TOSCA - Il giornale dei Grandi Eventi
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<strong>Il</strong> Giornale <strong>dei</strong> <strong>Grandi</strong> <strong>Eventi</strong><br />
Già nel XII secolo le<br />
Terme furono cava<br />
di materiali<br />
per la decorazione di<br />
chiese e palazzi: tre capitelli<br />
con le aquile e i fulmini,<br />
simboli di Zeus,<br />
provenienti dalla palestra<br />
orientale, furono riadattati<br />
nel Duomo di Pisa.<br />
La stessa sorte subirono<br />
otto capitelli con<br />
Iside, Serapide e Arpocrate<br />
provenienti dalle<br />
biblioteche e riutilizzati<br />
nella Chiesa di S. Maria<br />
in Trastevere.<br />
Un momento di rinnova-<br />
to interesse per le Terme<br />
fu quello degli scavi di<br />
Paolo III Farnese per la<br />
costruzione del suo nuovo<br />
palazzo. Nel 1545-<br />
1547 grandi statue e<br />
gruppi colossali furono<br />
rinvenuti all’”Antoniana”:<br />
e grande sensazione<br />
provocò il ritrovamento,<br />
nella palestra<br />
orientale, del Toro Farnese,<br />
il famoso gruppo<br />
colossale ricavato da un<br />
unico blocco di marmo,<br />
nel quale è rappresentato<br />
il supplizio di Dirce<br />
legata al toro da Anfione<br />
e Zeto per<br />
vendicare i<br />
torti da lei<br />
arrecati alla<br />
madre Antiope,<br />
che assiste<br />
alla scena.<br />
Date le proporzionicolossali,<br />
il<br />
gruppo venne<br />
collocato<br />
nel cortile di<br />
Palazzo Farnese<br />
che affacciava<br />
su<br />
via Giulia e<br />
non è chiaro<br />
Tosca<br />
Piccola guida per capire il monumento<br />
La maestosa perfezione delle Terme di Caracalla<br />
Lo spettatore che alza<br />
gli occhi dal palco<br />
verso la straordinaria<br />
quinta antica, è immediatamente<br />
colpito da<br />
due enormi pilastri dalle<br />
pareti curve, che sono le<br />
vestigia del caldarium, il<br />
cuore delle Terme di Caracalla.<br />
Ciò che si vede da questa<br />
prospettiva è il retro delle<br />
Terme, mentre la facciata<br />
principale guarda verso<br />
Viale delle Terme di Caracalla.<br />
<strong>Il</strong> caldarium, la parte più<br />
calda delle terme, era una<br />
grande sala circolare del<br />
diametro di 36 metri, coperta<br />
da una cupola sostenuta<br />
da otto pilastri<br />
(due di essi sono quelli visibili)<br />
era riscaldato da<br />
una serie di enormi fornaci<br />
che esistono ancora nel<br />
sottosuolo ed illuminato<br />
da ampie finestre. Essen-<br />
Divenute nel XV e XVI secolo una miniera inesauribile<br />
I mille capolavori ritrovati in queste Terme<br />
Sopra: <strong>Il</strong> Toro Farnese. A destra: L’Ercole Farnese.<br />
do rivolto a Sud-Ovest, riceveva<br />
luce e calore dall’esterno<br />
per tutto il giorno.<br />
Al centro della sala<br />
c’era una grande vasca<br />
circolare con<br />
acqua calda.<br />
Sei vasche più<br />
piccole erano<br />
inserite tra i<br />
piloni.<br />
Da questa sala<br />
si accedeva al<br />
tepidarium,<br />
l’ambiente retrostante,<br />
più<br />
piccolo, con<br />
due vasche ed<br />
un’atmosfera<br />
temperata. Quindi, ci si<br />
trasferiva nel cosiddetto<br />
frigidarium, una enorme<br />
sala a pianta basilicale,<br />
coperta da tre volte a crociera<br />
e pavimentata con<br />
lastroni di marmo colorato<br />
(opus sectile), che costituiva<br />
il cuore di tutto l’e-<br />
dificio. Infine, parallela al<br />
lungo ed alto muro della<br />
facciata che guarda alla<br />
strada, era disposta la natatio,<br />
la grande piscina<br />
scoperta (m. 50x22) caratterizzata<br />
da un magnifico<br />
prospetto architettonico,<br />
ricco di marmi policromi<br />
con nicchie disposte su<br />
due piani occupate da<br />
statue.<br />
A sinistra ed a destra di<br />
questi ambienti, erano di-<br />
se subì interventi di<br />
adattamento e di trasformazione,<br />
forse in fontana.<br />
Era talmente famoso<br />
che persino il re di Francia<br />
Luigi XIV tentò di acquistarlo<br />
e trasportarlo a<br />
Parigi; comunque il suo<br />
destino non era quello di<br />
rimanere a Roma, perché<br />
nel 1786 fu trasportato a<br />
Napoli, insieme a gran<br />
parte della collezione<br />
Farnese, dote dell’ultima<br />
erede della famiglia, Elisabetta,<br />
andata in sposa<br />
al re di Spagna. Prima<br />
esposto nella Villa Reale<br />
di Chiaia, il Toro fu poi<br />
trasferito nel 1826 nel<br />
Museo Archeologico Nazionale<br />
di Napoli, dove è<br />
tuttora conservato insieme<br />
agli altri capolavori<br />
provenienti dalle stesse<br />
Terme.<br />
Fra questi, da ricordare il<br />
celebre e colossale Ercole<br />
in riposo, proveniente<br />
dal frigidarium, firmato<br />
sul basamento da<br />
Glykon, uno scultore<br />
ateniese attivo all’inizio<br />
del III secolo d.C., la cui<br />
fama è dimostrata dalla<br />
diffusione di copie di<br />
sposti altri locali, tutti comunicanti<br />
tra loro, fra cui<br />
le due grandi palestre<br />
ubicate lungo i lati corti<br />
del complesso, circondate<br />
da portici e<br />
pavimentate a<br />
mosaico; i laconica,<br />
ossia i<br />
bagni turchi,<br />
disposti a sinistra<br />
ed a destra<br />
del caldarium<br />
e distinguibili<br />
dai vani<br />
d’ingresso<br />
obliqui per limitare<br />
la dispersione<br />
di<br />
calore, e gli apodyteria, ovvero<br />
gli spogliatoi.<br />
In realtà, era a quest’ultimi<br />
ambienti che i clienti<br />
dello stabilimento accedevano<br />
tramite i vestibula,<br />
prima di recarsi nel caldarium.<br />
Una alternativa era<br />
quella di recarsi nella<br />
ogni dimensione, da<br />
quella di circa tre<br />
metri ritrovata alle<br />
Terme, fino<br />
a terrecotte<br />
di<br />
poche<br />
centimetri.<br />
Un altro<br />
Ercole<br />
di grandi<br />
dimensioni<br />
fu trovato<br />
nel frigidarium<br />
delle<br />
Terme di Caracalla<br />
, il cosidetto“Ercole<br />
Latino”, dato<br />
per scomparso<br />
e poi riconosciuto<br />
nella<br />
grande statuaconservata<br />
nella<br />
Reggia di Caserta.<br />
Ercole era molto amato<br />
dalla famiglia <strong>dei</strong> Severi<br />
e spesso presente nelle<br />
raffigurazioni delle Terme:<br />
in uno <strong>dei</strong> più famosi<br />
capitelli figurati dell’antichità,<br />
sempre proveniente<br />
dal frigidarium,<br />
infatti, il semidio è rappresentato<br />
in posizione<br />
9<br />
grande piscina scoperta,<br />
senza passare dai bagni.<br />
Tutto il complesso era circondato<br />
da un recinto, la<br />
cui parete è ancora ben<br />
visibile sulla destra nel<br />
percorso dalla biglietteria<br />
verso l’attuale spazio teatrale.<br />
Sul lato posteriore,<br />
alle spalle di questa platea<br />
estiva, si apre una<br />
struttura munita di gradinate,<br />
forse uno stadio<br />
od una cascata d’acqua,<br />
fiancheggiata dalle due<br />
biblioteche (fino ad oggi<br />
si è conservata solo quella<br />
di destra, vicino alla<br />
scalinata che saliva all’Aventino.<br />
Vasti giardini occupavano<br />
lo spazio tra lo stabilimento<br />
termale ed il recinto.<br />
Proprio in questi giardini<br />
sono ora collocati<br />
palcoscenico e platea.<br />
Elena Cagiano de Azevedo<br />
di riposo appoggiato<br />
sulla clava. In tempi diversi<br />
furono recuperati<br />
altri gruppi famosi,<br />
come quello di<br />
Atreo con Tieste,<br />
statue di<br />
Minerva, Venere,<br />
busti di personaggi<br />
della<br />
famiglia imperiale<br />
e numerosi<br />
frammenti architettonici,<br />
fra cui<br />
le vasche ora<br />
nel cortile del<br />
Belvedere in<br />
Vaticano e le<br />
due splendide<br />
di granito<br />
grigio, provenientianch’esse<br />
dal<br />
frigidarium e<br />
riutilizzate<br />
dal Rainaldi<br />
come fontane in Piazza<br />
Farnese. Sempre di granito<br />
era la colonna proveniente<br />
dalla natatio<br />
portata a Firenze nel<br />
1563, dove da Cosimo I<br />
de’ Medici fu eretta in<br />
Piazza S. Trinità, piazza<br />
che ancora la ospita.<br />
Marina Piranomonte