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zioni pubbliche di come il simulatore sia in<br />

grado di elaborare i piani preventivi per la<br />

migliore distribuzione e gestione <strong>del</strong>le risorse<br />

di soccorso. Gli operatori hanno potuto<br />

scegliere la sede <strong>del</strong>l’esercitazione su<br />

una grande mappa computerizzata <strong>del</strong>la<br />

città di Roma, che è stata presa come base<br />

<strong>del</strong> piano di esercitazione data l’elevata<br />

componente italiana nel consorzio. Sulla<br />

pianta <strong>del</strong>la città presentata con struttura<br />

tridimensionale, gli esperti hanno messo<br />

alla prova il simulatore, definendo la sede<br />

di un’esplosione, dislocando i mezzi di soccorso,<br />

predefinendo gli ospedali ai quali trasportare<br />

i feriti e soprattutto le “dottrine”<br />

operative <strong>del</strong> soccorso. “Per esempio sul<br />

luogo <strong>del</strong> disastro, ha spiegato il prof. Gui,<br />

può essere applicata la dottrina tradizionale<br />

<strong>del</strong> cosiddetto ‘posto medico avanzato<br />

- PMA’ dove i feriti ricevono le primissime<br />

cure mediche per stabilizzare le funzioni<br />

vitali e poi vengono trasferiti in ambulanza<br />

o in elicottero negli ospedali. Diversamente,<br />

si può decidere di avviarli immediatamente<br />

all’ospedale, omettendo il<br />

trattamento sul campo per non correre il rischio<br />

di una seconda esplosione quando si<br />

tratta di attentati (dottrina <strong>del</strong>lo Scoopand-Run)”.<br />

Altre importanti scelte sono<br />

quelle <strong>del</strong>la priorità da assegnare al singolo<br />

ferito per il trasporto in ambulanza, e in<br />

quale modo distribuire i feriti tra gli ospedali<br />

<strong>del</strong>la zona, che nel caso <strong>del</strong>la esercitazione<br />

sono stati i D.E.A. (Dipartimenti di<br />

Emergenza) di I e II livello presenti nell’area<br />

di Roma. Il simulatore ha innanzitutto “creato”<br />

una serie di 350 “feriti”, ciascuno con<br />

lesioni compatibili con il tipo di incidente<br />

(esplosione), la maggior parte non gravi (i<br />

cosiddetti codici verdi, che sono largamente<br />

prevalenti in ogni tipo di disastro), ma altri<br />

con lesioni incompatibili con la sopravvivenza<br />

se non curati in pochi minuti o ore<br />

(codici neri e rossi), altri ancora meno critici<br />

(gialli). Ciascun ferito viene seguito dal<br />

simulatore in tutto il percorso <strong>del</strong> soccorso,<br />

“aggravandolo” o “migliorandolo” in relazione<br />

alla tempestività e correttezza <strong>del</strong>le<br />

cure prestate. “Al termine <strong>del</strong> processo,<br />

ha aggiunto il prof. Gui, il simulatore ha<br />

calcolato il numero dei decessi e mostrato<br />

in maniera grafica i pregi e i difetti <strong>del</strong>le diverse<br />

soluzioni organizzative, identificando<br />

i colli di bottiglia <strong>del</strong> flusso <strong>del</strong>le attività<br />

di soccorso e proponendo una soluzione<br />

ottimale”.<br />

I sistemi di simulazione sono strumenti oggi<br />

utilizzati in numerosi settori <strong>del</strong>la vita civile,<br />

industriale e militare, dove devono essere<br />

prese decisioni critiche sulla base di<br />

esperimenti, che non possono essere realizzati<br />

nella realtà e che devono quindi essere<br />

simulati. Anche in Italia nell’ambito dei<br />

sistemi sanitari si vanno diffondendo anche<br />

a giovamento <strong>del</strong>l’attività <strong>del</strong> 118, <strong>del</strong>la<br />

Protezione Civile, dei Vigili <strong>del</strong> Fuoco, <strong>del</strong>le<br />

Forze <strong>del</strong>l’Ordine e <strong>del</strong>l’Esercito, nonché<br />

dei manager sanitari.<br />

La mappa computerizzata <strong>del</strong>la città di Roma<br />

presa come base di piano <strong>del</strong>l’esercitazione<br />

dal simulatore.<br />

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