Rivista l'Arbitro 1/2012 - Associazione Italiana Arbitri
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A colloquio con l’internazionale bavarese<br />
Wolfgang Stark:<br />
il Brasile per coronare la carriera<br />
di Paolo Cazzaniga<br />
Lo abbiamo visto in Italia, dirigere al Meazza<br />
di Milano la sfida tra Milan e Barcellona,<br />
valevole per i gironi di qualificazione<br />
della Champions League. Wolfgang<br />
Stark, quarantaduenne arbitro internazionale<br />
nato a Landshut (Germania), come<br />
molti arbitri italiani ha vestito per prima<br />
la maglia da calciatore. Proprio in occasione<br />
del match vinto dai blaugrana sul<br />
terreno di San Siro lo abbiamo incontrato<br />
e abbiamo scambiato con lui quattro<br />
chiacchiere.<br />
“Ho giocato fino ad arrivare ai vertici del<br />
settore giovanile – ci racconta Wolfgang –<br />
ma, avendo capito di non avere possibilità<br />
di approdare in un club professionistico,<br />
a diciotto anni ho deciso di iniziare una<br />
nuova avventura e guardare il pallone<br />
da un’altra prospettiva. Mio padre era<br />
stato arbitro in 2.Bundesliga e assistente<br />
arbitrale in 1.Bundesliga. L’esempio in<br />
famiglia quindi non mancava”.<br />
Wolfgang debutta in Bundesliga<br />
nel 1997 e appena due anni dopo è<br />
nominato internazionale. Nel 1999 è<br />
selezionato per la Coppa del Mondo<br />
Under 17 in Nuova Zelanda. Dalla<br />
Germania comincia quindi ad arricchire<br />
la propria esperienza in giro per il<br />
mondo: “A certi livelli le differenze tra il<br />
calcio tedesco e quello degli altri paesi<br />
sono davvero minime. Oggi il calcio<br />
è molto veloce, tecnico e le squadre<br />
utilizzano sistemi di gioco ormai<br />
affermati, che si tratti di 4-4-2 o 4-1-3-1<br />
In Germania ad esempio abbiamo una<br />
nuova generazione di giovani calciatori<br />
che sono soprattutto veloci oltre che<br />
dotati tecnicamente”.<br />
22 n. 1/<strong>2012</strong>