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Gennaio-Aprile '94 - Ex-Alunni dell'Antonianum

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antonianum<br />

Rivista quadrimestrale degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> del Collegio Universitario, della Scuola di religione e del Petrarca - Padova, via Donatello 24<br />

GENNAIO -<br />

APRILE 1994<br />

SOMMARIO<br />

15 marzo 1949<br />

Passa l'Istoria operatrice eterna<br />

tela tessendo di sventure e gloria 4<br />

II corso di cultura 1993-1994<br />

«lo e gli altri»<br />

di Massimo Rea 5<br />

Collegio Universitario<br />

Carnevale: dietro le quinte<br />

di Alessandro Sartor 7<br />

Centro Giovanile<br />

Esercizi spirituali<br />

nella vita corrente<br />

di Giuseppina Lui 8<br />

Anni di storia:<br />

Avvenimenti e persone<br />

di V. Zoocoria 1 O<br />

Una polemica che si trascina<br />

troppo a lungo 12<br />

Quarant'anni di confederex 14<br />

Unione sportiva Petrarca 15<br />

Notizie 17<br />

I nostri morti 18<br />

Matrimoni - nascite 20<br />

Elenco ex-alunni 21<br />

* * *<br />

COMITATO DI REDAZIONE<br />

A. Covi - F. Croccolo - P. Lion -<br />

B. Mendeni - E. Lorini - L. Saggin - V.<br />

Zaccaria.<br />

DIRETTORE RESPONSABILE<br />

Carlo Messori - Roncaglia SJ.<br />

NUOVA SERIE N. 100<br />

N. 1 GENNAIO-APRILE 1994<br />

Telefax 049/654966<br />

Autorizz. con decreto 8 febbraio<br />

1965 n. 267 del Tribunale di Padova<br />

Stampa: Mediagraf - Noventa Pad. - Padova<br />

1949 - 1994<br />

Dopo 45 anni dalla<br />

costituzione dell'Associazione IX<br />

DOMENICA 22 MAGGIO 1994<br />

ASSEMBLEA GENERALE<br />

DELL'ASSOCIAZIONE<br />

EX ALUNNI<br />

DELL'ANTONIANUM<br />

Ore 10.00 Santa Messa nella Cappella <strong>dell'Antonianum</strong><br />

concelebrata da Padri Gesuiti.<br />

Ore 11.15 Nella Sala-teatro <strong>dell'Antonianum</strong>: conferenza:<br />

«Professionalità e moralità».<br />

Relatore P. Sergio Bastianel S.J.. professore<br />

di teologia morale nell'Università Gregoriana di<br />

Roma<br />

Ore 13.15 Pranzo sociale.<br />

Sarà gradita la partecipazione anche dei familiari.<br />

La quota per il pranzo è stabilita in L. 25.000 a persona. Per<br />

il pranzo è necessario fare pervenire l'adesione alla segreteria<br />

Associazione <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong>, via Donatello, 24 - 35123<br />

Padova (tei. 651444) entro venerdì 20 maggio.<br />

Si ricorda ai convegnisti la possibilità di un ampio posteggio<br />

per auto nell'immediato Prato della Valle.


«Passo l'istoria operatrice eterna<br />

tela tessendo di sventure e gloria»<br />

VERBALE DI COSTITUZIONE<br />

DELL'ASSOCIAZIONE EX ALUNNI<br />

DELL'ANTONIANUM<br />

U n<br />

fatto nuovo è avvenuto nella<br />

nostra Famiglia. La sera del<br />

15 marzo 1949 un gruppo di<br />

anziani si sono riuniti per dare vita<br />

ufficiale all'«Associazione <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />

<strong>dell'Antonianum</strong>».<br />

Pubblichiamo il verbale della riunione<br />

e lo statuto approvato, augurandoci<br />

che gli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> <strong>dell'Antonianum</strong><br />

possano presto ritrovarsi<br />

ai piedi della Madonna<br />

Immacolata, che è stata presa come<br />

Patrona dell'Associazione stessa.<br />

VERBALE DI COSTITUZIONE<br />

Da parecchi anni un bel gruppo<br />

di vecchi alunni <strong>dell'Antonianum</strong> si<br />

trova quasi settimanalmente al<br />

Pensionato Universitario.<br />

Questa circostanza, unitamente<br />

al fatto che in tutti i Collegi dei Padri<br />

Gesuiti si sono costituiti gruppi di ex<br />

alunni, ha suggerita l'iniziativa di<br />

costituire anche noi un'associazione<br />

regolare di ex alunni, invitando a farne<br />

parte possibilmente tutti quelli<br />

che sono passati, sia come interni sia<br />

come esterni, attraverso<br />

l'Antonianum e ivi hanno avuto la<br />

loro educazione.<br />

Si è così venuti alla riunione del<br />

15 marzo 1949 promossa per formare<br />

lo statuto dell'Associazione.<br />

Insieme coi promotori aw. Giorgio<br />

Tonzig, dott. Ugo Vittadello, sig.<br />

Un gruppo dei tanti Padri ed <strong>Ex</strong> <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

Antonio Menegazzi, ing. Enzo<br />

Romaro, attorno al R. padre<br />

Messori, Direttore del Pensionato<br />

Universitario, si trovò riunito un<br />

distinto gruppo di vecchi amici.<br />

Padre Messori, spiegata la ragione<br />

della riunione manifestando il<br />

piacere che i Padri provavano a questa<br />

manifestazione e alla possibilità<br />

di contatti coi loro vecchi alunni<br />

proponeva uno schema di statuto per<br />

la approvazione.<br />

Lo schema venne letto e comi<br />

mentalo, articolo per articolo, e in<br />

definitiva approvato con qualche lieve<br />

modifica.<br />

L'assemblea, venuta alla nomini<br />

delle cariche, stabilisce che in un primo<br />

momento sia nominato un<br />

Consiglio provvisorio al quale a<br />

demandato il compito di diramar!<br />

gli inviti, raccogliere le adesioni degli<br />

ex alunni e di indire, entro il 194!,<br />

l'Assemblea generale nella quak<br />

saranno nominate le cariche per:<br />

due anni successivi.<br />

Viene infine pregato l'ing. Eira<br />

Romano di fungere da Presidenti<br />

provvisorio e di scegliere (metà fra<br />

gli ex alunni interni e metà fra gli<br />

esterni), Vice-presidente, Consiglia<br />

e Segretario-amministratore, chi<br />

dovranno funzionare provvisoriamente<br />

fino all'Assemblea.<br />

Viene fissata, sino alla nuovi<br />

Assemblea, la quota di Associazioni<br />

minima di lire 500 annue o lire 51<br />

mensili.<br />

Tutti i presenti hanno aderito coi<br />

parole di incoraggiamento e col<br />

l'augurio che presto molti veccM<br />

amici possano ritrovarsi riunili<br />

nell'Associazione.<br />

(segue lo Statuto!


IL CORSO DI CULTURA<br />

di Massimo Rea<br />

Individuo e collettività, questo il tema<br />

del Corso di Cultura che si è<br />

chiuso da poco. Nella sua introduzione<br />

al corso il padre Messori ha delineato<br />

i contorni e le finalità del corso:<br />

se da una parte l'individuo contribuisce<br />

a creare la società, dall'altra egli<br />

riceve dalla società in cui vive educazione<br />

e valori.<br />

La struttura del corso prevedeva<br />

una prima parte introduttiva con lo scopo<br />

di porre le basi teoriche del problema<br />

ed una parte successiva tendente a<br />

illustrare il rapporto tra individuo e collettività<br />

in campi specifici dell'attività<br />

umana quali: la comunicazione, lo spettacolo,<br />

lo sport e l'attività economica.<br />

Il sociologo prof. Francesco Alberoni<br />

ha dapprima illustrato le due classiche<br />

visioni estreme del problema: da una<br />

parte quella che vede la società come<br />

prodotto di un contratto, di un patto<br />

tra individui che decidono di fare la società;<br />

dall'altra quella che ritiene l'individuo<br />

sostanzialmente frutto della<br />

società da cui riceve idee, valori, sogni<br />

e speranze.<br />

Queste due visioni possono però<br />

essere fuorvianti ed è necessario analizzare<br />

le società «appena nate». Se<br />

prendiamo come esempio la<br />

Compagnia di Gesù possiamo certo<br />

affermare che essa è nata da una volontà,<br />

quella di Ignazio e dei suoi amici,<br />

ma alla sua nascita ha contribuito<br />

in modo determinante una vocazione,<br />

una passione, un entusiasmo. La nascita<br />

di una nuova comunità è quindi<br />

frutto si di una precisa volontà ma anche<br />

del raggiungimento di una condizione<br />

passione di slancio di entusiasmo<br />

adatti.<br />

Esempio emblematico di società<br />

«nuova» è la coppia; se analizziamo da<br />

vicino la formazione di questa «so-<br />

1993-1994<br />

«lo e gli altri»<br />

cietà» ci rendiamo bene conto come<br />

debbano concorrere questi due aspetti,<br />

entrambi fondamentali per la sua costituzione.<br />

Il prof. Salvatore Veca ha quindi affrontato<br />

il tema dell'antisocialità partendo<br />

dalla considerazione di comportamenti<br />

estremi quali l'egoismo razionale<br />

e l'altruismo illimitato. Il comportamento<br />

sociale può essere definito<br />

come quella soglia minima di altruismo<br />

perché una società funzioni in<br />

modo giustificabile e moralmente degno<br />

di apprezzamento.<br />

Possiamo dire che se una società di<br />

egoisti razionali è una società «al di<br />

qua» della giustizia, la società di altruisti<br />

illimitati è «al di là» della giustizia; in<br />

entrambi i casi non ha senso porre<br />

questioni di cosa è giusto.<br />

Il problema può essere più facilmente<br />

studiato pensando all'altruismo<br />

e all'egoismo «dentro di noi» ovvero a<br />

due disposizioni d'animo: il punto di<br />

vista «personale» che definisce ed ordina<br />

i miei valori ed i miei scopi e senza<br />

il quale mi manca l'identità personale<br />

e quello «impersonale» in cui entrano<br />

in gioco le pretese che derivano<br />

dalle vite altrui.<br />

L'equilibrio, inevitabilmente instabile<br />

e provvisorio, tra quanto è dovuto<br />

alla legittima pretesa del punto di vista<br />

«personale» e quanto è dovuto alle<br />

legittime pretese del punto di vista «impersonale»<br />

rappresenta il frutto maturo<br />

della «civiltà».<br />

La nostra esigenza di identità è legata<br />

a una serie di valori che presuppongono<br />

una cerchia di riconoscitori,<br />

una comunità che li apprezzi e li stimi<br />

degni di essere perseguiti. Quando noi<br />

adottiamo il punto di vista «impersonale»<br />

è come se entrassimo in una più<br />

ampia cerchia di riconoscitori e ciò da<br />

risposta alle nostre esigenze di identità<br />

e significato a ciò che facciamo. Come<br />

sempre ciò comporta costi e benefici:<br />

da una parte superiamo le nostre solitudini,<br />

dall'altra contraiamo obblighi<br />

ed impegni.<br />

Come italiani abbiamo avuto ed abbiamo<br />

molte moralità comprensive ma<br />

è prevalentemente mancata la convergenza<br />

ovvero il consenso per intersezione<br />

tra queste diverse moralità.<br />

Questo si è tradotto in un deficit di etica<br />

pubblica, ovvero di moralità nella<br />

cerchia della «res publica», della «cittadinanza<br />

democratica».<br />

E' stato il simpatico giornalista<br />

Guglielmo Zucconi, attraverso una serie<br />

di aneddoti e fatti personali a illustrare<br />

il rapporto tra giornalismo e società.<br />

I giornalisti sono figli della stessa<br />

cultura che trasporta tutta la società e<br />

i giornali sono lo specchio di essa, al<br />

massimo la possono anticipare di pochissimo<br />

tempo. Quanto al potere che<br />

di solito si attribuisce alla stampa, esso<br />

è molto solo se segue la corrente o<br />

se la anticipa di poco. A questo proposito<br />

un giornalista americano diceva «la<br />

stampa può al massimo infastidire il potere,<br />

non cambiarlo».<br />

Se da una parte numerosi esempi<br />

testimoniano come sia impossibile far<br />

recepire alla gente verità che la gente<br />

non vuole sentirsi dire, dall'altra dobbiamo<br />

rilevare come nei grandi momenti<br />

di cambiamento il giornalismo<br />

abbia rivelato l'inadeguatezza dei suoi<br />

strumenti concettuali: i giornalisti non<br />

riescono a raccontare le cose nuove che<br />

avvengono perché non hanno ancora<br />

le categorie mentali necessarie e spesso<br />

manca loro perfino il lessico per descriverle.<br />

Si parla di buco dell'ozono ma<br />

mancano i dati dello scorso secolo per<br />

valutare il fenomeno; si parla di AIDS,<br />

ma viene da chiedersi se c'era anche prima.<br />

Quando Fleishman e Pons hanno<br />

pubblicato i loro risultati sulla «fusio-


ne fredda» perfino molti scienziati si sono<br />

domandati cosa fosse.<br />

In occasione dell'inquinamento prodotto<br />

dalla centrale di Cernobil, i dati<br />

prodotti dal CNR, dal Ministero della Difesa<br />

e dal Ministero della Sanità erano<br />

diversi tra di loro. In quella occasione<br />

sul lato svizzero del lago Maggiore non<br />

si poteva mangiare l'insalata ma si poteva<br />

pescare, sulla sponda italiana si poteva<br />

mangiare l'insalata ma non si poteva<br />

pescare.<br />

Il prof. Michele Serra, segretario nazionale<br />

del CINIT, associazione che raggnippa<br />

i Cinefonim Italiani, direttore della<br />

rivista Ciemme che si occupa di sociologia<br />

delle comunicazioni di massa,<br />

ha dapprima illustrato le funzioni comunicative<br />

della televisione: referenziali,<br />

estetiche, persuasive ed emotive,<br />

sottolineando come la televisione si presti<br />

a un tempo come mezzo di comunicazione<br />

e come spettacolo solitario ovvero<br />

mezzo di fuga dal sociale e stacco<br />

dal mondo.<br />

Se il nostro tempo viene designato<br />

come civiltà dell'immagine, ci si deve<br />

chiedere quale civiltà è stata sostituita,<br />

soprattutto con riferimento a aspetti<br />

quali quelli che vengono designati «marmellata<br />

televisiva» o «tv spazzatura».<br />

Alla fine tra i due atteggiamenti: quello<br />

«apocalittico» che vede nella televisione<br />

l'opera del demonio e quello «in-<br />

«Gli emigranti» di Noè Bordignon.<br />

tegrato» che vede la televisione come l'opportunità<br />

della nostra civiltà, il relatore<br />

ha dato elementi che permettono una<br />

valutazione equilibrata del mezzo televisivo<br />

e dall'altra suggeriscono i mezzi<br />

che l'utente del mezzo televisivo deve<br />

adottare per sfruttare gli aspetti positivi<br />

e limitare il pericolo.<br />

La conferenza del prof. Serra è stata<br />

particolarmente vivacizzata da inserti<br />

televisivi originali e quanto mai<br />

opportuni.<br />

L'onorevole Gianni Rivera, famoso<br />

calciatore, ha illustrato il rapporto individuo-collettività<br />

nello sport cominciando<br />

a raccontare la propria esperienza<br />

personale: da ragazzine amante<br />

dell'aria aperta a «uomo d'oro» del calcio<br />

nazionale, vincitore di molte battaglie<br />

personali nei confronti di allenatori,<br />

presidenti di società calcistiche, arbitri.<br />

E' indubbio che lo sport sia l'attività<br />

che maggiormente permette una sinergia<br />

positiva tra individuo e collettività<br />

e che rappresenta uno dei fattori importanti<br />

dell'educazione della gioventù.<br />

Tra le disfunzioni maggiori della nostra<br />

società è il fatto che le Federazioni sportive<br />

che dovrebbero «controllare» le società<br />

sportive, di fatto dipendono da<br />

queste e quindi sono sostanzialmente impossibilitate<br />

ad un controllo severo ed<br />

imparziale. Di qui la proposta avanzata<br />

in parlamento dal relatore di dare ori-<br />

gine se non proprio a un ministero dello<br />

sport, per lo meno a un servizio ministeriale<br />

dedicato a queste attività.<br />

Il prof. Giovanni Bazoli, ordinario di<br />

diritto pubblico alla Università Cattolica<br />

di Milano e Presidente del Nuovo Banco<br />

Ambrosiano prima e del Banco Ambrosiano<br />

Veneto poi, ha infine chiuso il<br />

ciclo.<br />

Dopo avere dimostrato come l'attività<br />

economica produttiva abbia risentito<br />

per quasi due millenni della condanna<br />

violenta che aveva bollato l'usura<br />

ha sottolineato come la nascita dell'industrializzazione<br />

ruoti attorno all'idea<br />

dell'impresa e come a questa sia legato<br />

il problema del conciliare l'interesse individuale<br />

con quello collettivo.<br />

Il fenomeno marxista, nato come risposta<br />

all'interrogativo su come conciliare<br />

l'attività economica con il rispetto<br />

degli interessi degli altri, ha negato l'utile<br />

individuale e ha snaturalizzato l'attività<br />

economica in quanto ha attribuito<br />

allo Stato tale attività e agli individuiselo<br />

una funzione esecutiva, amministrativa<br />

e quindi burocratica.<br />

In contrapposizione vi è l'altra risposta:<br />

quella Smithiana e cioè che la<br />

ricerca dell'utile individuale giova al benessere<br />

della collettività. Da queste radici<br />

deriva l'evoluzione del sistema ca- i<br />

pitalistico moderno di mercato fino alla<br />

tesi di Max Weber secondo la quale<br />

l'evoluzione del capitalismo sarebbe sta- j<br />

ta favorita nelle società calviniste e frenata<br />

dalla Chiesa cattolica. Le basi del<br />

sistema liberale mostrano però al Ioni<br />

interno dei limiti e delle contraddizioni;<br />

sempre più evidenti soprattutto nel campo<br />

del rapporto con gli altri. Per esempio,<br />

uno dei fondamenti del liberismo, i<br />

cioè la libertà di circolazione, porta al<br />

grosso problema dell'emigrazione die<br />

non può essere affrontata con i soli principi<br />

liberali. Ed è qui che il capitalismo<br />

liberale entra in crisi e che i principi ispirati<br />

alla fede cristiana devono essefl<br />

trapiantati in un sistema economicobasato<br />

sugli interessi. L'elemento nuovoddla<br />

solidarietà rappresenta infatti anche<br />

il salvataggio del sistema economico,<br />

La grande sfida è dunque quella i<br />

contemperare la razionalità nell'economia<br />

con il precetto dell'attenzione agi<br />

altri: il rapporto tra ragione e rivelazio<br />

ne è sempre stato il problema della*<br />

ria della civilizzazione cristiana e il superamento<br />

dell'antagonismo storico tu<br />

liberalismo economico e la Chiesa ha trovato<br />

il suo riconoscimento nella «Ce&.<br />

tesimus annus».


CARNEVALE: DIETRO LE QUINTE<br />

di Alessandro Sartor<br />

Ogni anno gli studenti del Collegio Antonianum organizzano<br />

una festa in maschera in occasione del<br />

Carnevale.<br />

Impiegati come sono nello studio, pochissimi risultano<br />

gli studenti che si danno veramente da fare. In genere<br />

tutto il lavoro grava sulle spalle di uno o al massimo<br />

due studenti, gli stessi che stranamente mantengono<br />

lo stesso numero di esami per tutto il mese di febbraio...<br />

coincidenze, forse. Quest'anno, comunque, nessuno ha<br />

voluto mettere alla prova questa pericolosa legge, tanto<br />

che la festa ha rischiato di non andare in porto. Nessuno<br />

infatti era disposto a sacrificare del tem- "m^mu<br />

pò (molto prezioso per lo studio in questo<br />

periodo) per dedicarsi a qualcosa di<br />

così impegnativo.<br />

Avere la festa senza compromettere<br />

sessione di febbraio era ciò che ognuno<br />

desiderava, ma si trattava di un problema<br />

non facile.<br />

La soluzione l'ha trovata G. Fisi, che,<br />

in accordo con il Padre Rettore, ha proposto<br />

come organizzatore della festa G.<br />

Carta, un ex-alunno del Collegio, che immediatamente<br />

ha accettato l'offerta.<br />

G. Carta ci sa fare davvero: fa stampare<br />

i manifesti pubblicitari che volonterose<br />

matricole distribuiscono in tutta<br />

Padova; si assicura la presenza di un<br />

buon D.J., e di un gruppo musicale di Rock<br />

n' Roll per la serata; dispone alcune studenti<br />

alla vendita dei biglietti; affida al povero<br />

R. Zanuso il delicato compito di accordarsi<br />

con la S.I.A.E.<br />

In meno di dieci giorni il lavoro di organizzatore<br />

è stato ultimato, grazie anche<br />

alla manodopera, fornita da alcuni studenti,<br />

che ha giocato un ruolo di fondamentale<br />

importanza sui tempi di gestione<br />

e sull'economia della festa.<br />

Giunge il tanto atteso giorno: è mercoledì<br />

9 febbraio e alle 20,30 la festa ha<br />

inizio.<br />

Il pianoterra del Collegio, completamente<br />

addobbato, va riempiendosi, mentre<br />

un gruppo di studenti, vestiti da seguaci<br />

di Savonarola, accoglie in modo un<br />

po' particolare gli invitati.<br />

In entrata gli occhi vigili di un funzionario<br />

della S.I.A.E. osservano attentamente<br />

il lavoro di obliterazione eseguito<br />

dagli incaricati. Altri due occhi,<br />

non altrettanto vigili, stanno controllando<br />

il passaggio dello scalone centrale:<br />

sono quelli di F. Artuso, che, legato<br />

com'è alla tradizione, non vuole si verifichi<br />

niente di amorale.<br />

Il personale del collegio, che indossa abiti eleganti per<br />

l'occasione, si muove veloce e sicuro vuoi al guardaroba,<br />

vuoi al buffet.<br />

La festa si svolge tra canti e danze, ma gli organizzatori<br />

sono impegnati a controllare che tutto vada per il<br />

meglio. Alcuni studenti infatti, in veste di fotografi, hanno<br />

il compito di immortalare i momenti più divertenti<br />

della festa, altri avranno l'onore di distribuire rose rosse<br />

al termine della serata.<br />

La festa è conclusa da più di un'ora, quando in una<br />

discoteca del centro qualcuno continua, in altro modo a<br />

divertirsi.


ESERCIZI SPIRITUALI<br />

NELLA VITA CORRENTE<br />

di Giuseppina Lui<br />

Non si tratta di giornate<br />

di silenzio in<br />

luoghi appartati, si<br />

parla di accompagnare le persone,<br />

nel loro contesto, nel<br />

loro normale ritmo di vita<br />

(casa, lavoro) a fare esperienza<br />

di preghiera e di ascolto<br />

della parola di Dio, secondo<br />

il classico metodo degli<br />

Esercizi di S. Ignazio.<br />

Si aiutano le persone, per<br />

un periodo definito di tempo,<br />

(uno o due anni) ad un<br />

approfondimento guidato<br />

della parola di Dio, secondo<br />

una lettura che evidenzia il<br />

piano della Salvezza, rispettando<br />

la pedagogia di Dio:<br />

«mettere ordine nella propria<br />

vita per poter conoscere<br />

meglio il Signore Gesù e<br />

quindi seguirlo».<br />

L'approfondimento della<br />

parola si completa nelle ore<br />

di preghiera che le persone<br />

devono riservare perché le<br />

verità ascoltate possano diventare<br />

vitali.<br />

Le verità di fede non possono<br />

rimanere solo verità a<br />

cui credere, ma verità di fondo su cui impostare la propria<br />

vita, devono diventare Vangelo: si tratta di aiutare<br />

i cristiani a diventare credenti in Gesù Cristo.<br />

Perché ciò sia possibile non è sufficiente solo lo studio,<br />

l'approfondimento teorico della dottrina nella catechesi<br />

o nella teologia; non è sufficiente la partecipazione<br />

alla Liturgia; la Verità del Vangelo può arrivare a noi<br />

vitale, significativa, solo nell'attenzione silenziosa alla<br />

parola di Dio, nella ricerca continua del significato che<br />

tale Parola ha per noi, nella nostra vita, il tutto nell'ambito<br />

della chiesa, nella realtà del nostro vivere quotidiano<br />

seguendo i ritmi dell'anno Liturgico.<br />

Aiutare le persone ad assumere l'atteggiamento<br />

dell'ascolto della parola di Dio che parla nella Scrittura,<br />

nella chiesa, nella Storia, significa aiutarle ad incontrare<br />

Gesù Cristo, poter diventare testimoni del Buon Annuncio<br />

del Vangelo nella loro vita.<br />

La preghiera s'inneste armoniosa sin dal servizio della prima colazione<br />

(J.E. Listanti, Servizio da colazione).<br />

Gli Esercizi Spirituali si articolano secondo modalilì<br />

ben precise:<br />

- incontri periodici stabiliti con chi da o guida gli EserJ<br />

cizi<br />

- alcune ore di preghiera personale nell'intervallo m<br />

gli incontri, secondo un metodo ben preciso<br />

- colloquio-verifica periodico con chi da gli Esercii<br />

zi.<br />

Il nome di Esercizi Spirituali trova la sua spiegaao|<br />

ne nel loro significato più profondo: aiutare le pesone<br />

rendersi conto, ad accorgersi, a riconoscere la presella<br />

dello Spirito in loro, presenza donata nel Battesimo,<br />

riconoscere il suo modo di agire e di educarle.<br />

Si tratta, in conclusione, di aiutare le persone a rei<br />

dersi consapevoli del loro essere cristiani, della vi la i<br />

lo Spirito in Cristo in loro.<br />

Ecco alcune testimonianze, tra le tante, di chi sta or


'• mai ultimando un Corso Triennale tenuto dal padre<br />

Saggin presso il nostro Centro Giovanile.<br />

ti esperienza degli Esercizi Ignaziani mi ha ravvicinato<br />

a Dio, rivoluzionando il rapporto che avevo con Lui<br />

in precedenza.<br />

Nel primo perìodo di questo «cammino», ho sentito una<br />

vera e propria trasformazione nel mio cuore: ho capito che<br />

Egli ci ama, che nel nostro «esame di coscienza» serale, ci<br />

chiede che cosa Egli abbia fatto di buono attraverso di noi,<br />

sue creature. Ho sentito molto profondamente la Bontà e<br />

l'Amore di Dìo verso di me Sua creatura. In precedenza Dio<br />

mi era noto quasi esclusivamente come un Dio che punisce,<br />

che è «giudice inesorabile» delle debolezze dell'uomo.<br />

Tramite il «cammino» Ignaziano ho sentito nel profondo<br />

del mio cuore che Egli ci ama, che ci accetta così come<br />

siamo, pur nella nostra limitatezza umana e ci chiede di porture<br />

la nostra croce, quando questa ci capita, essendo capaci<br />

di sentire che Egli è con noi, che non ci abbandona.<br />

Per me è stato «rivoluzionario» sentire sempre più in<br />

profondità che è un Dio di Amore, di Misericordia, di Gioia.<br />

Egli ci ha mostrato con la sua Passione «che il Crocefisso<br />

è il vero innocente, che non si vendica, ma perdona ed affida<br />

la sua causa al Padre»,<br />

E' in quest'ultimo punto che sento la grandiosità del messaggio<br />

evangelico.<br />

La via del Perdono, in risposta alle orrende ingiustizie<br />

subite durante la sua Passione, ci indica la strada verso la<br />

face e ci prepara ad una vera Pasqua di Resurrezione.<br />

Il percorso Ignaziano mi ha portato a capire e sentire,<br />

soprattutto sentire, l'Amore di Dio verso noi tutti sue creature.<br />

un'esercitante<br />

T re anni fa ero alla ricerca di qualcosa che colmasse la<br />

sete del mio spirito e quel vuoto che anche in una vita<br />

«normale» di affetti e di lavoro inevitabilmente si fa sentire.<br />

La mia richiesta al Signore, se non costante, era però<br />

precisa e insistente: sentivo il bisogno di crescere «dentro».<br />

La risposta non si è fatta attendere: gli Esercizi, fin dal<br />

primo momento, mi hanno coinvolto e la loro presenza<br />

nella mia vita ha radicalmente mutato qualcosa in me,<br />

qualcosa che è ancora in fase di crescita e di maturazione.<br />

Gli Esercizi sono stati una scoperta straordinaria, un<br />

cammino spirituale intenso, ma non sempre facile: anche<br />

oggi che mi sto avviando alla fine della terza settimana, si<br />

aprono ogni tanto davanti a me abissi di miseria, di sconsolato<br />

senso di incapacità.<br />

Eppure anche quante consolazioni! Quanta gioia<br />

nell'aver imparato ad assaporare le parole della Bibbia, le<br />

Parole di Cristo. Come è semplice ora lasciar salire dal fondo<br />

del cuore le risposte ai tanti interrogativi più o meno<br />

inquietanti della vita di ogni giorno, ricordandomi, pur nella<br />

mia miseria, di adeguarmi alla vita di Lui, di restare,<br />

anche se da lontano e con continui zig-zag, nel solco da<br />

Lui tracciato.<br />

Le ore belle e le ore faticose degli Esercizi: quanto ci sarebbe<br />

da. dire, ma voglio ricordare anche quei momenti in<br />

cui, magari anche il giorno precedente, mi preparo con il<br />

pensiero ad applicarmi all'ora, pregando anche che nulla<br />

e nessuno vengano a distogliermi da quei sessanta minuti<br />

dedicati a Lui. Sono istanti di grande concentrazione e<br />

colmi di serenità e di aspettativa, che mi colgono nei momenti<br />

più impensati della giornata.<br />

Mi sembra ora di vedere più chiaro nella mia vita, come<br />

se qualcosa mi fosse stato svelato, come se nel mio<br />

profondo qualcosa fosse divenuto più trasparente.<br />

Ecco, questo e tanto altro ancora sono per me gli<br />

Esercizi, qualcosa di molto importante, ormai di indispensabile,<br />

che mi fa sentire più vicino a Cristo, anche se<br />

proprio per questo trovo tanto difficile adeguare la mia vita<br />

a volte cosi superficiale al Messaggio che Lui ci ha donato<br />

e che sant'Ignazio ci fa vivere.<br />

un'esercitante<br />

Q<br />

uando ho iniziato il percorso degli Esercizi, non immaginavo<br />

che occasione straordinaria mi si stava presentando.<br />

Gli Esercizi segnano infatti il mio incontro con<br />

Gesù e con tutti quei personaggi del Vangelo e della Bibbia<br />

a me pare di averli vissuti quei momenti, di essere stata lì<br />

presente e così sono ora segnati nel mio cuore.<br />

Ho imparato che pregare vuole dire sapere stare in silenzio,<br />

ascoltare il silenzio, soffermarmi su alcune parole<br />

del Vangelo o della Bibbia, desiderare di amare Gesù e di<br />

essere una cosa sola con Lui.<br />

Ho imparato a chiedere la Grazia per vivere senza perdermi<br />

d'animo. I momenti di desolazione sono diventati<br />

più rari. Ho imparato a sentirmi amata dal Signore.<br />

Q<br />

un esercitante<br />

uando padre Saggin mi ha proposto di seguire gli Esercizi<br />

Spirituali nella vita corrente ho iniziato il cammino<br />

tra mille titubanze. Temevo lo sconvolgimento che<br />

l'esperienza avrebbe causato nella mia vita e nel contempo<br />

speravo di superare la intima sensazione di profonda<br />

solitudine, che avvertivo nonostante una vita attiva ed umanamente<br />

appagante. Inoltre sentivo dentro di me la necessità<br />

di comprendere perché il Vangelo è considerato una «buona<br />

novella» per ciascuno di noi e cercavo qualcosa o qualcuno<br />

che mi aiutasse ad avvicinarmi ad esso non con la<br />

ragione ma col cuore.<br />

Ho vissuto quest'esperienza accanto a delle compagne<br />

che affrontavano insieme a me, per la prima volta, gli Esercizi<br />

Ignaziani e con le quali sono entrata in affettuosa sintonia.<br />

Man mano che il tempo passava, nonostante alcuni<br />

momenti difficili, ero sempre più coinvolta ed attratta. Acquisivo<br />

la rassicurante certezza di quanto sia rasserenante<br />

non nascondere me stessa a Colui che conosce profondamente<br />

il mio animo e che mi ama così come sono; di<br />

quanto sia fonte di calma inferiore chiedere il Suo aiuto<br />

ed affidarmi alla Sua guida. Non considero il mio cammino<br />

concluso ma sono felice, a quarantanni suonati, di<br />

aver imparato a mettermi in ascolto della Sua parola e di<br />

apprezzare il Vangelo come una inesauribile fonte di amore.<br />

un'esercitante<br />

9


ANNI DI STO AVI<br />

di V. laccarla<br />

II 20 gennaio 1904 nasce a Modena padre Carlo Messori<br />

Roncaglia. La sua nascita pare l'annuncio di un'altra prossima<br />

nascita: quella <strong>dell'Antonianum</strong>, la cui prima pietra<br />

fu collocata il 5 settembre 1905. La vita del padre Messori<br />

coincide dunque quasi con quella <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

Egli stesso ci ha raccontato nella Messa del suo 90° compleanno<br />

di essere entrato la prima volta, ancora novizio, nella<br />

cappella del Collegio nel 1925. Dunque quasi settant'anni<br />

di «contatto» coU'Antonianum: sicuramente almeno sessantacinque,<br />

da quando _ già laureato in filosofia all'Università<br />

Gregoriana (ottobre 1929) _ giunse a Padova come «Maestro»<br />

e si iscrisse all'Università, nella Facoltà di Lettere, nella quale<br />

brillantemente si laureò (6 novembre 1931). Dopo un breve<br />

periodo di assenza, celebrò nella nostra cappella la prima<br />

Messa il 23 giugno 1935, solo quattro giorni dopo l'ordinazione<br />

sacerdotale.<br />

Nell'ottobre 1937 già era Direttore della Scuola di<br />

Religione, e un anno dopo Rettore <strong>dell'Antonianum</strong> (e lo fu<br />

fino al 1947). Scrive il padre Alessandro Scurani in<br />

L'Antonianum di Padova. Storia di un'istituzione, Padova<br />

1987, p. 51: «Quello che era stato il padre Magni nei primi<br />

due decenni dalla fondazione, lo sarà il padre Messori nel<br />

quarto e quinto decennio».<br />

Di tutti questi avvenimenti io stesso sono stato testimone.<br />

Dal 1928, iscritto alla Scuola di Religione, ho potuto se-<br />

guire tutti i padri che si avvicendarono al Collegio e alla Scuola<br />

di Religione: e qui basta ricordi il fondatore deU'Antonianum,<br />

padre Leonardi (morto nel 1945) e i padri Rosi, Ferri Casella<br />

(mio primo confessore), Fossati, Mantovani, Zanchettin,<br />

Laner, Ballis, Merlin, Pretto; e, primo di tutti il padre Magni,<br />

che mi aveva dato la prima comunione nella chiesa del<br />

Collegio Sacro Cuore nel 1925.<br />

Ma più a lungo di tutti sono stato vicino al padre Messori:<br />

da quando mi accolse nella Congregazione Mariana<br />

Professionisti, a quando mi onorò della sua fiducia, coma<br />

collaboratore, nella preparazione della rivista «Antonianum»,<br />

dei corsi di cultura avviati dal padre Magni e padre Casella<br />

e proseguiti con successo da lui; e poi come relatore in di-i<br />

versi incontri spirituali (e ricordo il Congresso di Bari del<br />

1948!) e culturali dei Congregati Mariani e degli ex-alunni<br />

lo ho il ricordo preciso di una data infaustamente memorabile.<br />

L'8 settembre 1943, un'ora dopo l'annuncio dell'armistizio,<br />

lo incontrai a Roma nella sede della «Civila<br />

Cattolica». Egli era dal 6 agosto 1940 cappellano dei sommergibilisti<br />

e aveva meritato una medaglia di bronzo per il<br />

suo coraggioso servizio negli abissi dell'Oceano Atlantico. Si<br />

trovava a Roma in breve licenza. Quella sera era inquieto e<br />

amareggiato: vedeva l'imminente inizio di un periodo difficile<br />

e tormentato, e mi confidava la sua preoccupazione. Ma<br />

il suo temperamento combattivo e tenace, sempre in obbedienza<br />

ad una «vocazione», lo tuffa nella Resistenza, nellaj<br />

quale opera da protagonista, come ho cercato di ricordare<br />

nell'ultimo numero di questa rivista (e qui vorrei rimediare<br />

ad un mio involontario silenzio: quello di non aver ricordato<br />

che i caduti, pur menzionati, G. Munaron, G. Tavianìe<br />

G. Zaccagna, parteciparono alla guerra di Liberazione dai<br />

tedeschi a fianco degli alleati, immolando la vita per il bene<br />

della patria nelle file dell'esercito italiano).<br />

Ma ciò che più, riconoscente, ricordo è quanto il padre<br />

Messori ha dato a me e ai miei amici nei corsi di Esercizi<br />

spirituali da lui amorevolmente organizzati e qualche volta<br />

personalmente condotti. Le sue meditazioni hanno scavato<br />

profondamente nel nostro cuore. Non posso dimenticai<br />

una sulla Passione di Gesù che mi ha lasciato nell'anima una<br />

traccia indelebile.<br />

Ma fin qui ho parlato di padre Messori per il suo rapporto<br />

con me. Non posso invece tacere di quanto egli nel sessantennio<br />

di sua appartenenza all'Antonianum (direttore del<br />

Collegio nel '48 e nuovamente rettore dal '69 al 72) ha operato<br />

in tutti i settori: da quello culturale e universitario, i<br />

quello sportivo, a quello assistenziale e apostolico.<br />

Già nel 1937-38 tenne dieci lezioni su II messaggio di Cristo<br />

e nel 1938-39 un ciclo su II senso della vita. Nel febbraio M<br />

_ in pieno periodo dell'occupazione tedesca _ svolse una serie<br />

di conferenze di sociologia cristiana; e nel '48 un corsoi<br />

aggiornamento su I principi filosofici del marxismo. Deicor<br />

si di cultura ad alto livello (dell'ultimo si scrive da altri in questo<br />

numero), si può dire che furono contributi di prim'ordine<br />

per tutta la città e in particolare per gli ex-alunni e per gì<br />

universitari interni. Per questi diede vita _ come Preside»<br />

Studi del Collegio nel 1950 _ a corsi sussidiati nelle mira<br />

sale di studio e nei gabinetti scientifici, secondo gli schemi<br />

dei Colleges inglesi, da lui appositamente visitati.


VENIMENTI E PERSONE<br />

Per lo sport, debbo ricordare il decisivo intervento per l'erezione<br />

del Palazzetto dello sport nel 1950; per le squadre di<br />

rugby e basket, distintesi nei campionati nazionali, fino al<br />

conseguimento, nel rugby, di molti scudetti.<br />

Nel campo assistenziale _ dopo l'opera svolta con gli studenti<br />

a favore del popolare quartiere di S. Carlo all'Arcella _<br />

davvero eccezionale fu l'opera di soccorso alle genti del<br />

Polesine durante l'alluvione del novembre '51, condotta con<br />

molti studenti volontari quali Presidente regionale della commissione<br />

della P.O.A. (per la quale aveva già svolto assistenza<br />

ai figli degli operai nelle colonie marine e montane).<br />

Si legge nel «Gazzettino» del 19 novembre 1951 una drammatica<br />

cronaca della giornata precedente di Gino Fantin: «II<br />

primo anfibio di soccorso è giunto in Adria _ da 24 ore completamente<br />

isolata _ alle 12.30 di oggi. Era partito da<br />

Cavarzere per fare da staffetta a tutti gli altri mezzi di soccorso<br />

concentrati presso il paese, che avevano bisogno, prima<br />

di iniziare l'operazione di aiuto e di salvataggio, di una<br />

rotta di garanzia. Aveva navigato tra i vortici della corrente<br />

e le insidie di un percorso che non si sa cosa nasconda sotto<br />

il pelo dell'acqua densa e giallastra. L'abilità del pilota aveva<br />

guidato la spedizione alla meta, vincendo gli ostacoli di<br />

una leggera foschia. Come se un filo fosse stato finalmente<br />

teso con il mondo esterno e questo mondo, allontanato ieri,<br />

d'un colpo, di migliaia di chilometri (anche un metro è<br />

un chilometro quando è visto così da una finestra aperta su<br />

una distesa d'acqua desolatamente ininterrotta fino all'orizzonte)<br />

si fosse avvicinato per un miracolo fino alla porta di<br />

casa. Ci si attaccò ai coraggiosi che arrivavano _ monsignor<br />

Roncaglia Messori della commissione pontificia di assistenza<br />

(e altri) _ con la gioia con cui ci si riattacca alla vita.<br />

E sembrava in realtà che essi riportassero la vita. Prima era<br />

stato tutto un dramma...».<br />

Anch'io ricordo alcune foto che ritraggono il padre<br />

Messori che, con alcuni studenti, naviga sulle acque torbide<br />

che avevano inondato Adria.<br />

Dal 1958 padre Messori fu chiamato alla direzione generale<br />

della P.O.A. da monsignor Baldelli; e assunse la direzione<br />

dell'ufficio studi del centro italiano di Relazioni<br />

umane, tra imprenditori e lavoratori. Si prodigò in una febbrile<br />

instancabile organizzazione di corsi e lezioni da una<br />

regione all'altra di Italia, in un frenetico gioco di spostamenti<br />

e di contatti con i rappresentanti del mondo del lavoro.<br />

Infine l'attività apostolica. Non solo l'Antonianum, ma<br />

Padova tutta deve molto alle iniziative di padre Messori. Qui<br />

debbo ricordare l'eccezionale successo della Messa del<br />

Professionista a S. Gaetano negli anni '40 e '50; le Lecturae<br />

Evangeli! del '47; i Sabati dello spirito nel '51; la direzione<br />

del gruppo di «Maria Cristina» delle signore di Padova; e tante<br />

altre iniziative che non posso enumerare.<br />

Ma la più impegnata attività organizzativa, nel campo<br />

dell'apostolato, fu (ed è tuttora) nella carica di assistente spirituale<br />

degli ex-alunni, associazione fondata nel marzo '49<br />

e diretta ininterrottamente _ anche nel periodo romano _ fino<br />

ad oggi. Abbiamo festeggiato il nostro Assistente la sera<br />

del 20 gennaio in un caldo banchetto, dopo la santa Messa<br />

nella «sua» cappella e una indimenticabile omelia, trepidamente<br />

autobiografica, ma anche protesa verso noi tutti,<br />

suoi amici vecchi e nuovi.<br />

Mi pare opportuno concludere questa rievocazione con<br />

parole che il padre scrisse nel dicembre 73, in occasione del<br />

suo 50° nella Compagnia:<br />

Amo la mia vocazione<br />

L'idea della ricerca di un uomo da parte di Dio è di uno<br />

splendore e di una bellezza insondabili. Gesù ha detto:<br />

«Sono stato io a scegliere voi, non voi a scegliere me». La<br />

storia della mia vocazione mi ha fatto certo di questa primitività<br />

di Dio; quando oggi si pone il punto di partenza<br />

nell'uomo.<br />

Amo la mia vocazione<br />

Mi ha destinato a vivere e a operare all'interno della chiesa<br />

in una delle tante diverse vie che conducono a Dio: quella<br />

della Compagnia di Gesù. Ci ho camminato sicuro e sereno:<br />

non mi ha portato, né mi porterà in precipizio alcuno.<br />

Amo la mia vocazione<br />

Ho imparato che l'ubbidienza non è un oggetto per l'intelligenza,<br />

in quanto facoltà che permette di affermare o di<br />

negare; e che la sola parte dell'anima umana capace di un<br />

contatto reale con l'ubbidienza è la facoltà d'amore soprannaturale.<br />

Quando l'intelligenza, dopo aver fatto silenzio per<br />

lasciare che l'amore invada tutta l'anima onde ubbidire, comincia<br />

di nuovo a esercitarsi, si trova a contenere più luce<br />

di prima, più attitudine e giudicare gli oggetti, a nettamente<br />

operare.<br />

Amo la mia vocazione<br />

Per essa ho avuto la ventura di vivere la vita<br />

all'Antonianum, casa del mio cuore, ove arde il foco ardente<br />

dello Spirito Santo e splende la candida luce della Madonna<br />

immacolata.<br />

11


UNA POLEMICA CHE SI TRASCINA<br />

TROPPO A LUNGO<br />

Avremmo voluto che non se ne parlasse più: se ne<br />

è parlato troppo a lungo. Ma poiché i mass media<br />

hanno trovato appetitoso cibo per i loro denti, così<br />

ne hanno scritto a proposito e a sproposito. Con la volontà<br />

di porre il punto fermo a questa logorrea (molte<br />

volte in mala fede) riteniamo che sia a proposito riprodurre<br />

nel nostro periodico documenti ufficiali e, quindi,<br />

certi e precisi.<br />

// Padre Provinciale<br />

ha diffuso questo<br />

COMUNICATO STAMPA<br />

Vista la persistente interpretazione delle decisioni relative<br />

al padre Pintacuda, tendente a presentare la<br />

Compagnia di Gesù come dissociantesi dalla lotta frontale<br />

alla mafia, la Curia del Provinciale d'Italia precisa<br />

quanto segue:<br />

1) l'impegno del padre Pintacuda contro il fenomeno<br />

mafioso è sempre stato apprezzato e sostenuto. A tutti<br />

indistintamente i Gesuiti italiani, sia nell'animazione<br />

pastorale delle com unità che nell'insegnamento o in altre<br />

presenze sociali, continua ad essere chiesto _ se possibile<br />

con ancor maggiore coraggio e lucidità _ di contrastare<br />

ogni azione che turbi la comunità nazionale e<br />

soprattutto quelle che derivano da vere e proprie organizzazioni<br />

criminali, che seminano tanto sangue e dolore;<br />

2) d'altra parte rientra nell'obbedienza liberamente<br />

assunta dai Gesuiti la disponibilità a sottoporre ai<br />

Superiori gli scritti in via di pubblicazione per ottenere<br />

l'eventuale approvazione circa l'opportunità e il contenuto.<br />

Del libro «La scelta» di padre Pintacuda non è<br />

lo scrittore materiale; ma esso coinvolge totalmente, con<br />

ogni evidenza, la responsabilità dell'intervistato; quest'opera<br />

non è stata presentata ai Superiori, che pure ne<br />

avevano fatto un'esplicita richiesta; di qui la prescrizione<br />

di non propagandare il libro (non di tacere!);<br />

3) il libro contiene in particolare alcune pagine che<br />

rappresentano un'aspra anche se indiretta presa di posizione<br />

contro un confratello che è anche il Superiore<br />

religioso della comunità a cui il padre Pintacuda appartiene;<br />

di qui _ e solo di qui _ la decisione che il padre<br />

Pintacuda lasci la sua residenza attuale e si trasferisca<br />

in altra sede.<br />

La Curia del Provinciale d'Italia non farà altre dichiarazioni<br />

sulla vicenda.<br />

12<br />

ISTITUTO DI FORMAZIONE<br />

POLITICA «PEDRO ARRUPE»<br />

CENTRO STUDI SOCIALI<br />

IL TRASFERIMENTO<br />

DEL PADRE PINTACUDA<br />

1. Il silenzio ci è parsa la risposta più adeguata alle polemiche<br />

suscitate sul caso Pintacuda. Siamo molto dispiaciuti<br />

per le falsità e le insinuazioni, talora calunniose, udite<br />

e lette a proposito di questa vicenda. In particolare è deplorevole<br />

il fatto che le dichiarazioni del provinciale dei<br />

Gesuiti d'Italia, padre Gian Giacomo Roteili, siano state di<br />

fatto ignorate, quando non stravolte.<br />

Questa nota esce _ ora che i clamori sembrano quietarsi<br />

_ allo scopo sia di tutelare il buon nome del nostro<br />

Istituto, sia di soddisfare la legittima richiesta di quegli<br />

amici che, facendoci pervenire la loro solidarietà, nello stesso<br />

tempo insistono nel voler conoscere la ricostruzione<br />

obiettiva dei fatti.<br />

2. Il trasferimento del padre Pintacuda, disposto dai<br />

Superiori Maggiori della Compagnia di Gesù, non va collegato<br />

in nessun modo con il suo impegno nella lotta contro<br />

la mafia e per il rinnovamento della politica. Tale impegno,<br />

anzi, «è sempre stato apprezzato e sostenuto» dalla<br />

Compagnia di Gesù. E' questo il giudizio esplicito del<br />

Provinciale d'Italia il quale, nel comunicato stampa del 2<br />

gennaio 1994, ribadisce che non solo ai gesuiti operanti a<br />

Palermo, ma «indistintamente a tutti i gesuiti italiani continua<br />

a esser chiesto _ se possibile con ancora maggiore<br />

coraggio e lucidità _ di contrastare ogni azione che turbi<br />

la comunità nazionale e soprattutto quelle che derivano da<br />

vere e proprie organizzazioni criminali, che seminano tanto<br />

sangue e dolore».<br />

3. La ragione del provvedimento disciplinare dunque noi<br />

ha, né vuole avere, un significato politico. Si tratta invece<br />

di una decisione di natura essenzialmente religiosa, cornei<br />

già quella presa il 30 giugno 1992, quando gli stessi Superiori<br />

Maggiori stabilirono che il padre Pintacuda non facesse più<br />

parte dell'Istituto Arrupe.<br />

Infatti i Superiori dell'Ordine hanno sempre voluto, fin<br />

dall'inizio, che l'Istituto Arrupe non si legasse mai a nessun<br />

partito e a nessun leader politico. E ciò per due ragioni principali:<br />

innanzi tutto per rimanere al di sopra delle parti, comi<br />

richiesto a ogni attività sociale della Compagnia e della chiesa,<br />

la cui natura è essenzialmente etica e culturale; in secondo<br />

luogo, affinchè l'Istituto Arrupe possa svolgere il suo<br />

delicato servizio di formazione sociale e politica con la ne-


cessarla libertà e nell'assoluto rispetto delle convinzioni politiche<br />

di ciascuno dei suoi professori e alunni.<br />

4. E' pertanto del tutto priva di qualsiasi fondamento<br />

l'accusa che la decisione di allontanare il padre Pintacuda<br />

dall'Istituto Arrupe sia stata presa per avversare una determinata<br />

parte politica e a vantaggio di un'altra. Lo aveva<br />

ripetuto con forza e senza possibilità di equivoci il Padre<br />

Provinciale d'Italia, intervenendo a Palermo alla Prolusione<br />

del 30 ottobre 1992. Il padre Roteili spiegava con estrema<br />

chiarezza l'unica ragione della sua decisione, presa dopo<br />

lunga e matura riflessione e dopo aver ascoltato sia i padri<br />

dell'Istituto, sia lo stesso padre Pintacuda: «II recente<br />

provvedimento che i Superiori Maggiori della Compagnia,<br />

e io in particolare, abbiamo preso aveva _ come è stato ampiamente<br />

detto _ l'unico scopo di chiarire l'impostazione<br />

strettamente culturale ed etica della scuola. Ero e sono per-<br />

? fellamente consapevole che l'impressione provocata potesse<br />

essere e possa essere, presso alcuni, quella di un gesto di<br />

intolleranza, al limite quella che si voglia fare della Scuola<br />

una scuola, come si è detto, di partito. Ribadisco che non<br />

c'è nessuna idea di questo genere e il futuro lo dimostrerà».<br />

5. Anche la successiva decisione di trasferire il padre<br />

Pintacuda ad altra sede, presa dai Superiori Maggiori nel<br />

novembre del 1993, non ammette nessun'altra interpretazione<br />

diversa da quella essenzialmente religiosa. Come ha<br />

spiegato anche il Provinciale, il padre Pintacuda non ha ottemperato<br />

alla regola che i gesuiti hanno di sottoporre ai<br />

Superiori _ prima della pubblicazione _ ogni libro da essi<br />

firmato. Inoltre il comportamento del padre Pintacuda è<br />

risultato più grave, sia perché l'obbligo di chiedere l'imprimatur<br />

gli era stato ribadito anche per iscritto dallo stesso<br />

Provinciale, sia perché il libro pubblicato senza autorizzazione<br />

contiene un'aspra presa di posizione contro il<br />

superiore religioso della comunità a cui il padre Pintacuda<br />

apparteneva.<br />

6. Concludendo. E' quindi del tutto fuorviante e strumentale<br />

accusare i Superiori dei gesuiti di avere voluto chiudere<br />

la bocca a un «prete antimafia». Come pure sono destituite<br />

d'ogni fondamento le interpretazioni «politiche» che<br />

si sono date della decisione della Compagnia.<br />

7. Ciò non toglie che l'accaduto abbia prodotto sconcerto<br />

e scandalo nella pubblica opinione e nella chiesa.<br />

Profondamente rattristati per questo fatto, e in piena adesione<br />

alle indicazioni del messaggio del cardinale Pappalardo<br />

d'inizio d'anno, da parte nostra faremo tutto il possibile e<br />

confermiamo la nostra disponibilità per ogni azione che<br />

favorisca l'operare uniti nella comune missione affidataci<br />

dalla Compagnia di Gesù a Palermo: quella di evangelizzare,<br />

cui appartiene inscindibilmente l'impegno di lottare<br />

per la liberazione della Città e dell'Isola.<br />

I Padri Gesuiti dell'Istituto Arrupe<br />

Angelo Carrara S.I.<br />

Francesco Cultrera S.I.<br />

Giovanni Di Gennaro S.I.<br />

Giuseppe Impastato S.I.<br />

Bartolomeo Sorge S.I., dir.<br />

Palermo, 22 gennaio 1994<br />

In controcopertina così presenta il suo libro P. Sorge.<br />

«Il vero fatto nuovo è il mutato<br />

comportamento elettorale dei<br />

cattolici, che ha messo in moto<br />

processi nuovi di aggregazione<br />

politica. Per questa ragione, ci è<br />

sembrato importante cercare<br />

soprattutto di capire che cosa sta<br />

accadendo nel mondo cattolico<br />

italiano e, più in particolare,<br />

vedere quali scelte possibili si<br />

profilano all'orizzonte dell'Italia<br />

che verrà».<br />

Bartolomeo Sorge<br />

13


QUARANT'ANNI DI CONFEDEREX<br />

di Fabio Croccolo<br />

1128 dicembre 1953 nasceva a Roma<br />

la Confederex, Confederazione<br />

Italiana <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> e <strong>Ex</strong> Alunne<br />

della Scuola Cattolica, nasceva da<br />

un piccolo gruppo di ex-alunni, desiderosi<br />

di mettere a confronto le esperienze<br />

maturate in ambienti educativi<br />

diversi eppure ispirati alla stessa matrice,<br />

di continuare la loro formazione<br />

che non consideravano _ soprattutto<br />

sul piano spirituale _ conclusa con<br />

l'uscita dalla scuola, di collaborare<br />

con le comunità religiose che li avevano<br />

seguiti durante il corso degli studi,<br />

ponendosi al servizio di queste e<br />

della chiesa in generale. Poco più di<br />

tre anni dopo giungeva il riconoscimento<br />

ufficiale della Conferenza Episcopale<br />

Italiana: la Confederex diveniva<br />

un'aggregazione laicale cattolica<br />

di diritto ecclesiastico.<br />

Da quel lontano sono passati 40 anni,<br />

anni di storia, di cammino, di crescita,<br />

di impegno. I pochi promotori<br />

iniziali sono diventati decine, centinaia,<br />

migliaia di aderenti che, in forma diretta<br />

o per il tramite delle rispettive<br />

Associazioni, danno il loro contributo<br />

di forze e di idee alla Confederex.<br />

E' per celebrare davanti a Dio questi<br />

otto lustri di vita che ci siamo ritrovati,<br />

il 26 e 27 febbraio scorsi, presso<br />

l'Istituto Santa Dorotea di Gianicolo<br />

di Roma.<br />

Si sa, sono pericolose le ricorrenze,<br />

rischiano spesso di divenire vuoti<br />

momenti di autocelebrazione: è per<br />

questo motivo che, in perfetta sintonia<br />

con lo spirito che anima la<br />

Confederazione, durante il primo giorno<br />

è stato privilegiato l'aspetto formativo,<br />

proponendo ai convenuti tre<br />

relazioni, sulla condivisione della missione<br />

apostolica tra ex-alunni e comunità<br />

religiose che li hanno formati,<br />

sull'impegno sociale che devono<br />

assumersi gli ex per essere coerenti con<br />

l'insegnamento ricevuto e sulla collaborazione,<br />

spesso non facile, delle varie<br />

Associazioni con la chiesa locale.<br />

Ottimi i relatori, rispettivamente il fr.<br />

Hernando Seba, Fratello della Scuola<br />

Cattolica ed Assessore Mondiale del-<br />

14<br />

la Famiglia Lasalliana, il nostro padre<br />

Bartolomeo Sorge, Superiore della<br />

Scuola di formazione politica «Pedro<br />

Arrupe» di Palermo e il professore<br />

don Francesco Brugnaro, Estense di<br />

nascita e formazione ed oggi incardinato<br />

nella diocesi milanese, dove è responsabile<br />

della pastorale universitaria<br />

e delegato per le aggregazioni laicali.<br />

Nell'intervallo tra due relazioni<br />

siamo stati ricevuti in udienza privata<br />

dal Santo Padre, il quale, stravolgendo<br />

le nostre aspettative, nel breve<br />

discorso che ci ha rivolto ha parlato<br />

non della scuola, ma della famiglia, sottolineando<br />

come sia quest'ultima che<br />

ha in sé il primario compito dell'educazione<br />

_ anche quella alla fede _ e come<br />

gli istituti cattolici debbano ad essa<br />

non sovrapporsi, bensì affiancarsi,<br />

promuovendo altresì un'azione di sostegno<br />

verso quella cellula sociale fondamentale,<br />

oggi troppo spesso negletta,<br />

della società.<br />

La domenica si è dato spazio agli<br />

adempimenti formali: revisione<br />

dello statuto, designazione del<br />

Consiglio Direttivo, elezione delle cariche<br />

sociali. A condurre la Confederex<br />

per i prossimi tre anni (più probabilmente<br />

sei) è stato designato un padovano,<br />

il dott. Claudio Andreoli,<br />

Presidente della Federazione Italiana<br />

<strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong> dei Fratelli delle Scuole<br />

Cristiane. Padovano è parimenti il<br />

Segretario, il prof. Domenico Lobascio,<br />

ex-alunno dei Rogazionisti.<br />

Ma cosa fa la Confederex oggi e che<br />

ruolo abbiamo in essa noi <strong>Ex</strong> dei<br />

Gesuiti? Andiamo per ordine.<br />

La finalità prevalente della<br />

Confederex è sostenere la formazione<br />

permanente, spirituale e culturale, degli<br />

ex-alunni della Scuola Cattolica. La<br />

Confederazione non intende _ e, di fatto,<br />

non può _ sostituirsi in ciò all'opera<br />

di formazione delle singole<br />

Federazioni, Associazioni e<br />

Congregazioni religiose, ciò a causa<br />

della diversità, talvolta anche profonda,<br />

degli itinerari formativi e delle finalità<br />

educative delle differenti realtà<br />

aderenti. D'altra parte appare evidente<br />

come l'educazione cattolica abbia<br />

comunque alla base il messaggio unificante<br />

di Cristo e la stessa concezione<br />

etica di tutta la chiesa. Ecco allora<br />

che nello scambio di esperienze,<br />

nell'organizzazione di convegni e seminari,<br />

nell'invito reciproco tra le varie<br />

Associazioni a partecipare alle rispettive<br />

attività formative e di apostolato<br />

si contribuisce alla crescita di<br />

tutti, si offrono occasioni di formazione<br />

per quei gruppi che sono troppo deboli<br />

per crearle da soli e si funge da<br />

stimolo per i superficiali e gli indifferenti.<br />

Non solo, laddove, ad esempio<br />

per attività di volontariato o di impegno<br />

sociale, una singola realtà non<br />

riesca ad aggregare un numero sufficiente<br />

di forze, la Confederex può fungere<br />

da tramite e da collettore per<br />

coagulare energie altrimenti disperse,<br />

fornendo agli organizzatori il sostegno<br />

anche di gruppi di ex-alunni di altre<br />

scuole.<br />

Riguardo poi alla partecipazione ed<br />

all'impegno dei Gesuiti e dei loro exalunni<br />

in seno alla Confederex, credo<br />

che l'elemento maggiormente significativo<br />

al riguardo sia il fatto che<br />

l'Assistente ecclesiastico della<br />

Confederazione è il padre Uberto<br />

Ceroni, nostro Assistente nazionale. Le<br />

Associazioni della Compagnia hanno<br />

dato alla Confederex un Presidente,<br />

l'aw. Piero Adonnino di Roma, ed I<br />

hanno sempre avuto un loro rappresentante<br />

alla Vicepresidenza (attualmente<br />

è il dott. Giuseppe Mariano di<br />

Torino). Ma oggi in particolare si può<br />

vedere in modo più intenso quale sia<br />

il nostro impegno nella.<br />

Confederazione, giacché gli ex-alunni<br />

dei Gesuiti sono presenti in tutti i.<br />

Consigli Regionali presiedendone direttamente<br />

due (quello della<br />

Lombardia e quello della Puglia) e ricoprono<br />

molte cariche locali. Io stesso,<br />

ad esempio, sono il Segretario per<br />

la provincia di Padova della Confederex<br />

e la rappresento nella Consulta<br />

Diocesana per le Aggregazioni Laicali.<br />

Volendo concludere, si può dire<br />

che in quarantanni di cammino il I<br />

ruolo della Confederex si è andato<br />

sempre meglio delineando e sempre<br />

più arricchendo.


PAOLO TODESCHINI PRESIDENTE<br />

DELL'U.S.P.<br />

D<br />

opo un travagliato<br />

anno di<br />

reggenza di padre<br />

Passalacqua, il<br />

Petrarca ha di nuovo un<br />

presidente.<br />

Paolo Todeschini, 45<br />

anni, commercialista,<br />

appartenente alla padovanissima<br />

famiglia dei<br />

Todeschini da sempre<br />

presenti nel tessuto sociale<br />

della città,<br />

<strong>dell'Antonianum</strong> e del<br />

Petrarca, è approdato<br />

alla carica che fu in un<br />

recente passato di<br />

Giorgio De Benedetti e<br />

Paolo Todeschini poi di Angelo Ferro.<br />

Il momento, come<br />

abbiamo più volte sottolineato, non è facile per lo sport<br />

e men che meno per il Petrarca.<br />

Paolo Todeschini che per la sua professione ha, in tem-<br />

1<br />

pò reale, il polso della situazione economica, lo sa benissimo<br />

e proprio presentandosi come membro importante<br />

e trainante delle finanziarie che gestiscono volley e basket,<br />

ha mostrato quali siano le sue intenzioni di gestione.<br />

Ma una cosa importantissima e assai beneaugurante<br />

si è manifestata alla prima riunione del consiglio generale:<br />

con un ottimo «video» realizzato con le varie sezioni<br />

e in particolare con il vulcanico Angelo Squeo, generai<br />

manager del volley, il neo presidente ha mostrato la sua<br />

ferma volontà di tenere riunite le sezioni sotto il tradizionale<br />

e prestigioso ombrello <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

In perfetto accordo con un pungente e inarrestabile padre<br />

Messori, che non perde occasione per richiamare il<br />

suo irrequieto gregge ai principi e alle finalità che lo<br />

sport ha sempre avuto nell'ambito del Petrarca, Paolo<br />

Todeschini ha messo in cantiere i suoi programmi: nessuna<br />

spesa pazza anche nell'ambito di un professionismo<br />

che deve avere una matrice comune. I bilanci delle sezioni<br />

devono essere limpidi e sani, anche se i metodi e le possibilità<br />

non sono più quelli di qualche anno fa.<br />

Le situazioni sono diverse: volley e basket hanno una<br />

dimensione analoga e problemi simili e hanno scelto una<br />

strada nuova e comune ma che va tutta esplorata con prudenza.<br />

Il rugby negli ultimi 6-7 anni si è un po' staccato sia<br />

perché c'è la splendida realtà degli impianti della Guizza,<br />

sia perché il roboante ingresso in questo sport dei grossi<br />

gruppi economici ha generato squilibri, creando difficoltà<br />

ai club rimasti, come il Petrarca, in situazioni più genuine<br />

e tradizionali. Non sempre è facile adattarsi a nuove<br />

circostanze specie se si è sempre stati al vertice, ma gli<br />

esempi di società come Rovigo, Parma da un lato e Milano,<br />

Treviso, Roma dall'altro, daranno importanti indicazioni<br />

ai dirigenti del rugby e gli elementi per trovare le contromisure<br />

per conciliare tradizioni, costi, successi.<br />

Compito del Presidente Generale sarà di tenere ancorata<br />

al gruppo Petrarca, questa sezione che da anni è stata<br />

il fiore all'occhiello della città intera.<br />

La scherma vive anch'essa problemi affatto diversi, così<br />

come calcio e calcetto. La prima ha problemi di impianti<br />

che sta risolvendo per il meglio, la seconda ha trovato stimoli<br />

importanti nell'attività giovanile e nel calcio in palestra.<br />

Nonostante gli oltre ottant'anni il Petrarca ha insomma<br />

l'aspetto di una famiglia di baldi giovanotti che stanno<br />

cercando nuove strade e nuovi sistemi di realizzazione:<br />

Paolo Todeschini potrebbe essere il «papa» giusto a<br />

trovare per ognuno le proprie soddisfazioni, conservando<br />

intatte le tradizioni e i principi originari.<br />

LE NUOVE CARICHE DELL'U.S.P.<br />

Presidente Generale:<br />

Paolo Todeschini<br />

Vice Presidente:<br />

Rino Greggia<br />

Presidenti di Sezione:<br />

Domenico Agostini Novello, Guido<br />

Benvenuti, Franco Fraccon, Valter Peghin,<br />

Maurizio Sartorati, Francesco Valier<br />

Consiglieri:<br />

Romolo Canale, Dino De Benetti Veleggia,<br />

Nereo Destro, Gianfilippo Pecchini, Emilio<br />

Schiavo, Francesco Varotto<br />

Rettore Antonianum:<br />

Padre Livio Passalacqua SJ.<br />

Assistente Delegato:<br />

Padre Luigi Pretto SJ.<br />

Segretario G.:<br />

Renzo Scarso<br />

15


UNIONE<br />

SPORTIVA PETRARCA<br />

... IN PIENA ATTIVITÀ<br />

Dopo gli allori olimpici di<br />

Marin nella scherma è arrivata<br />

anche la prima coppa<br />

Europea a squadre: il volley, dopo anni<br />

di tentativi ha portato a Padova la<br />

CEV, una sorta di coppa Uefa del volley<br />

che nel suo albo d'oro vede nomi<br />

prestigiosi sovietici d'una volta,<br />

italiani come Treviso e Montichiari.<br />

Il successo si è verificato proprio<br />

a Padova, battendo con un secco 3-<br />

0 una compagine sibcriana che aveva<br />

eliminato proprio il Gabeca<br />

Montichiari, campione uscente.<br />

La formazione di Sartorati che ha<br />

avuto in Grbic, Sapega, Pasinato,<br />

Meoni, Pascucci, Mascagna e Tovo<br />

1 suoi grandi alfieri, è stata brillantemente<br />

guidata dal prof. Pitterà al<br />

quale comunque la coppa è costata<br />

16<br />

la fluente barba, tagliata per doverosa<br />

scommessa.<br />

Il successo ha di per sé riempito<br />

la stagione anche se i play off sono<br />

alle porte.<br />

Il campionato italiano è durissimo<br />

e nel quarto di finale che vede impegnato<br />

l'Ignis Petrarca con il<br />

Modena, i favori sono agli emiliani.<br />

Ma non sempre chi parte battuto<br />

(al 70%) poi fa la fine del topo.<br />

Specie se si arriva alla terza partita<br />

sono possibili sorprese...<br />

Per restare ai risultati sembra<br />

mettersi male anche per il rugby che<br />

si trova ai play off con la squadra che,<br />

a parte Milano, sembra essere la più<br />

in forma del momento: la vecchia<br />

Roma che poggia sul grande Shelford<br />

che i padovani ricordano con la ma-<br />

La Coppa<br />

Europea di<br />

Volley<br />

glia del XV della Colonna, sul campione<br />

del mondo Little e sull'ottimo<br />

italo argentino Filizzola, potrebbe<br />

far vedere i sorci verdi al XV di<br />

Presutti e non ci sarebbe nulla di<br />

strano se arrivasse l'eliminazione.<br />

Ma anche qui ci potrebbe essere<br />

un dolce rovescio della medaglia,<br />

con uno scudetto atteso ormai<br />

da 16 anni. La squadra Under 19<br />

viaggia infatti a pieno ritmo e manca<br />

proprio poco al grande risultato<br />

che risale ai tempi di Lorigiola,<br />

Galeazze, Putti, Mazzucato, Bonaitì<br />

e C. Altro, per scaramanzia, non va<br />

detto.<br />

Il basket dopo un periodo esaltante<br />

ha avuto una crisi «mostruosa»<br />

a metà campionato con 7 sconfitte<br />

in 8 partite. Poi quando si temeva<br />

quasi di piombare in zona retrocessione,<br />

3 vittorie consecutive<br />

l'hanno riportata in zona play off.<br />

Merito qui soprattutto del binomio<br />

Tonzig-Bonetto che è riuscito a ricaricare<br />

le pile di Cambridge e Fox.<br />

Battaglia all'ultimo sangue per<br />

non retrocedere del calcio e ottimo<br />

comportamento del calcetto per<br />

quel che riguarda «el balon» e soliti<br />

allori con i giovani degli schermidori.<br />

In fin dei conti il Petrarca<br />

ha sempre abituato bene i suoi sostenitori!


NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE<br />

I PUBBLICAZIONI<br />

MARIO Vrr, S.I., (Vicedirettore <strong>dell'Antonianum</strong>), L'ora complessa. Rapporto sull'insegnamento<br />

della religione cattolica nelle scuole del Triveneto, Padova, EMP, 1993.<br />

La ricerca presenta i risultati di una indagine svolta dall'Osservatorio Socio-Religioso<br />

(Vicenza) nelle scuole pubbliche del Triveneto sull'ora di religione con l'obiettivo<br />

di verificare il cambio effettivamente attuato nella pratica pedagogico-didattica<br />

dell'insegnamento della religione cattolica, a poco più di un quinquennio dalla<br />

revisione del Concordato (legge 25 marzo 1985, n. 121) e della successiva «Intesa»<br />

(D.P.R. 16 dicembre 1985, n. 751) tra il governo italiano e la Santa Sede.<br />

L'oggetto della ricerca verte attorno a tre grandi aree tematiche: le motivazioni<br />

della scelta, la disciplina insegnata e la figura dell'insegnante nei gradi di scuola,<br />

elementare, media, superiore.<br />

La ricerca ha coinvolto undici campioni, stratificati e articolati per livelli scolastici<br />

e per attori: insegnanti (di religione e non), genitori (awalentisi e non awalentisi)<br />

e studenti (awalentisi e non awalentisi).<br />

L'indagine compara infine i risultati del campione triveneto con quelli di una analoga<br />

indagine svolta a livello nazionale e curata dall'Università Pontificia Salesiana<br />

di Roma.<br />

Il lavoro ha interessato 4.430 soggetti, cui sono state poste 1.990 domande, e si è<br />

avvalso della collaborazione di un centinaio di intervistatori.<br />

SERGIO KATUMARICH S.I. (docente nell'Istituto Leone XI di Milano), Ebrei e Cristiani.<br />

STORIA DI UN RAPPORTO DIFFICILE, Editore Elle Di Ci, Torino.<br />

L'opera offre un delicato servizio per condurre ebrei e cristiani verso mete di conoscenza,<br />

di stima reciproca, di collaborazione. Essa ha il grande pregio di offrirsi<br />

agli ebrei con voce pacata, vicina e amica; e di parlare ai cristiani senza pregiudizi<br />

e suggestioni fuorvianti, proponendo un'immagine sintetica e chiara di quella<br />

complessa, misteriosa e tuttora ben viva realtà, che è la realtà di Israele.<br />

Anche con l'aiuto di un'opera come questa, si scopre che è necessario che ebrei e<br />

cristiani siano vicini, per superare le lacerazioni dei ricordi storici che paralizzano<br />

il futuro, per dialogare fra di loro arricchendosi vicendevolmente, per andare<br />

insieme, almeno con lo stesso passo, nella storia che ha bisogno della loro comune<br />

missione.<br />

LUIGI GUI, «Trapolitica e cultura». Ediz. Studium - Roma.<br />

Nell'instancabile sua attività di studioso, di politico e da sempre grande amico e<br />

collaboratore deH'Antonianum, Luigi Gui ci ha donato un nuovo sintetico studio<br />

di grande attualità: «Tra politica e cultura» (ediz. Studium - Roma). Dopo di avere<br />

illustrato l'incerto cammino della scuola e dell'università, con quella competenza<br />

che gli viene sia dalla sua attività di docente, sia dall'essere stato a lungo ministro<br />

della Pubblica Istruzione, l'Autore delinea l'ideale Europea per la politica<br />

della cultura e addita i compiti dei cattolici democratici per realizzare la nuova<br />

cristianità, in un supplemento d'anima.<br />

PAOLA GAIOTTI DE BIASE, «Ilpotere logorato», Edizione Associate, Roma.<br />

Paola è della nostra famiglia, perché moglie del nostro <strong>Ex</strong>, Angelo Gaiotti. Il suo<br />

interessante saggio ha un significativo sottotitolo: «La lunga fine della De - Cattolici<br />

e sinistra». Trattandosi di un saggio squisitamente politico è ovvio che non tutti<br />

saranno d'accordo su ciò che la saggista spone, comunque, come essa stessa<br />

apertamente dichiara, non ha voluto «proporre un giudizio penale ma un giudizio<br />

politico». Per compilare tale e tanto giudizio la Gaiotti si è trovata perfettamente<br />

a suo agio data l'ampiezza e la profondità delle sue precedenti ricerche numerosi<br />

saggi e collaborazioni nel delicato campo dell'analisi politica degli awenimenti<br />

contemporanei.<br />

GIORGIO ROVERATO (a cura di), «I Morassutti: una famiglia e un caso imprenditoriale»,<br />

Edizione Neri Pozza, Padova 1993.<br />

Nonostante che questo volume sia la storia imprenditoriale di una Famiglia, quella<br />

dei Morassutti, lo additiamo in questa rivista perché il rapporto tra i Morassutti<br />

e FAntonianum è stato diuturno e armonioso. Dalla nobile e alta figura di Federico<br />

Morassutti, sino ai suoi discendenti che costituiscono l'attuale famiglia Morassutti<br />

c'è sempre stato questo stretto rapporto. In una antica prestigiosa fotografia<br />

che riproduce la posa della prima pietra del grande edificio «Antonianum»<br />

(1905) una delle figure più eminenti è quella di Federico Morassutti. Egli fu, insieme<br />

con i suoi fratelli e intimi parenti, membro effettivo della struttura portante<br />

<strong>dell'Antonianum</strong> e ne fu generoso benefattore. D volume ha un suo particolare<br />

interesse per la conoscenza della storia del'imprenditorialetà italiana nata e sviluppata<br />

per virtù di private laboriose famiglie. Non è certo priva di interesse la<br />

constatazione che sgorga dalla lettura attenta, di un armonioso intreccio tra la vita<br />

operativa e la vita spirituale della famiglia Morassutti.<br />

LE CARICHE SOCIALI DEUA FEDERAZIONE ITALIANA<br />

Catania: aw. Ignazio Ezio Vecchio<br />

Bari: prof. Pietro De Rinaldis<br />

Brescia: dott. Vincenzo Pancera di Zoppola<br />

Torino: dott. Camillo Bianco<br />

Genova: dott. Alessandro Rossi De Rubeis<br />

Avezzano (AQ): aw. Mario Maccalini<br />

Lecce: notaio Bruno Bianco<br />

Messina: prof. Grazio Nastasi<br />

Milano: dott. Luigi Gregotti<br />

Napoli: dott. Antonio Panico<br />

Padova: prof. Massimo Rea<br />

Roma (S. Massimo): dott. Luca Apollonj Ghetti<br />

Roma (Coli. Mondragone): Principe don prof. Camillo<br />

Borghese<br />

Cagliari: dott. Giovanni Salonis<br />

Torino (Ist. Sociale): dott. Carlo Maruia Fronticelli<br />

Palermo (Ist. Gonzaga): dott. Angelo Cuva<br />

RITIRO PASQUALE i 994 PER GU EX DI PADOVA<br />

Atteso con vivo desiderio degli interessati si è tenuto<br />

il tradizionale Ritiro Pasquale. E' ormai ridotto<br />

a minimo proporzioni, sia per poco tempo disponibile<br />

da parte dei professionisti sia per molteplici iniziative<br />

spirituali proprie del periodo pasquale, promosse<br />

da molteplici Enti a parecchi dei quali appartengono<br />

anche i nostri <strong>Ex</strong>. Si è seguito il metodo già collaudato<br />

negli anni precedenti raccogliendo i partecipanti nella<br />

chiesa interna <strong>dell'Antonianum</strong> tra le ore 19,30 e le<br />

20,15 con questa sequenza: preghiera collettiva allo<br />

Spirito Santo e alla Madonna; meditazione proposta<br />

da padre Prosdomico Bernardi, solenne benedizione<br />

eucaristica. Vi hanno partecipato numerosi ex-alunni<br />

con le loro signore.<br />

li MESE DI MAGGIO<br />

La nostra Associazione esorta gli ex-alunni a realizzare<br />

qualche particolare ossequio alla Madonna<br />

Santissima durante questo mese di maggio. Non debbono<br />

ritenere che siano passiti i «fioretti» dei loro anni<br />

passati tra i quali possono scegliere quelli che più<br />

corrispondono a una loro generosa devozione.<br />

Ricordiamo a tutti che ogni mattina sarà celebrata alle<br />

ore 7,30 la S. Messa alle grotte della Madonna all'interno<br />

del parco della Scuola di Religione che si realizzerà<br />

in data tempestivamente resa nota il pellegrinaggio<br />

al Santuario della Madonna del Monte.<br />

DA CRACOVIA<br />

II chiarissimo prof. Giuseppe d'Arcais Flores ci ha<br />

gentilmente comunicato che in occasione di alcune sue<br />

lezioni tenute all'Università di Cracovia ha svolto una<br />

sua lezione anche presso i Gesuiti per gli studenti dei<br />

corsi di pedagogia trattando il tema: «Una pedagogia<br />

della e per la persona». Erano presenti oltre 200 allievi<br />

per la maggior parti giovani ai quali il prof. d'Arcais<br />

ha ricordato l'Antonianum di Padova illustrandone la<br />

benemerenza e ha portato i saluti di quelli ex-alunni.<br />

RIFLESSIONI DI ALFREDO LEGHI,<br />

ai termine del suo perìodo di vita universitaria.<br />

«Sono contento di aver chiuso con l'Università con<br />

un esito positivo; credo di aver sofferto abbastanza ansie<br />

e delusioni connesse agli esami che non sarebbe stato<br />

simpatico un addio in grigio al Bò.<br />

Ma la sua lettera (dal padre Vit) mi ha indotto a riflettere<br />

anche su uno specifico fondamentale dei miei<br />

anni universitari, l'Antonianum. Mi pare di poter dire<br />

che il ricordo che ho <strong>dell'Antonianum</strong> è molto "positivo",<br />

anche se non credo che "positivo" sia il giusto termine.<br />

Il Collegio ha rappresentato per quasi cinque anni<br />

una parte fondamentale della mia esistenza; quegli<br />

anni li ho scritti dentro di me e mi hanno fatto così come<br />

sono ora.<br />

Rivedo l'Antomanum come una parata di volti, di<br />

raccolti esistenziali diversi, di esperienze condivise...;<br />

eppure, ripensandoci, mi sembra ora più lontano di<br />

quanto sia nella realtà cronologica. Ho ricevuto molto<br />

in quegli anni» (23 ottobre 1993).<br />

17


E<br />

* indubbio che la morte è<br />

inesorabile livellatrice di<br />

tutti. Pertanto non c'è differenza<br />

alcuna tra l'uno e l'altro dei<br />

nostri ex-alunni che sono già<br />

passati all'eternità. Tuttavia è<br />

altrettanto vero che ciascuno<br />

di essi ha avuto e vissuto una<br />

«sua» storia durante la vita. Per<br />

questo soltanto, dedichiamo<br />

maggiore spazio alla rievocazione<br />

di due nostri <strong>Ex</strong> che hanno<br />

lasciato recentemente il cammino<br />

terreno: Costantino Cavarzerani<br />

e Agostino Cantarello<br />

hanno appartenuto in modo<br />

particolare ali'Antonianum intrecciando<br />

la loro vita alle vicende<br />

di questa Casa.<br />

COSTANTINO CAVARZERANI<br />

Era stato artigliere alpino e partigiano<br />

di montagna. E lo si vedeva:<br />

spalle quadrate, forza intcriore pari a<br />

quella esteriore, una «chiara e onesta<br />

faccia» come quella del suo carducciano<br />

Alberto da Giussano.<br />

Eppure la sua vigoria fisica e dialettica<br />

si è andata crudelmente consumando<br />

nella lunga straziante agonia.<br />

E' così scomparso prematuramente<br />

(a fine gennaio) l'amico che ci<br />

fu caro fin dalla stagione giovanile, co-<br />

Costantino Cavarzerani<br />

18<br />

/ NOSTRI MORTI<br />

lui con il quale, nella passione degli anni<br />

«ruggenti» della Resistenza e del dopoguerra,<br />

avevamo stretto un lungo legame<br />

d'affetto, di colleganza, di fratellanza<br />

e in definitiva di attività di vita<br />

e di pensiero.<br />

Più che altrove questo legame era<br />

sorto e si è rafforzato proprio lì,<br />

all'Antonianum: quel «Pensionato»,<br />

che ha consentito a noi, allora poco più<br />

che ventenni, di cospirare prima e di<br />

aspirare poi alla libera competizione<br />

nell'agone professionale e politico.<br />

Furono mesi febbrili quelli successivi<br />

alla Liberazione - che per<br />

Padova, come ricorda l'iscrizione lapidarila<br />

all'ingresso del Collegio, ebbe<br />

proprio lì uno dei momenti conclusivi<br />

più esaltanti e significativi - mesi nei<br />

quali si doveva concretare, con l'indirizzo<br />

spirituale dei Padri Gesuiti, il disarmo<br />

materiale in uno al riarmo morale<br />

e infine, recuperando il tempo<br />

dei rischi e delle vigilie, affrettare il traguardo<br />

finale degli studi universitari.<br />

Fra i superstiti di quei rischi e di<br />

quelle vigilie che, quasi raccogliendo<br />

i... residuati di guerra, aveva formato<br />

(dislocati attorno a un tavolone in fondo<br />

al refettorio, a sinistra: ricordi padre<br />

Messori?) un cenacolo denominato<br />

Ronco-club, c'era anche lui<br />

Costantino Cavarzerani («Kostia», nella<br />

clandestinità) il più vivace, il più esuberante,<br />

il più sincero nei sentimenti<br />

patriottici e religiosi: e amico di tutti.<br />

Dotato di un'intelligenza acuta e<br />

aperta, di una memoria storica di grande<br />

ricchezza, di una cultura fatta di<br />

ponderose e ponderaste letture, amava<br />

cimentarsi con gli amici di più assidua<br />

frequentazione, in singolari gare<br />

di citazioni classiche e di brani d'autore,<br />

di narrazione di vicende patrie e<br />

- perché no? - di lontani eventi sportivi,<br />

fino a dar la stura a canti gregoriani<br />

ormai dimenticati nel tempo o ad<br />

inni sacri intercalati - senza intenzioni<br />

prò fanalerie! - con romanze d'opera.<br />

Trova sfogo alla sua esuberanza e<br />

alla sua vivacità intellettuale nello sfidare<br />

gli allora giovani padri (o quasi<br />

Padri), in diversi studi impegnati, investendoli,<br />

quando non sembravano<br />

sufficientemente dotti, con i suoi paradossi<br />

quali «Gesuita incolto: una<br />

contraddizione in termini» oppure (citando<br />

a suo uso John Erskine): «il<br />

Gesuita ha l'obbligo morale di essere<br />

intelligente»!<br />

Entrato nella vita professionale con<br />

l'entusiasmo e la volontà di operare per<br />

il bene comune e per l'elevazione sociale,<br />

era passato dall'avvocatura alla<br />

Magistratura seguendo la lunga e nobile<br />

tradizione familiare. Giudice ad<br />

Udine e poi a Torino: qui aveva trovato<br />

un'impareggiabile compagna di vita cui<br />

si unì con la sempre tempestiva, puntuale,<br />

immancabile benedizione matrimoniale<br />

di padre Messori.<br />

Non avendo avuto i desiderati figli,<br />

i suoi affetti familiari si diressero e si i<br />

rafforzarono nei confronti oltreché<br />

delle sorelle e dei cognati, anche e soprattutto<br />

verso i numerosi nipoti<br />

Sartori-Borotto di Este e quelli degli<br />

affini nel suo amato Piemonte.<br />

Dopo un trentennale servizio uscì<br />

dall'ordine giudiziario, nel quale aveva<br />

militato in attività e serenità, attento<br />

all'evoluzione dei tempi, ma senza<br />

esorbitare dalle sue funzioni di obiettiva<br />

terziarietà; e ne uscì in pre-pensionamento<br />

quando vide - o almeno<br />

così a lui sembrava che fosse - che la<br />

Magistratura non era più come ai tempi<br />

di suo padre, dei suoi zii, dei suoi<br />

modelli antichi e probi, estranea a divisioni<br />

interne e ad esternazioni politicanti.<br />

Eppure sentiva vivissima, e fin dai<br />

tempi degli studi universitari<br />

all'Antonianum, l'esigenza di una proposta<br />

politica incessantemente rinnovatrice<br />

di un comportamento morale<br />

dell'apparato dello Stato in progressivo<br />

declino.<br />

Ma la scelta di servizio nella<br />

Giustizia che aveva fatto e mantenuto<br />

fin dal lontano 1957, gli aveva impedito<br />

di introdursi - anche solo mediatamente<br />

- nell'arengo della politica<br />

attiva: obbedienza ad un imperativo<br />

categorico ormai scomparso dal<br />

proscenio dei poteri palesi ed occulti I<br />

Tuttavia ritiratosi nella sua casa di<br />

campagna (come amava definire la<br />

sua bella villa storica di Gaiarine) non<br />

lesinò mai, soprattutto alla larga cerchia<br />

di amici, i pareri (e i dubbi) emergenti<br />

dalle sue visioni politiche nuove<br />

e la disponibilità della sua esperienza<br />

utilizzata anche nei brevi anni di attività<br />

amministrativa come Sindaco (indipendente)<br />

del suo paese nella<br />

Provincia di Treviso.<br />

Quando - il 27 gennaio scorso- i<br />

Gaiarine gli rese imponenti esequie coi i<br />

larga partecipazione di popolo e di J<br />

amici convenuti da ogni parte, sembrai i<br />

che con l'omelia di padre Bernardi, con i<br />

la preghiera degli alpini, con il suggt t


stivo silenzio fuori ordinanza, risuonasse<br />

ancora una volta il motto di una<br />

comunità montana per la quale aveva<br />

combattuto: «Justitia et fide conservata<br />

tur».<br />

Ecco. Si conserverà - almeno nel<br />

cuore degli amici - la sua immagine<br />

con il suo ideale di giustizia, con la sua<br />

professione di fede.<br />

E l'eredità di affetti darà foscolianamente<br />

gioia alla Sua urna. Con onore<br />

di pianto.<br />

Marcelle Olivi<br />

AGOSTINO CONTARELLO<br />

Pochi sanno che fra le tante iniziative<br />

e attività artistiche di Agostino<br />

Contarello - attore, poeta, drammaturgo,<br />

epigrammisita, ecc. - vi è stata<br />

anche quella di talent-scout attraverso<br />

una scuola di recitazione che - fondata<br />

da Gianfranco de Bosio e da<br />

Lietta Papafava - ebbe vita breve nel<br />

dopoguerra e qualche limitato risul-<br />

1 tato. Nelle sue «lezioni» Agostino proponeva<br />

come test il famoso monologo<br />

del Giannettino della «Cena delle<br />

beffe»di Seni Benelli: «...Parlerò una<br />

volta sul serio, e sarà l'ultima!... Molto<br />

mi piace vedervi fraintendere me stesi<br />

so. Mi credete lieto, e sono cupo: chiassoso<br />

e forse son...».<br />

Ecco: in quel monologo c'era tutto<br />

lo spirito chiassoso, appunto beffardo,<br />

lieto e triste di Agostino («Gostin» per<br />

gli amici), ma c'era anche quella scuola<br />

di ironia e di saggezza insieme, di<br />

cui aveva permeato le opere e i giorni<br />

I della sua singolare vita.<br />

All'Antonianum aveva conosciuto -<br />

nell'infelice 1943 - Gianfranco de Bosio<br />

che doveva lanciarlo nei palcoscenici<br />

più famosi d'Europa, che doveva introdurlo,<br />

lui, modesto orologiaio di<br />

piazza Duomo, in un giro di conoi<br />

scenze di intellettuali e di universitari,<br />

che doveva insomma valorizzarlo e<br />

farlo valorizzare com'era giusto in un<br />

mondo della cultura e dell'arte, che aveva<br />

appunto nell'Antonianum un luogo<br />

di riferimento. (Si farà mai un giorno<br />

la conta delle «liaisons» nate e allevate<br />

all'ombra del «gesuitico ostello»,<br />

specie durante la Resistenza e nell'immediato<br />

dopoguerra, fra giovani diventati<br />

personaggi di successo proprio<br />

per queste loro iniziali relazioni<br />

umane?).<br />

Agostino Contarello di cui si è scritto<br />

e si è detto da molti dopo la sua<br />

scomparsa nel gennaio scorso, è stato<br />

uno di questi personaggi. Un personaggio<br />

del quale si scriverà ancora<br />

in altre sedi.<br />

Ma qui interessa ricordarlo non<br />

tanto e non solo per quello che ha rappresentato<br />

- è il caso di dirlo - nel mondo<br />

del teatro e nella storia qualificata<br />

della Padova degli artisti e dei poeti,<br />

qui interessa testimoniare il nostro<br />

struggente ricordo per la sua personalità<br />

fatta di fantasia in eterna ebollizione<br />

- come ha detto G.A. Cibotto -<br />

e di partecipazione comunitaria esilarante,<br />

sarcastica, chiassosa e beffarda<br />

appunto, lieta e cupa, ma buona,<br />

affettuosa, amica, di un'amicizia<br />

senza ipocrisie e senza sottintesi interessi.<br />

Così la memoria ritorna alle estati<br />

lontane, immediatamente successive<br />

alla Liberazione, quando saliva in<br />

montagna a Misurina, a S. Martino di<br />

Castrozza (ancora i gesuiti non avevano<br />

«conquistato» Carezzai) a stringere<br />

amicizia con i Padri (in particolare<br />

Mario Merlin) e i pochi universitari che<br />

riuscivamo allora ad accamparsi nelle<br />

Dolomiti.<br />

E fu un'esperienza, quella vissuta<br />

con lui, che dopo tanti anni, andavano<br />

sempre ricordando nelle ricorrenti<br />

cene organizzate dai bravi Toni da<br />

Col e Gigi Lorenzoni, per sentire riandare<br />

indietro nel tempo con il racconto<br />

coloristico della sua vita irrequieta<br />

e di episodi insieme vissuti in<br />

un indimenticabile sodalizio.<br />

Ed anche per sentir recitare e ripetere<br />

(tanto da farcene imparare a<br />

memoria più d'una) le sue ardite poe-<br />

DOTT. GIORGIO CROMO, antichissimo<br />

alunno della Scuola di<br />

Religione che frequentò con assiduita<br />

e intensa applicazione per la formazione<br />

spirituale e culturale. Fatto<br />

professionista si trasferì da Padova a<br />

Milano dove consumò il rapporto di<br />

amore e di stima con quelle nostre<br />

Istituzioni, esercitandovi la professione<br />

di commercialista, stimato e ricercato.<br />

Un infarto lo ha stroncato il<br />

primo giorno del 1994 a 77 anni.<br />

ING. DOTT. GIROLAMO PAN-<br />

ZERINI. Dopo più di vent'anni è ricordato<br />

da Padri e studenti con simpatia<br />

e affetto la figura di Girolamo<br />

Panzerini, che fu modello di modestia,<br />

studiosità e cordialità.<br />

i!9HHIi^HfflsEmfflH<br />

Agostino Contarello<br />

sie (che quasi sempre superavano la<br />

censura critica di padre Mario Merlin!).<br />

Ecco, adesso che non è più, ci sembra<br />

di avere ancora nell'occhio della niente<br />

la sua figura dal profilo marcato e<br />

dallo sguardo dolce, e nell'orecchio<br />

del cuore i suoi chiassosi e tristi versi:<br />

«Quando sorridono i morti/la nebbia/avvilisce<br />

la stazione/e non sappiamo<br />

partire». Un po' con Te siamo partiti,<br />

Agostino.<br />

Marcelle Olivi<br />

COMM. GEOM. GIOVANNI<br />

LION, papa del nostro paolo La<br />

Sorella di Mario Battagin, tragicamente<br />

perita.<br />

Sig.ra ZANOVELLo mamma del dott.<br />

Luciano Zanovello.<br />

Papa di Paolo Todeschini<br />

Prof. BERTOLI ANTONIO ex allenatore<br />

di Pallacanestro.<br />

Comm. MARIO BARBIERI ex<br />

Consigliere Petrarca.<br />

FRANCESCO DISARO'<br />

Dott. PAOLO GIACOMELLI<br />

Mamma di padre Mario Ciman<br />

Dott. FERRUCCIO STOCCHI ex consigliere<br />

generale del Petrarca.<br />

La mamma del nostro ex alunno SIL-<br />

VANO CIBIEN.<br />

19


NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE NOTIZIE<br />

MATRIMONI NASCITE<br />

Nicole Michele e Toniate Maria Rosa<br />

Alberto Cammozzo e Eleonora Di Mambro<br />

Vartan Giacomelli e Francesca Ujka<br />

Alberto Filippino e Miriam Pittarello<br />

Marco Marzolo e Paola Rocchini<br />

Laura Bodini e Benedetto Maiolino<br />

Nicoletta Tenuti e Stefano Contri<br />

20<br />

Erika di Francesca Saggin e Rolando Fabris<br />

con il primogenito Gabriele<br />

Nicolo di Patrizia e Gabriele De Sandre<br />

Tommaso Matteo di Daniela e Luigi Dindo<br />

Alice di Roberta e Marco Poli<br />

Sofia di Luca Farina e Marta Maggia<br />

Pietro Marinoni di Francesco e Lucia Soattin<br />

Dario Giacomelli di Sebastiano e Francesca Colombo.<br />

SOGGIORNI STUDI PERSONALIZZATI<br />

IN EUROPA E USA PER TUTTO L'ANNO<br />

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soggiorni alla pari<br />

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ricerca e specializzazione all'estero<br />

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m ^ b I scambi culturali<br />

un'associazione al servizio della città<br />

Via Alessandria 13, 35100 PADOVA<br />

telefono (049) 8755297, fax 650973<br />

PROFESSIONISTI ALLE PRESE CON LE LINGUE!<br />

Dopo l'introduzione dell'edizione scorsa, nell'articolo di oggi che diventerà un appuntamento<br />

consueto per i lettori di «Antonianum», ci occuperemo di uno dei vari servizi che offre<br />

MB Associazione Scambi Culturali: i corsi per professonisti. Spesso si pensa che l'apprendimento<br />

di una lingua straniera sia riservato ai ragazzi in età scolare, ma i professionisti<br />

che non hanno avuto la fortuna di studiare la lingua da giovani, sono allora destinati a<br />

dipendere da interpreti e traduttori per il resto della loro vita lavorativa o addirittura a precludersi<br />

occasioni di aggiornamento professionale o di ampliare la propria sfera di lavoro<br />

all'estero, solo perché "ormai è troppo tardi per imparare una lingua"? Posso assicurare<br />

per esperienza personale che non è mai troppo tardi: se esistono interessi e necessità professionali<br />

di dover imparare, lo si può fare a qualsiasi età. Se le ore contate sono il vostro<br />

problema, pensate al risparmio in tempo e solai che la padronanza di una lingua straniera<br />

vi permetterebbe di attuare nello svolgimento della vostra professione. Naturalmente<br />

anch'io avevo cominciato con i classici corsi di lingua serali. Presto però mi sono resa conto<br />

che servono per creare una base linguistica, ma non insegnano a comunicare e soprattutto<br />

a "pensare" nella lingua straniera, evitando la traduzione a mente ogni frase: questo<br />

si impara solo "vivendo la lingua" sul posto.<br />

Così sono andata in Ighilterra la prima volta per seguire un corso e con mia sorpresa non<br />

ho trovato ragazzini sui banchi di scuola, ma adulti come me, provenienti da tutto il mondo<br />

con lo stesso problema di dover usare l'inglese sul lavoro... e lentamente mi sono impadronita<br />

di questa lingua che mi sembrava di non poter imparare mai.<br />

Avendo poco tempo a disposizione, non conviene andare allo sbaraglio rischiando di finire<br />

magari in una scuola dove ci sono italiani o ragazzini in vacanza studio.<br />

Parlatene con noi di MB Associazione Scambi Culturali: vi aiuteremo a trovare la soluzione<br />

giusta che risponda alle vostre esigenze. Siamo in grado di scegliere tra ormai più di<br />

100 scuole e università che abbiano valutato personalmente e che offrono corsi di lingua<br />

sia generale che specializzata in campo medico, scientifico, commerciale legale o tecnologico<br />

in qualsiasi periodo dell'anno. Vi aspettiamo!<br />

Marisa Bresquar


ELENCO DEGLI EX ALUNNI<br />

CHE HANNO VERSATO LA QUOTA PER L'ANNO 1994<br />

Secondo lista (dal 1 dicembre 1993 al 31 marzo 1994)<br />

Hanno versalo la quota sostenitrice gli <strong>Ex</strong> segnati con *<br />

Alfonsi dr. ing. Aurelio *<br />

Antonello dr. ing. Walter<br />

Archiapatti dr. Mario<br />

Anniento rag. Mario<br />

Bacco comm. Angelo<br />

Bacco rag. Lorenzo<br />

Baggio dr. ing. Ignazio *<br />

Baldo Giorgio *<br />

Barbieri dr. ing. Riccardo *<br />

Bartolomei dr. prof. Giuseppe<br />

Battagia dr. Marco<br />

Battaliard rag. Castone<br />

Battistuzzi ing. Giacomo<br />

Bazzan aw. Giovanni *<br />

Becherucci ing. dr. Antonio<br />

Belloni dr. prof. Giuseppe<br />

Belloni Peressutti G. Paolo<br />

Biancheria dr. Giorgio<br />

Biotti dr. ing. Massimiliano<br />

fioatto dr. Agostino<br />

Bocchese dr. ing. Franco<br />

Borsetto rag. Ettore<br />

Breda ing. dr. Gianni *<br />

Businelli dr. Attilio<br />

Calore geom. Gianni<br />

Candeo dr. ing. Antonlorenzo<br />

Canuto geom. Bruno *<br />

Carlotto rag. Oscar *<br />

Castagna Bernardi Giuseppe<br />

Cestarollo dr. ing. Antonio *<br />

Chiampo per. agr. Antonio<br />

Cortelletti dr. Mario<br />

Covi rag. Pietro<br />

Da Col dr. Antonio<br />

De Bellis dr. Giovanni<br />

De Boni Iole<br />

1 De Lucchi Ottorino<br />

De Marco Alessandro<br />

De Santis geom. Giuseppe<br />

Ebalginalli dr. ing. Alberto *<br />

Fabbri Colabich prof. ing. Giuseppe<br />

Falomo dr. ing. Castone<br />

Ferrari ing. dr. prof. Carlo<br />

Ferrari dr. ing. Giorgio<br />

Ferro dr. prof. Angelo<br />

Ferro dr. Ruggero<br />

Filippetto aw. Mario<br />

Filippi rag. cav. Castone<br />

Formentin dr. Bruno<br />

Frescura dr. Giampiero<br />

Funghi dr. Lelio<br />

Gaiotti dr. Angelo<br />

Gamba Antonio<br />

Ganassini dr. G. Battista<br />

Garbin dr. ing. Vincenzo<br />

Garcea dr. ing. Anselmo *<br />

Gennaro ing. dr. Giorgio<br />

Giroletti dr. Franco<br />

Giuriato rag. Francesco *<br />

Gobbato dr. Alberto<br />

Gobbin ing. dr. Claudio *<br />

Gottardo dr. Giuseppe *<br />

Grego dr. Franco<br />

Guacci dr. Giorgio<br />

lemmolo ing. dr. Piero *<br />

La Verghetta dr. ing. Francesco<br />

Lorenzoni dr. Renzo<br />

Lotti dr. Francesco *<br />

Lovo dr. Paolo<br />

Macola dr. ing. Mario *<br />

Madaro dr. Antonio<br />

Maggia dr. ing. Marcelle *<br />

Maggioni dr. Giuseppe *<br />

Malesani dr. ing. Luigi<br />

Marascol dr. Egidio<br />

Marcon Luigi<br />

Marcon dr. Simone<br />

Martini dr. Zeno<br />

Melanco dr. Ivo<br />

Mengoli dr. Carlo<br />

Menini aw. Mario<br />

Miola dr. Mariano<br />

Molinario dr. ing. Vittorio *<br />

Montesi dr. Ilario *<br />

Pagello co. dr. Alvise *<br />

Paglierani ing. Pietro<br />

Pardafscher Ferri dr. Kurt *<br />

Pavan dr. Francesco<br />

Pavan dr. ing. Stefano *<br />

Pecchini dr. arch. Filippo *<br />

Piccoli dr. ing. pf. Giuliano<br />

Pivetta ing. Fausto<br />

Polesello ing. pier Vincenzo<br />

Polin dr. ing. Vittorio<br />

Ponchia Ivano *<br />

Puccio dr. Francesco<br />

Puchetti aw. Dario<br />

Rampazzo dr. Giuseppe *<br />

Rampine!!! dr. Pierfranceco<br />

Rappanello dr. ing. Giampietro<br />

Ravagnan dr. ing. Giancarlo<br />

Robuschi dr. Riccardo *<br />

Rossi dr. Alberto<br />

Rostagni dr. ing. Giorgio *<br />

Saggin dr. ing. Francesca<br />

Saggin dr. Leopoldo *<br />

Salvi on dr. Franco *<br />

Sambo cav. uff. Francesco<br />

Santi dr. Umberto<br />

Sattanino dr. Angelo<br />

Scaglia p.i. Paolo<br />

Scarpari dr. Silvio<br />

Scioldo dr. ing. Grato<br />

Scoizzato Mario<br />

Segato ing. Marcelle<br />

Semenza dr. pf. Edoardo<br />

Silvano dr. Giovanni<br />

Simonini dr. ing. Paolo<br />

Soravia dr. Pierpaolo<br />

Stoppato dr. ing. Luigi<br />

Taioli dr. Luciano<br />

Teot dr. Guido<br />

Toffanin ing. dr. Michela<br />

Tonegato ing. Andrea<br />

Toniolo ing. Alberto *<br />

Tosi dr. ing. Giorgio<br />

Vanzo dr. Giorgio<br />

Venturini dr. Antonio *<br />

Venturini dr. Andrea<br />

Vicini ing. Paolo<br />

Volpi geom. Emanuele<br />

Zaccaria dr. ing. Pierluigi<br />

Zampini dr. ing. Antonio<br />

Zannini dr. Giannantonio<br />

Zillo dr. Giuseppe<br />

Zorzi arch. Rolando<br />

Zotti Zaccaria dr. Dina *<br />

N.B. : Una prima lista degli <strong>Ex</strong> <strong>Alunni</strong><br />

che hanno versato la quota per l'anno<br />

1994 è stata pubblicata nel n.3<br />

Settembre-Dicembre 1993.<br />

Per un costante aggiornamento ciascun<br />

<strong>Ex</strong> Alunno è pregato gentilmente<br />

di collaborare con la Segreteria<br />

<strong>Ex</strong> <strong>dell'Antonianum</strong>.<br />

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