINA GIACOMINA - madre di Abele Luigi Cinelli<br />

CERIANI GIOVANNI - internato politico<br />

CICCOTTI FRANCESCO - giornalista<br />

CINELLI ABELE LUIGI - internato politico<br />

CINELLI DOMENICO - padre di Abele Luigi<br />

GIRELLI MARIA ANGELA - moglie di Franzini Angelo detto "Bocela"<br />

CODURI FERMO - industriale<br />

COMBINI ANDREA - padre di Carlo<br />

COMBINI CARLO - internato politico<br />

COMINAZZI CECILIA - madre dei fratelli Arnaboldi<br />

CONSOLI SAVERIO - internato politico<br />

CONTARELLI LUISA - madre di Ardicelo Donegani<br />

CONTRINI DEMETRIO - internato politico<br />

CONTRINI LUIGI - padre di Demetrio<br />

CORNIANI GIULIANO - deputato<br />

COTELLI SORTOLO - vice sindaco di Gardone<br />

CRISTINI GIOVANNI - militante socialista<br />

CRISTINI GIUSEPPE - militante socialista<br />

CUZZETTI FRANCESCO - avvocato<br />

DABBENI EGIDIO - architetto<br />

DA COMO UGO - senatore<br />

DAFFINI GIOVANBATTISTA - maestro<br />

DAFFINi LATTANZIO - chiamato "Tancio" - artigiano - militante socialista<br />

DAFFINI LIBERA - figlia di Lattanzio<br />

DAFFINI LIBERO - figlio di Lattanzio<br />

DAFFINI LIBERO - figlio di Lattanzio<br />

DAMIANI FERDINANDO - internato politico<br />

DE AMICIS EDMONDO - scrittore<br />

DE CURSU EGIDIO - militante cattolico<br />

DEFENDENTE ANGELO - padre di Fonzago<br />

DEFENDENTE FONZAGO - internato politico<br />

DE RIBEIRO ANITA - moglie del generale Giuseppe Garibaldi<br />

DIAZ ARMANDO - generale - Duca della Vittoria<br />

DONEGANI ANGELO - padre di Ardiccio<br />

DONEGANI ARDICCIO - internato politico<br />

DUCHESSA DI HOHENBERG - moglie dell'Arciduca Ferdinando<br />

ENTRATA GIORGIO - assessore Cultura alla Comunità Montana<br />

PACCHETTI MARIA - madre di Franzini Angelo<br />

FAUSTI GIULIO - cognato di Simone Beltrami<br />

FAUSTI GIUSEPPE - "Pi" - cognato di Simone Beltrami<br />

FRANCESCO FERDINANDO D'AUSTRIA - Arciduca d'Austria<br />

FRANCHI E GREGORINI - fonderia di Lovere<br />

FRANZINI ANGELO - padre di Giovanni Maria detto "Frio"<br />

FRANZINI ANGELO - chiamato "Bocela" - internato politico<br />

FRANZINI GIOVANNI MARIA - chiamato "Frio" - internato politico<br />

FRANZINI LASSALLE - figlio di Angelo Franzini detto "Bocela"<br />

FRANZINI LORENZO - padre di Angelo Franzini detto "Bocela"<br />

FRANZINI MARIA - madre di Contrini Demetrio<br />

FRANZINI MARSINA - figlia di Angelo Franzini detto "Bocela"<br />

FRANZINI ODDINA - figlia di Angelo Franzini detto "Bocela"<br />

FRANZONI LUDOVICA - madre di Giovanni Maria Franzini detto "Frio"<br />

GARIBALDI GIUSEPPE - generale<br />

GARIBALDI MENOTTI - figlio del generale Garibaldi<br />

GASPARINI PIETRO ANGELO - assessore all'Istruzione del Comune di Gardone<br />

GAZZA ADELE - madre di Silvio Ardovini<br />

GHERARDI IRÒ - militante socialista<br />

GUERINI DOMENICA STELLA - moglie di Lorenzo Belleri<br />

IL CITTADINO - quotidiano cattolico di Brescia<br />

LAVANTI - quotidiano socialista nazionale<br />

LASSALLE FERDINANDO - teorico socialista tedesco<br />

LEALI GIOVANNI - padre di Paolo Battista<br />

LEALI PAOLO BATTISTA - internato politico<br />

LONGINOTTI GIOVANNI MARIA - deputato<br />

MARX CARLO - filosofo<br />

MASSARI ANGELO - sindaco di Villa Cogozzo<br />

MENOTTI CIRO - patriota italiano del risorgimento<br />

MENSI ANTONIO - padre di Cirillo<br />

MENSI CIRILLO - militante socialista<br />

MYLIUS FEDERICO - cotonificio<br />

MONTINI GIORGIO - deputato<br />

MORANDINI LORENZINA - madre di Fonzago Defendente<br />

MORGARI ODDINO - deputato<br />

MUCCIACCIA ANNUNCIATA - madre di Giovanni Nenna.<br />

NENNA ANTONIO - padre di Giovanni<br />

NENNA GIOVANNI - internato politico<br />

NICOTERA FRANCESCO - deputato<br />

PAROLI ÈRCOLE - avvocato<br />

PICCINARDI ANNA MARIA - madre di Andrea Zambonardi chiamato "Nicotera"<br />

PILOTTI ELIA - padre di Fabrizio<br />

PILOTTI ELISA - madre di Carlo Combini<br />

PILOTTI FABRIZIO - internato politico<br />

PORTA GIANFRANCO - professore<br />

PRATI GIUSEPPE - internato politico<br />

PRATI PIETRO - padre di Giuseppe<br />

REDAELLI GIUSEPPE - industriale<br />

RINALDINI MARIA - moglie di Andrea Zambonardi chiamato "Nicotera"<br />

SALANDRA ANTONIO - statista


SALVINELLI GIUSEPPE - sindaco di Gardone<br />

SELVA ANTONIO - sindaco di Gardone<br />

TARICCO AMORE - figlio di Edoardo<br />

TARICCO EDOARDO - internato politico<br />

TARICCO LIBERA - figlia di Edoardo<br />

TARICCO MICHELE - padre di Edoardo e Paolo<br />

TARICCO PAOLO - internato politico<br />

TARICCO SERENA - figlia di Edoardo<br />

TOETTI CAROLINA - madre di Paolo Bertoletti<br />

TOGNOLI ALBERTO - fotografo<br />

TREVES CLAUDIO - deputato<br />

TURATI FILIPPO - deputato<br />

ZAMBONARDI ANDREA - chiamato "Ganassa" - idraulico<br />

ZAMBONARDI ANDREA - chiamato "Nicotera" - militante socialista<br />

ZAMBONARDI GIUSEPPE - padre di Andrea Zambonardi detto "Nicotera"<br />

ZAMBONARDI GIUSEPPE - figlio di Andrea detto "Nicotera"<br />

ZAMBONI ENZO - Delegato allo sport ed ai problemi dei giovani di Gardone<br />

ZOLA EMILIO - scrittore<br />

FOTOGRAFIE di ALBERTO TOGNOLI

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