GLI INTERNATI POLITICI - Pierantonio Bolognini
GLI INTERNATI POLITICI - Pierantonio Bolognini
GLI INTERNATI POLITICI - Pierantonio Bolognini
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
COMUNE DI GARDONE VAL TROMPIA - ASSESSORATO ALL'ISTRUZIONE<br />
ANNO 1991<br />
<strong>GLI</strong> <strong>INTERNATI</strong> <strong>POLITICI</strong><br />
della Val Trompia durante la prima guerra mondiale<br />
Volle Trompio - Cordone - Staz. Tram e Hlberga Berctfa<br />
FRANCESCO BEVILACQUA
L'arresto e l'internamento del sindaco e di gran parte della giunta<br />
municipale, sotto l'accusa di attività antipatriottica ed antimilitarista,<br />
per aver preso posizione contro l'intervento italiano nella prima guerra<br />
mondiale, sono certamente fatti clamorosi, che possono apparire<br />
inspiegabili se la Comunità coinvolta è famosa per una tradizione irripetibile<br />
nella produzione di armi da fuoco.<br />
Inspiegabili per chi non conosca la comunità gardonese, per la<br />
quale l'impegno assiduo a produrre armi per la caccia in periodo di<br />
pace ed armi per l'esercito in periodo di guerra, non è certo manifestazione<br />
di una cultura di odio o di violenza, bensì espressione di una specializzazione<br />
produttiva secolare. Inspiegabili per chi non conosca la<br />
vivacità delle vicende politiche e sindacali che hanno caratterizzato la<br />
Valle Trompia fin dagli ultimi decenni dell'800, a seguito di una precoce<br />
industrializzazione.<br />
Il materiale e le note inedite che le ricerche appassionate di Francesco<br />
Bevilacqua hanno reso disponibili, contribuiscono a far luce su<br />
una vicenda significativa nella storia di Gardone e sulle sofferenze<br />
umane di cittadini ed amministratori locali "colpevoli" di aver assunto<br />
un atteggiamento di opposizione alla guerra, che oggi ci appare nella<br />
sua dimensione "profetica". Sofferenze che si sommano a quelle dei<br />
quattrocento richiamati alle armi ed al dolore delle famiglie dei trentadue<br />
morti per causa di guerra.<br />
La Comunità Gardonese, orgogliosa della propria storia scritta<br />
con l'impegno ed il sacrificio, ringrazia l'autore per il lavoro dedicato a<br />
Gardone ed alla Valle Trompia ed affida alla stampa i risultati delle sue<br />
ricerche perché il tempo non li disperda.<br />
Giuseppe Sa/vinelli<br />
(Sindaco di Gardone V.T.)<br />
In momenti così altamente drammatici, come quelli vissuti in<br />
questi primi mesi del 1991, col cuore continuamente travagliato tra la<br />
speranza non utopica di una pace duratura e la tragica realtà di una<br />
guerra nel Medio Oriente, ancora una volta da qualcuno ricercata e<br />
voluta, l'aver voluto parlare, con il presente lavoro, di una sostanziale e<br />
vissuta contrarietà alla guerra, mi sembra in ogni caso quantomeno<br />
doveroso, da più punti di vista.<br />
Ripercorrere la storia, rivedere, seppure limitati ad un ben dettagliato<br />
periodo storico, gli avvenimenti più significativi nella loro dinamicità<br />
e nella loro crudeltà, può forse anche contribuire a rilanciare<br />
nelle nuove generazioni quel desiderio d'amore e di pace sempre più<br />
necessari.<br />
Far comprendere, soprattutto agli studenti, che il rifiuto di risolvere<br />
qualsiasiproblema attraverso la violenza è un ideale da perseguire:<br />
questo l'intento dell'assessorato alla Pubblica Istruzione del Comune<br />
di Gardone Val Trompia nel volere dare alle stampe e divulgare il<br />
paziente e qualificato lavoro di Francesco Bevilacqua con le testimonianze<br />
degli internati politici valtrumplini nel corso della prima guerra<br />
mondiale.<br />
Far condividere l'idea che il pagare sulla propria persona, direttamente<br />
quindi, il concretizzarsi dei valori in cui si crede è altamente ammirevole:<br />
questa anche la speranza contenuta nella documentazione<br />
che il Comune di Gardone V.T. mette volentieri a disposizione delle<br />
biblioteche scolastiche e dei cittadini tutti, con la voluta sottolineatura<br />
dei sacrifici e delle privazioni di quanti, onorando la nostra Valle Trompia,<br />
meritano ufficialmente il nostro affetto, la nostra riconoscenza ed il<br />
nostro ricordo.<br />
Non sia inutile al proposito garantire l'impegno, per il quinquennio<br />
1990-95 da parte dell'Assessorato alla Pubblica Istruzione, di dare<br />
alle stampe per quanti amano la cultura e la storia, ulteriori documentazioni<br />
e altre testimonianze significative della nostra realtà attuale e<br />
della nostra tradizione valligiana.<br />
Pietro Angelo Gasparini<br />
(Assessore all'Istruzione, al Commercio ed all'Artigianato)
timore che una stagione rilevante della piccola storia gardonese<br />
svanisse con gli ultimi testimoni di essa mi ha tormentato fastidiosamente<br />
per anni. Solo la promessa di Francesco per un impegno in tale<br />
direzione mi lasciava la speranza che personaggi ed eventi ancora a<br />
noi vicini non finissero nell'oblio.<br />
Una volta distrutti i documenti, sempre più rari e introvabili,<br />
sarebbero divenute scientificamente impossibili la ricerca e l'analisi<br />
storica.<br />
Lo Storico con infinita pazienza e grande dedizione ha recuperato<br />
appassionanti testimonianze documentali di un tempo quasi perduto<br />
e le ha tradotte in questo volume frutto della Sua faticosa ricerca.<br />
Francesco Bevilacqua, gardonese di adozione pur risiedendo a<br />
Villa, trasmette così alle future generazioni, con grande generosità, il<br />
ricordo di un'avventura ricca di coraggio e di amore per la comunità<br />
gardonese.<br />
Franzini Angelo, il sindaco, e tutti gli altri protagonisti di questa<br />
storia a cavallo tra la fine dell'800 e gli inizi del '900, interpreti di un<br />
mondo che cambia, riappaiono, dopo anni di oblio, con tutto il loro<br />
coraggio e con tutta la loro forza morale, testimoni di un desiderio di<br />
pace e di libertà per il quale ogni prezzo può essere pagato.<br />
Giorgio Entrata<br />
(Assessore alla Cultura della Comunità Montana di Valle Trompia)<br />
La pazienza certosina dello storico Francesco Bevilacqua ha<br />
permesso di recuperare uno spaccato di storia gardonese che rischiava<br />
di svanire nel nulla.<br />
L'opera illustra un periodo storico compreso tra la fine dell'800 e<br />
gli inizi del '900, dove gli ideali di pace e di libertà erano vissuti dai protagonisti<br />
con coraggio e fermezza morale, da essere esempio, ancora<br />
oggi, per le generazioni future.<br />
Si tratta di personaggi, come il sindaco Angelo Franzini e tanti<br />
altri protagonisti meno noti, ma sempre importanti, che hanno contribuito<br />
anche loro alla storia valtrumplina, che hanno vissuto e pagato<br />
per lo stesso ideale che ha ispirato la storica frase del Presidente<br />
Sandro Pertini: "Svuotiamo gli arsenali di guerra e riempiamo i granai".<br />
Enzo Zamboni<br />
(Presidente della Commissione Consiliare della Pubblica Istruzione)
NOTE INTRODUTTIVE<br />
La causa occasionale dello scoppio della prima guerra mondiale fu l'uccisione<br />
dell'Arciduca Ereditario d'Austria Francesco Ferdinando e della<br />
consorte, duchessa di Hohenberg, avvenuta il 28 giugno 1914 a Seràjevo per<br />
mano di due giovani patrioti serbi.<br />
Il precario equilibrio che aveva mantenuto l'Europa in un lungo periodo di<br />
pace, l'ultimo conflitto risale alla guerra Franco-Prussiana del 1870-71, era<br />
stato irrimediabilmente compromesso.<br />
In questo tempo di pacifica convivenza, le varie nazioni Europee avevano<br />
raggiunto una certa ricchezza, un certo benessere ed un discreto splendore.<br />
Sotto questa facciata pacifica però si nascondevano rancori, odii e cupidigie<br />
che venivano tenuti sotto controllo da un magistrale lavoro di diplomazia<br />
internazionale.<br />
L'enormità del pericolo e la coscienza della catastrofe alla quale si sarebbe<br />
andati incontro in caso di un nuovo conflitto, avevano spaventato tutti gli uomini<br />
che si astenevano dal compiere determinate azioni che avrebbero potuto<br />
portare ad un conflitto armato.<br />
A far crollare questa illusoria pace contribuivano formidabili interessi,<br />
aspirazioni imperialistiche e, non meno importanti, i legittimi reclami dei<br />
popoli che miravano ad una maggiore libertà e giustizia.<br />
la stessa Italia, non ancora compiuta, desiderava riavere i figli del Trentino<br />
e dell'lstria.<br />
La Francia, perse Alsazia e Lorena nella guerra Franco-Prussiana, auspicava<br />
riprendersi le due provincie.<br />
La Polonia, divisa dal 1782 fra l'impero tedesco, austriaco e russo, mirava a<br />
conquistare la sua indipendenza nazionale.<br />
Analogo motivo avevano i popoli Slavi, Croati, Boemi e Romeni incorporati<br />
nell'Impero Austro-Ungarico.<br />
La penisola Balcanica era continuamente oppressa da incessanti lotte fra<br />
Bulgari, Romeni, Serbi, Greci, Turchi e tutti lottavano per la loro individualità<br />
nazionale.<br />
È in questo clima di pace apparente che le nazioni Europee gareggiavano<br />
nell'accrescere i loro armamenti.<br />
Considerando una visuale più nazionale, è da tenere presente quanto<br />
abbia contribuito a creare le condizioni per lo scoppio della prima guerra<br />
mondiale la nostra impresa coloniale awenuta in Libia nel 1911. Con questa<br />
conquista l'Italia aveva fatto oscillare l'equilibrio fra le potenze Europee ed<br />
inoltre, indebolendo la Turchia, che aveva la sovranità in Libia, aveva favorito<br />
la ribellione dei popoli Balcani.<br />
È in questo clima di tensioni che arriviamo al 28 giugno 1914.<br />
L'Austria, enormemente offesa dall'eccidio, inviò un "ultimatum" alla<br />
Serbia che non accettò e il 28 luglio 1914 fu dichiarata la guerra.<br />
La macchina della guerra, una volta messa in moto, non poteva essere più<br />
arrestata e così iniziò anche il complesso sistema delle alleanze e gli interventi<br />
in guerra si succedettero a catena.<br />
Il 30 luglio la Russia proclamava la mobilitazione generale per difendere la<br />
Serbia; la Germania il 31 luglio, dopo un "ultimatum", dichiarò guerra alla<br />
Russia; la Francia si schierò dalla parte della Russia ed entrò nel conflitto il<br />
3 agosto.<br />
La Germania invase il neutrale Belgio per attaccare la Francia e così suscitò<br />
la reazione dell'Inghilterra che le dichiarò guerra il 5 agosto.<br />
Alla fine del mese, il 23, anche il Giappone prendeva parte alle ostilità<br />
contro Austria e Germania.<br />
L'Italia riuscì a mantenere la sua neutralità per circa un anno, ma il 24<br />
maggio 1915 anch'essa dichiarò guerra all'Austria. Mentre gli americani iniziarono<br />
a parteciparvi nel 1917.<br />
La guerra fin dall'inizio si dimostrò cruenta e lunga: vennero usate nuove<br />
armi quali mitragliatrici, aeroplani, sommergibili, artiglierie e gas asfissianti e<br />
le conseguenze furono disastrose.<br />
Solo nel 1918 si potè mettere la parola fine. Il 4 novembre venne firmata la<br />
pace, su quel capitolo di storia durante il quale scaturirono i fatti che formano<br />
l'argomento del presente lavoro.<br />
Francesco Bevilacqua
BREVE PREMESSA<br />
Nella sala consigliare del Comune di Gardone V.T., la sera del 16 marzo<br />
1990, tenni una conferenza sui primi socialisti della nostra valle.<br />
L'argomento piacque e sembrò a molti così interessante da ritenere di<br />
doverlo rendere pubblico.<br />
Rispondendo con piacere a questo desiderio, mi accingo ad effettuare<br />
la stesura definitiva dei fatti esposti oralmente, ritoccando alcuni dei protagonisti,<br />
unendo fotografie e riproduzioni di documenti inediti appartenenti<br />
tutti alla mia personale biblioteca.<br />
Un sentito grazie a tutte le autorità, (più uno in particolare all'amico<br />
Piero Angelo Gasparini), che mi hanno dato la possibilità di ricordare questa<br />
gente nostra d'altri tempi.<br />
Una pagina di storia della nostra<br />
Valle poco conosciuta, ma significativa<br />
e oserei quasi dire gloriosa, è<br />
quella che riguarda gli internati politici<br />
durante la prima guerra mondiale.<br />
Questo episodio, nel momento in<br />
cui avvenne, ebbe tanta risonanza<br />
anche a livello nazionale.<br />
Negli anni successivi fu praticamente<br />
dimenticato, quasi a voler<br />
nascondere una colpa. A tutt'oggi<br />
risulta essere un capitolo della<br />
nostra storia piuttosto trascurato da<br />
tutti.<br />
Ciò può essere avvenuto perché<br />
gli eventi di quel periodo, (la prima<br />
guerra mondiale), ed i successivi,<br />
(l'epidemia della "Spagnola", la nascita<br />
del fascismo con conseguenti<br />
vent'anni di dittatura, la seconda<br />
guerra mondiale, la resistenza partigiana<br />
ed ultimo l'instaurazione<br />
repubblicana), furono tanti e di tale<br />
importanza da far dimenticare i protagonisti<br />
di prima.<br />
Cinquantatrè anni dopo il primo<br />
conflitto, la professoressa Graziella<br />
Aimone per prima accennò velatamente<br />
a questo periodo in un ormai<br />
raro fascicoletto stampato nel 1968<br />
a cura dell'amministrazione comunale<br />
di Gardone V.T. in occasione<br />
del cinquantenario della Vittoria.<br />
Alcuni anni dopo, nel 1980, sul<br />
numero due di "Studi Bresciani", il<br />
professore Gianfranco Porta, commentando<br />
alcune lettere di Filippo<br />
Turati, inquadrò l'argomento senza<br />
poterlo approfondire data la totale<br />
mancanza di documenti ufficiali.<br />
Egli si rifece molto intelligentemente<br />
alla stampa dell'epoca che però<br />
risultò essere poco attendibile cau-<br />
sa la censura che mutilando molte<br />
sue parti rese più difficoltosa l'interpretazione.<br />
Si accontentò quindi di<br />
alcune testimonianze orali rilasciategli<br />
dai parenti e dagli amici degli<br />
stessi protagonisti.<br />
Ora è possibile effettuare uno<br />
studio più approfondito grazie al<br />
mio assiduo e costante interessamento<br />
che ha fatto scoprire importantissimi<br />
documenti inediti ed unici.<br />
La famiglia di uno dei nostri personaggi,<br />
che per il momento non<br />
desidera essere nominata, li aveva<br />
conservati con molta cura. Mi permetto,<br />
pur rispettando l'anonimato,<br />
di inviarle il più profondo e riconoscente<br />
grazie, mio personale e di<br />
tutta la Valle.<br />
Il carteggio risulta composto di<br />
seicentosettantadue unità tra cartoline,<br />
lettere, cartoline postali, telegrammi,<br />
biglietti da visita e dispacci<br />
vari; una vera miniera di certificati<br />
più che sufficienti ad effettuare<br />
studi di varia natura: storica, sociale,<br />
politica, economica, statistica-e<br />
religiosa.<br />
Nella primavera del 1914 in diverse<br />
regioni e provincie d'Italia vi furono<br />
le elezioni amministrative.<br />
A Gardone, cittadina armiera per<br />
eccellenza, risultò avere la maggioranza<br />
il partito socialista e si ebbe<br />
così la prima giunta di sinistra della<br />
provincia di Brescia.<br />
Queste persone, che per prime<br />
dettero vita ad una politica sociale,<br />
più equa, almeno a livello ideologico,<br />
erano anche nettamente contrarie<br />
alla guerra ed in questo senso<br />
svolsero un'attiva propaganda antimilitarista<br />
e non interventista.
La prima guerra mondiale scoppiò<br />
in quel fatale agosto del 1914:<br />
costò all'Italia un milione ed ottocentomila<br />
vittime ed un milione e<br />
duecentomila feriti di cui trecentocinquantamila<br />
rimasero mutilati ed<br />
invalidi per tutta la vita.<br />
Alla fine si aggiunse la terribile<br />
epidemia della "Spagnola" che da<br />
sola causò novecentomila decessi.<br />
L'Italia entrò nel vortice internazionale<br />
un po' dopo.<br />
Il 20 maggio 1915 la Camera dei<br />
Deputati aveva approvato a larghissima<br />
maggioranza un decreto reale<br />
che dava al Governo "poteri straordinari<br />
in caso di guerra" e furono<br />
proprio questi "poteri straordinari"<br />
a far succedere i fatti di cui ci occupiamo.<br />
Il 23 maggio fu decisa la mobilitazione<br />
generale e nello storico 24<br />
maggio "l'esercito marciava".<br />
Inizialmente tutti coloro che chia-<br />
Angelo Franzini detto "Bocela"<br />
Sindaco di Gardone V.T.<br />
ramente manifestarono la loro ideologia<br />
di pace e di non conflittualità<br />
furono semplicemente tenuti sotto<br />
controllo, mentre in seguito vennero<br />
presi gravi provvedimenti.<br />
1119 luglio 1915 fra le quattro e le<br />
sette del mattino avvenne "il fatto".<br />
A Gardone furono arrestati il Sindaco,<br />
il vicesegretario comunale,<br />
alcuni assessori ed alcuni consiglieri<br />
comunali.<br />
Nei giorni successivi vennero via<br />
via arrestati anche tutti i responsabili<br />
delle sezioni socialiste di Gardone,<br />
Ponte Zanano, Villa, Cogozzo<br />
e Brescia.<br />
Un analogo provvedimento fu<br />
preso un po' ovunque su quasi tutto<br />
il territorio nazionale.<br />
Questi "nemici", dopo essere<br />
stati tenuti in cella di isolamento<br />
nelle carceri di Brescia per ben otto<br />
giorni, vennero trasportati, con una<br />
tradotta militare via Parma, a Firenze<br />
dove albergarono nella scuola<br />
Luigi Alamanni in attesa di essere<br />
destinati ai vari luoghi di domicilio<br />
coatto.<br />
Il tutto fece molto scalpore dato<br />
che gli arrestati erano brave persone,<br />
molto conosciute, stimate e<br />
benvolute.<br />
Non furono mai né processati né<br />
condannati: le loro colpe furono<br />
unicamente quelle di professarsi<br />
socialisti antinterventisti, cosa che<br />
in quel preciso momento era come<br />
dichiararsi nemici della patria.<br />
Una seconda ondata di arresti fu<br />
motivata da altre cause; per alcuni<br />
fu perché leggevano e diffondevano<br />
il giornale "L'Avanti", per altri perché<br />
la pensavano "a modo loro" e<br />
per altri ancora perché non aveva-<br />
Andrea Zambonardi detto "Nicotera"<br />
Assessore e consigliere comunale di Gardone<br />
no aderito all'acquistò dei cedolini<br />
del prestito nazionale.<br />
A tutti toccò la stessa sorte; vennero<br />
inviati un po' in tutta Italia e<br />
sempre singolarmente.<br />
Fu un periodo alquanto duro: soli,<br />
lontani dalla famiglia e tra gente<br />
"quasi straniera" che li considerava<br />
come dei carcerati.<br />
Tutta la questione fu naturalmente<br />
portata in Parlamento.<br />
Fra coloro che ebbero il peso e<br />
l'autorità di farsi sentire in campo<br />
nazionale vi furono gli onorevoli<br />
Claudio Treves e Filippo Turati i<br />
quali svolsero una intensa attività<br />
parlamentare in favore degli internati.<br />
Il compito più delicato spettò al<br />
deputato socialista Oddino Morgari<br />
il quale fece più volte il giro d'Italia<br />
per poter raggiungere i vari luoghi<br />
di domicilio coatto dei prigionieri e<br />
poter così conferire con loro.<br />
Significativa è una sua lettera<br />
con l'intestazione della Camera dei<br />
Deputati, datata Roma 25 ottobre<br />
1915, diretta a Simone Beltrami, internato<br />
a Viareggio:<br />
"Caro Beltrami, Posdomani, 27,<br />
ira due treni / ma non so ancora quali<br />
/ sarò in Viareggio per parlarti. Sai<br />
che ho incarico di un'inchiesta sugli<br />
internati diparte nostra. Però ignoro<br />
il tuo indirizzo e non mi gusta cercarlo<br />
presso il locale ufficio di P.S., che<br />
può anche rifiutarmi la informazione.<br />
Pregoti dunque di scrivermi l'indirizzo<br />
medesimo in una lettera al<br />
mio nome fermo in posta, Viareggio.<br />
Arrivando, ne farò domanda, cordiali<br />
saluti dal tuo O. Morgari".<br />
Tommaso Beretta, Francesco<br />
Cuzzetti ed Èrcole Pareli, tre noti<br />
professionisti bresciani, con gratuite<br />
ed appassionate difese, cercarono<br />
di risolvere il penoso problema.<br />
L'avvocato Beretta mise addirittura<br />
in movimento tutto il mondo politico<br />
parlamentare di Brescia, coin-<br />
Marco Beretta<br />
Segretario comunale di Gardone V.T.
pgwtsp» /-? /e y ,x<br />
19 luglio, fu internato ad Orvieto e<br />
successivamente andò con il gruppo<br />
di Torino. Morì a Spirano nel<br />
1975.<br />
Giovanni Nenna, nato a Trani nel<br />
1896 da Antonio e da Annunciata<br />
Mucciaccia, venne a Brescia dove il<br />
padre gestiva una trattoria. Fu arrestato<br />
il 19 luglio ed internato a Livorno.<br />
Successivamente andò con il<br />
gruppo di Milano; chiamato alle armi,<br />
morì in combattimento il 10 settembre<br />
1916 a soli vent'anni.<br />
A Villa Cogozzo ce ne furono tre.<br />
Paolo Bertoletti nato a Leno nel<br />
1883 da Giovanni e da Carolina<br />
Toetti. Trasferitosi a Villa vi lavorò<br />
come muratore. Fu arrestato il 19 luglio<br />
ed internato a Montepulciano;<br />
successivanjente andò con il gruppo<br />
di Milano. Morì a Leno nel 1962.<br />
Giuseppe Prati, nato a Nave nel<br />
1891 da Pietro e da Santa Bettelli.<br />
Trasferitosi a Cogozzo, lavorò come<br />
operaio presso la ditta Mylius. Fu<br />
arrestato il 19 luglio ed internato a<br />
CastiglioFi Fiorentino e successivamente<br />
andò con il gruppo di Torino.<br />
Morì a Nichelino nel 1972.<br />
drillo Mensi<br />
Giuseppe Buffali detto "Tutina"<br />
Vi fu un terzo socialista che<br />
avrebbe dovuto essere arrestato:<br />
Cirillo Mensi, nato a Villa nel 1885<br />
da Antonio e da Angela Bagozzi. Gli<br />
venne risparmiata la sorte dei compagni<br />
perché molto ammalato. Morì<br />
infatti il 21 agosto del 1915. Il Mensi,<br />
con Giuseppe Buffoli, soprannominato<br />
"Tutina", fu uno dei primi socialisti<br />
di Villa. Si prodigò per l'apertura<br />
dell'asilo, della scuola, della<br />
cooperativa, del circolo socialista e<br />
della cassa di mutuo soccorso. Fu il<br />
Buffoli, alla fine del conflitto mondiale,<br />
a formare a Villa con Domenico<br />
Boroni, chiamato Pitela, ed Irò<br />
Gherardi, la seconda giunta socialista<br />
della valle con sindaco Angelo<br />
Massari.<br />
A Ponte Zanano arrestarono Lorenzo<br />
Belleri, meglio conosciuto<br />
come il "Lorenz de la Bionda", nato<br />
a Gardone nel 1891 da Giuseppe e<br />
Domenico Boroni detto "Pitela"<br />
da Lucia Borsi. Arrestato il 19 luglio<br />
prima fu internato a Montecatini e<br />
poi andò con il gruppo di Milano,<br />
successivamente fu chiamato alle<br />
armi nel 1916 ed inviato al fronte.<br />
Irò Gherardi<br />
.1<br />
Morì a Brescia nel 1956. Dedicò tutta<br />
la vita prima alla realizzazione<br />
dell'asilo di Ponte Zanano e poi al<br />
suo funzionamento. Uomo buono e<br />
generoso fu tormentato dai fascisti.<br />
Affermava con sicurezza di conoscere<br />
tutti i più impensati nascondigli<br />
della valle di Polaveno e<br />
meglio ancora tutti i tetti di Ponte<br />
Zanano. Sposò Domenica Stella<br />
Guerini ed ebbe tre figli: Spartaco,<br />
che morì a Mauthausen in campo di<br />
concentramento nel 1945, Amilcare<br />
e Benvenuto. Belleri, saputo dalla<br />
stampa della morte di Cirillo Mensi,<br />
spedì la seguente cartolina postale.<br />
Da notare che in quel periodo si<br />
preferivano usare le cartoline postali<br />
al posto delle lettere perché,<br />
Lorenzo Belleri<br />
detto "Lorenz de la Bionda"<br />
vigendo la censura, non erano soggette<br />
a verifiche e giungevano a de-
X<br />
-£Zs?~<br />
CABTOLIXA POSTALE<br />
(CARTE'POSTALE DJl<br />
J•j<br />
i<br />
•;ft<br />
> ì<br />
^X XV *<br />
1 ' :<br />
H S\<br />
S H'<br />
*:v,<br />
,•»<br />
-s§<br />
^\<br />
' ^ Nj<br />
> s<br />
stinazione regolarmente mentre le<br />
lettere subivano i controlli e la maggior<br />
parte non giungeva a destinazione<br />
e se avveniva erano completamente<br />
mutilate ed illeggibili.<br />
"Al Spett.le Circolo Solidarietà -<br />
Villa Cogozzo (Prov. Broscia) -Bagni<br />
di Montecatini 24/8/915 - Carissimi<br />
compagni, solamente oggi con profondo<br />
dolore seppi a mezzo del-<br />
I'Avanti la morte del carissimo compagno<br />
drillo Mensi. Con profondo<br />
dolore ricevete e fate le mie cordonlianze<br />
alla famiglia per la grave perdita<br />
di un si buono compagno e<br />
padre. Saluti cordiali nostro Belleri<br />
Lorenzo - internato politico -".<br />
Il maggior numero di arrestati si<br />
ebbe a Gardone Valtrompia.<br />
L'allora .primo cittadino Angelo<br />
Gasparre Siro Franzini soprannominato<br />
"Bocela", fu forse il primo ad<br />
essere prelevato dalla sua abitazione.<br />
Simone Beltrami<br />
Vice segretario comunale a Gardone V.T.<br />
Nato a Gardone V.T. nel 1870 da Lorenzo<br />
e da Maria Pacchetti era rimasto<br />
orfano di padre a nove anni e<br />
pur non avendo terminato la terza<br />
elementare incominciò a lavorare<br />
per guadagnarsi da vivere dato che<br />
vi era la miseria più nera.<br />
Si avvicinò giovanissimo al partito<br />
socialista e ne fu per circa cinquant'anni<br />
un protagonista.<br />
Venne preso ili 9 luglio ed inviato<br />
lontano, ad Ortueri, in Sardegna,<br />
volutamente punito con più rigore.<br />
Ottenuto il permesso di avvicinarsi,<br />
si stabilì con tutta la famiglia,<br />
per tutta la durata della guerra, a<br />
Germanedo di Lecco dove la raccomandazione<br />
di un suo cognato gli<br />
aveva fatto trovare lavoro presso<br />
l'officina meccanica "Bianchi & Cameroni"<br />
di Lecco.<br />
Morì a Gardone, nel 1938, dove<br />
era ritornato ormai in pensione.<br />
Significative testimonianze del<br />
suo esilio sono cinque cartoline postali,<br />
due spedite da Ortueri, due da<br />
Lecco ed una da Gardone, indirizzate<br />
a Simone Beltrami, anch'egli<br />
esiliato, e particolarmente toccanti<br />
sono le parole con le quali si rivolge<br />
all'amico.<br />
"Ortueri (Prov, Cagliari) 25-8-915.<br />
Carissimo Simone. In seguito a corrispondenze<br />
del Leali e di Bertoli, ho<br />
potuto avere tuo preciso indirizzo,<br />
onde con mia compiacenza rivolgerti<br />
le presenti brevi righe, ed assicurarti<br />
che per quanto sia stato esiliato<br />
con maggior rigore lontano, mi trovo<br />
egualmente sano di spirito e di corpo!?.<br />
E tanto meglio da ieri che ho<br />
avuto notizie dal buon Piloni che le<br />
pratiche sono avviate al Ministero e<br />
MRTOLIKA POSTALE ITALlAXA<br />
(CARTE<br />
• ? ?Y<br />
Kb!*<br />
»1 * ' .K ?
\ Ìl ? N Ì 1 4 l ^<br />
«<br />
'H.:»*1!T<br />
J ^ °V\V J ^ 'N<br />
d 5 j sv 3-^ J<br />
-<br />
*°£,<br />
•^yflf^^y- r+p -^V''»^»^^^?
oo<br />
fa jet*; VCE
Oy,^-;^^;!<br />
|iii,!;4^i-|fl<br />
i:-k> -ì^•!...K.V s ^ ^vl-^<br />
-•? -^"X; ^ v--,.s~>^ ..-j«,^<br />
^::^T:l;:fck ft rs<br />
^ ^V-ft- I T x ? i >•• S-<br />
?*$1 7 - l^f *<br />
WMHit^<br />
^....1:^*'!--:<br />
n. . -5\. ,>fc tò" $>• ^ -Vì<br />
r i vt *<br />
^ltl;f;l^r^<br />
;<br />
s ^.<<br />
- 'ft '•' ^: " vT ^ ^<br />
rv-- I- 1*^ 'Ì-\ I ^| * -^<br />
viV',; , s.-:- .% xv, ^.$. - -'^ ^ ± - .|^|s *^' -J -^u - K, , ^<br />
«^l; * ^HJ<br />
i ' * ^<br />
^::l||:Ìfm||^<br />
•T.-|x^Ì t'^vT $--.<br />
^•| :<br />
is^-Kc;*Kr-;»srr"-^ •:;::-r"---r- -r.r.-»- •-•*£••-—>,<br />
?'^m-^-te^*(te:~à±é&~i
"Germanedo (sopra Lecco)<br />
13-6-918<br />
Carissimo Simone. A mezzo di<br />
mia moglie apprendo la ferale notizia<br />
del gravissimo lutto che colpisce<br />
te ed i tuoi diletti figli. Purtroppo caro<br />
Simone non ho parole che valgano<br />
ad esprimerti il mio intimo cordoglio,<br />
e per leni re il grande dolore che<br />
ti colpisce!..<br />
È l'unico caso in cui la rassegnazione<br />
sia doverosa e consigliabile,<br />
non fosse altro per l'affetto e cure<br />
amorose di cui i cari bimbi hanno<br />
maggior bisogno in mancanza di<br />
quello perduto!.. Coraggio quindi<br />
caro Simone è l'unica parola di fede<br />
e di conforto che sinceramente ti<br />
possa inviare un fedele amico che<br />
divide la già troppo dura sorte...<br />
Nel tuo grande cordoglio ti sia<br />
conforto l'affettuoso saluto dell'indimenticabile<br />
amico ANGELO".<br />
Simone Angelico Beltrami, destinatario<br />
di queste cartoline, era il vice<br />
segretario comunale del Comune<br />
di Gardone.<br />
Per la sua alta e robusta mole era<br />
chiamato "Simonu". Nato a Gardone<br />
nel 1877 da Girolamo e da Gattinà<br />
Beretta, fu anche decorato al<br />
valore civile per avere salvato un<br />
operaio che si era impigliato in una<br />
turbina.<br />
Come i suoi compagni fu prelevato<br />
il 19 luglio ed internato prima a<br />
Viareggio e poi a Lovere dove trovò<br />
lavoro, grazie alla raccomandazione<br />
dell'amico architetto Egidio<br />
Dabbeni, presso la ditta "Franchi e<br />
Gregorini".<br />
Rimasto nel frattempo vedovo<br />
con cinque figli, si stabilì definitiva-<br />
mente con tutta la famiglia a Castro<br />
di Lovere; tornò a Gardone solamente<br />
molto più tardi dove, ospite<br />
della figlia Dina, ormai gravemente<br />
ammalato morì nel 1952.<br />
La gravita della situazione patita<br />
dal Beltrami la si può rilevare da uno<br />
scritto inviato all'amico Marco Beretta,<br />
segretario comunale di Gardone.<br />
Lovere 26 marzo 1916<br />
Carissimo Marco, il cognato Giulio,<br />
in occasione della sua venuta, mi<br />
aveva riferito che da tempo le notabilità<br />
di Gardone avevano sotto<br />
scritto una petizione diretta alle<br />
competenti autorità, affinchè mi ridonassero<br />
alla mia famiglia. Sono<br />
stato male informato, perché mi<br />
giunge solo ora la minuta di detta<br />
petizione. Del resto meglio cosi, una<br />
disillusione di meno patita, fra le tante<br />
che ho trangugiate amaramente.<br />
La commedia cosi ha avuto un atto<br />
dimeno, non per questo cessa di essere<br />
meno interessante.<br />
I personaggi sono investiti della<br />
loro parte: chi si affanna a voler<br />
essere degli uomini necessari, chi<br />
vendicativi per cattivo animo, chi<br />
menzogneri per partito preso, chi<br />
nazionalisti colla pelle degli altri, chi<br />
Scarpia di losca ricordanza, e cosi<br />
via per tutti i gusti. E la legge della ragione<br />
sempre si calpesta.<br />
Mi hai fatto pervenire due lettere<br />
ufficiali di pertinenza di S.E. l'on. Da<br />
Como, nelle quali rilevasi di essersi<br />
interessato del mio caso, e suo malgrado,<br />
dopo tanto tempo, non ha<br />
raggiunto lo scopo. E si che non ho<br />
rubato, né fatto la spia, e nemmeno<br />
ho parlato male di Garibaldi!<br />
Perché dunque devono occorrere<br />
dei lunghi mesi per ponderare sul da<br />
farsi? Te la dirò io, caro Marco, la ragione<br />
dell'arbitrio che oggi trionfa<br />
calpestando la legge: è la politica<br />
del giorno che grida il crucifige ad<br />
ogni socialista, vuoi estirpare la mala<br />
pianta a tutti i costi, ma anche i<br />
ciechi lo sanno che è una politica balorda<br />
questa!<br />
Si era agito anche contro diversi<br />
preti, e nella mia peregrinazione ne<br />
ho conosciuti parecchi, ma verso di<br />
essi si è trovato il modo di dimostrare<br />
l'insussistenza dell'accusa e di<br />
salvarli dall'ignominiosa imputazione<br />
di spie e furono senz'altro mandati<br />
in zona delle operazioni, nelle<br />
loro residenze.<br />
Quanto può fare l'ingerenza partigiana!<br />
Stomacato da questa ridicola<br />
commedia, rinuncio a qualsiasi altra<br />
pratica da farsi, in attesa che spuntili<br />
di in cui il buon senso faccia capolino<br />
fra gli uomini. A che prò indirizzare<br />
delle suppliche a certa gente che<br />
non ha cuore, gaudente degli affanni<br />
altrui?<br />
Caro Marco, volevo dirti tante altre<br />
cose, ma smetto, per la tema di<br />
tediarti, voglio solo ripeterti il vecchio<br />
adagio: "II tempo è galantuomo".<br />
Non te ne avrai a male della mia<br />
sfuriata, è uno sfogo dell'intimo dell'amarezza<br />
mia, ma che è I ungi in me<br />
ogni idea di portarti offesa. Cordialmente<br />
ti saluto.<br />
Tuo aff. Simone Beltrami".<br />
A dimostrare il clima che si era<br />
creato in paese vi è una lettera che il<br />
cognato Giuseppe Fausti inviò al<br />
Beltrami in esilio.<br />
"Cognato carissimo<br />
STOZZO 24-3-916<br />
Ti lamenterai del mio silenzio, e<br />
con giusta ragione, ma mi devi perdonare.<br />
Sono diventato mezzo selvaggio,<br />
e potrei dire, che lo sono del<br />
tutto. Ti dico la verità che ho lavorato<br />
molto e in luoghi di molta disciplina,<br />
ma mai come in questo serraglio di<br />
bestie feroci. Guai se ti scappa la<br />
cacca 2 volte, perché sei sicuro che<br />
j
te la fanno pagare con il minimo di<br />
se/ ore d/ mu/fa, per /a pr/ma i/o/fa, e<br />
se uno è recidivo allora processo e<br />
se l'avvocato non è bravo è fucilato!<br />
Perdio che razza d'Italia grande che<br />
vogliono fare! se e/ ammazzano tutti<br />
è inutile ingrandirla.<br />
Il mio lavoro ora va discretamente,<br />
e a forza di difendere la mia squadra<br />
ora cne s/'amo // 60% ma c'è ne<br />
i/o/ufo de//a pazienza a farla capire a<br />
questi imbecilli. S/ guadagnava il<br />
60%ancheprima, ma ce lo rubavano<br />
i sig.i capi, galantuomini dell'arsenale;<br />
l'Arrigo capo primo. Ne avrei tante<br />
da dirti ma te le dirò a cocca, ap-<br />
pena la neve sarà sparita dalla croce<br />
di Pezzo/o, intendo venire anche se<br />
non mi danno il permesso.<br />
La tua salute la credo eccellente,<br />
e ne ho piacere assa/ e la mia è cosi<br />
cosi, i saluti di miei figli e baci e arnvederci<br />
presto, almeno spero.<br />
Tuo cognato Pi (Giuseppe Fausti).<br />
In paese la serie di arresti non fu<br />
malvista solamente dai diretti interessati<br />
e dalle loro famiglie, ma anche<br />
da parecchi cittadini pur di opinioni<br />
politiche diverse. A dimostrare<br />
tale solidarietà vi è una lettera invia-<br />
ta a Beltrami a Viareggio da un militante<br />
alquanto cattolico.<br />
"Egregio e Chiarissimo Signore,<br />
Signor Simone Beltrami.<br />
Divido — toto corde — il di Lei intenso<br />
dolore, e mi solleva l'animo la<br />
cara speranza che la gagliardia dell'animo<br />
suo pari alla grandezza del<br />
Bene compiuto e della vita intemerata<br />
saprà trarre tutto il coraggio necessario<br />
per affrontare con meno<br />
cordoglio l'acerba sorpresa toccatale.<br />
Benché suo avversario politico,<br />
ma amico del vero non dubito della<br />
di Lei innocenza e dei suoi buoni<br />
sentimenti Patriottici, dei quali ne ha<br />
dato secura prova; perciò presto la<br />
giustizia saprà ridonarlo puro ed altiero<br />
alla tranquillità della sua famiglia<br />
la quale vive nella certezza della<br />
sua buona sorte. Coraggio adunque<br />
in questa ansiosa attesa, come di<br />
coraggio ne è piena la sua dolce<br />
famiglia e congiunti.<br />
Meglio vale sventura con innocenza<br />
che diversamente, e le strade<br />
che ci aprono disgrazie, sogliono<br />
sempre avere brevi progressi, anzi<br />
vengono poi coronate da gioie più<br />
ineffabili e costanti. Così sarà di Lei.<br />
Tanto bene compiuto. Tanta cooperazione<br />
indefessa, e tanta carità versata<br />
senza distinzione di persone,<br />
non può liquidarsi per devolver di<br />
tempo, e presto, dalla giustizia ridonato<br />
puro ed intatto al suo Paese,<br />
troverà quelle gioie e quelle soddisfazioni<br />
care, che solo si trovano dopo<br />
la prova di dolorose evenienze.<br />
Per quanto ripeto, suo avversario<br />
politico aggradisca i miei sinceri<br />
sentimenti, e ringraziandola tanto<br />
de//a cortese illustrata inviatami, mi<br />
creda con osservanza.<br />
Devotissimo Egidio De Cursu<br />
Gardone V.T. fì 7-8-1915<br />
Fra i numerosi personaggi accomunati<br />
nella stessa sorte vi furono<br />
anche i fratelli Edoardo e Paolo Taricco.<br />
Nati a Torino, uno nel 1874 e<br />
l'altro nel 1886 da Michele e da Domenica<br />
Benedetto si trasferirono in<br />
seguito con la famiglia a Gardone.<br />
Paolo fu arrestato il 19 luglio ed inviato<br />
a Piedimonte d'Alife in provin-
-^n-^3<br />
&-~l-H; '•f^txi^ //^<br />
oh ^^#-t.
Edoardo Taricco<br />
Gardone nel 1869 da Angelo e da<br />
Ludovica Franzoni fu anche lui preso<br />
il 19 luglio ed inviato prima a Pisa<br />
e poi a Milano. Morì a Gardone nel<br />
1928. Anche lui scrisse spesso a Simone<br />
Beltrajni e fra la sua corrispondenza<br />
leggiamo:<br />
"P/sa 13-9-1915<br />
Caro S/Vnone,<br />
Colla presente ti notifico che frovanc/os/presso<br />
di me le mie figlie, e<br />
che s/ fermeranno fino a giovedì se<br />
desideri qualche cosa, vieni, oppure<br />
fammilo sapere, lo mi trovo di otti-<br />
Paolo Taricco<br />
ma salute ebbi notizie buone del<br />
Sindaco, e del Pilotti, e come spero<br />
pure di te, non so niente del Combini,<br />
il Leali mi ha scritto che sfa bene.<br />
Cordiali saluti il compagno Franzini<br />
Giovanni — Ti fo noto che io ho già<br />
inoltrata la dichiarazione presso //<br />
s/g. Prefetto di Brescia, e se saprò<br />
qualche cosa ti avvertirò. Coraggio,<br />
Ciao"<br />
II Combini nominato da Franzini è<br />
Carlo Combini, nato a Gardone nel<br />
1889 da Andrea e da Elisa Pilotti.<br />
Anche lui arrestato il 19 luglio, fu internato<br />
a Grosseto. Passò in seguito<br />
a Milano e poi a Greco Milanese.<br />
Avviò un piccolo commercio e lì<br />
morì nel 1975 senza mai più tornare<br />
a Gardone, cosa che non avrebbe<br />
mai ritenuta possibile.<br />
Giovanni Maria Franzini detto "Frio"<br />
"Greco Milanese 19 die. 1915"<br />
Caro Simone,<br />
O' una buona notizia da darti. Oggi<br />
abbiamo parlato con Turati per sapere<br />
qualche cosa di certo riguardo<br />
alle promesse di Sa/andrà, e ci ha<br />
detto che presto saremo liberi, non<br />
ci ha detto il giorno preciso, ma ci ha<br />
promesso che forse anche prima<br />
delle feste di Natale. Potremo far ritorno<br />
alle nostre case. Mi sono subi-<br />
CARTOLINA POSTALE<br />
(CARTE BOTTALE D'ITALI;
Ferdinando Damiani<br />
to ricordato di te, e mi son preso l'ardire<br />
di scriverti, dico ardire perché<br />
dopo che ho lasciato passare tanto<br />
tempo senza darti mie notizie da Milano<br />
ora non sapevo come rompere<br />
il ghiaccio. Jo sono a Milano con Pilotti,<br />
col C/ne/// e Belleri. Noi quattro<br />
lavoriamo insieme, ed io prendo 50<br />
cent. l'ora, faccio 10 ore e anche di<br />
più. Anzi proprio di questi giorni, siccome<br />
cominciavo a perdere le speranze<br />
di andare a casa, ho fatto venire<br />
la móglie, e ho messo casa qui.<br />
Però appena sarò libero ho intenzione<br />
di andare subito ancora a Gardone.<br />
Qui con noi c'è anche il Nenna<br />
e fra 2 o tre giorni dovrà andare<br />
soldato, lo hanno messo in fanteria e<br />
10 mandano a Genova.<br />
Mi ha scritto il Leali che si trova in<br />
prima linea, fra il fuoco ed il ghiaccio,<br />
ma che però è di perfetta salute.<br />
11 Taricco è a Sesto San Giovanni e ci<br />
sta volentieri. I compagni di Brescia<br />
si trovano a Torino e guadagnano<br />
circa otto lire al giorno.<br />
Domenica scorsa il Piloni è andato<br />
a trovare il Sindaco e dice che sta<br />
bene, lo sto bene, come spero sarà<br />
di te, e ti dico di farti coraggio che<br />
presto le nostre tribulazioni avranno<br />
fine, e poi potremo tornare al nostro<br />
Gardone baldanzosi e fieri di aver<br />
sofferto, ingiustamente per causa di<br />
nemici occulti, ma colla coscienza e<br />
colla piena sicurezza di aver fatto<br />
sempre e ovunque il nostro dovere<br />
di buon cittadino. Che festa e che<br />
gioia quel giorno che ci potremo abbracciare<br />
tutti, come quella sera a<br />
Viareggio, Ti ricordi, io non mi scorderò<br />
mai, ma senza però dover provare<br />
subito dopo lo sconforto di<br />
vederci nuovamente divisi. Colgo<br />
l'occasione per salutarti fraternamente<br />
anche a nome di C/ne///, Pilotti,<br />
Belleri e Nenna e mia moglie, e<br />
per ringraziarti di cuore di quanto hai<br />
fatto per me a Viareggio. Sperando<br />
vederti presto nuovamente saluti e<br />
coraggio Tuo Compagno di Sventura<br />
Combini Carlo.<br />
Scusami se ti ho dato del tu, ma<br />
ora in queste condizioni ero piacere<br />
coi compagni di sventura parlare<br />
fraternamente. Quando saremo a<br />
Gardone cambierò. Arnvederci ciao.<br />
Cordiali saluti C/ne/// Abele Luigi<br />
arnvederci presto Ciao. Mio indirizzo<br />
Via Libertà 51 Greco Milanese.<br />
Buone Feste. Arnvederci.<br />
Carlo Combini<br />
x ? * J ^T> *<br />
— - -* •** W- ^"*vte<br />
r-^r^r-T^-g^ A - /" ^t—Ss"<br />
—-—V»"h •*i>r ^ »- —^<br />
,N fcW*3—- V. -<br />
j •» ^a.<br />
^ a \ I ^ 'ci. \^ \ ^ -^ * *v ss:' r v<br />
r ? ri ?C ^ V x "•> ^^' "<br />
^v.^v*" ^'^^<br />
^V<br />
N ^rr^l. ? ^ ^ rV ^^vV ^x~ ~ìr> ^-^ r "i 7 ^^'<br />
><br />
;XJ<br />
r. |vv<br />
|,,C^T^^-g^^<br />
^^X-x* v^^g ^ j<br />
-t^-"--^"<br />
v^lL '•• _•<br />
^ --' >,.* ^i. ,V"^\ l Àl>," v 1 ^ ^ ^'----À-^-^<br />
^ ; ^ V^&a J ^ - ^,N , , -XAV^T^-- 7—<br />
- \- »< S ' x * s. - x .> -X ^ -Ff -, ^xt,.7^,'V - cT — ^<br />
vi *'*-- \<br />
, S'v . «> K - _h ."-„ t ?> ", -s^r ". - ^ " " *
Leali Battista (Paolo)<br />
Anche Paolo Battista Leali si tenne<br />
in corrispondenza con Beltrami.<br />
Era nato a Carcina nel 1889 da Giovanni<br />
e da Angela Abbiatico e si era<br />
trasferito a Gardone in qualità di<br />
operaio limatore presso il regio arsenale.<br />
Arrestato il 19 luglio fu inviato<br />
a Colle Val D'Elsa.<br />
Con il passare dei mesi gli venne<br />
a scadere l'esonero militare di cui<br />
godeva quale dipendente del regio<br />
arsenale e fu mandato al fronte.<br />
Morì a Gardone nel 1964.<br />
"Colle Val D'Elsa lì 10-8-1915<br />
Compagno - Finalmente iersera<br />
ho ricevuto notizie da Gardone e<br />
cosi ho potuto avere il suo indirizzo<br />
e quello del sindaco e del Frio.<br />
lo qui non ho ancora trovato lavoro;<br />
spero però di avere una risposta<br />
oggi esauditiva. Qui mi trovo solo; il<br />
Bertoletti di Cogozzo è stato mandato<br />
a Montepulciano. Questo è un<br />
paese bello, e ci sono molti compagni;<br />
è un paese sviluppato; anche<br />
qui hanno tentato di aggredire nella<br />
schiena; però sono molto avveduti e<br />
stanno in guardia.<br />
Qui sono stati al comune per 18<br />
anni; ora è da un anno che hanno<br />
perduto in causa del voto di cretini. Il<br />
Cantamessa di Gardone ha fatto una<br />
grossa mancanza, Cioè ha fatto baracca<br />
per ben 7 giorni, ed è stato<br />
mandato al fronte.<br />
Saluti LP. - Mio indirizzo Colle<br />
Val D'Elsa - locanda Venezia - Prov.<br />
Siena - Leali Paolo<br />
Franzini Angelo presso Signor<br />
Camedda Ortueri - Cagliari - Saluti<br />
ed Auguri - Favorisca sue notizie<br />
Leali Paolo".<br />
"Gamia Ti 1-11-1915<br />
Caro compagno - Impossibilitato<br />
da eventi avversi non ho potuto prima<br />
d'ora scrivere. Ora mi trovo qui.<br />
Spero sempre in bene, e credo<br />
fermamente di superare gli eventi<br />
ed i cimenti. Spero che a tutti vada<br />
bene, e cosi mi auguro che per il bene<br />
dell'umanità tutto finisca presto.<br />
Saluti e auguri Leali B.P."<br />
Molti altri subirono analoghe tribolazioni.<br />
Giovanni Ceriani, originario di<br />
Volterra, era giunto a Ponte Zanano<br />
come esperto di macchine tessili<br />
nella ditta Coduri. Fu arrestato col<br />
secondo gruppo e andò a Milano.<br />
Dopo la fine della guerra ritornò a<br />
Volterra senza più rivenire a Gardone.<br />
Abele Luigi Cinelli, nato aZanano<br />
di Sarezzo nel 1895 da Domenico e<br />
da Giacomina Cassina, fu arrestato<br />
il 19 luglio ed internato a Portoferraio,<br />
andò in seguito a Milano.<br />
Morì a Sarezzo nel 1955.<br />
Saverio Consoli, nato a Gardone<br />
&?H sw-2O$*>^<br />
ilikl
^r^;j|||ÌÌgg,||^<br />
&$é$i$tì#iff' -^''^ ; "<br />
-, " . ^*. - *-<br />
,-;y Compagnia omagna |."' Squadrone<br />
-V ,5&&;^;Lì:^,
Demetrio Contrini<br />
nel 1890 fu arrestato con il secondo<br />
turno. Andò a Milano e poi a Lovere<br />
dove, nel dopoguerra, fu per breve<br />
tempo sindaco. Morì a Lumezzane.<br />
Demetrio Contrini, nato a Gardone<br />
nel 1895 da Luigi e da Maria<br />
Franzini, fu arrestato con il secondo<br />
gruppo e andò a Milano. In seguito<br />
fu chiamato alle armi e dopo la<br />
guerra Si impiegò presso la ditta<br />
Breda di Brescia dove in poco tempo<br />
divenne un tecnico stimato. Morì<br />
a Brescia nel 1971.<br />
Ferdinando Damiani nacque a<br />
Gardone nel 1891 e vi morì nel 1941.<br />
Fu internato con il secondo gruppo<br />
e andò a Milano dove lavorò presso<br />
la Società Ossigeno.<br />
Dopo la guerra venne assunto<br />
dalla ditta Beretta come lucidatore<br />
di legni.<br />
Fabrizio Filetti, nato a Castiglione<br />
delle Stiviere nel 1872 da Elia e da<br />
Pierina Biancardi, fu arrestato il 19<br />
luglio ed internato a Bibbiena, in se-<br />
guito andò a Milano. Morì a Gardone<br />
nel 1931.<br />
Parole toccanti e piene di amarezza<br />
sono quelle che scrive a Simone<br />
Beltrami, AndreaZambonardi<br />
soprannominato Nicotera. Nato a<br />
Gardone nel 1875 da Giuseppe e da<br />
Annamaria Piccinardi vi morì nel<br />
1924. Non fu arrestato perché ammalato<br />
e così tenne i contatti con<br />
tutti i compagni. Sposò Maria Rinaldini<br />
e dal loro matrimonio nacque<br />
un unico figlio, Giuseppe (1902-<br />
1968). Questi, durante la seconda<br />
guerra mondiale, salvò i libri della<br />
Biblioteca Comunale di Gardone<br />
nascondendoli in un magazzino del<br />
"Banco nazionale di prova" dóve<br />
lavorava quale funzionario.<br />
"Gardone V.T. 20-12-1915<br />
Caro Simone - colgo l'occasione<br />
per mandarti i miei più caldi saluti,<br />
spiacente non poter fare una scappata<br />
a salutare l'amico carissimo,<br />
ma siccome sono a casa ammalato<br />
d'influenza con una febbricciattola<br />
maledetta, ma che però scompare,<br />
temerei d'aggravarmi, molto più che<br />
oggi qui a Gardone ce ne sono molti<br />
ammalati e temo con questo t'assicuro<br />
però verrò a Lovere, dove dovevi<br />
andare molto ma molto prima e<br />
non ascoltare le lusinghe e le promesse<br />
di certuni che purtroppo temo<br />
ti diano ad intendere che fanno<br />
qui che fanno fi, se sapesti invece<br />
che famosi volponi sono ma tu non<br />
puoi capirlo perché sei troppo buono<br />
e come mi scrivesti vedevi gli uomini<br />
più buoni, invece caro mio aveva<br />
ragione il Giornale il Cittadino il<br />
quale diceva che facevano come i
coccodrilli che piangono dopo aver<br />
mangiato i loro nati. Se vedevi come<br />
erano contenti certi figuri dopo il vostro<br />
internamento, a certuni però<br />
rincrebbe ch'io fossi ammalato e<br />
così fossi lasciato a casa, figurati<br />
che il Maresciallo venne una volta allo<br />
stabilimento, e non c'ero poiché<br />
ero a casa, e due volte a casa, una<br />
volta mi trovò a letto, la seconda vedendomi<br />
realmente ammalato mi lasciò<br />
in pace, ma avrei preferito la<br />
sorte dei miei compagni poiché le<br />
colpe erano le stesse, e due giorni<br />
dopo glielo dissi in Municipio al<br />
Maresciallo.<br />
Purtroppo eravamo circondati da<br />
una fitta rete di spie, molti che vedevamo<br />
amici, se non di fede, erano<br />
dei giuda poiphé inventavano persinò<br />
cose non vere, ed hanno approfittato<br />
del momento per vibrarci il famoso<br />
colpo. Ora però incomincia la<br />
metamorfosi e si incomincia a compassionare<br />
gli internati, a dire che<br />
non è vero niente di quello che si<br />
diceva, (Vi sono però di quelli che<br />
dicono che ve ne sarebbero stati de-<br />
Achille Arnaboldi<br />
gli altri da internare) fanno auguri<br />
perché presto ritornino, capisci i vigliacchi<br />
e si è persine saputo che vi<br />
erano individui che ancor molto<br />
tempo prima sapevano del provvedimento,<br />
io che non dubitavo di nulla,<br />
ti dico la verità che quel giorno fu<br />
come un fulmine a del sereno.<br />
La conclusione è questa, di metterci<br />
d'animo tranquillo, noi sappiamo<br />
d'aver agito sempre bene come<br />
cittadini e come italiani, quindi abbiamo<br />
la coscienza tranquilla, e vedrai<br />
che un giorno lo riconosceranno,<br />
la verità come diceva Zola se fa<br />
anche male verrà a galla, e tutto il<br />
proletariato di Gardone non attende<br />
che quel giorno, per esternarci la<br />
sua fiducia, procura dunque di rimanere<br />
calmo pensando che la più bella<br />
soddisfazione è quella di avere<br />
agito bene e che domani, dovranno<br />
esser i nemici nostri che svoltano lo<br />
sguardo per non arrossire. Dunque<br />
sempre allegro e presto arnvederci<br />
alla nuova dimora.<br />
Cordiali saluti Andrea.<br />
Non essere così ingenuo di credere<br />
alle promesse e alle moine dei<br />
volponi che più sopra ti dissi, ti dico<br />
io che ho potuto conoscerli bene, ne<br />
parleremo, ciao"<br />
Ho lasciato per ultimi i fratelli Arnaboldi<br />
nati a Gardone da Vittorio e<br />
da Cecilia Cominazzi.<br />
Il più giovane, Enrico, del 1901,<br />
andò a Roma; il più vecchio, Achille,<br />
del 1886, si trasferì a Brescia dove '<br />
gestì una compagnia di assicurazioni<br />
e Guglielmo, del 1889, che fu<br />
arrestato con il secondo gruppo.<br />
Mandato a Milano fu poi chiamato<br />
alle armi. Alla fine della guerra
Gugliemo Arnaboldi<br />
seguì a Roma il fratello e lì morì nel<br />
1974. Nella capitale si impiegò<br />
presso la ditta Breda divenendo, in<br />
breve tempo, un tecnico apprezzato.<br />
A Roma rjschiò anche di essere<br />
uno dei fucilati delle fosse Ardeatine.<br />
Guglielmo, che con il fratello<br />
Achille è sepolto a Gardone V.T., in<br />
un momento di nostalgia aveva<br />
scritto una bellissima poesia dedicata<br />
alla sua Valle ed il ritornello è<br />
riportato ~ sulla lapide della sua<br />
tomba:<br />
"Vorrei tornar<br />
Su quei sentieri<br />
Carico d'anni e<br />
Di nostalgia, nella<br />
Pace sognar e<br />
Riveder i sacri<br />
Lochi della<br />
Infanzia mia"<br />
G.G. Arnaboldi<br />
Dopo la prima guerra, coloro che<br />
non avevano pagato prima la loro<br />
ideologia, dovettero lottare contro il<br />
fascismo che dilagava e così molti,<br />
sull'esempio degli Arnaboldi, per<br />
sfuggire alle aggressioni delle<br />
squadre dei picchiatori, se ne andarono<br />
da Gardone. Fra i tanti che<br />
lasciarono frettolosamente la Valle<br />
Trompia vi furono anche i fratelli<br />
Giuseppe e Giovanni Cristini.<br />
Alcuni non fecero più ritorno ed è<br />
per questa ragione che di tanti personaggi<br />
si sono perse le tracce.<br />
Questi umanitari socialisti avevano<br />
fatto del socialismo una religione<br />
di vita tanto da concepire anche<br />
un "Gesù socialista". La loro<br />
ideologia era sintetizzata molto bene<br />
nel motto: "PER LA LIBERA SPE-<br />
RANZA - DI UNA SERENA PACE -<br />
PER UN AMORE FELICE".<br />
Fedeli alle loro convinzioni, coinvolsero<br />
nella lotta anche le famiglie<br />
e per dimostrare a tutti le proprie<br />
idee, arrivarono a dare ai figli i nomi<br />
IL GESÙ SOCIALISTA<br />
LA NATURA HA STABILITO LA COMUNANZA<br />
DEI BENI<br />
L'USURPAZIONE HA PRODOTTO LA<br />
PROPRIETÀ PRIVATA<br />
più rappresentativi. Edoardo Taricco,<br />
rifacendosi al motto chiamò Libera<br />
e Serena le sue due femmine e<br />
Amore il maschio.<br />
Unico forse nella storia è il caso<br />
di Lattanzio Daffini, chiamato Tancio,<br />
di professione batterista<br />
armaiolo, che aveva dato il nome di<br />
Libero al suo primogenito, Libera<br />
alla figlia ed ancora Libero all'ultimo<br />
nato, pur contro la volontà sia dell'ufficio<br />
dell'anagrafe, sia della<br />
canonica di Inzino.<br />
Singolare è anche il caso del sindaco<br />
Angelo Franzini che, sposato<br />
con Maria Angela Girelli e avuti ben<br />
otto figli, ne chiamò una Oddina, (da<br />
Oddino Morgari), una Marsina, da<br />
Carlo Marx e un suo figlio Lassalle,<br />
che poi è il cognome di Ferdinando<br />
Lassalle, insigne teorico e pensatore<br />
socialista tedesco del secolo<br />
scorso.<br />
Del resto l'esempio di chiamare i<br />
figli con il cognome di uomini famosi<br />
lo ebbero dai grandi: Giuseppe<br />
Garibaldi, sposato in America con<br />
Anita De Ribeiro, diede al suo primo<br />
figlio il nome di Menotti che poi era il<br />
cognome di Ciro Menotti, insigne<br />
patriota modenese del Risorgimento.<br />
Senz'altro questi uomini avevano<br />
attinto i loro sentimenti di libertà dal<br />
recente mondo garibaldino, i cui<br />
desideri di unità si poterono ritenere<br />
soddisfatti solo con l'annessione<br />
di Trento e Trieste dopo il primo<br />
conflitto mondiale e ricavarono i loro<br />
pensieri dalle ideologie di alcuni<br />
protagonisti del risorgimento di<br />
chiara matrice socialista.<br />
Lo stesso sindaco Angelo Franzini<br />
scrisse con semplici parole nel<br />
Giovanni Cristini<br />
suo testamento che l'ispiratore di<br />
tutta la sua opera fu colui che egli<br />
considerava il suo grande maestro<br />
"Edmondo De Amicis".<br />
Simone Beltrami invece, in una<br />
accorata lettera, dalle carceri, alla<br />
moglie, diceva che non gli erano<br />
mai venuti meno gli insegnamenti di<br />
chi riteneva suo grande maestro:<br />
Giuseppe Cesare Abba.<br />
Andrea Zambonardi aveva assunto<br />
il soprannome di Nicotera per<br />
distinguersi da un altro Andrea<br />
Antonio Selva
Zambonardi, suo coetaneo, di<br />
professione idraulico e chiamato<br />
"Ganassa", ma soprattutto perché<br />
era un grande ammiratore del foco-<br />
so garibaldino Francesco Nicotera<br />
che in un secondo tempo divenne<br />
anche deputato e Ministro del Regno<br />
d'Italia.<br />
Da allora sono passati settantacinque anni, eventi ed esperienze tremende ed<br />
imprevedibili hanno sconvolto la situazione politico-sociale nella quale i<br />
nostri protagonisti operarono.<br />
Il concetto di Libertà tanto auspicato dai nostri predecessori ha assunto ai<br />
giorni nostri nuovi significati, nuovi aspetti che coinvolgono tutti singolarmente.<br />
Perché esso rimanga essenza vitale per la società odierna urge formulare<br />
e garantire precise forme disciplinari relative alle esigenze attuali di vita, così<br />
da assicurare una ordinata, armoniosa e pacifica convivenza per tutti.<br />
È a questo indeclinabile traguardo che è affidato l'avvenire dei nostri figli.<br />
INDICE DEI NOMI<br />
ABBA GIUSEPPE CESARE - garibaldino dei Mille - scrittore<br />
ABBIATICO ANGELA - madre di Paolo Battista Leali<br />
AIMONE GRAZIELLA - professoressa<br />
AIMONE LUIGI - medico condotto di Gardone V.T.<br />
ALAMANNI LUIGI - scuola di Firenze<br />
ARDOVINI LUIGI - padre di Silvio<br />
ARDOVINI SILVIO - internato politico<br />
ARNABOLDI ACHILLE - militante socialista<br />
ARNABOLDI ENRICO - militante socialista<br />
ARNABOLDI GU<strong>GLI</strong>ELMO - internato politico<br />
ARNABOLDI VITTORIO - padre dei fratelli Arnaboldi<br />
BAGOZZI ANGELA - madre di Cirillo Mensi<br />
BARZILAI SALVATORE - deputato<br />
BELLERI AMILCARE - figlio di Lorenzo<br />
BELLERI BENVENUTO - figlio di Lorenzo<br />
BELLERI GIUSEPPE - padre di Lorenzo<br />
BELLERI LORENZO - chiamato "Lorenz de la Bionda" - internato politico<br />
BELLERI SPARTACO - figlio di Lorenzo<br />
BELTRAMI DINA - figlia di Simone<br />
BELTRAMI GIROLAMO - padre di Simone<br />
BELTRAMI SIMONE - chiamato "Simonu" - internato politico<br />
BENEDETTO DOMENICA - madre di Edoardo e Paolo Taricco<br />
BERETTA GATTINÀ - madre di Simone Beltrami<br />
BERETTA PIETRO - industriale<br />
BERETTA MARCO - segretario comunale<br />
BERETTA TOMMASO - avvocato<br />
BERTOLETTI GIOVANNI - padre di Paolo<br />
BERTOLETTI PAOLO - internato politico<br />
BERTOLI GIUSEPPE - segretario della Camera del Lavoro<br />
BETTELLI SANTA - madre di Giuseppe Prati<br />
BEVILACQUA FRANCESCO - storico - autore del presente libretto<br />
BIANCARDI PIERINA - madre di Fabrizio Pilotti<br />
BIANCHI & CAMERONI - officina meccanica di Lecco<br />
BONARDI CARLO - senatore<br />
BONARDI ITALO - deputato<br />
BONICELLI GIACOMO - deputato<br />
BORONI DOMENICO - chiamato "Pitela" - militante socialista
BORSI LUCIA - madre di Lorenzo Belleri<br />
BREDA - officine meccaniche di Brescia e di Roma<br />
BUFFOLI GIUSEPPE - chiamato "Tutina" - militante socialista<br />
CAMEDDA GIUSEPPE - famiglia di Ortueri che ospitò il sindaco Franzini<br />
CANTAMESSA - soprannome della famiglia Moretta<br />
CASSINA GIACOMINA - madre di Abele Luigi Cinelli<br />
CERIANI GIOVANNI - internato politico<br />
CICCOTTI FRANCESCO - giornalista<br />
CINELLI ABELE LUIGI - internato politico<br />
CINELLI DOMENICO - padre di Abele Luigi<br />
GIRELLI MARIA ANGELA - moglie di Franzini Angelo detto "Bocela"<br />
CODURI FERMO - industriale<br />
COMBINI ANDREA - padre di Carlo<br />
COMBINI CARLO - internato politico<br />
COMINAZZI CECILIA - madre dei fratelli Arnaboldi<br />
CONSOLI SAVERIO - internato politico<br />
CONTARELLI LUISA - madre di Ardicelo Donegani<br />
CONTRINI DEMETRIO - internato politico<br />
CONTRINI LUIGI - padre di Demetrio<br />
CORNIANI GIULIANO - deputato<br />
COTELLI SORTOLO - vice sindaco di Gardone<br />
CRISTINI GIOVANNI - militante socialista<br />
CRISTINI GIUSEPPE - militante socialista<br />
CUZZETTI FRANCESCO - avvocato<br />
DABBENI EGIDIO - architetto<br />
DA COMO UGO - senatore<br />
DAFFINI GIOVANBATTISTA - maestro<br />
DAFFINi LATTANZIO - chiamato "Tancio" - artigiano - militante socialista<br />
DAFFINI LIBERA - figlia di Lattanzio<br />
DAFFINI LIBERO - figlio di Lattanzio<br />
DAFFINI LIBERO - figlio di Lattanzio<br />
DAMIANI FERDINANDO - internato politico<br />
DE AMICIS EDMONDO - scrittore<br />
DE CURSU EGIDIO - militante cattolico<br />
DEFENDENTE ANGELO - padre di Fonzago<br />
DEFENDENTE FONZAGO - internato politico<br />
DE RIBEIRO ANITA - moglie del generale Giuseppe Garibaldi<br />
DIAZ ARMANDO - generale - Duca della Vittoria<br />
DONEGANI ANGELO - padre di Ardiccio<br />
DONEGANI ARDICCIO - internato politico<br />
DUCHESSA DI HOHENBERG - moglie dell'Arciduca Ferdinando<br />
ENTRATA GIORGIO - assessore Cultura alla Comunità Montana<br />
PACCHETTI MARIA - madre di Franzini Angelo<br />
FAUSTI GIULIO - cognato di Simone Beltrami<br />
FAUSTI GIUSEPPE - "Pi" - cognato di Simone Beltrami<br />
FRANCESCO FERDINANDO D'AUSTRIA - Arciduca d'Austria<br />
FRANCHI E GREGORINI - fonderia di Lovere<br />
FRANZINI ANGELO - padre di Giovanni Maria detto "Frio"<br />
FRANZINI ANGELO - chiamato "Bocela" - internato politico<br />
FRANZINI GIOVANNI MARIA - chiamato "Frio" - internato politico<br />
FRANZINI LASSALLE - figlio di Angelo Franzini detto "Bocela"<br />
FRANZINI LORENZO - padre di Angelo Franzini detto "Bocela"<br />
FRANZINI MARIA - madre di Contrini Demetrio<br />
FRANZINI MARSINA - figlia di Angelo Franzini detto "Bocela"<br />
FRANZINI ODDINA - figlia di Angelo Franzini detto "Bocela"<br />
FRANZONI LUDOVICA - madre di Giovanni Maria Franzini detto "Frio"<br />
GARIBALDI GIUSEPPE - generale<br />
GARIBALDI MENOTTI - figlio del generale Garibaldi<br />
GASPARINI PIETRO ANGELO - assessore all'Istruzione del Comune di Gardone<br />
GAZZA ADELE - madre di Silvio Ardovini<br />
GHERARDI IRÒ - militante socialista<br />
GUERINI DOMENICA STELLA - moglie di Lorenzo Belleri<br />
IL CITTADINO - quotidiano cattolico di Brescia<br />
LAVANTI - quotidiano socialista nazionale<br />
LASSALLE FERDINANDO - teorico socialista tedesco<br />
LEALI GIOVANNI - padre di Paolo Battista<br />
LEALI PAOLO BATTISTA - internato politico<br />
LONGINOTTI GIOVANNI MARIA - deputato<br />
MARX CARLO - filosofo<br />
MASSARI ANGELO - sindaco di Villa Cogozzo<br />
MENOTTI CIRO - patriota italiano del risorgimento<br />
MENSI ANTONIO - padre di Cirillo<br />
MENSI CIRILLO - militante socialista<br />
MYLIUS FEDERICO - cotonificio<br />
MONTINI GIORGIO - deputato<br />
MORANDINI LORENZINA - madre di Fonzago Defendente<br />
MORGARI ODDINO - deputato<br />
MUCCIACCIA ANNUNCIATA - madre di Giovanni Nenna.<br />
NENNA ANTONIO - padre di Giovanni<br />
NENNA GIOVANNI - internato politico<br />
NICOTERA FRANCESCO - deputato<br />
PAROLI ÈRCOLE - avvocato<br />
PICCINARDI ANNA MARIA - madre di Andrea Zambonardi chiamato "Nicotera"<br />
PILOTTI ELIA - padre di Fabrizio<br />
PILOTTI ELISA - madre di Carlo Combini<br />
PILOTTI FABRIZIO - internato politico<br />
PORTA GIANFRANCO - professore<br />
PRATI GIUSEPPE - internato politico<br />
PRATI PIETRO - padre di Giuseppe<br />
REDAELLI GIUSEPPE - industriale<br />
RINALDINI MARIA - moglie di Andrea Zambonardi chiamato "Nicotera"<br />
SALANDRA ANTONIO - statista
SALVINELLI GIUSEPPE - sindaco di Gardone<br />
SELVA ANTONIO - sindaco di Gardone<br />
TARICCO AMORE - figlio di Edoardo<br />
TARICCO EDOARDO - internato politico<br />
TARICCO LIBERA - figlia di Edoardo<br />
TARICCO MICHELE - padre di Edoardo e Paolo<br />
TARICCO PAOLO - internato politico<br />
TARICCO SERENA - figlia di Edoardo<br />
TOETTI CAROLINA - madre di Paolo Bertoletti<br />
TOGNOLI ALBERTO - fotografo<br />
TREVES CLAUDIO - deputato<br />
TURATI FILIPPO - deputato<br />
ZAMBONARDI ANDREA - chiamato "Ganassa" - idraulico<br />
ZAMBONARDI ANDREA - chiamato "Nicotera" - militante socialista<br />
ZAMBONARDI GIUSEPPE - padre di Andrea Zambonardi detto "Nicotera"<br />
ZAMBONARDI GIUSEPPE - figlio di Andrea detto "Nicotera"<br />
ZAMBONI ENZO - Delegato allo sport ed ai problemi dei giovani di Gardone<br />
ZOLA EMILIO - scrittore<br />
FOTOGRAFIE di ALBERTO TOGNOLI