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il Griko, una lingua da amare nel buio una cometa - scuola e cultura ...

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Gennaio 2012<br />

Giasone è riuscito a scappare e gri<strong>da</strong>va che tu, Medea, eri all’origine di quell’inferno…<br />

Io sono arrivata in stra<strong>da</strong> dopo i tuoi figli…ed è allora che <strong>una</strong> folla impazzita ci ha assalito…e tirava sassi e<br />

malediceva te, Medea, e i tuoi figli…<br />

Io non riuscivo a stargli dietro… loro correvano…io sono scivolata, sono caduta…(disperata, piangendo) e in quel<br />

momento i Corinzi si sono avventati come iene sui tuoi figli… li hanno lapi<strong>da</strong>ti a morte.<br />

Medea (stracciandosi le vesti e tirandosi i capelli, piangendo)<br />

No, non può essere…dimmi che non è vero…le mie povere creature innocenti!<br />

Gora( cerca di consolarla)<br />

Medea, come vorrei fosse un brutto sogno, un incubo… invece è la realtà.<br />

Medea (disperata)<br />

E’ spaventoso quello che dici…disumano….(Breve pausa)<br />

Una strage….mi sembra di vedere <strong>il</strong> sangue che scorre sulle pietre…di toccarlo con queste mani…sentire lo<br />

strazio dei loro corpi sotto i colpi.<br />

Ah, come <strong>una</strong> lama è conficcato <strong>il</strong> dolore <strong>nel</strong>la mia carne, goccia a goccia <strong>il</strong> veleno…!<br />

Sì, è <strong>il</strong> mio sangue…quello di mio fratello… dei miei figli !<br />

Che siano maledetti i Corinzi…che bruci la loro città… che sia ridotta a ferro e fuoco…a un deserto!<br />

(Coprendosi <strong>il</strong> volto con le mani) Che orrore tutto questo!<br />

No, non c’è niente di più atroce per <strong>una</strong> madre.<br />

Perché la sorte non si è vendicata su di me? O su Giasone?<br />

Lui è riuscito a fuggire…ma non avrà pace finché campa!<br />

Quel sangue sarà <strong>il</strong> suo fiele ed io sarò un’ombra che lo tormenta ogni giorno.<br />

Ah, quale espiazione per la mia colpa…essere fuggita <strong>da</strong>lla mia casa, <strong>da</strong>lla mia gente… io che ero principessa<br />

amata, adorata…uccidere per amore…pazza che sono stata!<br />

Gora<br />

Non fare così…cerca di farti coraggio…<br />

Medea<br />

Impossib<strong>il</strong>e. Niente cancellerà la mia colpa…<br />

Eppure non c’era via d’uscita… dovevo vendicarmi…di Creusa.<br />

Non ho rimorso per lei né per Creonte che mi ha bandito come <strong>una</strong> mendicante, <strong>una</strong> ladra.<br />

No, per loro non ho alc<strong>una</strong> pietà… ma i miei figli, no, loro dovevano salvarsi.<br />

Gora (commossa)<br />

Chi muore giovane non è forse caro agli Dei?<br />

Questo, Medea, deve consolarti.<br />

Medea<br />

Che stupi<strong>da</strong>ggine vai dicendo!<br />

Gora<br />

Ah, non bestemmiare così!<br />

(Poi con dolcezza)Ma sei <strong>da</strong> compatire.<br />

Medea<br />

I miei figli, no, loro dovevano vivere.<br />

Avevano <strong>il</strong> futuro <strong>da</strong>vanti… <strong>nel</strong>la mia terra.<br />

Sì, perché io sarei riuscita a tornare…adesso non m’importa più.<br />

Sono gli Dei che mi hanno punito e <strong>nel</strong> modo più crudele.<br />

L’amore e la passione per Giasone…Ah, quale maledizione terrib<strong>il</strong>e…!<br />

No, non posso sopportarlo questo dolore… non fossi mai nata…<br />

Una follia la mia… fino a questo punto…tutte le mie viscere come se fossero sradicate <strong>da</strong>l mio corpo…l’utero<br />

strappato e <strong>il</strong> sangue…non smetterà mai di scorrere questo sangue tra le mie mani…<br />

Non c’è disgrazia peggiore della perdita di chi ci è più caro… che si è generato, nutrito… allevato…<br />

Mai avrei immaginato questo.<br />

Contro di me, invece, si è scagliato <strong>il</strong> destino…<br />

Ebbene, nutrice mia, non fuggirò più…<br />

Aspetto che si compia la mia sorte qui, a Corinto, con i miei figli.<br />

Potessi morire anche io, in questo momento…non ho più nulla, nessuno…<br />

Che venga la folla verso di me…che io sia lapi<strong>da</strong>ta come loro.<br />

Non chiedo pietà né compassione…solo <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio e <strong>il</strong> pianto, <strong>il</strong> dolore, la sofferenza <strong>nel</strong>l’anima, <strong>nel</strong> corpo…<br />

Io, Medea, la selvaggia e la straniera, l’amante e la moglie tradita, io, sì, la madre sventurata che <strong>nel</strong>la follia della<br />

vendetta ha perso tutto… se stessa e i propri figli.<br />

Si sente <strong>il</strong> tumulto avvicinarsi. Medea, avvoltasi <strong>nel</strong> mantello, rimane ferma, in attesa.<br />

Buio sulla scena.<br />

Gora (gri<strong>da</strong>ndo)<br />

Vieni via, Medea, fuggi!<br />

Sassi che rotolano, pietre scagliate. Rumore delle onde contro la scogliera. Poi <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio.<br />

Fine<br />

28<br />

Sarcofago con scene del mito di Medea: invio<br />

dei doni a Creusa, morte di Ceusa, partenza<br />

di Medea con le salme degli figli. Marmo<br />

greco, 150-170 d.C.

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