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Incisione e stampa d'arte

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INCISIONE E STAMPA<br />

Dipartimento di Discipline Pittoriche<br />

Materiale per la didattica- PROF.SSA R. GASSISI


<strong>Incisione</strong> e Stampa<br />

Caratteri generali<br />

La xilografia e la linografia<br />

Xilografia su legno di filo<br />

Xilogafia colorata e xilografia a colori<br />

Xilografia su legno di testa<br />

Xilografia moderna<br />

“Le Carceri” Giovan Battista Piranesi


La <strong>stampa</strong><br />

caratteri generali<br />

La tecnica della <strong>stampa</strong> riferita alla figurazione artistica, comprende tre procedimenti fondamentali, che corrispondono grosso modo<br />

ai materiali usati per preparare la matrice: la <strong>stampa</strong> in rilievo, cioè tratta da una matrice incisa in rilievo, per lo più legno<br />

(xilografia);la <strong>stampa</strong> in cavo, da una matrice di metallo incisa in cavo, generalmente il metallo usato è il rame (calcografia); la<br />

<strong>stampa</strong> in piano, da una matrice di pietra (litografia).In tutti i casi l’immagine è ottenuta premendo a mano o a macchina un<br />

foglio di carta contro la matrice inchiostrata. Le stampe ricavate da matrici di legno e di rame sono chiamate anche incisioni, perché<br />

la matrice viene preparata incidendovi l’immagine con strumenti d’acciaio (bulini, punte, coltellini, sgorbie, ecc..), oppure con<br />

l’acido. Invece le impressioni ricavate da matrici di pietra(litografie), pur essendo “stampe” in quanto passano sotto la pressa, non<br />

sono incisioni, perché la matrice viene preparata disegnandovi sopra l’immagine con la matita, con la penna o con il pennello.<br />

L’incisione su rame, invece, la cui diffusione in Germania e in Italia è di qualche decennio posteriore a quella della xilografia<br />

(1430-50), non soltanto raggiunge subito esiti altissimi, ma presenta uno sviluppo pressocchè ininterrotto fino a oggi.


Linografia e<br />

Xilografia<br />

Questo tipo di incisione si basa sulla possibilità<br />

di trarre un disegno da una superficie dura,<br />

scavandola.<br />

Ilmateriale più nobile e antico adoperato è il<br />

legno, ma in tempi recenti si è spesso sostituito<br />

ad esso il Linoleum, prodotto usato<br />

industrialmente per altri usi<br />

(pavimentazione di ambienti) risultava più<br />

morbido e agevole all’intaglio, donde il<br />

termine Linografia.<br />

Questo materiale non permette però le<br />

finezze dell’intaglio del legno pertanto<br />

saranno di seguito trattati gli aspetti tecnici<br />

dell’incisione su legno cioè sulla Xilogafia<br />

che sono largamente comprensivi anche delle<br />

possibilità del linoleum.<br />

Attrezzi da lavoro e intaglio col bulino


Xilografia su legno di filo<br />

La xilografia(dal greco, legno+scrivere) originaria si avvale come matrice di una tavoletta di legno duro (pero, ciliegio, bosso,<br />

ecc…) tagliato nel senso della fibra (legno di filo). Gli strumenti usati per incidere il legno sono un comune coltellino e vari tipi di<br />

sgorbie.<br />

La <strong>stampa</strong> può essere fatta a mano, premendo sulla superficie inchiostrata, un foglio appena umido ponendovi poi sul dorso una<br />

barra rigida come un tagliacarte o qualcosa di simile facendo ben attenzione a non spostare minimamente il foglio.<br />

Intaglio su tavola con sgorbie, inchiostratura e <strong>stampa</strong>


Xilografia su legno di testa<br />

L’incisione in rilievo su matrici lignee conobbe una<br />

nuova fase di espansione alla fine del 700 quando si<br />

cominciò a usare un nuovo tipo di matrice formato da<br />

tasselli di legno (bosso) tagliati trasversalmente alla fibra<br />

(legno di testa) e ben levigati. Il legno di testa più<br />

compatto e più duro di quello di filo, viene di solito inciso<br />

col bulino, strumento usato principalmente per l’incisione<br />

su metallo con risultati appunto affini a quelli dell’incisione<br />

su metallo. Le matrici di legno di testa potevano essere<br />

più grandi di quelle di filo larghe al massimo quanto il<br />

diametro del tronco d’albero. Ernest Ludwig Kirchner:Xilografia(1913)


L’incisione su rame<br />

Caratteri generali<br />

L’incisione diretta della lastra metallica<br />

Bulino<br />

Puntasecca<br />

Mezzotinto o maniera nera<br />

L’incisione indiretta della lastra metallica col mordente<br />

Acquaforte<br />

Acquatinta<br />

Morsura diretta<br />

Punteggiato<br />

Vernice molle<br />

Acquaforte in rilievo; fotoincisione<br />

Giovan Battista Piranesi,Le Carceri (1745)


L’incisione su rame (Caratteri generali)<br />

Nell’incisione su rame l’inchiostro viene fatto entrare nei solchi, cui corrispondono sul foglio i neri, e viene<br />

tolto dalle parti di superficie non incise cui corrispondono i bianchi. Per questo l’incisione su rame è detta<br />

anche “incisione in cavo”.<br />

Le conseguenze di questa inversione di procedimento sono decisive sul piano delle passibilità espressive.<br />

Diversamente nell’incisione su rame, è lo stesso artista che opera sulla lastra, poiché a ogni solco inciso<br />

corrisponde sul foglio un segno.<br />

L’artista incide direttamente l’immagine sulla matrice come se vi disegnasse, soltanto la <strong>stampa</strong> in alcuni<br />

casi era affidata ad un’altra persona (lo <strong>stampa</strong>tore).<br />

Solco dell’acquaforte, (ingrandimento)<br />

La <strong>stampa</strong> dell’acquaforte (1612)


L’incisione<br />

diretta della lastra<br />

metallica<br />

Bulino<br />

Puntasecca<br />

Mezzotinto o maniera nera<br />

G. Sadeler, “Noli me tangere”,<br />

bulino<br />

Marcel Vertès,<br />

(1900),illustrazione per Nanà,<br />

puntasecca<br />

Maniera Nera o Mezzotinto, arnesi,<br />

preparazione con berceaux, effetti sulla<br />

lastra.


Bulino<br />

Il bulino è uno strumento composto da un grosso manico di legno di forma tondeggiante e schiacciata,<br />

fatto per adattarsi al cavo della mano, e di una barretta di acciaio a sezione quadrata, tagliata<br />

obliquamente in punta in modo da ottenere una sezione a forma di losanga più o meno allungata; il<br />

vertice di Questa losanga, detto “becco” incide il metallo. Il bulino viene manovrato più o meno come<br />

uno scalpello, cioè tenendolo quasi parallelo alla lastra e facendo forza con la spalla e il gomito, mentre il<br />

polso rimane bloccato, il segno avrà la forma di una “V”.<br />

L’idea di <strong>stampa</strong>re su un foglio di carta un’immagine partendo da una lastra metallica incisa a bulino<br />

e inchiostrata nasce dall’ambiente degli orefici, che da tempo incidevano disegni su lastre metalliche con<br />

il bulino e ne traevano calchi e prove per conservare i modelli per la bottega.<br />

La punta del bulino…… ….. e i solchi sulla lastra a forma di V


Puntasecca<br />

La lastra di rame può essere incisa direttamente oltre che col bulino anche con la<br />

“puntasecca” un utensile d’acciaio della forma di un ago robusto e a sezione circolare.<br />

La puntasecca viene tenuta in posizione quasi verticale rispetto al piano della lastra<br />

come fosse una matita. La punta più sottile del bulino, graffia la superficie<br />

provocando dei solchi che possono essere anche molto profondi ma mai molto larghi,<br />

sollevando ai lati delle scorie sottili che possono essere eliminate con un raschiatoio. Il<br />

segno risulterà sottile e molto scuro.<br />

Duurer e altri incisori del 500 usarono molto questa tecnica, ma in genere la<br />

puntasecca fu poco apprezzata proprio per l’irregolarità del segno.<br />

<strong>Incisione</strong> a<br />

puntasecca,<br />

punta<br />

e solco con “barbe”


L’incisione indiretta della lastra<br />

metallica col mordente<br />

Acquaforte<br />

Acquatinta<br />

Morsura diretta<br />

Punteggiato<br />

Vernice molla<br />

Acquaforte in rilievo<br />

Giorgio Morandi, Paesaggio, (1929), acquaforte su<br />

rame.


Acquaforte<br />

L’incisione del metallo avviene grazie all’azione chimica di un’acido diluito in<br />

acqua (acido nitrico,cloridrico o percloruro di ferro -1parte di acido e 4<br />

d’acqua)<br />

La superficie della lastra viene ricoperta con uno strato sottile e uniforme di vernice<br />

trasparente (una miscela di cera, bitume e mastice) che vi aderisce perfettamente e<br />

viene annerita col fumo per far risaltare meglio i tratti incisi. Il disegno viene<br />

eseguito graffiando questo strato di vernice protettiva con uno strumento a punta:<br />

dove la vernice è stata asportata dalla punta il metallo rimane scoperto e può essere<br />

intaccato e inciso dall’acido, mentre le parti della lastra ancora coperte dalla<br />

vernice restano integre, le bollicine di gas che si sviluppano nei solchi vanno rimosse<br />

con piume d’oca. Ogni immersione della lastra nell’acido viene chiamata<br />

morsura.<br />

Arnesi da lavoro<br />

Intaglio della vernice<br />

Segni da morsura multipla


Acquatinta<br />

Tra il 1710 e il 1740 l’incisore tedesco Le Blon usa il mezzotinto<br />

per <strong>stampa</strong>re incisioni a colori, tecnica questa volta a ottenere gli stessi<br />

effetti dell’acquarello e dei disegni a penna ripassati con pennello e<br />

inchiosro seppia o nero diluiti.<br />

Ebbe maggiore espansione nel Rococò per far fronte con delle buone<br />

imitazioni a <strong>stampa</strong> all’importante domanda di disegni che veniva dai<br />

collezionisti del tempo.<br />

Il principio fondamentale del procedimento dell’acquatinta consiste<br />

nella granulazione della lastra al fine di ottenere l’impressione di<br />

superfici inchiostrate anziché di linee, ciò avviene indirettamente con<br />

l’acido secondo la tecnica dell’acquaforte.<br />

Preparazione della grana in<br />

cassa con colofonia<br />

Risultato dopo l’incisione


Vernice molle<br />

Anche questo procedimento (che è una variante dell’acquaforte) vuole ottenere gli effetti di un disegno a carboncino o a matita<br />

e anticipa in ciò il disegno litografico. In questo caso la somiglianza con la litografia è così forte che lascerebbe dei dubbi sulla<br />

tecnica usata, se non soccorressero i segni distintivi dell’incisione in cavo.<br />

La lastra viene coperta mediante un rullo con un sottile strato di vernice fluida e collosa (cera, resina e sego) che si distacca al<br />

contatto. Ri applica sulla vernice un foglio di carta molto rugosa e su questa si esegue il disegno. Nei punti in cui la matita (o<br />

il gessetto, o il carboncino) preme la carta, la vernice si stacca e il metallo viene messo a nudo, riproducendo perfettamente la<br />

grana della carta interposta (o di qualsiasi altro materiale tipo stoffa, cuoio, ecc…).Poi si esegue la morsura nel solito modo.<br />

Arnesi da lavoro Applicazione della carta di Risultato dei segni a<br />

riso su fondino di vernice molle matita dopo incisione<br />

con acido


La tecnica della <strong>stampa</strong><br />

Nell’immagine <strong>stampa</strong>ta della figurazione artistica sono compresi tre procedimenti<br />

fondamentali, che corrispondono ai materiali usati per preparare la matrice: la <strong>stampa</strong> in<br />

rilievo,cioè tratta da una matrice incisa in rilievo, per lo più di legno; la <strong>stampa</strong> in cavo, da una<br />

matrice di metallo incisa in cavo (in genere il metallo usato è il rame, da cui il termine<br />

calcografia ); la <strong>stampa</strong> in piano,da una matrice di pietra (litografia).<br />

In ogni caso l’immagine è ottenuta premendo a mano o a macchina un foglio di carta contro la<br />

matrice inchiostrata.<br />

Inchiostratura a rullo su pietra litografica ….e <strong>stampa</strong> finale.


Bisellatura Sgrassaggio Stesura a caldo della vernice<br />

Tamponatura della vernice Annerimento della lasra Laccatura del retro


Preparazione della grana in cassa Risultato dopo la<br />

con bitume giudaico incisione<br />

Preparazione con grana di sale su fondo Risultato dopo<br />

di vernice l’incisione<br />

Goya, capricci n.8<br />

(acquatinta)


Vernice molle<br />

Anche questo procedimento (che è una variante dell’acquaforte) vuole ottenere gli effetti di un disegno a carboncino o a matita<br />

e anticipa in ciò il disegno litografico. In questo caso la somiglianza con la litografia è così forte che lascerebbe dei dubbi sulla<br />

tecnica usata, se non soccorressero i segni distintivi dell’incisione in cavo.<br />

La lastra viene coperta mediante un rullo con un sottile strato di vernice fluida e collosa (cera, resina e sego) che si distacca al<br />

contatto. Ri applica sulla vernice un foglio di carta molto rugosa e su questa si esegue il disegno. Nei punti in cui la matita (o<br />

il gessetto, o il carboncino) preme la carta, la vernice si stacca e il metallo viene messo a nudo, riproducendo perfettamente la<br />

grana della carta interposta (o di qualsiasi altro materiale tipo stoffa, cuoio, ecc…).Poi si esegue la morsura nel solito modo.<br />

Arnesi da lavoro Applicazione della carta di Risultato dei segni a<br />

riso su fondino di vernice molle matita dopo incisione<br />

con acido


La litografia e le altre tecniche grafiche<br />

Litografia<br />

Cliché-verre<br />

Serigrafia<br />

Tecniche della <strong>stampa</strong> a colori<br />

Esecuzione di un disegno su pietra litografica


Litografia<br />

Il procedimento litografico, rivoluzionario sotto il profilo tecnico rispetto ai procedimenti tradizionali dell’incisione in rilievo e<br />

in cavo, rappresenta la naturale conclusione dei tentativi e delle ricerche condotti durante tutto il secolo 18° al fine di<br />

affrancare la <strong>stampa</strong> dai limiti dell’espressione puramente lineare,ad effetti anche pittorici, cioè disegnando direttamente con<br />

la matita, la penna o il pennello sulla superficie piana della pietra litografica.<br />

Alla sua nascita, la litografia venne impiegata proprio per compiti di riproduzione.E la rapidità unita alla economicità del<br />

procedimento (la matrice è pronta da un giorno all’altro; una stessa lastra può essere usata parecchie volte), la possibilità di<br />

abbinare sulla stessa lastra immagine e parola, e soprattutto la possibilità di realizzare tirature pressocchè illimitate, fecero sì che<br />

la diffusione dell’opera artistica potesse essere posseduta da un pubblico più vasto, successivamente l’uso della <strong>stampa</strong> litografica<br />

venne usata come illustrazione nei giornali ottenendo un enorme successo tra la più ampia fascia di popolazione.<br />

Daumier litografia Attrezzi da lavoro E.Delacroix litografia


Levigazione della pietra Disegno<br />

Preparazione con bitume Inchiostrazione Stampa su carta<br />

La matrice litografica è rappresentata dalla pietra calcarea porosa di Solnhofen in Germania, che viene tagliata in lastre<br />

di dimensione variabili, spesse tra i 5 e i 10 cm e pesanti anche parecchie decine di chilogrammi. La lastra di pietra, dato il<br />

forte spessore, può essere reimpiegata, una volta ultimata la tiratura, abbassandone leggermente il livello. La superficie viene<br />

levigata perfettamente, se il disegno è eseguito a penna o col metodo del riporto fotografico; viene strofinata con sabbia e acqua<br />

per renderla rugosa, se si disegna col pennello o con la matita litografica. Per disegnare si usa un materiale grasso, sia sotto<br />

forma di matita o di gessetto sia sotto forma di inchiostro.


Nel procedimento tradizionale di <strong>stampa</strong> la pietra viene collocata sul piano di pressa,<br />

inchiostrata con un rullo e coperta con il foglio da <strong>stampa</strong>re, protetto a sua volta da altri fogli e<br />

da un cartone ingrassato. Pietra e fogli vengono fatti passare alla pressione voluta sotto una<br />

lama di legno con la costa coperta di cuoio. La pressione del torchio a mano schiaccia la<br />

grana della carta e questa differenza di struttura tra la parte impressa più liscia e i margini più<br />

granulosi resta poi ben visibile, specialmente a luce radente.<br />

Levigazione della pietra<br />

Bruno Gandola<br />

litografia (1973)

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