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All’interno<br />
parliamo <strong>di</strong>:<br />
CCR<br />
Caleidoscopio<br />
Interviste<br />
Uscite<br />
Elementari<br />
Libri<br />
Biblioteca<br />
Motori<br />
Conosci <strong>Modena</strong>?<br />
Gara in 2F<br />
Animali<br />
Di tutto un po’<br />
Noi scrittori<br />
Giallo<br />
Se lo sai rispon<strong>di</strong><br />
Intervista<br />
Un occhio sul<br />
mondo<br />
Oroscopo<br />
Polizia postale<br />
Pasqua<br />
Cerchio magico<br />
Giochi<br />
Libro d’arte<br />
Adotta un<br />
monumento<br />
anno ottavo numero 3<br />
aprile 2011<br />
DIRETTORE<br />
RESPONSABILE:<br />
Martina Draghin<br />
(EDIZIONE<br />
CARTACEA)<br />
Greta Fiorini<br />
(EDIZIONE ON LINE)<br />
Ferraris<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre<br />
nonews<br />
2011 -pag 1<br />
no<br />
il giornale delle studentesse e degli studenti delle Ferraris<br />
Uscite, gite, viaggi d’istruzione<br />
L’anno passato abbiamo<br />
partecipato all’iniziativa che<br />
invitava a recarsi a scuola,<br />
senza utilizzare l’auto, nel<br />
periodo primaverile, per<br />
contribuire alla salvaguar<strong>di</strong>a<br />
dell’ambiente e alla messa<br />
in pratica <strong>di</strong> comportamenti<br />
ecologici consapevoli. Per<br />
questo abbiamo vinto la gita,<br />
offerta da Legacoop che si<br />
è svolta nel Parco Naturale<br />
Regionale dei Sassi <strong>di</strong> Rocca<br />
Malatina.<br />
Questo parco è situato nel nostro<br />
Appennino, si estende per circa 1.120<br />
ettari dall’alveo del fiume Panaro, verso<br />
est, fino all’abitato <strong>di</strong> Roccamalatina e<br />
tutela un territorio ricco <strong>di</strong> ambienti<br />
naturali con grande varietà geologica e<br />
morfologica.<br />
Dopo nozioni teoriche per farci conoscere<br />
le tecniche dell’orientamento, la lettura<br />
delle carte topografiche e l’uso della<br />
bussola, ci siamo <strong>di</strong>visi in gruppi e<br />
abbiamo fatto una fantastica caccia al<br />
tesoro in chiave ecologica (ossia: grande<br />
camminata in mezzo ai boschi).<br />
Le tipiche crescentine (dette<br />
erroneamente tigelle) e fragranti<br />
borlenghi hanno placato la nostra fame<br />
da lupi.<br />
La redazione della 2B<br />
I nuovi membri del<br />
Parlamentino<br />
Nei giorni scorsi si soo svolte nelle varie<br />
seconde le elezioni dei nuovi membri del<br />
parlamentino. Questi i nuovi eletti: 2°A<br />
Martina Mantovani – Andrea Cosentino<br />
2°B Alice Carafa – Enrico Mancini<br />
2°C Eleonora Guidotti – Matteo Pellegrini<br />
2°D Mariam El Fath – Walter De Rosa<br />
2°E Alessandra Liguori – Gabriele Silvestri<br />
2°F Stella Sincovich – Enrico<br />
Santomassimo<br />
2°G Alice Marucci – Vincenzo Busciglio<br />
2°H Nour Aboumerhi – Gabriele Messori<br />
2°Q Giada Vaccari - Emilio Ruini<br />
anche sul web: http://scuole.monet.modena.it/ferraris/<br />
anno 8 n.3<br />
aprile 2011<br />
Il mio pensiero sull’immigrazione<br />
In questi giorni per televisione, fanno vedere gli sbarchi <strong>di</strong> persone<br />
(uomini, donne e bambini) che giungono in Italia fuggendo dai loro<br />
paesi molto poveri. Noi pochissime volte pensiamo alla vita che<br />
fanno i veri poveri del mondo, con la morte sempre <strong>di</strong>etro all‘angolo<br />
per via della fame, delle malattie o delle guerre. Per loro non basta<br />
una preghierina alla sera prima <strong>di</strong> addormentarci, a loro servono<br />
solidarietà, amicizia, lavoro. Noi italiani a volte li accogliamo, li curiamo<br />
e <strong>di</strong>amo loro un luogo per poter sopravvivere, però non sempre loro<br />
si comportano correttamente. Alcuni, infatti, arrivano illegalmente<br />
e vengono chiamati clandestini. A me fanno molta pena quei poveri,<br />
piccoli bambini in braccio alla loro mamma, e se li guar<strong>di</strong> attentamente<br />
vedrai quei bellissimi occhioni neri ma molto tristi. Sono occhi <strong>di</strong> bimbi<br />
impauriti, denutriti, assetati, <strong>di</strong> bimbi che non hanno nulla, se non la<br />
loro mamma che li stringe forte.<br />
Mattia Preti – 2°F<br />
Parlamentino, CCR, Giornalino: tre<br />
interviste per conoscerli meglio<br />
Intervista a Martina Draghin 3°Q<br />
1. Parlaci del tuo sport. In che cosa consiste?<br />
Il mio sport, il nuoto pinnato, è una branca del nuoto puro, conosciuto da<br />
tutti, con la <strong>di</strong>fferenza che bisogna utilizzare specifiche attrezzature<br />
come particolari tute, simili a quelli dei subacquei, e una monopinna, vale<br />
a <strong>di</strong>re una grande pinna molto pesante in cui inserire entrambi i pie<strong>di</strong>. Io<br />
sono una “fon<strong>di</strong>sta”, quin<strong>di</strong> percorro <strong>di</strong>stanze molto lunghe, anche oltre<br />
i 1500 metri.<br />
2. Il tuo sport non è molto conosciuto tra le ragazze e i ragazzi della<br />
nostra età. Quali sono i motivi che ti hanno portato a sceglierlo?<br />
Io pratico nuoto puro da quando ero molto piccola, quin<strong>di</strong> ho conosciuto<br />
il nuoto pinnato durante un allenamento, quando un allenatore me l’ha<br />
proposto e subito mi è piaciuto, perché m’incuriosiva.<br />
3. Quando e dove lo pratichi?<br />
Mi alleno per due ore tutti i giorni tranne il sabato, alla piscina Pergolesi,<br />
mentre <strong>di</strong> domenica spesso partecipo a gare <strong>di</strong> vario tipo.<br />
4. Da quanto tempo pratichi questo sport? Sei una principiante o sei<br />
una sportiva a livello agonistico?<br />
Sono <strong>di</strong>eci anni che nuoto e quattro anni che pratico nuoto pinnato a<br />
livello agonistico.<br />
5. Hai mai partecipato ad una gara? Se sì, che emozioni provi durante<br />
una competizione, ad una vittoria o ad una sconfitta?<br />
Sì, certo, partecipo spesso alle gare e, come sempre, prima sono molto<br />
turbata, carica ed energica, con la voglia <strong>di</strong> dare il massimo. Mentre<br />
durante la gara l’adrenalina va a mille, dopo mi sento sollevata e<br />
appagata se vinco, delusa e triste se perdo.<br />
6. So che quest’anno hai partecipato ai mon<strong>di</strong>ali in Spagna. Com’è<br />
andata? (segue a pag 3)
ccr<br />
Informazioni sul CCR<br />
Il Caleidoscopio<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 2<br />
Il 24 febbraio, nella 1°B sono arrivati due ragazzi del CCR che<br />
hanno voluto illustrare l’importanza dell’ambiente e ci hanno<br />
parlato soprattutto dell’inquinamento <strong>di</strong> <strong>Modena</strong>, confrontando<br />
la situazione attuale con quella <strong>di</strong> qualche anno fa, e del valore<br />
del riciclaggio. Per riciclare i rifiuti, nella scuola, ci sono <strong>di</strong>versi<br />
contenitori per i vari tipi <strong>di</strong> rifiuti e in ogni aula c’è un contenitore<br />
azzurro per la raccolta della carta.<br />
Con l’aiuto della L.I.M.( Lavagna Interattiva Multime<strong>di</strong>ale) Chiara<br />
e Alessandro, i due ragazzi del CCR, hanno illustrato con dei grafici i sondaggi che avevano fatto<br />
nella nostra circoscrizione, essi parlavano <strong>di</strong> come gli alunni della Scuola Me<strong>di</strong>a “Galileo Ferraris”<br />
andavano e tornavano dall’istituto scolastico, <strong>di</strong> come avevano scoperto la raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
e da chi.<br />
Successivamente ci hanno fatto vedere delle immagini sulla <strong>di</strong>visione <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> in parti, ossia<br />
circoscrizioni, che all’inizio erano sette e poi sono <strong>di</strong>ventate col tempo solamente quattro. Ci<br />
hanno anche detto che, fino all’inizio del ‘900, per entrare nella città, provenendo dal territorio<br />
in cui la maggior parte <strong>di</strong> noi abita, si doveva varcare una delle quattro porte che erano: ad est<br />
Porta Bologna e Porta Saliceto e a nord Porta Castello e Porta Albareto.<br />
Invece nel me<strong>di</strong>oevo due castelli montavano la guar<strong>di</strong>a con le loro torri nere come la notte,<br />
una guardava ad est verso Bologna, il Castello Saliceto, una ad ovest, verso Reggio, il Castello<br />
Maraldo. Le quattro porte principali erano Porta Albareto, Saliceto, Baggiovara, Cittanova e<br />
<strong>di</strong>videvano la città in quattro quartieri tutti uguali fatti <strong>di</strong> palazzi, chiese, piazze, strade e<br />
canali. I canali, Cerca, Canalgrande, Canalchiaro, Canalino, Modenella e Naviglio erano molto<br />
importanti; tutti scoperti e sormontati da ponti e spesso sulle loro rive c’erano filari <strong>di</strong> alberi.<br />
L’acqua forniva energia ai mulini e alle fucine; i<br />
cavalli vi si abbeveravano, i bambini vi facevano il bagno e i palazzi dei nobili vi si specchiavano.<br />
<strong>Modena</strong> in quel tempo contava <strong>di</strong>ecimila abitanti, era un paese poco più grande della o<strong>di</strong>erna<br />
Nonantola; era così piccola che tutti si conoscevano per nome e soprannome.<br />
Poi Chiara e Alessandro hanno parlato delle attività <strong>di</strong> cui si occupa il CCR e delle <strong>di</strong>fferenze<br />
tra il CCR e il Consiglio <strong>di</strong> Circoscrizione degli adulti; hanno fatto vedere i cambiamenti della<br />
scuola e <strong>di</strong> tanti e<strong>di</strong>fici, come la Maserati, che un tempo erano più piccoli e in parte sono rimasti<br />
per qualche tempo abbandonati. Oggi al loro posto sorgono e<strong>di</strong>fici moderni oppure nuove scuole,<br />
come nel caso delle Marconi, che sorgono al posto del mercato del bestiame, che non aveva più<br />
senso <strong>di</strong> esistere in quanto ora le compraven<strong>di</strong>te <strong>di</strong> animali si fanno per via telematica.<br />
Ilaria Balestri ed Ilaria Esposito – 1°B<br />
Il termine Caleidoscopio deriva da una parola<br />
greca che significa “vedere bello”. Ne hai mai<br />
visto uno? È una specie <strong>di</strong> cannocchiale, nel<br />
quale la parte finale può essere ruotata per<br />
vedere figure <strong>di</strong>verse, bellissime e che non si<br />
ripetono mai. Queste figure sono strutture<br />
simmetriche non reali, ma illusioni ottiche<br />
create con degli specchi e con i riflessi della<br />
luce.<br />
Vuoi provare a costruire un caleidoscopio?<br />
COSA OCCORRE: matita, forbici, nastro adesivo, cartoncino, piccoli specchi,<br />
perline, carta da lucido<br />
COME COSTRUIRLO:<br />
Attacca insieme con il nastro<br />
adesivo tre specchi, formando<br />
un triangolo. Metti gli specchi<br />
in pie<strong>di</strong> sul cartone e traccia le<br />
righe attorno alla base. Ritaglia<br />
un triangolo <strong>di</strong> cartone e,con le<br />
forbici, pratica un foro centrale.<br />
Con il nastro adesivo attaccali<br />
triangolo a un’estremità degli<br />
specchi. Attacca la carta da<br />
lucido all’ altra estremità<br />
degli specchi. Infila le perline<br />
attraverso il foro: il tuo<br />
caleidoscopio è pronto. Orienta<br />
il caleidoscopio verso la luce e<br />
guarda attraverso il foro. Muovi<br />
il caleidoscopio per cambiare i<br />
<strong>di</strong>segni. Vedrai che i raggi della<br />
Donazione e solidarietà<br />
Donare non vuol <strong>di</strong>re regalare,<br />
è un gesto d’amore<br />
qualcosa che senti nel cuore.<br />
Donare non è una privazione,<br />
è un arricchimento del cuore<br />
racchiuso in una piccola azione.<br />
Donare è veder nascere un sorriso,<br />
riempire <strong>di</strong> gioia nuova<br />
gli occhi <strong>di</strong> un dolce viso.<br />
Donare per essere solidale…<br />
Essere solidale vuol <strong>di</strong>re porgere la mano<br />
con<strong>di</strong>videre le <strong>di</strong>fficoltà<br />
per non rendere tutto vano.<br />
Essere solidale vuol <strong>di</strong>re<br />
camminare insieme in armonia<br />
per rendere migliore la vita … tua e mia.<br />
Donare ed essere solidale<br />
aiuta il mondo a non star male.<br />
Nour Aboumerhi – 2°H<br />
luce, rimbalzando tra gli specchi, formeranno immagini<br />
multicolore, tutte hanno una struttura <strong>di</strong> simmetria<br />
ra<strong>di</strong>ale cioè a stella. Se non riesci a costruire il tuo<br />
caleidoscopio con le mie istruzioni, puoi vedere un video<br />
che spiega passo passo le operazioni da fare all’in<strong>di</strong>rizzo:<br />
http//www.youtube.com/watch?v=pjm7PosyeWc<br />
Buon <strong>di</strong>vertimento!<br />
Elena De Bellis – 1°G
interviste<br />
Parlamentino, CCR, Giornalino: tre<br />
interviste per conoscerli meglio<br />
segue dalla prima pagina<br />
La piscina era molto più piccola (25 metri) <strong>di</strong> quella dove mi alleno<br />
<strong>di</strong> solito, che è <strong>di</strong> 50 metri, e le <strong>di</strong>fficoltà sono state maggiori.<br />
Ho gareggiato nei 400 metri, dove ho migliorato il mio tempo <strong>di</strong><br />
un secondo, e negli 800 metri, che sono stati più complicati. Ho<br />
una bella notizia, la nostra squadra ha vinto e si è classificata<br />
come migliore d’Italia!<br />
7. Dimmi quali sono i pregi e i <strong>di</strong>fetti maggiori del tuo sport?<br />
Anzitutto, il nuoto pinnato è <strong>di</strong>vertente, ti dà molta<br />
sod<strong>di</strong>sfazione, ti insegna cos’è l’impegno e il sacrificio, ti allena<br />
e ti mantiene in forma, ti permette <strong>di</strong> conoscere persone nuove,<br />
anche all’estero durante le trasferte. I <strong>di</strong>fetti possono essere<br />
che è uno sport molto impegnativo, che richiede molto tempo, e<br />
che l’attrezzatura specifica costa molto.<br />
Intervista a Silvia Frattallone 3°Q<br />
1. In che cosa consiste il tuo ruolo <strong>di</strong> presidente?<br />
In poche parole sono una guida per gli altri consiglieri del CCR<br />
e organizzo le riunioni per la mia commissione; sono un punto <strong>di</strong><br />
riferimento per gli altri ragazzi.<br />
2. Quali attività ha organizzato e organizzerà il CCR nel corso<br />
<strong>di</strong> questo anno?<br />
Abbiamo creato questionari <strong>di</strong> vario genere per sensibilizzare<br />
i ragazzi al rispetto dell’ambiente in cui viviamo e per far loro<br />
scoprire un punto <strong>di</strong> ritrovo o un luogo dove passare un pomeriggio<br />
“alternativo” tra amici, come la “ludoteca Strapapera”. Inoltre,<br />
come tutti gli anni, organizzeremo la festa del CCR, a cui tutti<br />
saranno invitati!<br />
3. Perché ti sei can<strong>di</strong>data per <strong>di</strong>ventare presidente?<br />
Come ho detto prima, sono una guida per gli altri, per quelli che<br />
non hanno esperienza e ho modo <strong>di</strong> aiutare il nostro quartiere, la<br />
nostra circoscrizione, ed è quello che desideravo fare.<br />
4. Raccontaci brevemente <strong>di</strong> che cosa si tratta il CCR.<br />
In breve, per far capire a tutti, noi del CCR, collaboriamo con il<br />
parlamentino e con il comune <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> per migliorare la scuola<br />
e l’ambiente.<br />
5. Fornisci ai lettori qualche punto a favore dell’organizzazione<br />
che gestisci.<br />
Puoi conoscere nuovi ragazzi e ragazze, sei impegnato<br />
in qualcosa <strong>di</strong> importante, ti senti sod<strong>di</strong>sfatto per aver<br />
partecipato a rendere migliori l’ambiente e la città.<br />
6. Svolgi altre attività nella scuola?<br />
Sì, seguo il corso pomeri<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> latino, che però mi<br />
permette <strong>di</strong> seguire comunque il CCR.<br />
Intervista ad Alice Bol<strong>di</strong>ni 3°C<br />
1. Sei la presidente del parlamentino. Quali sono i tuoi<br />
compiti?<br />
Presento gli argomenti delle riunioni, aiuto gli altri e<br />
rappresento l’opinione <strong>di</strong> tutti i ragazzi della scuola,<br />
quando propongo o chiedo un cambiamento, come la<br />
richiesta <strong>di</strong> svolgere l’intervallo tutti insieme, tutti i<br />
giorni, nei corridoi.<br />
2. Cosa ha organizzato e organizzerà il parlamentino<br />
quest’anno?<br />
Abbiamo realizzato il progetto Moxa, per aiutare<br />
i bambini bisognosi <strong>di</strong> alcuni paesi poveri dell’Africa, come<br />
l’Etiopia, tramite la donazione <strong>di</strong> piccole offerte degli alunni <strong>di</strong><br />
tutte le classi; abbiamo fatto varie proposte sull’intervallo, come<br />
ho detto prima. Organizzeremo poi, la festa <strong>di</strong> fine anno, sempre<br />
molto apprezzata, aiutati da genitori e alunni volontari.<br />
3. Quali sono i motivi che ti hanno spinta a can<strong>di</strong>darti come<br />
presidente?<br />
In realtà all’inizio non volevo <strong>di</strong>ventare presidente perché non<br />
mi sentivo pronta a sostenere una tale responsabilità. In seguito<br />
agli incoraggiamenti dei miei colleghi del parlamentino, però, ho<br />
deciso <strong>di</strong> can<strong>di</strong>darmi e adesso sono <strong>di</strong>ventata presidente.<br />
4. Spiegaci brevemente in cosa consiste il parlamentino.<br />
È un comitato della scuola a cui partecipano solo i ragazzi <strong>di</strong> terza<br />
me<strong>di</strong>a, che, alla fine dell’anno, insegneranno il loro “mestiere” ai<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 3<br />
ragazzi <strong>di</strong> seconda. Con il nostro<br />
lavoro cerchiamo <strong>di</strong> migliorare la<br />
scuola, per noi che siamo qui adesso<br />
e per quelli che verranno.<br />
5. Trova alcuni vantaggi <strong>di</strong> far parte del parlamentino.<br />
Come ho detto all’inizio, è un onore rappresentare tutta la scuola, ci si<br />
sente molto responsabili e vicini ai problemi dei ragazzi. Facciamo nuove<br />
conoscenze, ci <strong>di</strong>vertiamo e aiutiamo la scuola a migliorare.<br />
6. Svolgi altre attività nella scuola o fuori?<br />
A scuola faccio parte della squadra <strong>di</strong> pallatamburello, con la quale<br />
mi alleno, solitamente, tutti i lunedì e mercoledì. Posso <strong>di</strong>re che<br />
quest’anno stiamo andando alla grande, le squadre delle Ferraris sono<br />
fortissime! La squadra delle femmine, in questi anni, ha sempre portato<br />
a casa delle vittorie, mentre quella dei maschi, bisogna <strong>di</strong>rlo, molte<br />
sconfitte. Quest’anno entrambe le squadre hanno vinto i provinciali e,<br />
adesso, noi “pallatamburellisti” sogniamo <strong>di</strong> partecipare ai campionati<br />
regionali e chie<strong>di</strong>amo la ripresa degli allenamenti pomeri<strong>di</strong>ani! Oltre<br />
alla pallatamburello, svolgo un’altra attività al <strong>di</strong> fuori della scuola:<br />
l’equitazione, che pratico da <strong>di</strong>eci anni a livello agonistico, in un maneggio<br />
a San Damaso.<br />
7. Quin<strong>di</strong> ti chiedo, con l’equitazione partecipi a gare?<br />
Siccome pratico questo sport a livello agonistico, partecipo<br />
frequentemente a gare in tutt’Italia o anche all’estero, ad esempio, per i<br />
campionati europei siamo andati in trasferta in Germania ed in Francia.<br />
8. Quali sono i maggiori pregi e <strong>di</strong>fetti del tuo sport?<br />
Per andare a cavallo ci vuole tanto impegno, tempo e fatica; bisogna<br />
fare molta pratica ed imparare bene a conoscere i comportamenti dei<br />
cavalli con cui si lavora. Inoltre, si fanno tantissime amicizie e si passa<br />
moltissimo tempo con i cavalli, dei bellissimi animali, ma soprattutto<br />
degli esseri viventi. L’equitazione per me è<br />
la cosa più importante che ci sia nella mia<br />
vita, per il momento, perché riunisce in un<br />
unico sport la natura, la vita all’aria aperta,<br />
i cavalli e tanto <strong>di</strong>vertimento.<br />
Greta Fiorini 3°C<br />
Intervista a ragazzi <strong>di</strong><br />
terza<br />
Noi ragazze <strong>di</strong><br />
prima abbiamo voluto intervistare un ragazzo ed<br />
una ragazza <strong>di</strong> terza, per sapere come si sono<br />
trovati in questi tre anni. I fortunati ad essere<br />
intervistati sono stati Luigi Petrillo <strong>di</strong> 3^F e<br />
Micaela Giovani <strong>di</strong> 3^E.<br />
1. Come ti sei trovato/a in questa scuola?<br />
M) Bene<br />
L) Molto bene<br />
2. Come è stato il rapporto con i tuoi compagni<br />
<strong>di</strong> classe?<br />
M) I primi due anni bene; il terzo complicato:<br />
litigate, <strong>di</strong>sgui<strong>di</strong> vari<br />
L) All’inizio mi sentivo fuori luogo, poi ho fatto<br />
amicizia.<br />
3. In che scuola andrai il prossimo anno?<br />
M) Sigonio Economico/Sociale<br />
L) Selmi Biologico<br />
4. Hai già un’idea <strong>di</strong> cosa farai da grande? Se sì,<br />
cosa?<br />
M) Si, psicologa<br />
L) Chirurgo o almeno così spero<br />
5. Hai paura della scuola in cui andrai?<br />
M) Abbastanza<br />
L)Abbastanza<br />
Da quest’intervista si può percepire che<br />
in questa scuola i ragazzi, in me<strong>di</strong>a, si<br />
sono trovati bene e hanno trascorso<br />
questi tre anni serenamente e in<br />
tranquillità.<br />
Maria Meinero 1^F e Chiara Roncaglia<br />
1^E
uscite<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 4<br />
TACATE’<br />
Sabato 9 aprile la 2°B è andata a scuola alle elementari. Avete capito bene! Siamo<br />
andati alle scuole Palestrina per animare i giochi dei nostri “colleghi” più piccoli. La<br />
mattinata <strong>di</strong> giochi, fa parte del progetto per la gestione sociale del X circolo.<br />
Noi ci siamo preparati a questo appuntamento elaborando le istruzioni e i regolamenti<br />
dei giochi, in italiano e in inglese, facendo <strong>di</strong>segni che servivano a spiegare come si<br />
giocava e trasferendo il tutto su dei gran<strong>di</strong> cartelloni da <strong>di</strong>sporre nei vari punti delle<br />
Palestrina in cui si giocava. Quando siamo arrivati, tutti in maglietta gialla con la<br />
scritta “Tacatè” ognuno <strong>di</strong> noi è andato alla sua postazione gioco in giar<strong>di</strong>no o nella<br />
mensa della scuola, dove ci attendevano genitori e insegnanti che hanno collaborato<br />
con noi alla gestione delle attività.<br />
Una parte <strong>di</strong> noi gestiva i “giochi con le <strong>di</strong>ta”: la Morra cinese, quella con le forbici,<br />
il sasso e la carta; Dosai, Vadai, Tè, un gioco in<strong>di</strong>ano in cui tutti seduti in cerchio<br />
occorre fare dei gesti particolari e chi sbaglia paga penitenza; Uomo, Fucile,Tigre,<br />
una specie <strong>di</strong> morra in cui la tigre mangia l’uomo, il fucile uccide la tigre e l’uomo vince<br />
sul fucile perché lo può impugnare.<br />
Una parte gestiva “giochi <strong>di</strong> movimento tra<strong>di</strong>zionali” e c’erano il Ruzzolone e la<br />
Settimana. Quest’ultima anche in versione da tavolo.<br />
Nella mensa erano stati allestiti tre spazi in cui si giocava ai “giochi<br />
con poco”: Cerchietti, Tappi e Palline <strong>di</strong><br />
vetro.<br />
Infine in un’altra parte del cortile c’era<br />
chi animava due “giochi dal mondo”: il<br />
Juego del panuelo, una variante a squadre<br />
del nostro Ruba ban<strong>di</strong>era e Streets and<br />
avenues, una sfida tra topo e gatto in<br />
un labirinto, fatto <strong>di</strong> ragazzi, che può<br />
cambiare da un momento all’altro.<br />
Una volta che tutto è stato pre<strong>di</strong>sposto:<br />
sono arrivati i nostri ospiti più piccoli.<br />
È stato piuttosto faticoso far giocare<br />
tanti bambini, abbiamo dovuto anche<br />
farci ascoltare dai più piccoli che a<br />
volte non rispettavano le regole del<br />
gioco e abbiamo provato, per<br />
una volta, sulla nostra pelle<br />
cosa significa non essere<br />
ascoltati.<br />
Seconda B<br />
Uscita a Carpi -<br />
Fossoli<br />
CARPI FOSSOLI - Giovedì<br />
24 febbraio 2011 le classi<br />
3aC e 3aG si sono recate a<br />
Carpi, accompagnate dalle<br />
professoresse Squadrani, Del<br />
Corso e Tufano e dal professor<br />
Calice, con lo scopo <strong>di</strong> visitare il Museo Monumento al Deportato e l’ex-campo <strong>di</strong><br />
concentramento <strong>di</strong> Fossoli.<br />
Gli obiettivi fondamentali della visita erano:<br />
1. Conoscere la storia della Shoah per poterla meglio capire e ricordare.<br />
2. Apprendere nuove informazioni su un argomento in parte affrontato in classe.<br />
Arrivati in Piazza dei Martiri, siamo entrati all’interno del Palazzo dei Pio, antichi<br />
sovrani <strong>di</strong> Carpi, dove si trova il Museo Monumento al Deportato. Abbiamo atteso<br />
la guida nel cosiddetto “cortile delle stele”, dove si trovano se<strong>di</strong>ci gran<strong>di</strong> monoliti<br />
<strong>di</strong> cemento alti sei metri, sui quali sono incisi i nomi <strong>di</strong> alcuni dei più noti campi <strong>di</strong><br />
concentramento e <strong>di</strong> sterminio. Entrati nell’atrio del museo, siamo subito rimasti<br />
colpiti dalla prima delle tante frasi graffite sui muri, una frase <strong>di</strong> introduzione al<br />
terribile “mondo” della Shoah:<br />
Bertold Brecht.<br />
Greta Fiorini<br />
Puoi leggere tutto l’articolo sul giornalino on-line<br />
MACBETH<br />
Il 21 e il 22 febbraio siamo andati a vedere l’opera <strong>di</strong><br />
Shakespeare, Macbeth, al Teatro Comunale.<br />
Lunedì 21 un compositore ci ha spiegato cos’è il<br />
Macbeth e ci ha fatto sentire con il suo pianoforte<br />
alcuni brani musicali. E’ stato molto bravo, però in<br />
confronto al secondo giorno non è stato un granché.<br />
Ci aveva anticipato che martedì 22 sarebbero arrivati<br />
due cantanti lirici, un tenore e un soprano.<br />
Il primo a cantare è stato il soprano, una donna, che<br />
con la sua bella a acuta voce ci ha mostrato la sua<br />
bravura. Dava però un po’ fasti<strong>di</strong>o quando “urlava”<br />
troppo forte.<br />
Poi è entrato il tenore, che aveva iniziato da poco a<br />
cantare, ma era lo stesso molto bravo.<br />
Dopo la recita, la nostra guida ce li ha presentati. Il<br />
soprano era una cinese, in Italia da cinque anni, che<br />
ha già fatto <strong>di</strong>versi concerti. Il tenore invece era un<br />
bulgaro ed era in Italia da sole due settimane e solo<br />
ora, quin<strong>di</strong>, iniziava a fare qualche concerto.<br />
Alla fine ci siamo salutati e siamo tornati a scuola.<br />
Matteo Ansaloni – 2°F<br />
Visita alla fiera del gioco: I<br />
play<br />
Noi della 2^B siamo andati, con i prof<br />
Corra<strong>di</strong> e Facchini, alla fiera del gioco:<br />
una fiera dove ci sono giochi <strong>di</strong> vario<br />
tipo, dai giochi da tavolo ai videogiochi,<br />
dai lego ai robot.<br />
Quando siamo arrivati i primi giochi<br />
che abbiamo fatto sono stati quelli da<br />
tavolo. Ogni gruppo in cui ci eravamo<br />
<strong>di</strong>visi poteva scegliere un gioco e poi dei<br />
ragazzi un po’ più gran<strong>di</strong> <strong>di</strong> noi o degli<br />
adulti erano a <strong>di</strong>sposizione per spiegarci<br />
le regole e aiutarci.<br />
Quando è finito<br />
il tempo a<br />
<strong>di</strong>sposizione per<br />
giocare, siamo<br />
andati in un’altro<br />
pa<strong>di</strong>glione della<br />
fiera a giocare<br />
al laser-game.<br />
Siamo entrati a<br />
gruppi <strong>di</strong> sei ed<br />
eravamo tutti<br />
contro tutti.<br />
S i c u r a m e n t e<br />
quel laser-game<br />
non era bello<br />
come quello del bowling, ma non possiamo pretendere<br />
troppo... era sempre e solamente una fiera!<br />
Poi infine siamo tutti andati al laboratorio <strong>di</strong> robotica<br />
della Lego, e abbiamo costruito un robot che si muove<br />
seguendo una linea nera.<br />
Mentre gli altri costruivano i robot, alcuni <strong>di</strong> noi<br />
sono andati con il prof Facchini da una ragazza che<br />
ci ha parlato dell’energia alternativa, e ci ha fatto<br />
anche fare un esperimento: uno <strong>di</strong> noi è salito su<br />
una bicicletta a cui avevano collegato un cavo che<br />
trasferiva energia a una batteria <strong>scarica</strong>, pedalando<br />
la batteria si è caricata, infatti, quando<br />
l’abbiamo collegata a delle luci, queste si<br />
sono accese.<br />
Questa uscita ci è piaciuta molto,<br />
almeno alla maggior parte <strong>di</strong> noi, e ci<br />
siamo <strong>di</strong>vertiti molto... sicuramente<br />
molto <strong>di</strong> più che a stare cinque ore in<br />
classe a fare lezione!<br />
Alice Carafa - 2°B
uscite<br />
I Robot sono attorno a noi, e uno <strong>di</strong> essi<br />
segue… una linea<br />
Abbiamo mai pensato alle macchine che usiamo? Anche le più<br />
scontate, come le stampanti o il frullatore?<br />
Sono tutte delle specie <strong>di</strong> robot, perché<br />
compiono azioni meccaniche e ripetitive. Con<br />
la nostra uscita all’Officina Emilia abbiamo<br />
molto ampliato le nostre conoscenze nel<br />
campo della robotica e della meccanica. Siamo<br />
arrivati a desitinazione e, appena entrati,<br />
ci hanno chiesto quale fosse la <strong>di</strong>fferenza<br />
tra vite e bullone, chiarendo che la parola<br />
“bullone” definisce la combinazione tra vite<br />
e dado, in più ci hanno regalato un piccolo<br />
bullone, il piccolo elemento che forma le<br />
macchine. Dopo<strong>di</strong>ché ci siamo posti delle<br />
domande come “Cos’è un robot?”; “Quali sono<br />
le fasi <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> un robot?”; “Quali sono<br />
le competenze necessarie per costruire un robot?”. Si trattava <strong>di</strong><br />
domande alle quali avremmo risposto in seguito. Dopo esserci posti<br />
queste domande ci siamo effettivamente chiesti da che grado <strong>di</strong><br />
autonomia si iniziasse a definire una macchina robot, e abbiamo<br />
appurato che un robot è composto da 3 parti principali:<br />
gli attuatori, cioè le ruote, quelle che permettono al robot <strong>di</strong><br />
muoversi;<br />
il processore, che “regola” il movimento dell’attuatore e le sue<br />
funzioni;<br />
il sensore, che avverte gli stimoli esterni, come la luce o i suoni.<br />
Incontro con i bambini delle<br />
elementari<br />
Il 10 marzo, abbiamo ospitato i bambini <strong>di</strong> una<br />
classe elementare. Come prima cosa un nostro<br />
compagno ha fatto vedere un video con le foto del<br />
nostro primo giorno <strong>di</strong> scuola; poi ci siamo messi in<br />
cerchio e abbiamo fatto un giro <strong>di</strong> nomi.<br />
Successivamente, la prof Domenichini ha dato<br />
una scheda ai bambini e a noi un’altra. Nel foglio<br />
i ragazzini dovevano scrivere le loro paure nei<br />
confronti della scuola me<strong>di</strong>a, mentre noi nel nostro<br />
foglio dovevamo scrivere i “rime<strong>di</strong>” alle loro paure.<br />
In seguito, una parte della classe ha visitato la<br />
scuola insieme ai bambini e intanto gli altri, tra cui<br />
io, hanno allestito il buffet a sorpresa. Mano a mano<br />
che i ragazzi ritornavano dal giro, mangiavano.<br />
Infine abbiamo salutato i bambini e abbiamo<br />
regalato loro le spezie che avevamo portata per<br />
fare l’albero <strong>di</strong> Natale. In questa attività mi sono<br />
molto <strong>di</strong>vertita, soprattutto a preparare il buffet<br />
a sorpresa.<br />
Carlotta Borelli - 2°F<br />
Giovedì 10 marzo, sono venuti a trovarci e a visitare<br />
la nostra scuola me<strong>di</strong>a G. Ferraris i bambini della<br />
quinta elementare <strong>di</strong> S.Giovanni Bosco.<br />
Abbiamo iniziato accogliendoli nell’aula magna:<br />
ognuno <strong>di</strong> noi ha preso un bambino e ci siamo messi<br />
in cerchio, dopo<strong>di</strong>ché ognuno ha detto il suo nome,<br />
e poi, quello ci sarebbe piaciuto avere.<br />
Dopo le presentazioni abbiamo fatto vedere loro<br />
un video su cui avevamo montato le foto <strong>di</strong> quando<br />
eravamo in prima me<strong>di</strong>a.<br />
Poi la nostra professoressa d’italiano,<br />
Elisa Domenichini, ha dato ai bambini delle<br />
elementari un foglio dove dovevano scrivere le<br />
paure per l’inizio delle me<strong>di</strong>e e, a noi, un altro foglio<br />
dove scrivere i rime<strong>di</strong> per iniziarle bene.<br />
Quando abbiamo finito l’esercizio, ci siamo <strong>di</strong>visi<br />
in gruppi e li abbiamo guidati nella visita <strong>di</strong> alcune<br />
aule della scuola: la palestra, il laboratorio <strong>di</strong><br />
falegnameria, quello <strong>di</strong> lingue e infine siamo arrivati<br />
nella nostra classe, dove abbiamo offerto loro una<br />
merenda con il dolce preparato il giorno prima dai<br />
ragazzi che frequentano il laboratorio <strong>di</strong> cucina.<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 5<br />
Alla fine i bambini delle elementari ci hanno<br />
salutato, ringraziato e sono tornati alla loro<br />
scuola.<br />
Mi è piaciuto molto ospitare i bambini, ma<br />
soprattutto presentare le aule della scuola,<br />
è stato <strong>di</strong>vertentissimo, e mi ha fatto<br />
ricordare <strong>di</strong> quando ero venuta io in quinta<br />
elementare a fare la stessa visita!!!!<br />
Elisa Alemanni - 2°F<br />
Abbiamo accolto i ragazzini della quinta<br />
elementare nella nostra scuola, abbiamo<br />
fatto una presentazione della classe e poi<br />
abbiamo fatto dei giochi. In seguito ci siamo<br />
<strong>di</strong>visi: chi non aveva fatto la presentazione<br />
della scuola, portava i bambini in giro per<br />
visitare i locali dell’e<strong>di</strong>ficio, mentre chi<br />
aveva spiegato, preparava il banchetto. Io<br />
e dei miei compagni e compagne avevamo<br />
fatto il giorno prima dei salamini al<br />
cioccolato nel laboratorio <strong>di</strong> cucina.<br />
Francis Pane . 2°F<br />
Giove<strong>di</strong> 10 marzo, sono venuti dei bambini<br />
della quinta elementare San Giovanni Bosco.<br />
Quando sono arrivati eravamo emozionati<br />
sia noi sia i bambini, e li abbiamo accolti<br />
con il gioco dei nomi per conoscerci un po’.<br />
Dopo un po’, abbiamo fatto loro vedere un<br />
video fatto da noi, con le nostre foto sia<br />
della prima me<strong>di</strong>a sia della seconda. Dopo<br />
qualche minuto alcuni della nostra classe<br />
sono andati a preparare il banchetto in<br />
classe e altri sono andati, <strong>di</strong>visi in gruppi<br />
in giro per l’e<strong>di</strong>ficio con i bambini, per fare<br />
loro vedere la scuola. Alla fine del giro della<br />
scuola, siamo andati nella nostra aula, la<br />
2°F, a fare una merenda con loro.<br />
Dopo circa venti minuti, se ne sono dovuti<br />
andare e noi li abbiamo salutati e mi è<br />
<strong>di</strong>spiaciuto molto che se ne siano dovuti<br />
andare così presto.<br />
Davide Garuti - 2°F<br />
Quest’anno abbiamo accolto una quinta<br />
elementare, una futura prima me<strong>di</strong>a<br />
dell’anno prossimo. L’accoglienza si<br />
E poi, eccoci finalmente arrivati al fulcro della nostra uscita: la<br />
costruzione del robot!<br />
E’ stato molto interessante realizzare, seguendo le fasi, ovvero<br />
la progettazione, già eseguita dalla<br />
Lego, l’assemblaggio, che abbiamo<br />
meticolosamente eseguito scegliendo<br />
con cura tra i pezzi del robot. Siamo<br />
poi passati alla programmazione, con<br />
cui abbiamo “imposto” i movimenti al<br />
robot, ovvero a girare a destra con<br />
una certa minima quantità <strong>di</strong> luce e<br />
a sinistra con luce minore <strong>di</strong> quella<br />
definita dalla soglia e la velocità delle<br />
ruote. Infine abbiamo collaudato la<br />
nostra piccola macchina e apportato<br />
le mo<strong>di</strong>fiche necessarie alzando o<br />
abbassando la soglia <strong>di</strong> luce. Dopo<br />
aver collaudato e mo<strong>di</strong>ficato il<br />
settaggio della soglia, abbiamo fatto una sorta <strong>di</strong> gara con gli<br />
altri robot costruiti dai nostri compagni e poi, prima <strong>di</strong> terminare<br />
la visita, abbiamo fatto le nostre considerazioni finali e abbiamo<br />
risposto alle ultime domande, come a “Cos’è un robot?”, alla quale<br />
abbiamo risposto <strong>di</strong>cendo che un robot è una macchina che compie<br />
azioni ripetitive e meccaniche ed è composto da attuatori (motori e<br />
ruote), sensori e dal processore.<br />
Quest’uscita è stata molto interessante dal mio punto <strong>di</strong> vista,<br />
mi ha coinvolto molto, e mi ha avvicinato al mondo della robotica,<br />
dell’intelligenza artificiale, dell’informatica e – perché no?- della<br />
fantascienza.<br />
Luigi Petrillo – 3°F<br />
è svolta nell’aula magna, dove abbiamo<br />
raccontato loro che anche noi i primi giorni<br />
<strong>di</strong> scuola avevamo molta paura della scuola,<br />
dei nuovi professori, dei compagni; così<br />
abbiamo chiesto se anche loro avevano<br />
paura del nuovo ambiente scolastico. In<br />
seguito abbiamo fatto visitare ai ragazzini<br />
la scuola che a loro è piaciuta tantissimo ed<br />
erano molto contenti perché gli ambienti<br />
sono gran<strong>di</strong>ssimi, ci sono tanti laboratori<br />
per fare mille attività <strong>di</strong>verse. Alla fine,<br />
prima <strong>di</strong> salutarci, abbiamo preparato<br />
per loro un bel buffet con tante cose da<br />
mangiare: torte, patatine, pop corn ecc...<br />
I ragazzi sono stati molto sod<strong>di</strong>sfatti della<br />
nostra accoglienza e non vedevano l’ora che<br />
fosse settembre per iniziare il nuovo anno<br />
scolastico.<br />
Giusy Di Costanzo - 2°F<br />
Per presentare la nostra classe li abbiamo<br />
portati nell’aula magna e, dopo esserci detti i<br />
nomi, abbiamo guardato un video con le foto che<br />
ci avevano fatto il primo giorno delle me<strong>di</strong>e. Per<br />
far loro conoscere meglio la scuola, abbiamo<br />
parlato dei suoi servizi, come il giornalino,<br />
il ccr e tutti i laboratori pomeri<strong>di</strong>ani. Poi la<br />
nostra prof, ha avuto l’idea <strong>di</strong> farci compilare<br />
delle schede, noi abbiamo fatto una “valigetta<br />
del pronto soccorso” dove dovevamo scrivere<br />
dei consigli che avrebbero potuto seguire nei<br />
primi giorni <strong>di</strong> scuola; invece loro dovevano<br />
scrivere in un’altra scheda le loro paure. Finita<br />
questa piccola presentazione,e la compilazione<br />
delle schede, i ragazzi che non avevano parlato<br />
durante la presentazione hanno accompagnato<br />
i bambini in giro per la scuola, a vedere i<br />
laboratori, la palestra... Intanto io ed altri<br />
abbiamo allestito un piccolo buffet nella nostra<br />
classe, e quando tutti sono rientrati dal giro<br />
abbiamo iniziato a mangiare. Quando è finita la<br />
merenda, sono tornati nella loro scuola, e noi<br />
abbiamo ripreso le lezioni... purtroppo!<br />
Stella Sincovich - 2°F
libri<br />
L’ ANGOLO DEL LIBRO<br />
La rubrica “l’angolo del libro” è la parte del giornalino<br />
de<strong>di</strong>cata ai testi e alle riviste contenute nella nostra<br />
biblioteca: in essa troverete idee, pareri, recensioni,<br />
libri consigliati da professori e ragazzi… e tanto altro.<br />
Abbiamo deciso <strong>di</strong> scrivere questa rubrica per dare<br />
la possibilità ai ragazzi <strong>di</strong> tutta la scuola <strong>di</strong> trovare<br />
consigli utili quando devono prendere in prestito un<br />
libro, e <strong>di</strong> dare uno spazio dove gli alunni possono<br />
pubblicare le proprie opinioni sulla biblioteca.<br />
Per la realizzazione della rubrica ci sono state<br />
<strong>di</strong> grosso aiuto le due docenti responsabili della<br />
biblioteca, le professoresse Tiziana Bulgarelli e Liliana<br />
Maruca<br />
A queste due insegnanti potete fare riferimento negli<br />
orari <strong>di</strong> apertura della biblioteca, quando avrete dubbi<br />
o incertezze.<br />
Prima notizia importante: certamente a casa voi<br />
tutti avete dei libri che avete già letto o che non vi<br />
interessano più! Invece <strong>di</strong> buttarli via potreste donarli<br />
alla nostra biblioteca, così quando li rivedrete potrete<br />
pensare <strong>di</strong> avere arricchito la nostra scuola con nuovi<br />
testi; quel libro potrà essere consultato da molti altri<br />
ragazzi anche loro curiosi <strong>di</strong> leggerlo!<br />
Seconda notizia importante: potrete poi anche voi<br />
partecipare attivamente alla rubrica “l’ angolo del<br />
libro“: chiunque può scrivere consigli e opinioni sui<br />
libri che ha letto e che possono essere interessanti<br />
per gli altri ragazzi. Imbucate le vostre idee scritte<br />
su un foglio nella casetta dei consigli che troverete<br />
nella biblioteca.<br />
Dato che questa idea ci sembrava particolarmente<br />
interessante abbiamo proposto alle professoresse<br />
e i professori <strong>di</strong> lettere e <strong>di</strong> lingue straniere un<br />
questionario nel quale vi era la domanda che li invitava<br />
a consigliare testi letti da loro alla nostra età.<br />
Questi sono i titoli in<strong>di</strong>cati per noi da alcuni dei<br />
docenti intervistati:<br />
“Moby Dick” <strong>di</strong> H. Melville<br />
Testi <strong>di</strong> Italo Calvino e <strong>di</strong> Twain<br />
“Cuore” <strong>di</strong> De Amicis<br />
“Il coraggio <strong>di</strong> parlare” <strong>di</strong> Gina Basso<br />
“Il buio oltre la siepe” <strong>di</strong> H. Lee<br />
“Memorie <strong>di</strong> una ragazza per bene” <strong>di</strong> S. de Beauvoir<br />
“Piccole donne” <strong>di</strong> Louisa Alcott<br />
“Il <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Anna Frank”<br />
Una ricerca interessante che abbiamo fatto per<br />
questo primo numero della rubrica e stata quella <strong>di</strong><br />
analizzare i libri presi in prestito da tutte le classi<br />
dall’inizio dell’ anno per capire, attraverso alcune<br />
statistiche, quali sono i generi letterari preferiti dagli<br />
alunni della scuola.<br />
Ecco i risultati:<br />
Classi prime: 1.fantastici, 2.gialli, 3.romanzi.<br />
Classi seconde: 1.gialli e romanzi, 2.fantastici; classi<br />
terze: 1.romanzi, 2.gialli<br />
Lucilla Celeghini, Angelica De Rosa e Ricky Zarrilli,<br />
1°C<br />
Consigli per una lettura che vi lascerà un<br />
segno!<br />
Vi vorrei presentare due libri che mi sono piaciuti molto e vi<br />
consiglio proprio <strong>di</strong> leggere. Si intitolano: “Mio nonno era un<br />
ciliegio” <strong>di</strong> Angela Nanetti e “Lontano dagli occhi lontano dal<br />
cuore” <strong>di</strong> Stefano Bor<strong>di</strong>glioni.<br />
Il primo sembra avere un titolo ri<strong>di</strong>colo, ma poi leggendolo<br />
capirete che è bellissimo; parla <strong>di</strong> sentimenti nei confronti<br />
della famiglia, <strong>di</strong> un nonno davvero speciale, <strong>di</strong> un albero per<br />
amico e <strong>di</strong> quello che un bambino può arrivare a fare per<br />
<strong>di</strong>fendere quello che gli hanno insegnato ad amare i nonni. In<br />
alcuni punti della storia vi farà sorridere, ma in altri vi farà<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 6<br />
Un libro per golosi: è il mio<br />
paese<br />
Tra tutti i libri che ho letto, il mio preferito, quello in cui vorrei vivere è “La fabbrica<br />
<strong>di</strong> cioccolato” <strong>di</strong> Roald Dahl<br />
Questo romanzo è quello che ha stimolato la mia immaginazione e la mia golosità<br />
permanentemente. Vorrei <strong>di</strong>ventare un personaggio <strong>di</strong> questa storia per poter<br />
finalmente sguazzare nella cioccolata, mangiare lecca-lecca fino all’in<strong>di</strong>gestione,<br />
oppure bere un fiume <strong>di</strong> cioccolato fuso.<br />
Per prima cosa, se vivessi in quel libro, mi costruirei una capanna <strong>di</strong> corteccia <strong>di</strong><br />
cioccolata, con il tetto <strong>di</strong> cuore <strong>di</strong> liquirizia per proteggermi dalle intemperie, portate<br />
da immense nuvole <strong>di</strong> zucchero filato. Chissà quanto resisterebbe alla mia “fame” <strong>di</strong><br />
dolciumi un’abitazione simile: forse in poco tempo <strong>di</strong>venterei un senzatetto!<br />
Farei tutto questo se fossi io al posto <strong>di</strong> Charlie, il protagonista, e così sarei un<br />
ragazzo simpatico, un po’ timido, che affronta mille pericoli, proprio come lui. Mi<br />
piacerebbe prendere il posto <strong>di</strong> Charlie per vivere in un mondo fantastico, dove<br />
l’esistenza scorre… dolcemente.<br />
Sarebbe proprio bello incontrare Willie Wonka, il più stravagante, affascinante,<br />
simpatico e matto essere che possegga una fabbrica <strong>di</strong> cioccolato.<br />
L’unica cosa che correggerei nelle vita <strong>di</strong> Enrico-Charlie sarebbe il fatto che non<br />
vorrei avere una famiglia così povera come quella che viene descritta da Dahl, che<br />
abita in una triste casupola <strong>di</strong> legno e si nutre soltanto <strong>di</strong> cavoli, perché mi piacerebbe<br />
avere una famiglia normale, come quella che ho nella realtà, che possa vivere tranquilla<br />
e non temere il futuro.<br />
Credo che non ci sia bisogno <strong>di</strong> essere poverissimi per non essere dei bambini viziati,<br />
ma che anche un ragazzo come me sappia accontentarsi <strong>di</strong> ciò che ha.<br />
Enrico Mancini – 2°B<br />
Un paese e tanta amicizia<br />
Tra tutti i libri che ho letto, mi è piaciuto più <strong>di</strong> tanti altri un romanzo che si intitola “La<br />
banda delle quattro strade” , <strong>di</strong> Mario Schiani. Questo libro è ambientato in un paesino<br />
<strong>di</strong> collina, nell’estate del 1971.<br />
Tutto cominciò quando un ragazzino <strong>di</strong> città, Lino, un tipetto timido e fifone, venne<br />
spe<strong>di</strong>to dai nonni a trascorrere con loro tutta l’estate. Il giorno dopo il suo arrivo,<br />
mentre Lino si avventurava per le vie del paese, un signore anziano incominciò a<br />
inseguirlo e Lino si mise a correre. Dopo un centinaio <strong>di</strong> metri, trovò un garage aperto<br />
e si infilò dentro. Passati alcuni minuti, uscì dal suo nascon<strong>di</strong>glio e si ritrovò faccia<br />
a faccia con un ragazzo che gli chiese perché avesse fatto arrabbiare il “Matto del<br />
Cucco” e da quel casuale incontro nacque una grande amicizia tra Lino e Chicco. Ai<br />
due si aggiunse anche Fausto, il migliore amico <strong>di</strong> Chicco, e Lisa, amica d’infanzia <strong>di</strong><br />
quest’ultimo.<br />
Quell’estate era ritornato in paese un ragazzo <strong>di</strong> nome Nero, che era considerato il<br />
bullo delle Quattro Strade e che combinava <strong>di</strong>sastri per tutto il paese.<br />
Chicco, Fausto, Lisa e Lino formarono la banda delle Quattro Strade per proteggersi<br />
dalle aggressioni <strong>di</strong> Nero e della sua banda.<br />
Nel romanzo vorrei essere un personaggio secondario, ma <strong>di</strong> un certo rilievo, magari un<br />
altro componente della banda <strong>di</strong> Lino. Mi piacerebbe entrare in questo racconto perché<br />
i luoghi da esplorare intorno al piccolo paese sono tanti e le vicende <strong>di</strong> questo gruppo<br />
<strong>di</strong> ragazzi sono riuscite ad appassionarmi: dalle mascalzonate <strong>di</strong> Nero, al salvataggio<br />
del vetraio sordo; dalle trovate della banda per <strong>di</strong>fendersi dal nemico, alla battaglia<br />
finale a sassate.<br />
Questo libro mi ha insegnato che l’amicizia è un valore che non va tra<strong>di</strong>to e che l’aiuto<br />
degli amici può farci superare le paure e imparare a<br />
essere più aperti e coraggiosi.<br />
Mattia Casarini – 2°B<br />
commuovere e non lo <strong>di</strong>menticherete.<br />
Il secondo libro invece è scritto sotto forma <strong>di</strong> <strong>di</strong>ario e parla <strong>di</strong> una<br />
ragazzina della nostra età che, a causa <strong>di</strong> una cotta per un coetaneo, viene<br />
bocciata e per punizione i suoi genitori la mandano in montagna dai nonni<br />
per tutto il periodo estivo, anziché in villeggiatura al mare.<br />
In realtà quel posto così sperduto, lontano dalla solita vita citta<strong>di</strong>na non<br />
è una punizione per Ilaria, che ben presto scopre la bellezza <strong>di</strong> alcune<br />
cose che prima non aveva mai notato. Inoltre, all’inizio della storia, la<br />
protagonista paragona il suo umore al cielo nero-grigio; man mano che<br />
passano i giorni, e ancor più nel finale, Ilaria impara a curare il suo dolore<br />
per quella cotta non ricambiata e capisce una cosa importante: che la nostra<br />
età c’è sempre un’altra possibilità… e il cielo <strong>di</strong>venta improvvisamente <strong>di</strong><br />
tutti i colori.<br />
Susanna Perla - 1^G
iblioteca<br />
La biblioteca delle Ferraris<br />
Il 24 ottobre la nostra bella biblioteca ha compiuto 5 anni!<br />
Infatti nel 2006 è stata riaperta, totalmente rinnovata,<br />
grazie al generoso finanziamento della Fondazione Cassa <strong>di</strong><br />
Risparmio <strong>di</strong> <strong>Modena</strong> e all’impegno, nella nostra scuola, del<br />
Preside, <strong>di</strong> tanti insegnanti, alunni e genitori che all’epoca<br />
l’avevano fortemente desiderata e voluta.<br />
Per una più comoda consultazione e permanenza nell’ampio<br />
locale che ben conosciamo furono inseriti nuovi arre<strong>di</strong>, banchi<br />
e se<strong>di</strong>e, librerie moderne e funzionali e, soprattutto, tanti,<br />
tanti, tanti libri <strong>di</strong> narrativa per ragazzi (oggi ne vantiamo<br />
circa 5200!) nonché testi <strong>di</strong> consultazione per alunni e docenti.<br />
Non <strong>di</strong>mentichiamo il cospicuo patrimonio <strong>di</strong> cd, dvd, vhs,<br />
la postazione multime<strong>di</strong>ale con due computer, stampante,<br />
scanner, una macchina fotografica <strong>di</strong>gitale e il<br />
videoproiettore con schermo che rendono la biblioteca<br />
ancora più ricca e multifunzionale.<br />
Si era pensato ad una biblioteca come luogo <strong>di</strong> raccolta<br />
e organizzazione <strong>di</strong> materiale a stampa e multime<strong>di</strong>ale,<br />
<strong>di</strong> attività <strong>di</strong> lettura e ricerca da parte degli alunni,<br />
luogo in cui i docenti potessero trovare strumenti<br />
necessari per il loro aggiornamento e materiali <strong>di</strong><br />
approfon<strong>di</strong>mento della propria <strong>di</strong>sciplina. Oggi pensiamo,<br />
con una certa sod<strong>di</strong>sfazione, <strong>di</strong> avere raggiunto questi<br />
obiettivi, vista, soprattutto, la vivacità, l’interesse,<br />
la partecipazione che la riguardano, nonché i tanti<br />
appuntamenti che in essa si svolgono e che ogni anno<br />
intorno ad essa ruotano.<br />
Ora come ora si tratta <strong>di</strong> non abbassare la guar<strong>di</strong>a,<br />
<strong>di</strong> continuare a lavorare per la nostra biblioteca con<br />
lo stesso impegno profuso in questi anni affinché il<br />
patrimonio librario continui ad aumentare, affinché i<br />
ragazzi possano frequentarla assiduamente anche in<br />
orario scolastico grazie alla <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> docenti che<br />
ne garantiscono l’apertura per il prestito per due ore<br />
settimanali (lunedì 5^ ora; giovedì 4^ora), affinché tutti<br />
i docenti della scuola, <strong>di</strong> qualunque <strong>di</strong>sciplina, possano<br />
utilizzarla con le classi, affinché anche i genitori possano<br />
sentirsi coinvolti e parte integrante <strong>di</strong> questa nostra realtà.<br />
Mi piace ricordare che chi si occupa della biblioteca è<br />
riuscito anche quest’anno a garantire importanti iniziative<br />
rivolte a tutte le classi della scuola.<br />
Simone Maretti ci ha affascinato con le sue narrazioni<br />
proponendo questi testi:<br />
Fiabe dei fratelli Grimm, 30 novembre per 1°C e1°Q;<br />
Le avventure <strong>di</strong> Tom Sawyer, 30 novembre per 1°H e 1°E;<br />
L’isola del tesoro, 3 febbraio per 1°A e 1°F;<br />
Pinocchio, 13 novembre per 1°B e 1°G;<br />
Miti e leggende greche, 3 <strong>di</strong>cembre per 1°D;<br />
Don Chisciotte, 8 novembre per 2°F e 2°H e 1 febbraio<br />
per 2°B e 2°E;<br />
Decameron, 26 gennaio per 2G e 2A;<br />
Dieci piccoli in<strong>di</strong>ani, 4 <strong>di</strong>cembre 2°C e 2°D;<br />
Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hide, per<br />
2°Q e 3°Q;<br />
Niente <strong>di</strong> nuovo sul fronte occidentale, 14 <strong>di</strong>cembre 3°B<br />
e 3°F;<br />
Il buio oltre la siepe, 17 febbraio per 3°G e 3°H;<br />
Niente <strong>di</strong> nuovo sul<br />
fronte occidentale,<br />
10 <strong>di</strong>cembre per 3°E<br />
e 3°C;<br />
Stand by me, 13<br />
novembre per 3A e<br />
3D.<br />
Tutte le classi sono state<br />
invitate a partecipare al<br />
concorso “Il Giralibro”<br />
naturalmente con la<br />
speranza <strong>di</strong> vincerlo<br />
(cosa che è avvenuta<br />
quattro anni fa grazie<br />
ad un bellissimo testo <strong>di</strong><br />
Laura Missio), ma con la<br />
certezza <strong>di</strong> ricevere in<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 7<br />
dono, come premio per la partecipazione, una<br />
ventina <strong>di</strong> nuovi testi per la biblioteca.<br />
Sempre sentito è l’impegno a reperire nuovi<br />
fon<strong>di</strong>, sponsor, omaggi <strong>di</strong> case e<strong>di</strong>trici… che ci<br />
permettano <strong>di</strong> acquisire nuovi testi, sostituendo<br />
quelli troppo usurati o, nota dolentissima, quelli persi (!?). Anche in questo anno<br />
abbiamo aggiunto al nostro patrimonio librario testi <strong>di</strong> narrativa, testi in lingua<br />
spagnola, testi <strong>di</strong> scienze, testi <strong>di</strong> consultazione per i docenti.<br />
Non meno importante è l’impegno a tenere in or<strong>di</strong>ne la biblioteca e i testi secondo<br />
l’or<strong>di</strong>ne che ormai i nostri ragazzi ben conoscono, a catalogare i nuovi testi, a<br />
registrarli per via informatica e in cartaceo per una comoda e rapida ricerca<br />
dei titoli desiderati. Molto impegnativo anche l’inventario e rior<strong>di</strong>no <strong>di</strong> fine anno<br />
scolastico volto a verificare che TUTTI i testi che sono stati presi in prestito<br />
siano stati restituiti.<br />
Dopo questa anche troppo lunga carrellata <strong>di</strong> informazioni<br />
(me ne scuso, ma l’argomento mi sta troppo a cuore! E<br />
quante altre cose avrei da <strong>di</strong>re sui libri, sull’importanza<br />
della lettura, sulla fortuna <strong>di</strong> avere a <strong>di</strong>sposizione una<br />
biblioteca scolastica tanto ricca e fornita <strong>di</strong> titoli così<br />
nuovi… Non temete, so anche fermarmi, non aggiungerò<br />
altro!) vorrei concludere invitando tutti i ragazzi a “voler<br />
bene” alla loro/nostra biblioteca, a viverla intensamente<br />
ma con educazione, rispettando quelle regole elementari<br />
che ci permetteranno <strong>di</strong> mantenere tavoli e se<strong>di</strong>e e arre<strong>di</strong><br />
perfetti, libri in or<strong>di</strong>ne (non è vietato rivestirli con una<br />
bella carta trasparente o utilizzare scotch per effettuare<br />
qualche piccolo restauro…), computer funzionanti, elenchi<br />
del prestito ben compilati per poter consentire controlli in<br />
ogni momento. E non <strong>di</strong>menticate mai <strong>di</strong> restituire i testi<br />
letti: quanto <strong>di</strong>spiace, ad ogni fine d’anno scolastico, dover<br />
constatare che mancano all’appello dai 70 agli 80 libri! Non<br />
è facile, come ho gia spiegato, trovare il modo <strong>di</strong> sostituirli.<br />
Con un sforzo piccolissimo, se ci credete, potremo essere<br />
una squadra più or<strong>di</strong>nata e avere una biblioteca sempre più<br />
ricca, vivace e vitale. BUONA LETTURA A TUTTI!<br />
Tiziana Bulgarelli<br />
A spasso per la Spagna, seguendo un Hidalgo<br />
Tra la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> libri da me letti, il più interessante e allo stesso<br />
tempo <strong>di</strong>vertente e ironico è Don Chisciotte della Mancia, dello scritto<br />
re spagnolo Miguel de Cervantes. Il mio interesse verso questo romanzo<br />
deriva dal periodo in cui è ambientato, ma soprattutto dai luoghi in cui si<br />
svolgono le vicende, che mi appaiono molto misteriosi e mi piace scoprire<br />
informazioni sulla terra spagnola.<br />
Se dovessi scegliere un altro luogo, un altro tempo, insomma un’altra vita<br />
sceglierei <strong>di</strong> entrare nelle pagine <strong>di</strong> questo libro.<br />
Vorrei essere lì a osservare Don Chisciotte nelle sue pazze avventure<br />
<strong>di</strong> anziano cavaliere in giro per la Spagna, ma me ne starei nascosto, lo<br />
seguirei da lontano e cercherei <strong>di</strong> aiutarlo a sconfiggere i suoi numerosi<br />
nemici. E poi mi piacerebbe vederlo combattere contro i mulini a vento,<br />
oppure girovagare per squallide osterie. Come lui vorrei credere che<br />
esistano i giganti e che quei tuguri siano castelli in cui incontrare<br />
castellane e cavalieri, invece <strong>di</strong> osti e brutti ceffi, e magari mi travestirei<br />
pure io da cavaliere per entrare meglio nella parte. Sarebbe bello trovarmi<br />
uno scu<strong>di</strong>ero e raccontargli, inventandole <strong>di</strong> sana pianta, avventure che<br />
ho sognato nella mia infanzia. Girerei le città<br />
e andrei a <strong>di</strong>re a tutti che esiste un pazzo<br />
sognatore che al posto <strong>di</strong> mulini a vento vede<br />
giganti, che prende un sacco <strong>di</strong> botte, ma non si<br />
dà per vinto, perché ha qualcosa in cui credere,<br />
qualcosa che lo consola <strong>di</strong> una vita senza<br />
senso. Potrei così vivere una originalissima e<br />
piacevolissima avventura, invece <strong>di</strong> stare sul<br />
<strong>di</strong>vano, come ogni santo giorno della mia piatta<br />
noiosissima vita.<br />
Insomma, questo romanzo è quello che preferisco<br />
per la sua originalità; è un libro affascinante,<br />
pieno <strong>di</strong> gioia e capace <strong>di</strong> strappare sorrisi a<br />
ragazzi <strong>di</strong> ogni età, ma anche <strong>di</strong> far riflettere<br />
sul senso della vita.<br />
Matteo Bernabei – 2°B
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 8<br />
conosci <strong>Modena</strong>?<br />
Il Collegio San Carlo<br />
Il “Collegio dei Nobili della Madre <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> San Dionigi Areopagita”<br />
fu fondato a <strong>Modena</strong> nel 1626, dal sacerdote conte Paolo Boschetti,<br />
ma rimase conosciuta con il nome <strong>di</strong> Collegio San Carlo in ricordo<br />
del santo che proteggeva dall’inizio la Congregazione che gestiva il<br />
collegio, nata dall’impegno volontario <strong>di</strong> laici, artigiani e borghesi, che<br />
assistevano i poveri, insegnando loro, oltre alla dottrina cristiana,<br />
a leggere, scrivere e far <strong>di</strong> conto. Per iniziativa del Boschetti, la<br />
Congregazione, senza smettere <strong>di</strong> aiutare i “poverelli”, iniziò a<br />
gestire un collegio riservato ai figli <strong>di</strong> famiglie nobili. L’istituto, oltre<br />
a denaro ricevuto dalla città, poté contare anche su lasciti <strong>di</strong> ricchi<br />
borghesi e nobili, che consentirono, proprio nel centro della città, la<br />
costruzione (su progetto dell’architetto Avanzini) del collegio, della<br />
chiesa a<strong>di</strong>acente e <strong>di</strong> un prestigioso portico fornito <strong>di</strong> botteghe.<br />
La sede fu inaugurata ufficialmente nel 1682. L’attività scolastica del<br />
Collegio terminò nel 1970.<br />
Il collegio accoglieva ragazzi dagli otto ai <strong>di</strong>ciotto anni. Gli ospiti<br />
vivevano qui una decina d’anni e andavano a casa una sola volta<br />
all’anno, in occasione del Natale. Ma come era la vita in collegio?<br />
I piccoli dormivano in una camerata comune, mentre i più gran<strong>di</strong><br />
avevano una camera tutta per loro, ma non dobbiamo pensare che si<br />
trattasse <strong>di</strong> una grande stanza: era una stanzetta con un letto, una<br />
piccola cassapanca per gli abiti e gli oggetti personali e una scrivania<br />
sulla quale stu<strong>di</strong>are. Tutti indossavano una <strong>di</strong>visa che consisteva<br />
in una camicia bianca con lo jabot, in un completo <strong>di</strong> velluto scuro<br />
per l’inverno o <strong>di</strong> tessuto più leggero per l’estate. Un parrucchiere<br />
si occupava delle acconciature dei ragazzi e controllava anche la<br />
presenza <strong>di</strong> pidocchi o altri parassiti tra i capelli <strong>di</strong> ogni bambino.<br />
La <strong>di</strong>sciplina era ritenuta molto importante e durante le lezioni un<br />
addetto si aggirava tra i banche con una bacchetta per colpire chi<br />
non si comportava a dovere. Se uscivano erano accompagnati dai loro<br />
insegnanti e anche durante l’estate andavano in villeggiatura con loro.<br />
Da metà luglio a metà ottobre i collegiali andavano in villeggiatura<br />
a Bomporto (successivamente a Braida) ove si organizzavano<br />
accademie, rappresentazioni, cacce. I giovani nobili partecipavano<br />
anche alla vita <strong>di</strong> corte e la famiglia ducale presenziava alle esibizioni<br />
dei collegiali. Tutti gli anni si svolgevano delle gare <strong>di</strong> bravura nelle<br />
varie materie e chi vinceva riceveva in premio una coccarda e il titolo<br />
<strong>di</strong> principe in matematica o letteratura o scienze. L’attività ginnicosportiva,<br />
particolarmente intensa, prevedeva tra l’altro scherma,<br />
pallavolo e nuoto che veniva praticato nella piscina della residenza<br />
estiva <strong>di</strong> Braida.<br />
Entrando nel collegio, si incontra subito lo scalone d’onore, uno<br />
scalone <strong>di</strong> marmo, detto a forbice per la sua forma. Salendo le scale<br />
si possono ammirare i ritratti <strong>di</strong> alcuni degli studenti più famosi e<br />
importanti della scuola, che hanno voluto lasciare una testimonianza<br />
della loro permanenza al San Carlo. Attraverso i loro ritratti è<br />
possibile farsi un’idea delle mode dei vari perio<strong>di</strong>. Salite le scale si<br />
può notare sulla destra una porticina segreta che conduce alla Chiesa<br />
<strong>di</strong> San Carlo ora non più a<strong>di</strong>bita a funzioni religiose, ma utilizzata<br />
per spettacoli e conferenze organizzate dalla Fondazione cui oggi<br />
appartiene il complesso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici. Molti e<strong>di</strong>fici un tempo erano dotati<br />
<strong>di</strong> passaggi segreti che venivano utilizzati per motivi <strong>di</strong> praticità o <strong>di</strong><br />
sicurezza: in questo caso passando attraverso questa porta si evitava<br />
<strong>di</strong> uscire sulla strada per accedere alla chiesa.<br />
La lunga galleria al primo piano, collega lo Scalone d’onore alla Sala<br />
dei Car<strong>di</strong>nali. Qui in origine si aprivano le stanze da letto degli<br />
ospiti del collegio. Da una ricerca effettuata negli archivi si è<br />
saputo che le pareti della galleria erano in origine affrescate con<br />
vedute <strong>di</strong> paesaggi. Si è provveduto quin<strong>di</strong> a ripulire le pareti e sono<br />
comparse tracce delle pitture originali. Mentre fino a qualche tempo<br />
fa i restauri consistevano nel ricostruire completamente quello che<br />
si supponeva fosse l’originale,<br />
oggi, anche per non intervenire<br />
facendo errori, si fanno restauri<br />
c o n s e r v a t i v i , ossia si mantiene<br />
ciò che si riesce a recuperare.<br />
Nel caso della galleria si riesce a<br />
vedere il <strong>di</strong>segno sulle pareti, ma i<br />
colori e i dettagli sono del tutto<br />
scomparsi.<br />
Proseguendo il cammino, si giunge<br />
alla Sala dei Car<strong>di</strong>nali, così<br />
detta perché sulle pareti sono<br />
appesi quadri che<br />
raffigurano ritratti<br />
<strong>di</strong> car<strong>di</strong>nali, che<br />
frequentarono il<br />
Collegio.<br />
È la sala principale<br />
e più raffinata del<br />
complesso architettonico:<br />
qui avevano<br />
luogo le cerimonie<br />
<strong>di</strong> laurea. Riccamente<br />
decorata con af-<br />
freschi in stile<br />
barocco, è un esempio<br />
dell’inganno del Barocco,<br />
dove tutto<br />
può essere finzione,<br />
illusione e apparenza<br />
dalle finte porte<br />
che si affacciano<br />
sulla balconata, alle<br />
balconate stesse,<br />
dalle pareti <strong>di</strong>pinte<br />
con le venature del<br />
marmo agli sgabelli<br />
negli angoli del salone,<br />
anch’essi opera <strong>di</strong><br />
qualche pittore, alle<br />
finte finestre che<br />
amplificano gli spazi<br />
senza soluzione <strong>di</strong><br />
continuità.<br />
Sulle finte balconate<br />
si affacciano figure<br />
femminili, che rappresentano<br />
le varie<br />
<strong>di</strong>scipline <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o della scuola: letteratura, poesia, matematica, scienze,<br />
musica, arte, retorica e logica, e sul soffitto ancora figure <strong>di</strong> donna che<br />
stavolta in<strong>di</strong>cano agli allievi quali siano le virtù da coltivare: temperanza,<br />
giustizia, prudenza e fortezza.<br />
Dal salone, si può passare a un corridoio lungo le cui pareti si possono<br />
vedere i ritratti dei rettori che nel tempo hanno <strong>di</strong>retto il Collegio e<br />
tra <strong>di</strong> essi si trova anche quello <strong>di</strong> Ippolito Galantini, ispiratore della<br />
Congregazione.<br />
Attraverso un altro breve corridoio è possibile raggiungere il teatro,<br />
unico del Settecento rimasto in città. Anche in questo ampio locale vi<br />
sono balconate in falso marmo e quadri alle pareti e gonfaloni, doni che le<br />
famiglie nobili facevano all’isituto, aumentandone il prestigio.<br />
L’attività teatrale era ritenuta un’importante strumento educativo. A<br />
carnevale e a fine anno scolastico tutte le camerate si preparavano<br />
all’esibizione in pubblico con l’aiuto <strong>di</strong> professori, maestri <strong>di</strong> ballo, musici<br />
e maestri d’armi. I testi che si recitavano erano soprattutto <strong>di</strong> autori<br />
francesi come Corneille, Racine, Voltaire, Molière, ma non mancavano<br />
autori italiani, come Carlo Goldoni. Gli studenti, naturalmente recitavano<br />
sia le parti maschili sia quelle femminili. Fino al 1732, data <strong>di</strong> costruzione<br />
del primo teatro, i collegiali si esibivano nella Sala dei Car<strong>di</strong>nali e nei due<br />
teatri <strong>di</strong> Corte spesso alla presenza della famiglia ducale, alla quale nel<br />
nuovo teatro furono riservati i palchi <strong>di</strong> proscenio. Oggi questo spazio è<br />
utilizzato per conferenze e convegni.<br />
Verso la metà dell’Ottocento si costruì all’interno dell’e<strong>di</strong>ficio,una<br />
nuova cappella per i collegiali perché quella esistente versava in cattive<br />
con<strong>di</strong>zioni. Sulle sue pareti è possibile ammirare figure <strong>di</strong> angeli e<br />
sull’altare una grande cornice barocca dorata contiene l’immagine della<br />
Vergine, cui la cappella è de<strong>di</strong>cata. Sul soffitto, decorato con stucchi<br />
compaiono in quattro medaglioni altrettante allegorie delle virtù già<br />
rappresentate nel Salone dei Car<strong>di</strong>nali.<br />
Ripercorrendo a ritroso il percorso, si scende e si giunge, attraverso altre<br />
sale a piano terra, alla chiesa <strong>di</strong> San Carlo, in cui è possibile ammirare<br />
gli stucchi dell’altare maggiore e gli altari in marmo, molto pregiati che<br />
<strong>di</strong>mostrano la ricchezza del Collegio. Anche la chiesa, ancora consacrata,<br />
ma nella quale oggi non si svolgono più funzioni religiose, è ora a<strong>di</strong>bita a<br />
spettacoli o conferenze, anche nell’ambito del Festival della Filosofia che<br />
ogni anno si svolge nella nostra città.<br />
La seconda B
La gara <strong>di</strong> fumetti della 2°F<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 9<br />
gara in seconda F<br />
Quest’anno io e la mia classe<br />
abbiamo letto il libro “Il<br />
Visconte <strong>di</strong>mezzato”, che<br />
parla del visconte Medardo<br />
<strong>di</strong> Terralba che partecipa alla<br />
guerra contro i Turchi, ma,<br />
nel corso della battaglia, viene<br />
colpito da una palla <strong>di</strong> cannone<br />
e rimane <strong>di</strong>viso a metà.<br />
La parte cattiva <strong>di</strong> lui ritorna a<br />
casa e fa terribili crudeltà agli<br />
abitanti del suo paese. Anche<br />
quando torna Medardo il buono,<br />
la situazione non migliora,<br />
perché lui è noioso e <strong>di</strong>sumano<br />
come l’altro. Solo quando si<br />
riuniscono le due metà, ritorna<br />
la pace nel paese.<br />
Dopo aver finito <strong>di</strong> leggerlo, la<br />
prof. ci ha proposto <strong>di</strong> fare un<br />
lavoro <strong>di</strong> gruppo: illustrare con<br />
la tecnica del fumetto la storia<br />
del Visconte. Così abbiamo<br />
formato cinque gruppi, il mio<br />
comprendeva Elisa Alemanni, Davide Garuti, Andrea Gavioli e io. Il mio<br />
gruppo ha scelto <strong>di</strong> illustrare il capitolo della “Pastorella Pamela”, la<br />
ragazza <strong>di</strong> cui si innamora il Visconte. Alla fine <strong>di</strong> tutto, ogni gruppo<br />
ha consegnato il suo fumetto alla prof., che a sua volta ha consegnato<br />
i lavori ai professori Corra<strong>di</strong> <strong>di</strong> arte, Esposito, Menziani, Bulgarelli e<br />
Facchini, affinché li guardassero e giu<strong>di</strong>cassero quale gruppo fosse<br />
stato il più bravo.<br />
Dopo una settimana ci sono state le premiazioni, purtroppo il mio<br />
gruppo non ha vinto ma abbiamo comunque ricevuto tutti un quaderno<br />
della Comix.<br />
Questa attività è stata <strong>di</strong>vertente e mi è piaciuta molto perché<br />
abbiamo provato una nuova attività <strong>di</strong>versa dalle altre.<br />
Agar Shehata<br />
La nostra classe, appena finito <strong>di</strong> leggere “Il visconte <strong>di</strong>mezzato”, si è<br />
<strong>di</strong>visa in 5 gruppi e la prof Domenichini ci ha dato il compito <strong>di</strong> fare un<br />
fumetto, sul capitolo del “Visconte <strong>di</strong>mezzato”, che ci era piaciuto <strong>di</strong><br />
più. Il fumetto doveva essere <strong>di</strong> due pagine con circa cinque vignette<br />
(ma qualcuno ne ha fatte <strong>di</strong> più!).<br />
Io ero in squadra con Elisa M., Davide P. e Enrico.<br />
Abbiamo deciso <strong>di</strong> fare il fumetto sulla parte in cui la parte buona<br />
del visconte incontra gli ugonotti. Ci siamo <strong>di</strong>visi i compiti: io e Elisa<br />
abbiamo fatto la prima pagina e i maschi hanno fatto la seconda.<br />
Dato che avevamo soltanto le prime due ore del lunedì e dovevamo<br />
consegnarlo dopo due settimane, non<br />
saremmo riusciti a finirlo, quin<strong>di</strong> io ed<br />
Elisa ci siamo incontrate a casa sua per<br />
colorare sia la nostra parte sia quella dei<br />
maschi.<br />
Alla fine ci abbiamo messo sopra una<br />
carta trasparente e lo abbiamo chiuso <strong>di</strong><br />
lato e sembrava proprio un fumetto.<br />
La prof. Domenichini ci aveva anche detto<br />
che alcuni proff. tra cui il vicepreside, la<br />
prof.Micaela Corra<strong>di</strong>, la prof. Esposito,<br />
il prof. Facchini... avrebbero guardato i<br />
fumetti, passandoseli e consultandoli, poi<br />
avrebbero fatto la premiazione!<br />
Il nostro fumetto è arrivato secondo e<br />
noi eravamo molto felici.<br />
La prof ha consegnato come premio a<br />
tutti, anche agli ultimi, un quaderno<br />
della Comix, ma ai primi ha consegnato<br />
anche dei fumetti dati in premio dalla<br />
Comix. Tutti i proff. ci hanno fatto<br />
i complimenti, perché abbiamo fatto<br />
tutti un buon lavoro e anche la prof<br />
Domenichini è stata contenta <strong>di</strong> noi.<br />
Deborah Cattani<br />
Una settimana fa a scuola la mia classe ha partecipato a una gara <strong>di</strong><br />
fumetto.<br />
Ci siamo <strong>di</strong>visi in gruppi <strong>di</strong> circa quattro ragazzi ognuno e poi la prof.<br />
Domenichini ci ha detto che dovevamo preparare un fumetto sul<br />
“Visconte <strong>di</strong>mezzato” prendendo uno o più capitoli del libro.<br />
Abbiamo avuto una settimana <strong>di</strong> tempo e, malgrado fosse poco, siamo<br />
riusciti tutti a fare dei buoni lavori.<br />
Io e il mio gruppo siamo arrivati secon<strong>di</strong> e ci siamo impegnati molto, il<br />
nostro fumetto era a colori e abbiamo rappresentato il capitolo in cui<br />
il Visconte va dagli ugonotti; a noi<br />
quella parte è piaciuta molto,<br />
soprattutto quando Esaù, un<br />
personaggio del libro, prende<br />
un calcio da un asino.<br />
Invece i vincitori hanno fatto<br />
un bellissimo fumetto in<br />
bianco e nero, con sfumature<br />
e ombre.<br />
Ci siamo impegnati tutti, e<br />
la prof ci ha dato a tutti dei<br />
bellissimi premi.<br />
Ci siamo <strong>di</strong>vertiti molto e<br />
abbiamo fatto del nostro<br />
meglio !!!<br />
Elisa Manai<br />
La gara <strong>di</strong> fumetti, organizzata<br />
dalla 2°F, è stata molto bella.<br />
Il proce<strong>di</strong>mento è stato: la<br />
sud<strong>di</strong>visione in cinque gruppi<br />
composti da quattro persone,<br />
che hanno scelto un capitolo a<br />
loro piacere dal libro “Il visconte<br />
<strong>di</strong>mezzato”, che avevamo appena finito <strong>di</strong> leggere. I gruppi si sono<br />
<strong>di</strong>visi le parti del capitolo da <strong>di</strong>segnare. Dopo una settimana erano<br />
pronti i <strong>di</strong>segni, alcuni li avevano fatti in bianco e nero e alcuni a<br />
colori, e tutti sono stati incollati su dei cartoncini e plastificati, per<br />
renderli più belli. La giuria era composta da quattro persone che la<br />
settimana successiva annunciò il vincitore: il mio gruppo! La nostra<br />
professoressa <strong>di</strong> lettere ha dato a tutti un quaderno <strong>di</strong> Comix e solo<br />
per i vincitori un fumetto <strong>di</strong>: Calvin & Hobbes.<br />
Alessandro Damiani<br />
Qualche settimana fa, abbiamo finito <strong>di</strong> leggere un libro <strong>di</strong> Italo<br />
Calvino intitolato “Il visconte <strong>di</strong>mezzato”, che parla appunto <strong>di</strong> un<br />
visconte che, mentre è in guerra, viene colpito da un cannone e si<br />
<strong>di</strong>vide a metà, ma rimane vivo. Questo visconte vive molte avventure:<br />
decide <strong>di</strong> innamorarsi, una metà <strong>di</strong>venta cattiva e l’altra buona, <strong>di</strong>vide<br />
tutto quello che trova a metà ecc...<br />
Allora la prof. <strong>di</strong> italiano ha deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>viderci in gruppi e <strong>di</strong> far<br />
fare a ciascun gruppo un fumetto. Io ero con Carlotta,<br />
Davide Teggi e Mahjoub. La prof. ci ha dato la libera<br />
scelta su quale pezzo realizzare nel fumetto e noi<br />
abbiamo deciso per il brano dove il Buono (la parte<br />
buona del visconte) lascia un segno su ogni casa per<br />
il dottor Trewlaney, in modo che il dottore capisca<br />
che deve curare le persone malate o che hanno male<br />
da qualche parte, e il Gramo (la parte cattiva del<br />
visconte) <strong>di</strong>strugge tutti questi segni. Per realizzare<br />
il fumetto abbiamo usato: due fogli <strong>di</strong> cartoncino<br />
bianchi, colla stick, colori, carta da stampante, un<br />
cartoncino azzurro da mettere alla fine del fumetto,<br />
un foglio <strong>di</strong> plastica trasparente, un oggetto lungo<br />
che serviva per assemblare i fogli e… pazienza. Dopo<br />
averlo realizzato, lo abbiamo consegnato alla giuria.<br />
Passata una settimana la giuria, dopo aver guardato<br />
bene i fumetti, è venuta a premiarci, facendo una<br />
classifica: noi siamo arrivati terzi! Ci hanno regalato<br />
un quaderno <strong>di</strong> Comix; invece, ai primi, hanno regalato<br />
il quaderno e un fumetto illustrato con <strong>di</strong>segni.<br />
Sara Ingrosso
animali<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 10<br />
Polli loro… o polli<br />
noi?<br />
Il pollo è un animale che piace<br />
a tutti, ma prima <strong>di</strong> finire sulle<br />
nostre belle tavole, come viene<br />
trattato ???<br />
L’ allevamento intensivo, utilizza tecniche industriali e scientifiche per<br />
ottenere la massima quantità <strong>di</strong> prodotto col minimo costo e col minimo<br />
spazio, usando, <strong>di</strong> solito, specifici macchinari e farmaci. E, come si sà, <strong>di</strong><br />
solito la qualità mal si coniuga con la quantità.<br />
In questi allevamenti gli animali vengono selezionati in<strong>di</strong>vidualmente, al<br />
solo fine <strong>di</strong> fornire elevate prestazioni produttive.<br />
Tutti i polli che compriamo e mangiamo, in tutto il mondo, sono oramai<br />
solo <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> razze ibride, nate nei segreti laboratori <strong>di</strong> genetica<br />
applicata, selezionate esclusivamente per l’ingrassaggio. Il risultato <strong>di</strong><br />
queste selezioni è una vera macchina biologica ad elevatissima resa; un<br />
pollo mangia un chilo e mezzo <strong>di</strong> mangime e ne “produce” uno <strong>di</strong> carne.<br />
Lo fanno vivere solo 35 giorni (non ha neanche il tempo per <strong>di</strong>ventare<br />
pazzo).<br />
L’allevamento viene svolto in gran<strong>di</strong> capannoni dove possono stare<br />
decine <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> volatili: con una densità <strong>di</strong> 10-15 per metro<br />
quadro, sino a 30 chili <strong>di</strong> “carne” a mq. (I regolamenti UE per gli<br />
allevamenti biologici stabiliscono in tre polli per metro quadrato<br />
la densità massima ammissibile). Beccano tutto ciò che ha colore<br />
paglierino, giorno e notte, grazie all’illuminazione artificiale.<br />
Le temperature sono sempre elevate.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni igieniche sono terribili. Gli animali vivono dal primo<br />
all’ultimo giorno della loro brevissima vita calpestando e dormendo<br />
sulle loro deiezioni. Le infezioni batteriologiche sono contrastate<br />
dal primo all’ultimo giorno <strong>di</strong> vita con gli antibiotici contenuti<br />
nei mangimi; ma per i virus - come si sa - non ci sono farmaci.<br />
A questo si aggiunge il rumore spaventoso provocato dal pigolare<br />
<strong>di</strong> 50.000 - 100.000 animali spaventati, tenuti in quelle con<strong>di</strong>zioni.<br />
L’organismo del pollo, che è pur sempre un animale<br />
<strong>di</strong>urno, viene messo a dura prova, l’apparato<br />
<strong>di</strong>gerente stressato, la sua capacità <strong>di</strong> resistenza<br />
agli agenti patogeni fortemente indebolita.<br />
Nel territorio dove sono inseriti, senza un<br />
minimo <strong>di</strong> criterio <strong>di</strong> biosicurezza, questi<br />
allevamenti sono delle vere e proprie bombe<br />
batteriologiche, pericolose e costose per tutta<br />
la collettività. Pericolose, in quanto incubatoi<br />
<strong>di</strong> possibili virus trasmissibili agli uomini, come<br />
salmonelle e influenze:ricordate l’ influenza<br />
aviaria?<br />
I polli dovrebbero mangiare mais, soia e fibre.<br />
I polli, mangiano esclusivamente mangimi<br />
industriali, prodotti in larghissima misura da<br />
due o tre aziende. Le formule <strong>di</strong> questi<br />
mangimi sono top secret; possono<br />
in questo modo metterci dentro <strong>di</strong><br />
tutto e <strong>di</strong> più. Il mais e la soia, che<br />
sono i componenti principali (fino al<br />
60/70%), sono in gran<strong>di</strong>ssima parte<br />
<strong>di</strong> importazione e <strong>di</strong> produzione<br />
transgenetica, perché costano meno.<br />
Contrariamente alle normative per<br />
i bovini, i mangimi per pollame e<br />
tacchini possono contenere farine<br />
<strong>di</strong> carne e <strong>di</strong> pesce, pannelli <strong>di</strong> olio<br />
esausto, grassi <strong>di</strong> origine animale.<br />
La vicenda <strong>di</strong> due anni fa dei polli belgi<br />
alla <strong>di</strong>ossina è dovuta a un “eccesso”<br />
<strong>di</strong> PCB, ma se si sta nei limiti<br />
tollerati si può dare da mangiare<br />
ai polli anche oli esausti <strong>di</strong> motori.<br />
I polli così allevati se li cucini<br />
due minuti <strong>di</strong> più letteralmente si<br />
sbriciolano, se li lasci raffreddare<br />
rilasciano il classico odore <strong>di</strong> pesce<br />
con cui sono stati allevati. Oggi<br />
la carne <strong>di</strong><br />
pollo non viene<br />
offerta da nessun ristorante degno <strong>di</strong> questo nome, viene data solo<br />
nelle mense delle fabbriche e nelle scuole.<br />
Queste sono le notizie che abbiamo raccolto in vari siti su internet.<br />
Secondo noi, per evitare speculazioni <strong>di</strong> questa natura, occorrerebbe<br />
rispettare maggiormente la vita degli altri animali che vivono sulla<br />
terra, che poi nello stesso tempo e’ un poco <strong>di</strong> maggiore rispetto<br />
anche per noi stessi.<br />
Se controllassimo <strong>di</strong> piu’ le cose che compriamo o mangiamo, forse,<br />
secondo noi, potremmo dare quelle in<strong>di</strong>cazioni su come e’ meglio<br />
allevare , pre<strong>di</strong>ligendo le tecniche <strong>di</strong> allevamento rispettose degli<br />
animali tutti, noi compresi.<br />
Andrea Torri e Ilaria Vaccari 2°H<br />
L’allevamento intensivo<br />
Secondo la definizione <strong>di</strong> Wikipe<strong>di</strong>a, con allevamento intensivo o<br />
allevamento industriale s’intende una forma <strong>di</strong> allevamento che<br />
utilizza tecniche industriali e scientifiche per ottenere la massima<br />
quantità <strong>di</strong> prodotto al minimo costo e utilizzando il minimo spazio,<br />
tipicamente con l’uso <strong>di</strong> appositi macchinari e farmaci veterinari.<br />
L’allevamento intensivo è una pratica che si è <strong>di</strong>ffusa nel XX<br />
secolo (in Italia soprattutto a partire dal secondo dopoguerra)<br />
con lo scopo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare la crescente richiesta <strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong><br />
origine animale (in particolare carne, uova e latticini) abbattendone<br />
al contempo i costi, in modo da rendere questa categoria <strong>di</strong><br />
prodotti adatta al consumo <strong>di</strong> massa. La pratica dell’allevamento<br />
intensivo è oggi estremamente <strong>di</strong>ffusa in tutti i paesi sviluppati;<br />
la gran parte della carne, dei prodotti caseari e delle uova che<br />
si acquistano nei supermercati viene prodotta in questo modo.<br />
Le tecniche utilizzate negli allevamenti intensivi sono cambiate<br />
nell’arco del XX secolo, e possono presentare <strong>di</strong>fferenze anche<br />
notevoli fra <strong>di</strong>versi paesi. Per esempio, le<br />
normative europee introdotte a partire dagli<br />
anni ‘90 vietano esplicitamente molte pratiche<br />
ancora largamente in uso negli Stati Uniti.<br />
Alcuni elementi comuni alla maggior parte<br />
degli allevamenti intensivi sono i seguenti:<br />
• gli animali sono in gran numero;<br />
• gli animali siano trattenuti in spazi più o<br />
meno ristretti, allo scopo <strong>di</strong> massimizzare<br />
l’uso dello spazio <strong>di</strong>sponibile e semplificare<br />
le operazioni <strong>di</strong> nutrimento e cura;<br />
• negli allevamenti intensivi gli animali<br />
sono nutriti con mangime industriale da<br />
monocolture spesso importato, in genere<br />
soia (spesso geneticamente mo<strong>di</strong>ficata).<br />
L’alimentazione degli animali viene<br />
controllata in funzione delle<br />
caratteristiche (costo, qualità)<br />
del prodotto finale da ricavare.<br />
• le con<strong>di</strong>zioni fisiche degli<br />
animali, incluso il loro stato<br />
<strong>di</strong> salute, vengono tenute<br />
sotto controllo soprattutto<br />
attraverso misure igieniche ed<br />
eventualmente per mezzo <strong>di</strong><br />
farmaci.<br />
Purtroppo oggi l’allevamento<br />
è principalmente praticato a<br />
livello industriale per ottenere<br />
produzioni <strong>di</strong> massa, spesso<br />
a <strong>di</strong>scapito degli animali e<br />
della carne che se ne ottiene,<br />
<strong>di</strong> bassa qualità o talvolta<br />
ad<strong>di</strong>rittura poco sana.<br />
Simone Barbi & Gabriele<br />
Messori – 2°H
animali<br />
Il cane<br />
Il cane, inseparabile amico<br />
dell’uomo, deriva dal lupo<br />
e il suo nome scientifico<br />
è canis lupus familiaris.<br />
È un mammifero carnivoro<br />
e, oltre alla carne, si<br />
può cibare <strong>di</strong> piante che<br />
servono per depurarsi e<br />
mantenere sano il suo organismo. Di sicuro non si<br />
possono non amare i cani: sono allegri, compagni<br />
fedeli ed insostituibili, dotati <strong>di</strong> un sesto senso<br />
impressionante e <strong>di</strong> un animo nobile. Il cane abita<br />
in moltissime nostre case: abbaia o ringhia solo<br />
quando è necessario e sco<strong>di</strong>nzola quando è felice<br />
e vuole giocare. Al nostro cane non importerà mai<br />
quello che siamo o quello che facciamo, ciò che gli<br />
importa è la nostra presenza perché noi, padroni ed<br />
amici rappresentiamo il suo punto <strong>di</strong> riferimento.<br />
Non <strong>di</strong>mentichiamo il ruolo fondamentale che il<br />
cane svolge nella<br />
società: il cane<br />
poliziotto come il<br />
famoso Rex, il cane<br />
da salvataggio, il<br />
cane da guar<strong>di</strong>a,…<br />
Insomma, <strong>di</strong>cendo<br />
“cane” non si<br />
in<strong>di</strong>ca solamente<br />
un animale, ma<br />
tutto un mondo<br />
fatto <strong>di</strong> sentimenti<br />
profon<strong>di</strong> ed<br />
in<strong>di</strong>ssolubili che, da<br />
tempi immemorabili<br />
lo hanno legato all’uomo.<br />
Laura Gargiulo e Alessia Pini – 1^G<br />
La tigre<br />
La tigre è considerata la regina e signora<br />
della giungla asiatica, dal momento che è<br />
ad<strong>di</strong>rittura più forte del cugino leone.<br />
La tigre è un animale estremamente agile<br />
e può compiere salti <strong>di</strong> 5 o 6 metri, può<br />
superare ostacoli alti quasi 2 metri e nuota<br />
con grande abilità. Il suo modo <strong>di</strong> vivere<br />
solitario le ha procurato un particolare<br />
rispetto. Per vivere la tigre ha bisogno<br />
<strong>di</strong> tre cose fondamentali: abbondanza <strong>di</strong><br />
selvaggina <strong>di</strong> grosse <strong>di</strong>mensioni (giovani<br />
elefanti, cervi e cinghiali), acqua e luoghi<br />
dove ripararsi (grotte naturali o il folto<br />
della vegetazione). L’abbattimento delle<br />
foreste e l’espansione delle zone coltivate<br />
hanno ridotto l’ambiente naturale della<br />
tigre, che una volta era presente in<br />
quasi tutta<br />
l’Asia. Ora<br />
sopravvive<br />
in alcuni<br />
p a r c h i<br />
n a t u r a l i<br />
e nelle<br />
foreste <strong>di</strong><br />
montagne<br />
nel delta<br />
del Gange.<br />
O g n i<br />
tigre ha<br />
il proprio<br />
t e r r i t o r i o<br />
personale, che marchia e dentro il quale<br />
rimane per anni.<br />
Ayoub Bakari – 1^G<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 11<br />
Leopardo<br />
Il leopardo è un predatore <strong>di</strong> grande bellezza,<br />
eleganza e agilità. Il leopardo vive in Africa e nelle<br />
regioni calde d’Asia, e si adatta bene alla pianura<br />
come alla montagna.<br />
È un carnivoro dai gusti facili e può nutrirsi <strong>di</strong> un<br />
topo o <strong>di</strong> un porcospino come <strong>di</strong> una gazzella o <strong>di</strong><br />
una zebra.<br />
Ayoub Bakari - 1^G<br />
La ron<strong>di</strong>ne comune<br />
La ron<strong>di</strong>ne comune è un piccolo uccello migratore,agile lungo circa 18-19 cm e ha una<br />
coda lunga e biforcuta. Le ron<strong>di</strong>ni arrivano da noi verso la primavera e restano fino<br />
ai primi <strong>di</strong> ottobre. La ron<strong>di</strong>ne non è un uccello molto veloce, però ha un’agilità ed<br />
un’abilità nel cambiare <strong>di</strong>rezione in modo incre<strong>di</strong>bilmente rapido. La ron<strong>di</strong>ne è uno degli<br />
uccelli che più <strong>di</strong> tutti si avvicina agli inse<strong>di</strong>amenti umani, Essa rappresenta il cielo blu,<br />
sinonimo <strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong> felicità eterna. Quando<br />
in primavera le ron<strong>di</strong>ni tornano salutano gli<br />
uomini con acrobazie e canti.<br />
Emanuela Castello – 1°A<br />
Proverbio sulla ron<strong>di</strong>ne<br />
UNA RONDINE NON FA PRIMAVERA<br />
L’insolito<br />
apparire <strong>di</strong><br />
una ron<strong>di</strong>ne<br />
in cielo, in<br />
un periodo<br />
precedente<br />
l’inizio della buona stagione non deve far credere<br />
che sia arrivata la primavera. Il proverbio si<br />
riferisce al fatto che un miglioramento in una<br />
situazione <strong>di</strong>fficile, non sta a significare che i<br />
problemi siano davvero risolti.<br />
Spiegazioni scientifiche<br />
Perché le zebre sono a strisce bianche e<br />
nere?<br />
Perché si sono abbronzate stando <strong>di</strong>etro a un<br />
cancello.<br />
Effetti sonori<br />
Sai qual è la <strong>di</strong>fferenza tra una nota musicale<br />
e una nota sul registro?<br />
Be’, la prima suona… bene; la seconda…<br />
malissimo!<br />
In campagna<br />
Perché l’ora legale è un grave problema per i<br />
conta<strong>di</strong>ni?<br />
Perché non riescono a mandare avanti il gallo.<br />
Un po’ <strong>di</strong> geografia<br />
La maestra chiede: “Pierino, dove si trova<br />
l’Elba?”<br />
“Nel plato, signora maestra”.<br />
Parlando <strong>di</strong> cibo<br />
Nel Sahara il menù è davvero limitato… c’è<br />
solo il dessert.<br />
Qual è l’animale che dopo morto gira molte<br />
volte su se stesso?<br />
Il pollo arrosto.<br />
Che cosa <strong>di</strong>ce una mosca su un muretto?<br />
Mo’ sca-valco.<br />
Tra le acque<br />
Perché in Mar Nero si chiama così?<br />
Perché è a lutto per il Mar Morto.<br />
p e r r i d e r e<br />
Fra angioletti<br />
“Non vedo l’ora che il tempo si rannuvoli”,<br />
afferma il primo angioletto.<br />
“Perché?”, chiede il secondo.<br />
“Così potremo sederci!”<br />
Che trasformazione!<br />
Cosa <strong>di</strong>venta il formaggio, dopo un mese?<br />
Forgiugno!<br />
Dubbio<br />
Ma i cannibali, quando vogliono uscire <strong>di</strong> sera, si<br />
fidano a lasciare i figli alla baby sitter?<br />
Letterina natalizia<br />
Caro Babbo Natale, siccome quest’anno sono<br />
stato buono, vorrei ricevere come regalo un<br />
giubbotto <strong>di</strong>… renna.<br />
Che <strong>di</strong>fferenza c’è tra me e te?<br />
Che tu puoi offrire una tazza <strong>di</strong> tè a me, ma io<br />
non posso offrire una tazza <strong>di</strong> me a te.<br />
Freddolosi<br />
Cosa fanno due libri quando fa freddo?<br />
Si mettono la copertina.<br />
Al telefono<br />
“Pronto? Porto Ercole?”<br />
“Ma faccia lei, porti chi le pare!”<br />
“Chi parla?”<br />
“Be’, facciamo un po’ per uno!”<br />
Angelica De Rosa – 1°C
un po’ <strong>di</strong> tutto<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 12<br />
Cioccolata<br />
Il cioccolato è un alimento derivato dai semi della pianta del cacao <strong>di</strong>ffuso e<br />
ampiamente consumato nel mondo intero. È preparato a partire dal burro <strong>di</strong> cacao<br />
con aggiunta <strong>di</strong> polvere <strong>di</strong> semi <strong>di</strong> cacao, zucchero e altri ingre<strong>di</strong>enti tipo il latte,<br />
le mandorle, le nocciole o altri aromi. Il cioccolato viene prodotto nelle forme<br />
più svariate; la più comune è la tavoletta, il cioccolato viene modellato in forme<br />
<strong>di</strong>verse, specie in occasione <strong>di</strong> ricorrenze o festività o come nel caso delle uova<br />
<strong>di</strong> Pasqua.<br />
Da dove viene il cioccolato e come veniva chiamato ?<br />
La pianta del cacao si chiama : Theobroma Cacao, considerando il nome che aveva<br />
e l’uso che se ne faceva presso le civiltà che la utilizzavano all’epoca: cacao cibo<br />
degli dei.<br />
Presso i maya il cioccolato veniva chiamato kakaw uhanal, ovvero “cibo degli Dei”, e il suo consumo era<br />
riservato solo ad alcune classi della popolazione :sovrani, nobili e guerrieri. I maya amavano la bevanda<br />
<strong>di</strong> cacao preparata con acqua calda. Acqua si <strong>di</strong>ceva haa, e caldo si <strong>di</strong>ceva chacau. La bevanda <strong>di</strong> cacao<br />
assumeva il semplice nome <strong>di</strong> chacauhaa Sinonimo <strong>di</strong> chacau era chocol, da cui deriva chocolhaa.<br />
La storia del cacao e del cioccolato<br />
La pianta del cacao ha origini antichissime e, secondo precise ricerche botaniche si presume che<br />
fosse presente più <strong>di</strong> 6000 anni fa . I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta del<br />
cacao furono i Maya solo intorno al 1000 a.C.<br />
Le terre che si estendono fra la penisola dello Yucatàn, il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala<br />
furono quin<strong>di</strong> le prime a vedere l’inizio della storia del cacao, e insieme ad esso del cioccolato. La<br />
leggenda <strong>di</strong>ce che la coltura del cacao fu sviluppata dal terzo re Maya: Hunahpu. Un’altra leggenda,<br />
questa volta azteca, <strong>di</strong>ce che in tempi remoti una principessa fu lasciata, dal suo sposo, partito in<br />
guerra, a guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> un immenso tesoro; quando arrivarono i nemici la principessa si rifiutò <strong>di</strong> rivelare il<br />
nascon<strong>di</strong>glio <strong>di</strong> tale tesoro e fu per questo uccisa; dal suo sangue nacque la pianta del cacao, i cui semi<br />
sono così amari come la sofferenza, ma allo stesso tempo forti ed eccitanti come le virtù <strong>di</strong> quella.<br />
Tornando alla storia, successivamente ai Maya anche gli aztechi iniziarono la coltura del cacao, e in<br />
seguito la produzione <strong>di</strong> cioccolata; associavano il cioccolato a Xochiquetzal, la dea della fertilità.<br />
Rebeschini Alessia – 1°G<br />
Storia della FC Juventus Football Club<br />
La Juventus Football Club S.p.A. (dal lat. iuventus, gioventù), nota anche come Juventus<br />
o, più semplicemente, Juve, è una società calcistica italiana per azioni con sede a<br />
Torino. Fondata nel 1987 come Sport Club Juventus da un gruppo <strong>di</strong> studenti liceali<br />
torinesi, si tratta del terzo club italiano per anzianità tra quelli tuttora attivi e,<br />
insieme al Torino, uno dei due che rappresentano nel calcio professionistico il<br />
capoluogo piemontese. Legata fin dagli anni venti alla famiglia Agnelli, il club ha<br />
sempre militato nella massima categoria del campionato italiano <strong>di</strong> calcio (dal 1929<br />
denominata Serie A) sin dalla sua fondazione, eccezion fatta per la stagione 2006-<br />
07.<br />
La Juventus è la società calcistica più titolata del Paese, nonché una delle più<br />
vittoriose e importanti del mondo, fino al punto <strong>di</strong> essere nominata dall’Istituto<br />
Internazionale <strong>di</strong> Storia e Statistica del Calcio, organizzazione riconosciuta dalla<br />
FIFA, come il miglior club italiano e il secondo a livello europeo del XX secolo.<br />
Nel 1988 la Juventus fu insignita <strong>di</strong> uno speciale riconoscimento come prima<br />
squadra nella storia del calcio continentale ad avere vinto tutte e tre le maggiori<br />
competizioni gestite dall’Unione Europea<br />
delle Federazioni Calcistiche, la Coppa<br />
dei Campioni, la Coppa delle Coppe e<br />
la Coppa UEFA. Con la vittoria nella<br />
Coppa Intercontinentale 1985, infine,<br />
la Juventus <strong>di</strong>venne il primo - e rimane<br />
tuttora l’unico - club al mondo ad avere<br />
conquistato almeno una volta tutti i<br />
trofei ufficiali a livello internazionale.<br />
In base a quanto emerge da un<br />
sondaggio, del settembre 2010, della<br />
società Demos & Pi, la Juventus<br />
risulta essere la squadra con il più alto<br />
numero <strong>di</strong> sostenitori in Italia, avendo<br />
riscosso la preferenza del 29% del<br />
campione. Inoltre, è tra le squadre<br />
con il maggior numero <strong>di</strong> sostenitori<br />
a livello mon<strong>di</strong>ale contando circa 180<br />
milioni <strong>di</strong> simpatizzanti.<br />
DESCRIZIONE<br />
Caro <strong>di</strong>ario,<br />
oggi riflettevo… l’anno prossimo<br />
mi ritroverò sola in una classe<br />
<strong>di</strong> sconosciuti, con la mia<br />
timidezza con cui fare i conti.<br />
Mi <strong>di</strong>spiace lasciare la mia<br />
classe, le mie amicizie. Certo<br />
continueremo a vederci, non<br />
sarà la fine, ma…<br />
Ma non ci sarà più Virginia alla<br />
quale chiedere <strong>di</strong> aspettarmi<br />
al suono della campanella<br />
– già, sono sempre l’ultima<br />
a essere pronta; non ci sarà<br />
un’Alice a <strong>di</strong>re che Roberto<br />
Bolle, il miglior ballerino che<br />
ci sia, fa schifo; non ci sarà una Cippi<br />
a cui rubare i taralli a merenda; non<br />
ci sarà una Giorgia… Insomma, mi<br />
mancheranno tutti. Sì, proprio tutti,<br />
anche quelli che ti fanno scherzi<br />
assur<strong>di</strong> (pensa che una volta mi hanno<br />
<strong>di</strong>pinto le mani <strong>di</strong> blu!), che fanno<br />
battute stupide, che fanno circolare<br />
voci <strong>di</strong> amori mai esistiti…<br />
Mi rimarrà comunque il ricordo delle<br />
gite, delle chiacchiere, delle risate<br />
e probabilmente, tra qualche anno,<br />
ripensando a questi anni, sorriderò.<br />
In fondo la vita non è altro che arrivi e<br />
partenze… il bello, però, è il viaggio.<br />
Pensaci. Ti saluto<br />
Giulia<br />
(Giulia Rocchi – 3^C)<br />
Chiara è la mia mamma. Non è molto alta e le sue<br />
gambe sono abbastanza corte, grassottelle e morbide.<br />
Adoro posarmici sopra, sembrano tanti orsacchiotti<br />
<strong>di</strong> peluche.<br />
Anche la sua pancia è morbida e liscia. Mi piace<br />
quando facciamo il “coccolino”: ci buttiamo sul suo<br />
letto e incominciamo a parlare, ridere o… a rotolarci<br />
una sopra l’altra per tutta la lunghezza del letto … è<br />
<strong>di</strong>vertente!!!<br />
La sua fronte non è mai aggrottata, però cambia:<br />
a volte tesa, serena o rilassata, ma mai accigliata,<br />
tranne quando giochiamo e fa finta <strong>di</strong> essere<br />
arrabbiata.<br />
I suoi occhi sono <strong>di</strong> colore marrone scuro, ma talvolta<br />
tendono al chiaro. Riescono a rivelare le emozioni e le<br />
sensazioni che prova anche se lei non vorrebbe farle<br />
trasparire.<br />
Quando ride la sua bocca si allunga e scopre i suoi<br />
denti un po’ irregolari; gli occhi le si chiudono, le<br />
guance paffutelle si colorano <strong>di</strong> rosso, ed una risata,<br />
ancora da bambina, <strong>di</strong>verte me e mia sorella che<br />
continuiamo a farla ridere, <strong>di</strong>cendo qualche battuta<br />
<strong>di</strong>vertente <strong>di</strong> film.<br />
Mi piace molto stare con mia madre. Insieme facciamo<br />
tante cose <strong>di</strong>vertenti: giochiamo a labirinto, un<br />
gioco da tavola <strong>di</strong> strategia. E’ bellissimo, anche<br />
perché vinco sempre io! Facciamo torte e dolci e ci<br />
<strong>di</strong>vertiamo un sacco, soprattutto perché con la farina<br />
ci <strong>di</strong>segnamo sul viso!<br />
E’ bello vederla tornare bambina, con la sua risata,<br />
i suoi gesti, i suoi occhi, che a volte quasi piangono<br />
dall’emozione …<br />
A parte i giochi e gli scherzi, è sempre lì con me<br />
quando ho bisogno <strong>di</strong> lei!<br />
Oltre ad avere tutte quelle belle qualità, mia madre<br />
ne ha una che vorrei avere anch’io: la PAZIENZA!<br />
Non so come faccia a sopportarmi quando le rispondo<br />
alzando la voce! Non so perché ma non lo faccio<br />
apposta.<br />
Nour Aboumerhi – 2°H
noi scrittori<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 13<br />
La classe II A libera la fantasia e vi racconta, facendo ESECIZI DI STILE,<br />
alla maniera <strong>di</strong> Raymond Queneau, quanto segue:<br />
“Il giorno 29 marzo noi ragazzi <strong>di</strong> II A siamo andati in gita a Ferrara. Il viaggio<br />
in pullman è stato molto <strong>di</strong>vertente. Una guida, non proprio giovanissima, ci ha<br />
fatto visitare in lungo e in largo la città. Il giro in battello lungo il Po è stato<br />
molto interessante. Siamo rientrati alle<br />
19.00, stanchi ma felici”<br />
STILE EPICO<br />
Cantami, o Diva, dell’epiche imprese che,<br />
il giorno 29 marzo, gli audaci alunni della<br />
2^A a Ferrara affrontarono.<br />
Il viaggio, periglioso ed aspro, su<br />
un carrozzon a motore al mattino<br />
principiò.<br />
Un’annosa guida, bianca per antico pelo,<br />
nella gloriosa città Estense, li accolse e<br />
li guidò.<br />
Un germanico traghettator su agile<br />
legno, li fece navigar per mostrar loro lo<br />
fiume che verso il mar <strong>di</strong>scende per aver<br />
pace co’ seguaci sui .<br />
In sul calar del sole, in patria rientraron<br />
fieri e trionfanti.<br />
Chiara Giuliani 2^A<br />
Stile DIALET MUDNES<br />
Al dè ventnov ed marz me e i me cumpagn<br />
ed scola a sam andé a fer un zir a Frera.<br />
A Frera agam avu na guida cla gaviva<br />
novantacinc an! A sam ste a girer per la citè<br />
per tri ori, po dap sam ste in batel sul Po per<br />
altri du ori. Ala fin a sam tourné a cà a set<br />
or stof ma cunteint. Cuma m’é piasu vader<br />
n’etra volta la me bela Ghirlandeina!<br />
Francesco Montorsi 2^A<br />
STILE DANTESCO<br />
Nel mezzo del cammin <strong>di</strong> primavera,<br />
ci ritrovammo per andare in gita<br />
la gloriosa città estense meta era<br />
La corriera al levar del sole era partita<br />
ad attenderci vi era una guida serena<br />
con poca voce e <strong>di</strong>fficilmente u<strong>di</strong>ta<br />
Poi salimmo a bordo della “Nena”<br />
agile scafo col suo nocchier tedesco<br />
per ammirar lo fiume un poco in piena<br />
Venuta ormai la sera e il vento fresco<br />
Noi a rimembrar le rive belle<br />
Stanchi ma con entusiasmo pazzesco<br />
Mentre spuntavan già le prime stelle.<br />
Chiara Giuliani 2^A<br />
Stile matematico<br />
Il giorno 29 marzo 22 ragazzi <strong>di</strong> 2°A sono<br />
andati in gita a Ferrara. Sono partiti alle 8:<br />
00 e il viaggio è durato circa 2 ore. Arrivati<br />
hanno fatto un piccolo spuntino e dopo 2<br />
minuti è arrivata 1 guida piuttosto anziana<br />
che li ha fatti camminare per più <strong>di</strong> 10 km.<br />
Dopo 3 ore, si sono fermati per pranzare<br />
e sono ripartiti dopo circa mezz’ora<br />
camminando per più <strong>di</strong> 200 m. sotto il sole.<br />
Hanno poi dovuto aspettare il battello che<br />
li ha trasportati sul Po. Finito il giro sono<br />
saliti sul pullman e sono rientrati a <strong>Modena</strong><br />
alle ore 19:00. Tenendo conto <strong>di</strong> tutti i dati<br />
che sono stati forniti si calcoli QUANTO<br />
SONO STANCHI I RAGAZZI e QUANTI<br />
ANNI HA LA GUIDA!<br />
Serena Roncaglia 2^A<br />
STILE RAP<br />
IL GIORNO 29 MARZO<br />
COME?<br />
CI SIAMO PREPARATI CON<br />
SFARZO<br />
MA CHI?<br />
NOI RAGAZZI DI 2°C E 2°A<br />
DOVE?<br />
FERRARA ECCOCI QUA.<br />
IL VIAGGIO IN PULMANN E’<br />
STATO DIVERTENTE,<br />
MA QUANDO PARLAVA LA<br />
GUIDA<br />
NON SI SENTIVA NIENTE.<br />
MA DAI NON ERA NEANCHE<br />
GIOVANISSIMA<br />
E CI HA ILLUSTRATO LA<br />
CITTA’ VELOCISSIMA.<br />
DOPO, UN GIRO IN<br />
BATTELLO ABBIAMO FATTO,<br />
IO MI SONO DIVERTITA<br />
COME UN MATTO.<br />
POI STANCHI MA FELICI<br />
SIAM RIENTRATI<br />
E ALLE 19 IN PUNTO SIAMO<br />
ARRIVATI.<br />
Chiara Tonelli<br />
Stile Telegrafico<br />
Giorno 29 marzo (stop) ragazzi<br />
2^A (stop) in gita a Ferrara<br />
(stop); viaggio in pullman<br />
molto <strong>di</strong>vertente (stop) guida<br />
non proprio giovanissima<br />
(stop) illustrato città (stop)<br />
pomeriggio in battello lungo Po<br />
(stop). Rientrati 19:00 (stop)<br />
stanchi ma felici (stop).<br />
Daniela Settanni 2^A<br />
Stile gastronomico<br />
- Prendete una giornata del mese <strong>di</strong> marzo,<br />
precisamente il 29;<br />
- aggiungete 25 alunni e 3 insegnanti;<br />
- agitateli in un bel pullman capiente per una<br />
sessantina <strong>di</strong> km, finchè non sono a Ferrara;<br />
- incorporate una guida, accertandosi che sia<br />
ben stagionata;<br />
- fateli girare e rigirare per le vie citta<strong>di</strong>ne<br />
q.b.;<br />
- lasciate riposare per circa un’oretta, giusto il<br />
tempo per pranzare;<br />
- infine infilate il composto ottenuto sul battello<br />
e fatelo rosolare sul Po;<br />
- alle 17.00 sfornatelo e lasciatelo raffreddare<br />
sul pullman per altre due orette.<br />
I deliziosi dolcetti ottenuti sono pronti per essere<br />
serviti ai genitori impazienti <strong>di</strong> gustarli, alle 19.00,<br />
con l’aperitivo<br />
Giulia Leoni e Sara Michelini Ð 2^A<br />
Stilos espagnolos macheronicos<br />
El giornos ventinoves Marzos noios ragazzos de secunda<br />
A, siamos anda<strong>di</strong> en gitas a Ferraras. El viaggios en<br />
pulmans è stado mucio <strong>di</strong>vertentes. Unas gueda nos<br />
troppos giovanesemas, ci has mostrados esta citas<br />
pois habiamos fatos un giros en batelos sul Pos. Siamos<br />
rientrados alles <strong>di</strong>ciannoves stanchos ma felicios. Olè!<br />
Nicolò Pran<strong>di</strong> 2^A<br />
La forza dell’amicizia<br />
In un paese molto lontano viveva una principessa molto bella<br />
che era amica <strong>di</strong> tutti gli abitanti del suo regno. Un giorno<br />
accadde che una mamma si accorse che suo figlio non era<br />
rientrato a casa dopo gli allenamenti <strong>di</strong> tiro con l’ arco e si<br />
preoccupò. Disperata, chiese ai vicini se l’ avessero visto, ma<br />
nessuno l’ aveva incontrato. Così la mamma andò al castello,<br />
dove viveva la principessa Isabella e le chiese se avesse<br />
visto Dev. La principessa vedendo la preoccupazione della<br />
mamma, prontamente andò a chiedere personalmente a tutti<br />
gli abitanti del regno se avessero visto il ragazzo. Nessuno<br />
aveva notizie da darle, a parte la fata Sophie che aveva visto,<br />
tramite la sua sfera <strong>di</strong> cristallo, che la strega Ofelia l’ aveva<br />
catturato, ma, visto che a lei piacevano molto i giochi <strong>di</strong> logica,<br />
non le avrebbe detto dove si trovava se non avesse risposto<br />
correttamente a un indovinello: “E’ uno strumento musicale<br />
che senti ma non ve<strong>di</strong>”. Isabella subito non sapeva proprio<br />
cosa rispondere ma poi pensando alla mamma <strong>di</strong>sperata per<br />
suo figlio si concentrò e <strong>di</strong>sse, un po’ incerta: “La voce !?!”. La<br />
fata era stupita, perché mai nessuno era riuscito a rispondere<br />
correttamente. La principessa, ricevuta l’ informazione, si<br />
recò nel luogo in<strong>di</strong>cato: la grotta della strega.<br />
Si fece coraggio e bussò alla porta <strong>di</strong> Ofelia e con garbo le<br />
chiese se sapesse qualcosa del ragazzo scomparso, perché sua<br />
madre era in pensiero per lui. La strega in un primo momento<br />
si <strong>di</strong>mostrò molto evasiva, poi fece capire alla principessa<br />
che sapeva dove trovare Dev. Naturalmente chiese in cambio<br />
qualcosa, lei non faceva favori a vuoto!<br />
La principessa le promise che se l’ avesse aiutata le avrebbe<br />
dato qualsiasi cosa, allora la strega le chiese il suo <strong>di</strong>adema<br />
come pegno. Isabella le promise che glielo avrebbe volentieri<br />
regalato, <strong>di</strong>sse infatti: “ Niente è più bello <strong>di</strong> riunire una<br />
mamma al proprio figlio, rinuncerò volentieri al mio <strong>di</strong>adema<br />
per la felicità dei miei amici! “.<br />
Ofelia, che forse non era così perfida come voleva fare<br />
credere agli altri, portò Isabella da Dev che si innamorò <strong>di</strong><br />
lei e lei <strong>di</strong> lui, ed alla fine la strega non volle nulla in cambio,<br />
chiese solo ad Isabella <strong>di</strong> essere sua amica e <strong>di</strong> poter essere<br />
presente alle sue nozze con Dev .<br />
Larga la foglia, stretta la via. Dite la vostra che ho detto la<br />
mia.<br />
Martina Celeghini 1°d
giallo<br />
ultima puntata GIALLO ALLE<br />
FERRARIS<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 14<br />
Il giorno seguente, alle sette in punto, Saraceni<br />
entra nel cortile della scuola. Fa uno strano effetto<br />
questo silenzio: una scuola senza ragazzi è un posto<br />
assurdo, niente urla, niente risate… L’ispettore ha<br />
passato il pomeriggio precedente a esaminare i suoi<br />
appunti, mentre continuavano senza nessun esito le<br />
ricerche del professor Filippini, il preside. Ma dove<br />
si era cacciato? Possibile che non si riuscisse a<br />
trovarlo e in un momento simile!?<br />
“Intanto an<strong>di</strong>amo avanti con gli interrogatori-, si<br />
<strong>di</strong>ce Saraceni, mentre varca la porta a vetri della scuola. Nella guar<strong>di</strong>ola dei<br />
bidelli, ancora un po’ assonnati lo aspettano Aldo, il vicepreside e un fabbro.<br />
“Vorrei dare un’occhiata all’arma<strong>di</strong>etto della vittima”, chiede l’ispettore.<br />
Aldo lo accompagna in una stanzetta senza finestre, dove, in fila, uno dopo<br />
l’altro, ci sono degli arma<strong>di</strong>etti <strong>di</strong> ferro, come quelli delle palestre. A Saraceni<br />
basta uno sguardo per rendersi conto che l’arma<strong>di</strong>etto <strong>di</strong> Lina è stato<br />
manomesso: qualcuno ha cercato <strong>di</strong> forzarne la serratura. Fortunatamente<br />
l’arma<strong>di</strong>etto ha resistito. Il fabbro lo apre in un batter d’occhio. All’interno<br />
un ombrello, un maglioncino, qualche pacchetto <strong>di</strong> fazzoletti <strong>di</strong> carta, e, in<br />
basso, sotto una pila <strong>di</strong> fogli per fotocopiatrice, due buste: una contiene<br />
una mazzetta violetta, dei biglietti da 500 euro nuovi <strong>di</strong> zecca; nell’altra<br />
ci sono invece dei documenti. L’ispettore raccoglie le due buste e torna<br />
imme<strong>di</strong>atamente in centrale. Gli è bastato uno sguardo ai documenti per<br />
capire tutto: il caso è risolto, ma bisogna fare in fretta adesso il tempo<br />
incalza.<br />
Appena in macchina chiama Alboni, il suo collaboratore: “Procurati subito<br />
un mandato e vai in via Dabbene, 22… Sì, certo è la casa <strong>di</strong> Filippini, ma non<br />
credo che lo troverai. Spero tu trovi quello che credo e… che non sia tar<strong>di</strong>…<br />
Fa’ presto, io passo dalla Centrale poi ti raggiungo”.<br />
Ora si corre contro il tempo. Saraceni va in ufficio, fa una chiamata alla<br />
clinica Salus, poche parole, e poi chiama il suo superiore. Poi <strong>di</strong> corsa per le<br />
scale, in macchina e in qualche minuto è in via Dabbene. Entra nella villetta,<br />
i suoi sono già là. In casa tutto è in or<strong>di</strong>ne. Scendono in cantina, c’è un buoi<br />
pesto. Accendono la luce, una lampa<strong>di</strong>na da pochi watt illumina la stanza. In un<br />
angolo, c’è una gabbia <strong>di</strong> ferro e lì dentro lacero e confuso trovano un uomo:<br />
il preside Luisi. Arriva l’ambulanza e riparte imme<strong>di</strong>atamente per l’ospedale<br />
con dentro Luisi: è debilitato, denutrito, ma se la caverà.<br />
“Adesso non resta che aspettare”, si <strong>di</strong>ce Saraceni, mentre torna in ufficio.<br />
Alle <strong>di</strong>ciassette e venticinque arriva una telefonata:<br />
“Lo abbiamo preso! Era all’aeroporto <strong>di</strong> Milano e tentava <strong>di</strong> prendere l’aereo<br />
per Rio. Lo riportiamo lì.”<br />
Sono le nove <strong>di</strong> sera quando Filippini entra in centrale. È un uomo pallido,<br />
Il <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> Galileo Galilei<br />
Qualche tempo fa<br />
Caro <strong>di</strong>ario,<br />
finalmente ce l’ho fatta, sono riuscito a<br />
creare quello a cui penso da tanto tempo,<br />
un telescopio. Molti pensano che io lo abbia<br />
creato per vedere quelle cose che luccicano<br />
in cielo ma non è per quello, è perché così<br />
posso spiare la mia vicina <strong>di</strong> casa... è così bella!<br />
Ma questa mattina c’è stato un problema, ho<br />
provato a usare il tele..tele...tele... accidenti<br />
non mi ricordo come si chiama... vabbè il<br />
telecoso, ma l’ho messo dalla parte sbagliata,<br />
l’ho <strong>di</strong>rezionato verso la palla <strong>di</strong> fuoco<br />
attaccata al cielo e adesso non posso più<br />
vedere la mia vicina chissà perchè<br />
Ciao, caro <strong>di</strong>ario<br />
GALILEO<br />
Un po’ <strong>di</strong> tempo dopo<br />
Caro <strong>di</strong>ario,<br />
ho scoperto perchè vedo tutto nero, perchè<br />
prima <strong>di</strong> andare a vedere la mia vicina al telecoso,<br />
ho fatto un pisolino e... mi sono <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong><br />
magro, dallo sguardo tagliente”.<br />
“Si accomo<strong>di</strong>- gli <strong>di</strong>ce Saraceni lei ed io<br />
dobbiamo proprio fare due chiacchiere!<br />
Signor Carlo Luisi… perché è questo il suo<br />
nome, non è vero? Signor Carlo Luisi la<br />
incrimino per l’assassinio <strong>di</strong> Lina Ferrari<br />
e per il tentato omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong> suo cugino,<br />
Renato Luisi. Ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> chiamare il<br />
suo avvocato. Ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> avvalersi della<br />
facoltà <strong>di</strong> non rispondere, ma se io fossi<br />
al suo posto <strong>di</strong>rei tutto quello che so, per<br />
non aggravare la mia posizione…”<br />
Ecco la storia. Carlo e Renato Luisi erano<br />
cresciuti insieme, due bambini della<br />
stessa età, stessi compagni <strong>di</strong> gioco, stessa scuola. Renato era<br />
un bambino simpatico, intelligente, benvoluto da tutti, Carlo era<br />
chiuso, me<strong>di</strong>ocre, strano.<br />
Quando erano <strong>di</strong>ventati adolescenti le <strong>di</strong>fferenze fra i due<br />
avevano cominciato a pesare: Renato era andato all’università,<br />
Carlo si era fatto cacciare dal liceo e aveva abbandonato gli<br />
stu<strong>di</strong>. In più era stato ricoverato in una clinica, la clinica Salus:<br />
manie <strong>di</strong> persecuzione. Dopo le <strong>di</strong>missioni dalla casa <strong>di</strong> cura,<br />
aveva vissuto all’estero per una trentina <strong>di</strong> anni. L’estate scorsa,<br />
era rientrato a <strong>Modena</strong> e aveva incontrato i vecchi parenti.<br />
L’incontro con il cugino, preside <strong>di</strong> una scuola, aveva scatenato la<br />
sua invi<strong>di</strong>a repressa e aveva deciso <strong>di</strong> fargliela pagare. Così, alla<br />
fine <strong>di</strong> agosto aveva invitato il cugino a casa sua, l’aveva drogato<br />
e messo in una gabbia, in cantina.<br />
“Perché non l’ha fatto fuori?”, gli aveva chiesto il pubblico<br />
ministero al processo.<br />
“Che gusto ci sarebbe stato, volevo che soffrisse, come avevo<br />
sofferto io quando lui era sempre il primo e io…”<br />
Si era procurato da un amico dei documenti falsi e il primo<br />
settembre aveva varcato le porte della scuola del cugino.<br />
Purtroppo, un giorno, aveva lasciato sulla scrivania una cartellina<br />
con dei suoi veri documenti. Una svista imperdonabile. Lina<br />
Ferrari doveva essere entrata nell’ufficio e aver visto i<br />
documenti: “Era sveglia la ragazza, deve aver capito tutto in un<br />
attimo”<br />
Li aveva presi e fatti sparire. Da quel giorno erano iniziate le<br />
telefonate della donna che chiedeva sol<strong>di</strong> per tacere. “Mi stava<br />
<strong>di</strong>ssanguando, voleva sol<strong>di</strong>, sempre più sol<strong>di</strong> e io non ne avevo<br />
più!”.<br />
Era sveglia, già, ma anche molto sciocca, non aveva calcolato <strong>di</strong><br />
aver a che fare con un malato <strong>di</strong> mente.<br />
Enrico Mancini e la seconda B<br />
togliere la benda nera che mi ero messo prima<br />
per dormire. Ecco... adesso ci vedo <strong>di</strong> nuovo.<br />
Ciao, caro <strong>di</strong>ario<br />
GALILEO<br />
Il giorno dopo<br />
Caro <strong>di</strong>ario,<br />
oggi mi è successo <strong>di</strong> nuovo, vedo tutto<br />
nero e non ho più nessuna benda giuro, ho<br />
controllato.<br />
Ti spiego tutto dall’inizio. Era il tramonto,<br />
e io ero andato a vedere la mia vicina con<br />
il telecoso, e lei ha la casa a ovest; sono<br />
rimasto molto a guadarla e dopo un po’ mi<br />
sono accorto che era tutto nero, forse la<br />
sua bellezza mi ha accecato!!<br />
Domani glielo vado a chiedere (se avrò il<br />
coraggio)<br />
Ciao, caro <strong>di</strong>ario<br />
GALILEO<br />
Asia Serafini – 2D
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 15<br />
se lo sai rispon<strong>di</strong><br />
Domande<br />
1. Qual è quell’animale con i pie<strong>di</strong> sulla testa?<br />
2. Mi sai <strong>di</strong>re qual è il male che nessun<br />
uccello può soffrire?<br />
3. Quando lo schiacci non gli fai male. Cos’è?<br />
4. Di sera arrivano senza essere chiamate. Al<br />
mattino scompaiono senza essere rubate…<br />
Cosa sono?<br />
5. Attorno all’albero continua a girare, ma<br />
dentro non riesce ad entrare.<br />
6. Dov’è che giovedì viene prima <strong>di</strong><br />
mercoledì?<br />
7. Qual è il frutto che fa paura ai pesci?<br />
8. Qual è quella cosa che se ci sei non fai e<br />
se non ci sei fai?<br />
9. Sul grano e sul fosso è tutto un via vai. Il<br />
fuoco l’ha addosso. Si brucia? Giammai!<br />
10. Quando si uniscono separano. Cosa sono?<br />
11. Ha tanti denti, ma non mangia mai. Chi è?<br />
12. Qual è quel luogo dove le salite e le <strong>di</strong>scese sono in pianura, i<br />
fiumi sono senz’acqua, il mare si attraversa a pie<strong>di</strong> asciutti e in<br />
un batter d’occhio si va da una città all’altra?<br />
13. Brillo lindo un istante, poi mi <strong>di</strong>leguo via <strong>di</strong>stante e mi segue un<br />
brontolio. Chi son io?<br />
14. Io conosco una gran giostra, <strong>di</strong> girare non fa mostra, pur è<br />
sempre in movimento, né si ferma un sol momento. Tutti quanti<br />
fa girare senza farsi mai pagare; tutti quanti porta a spasso<br />
senza fare alcun fracasso.<br />
15. Ci son quattro sorelle che non si vogliono bene e, quando l’una<br />
viene, l’altra se ne va. Chi sono?<br />
16. Esiste solo se qualcuno la tira.<br />
È la…<br />
17. Parla senza bocca, ti batte e<br />
non ti tocca; corre senza pie<strong>di</strong>,<br />
passa e non lo ve<strong>di</strong>. Chi?<br />
18. C’è un palazzo <strong>di</strong> do<strong>di</strong>ci piani<br />
chiamato Anno. Il primo piano<br />
si chiama Gennaio, il secondo<br />
Febbraio, il terzo Marzo, e cosi<br />
via fino al do<strong>di</strong>cesimo, Dicembre.<br />
La terrazza è <strong>di</strong>visa in quattro<br />
settori: Primavera, Estate,<br />
Autunno e Inverno. Come si<br />
chiama l’ascensore?<br />
Angelica De Rosa 1C<br />
Sondaggi<br />
Soluzioni indovinelli<br />
1. Il pidocchio – 2. Il mal <strong>di</strong> denti – 3. Il pisolino – 4. Le stelle – 5.<br />
La corteccia – 6. Nel <strong>di</strong>zionario – 7. La pesca – 8. L’assenza – 9. La<br />
lucciola – 10. Le forbici – 11. Il pettine – 12. La carta geografica – 13.<br />
Il lampo – 14. La Terra – 15. Le stagioni – 16. La Riga – 17. Il vento<br />
– 18. Il pulsante <strong>di</strong> chiamata<br />
Quest’anno la Formula 1 non mancherà<br />
<strong>di</strong> emozioni. Sicuramente la rossa <strong>di</strong><br />
Maranello vorrà riscattarsi dai gravi<br />
errori commessi all’ultima gara, che<br />
sono costati il titolo a Fernando Alonso.<br />
Quest’anno la Ferrari ha presentato, alla<br />
prima gara, a Valencia e non in Bahrain<br />
per problemi esterni alla gara, la nuova<br />
FI50.<br />
Purtroppo chi non era presente alla<br />
prima gara era Robert Kubika a causa del<br />
terribile incidente accaduto nel rally <strong>di</strong><br />
Andora, il 6 febbraio scorso, che lo terrà<br />
fuori dalle piste per un’intera stagione.<br />
Kubika si era presentato ai primi test<br />
in forma perfetta, segnando ottimi tempi<br />
grazie alla sua nuova Renault velocissima. Peccato! Il pilota era<br />
stato il più veloce a Valencia segnando un tempo <strong>di</strong> 1.13.144, davanti<br />
ad Alonso (1.13.307) e Vettel (1.13.769).<br />
Anche quest’anno, come gli anni passati, sarà Pirelli il <strong>di</strong>stributore<br />
ufficiale <strong>di</strong> gomme che ha già scelto le mescole per le prime quattro<br />
gare: extra-morbide, morbide, me<strong>di</strong>e e dure.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni meteo saranno anche in questa stagione determinanti,<br />
basti pensare che Ecclestone, il <strong>di</strong>rigente della F1, voleva proporre<br />
<strong>di</strong> introdurre la pioggia artificiale per rendere più emozionanti<br />
le gare. Tutte le aspettative, però sono rimandate alle prossime<br />
gare. Il primo Gran Premio della stagione <strong>di</strong> Formula 1 in Bahrein<br />
infatti non si è <strong>di</strong>sputato. La decisione <strong>di</strong> annullarlo è stata presa<br />
dagli stessi organizzatori arabi in seguito alle manifestazioni in<br />
corso nel Paese. Al momento non ci sono ancora notizie circa un<br />
possibile recupero della<br />
gara a novembre,<br />
come ipotizzato. Nel<br />
calendario <strong>di</strong> questa<br />
stagione sono stati<br />
inclusi anche il Gran<br />
Premio d’In<strong>di</strong>a, il cui<br />
circuito è ancora<br />
da approvare, e<br />
quello del Giappone,<br />
che, dopo la grande<br />
catastrofe del<br />
terremoto e del<br />
maremoto che ha<br />
colpito il Paese, non<br />
si sa se e quando si<br />
<strong>di</strong>sputerà.<br />
Per tutti quelli che<br />
vogliono sapere <strong>di</strong> preciso le date <strong>di</strong> ogni gara inserisco il calendario<br />
della nuova stagione<br />
1 5 M a r z o<br />
2 7 M a r z o<br />
1 0 A p r i l e<br />
1 7 A p r i l e<br />
0 8 M a g g i o<br />
2 2 M a g g i o<br />
2 9 M a g g i o<br />
1 2 G i u g n o<br />
2 6 G i u g n o<br />
1 0 L u g l i o<br />
2 4 L u g l i o<br />
3 1 L u g l i o<br />
2 8 A g o s t o<br />
1 1 S e t t e m b r e<br />
2 5 S e t t e m b r e<br />
Formula 1<br />
B a h r a i n<br />
A u s t r a l i a<br />
M a l e s i a<br />
C i n a<br />
T u r c h i a<br />
S p a g n a<br />
M o n a c o<br />
C a n a d a<br />
E u r o p a<br />
I n g h i l t e r r a<br />
G e r m a n i a<br />
U n g h e r i a<br />
B e l g i o<br />
I t a l i a<br />
S i n g a p o r e<br />
S a k h i r<br />
A l b e r t P a r k<br />
S e p a n g<br />
S h a n g h a i<br />
I s t a n b u l P a r k<br />
C a t a l u n y a<br />
M o n t e c a r l o<br />
G . V i l l e n e u v e<br />
V a l e n c i a<br />
S i l v e r s t o n e<br />
N u r b u r g r i n g<br />
H u n g a r o r i n g<br />
S p a<br />
M o n z a<br />
S i n g a p o r e
intervista<br />
L’intervista alla professoressa <strong>di</strong> violino<br />
Anna Cremonini<br />
Per quale motivo vuole fare la prof, <strong>di</strong> violino?<br />
Perchè mi piace suonare sia sola che con gli altri e trovo che<br />
insegnare ai ragazzi la musica e il violino sia un modo molto<br />
“ricco” <strong>di</strong> spendere quello che so, sperando che anche per loro<br />
possa <strong>di</strong>ventare il piacere che è per me.<br />
Com’è nata la sua passione per la musica? E in particolar modo<br />
per il violino? Da quanti anni lo suona?<br />
La musica ha avuto da sempre un grosso peso in tutta la<br />
nostra famiglia: i miei genitori, gran<strong>di</strong> ascoltatori soprattutto<br />
<strong>di</strong> musica classica, sin da piccoli ci hanno fatto crescere<br />
ascoltandone moltissima.<br />
Appena l’età ce lo ha permesso ci hanno proposto <strong>di</strong> iscriverci<br />
al conservatorio: così all’età <strong>di</strong> cinque anni è iniziato il<br />
mio percorso nella musica, ma non con il violino, ma con il<br />
balletto classico (che allora era presente al conservatorio,<br />
<strong>di</strong>versamente da oggi). Solo sei anni dopo, dovendo<br />
interrompere il balletto a causa <strong>di</strong> un’insegnante che lo<br />
riteneva inconciliabile con la necessità <strong>di</strong> portare gli occhiali<br />
da vista, ho optato per il violino, (anche se non era allora<br />
proprio quello che avrei preferito). Di fatto lo suono dall’età<br />
<strong>di</strong> un<strong>di</strong>ci anni.<br />
Preferisce insegnare strumento agli altri o suonare lei<br />
stessa?<br />
Sono due cose <strong>di</strong>verse, entrambe molto belle, che si<br />
integrano a vicenda: suonare, interpretare musica <strong>di</strong> gran<strong>di</strong><br />
autori e far musica con gli altri sono gran<strong>di</strong> piaceri che arricchiscono<br />
la vita, sia nei momenti felici sia in quelli più <strong>di</strong>fficili; insegnare porta<br />
ad approfon<strong>di</strong>re ulteriormente le proprie conoscenze, spinti dalla<br />
necessità <strong>di</strong> trasmetterle: spesso nell’insegnare una particolare tecnica<br />
o nell’inventare un modo per aiutare un alunno a superare un determinato<br />
ostacolo, ti trovi ad aver migliorato le tue stesse abilità.<br />
Preferisce suonare la musica composta da lei o <strong>di</strong> altri autori?<br />
Devo <strong>di</strong>re che, per l’impostazione ricevuta al conservatorio,<br />
durante gli stu<strong>di</strong> ho prevalentemente suonato musica scritta da<br />
altri; per alcuni anni ho poi fatto parte <strong>di</strong> un complesso Country<br />
con il quale mi sono avvicinata all’improvvisazione, che mi appare<br />
ora il modo più completo <strong>di</strong> esprimersi musicalmente, utilizzando<br />
la propria conoscenza e abilità sullo strumento in modo imme<strong>di</strong>ato<br />
e personale.<br />
Quali sono i musicisti del passato che preferisce (in generale)?<br />
I veramente gran<strong>di</strong> sono numerosi, ma sicuramente tra i miei<br />
preferiti ci sono Johan Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus<br />
Mozart, Franz Schubert.<br />
Le è mai capitato <strong>di</strong> avere un allievo dal talento eccezionale che ha<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 16<br />
Uno sguardo sul mondo, a cura della redazione <strong>di</strong> 1F<br />
poi intrapreso la carriera da musicista?<br />
Sì, in <strong>di</strong>verse occasioni ho insegnato a persone<br />
con doti molto spiccate; molti <strong>di</strong> loro hanno poi<br />
proseguito gli stu<strong>di</strong>, alcuni si sono <strong>di</strong>plomati ed<br />
ora suonano in orchestre e complessi molto<br />
prestigiosi. C’è da aggiungere però che, mentre<br />
per le persone molto dotate <strong>di</strong> musicalità<br />
e <strong>di</strong> costanza nello stu<strong>di</strong>o la qualità del<br />
risultato è facilmente preve<strong>di</strong>bile, molto<br />
emozionanti sono per un insegnante i<br />
risultati buoni, migliori e poi eccellenti<br />
raggiunti da alunni che all’inizio mostravano<br />
maggiori <strong>di</strong>fficoltà degli altri.<br />
Perché ha scelto <strong>di</strong> insegnare violino<br />
anziché entrare in un’orchestra sinfonica?<br />
Negli ultimi anni <strong>di</strong> corso avevo fatto<br />
<strong>di</strong>verse esperienze orchestrali a Parma<br />
e a Piacenza e mi piaceva molto suonare<br />
in orchestra. Ho abbandonato quando ho<br />
deciso <strong>di</strong> proseguire gli stu<strong>di</strong> in Ungheria e<br />
al ritorno ho ripreso a stu<strong>di</strong>are de<strong>di</strong>candomi<br />
all’approfon<strong>di</strong>mento degli aspetti <strong>di</strong>dattici<br />
dell’insegnamento strumentale.<br />
Cosa prova quando suona un pezzo al suo<br />
violino?<br />
Suonare è sempre emozionante, sia per<br />
il suonatore che per l’ascoltatore. Che tu<br />
suoni per te stesso, stu<strong>di</strong>ando o suonando<br />
la musica che ti piace, o che tu suoni<br />
con gli altri o per gli altri, la musica è<br />
un modo molto intenso <strong>di</strong> esprimersi e <strong>di</strong><br />
comunicare.<br />
Mi <strong>di</strong>ca in tre aggettivi come reputa il coro <strong>di</strong><br />
in<strong>di</strong>rizzo musicale.<br />
Appassionante,fortemente educativo,impegnativo,<br />
ma <strong>di</strong>vertente.<br />
Se potesse suonare con un compositore del passato<br />
(Bach,Chopin…) chi sceglierebbe?<br />
Domanda <strong>di</strong>fficile... in base alla loro musica<br />
forse ancora una volta i miei “assoluti”: Bach<br />
o Mozart... Sarei proprio curiosa <strong>di</strong> conoscere<br />
<strong>di</strong> persona un in<strong>di</strong>viduo che ci ha regalato così<br />
tanta bellezza! Chissà ... magari sul piano umano<br />
si potrebbero anche avere delle sorprese.<br />
Può consigliare dei testi,opere,componimenti,sp<br />
ettacoli ai lettori della nostra rubrica?<br />
Sicuramente <strong>di</strong> andare il prima possibile ad un<br />
concerto dell’orchestra” Spira Mirabilis”(www.<br />
spiramirabilis.com), assistere a uno spettacolo<br />
degli “Stomp” (www.stompoline.com) vedere<br />
almeno una volta il film “ Amadeus”, assistere<br />
a un’opera <strong>di</strong> Mozart “Il flauto magico”,<br />
trascorrere una serata con Stefano Bollani...<br />
eccetera (ed è proprio il caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo!)<br />
a cura <strong>di</strong> Angelica De Rosa – 1°C
oroscopo<br />
Gli auguri <strong>di</strong> aprile<br />
Andrea Altilia, Bilal Assaf,<br />
Laura Baccarini, Mihail<br />
Bacerji, Ilaria Balestri, Giulia<br />
Barberini, Silvia Barberini,<br />
Simone Barbi, Silvia Bega,<br />
Christian Bernabei, Elena<br />
Berselli, Yari<br />
Bigoni, Vincenzo<br />
Capuana, Alice<br />
Carafa, Federico<br />
Carrozzo, Sara<br />
Cavallini, Francesco<br />
Cioffi, Mamoudou<br />
Cisse, Caterina<br />
Crispino, Charles<br />
Afari Darko,<br />
Amadou David<br />
Diop, Samantha<br />
Distefano, Mariam<br />
El Fath, Marisa<br />
Elia, Lorenzo<br />
Nicolò Ferrari,<br />
Alex Ferrarini,<br />
Alessio Formentini, Federica<br />
Gar<strong>di</strong>nali, Sandeep Kaur,<br />
Beatrice Rahela Kubi,<br />
Salvatore Laudato, Massimo<br />
Magnani, Matteo Malavolta,<br />
Sara Maletti, Enrico<br />
Mancini, Axel Mestdagh,<br />
Xhonis Mucaj, Luca Mura,<br />
Vincenzo Napoli, Zakaria<br />
Nekhli, Alexander Novakov,<br />
Lorenzo Orlan<strong>di</strong>, Gabriele<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 17<br />
ARIETE<br />
La primavera si preannuncia ricca <strong>di</strong> occasioni fortunate ma<br />
al tempo stesso <strong>di</strong> contrasti, dovuti spesso alle vostre uscite<br />
impulsive: con la giusta dose <strong>di</strong> sincerità e umiltà riuscirete a<br />
superare questi momenti <strong>di</strong>fficili, a realizzare i vostri progetti, e<br />
potrete trovare una profonda intesa con chi vi è accanto.<br />
TORO<br />
Sarete più aperti e <strong>di</strong>sponibili e saprete farvi apprezzare per la<br />
vostra naturalezza e spontaneità. Controllate però i vostri scatti<br />
<strong>di</strong> gelosia, che potrebbero compromettere un importante rapporto<br />
personale. Durante questo periodo non è escluso che facciate nuovi<br />
incontri con persone davvero interessanti.<br />
GEMELLI<br />
Periodo decisamente armonioso in cui sarete capaci <strong>di</strong> dare valore<br />
anche alle piccole cose e <strong>di</strong> goderne insieme a chi vi sta accanto.<br />
Potrà capitarvi <strong>di</strong> incontrare una persona capace <strong>di</strong> far <strong>di</strong>ventare<br />
realtà tutti i vostri sogni. Cercate <strong>di</strong> consolidare un’amicizia che<br />
<strong>di</strong>venterà per voi una guida. Le stelle vi sorridono.<br />
CANCRO<br />
Periodo nel complesso fortunato, avrete la possibilità <strong>di</strong> trovare l’equilibrio e vi<br />
sentirete tranquilli ed in pace con tutti. Sarete più riflessivi nelle questioni <strong>di</strong><br />
cuore, e non vi caccerete nei guai come vi accadeva in passato, perché riuscirete a<br />
dominare la vostra irrazionalità, Ma non temete: la primavera non sarà noiosa!<br />
LEONE<br />
Sarete seducenti e riscuoterete successi. Non pretendete, però troppo da chi vi<br />
sta vicino e non correte <strong>di</strong>etro a troppi sogni, perché rischierete <strong>di</strong> far finire un<br />
rapporto importante. Tenete i pie<strong>di</strong> per terra e pensate a<br />
chi vi vuole bene e <strong>di</strong>stinguete chi per voi conta veramente<br />
da chi è solo <strong>di</strong> passaggio nella vostra vita.<br />
VERGINE<br />
La vostra vita sta <strong>di</strong>ventando sempre meno monotona e<br />
compariranno un po’ alla volta nuove occasioni <strong>di</strong> mettervi<br />
in gioco e <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare, prima <strong>di</strong> tutto a voi stessi, quanto<br />
valete. Avrete voglia <strong>di</strong> impegnarvi in progetti soli<strong>di</strong> e a<br />
lunga scadenza con qualcuno che vi starà a cuore. L’aria <strong>di</strong><br />
primavera vi porterà tante belle novità.<br />
BILANCIA<br />
La primavera comincia in maniera non proprio semplice:<br />
all’inizio vi sentirete vittime <strong>di</strong> un senso <strong>di</strong> insod<strong>di</strong>sfazione<br />
che potrebbe portarvi a chiudere delle relazioni<br />
e a rattristarvi. Cercate <strong>di</strong> resistere, perché le<br />
<strong>di</strong>fficoltà dureranno poco. Avrete infatti modo<br />
<strong>di</strong> riprendervi e <strong>di</strong> tornare a guardare il mondo<br />
con fiducia e ottimismo.<br />
SCORPIONE<br />
Si inizia alla grande: sarete coinvolti in gioiosi incontri con amici e<br />
tenderete a <strong>di</strong>menticare un po’ i vostri doveri. Non trascurate però gli<br />
affetti più cari, perché potreste avere problemi e grattacapi. Cercate<br />
<strong>di</strong> essere più sinceri e accon<strong>di</strong>scendenti rispetto al passato e lasciate<br />
un po’ <strong>di</strong> spazio al romanticismo.<br />
SAGITTARIO<br />
Vi sentirete ispirati e avrete la necessità <strong>di</strong> cominciare pianificare<br />
i numerosi progetti che vi passeranno per la testa. Tenete d’occhio<br />
i vostri scatti <strong>di</strong> gelosia perché sarebbero del tutto ingiustificati<br />
e rischierebbero <strong>di</strong> rendervi ri<strong>di</strong>coli agli occhi <strong>di</strong> chi vi vuol bene.<br />
Prendetevi un po’ <strong>di</strong> tempo per i vostri hobby.<br />
CAPRICORNO<br />
Sarete molto vanitosi e impulsivi, perciò fate attenzione agli scatti<br />
d’ira che a volte potrebbero <strong>di</strong>ventare persino aggressivi. Non mettete<br />
troppa carne al fuoco, ma concentratevi su un solo obiettivo e vedrete<br />
che riuscirete a raggiungerlo. Non lasciate che gli altri si intromettano<br />
nelle vostre questioni private.<br />
ACQUARIO<br />
Rifiuterete la routine e la monotonia e avrete numerosissime occasioni<br />
per sfuggire alla noia. Vi sentirete seducenti e avrete voglia <strong>di</strong> cambiare qualcosa<br />
nella vostra vita a cominciare da chi vi sta accanto. Attenzione alle sbandate,<br />
perché vi pentirete, quando vi fermerete finalmente a pensare a ciò che per voi<br />
conta davvero.<br />
PESCI<br />
Sin dall’inizio della primavera, i single potrebbero incontrare nuove, importanti<br />
persone, mentre chi è in coppia vivrà un periodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficoltà. Avrete voglia<br />
<strong>di</strong> novità e <strong>di</strong> fare nuove esperienze senza troppe pretese, solo per cambiare<br />
un po’ e uscire dalla solita routine che vi sta andando stretta. Attenzione a non<br />
esagerare.<br />
Paulone, Andrea Pedroni,<br />
Carlotta Petrone, Benedetta<br />
Picci, Alessandro Pillo, Luna<br />
Reggianini, Enrico Antonio<br />
Santomassimo, Federico<br />
Schito, Alessia Secchi, Laura<br />
Smimmo, Valeri Susassi, Fabio<br />
Ubaldo, Luca Vaccari, Emanuele<br />
Vinciguerra.<br />
Gli auguri <strong>di</strong> maggio<br />
Valentino Ammirato, Joseph<br />
Junior Asante, Chiara<br />
Bergamaschi, Davide Bertoni,<br />
Greta Bigoni, Michael Bompani,<br />
Alessandro Borghi, Daniele<br />
Borsari, Noemi Catellani,<br />
Angelica Cavazza, Martina<br />
Cocchi, Federico De Girolamo,<br />
Consalvo Dell’Anna Mello,<br />
Giusy Di Costanzo, Pierpaolo<br />
Di Costanzo, Veronica Di<br />
Matteo, Raffaele Donnarumma,<br />
Federico D’Onofrio, Gabriele<br />
Fontanella, Andrea Gavioli,<br />
Teng Da Jin, Elisa Liboni,<br />
Gisella Lo Bello, Ye Ning Ma,<br />
Eleonora Manta, Francesca<br />
Masin, Francesco Montorsi,<br />
Nicholas Agyei Owusu, Flavia<br />
Palena, Giorgia Parriniello,<br />
Francesco Picone, Miriana<br />
Pietri, Giorgia Pilia, Ludovico<br />
Riccioli, Lorenzo Riccioli,<br />
Alessia Sarni, Agar Shehata<br />
Moussa Omar, Gabriele<br />
Silvestri, Greta Tenace,<br />
Martina Teperino, Chiara<br />
Tessitore.
<strong>di</strong> tutto un po’<br />
Anche io c’ero<br />
Justin Bieber live concert<br />
Il 9 aprile ’11 al Me<strong>di</strong>olanum forum <strong>di</strong> Assago<br />
(Milano) c’eravamo anche noi: siamo andate a<br />
vedere il concerto <strong>di</strong> Justin Bieber.<br />
Noi? Se siete proprio curiosi <strong>di</strong> sapere<br />
chi si nasconde <strong>di</strong>etro questo “noi”, eccovi<br />
accontentati: Alice, Carlotta, Maria Chiara ed<br />
io, quattro compagne <strong>di</strong> scuola con le stesse<br />
passioni, la musica e Justin!<br />
Per nostra fortuna il nostro cantate<br />
preferito ci ha fatto anche saltare un giorno<br />
<strong>di</strong> scuola. Siamo andate a Milano alla mattina e poi, verso le<br />
tre del pomeriggio, siamo andate al forum<br />
per metterci in fila per il concerto. Alle<br />
<strong>di</strong>ciassette e trenta, hanno aperto i cancelli e<br />
hanno fatto entrare la gente a gruppi. Tutti<br />
hanno cercato i posti migliori, ma la gente<br />
era tanta e i posti erano quelli che erano. Il<br />
concerto è stato aperto, alle sette <strong>di</strong> sera,<br />
da un cantante che ha cantato delle canzoni<br />
<strong>di</strong> Bruno Mars poi è arrivato un deejay che<br />
ha messo musica da <strong>di</strong>scoteca e ci ha fatto<br />
ballare e cantare. Un quarto d’ora prima<br />
dell’entrata <strong>di</strong> Justin, hanno messo il timer e<br />
la tensione, che già era tanta, incominciava a<br />
farsi sentire ancora <strong>di</strong> più. Finalmente tutti in<br />
coro abbiamo urlato il conto alla rovescia degli<br />
ultimi 10 secon<strong>di</strong> e Justin è entrato! Ha iniziato a cantare e a<br />
ballare, e noi a cantare insieme a lui a squarciagola per due ore!<br />
Poi purtroppo il concerto è finito! Ma saremo per sempre felici <strong>di</strong><br />
aver avuto la possibilità <strong>di</strong> assistere al concerto <strong>di</strong> Justin!<br />
Chiara Melotti – 2^B<br />
VORREI…<br />
Vorrei essere una farfalla e volare sui fiori appena<br />
sbocciati<br />
Vorrei essere mare con sogni infiniti<br />
Vorrei essere la lampada dei desideri<br />
Vorrei avere ancora due anni per addormentarmi nelle<br />
braccia <strong>di</strong> papà<br />
Vorrei essere un’astronauta per vedere il mondo<br />
dall’alto<br />
Vorrei essere un fiocco <strong>di</strong> neve e posarmi sulla guancia<br />
<strong>di</strong> un bambino<br />
Vorrei essere una mosca per ascoltare i<br />
segreti altrui<br />
Vorrei essere una lucciola e non avere<br />
più paura del buio<br />
Vorrei essere un libro per saperne<br />
sempre <strong>di</strong> più<br />
Vorrei essere tutto e niente<br />
Vorrei solo continuare ad essere quella<br />
che sono<br />
VORREI … A COLORI<br />
Vorrei essere rosso come il rossetto<br />
sulle labbra della mamma<br />
Vorrei essere arancione come un<br />
tramonto d’estate<br />
Vorrei essere giallo com’è giallo il<br />
polline dei fiori<br />
Vorrei essere verde come l’erba<br />
bagnata <strong>di</strong> rugiada<br />
Vorrei essere azzurro come il cielo<br />
oltre le nuvole<br />
Vorrei essere blu come le profon<strong>di</strong>tà<br />
degli oceani<br />
Vorrei essere viola come il fiore <strong>di</strong> lilla<br />
Nour Aboumerhi – 2°H<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 18<br />
Moda<br />
Ragazze, per<br />
la stagione primavera-estate <strong>di</strong> quest’anno, torna il colore<br />
gioioso, esotico, ottimista. Trionfa l’eccesso del nuovo stile<br />
barocco. È appena terminata la Settimana della Moda a<br />
Milano e sono stati “addocchiati” molti VIP che facevano<br />
il classico-sfrenato-shopping: Aida Yespica, il cantante dei<br />
Pooh, Roby Facchinetti e la coppia velina-calciatore, ovvero,<br />
Federica Nargi e l’attaccante della Juventus, Alessandro<br />
Matri. Sono tutti usciti dai negozi più raffinati con sportine<br />
piccole e gran<strong>di</strong> e uno scontrino lungo chilometri. La cosa<br />
strana è che ci si lamenta <strong>di</strong> avere pochi sol<strong>di</strong> e <strong>di</strong> essere<br />
in cassa integrazione, mentre questi personaggi vivono tra<br />
marche costosissime e macchine super-chick. Del resto, se<br />
non andassero a fare shopping loro, i negozi andrebbero<br />
in rovina. Nel frattempo go<strong>di</strong>amoci questa stagione e<br />
aspettateci per le novità.<br />
Maria Meinero (1^F) e Chiara Roncaglia (1^E)<br />
Filastrocca sui professori della 1°C<br />
Appena entra in classe la prof. Russo<br />
ci contagia col suo positivo influsso.<br />
È una prof. gentile e simpatica, nonché molto tranquilla;<br />
poi arriva la Del Corso che a tutti quanti strilla:<br />
“Lavorare, lavorare, voi dovete imparare<br />
e, per passare l’anno, vi dovete impegnare!”<br />
Ecco il prof. Melotti, che dolce melo<strong>di</strong>a!<br />
con lui la lezione si conclude in allegria!<br />
In seguito c’è la Mazzoni, la prof. <strong>di</strong> tecnologia,<br />
che ci parla <strong>di</strong> beni, bisogni e settori dell’economia.<br />
Il giovedì è il giorno <strong>di</strong> Facchini, il prof. che ci fa<br />
stancare:<br />
salto in alto e mille metri… quante ce ne fa passare!<br />
La Navi è la prof. <strong>di</strong> francese,<br />
una lingua spettacolare,<br />
mentre la Iattici, quella <strong>di</strong> inglese,<br />
ci spiega una lingua altrettanto fenomenale.<br />
Poi c’è la Savonieri, che felicità!<br />
i logo e le gradazioni sono le sue specialità<br />
Il lunedì viene la Nowaczyk, la prof. <strong>di</strong> religione,<br />
lei insegna a tutti noi con grande passione.<br />
Gli ultimi sono Silvia e Pier Francesco, i due proff.<br />
<strong>di</strong> sostegno<br />
che seguono la classe con attenzione e con<br />
impegno.<br />
Tutti i proff. infine hanno un motto infallibile:<br />
“Una verifica al giorno, toglie il prof. <strong>di</strong> torno”.<br />
Monica Di Tanna – 1°C
polizia postale<br />
Giovedì 24 marzo, sono venuti a scuola due agenti della<br />
Polizia delle comunicazioni, Marco Ferrari (ispettore capo)<br />
e Marco Bernabei (assistente capo), e sono<br />
rimasti con noi per circa due ore. Insieme<br />
ad altri colleghi sono sparsi in tutta Italia,<br />
però essendo pochi –circa milleottocento<br />
a fronte <strong>di</strong> una popolazione <strong>di</strong> 60 milioni<br />
<strong>di</strong> abitanti, <strong>di</strong> cui ormai si calcola che il<br />
70% navighi in rete- il loro lavoro è molto<br />
<strong>di</strong>fficoltoso e lento, infatti per controllare<br />
tutta la popolazione <strong>di</strong> internauti ci<br />
vorrebbero circa due anni <strong>di</strong> continua<br />
attività. Pertanto il loro lavoro è infinito e<br />
non ha mai termine.<br />
Gli ispettori sono venuti a parlarci degli<br />
svantaggi e dei vantaggi che abbiamo a<br />
navigare in internet o sui social network,<br />
come Facebook, Netlog o Messenger.<br />
Soprattutto questi ultimi attirano i ragazzi<br />
che, dato che i loro amici si sono iscritti, si sentono alla fin<br />
Inno <strong>di</strong> Mameli<br />
Dobbiamo alla città <strong>di</strong> Genova<br />
“Il Canto degli Italiani”, meglio<br />
conosciuto come “Inno <strong>di</strong> Mameli”.<br />
Scritto nell’autunno del 1847<br />
dall’allora ventenne studente e<br />
patriota Goffredo Mameli, musicato<br />
poco dopo a Torino da un altro<br />
genovese, Michele Novaro, il Canto<br />
degli Italiani nacque in quel clima <strong>di</strong><br />
fervore patriottico che già preludeva<br />
alla guerra contro l’Austria.<br />
L’imme<strong>di</strong>atezza dei versi e l’impeto<br />
della melo<strong>di</strong>a ne fecero il più amato<br />
canto dell’unificazione, non solo<br />
durante la stagione risorgimentale,<br />
ma anche nei decenni successivi.<br />
Non a caso Giuseppe Ver<strong>di</strong>, nel suo<br />
Inno delle Nazioni del 1862, affidò<br />
proprio al Canto degli Italiani - e<br />
non alla Marcia Reale - il compito<br />
<strong>di</strong> simboleggiare la nostra Patria,<br />
ponendolo accanto a God Save the<br />
Queen e alla Marsigliese.<br />
Fu quasi naturale, dunque, che, il<br />
12 ottobre 1946, l’Inno <strong>di</strong> Mameli<br />
<strong>di</strong>venisse l’inno nazionale della<br />
Repubblica Italiana.<br />
Antonio Castropignano - 2F<br />
(da www.quirinale.it/qrnw/statico/<br />
simboli/inno/inno.htm)<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 19<br />
fine quasi obbligati a usufruirne.<br />
Ci hanno spiegato che tutte le volte che carichiamo una foto o anche<br />
solo un nostro pensiero su Facebook lo stiamo<br />
inviando a un dominio che si trova in California<br />
a Palo Alto. Se noi deci<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> cancellare<br />
quello che abbiamo inserito, non possiamo<br />
essere sicuri che sia sparito dalla rete, ma<br />
possiamo prevedere che resterà per sempre.<br />
Quin<strong>di</strong> meglio essere cauti nel pubblicare<br />
cose <strong>di</strong> cui potremmo anche pentirci. Inoltre<br />
ci hanno consigliato <strong>di</strong> proteggere il nostro<br />
profilo rendendolo accessibile solo agli amici<br />
e non a tutti come appare nelle impostazioni<br />
standard. Per farlo è sufficiente cliccare<br />
sull’icona Account, a destra nella pagina web,<br />
selezionare Impostazioni sulla privacy e<br />
cliccare su Solo amici. In questo modo soltanto<br />
chi vorrai tu potrà vedere le informazioni che<br />
ti riguardano e le fotografie che hai caricato.<br />
Enrico Mancini 2B<br />
La polizia postale<br />
Il giorno 24/03/2011 alcune classi, tra cui la nostra, hanno incontrato la Polizia<br />
Postale. Durante l’incontro abbiamo visto una presentazione del loro lavoro,<br />
nella quale ci hanno proposto dei filmati (reperibili anche dal sito: http://<br />
www.youtube.com/user/polizia<strong>di</strong>stato ) dove spiegano cosa bisogna evitare <strong>di</strong> rivelare<br />
sui social network (nome, cognome, in<strong>di</strong>rizzo, numero telefonico e altre informazioni<br />
personali. Infine hanno risposto alle nostre domande.<br />
A me questo incontro è piaciuto molto (anche perché ci hanno spiegato alcune<br />
cose che io non sapevo), ma soprattutto mi sono piaciuti i filmati che erano molto<br />
accattivanti.<br />
Inoltre segnalo il loro sito ufficiale: http://www.polizia<strong>di</strong>stato.it/articolo/982-<br />
Polizia_postale_e_delle_comunicazioni/ e la loro pagina su Facebook: http://<br />
www.facebook.com/pages/Agente-LISA/133285536373.<br />
Andrea Gavioli - 2°F<br />
Pokemon versione nera<br />
e bianca<br />
Per gli appassionati <strong>di</strong> Pokemon sono<br />
uscite due nuove versioni: Nera e<br />
Bianca.<br />
Fino a quando non superate la Lega,<br />
tutti i Pokemon sono <strong>di</strong>versi da<br />
quelli delle versioni precedenti.<br />
Questa volta i malvagi non sono né<br />
il Team Rocket né il Team Galassia,<br />
ma una nuovissima squadra: il Team<br />
Plasma.<br />
Il leggendario cambia a seconda<br />
versione del gioco:<br />
• se avete Nero troverete<br />
Reshiram (drago-fuoco);<br />
• se avete Bianco<br />
troverete Zekrom<br />
(drago-elettro).<br />
Non potete averli tutti e due,<br />
perché uno ce l’avrà il capo del<br />
Team Plasma; oltre a questi ce<br />
ne sono altri, sempre bellissimi.<br />
Affrettatevi a comprare questo<br />
videogioco perché presto gli scaffali<br />
saranno vuoti.<br />
Kozack Yaroslav 2°F
pasqua<br />
Riti e tra<strong>di</strong>zioni della Pasqua nel mondo<br />
Italia Nel periodo pasquale si svolgono rappresentazioni <strong>di</strong><br />
alcuni episo<strong>di</strong> della Passione <strong>di</strong> Cristo, si bene<strong>di</strong>cono le case, si<br />
consuma l’agnello pasquale, e si <strong>di</strong>stribuiscono uova <strong>di</strong> cioccolato<br />
e dolci a forma <strong>di</strong> colomba. L’uso <strong>di</strong> regalare<br />
uova è collegato al fatto che la Pasqua<br />
coincide con l’inizio della primavera, che<br />
anticamente era celebrata con riti per la<br />
fecon<strong>di</strong>tà ed il rinnovamento della natura.<br />
L’uovo simboleggia, infatti, la vita che si<br />
rinnova.<br />
Germania Le finestre vengono abbellite<br />
con <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> coniglietti, uova e altri<br />
motivi; nei vasi si mettono alcuni rami che<br />
vengono poi addobbati. Si decorano i gusci<br />
delle uova. La domenica <strong>di</strong> Pasqua i bambini<br />
vanno alla ricerca delle uova <strong>di</strong> cioccolato<br />
e dei giocattoli che il “coniglietto” pasquale<br />
nasconde nel giar<strong>di</strong>no o in casa. Il pranzo<br />
pasquale è quasi sempre a base <strong>di</strong> agnello.<br />
Anche i dolci tra<strong>di</strong>zionali hanno la forma<br />
dell’agnello.<br />
Francia Le campane delle chiese sono<br />
silenziose dal venerdì fino alla domenica <strong>di</strong><br />
Pasqua, come segno <strong>di</strong> dolore per il Cristo<br />
crocifisso. Le mamme <strong>di</strong>cono ai loro bambini<br />
che “le campane sono volate via a Roma”. La<br />
mattina <strong>di</strong> Pasqua, i bimbi francesi corrono<br />
fuori casa per guardare le campane “tornare<br />
in<strong>di</strong>etro da Roma” mentre i loro genitori<br />
nascondono le uova <strong>di</strong> cioccolato che i bimbi<br />
cercheranno in casa o in giar<strong>di</strong>no per tutta<br />
la mattina<br />
Svezia Un’antica credenza popolare voleva<br />
che nel periodo imme<strong>di</strong>atamente<br />
precedente alla Pasqua le streghe<br />
volassero verso la montagna <strong>di</strong><br />
“Blakulla”, per trovare il <strong>di</strong>avolo. Da<br />
quell’antica credenza ha avuto origine<br />
la tra<strong>di</strong>zione delle “streghette <strong>di</strong><br />
Pasqua”: si tratta <strong>di</strong> gruppetti <strong>di</strong><br />
bambine che nel periodo pasquale,<br />
imbacuccate con scialli e lunghe<br />
sottane, vanno in giro con un bricco<br />
da caffè dove la gente deve mettere<br />
un sol<strong>di</strong>no o una caramella.<br />
Olanda Si appende una corona<br />
decorata alla porta <strong>di</strong> casa Si<br />
pitturano le uova che poi vengono<br />
appese ad un albero nel giar<strong>di</strong>no.<br />
In casa si mettono dei fiori gialli. Il<br />
coniglietto pasquale nasconde in giar<strong>di</strong>no le uova sode colorate che<br />
poi i bambini cercheranno per tutta la mattinata.<br />
Russia La mattina del giorno <strong>di</strong> Pasqua la famiglia russa va a<br />
fare un picnic sulla tomba <strong>di</strong> un parente. Durante la messa <strong>di</strong><br />
mezzanotte il Pope toglie simbolicamente il sudario dal sepolcro.<br />
Non trovandovi più il corpo <strong>di</strong> Cristo, con il corteo sacerdotale<br />
esce dalla chiesa per ricercarlo, finchè ritorna e annuncia ai fedeli<br />
il miracolo. Allora tutti si scambiano il triplice bacio rituale; poi<br />
si cantano inni <strong>di</strong> esultanza, si accendono ceri e si sparano fuochi<br />
d’artificio. Anche in Russia si regalano uova decorate..<br />
Grecia Nella notte <strong>di</strong> Pasqua ogni fedele accende nella chiesa<br />
la candela che ha con sè e che porterà a casa ancora accesa Si<br />
mangeranno poi pane pasquale, dolcetti, la tipica Maghiritsa (una<br />
zuppa fatta con le interiora dell’agnello) e uova colorate <strong>di</strong> rosso.<br />
Inghilterra II Venerdì Santo si mangiano gli hot cross buns, delle<br />
brioches fatte con cannella e uvetta, con sopra una croce <strong>di</strong> glassa<br />
<strong>di</strong> zucchero, che ricorda la passione <strong>di</strong> Cristo. Un’usanza curiosa<br />
è quella <strong>di</strong> far rotolare le uova colorate su <strong>di</strong> un prato o lungo una<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 20<br />
MESSAGGIO ALLE NAZIONI<br />
Nella notte buia<br />
una stella risplende,<br />
calda e sorridente.<br />
Porta il Messaggio<br />
a quell’uomo nel villaggio.<br />
Il Signore Ë Risorto<br />
in cielo, in terra ed in ogni porto.<br />
» Pasqua, Ë la Resurrezione<br />
auguri ad ogni Nazione.<br />
SILVANA LACINIO 1G – <strong>Modena</strong> 15 marzo<br />
2011<br />
Pasqua<br />
La Pasqua in casa mia è sempre un’allegria,<br />
quando si è a letto arriva un coniglietto<br />
che regala a tutti un ovetto.<br />
Invece, Pasqua e Pasquetta<br />
fanno una piroetta,<br />
ma poi per un anno non si vedono più<br />
e chi le sente più?<br />
Dopo un anno si riuniscono i bambini<br />
con tanti regalini<br />
che riescono a far tornare<br />
Pasqua e Pasquetta per festeggiare<br />
Sara Ascari e Greta Ori – 1°G<br />
strada, fino a quando tutti i gusci non siano<br />
stati spezzati.<br />
Romania. Il Giovedì Santo è per i rumeni<br />
il giorno dei morti ed è chiamato il “gioia<br />
mare” (giovedì grande). In questo giorno<br />
si portano in chiesa dolci fatti con farina<br />
o con grano bollito ricoperto <strong>di</strong> zucchero<br />
e noci, del vino e della frutta, che sono<br />
offerti in memoria dei morti e <strong>di</strong>stribuiti<br />
ai vecchi e ai poveri. Il Venerdì Santo si<br />
pone davanti alla Croce un tavolo molto<br />
alto, in modo che vi si possa passare<br />
sotto. Sul tavolo si mette l’epitaffio,<br />
un pezzo <strong>di</strong> stoffa che porta ricamato<br />
o <strong>di</strong>pinto il seppellimento <strong>di</strong> Cristo, e i<br />
fedeli, recandosi in chiesa, portano fiori<br />
al Cristo e ai loro morti, passando per tre<br />
volte sotto il tavolo sul quale è sistemato<br />
l’epitaffio.<br />
Laura Pallante – 1G
cerchio magico<br />
Il cerchio magico <strong>di</strong> marzo<br />
Sabato 5 marzo, noi siamo andati n biblioteca per fare il cerchio<br />
magico. All’inizio ci siamo messi tutti in cerchio, poi la prof ci<br />
chiedeva se il nostro nome ci piaceva o no. Fatto questo, ci hanno<br />
chiesto come ci vorremmo chiamare, se potessimo scegliere da<br />
soli il nostro nome. Poi,dovevamo imitare un animale e fare il<br />
giro dell’aula e fare anche il suo verso. Dopo<br />
ci siamo messi intorno al tavolo dove c’erano<br />
oggetti <strong>di</strong> cancelleria e “zavagli” vari. A<br />
questo punto avevamo metà sagoma sulla<br />
quale dovevamo incollare alcuni oggetti, che<br />
ci rappresentavano quando eravamo piccoli:<br />
ad esempio, potevi metterci uno strato blu per<br />
in<strong>di</strong>care che sei nato <strong>di</strong> notte, oppure che sei<br />
nato al mare ecc... Poi dovevamo raccontare<br />
alcune nostre storie da bambini.<br />
È stato il più bel cerchio magico <strong>di</strong> sempre.<br />
Davide Parmeggiani – 2°F<br />
Il cerchio magico è un’attività scolastica,<br />
anche se è <strong>di</strong>fficile crederlo, perchè nel<br />
cerchio magico non si stu<strong>di</strong>a, non si usano<br />
quaderni e non si fanno verifiche. Essendo<br />
un’attività scolastica, anche essa ha le sue<br />
regole: quello che si <strong>di</strong>ce nel cerchio magico<br />
non deve uscire da esso.<br />
Nell’ultimo cerchio magico ci siamo basati sul<br />
libro “Il visconte <strong>di</strong>mezzato” anche se alla fine<br />
siamo andati a parlare da un’ altra parte.<br />
Ognuno <strong>di</strong> noi aveva una sagoma <strong>di</strong>mezzata, in<br />
cui doveva mettere qualcosa che gli ricordava<br />
la sua infanzia. Finita <strong>di</strong> abbellire la sagoma,<br />
abbiamo dovuto cercare la sua altra metà<br />
in mezzo ai libri della biblioteca (perchè il<br />
cerchio magico l’abbiano fatti in quel locale).<br />
Trovata la nostra altra metà, abbiamo dovuto<br />
abbellire anche questa, ma con cose che ci<br />
ricordavano come siamo ora. Alla fine abbiamo<br />
raccontato agli altri i nostri ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> ieri e <strong>di</strong><br />
oggi.<br />
È stato <strong>di</strong>vertente e alla fine le sagome le abbiamo<br />
attaccate nella nostra aula.<br />
Juliet Nti - 2°F<br />
Il nostro ultimo cerchio magico è iniziato che ci<br />
hanno dato metà sagoma <strong>di</strong> cartoncino colorato<br />
a testa. Abbiamo decorato questa mezza sagoma<br />
con delle cose che ci facevano ricordare <strong>di</strong> quando<br />
eravamo piccoli.<br />
Quando avevamo finito, dovevamo cercare tra i<br />
libri della biblioteca l’altra metà sagoma; abbiamo<br />
unito le due metà e abbiamo decorato la seconda<br />
mezza sagoma, rappresentando cosa ci piace ora.<br />
Infine ci siamo riuniti in un cerchio con le nostre<br />
coperte o teli per raccontare cosa avevamo<br />
rappresentato nella sagoma.<br />
Pierluigi Bisogno – 2°F<br />
Come ben sapete, la 2°F, quasi ogni mese, fa il<br />
cerchio magico. Il cerchio magico <strong>di</strong> questo mese è<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 21<br />
stato uno tra i più belli. Abbiamo iniziato mettendoci in cerchio<br />
e <strong>di</strong>cendoci se il nostro nome ci piaceva e, se non ci piaceva<br />
dovevamo <strong>di</strong>rne uno che ci sarebbe piaciuto avere. Poi occorreva<br />
<strong>di</strong>re quale animale vorremmo essere. In seguito bisognava<br />
prendere una mezza sagoma <strong>di</strong> cartoncino e attaccarci le<br />
cose che ci piacevano quando eravamo<br />
piccoli. Poi dovevamo cercare l’altra parte<br />
della sagoma e metterci oggetti che ci<br />
piacciono da gran<strong>di</strong>; si potevano scegliere<br />
tantissimi materiali: tulle, stoffe <strong>di</strong> ogni<br />
genere, carta crespa, carta velina, colori,<br />
brillantini, perline, fiori, ecc...<br />
Poi bisognava raccontare perché ci<br />
piacevano quelle entità e se ci piacciano<br />
ancora. Guardando quegli oggetti ci<br />
venivano in mente i ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> quando<br />
eravamo piccoli, ma anche i ricor<strong>di</strong><br />
attuali. Questo cerchio magico è stato<br />
uno dei miei preferiti.<br />
Giusy Di Costanzo – 2°F<br />
In marzo il cerchio magico si è basato sul<br />
libro “Il Visconte <strong>di</strong>mezzato”.<br />
Appena entrati, ci siamo messi tutti intorno<br />
ad un tavolo pieno <strong>di</strong> strani oggetti; poi ci<br />
hanno <strong>di</strong>stribuito delle sagome colorate <strong>di</strong><br />
cartone, a forma <strong>di</strong> un uomo <strong>di</strong>mezzato, e<br />
con quella metà dovevamo rappresentare<br />
alcuni avvenimenti importanti del nostro<br />
passato. Quando avevamo finito, dovevamo<br />
cercare per tutta la biblioteca l’altra<br />
metà della nostra sagoma, e sempre<br />
con gli oggetti sopra al tavolo dovevamo<br />
rappresentare come eravamo noi oggi.<br />
Per finire, ci siamo raccontati, uno alla<br />
volta, quello che abbiamo attaccato sulla<br />
sagoma.<br />
Davide Teggi – 2°F<br />
Oltre la guerra<br />
Mio nonno nel passato ha compiuto un gesto<br />
d’uguaglianza che non tutti sarebbero stati<br />
<strong>di</strong>sposti a fare… siamo nella seconda guerra<br />
mon<strong>di</strong>ale…spari, bombardamenti aerei, tutto<br />
<strong>di</strong>strutto intorno al piccolo paesino <strong>di</strong> mio<br />
nonno…che ansia, mi raccontò <strong>di</strong> avere una<br />
grande ansia: alla notte soldati tedeschi<br />
ubriachi bussavano alle porte degli Italiani e<br />
quando vedevano qualcosa che gli piaceva, lo<br />
prendevano ed andavano via… Che rabbia che<br />
avevo mentre mi raccontava la storia! Ma mio<br />
nonno no, lui non era arrabbiato… lui sapeva<br />
che dentro ogni persona c’è del buono… dentro<br />
tutte…. E quel giorno ne ebbe la prova: era<br />
mattina e lui e le sue sorelle “giocavano” con<br />
pezzetti <strong>di</strong> carta… quando qualcuno bussò alla<br />
porta… nessuno rispose e così l’uomo <strong>di</strong>etro<br />
la porta la sfondò… era un tedesco ferito…<br />
Subito mio nonno e la sua famiglia lo accolsero,<br />
gli <strong>di</strong>edero un po’ <strong>di</strong> cibo, acqua ed una coperta<br />
bucherellata che a quei tempi era considerata<br />
un “bottino d’oro”… Così lo curarono. Mio nonno<br />
mi raccontò che l’uomo non voleva andare in<br />
guerra, era obbligato, non avrebbe mai voluto<br />
lasciare la sua famiglia per andare ad uccidere<br />
degli innocenti… La fratellanza e l’uguaglianza<br />
esistevano nonostante tutto…<br />
Asia Serafini 2°D
giochi<br />
QUIZ QUIZ QUIZ QUIZ<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 22<br />
Recensione Tom Clancy’s Splinter Cell Conviction.<br />
Si tratta <strong>di</strong> uno sparatutto\azione per: pc,xbox,iPad e iPhone <strong>di</strong> Ubisoft Montreal, con<br />
una grafica dettagliata e fluida. Un gioco in soggettiva in cui Sam Fisher (il personaggio<br />
del gioco) ritorna alla ribalta con il quinto episo<strong>di</strong>o, ma in veste <strong>di</strong> un nemico dello<br />
Stato invece che una spia del NSA, che per parecchi anni ha servito con assoluta<br />
fedeltà. Ora è braccato dalle forze dell’or<strong>di</strong>ne: quelli che un tempo erano suoi amici e<br />
colleghi forse sono gli ideatori del complotto or<strong>di</strong>to contro <strong>di</strong> lui. Lavorando al <strong>di</strong> fuori<br />
dell’intelligence, Sam deve per forza <strong>di</strong> cosa procurarsi le risorse necessarie in maniera<br />
<strong>di</strong>versa e stu<strong>di</strong>are mo<strong>di</strong> per sfruttare con successo l’ambiente in cui si trova. Capacità<br />
<strong>di</strong> adattamento e velocità <strong>di</strong> reazione sono i concetti chiave in questo gioco, spesso ben<br />
più importanti della forza bruta.<br />
Mentre nel primo episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Splinter Cell, il gameplay era incentrato sull’azione furtiva<br />
tra luci e ombre, qui contano più <strong>di</strong> ogni altra cosa l’improvvisazione e l’azione veloce<br />
negli spazi aperti e in mezzo alla gente. Si tratta infatti <strong>di</strong> un bell’incrocio tra azione<br />
e stealth: da un lato l’esperienza <strong>di</strong> gioco è molto frenetica, con inseguimenti, lotte<br />
corpo a corpo, sparatorie e forte interazione con la folla; dall’altro bisogna riuscire<br />
a mischiarsi tra la gente e mimetizzarsi al meglio per uscirne illesi. Il tutto in un<br />
ambiente realistico e <strong>di</strong>namico. In questo nuovo gameplay si può utilizzare ogni oggetto<br />
dell’ambiente, ma, attenzione, lo stesso fanno i nemici del giocatore!<br />
Molto apprezzato il modo <strong>di</strong> svolgere la trama, che proietta bene il gamer nella<br />
mente <strong>di</strong> Sam, ma ancora <strong>di</strong> più la<br />
modalità cooperativa, la velocità<br />
dell’esecuzione,ottima la colonna sonora<br />
che immerge il giocatore nell’atmosfera<br />
<strong>di</strong> gioco. Piccola nota <strong>di</strong> demerito per le<br />
opzioni stealth che sono notevolmente<br />
ridotte rispetto ai precedenti giochi<br />
della saga.Viene valutato con un bel 8<br />
su 10.<br />
Enrico Matteo – 1°G<br />
A un carabiniere, che partecipa a un gioco a quiz, vengono<br />
rivolte le seguenti domande….<br />
Rispon<strong>di</strong> anche tu e nel prossimo numero scoprirai che <strong>di</strong> voi due<br />
è stato il migliore.<br />
1. Quanto è durata la “Guerra dei cent’anni”?<br />
a. 116 anni<br />
b. 99 anni<br />
c. 100 anni<br />
d. 150 anni<br />
Tu cosa risponderesti? Il carabiniere confuso utilizza il jolly e<br />
passa alla domanda successiva<br />
2. In quale Paese si trova il “Cappello <strong>di</strong> Panama”?<br />
a. in Brasile<br />
b. in Cile<br />
c. a Panama<br />
d. in Ecuador<br />
Stavolta il nostro carabiniere chiede l’aiuto del pubblico. E tu?<br />
3. In che Mese i Russi festeggiano la “Rivoluzione<br />
d’ottobre”?<br />
a. in gennaio<br />
b. in settembre<br />
c. in ottobre<br />
Gear of War 1<br />
Gears of war è uno sparatutto tattico in<br />
terza persona sviluppato da Epic games per la<br />
console Xbox 360. Si incentra su soldati della<br />
Squadra Delta che combattono per salvare<br />
gli umani, che abitano sul pianeta Sera, da un<br />
implacabile nemico sotterraneo, conosciuto<br />
come L’Orda <strong>di</strong> Locuste.<br />
Il giocatore assume il ruolo <strong>di</strong> Marcus Fenix,<br />
un ex detenuto e un soldato de<strong>di</strong>to alla guerra.<br />
Nella modalità cooperativa, il secondo<br />
giocatore gioca nel ruolo dell’amico <strong>di</strong> Fenix,<br />
anch’egli soldato, Dominic Santlago (Dom).<br />
I due soldati si uniscono alla squadra Delta e si<br />
battono contro L’Orda delle Locuste nel corso<br />
<strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong> gioco basata sull’azione...<br />
Chi vincerà????<br />
Federico D’Onofrio e Khatir Mourad - 1°G<br />
d. in novembre<br />
Lo sai o telefoni agli amici, come ha fatto il carabiniere che si<br />
è rivolto alla sua caserma?<br />
4. Qual era il nome <strong>di</strong> Giorgio V?<br />
a. Alberto<br />
b. Giorgio<br />
c. Manuele<br />
d. Giona<br />
Il concorrente utilizza stavolta il suo <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> dare una<br />
risposta ironica. E tu, sei nei guai, eh?<br />
5. Da quale animale prendono nome le Isole Canarie?<br />
a. Canarino<br />
b. Canguro<br />
c. Cavallo<br />
d. Foca<br />
Il carabiniere risponde in modo errato e deve abbandonare il<br />
gioco. Se sei arrivato fin qui, senza rinunciare, forse potresti<br />
aver dato le risposte giuste.<br />
Al prossimo numero per sapere se sei un campione!<br />
Luna Reggianini 1°A
libro d’arte<br />
<strong>di</strong> Chiara<br />
Giuliani,<br />
Serena<br />
Roncaglia<br />
e Chiara<br />
Tonelli–<br />
2°A<br />
no ferraris no news anno 8 n.3 - <strong>di</strong>cembre 2011 -pag 23
no ferraris no news anno 8 n.3 - aprile 2011 pag 24<br />
adotta un monumento<br />
Con gli occhi aperti nel parco<br />
classe 3F<br />
Il monumento si trova in un’area<br />
verde molto vicino alla scuola,<br />
a lato <strong>di</strong> via Divisione Acqui:<br />
fa quin<strong>di</strong> parte del vissuto<br />
quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> noi alunni che<br />
frequentiamo e percorriamo a<br />
pie<strong>di</strong> e in bicicletta il parco in<br />
cui è collocato.<br />
Molti però non si soffermano<br />
ad osservarlo e soprattutto<br />
non sanno che cosa in realtà<br />
rappresenti quella scultura.<br />
Ancor meno pensano che si<br />
tratti <strong>di</strong> un’importante opera<br />
d’arte, eseguita da uno dei<br />
massimi scultori italiani ed<br />
europei del Novecento: Augusto<br />
Murer.<br />
È perciò un monumento che<br />
deve essere scoperto e rivisto<br />
con occhi aperti ed esperti.<br />
Le finalità dell’esperienza sono<br />
state quelle <strong>di</strong> conoscere ed<br />
apprezzare un monumento che<br />
si trova vicino alla scuola e<br />
capirne sia il suo grande valore<br />
artistico sia il suo importante<br />
s i g n i f i c a t o<br />
s t o r i c o ,<br />
legato ad<br />
un evento<br />
fondamentale<br />
nella storia<br />
d ’ I t a l i a ,<br />
nel più<br />
drammatico<br />
e decisivo<br />
m o m e n t o<br />
della seconda<br />
g u e r r a<br />
mon<strong>di</strong>ale.<br />
Comprendere<br />
ciò che esso<br />
rappresenta ha<br />
potuto portare i ragazzi a riconoscervi valori <strong>di</strong> pace e a sentirlo<br />
Ad un primo sguardo, da lontano, il monumento<br />
sembra un insieme <strong>di</strong> corpi umani, senza alcun senso,<br />
come buttati e ammassati insieme.<br />
Visto da vicino la figura è più chiara: si <strong>di</strong>stinguono<br />
sei corpi, tutti affiancati ad un albero. Si notano gli<br />
elmetti e la <strong>di</strong>visa, questo fa supporre che siano<br />
militari, si nota però che non possiedono armi. Alcuni<br />
osservano tristi un punto lontano, hanno paura come<br />
per la vicinanza <strong>di</strong> una pericolosa minaccia. C’è un<br />
soldato che si tiene avvinghiato al tronco dell’albero,<br />
quasi come se si volesse proteggere, si stringe ad<br />
SEMBRA UN ALBERO<br />
come una presenza importante, un elemento che mantiene<br />
viva la storia e la memoria, come un filo che lega il presente<br />
al passato.<br />
Il monumento è una delle ultime opere celebrative realizzate<br />
da Augusto Murer nel 1984, prima della sua scomparsa<br />
avvenuta nel 1985. Si tratta <strong>di</strong> una scultura in bronzo<br />
collocata su un grande cubo <strong>di</strong> cemento, realizzata per<br />
commemorare il sacrificio della Divisione Acqui, cioè l’ecci<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> oltre 9000 soldati italiani trucidati dall’esercito tedesco a<br />
Cefalonia e Corfù, dopo l’8 settembre 1943.<br />
Essa rappresenta un albero d’ulivo spezzato e scavato,<br />
attorno al quale stanno un uomo in pie<strong>di</strong> che scruta lontano e<br />
soprattutto mani protese e visi sconvolti che esprimono con<br />
intensità il dramma che sta avvenendo. In questa, come in<br />
altre sculture che rappresentano fatti tragici della seconda<br />
guerra mon<strong>di</strong>ale, il grande scultore ha<br />
saputo rendere, con forme vigorose<br />
Sembra un albero<br />
ma è un groviglio <strong>di</strong> mani e rami.<br />
Tristezza, timore, morte<br />
questo mi trasmette.<br />
Non c’è vita<br />
Ma solo il terrore <strong>di</strong> un soldato<br />
Che invoca pietà<br />
Allungando le mani<br />
Come per uscire<br />
Da quell’incubo.<br />
Lorenzo P.<br />
esso e sembra quasi che ne voglia far<br />
parte. I suoi compagni sono sotto <strong>di</strong> lui<br />
ma sono ugualmente preoccupati, stanno<br />
osservando qualcosa che per loro segnerà<br />
la fine e cercano <strong>di</strong> proteggersi sempre più<br />
nel tronco <strong>di</strong> quest’albero.<br />
Sembrano abbandonati, come se li avessero<br />
lasciati lì, in balia del nemico.<br />
I corpi sono magri e le mani<br />
ruvide, ma gran<strong>di</strong> e possenti.<br />
Il monumento suscita angoscia,<br />
i volti <strong>di</strong> questi soldati sono<br />
deformati dal dolore, si<br />
riparano tutti attorno a questo<br />
ulivo squarciato dalle esplosioni<br />
e l’intera immagine ha un tono<br />
drammatico.<br />
L’abilità dell’artista è stata<br />
determinante, infatti, oltre a<br />
far sembrare l’immagine vera,<br />
è riuscito a trasmettere le<br />
emozioni provate da questi<br />
uomini.<br />
La scultura è ricca <strong>di</strong><br />
particolari, per in<strong>di</strong>viduarli<br />
ed essenziali, la sofferenza e il<br />
coraggio <strong>di</strong> chi ha combattuto contro<br />
la violenza e la sopraffazione.<br />
Il monumento rappresenta l’atrocità<br />
della guerra attraverso un forte<br />
senso <strong>di</strong> trage<strong>di</strong>a e <strong>di</strong> lotta e vuole<br />
trasmettere i valori della resistenza<br />
contro l’ingiustizia, della libertà e<br />
dell’orgoglio; in senso lato assume un<br />
valore <strong>di</strong> denuncia universale e senza<br />
tempo contro l’o<strong>di</strong>o e la violenza.<br />
Murer è stato definito “un grande<br />
cantore della Resistenza e della<br />
Libertà”; la testimonianza vive con i<br />
suoi monumenti in tante nostre città.<br />
tutti bisognerebbe vederla più piccola.<br />
L’opera, pur essendo interamente in<br />
bronzo molto scuro, ha varie tonalità<br />
grazie alla luce del sole.<br />
Daniele