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A01 - Comune di Alghero

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imponenti,<br />

“<strong>Alghero</strong> era una città minuscola, raggruppata su un promontorio e cinta da mura<br />

che si intuivano ben <strong>di</strong>fese. Rivellini, contrafforti, false porte e barricate la<br />

pre<strong>di</strong>sponevano<br />

più<br />

che<br />

a resistere a un asse<strong>di</strong>o anche prolungato. Qui e là, nella valle, si vedevano case isolate, e<br />

lontano, vicino alla linea dell’orizzonte, alcune torri scure ed enigmatiche simili a quella<br />

Eymerich aveva scorto il giorno dello sbarco.<br />

Gli abitanti <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong> dovevano essere tutti sui bastioni, intenti a osservare con<br />

apprensione<br />

attorno<br />

bagliori,<br />

schiere<br />

sia l’esercito che si stava avvicinando, sia, sul lato opposto, la flotta <strong>di</strong> galee che scivolava<br />

nell’insenatura. Quest’ultimo era probabilmente per loro lo spettacolo più inquietante.<br />

Decine <strong>di</strong> navi, mosse dal ritmico movimento dei remi, stavano <strong>di</strong>sponendosi ad arco<br />

al porticciolo fortificato, mentre l’ancor timido sole mattutino rivelava, con riflessi e<br />

la presenza <strong>di</strong> uomini armati celati <strong>di</strong>etro gli scu<strong>di</strong> delle fiancate.<br />

Ma anche l’esercito <strong>di</strong> terra con le sue macchine belliche <strong>di</strong> proporzioni titaniche. Le sue<br />

multicolori <strong>di</strong> fanti, i suoi carri fragorosi e i suoi nugoli <strong>di</strong> cavalieri prometteva alla città<br />

un destino <strong>di</strong> sofferenza. “ 1<br />

( Valerio Evangelisti, “Iil mistero dell’inquisitore Eymeric” Urania –Arnoldo Mondadori E<strong>di</strong>tore 1977).<br />

2


Ricostruzione della Città <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong> a metà del 1300 – Disegno <strong>di</strong> Salvatore Nuvole.<br />

Riqualificazione percorso urbano lungo le antiche mura<br />

- da Scalo Tarantiello a Piazza Sulis -<br />

Relazione Storica<br />

3


PREMESSA<br />

<strong>Alghero</strong> è da sempre un luogo affascinante per la sua caratteristica città murata tipico<br />

modello me<strong>di</strong>oevale <strong>di</strong> piazzaforte marinara, questa è una località sorta in un’isola con poche<br />

realtà urbane importanti, la Sardegna del primo millennio, per questo da sempre meta <strong>di</strong><br />

conquistatori. Il motivo principale della sua importanza nello scenario geopolitico dell’epoca<br />

me<strong>di</strong>oevale nasceva dal fatto che essa rappresentasse uno dei pochi punti d’approdo strategici.<br />

In quell’ epoca storica tutti sappiamo che il me<strong>di</strong>terraneo era il bacino più trafficato<br />

dalle potenze marinare commerciali e i siti come quello <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong> venivano considerati dei<br />

veri prototipi <strong>di</strong>fensivi, modelli efficaci per il tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa utile contro gli attacchi marini e<br />

terrestri, sottoposti a continue sperimentazioni e mo<strong>di</strong>ficati nel tempo a seconda delle<br />

necessità e delle strategie belliche.<br />

4


Figura 1 : Carta Geografica della Sardegna 1472, trascrizione latina da scuola fiorentina<br />

“Reperto conservato presso Biblioteca Apostolica Vaticana in Roma.”<br />

<strong>Alghero</strong> a tutt’ oggi è una delle citta<strong>di</strong>ne sarde che nel me<strong>di</strong>terraneo conservano viva la<br />

vocazione <strong>di</strong> fortezza militare, una <strong>di</strong> quelle realtà che ha subito trasformazioni continue ed<br />

adeguamenti dettati dalle esigenze <strong>di</strong> chi l’ abitava e le governava, capace <strong>di</strong> celare sotto ogni<br />

centimetro <strong>di</strong> terra calpestabile innumerevoli tracce, notizie e reperti tali da raccontare in<br />

maniera netta e chiara la propria storia nel succedersi dei secoli sin dal momento della sua<br />

fondazione avvenuta intorno al secolo XII.<br />

5


□ Figura 2 : Repubblica <strong>di</strong> Pisa 1000, 1406 - Stemma<br />

□ Famiglia Doria, Genova 1230, 1560 - Stemma<br />

Inizialmente nel territorio furono i pisani della Repubblica Marinara a realizzare una<br />

piccola formazione urbana INTRA MENIA, nota come Villanova nella parte meri<strong>di</strong>onale della<br />

città, dopo<strong>di</strong>ché i Genovesi formarono il nucleo sorto appunto intorno al 1200 d.c. come in un<br />

documento del 1386 i Doria riven<strong>di</strong>cano attestando la propria paternità della fondazione <strong>di</strong><br />

<strong>Alghero</strong>, terram Algeri, oltre che quella <strong>di</strong> un priorato con annessa chiesa nominato dalla<br />

chiesa <strong>di</strong> S’Matteo <strong>di</strong> Genova.<br />

Nasce così l’approdo sicuro dei naviganti Genovesi che si spostavano per commercio<br />

nelle tratte che dalla penisola si portavano verso i porti del me<strong>di</strong>terraneo costeggiando l’isola<br />

<strong>di</strong> Sardegna.<br />

Già nel secolo XIII si ha notizia <strong>di</strong> una prima piazza forte la quale originò poi un<br />

fenomeno <strong>di</strong> crescita e <strong>di</strong> evoluzione urbana il quale possiamo ritenere si concluse all’inizio del<br />

XVIII secolo a seguito della ristrutturazione del perimetro murario <strong>di</strong> una città che venne<br />

adeguata alle esigenze <strong>di</strong>fensive dell’epoca.<br />

6


Figura 3 : Disegno <strong>di</strong> Rocco Cappellino Rada <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong> sec. XVI<br />

Fu in questi cinque secoli che la piazza forte passò dai Genovesi agli Spagnoli e visse<br />

appieno la storia delle battaglie navali del me<strong>di</strong>terraneo ospitando reali Aragonesi che ne<br />

fecero una città vera e propria.<br />

Negli anni l’impianto murario <strong>di</strong>fensivo della città fu sempre perfezionato e al suo<br />

interno la struttura e<strong>di</strong>lizia prese forma gradatamente anche se non si conosceva niente <strong>di</strong><br />

come fosse realmente composta, questo fino al 1625 quando dopo una visita da parte del<br />

viceré Giovanni Vivas si ebbe la possibilità <strong>di</strong> re<strong>di</strong>gere una cartografia precisa riguardo alla<br />

situazione reale.<br />

Passati i secoli delle dominazioni Spagnole nel 1800 sotto il dominio Sabaudo <strong>Alghero</strong> fu<br />

interessata da svariati stu<strong>di</strong> urbanistici che ne prevedevano un ampliamento oltre il tracciato<br />

murario che verso terra ne impe<strong>di</strong>va uno sviluppo naturale.<br />

7


Figura 4 : Raccolta <strong>di</strong> carte storiche in cui viene rappresentata la Piazza Forte <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong>.<br />

Trascorsi i secoli, comunque, in cui le fortezze militari <strong>di</strong> questo tipo erano utilizzate<br />

come tali, le citta<strong>di</strong>ne come quella <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong>, <strong>di</strong>smisero il loro ruolo <strong>di</strong> protagoniste e vennero<br />

abbandonate dalle milizie che liberarono al loro interno spazi importanti principalmente<br />

utilizzati come costruzioni <strong>di</strong> un periodo bellico storico. I forti, i rivellini e le muraglie verso<br />

terra, che rappresentavano la corteccia dura della città smisero <strong>di</strong> funzionare, perché ormai il<br />

processo <strong>di</strong>fensivo era cambiato.<br />

Oltre al fatto che le strutture fortificate non avevano più un utilità consona alla loro<br />

motivata esistenza, si era reso necessario un intervento <strong>di</strong> ampliamento della citta<strong>di</strong>na che<br />

all’interno della cortina muraria non poteva svilupparsi ne consentire agli abitanti <strong>di</strong> poter<br />

usufruire <strong>di</strong> spazi salubri per il tempo libero, infatti il clima all’interno era sempre umido e il<br />

sole non poteva svolgere l’azione naturale <strong>di</strong> riscaldamento, in quanto la citta<strong>di</strong>na rimaneva in<br />

oscurata dalle pareti della fortezza.<br />

8


Questo fatto rappresentava quin<strong>di</strong> anche un grave problema sanitario per la<br />

citta<strong>di</strong>nanza che a causa delle con<strong>di</strong>zioni precarie ed insalubri viveva sotto la minaccia <strong>di</strong> gravi<br />

malattie come la tubercolosi . Il governo regio comunque considerava sempre <strong>Alghero</strong> l’unica<br />

città fortificata della Sardegna e per questo motivo non consentiva alcuna mo<strong>di</strong>fica ne ipotesi<br />

<strong>di</strong> apertura verso l’esterno.<br />

Figura 5 : Sovrappopolamento del centro storico prima delle demolizioni della cinta muraria .<br />

Nonostante numerosi tentativi dell’Amministrazione Comunale <strong>di</strong> denuncia verso il<br />

governo Sabaudo e importanti progetti come ad esempio il Piano <strong>di</strong> Abbellimento che nel 1838<br />

fù affidato all’Ing. Giacomo Costa e successivamente all’Arch. Nicolò Benedetto Cabianca, la<br />

situazione rimase invariata sino al 1867.<br />

Soltanto dopo il 1867 quando per entrata in vigore del Regio decreto che cancellò<br />

<strong>Alghero</strong> dal novero delle fortezze del Regno la città iniziò il suo periodo <strong>di</strong> trasformazione.<br />

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Figura 5: Piano d'ampliamento della Città <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong> 1873 A. Musso<br />

Il piano d’ingran<strong>di</strong>mento redatto dal tecnico municipale Antonio Musso, fu il punto do<br />

partenza della costruzione della nuova città che ebbe inizio con la demolizione delle<br />

fortificazioni e dei corpi esterni come i forti della Maddalena e <strong>di</strong> Montalbano i quali<br />

esercitavano una funzione <strong>di</strong>fensiva nel lato della città posto verso terra.<br />

Figura 6: Ricostruzione del forte della Maddalena eseguita su in<strong>di</strong>cazione del generale Raffaele Catar<strong>di</strong>.<br />

10


La pressione demografica <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong>, dovuta all’immigrazione, cresceva soprattutto<br />

all’interno del nucleo fortificato, quin<strong>di</strong> l’apertura si rendeva necessaria ed andava <strong>di</strong> pari<br />

passo con le demolizioni dei vari tratti <strong>di</strong> muraglia che vennero smontati pezzo per pezzo, sia<br />

per la fatti senza dovuta al loro abbandono, sia anche per rendere attiva la manodopera dei<br />

detenuti della colonia penale vicina, condannati ai lavori forzati.<br />

Successivamente alle demolizioni si iniziò ad intervenire sull’impianto citta<strong>di</strong>no secondo<br />

le nuove in<strong>di</strong>cazioni dettate dal Piano Regolatore del 1923 sino ad attuare le trasformazioni più<br />

recenti nel secondo dopo guerra <strong>di</strong>segnate nel Piano <strong>di</strong> Fabbricazione del 1959.<br />

Il nuovo assetto della città è quello che ancora oggi possiamo chiaramente percepire, la<br />

città all’interno delle mura appare ancora riservata e conserva i connotati delle ultime<br />

mo<strong>di</strong>fiche ottocentesche mentre la parte nuova si apre a ventaglio verso l’entroterra<br />

abbracciando le due coste della penisola algherese, spingendosi da una parte verso la ferrovia,<br />

dall’altra verso la strada <strong>di</strong> Villanova e al centro lungo la strada che porta verso il capoluogo<br />

attraverso un viale alberato costeggiato da un nuovo parco verde ed e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> gusto eclettico.<br />

Furono mo<strong>di</strong>ficate le quote <strong>di</strong> calpestio, rispetto a quelle che storicamente portavano<br />

verso gli ingressi alla città, i lavori <strong>di</strong> ampliamento necessitarono <strong>di</strong> una serie <strong>di</strong> terrapieni<br />

effettuati attorno alla cinta muraria in maniera da potere superare i salti <strong>di</strong> quota che prima<br />

<strong>di</strong>videvano l’abitato dalle zone esterne.<br />

Figura 7 : Raccolta <strong>di</strong> cartografie riguardanti la città fortificata, in evidenza il sistema <strong>di</strong>fensivo esistente<br />

prima della campagna <strong>di</strong> demolizione.<br />

11


Una buona parte del sistema <strong>di</strong>fensivo, posto a quota inferiore rispetto ai nuovi piani <strong>di</strong><br />

calpestio è comunque stato conservato intatto dai terrapieni anche se oggi è impercettibile ad<br />

occhio nudo. I cambiamenti avvenuti nella città moderna hanno offuscato a tal punto la<br />

memoria storica del luogo che ogni volta che si interviene nel sottosuolo e ci si imbatte in<br />

porzioni murarie appartenenti alle vecchie fortificazioni, si pensa subito <strong>di</strong> aver fatto una<br />

grande scoperta.<br />

Figura 8 : Demolizione del forte <strong>di</strong> Montalbano zona interessata dal progetto <strong>di</strong> riqualificazione.<br />

Le demolizioni ha comunque arrecato un danno culturale alla città, pensiamo a quelle località<br />

come ad esempio la città <strong>di</strong> Urbino nelle Marche, la possibilità <strong>di</strong> avere una lettura complessiva<br />

<strong>di</strong> un sistema <strong>di</strong> fortificazioni intatto per lo più, il fascino del castello, queste sono opportunità<br />

andate perdute per sempre. Certo è utopistico poter pensare <strong>di</strong> potersi rifare nei confronti<br />

della storia, cosa dovremmo <strong>di</strong>re dell’antica Atene o della più vicina Tharros in Sardegna,<br />

comunque le testimonianze fotografiche , storiche e storiografiche ci consentono <strong>di</strong><br />

ripercorrere quelle linee sobrie e ancora leggibili <strong>di</strong> quella formidabile opera ingegneristica,<br />

orgoglio dei tempi in cui gli Aragonesi, gli Spagnoli dominarono la nostra isola e gran parte del<br />

mondo allora conosciuto.<br />

Molte opere negli anni che vanno dal 1999 ad oggi, condotte dall’amministrazione Comunale <strong>di</strong><br />

<strong>Alghero</strong> grazie all’ausilio <strong>di</strong> svariati finanziamenti sia Regionali che Comunitari hanno<br />

12


consentito <strong>di</strong> intraprendere un percorso <strong>di</strong> ricostruzione e riqualificazione mirato alla<br />

salvaguar<strong>di</strong>a ed alla rivalutazione <strong>di</strong> quei beni culturali ai quali è stato possibile ridare la giusta<br />

luce.<br />

RELAZIONE ILLUSTRATIVA.<br />

Premessa<br />

L’intervento riguardante il progetto, nasce dalla necessità <strong>di</strong> portare a compimento il grande<br />

progetto <strong>di</strong> riqualificazione dei percorsi urbani lungo le antiche mura iniziato nel 1999 con il<br />

Restauro dei Bastioni, Marco Polo, Magellano e Pigafetta, grazie ad un progetto allora<br />

chiamato “Muralla 2000”. In quegli anni furono investite svariate somme messe a <strong>di</strong>sposizione<br />

dalla comunità europea grazie al sistema P.O.R. Sardegna, il documento <strong>di</strong> sviluppo elaborato<br />

dallo Stato Italiano e dalla Commissione Europea per il periodo 2000-2006 in coerenza con il<br />

Quadro Comunitario <strong>di</strong> Sostegno.<br />

Si iniziò con il restauro delle fortificazioni e con il recupero degli antichi camminamenti costruiti<br />

lungo le mura esistenti, cioè lungo tutti i bastioni furono ricostruiti i lastricati, realizzati tutti i<br />

nuovi sottoservizi, rimesse a nuovo tutte le parti relative agli affacci a mare oltre che tutte le<br />

<strong>di</strong>scese verso la scogliera sottostante. Oltre a questo furono messe a <strong>di</strong>mora tutte le essenze<br />

arboree mancanti e tutti gli arre<strong>di</strong> necessari oltre che un nuovo sistema <strong>di</strong> illuminazione, infine<br />

tutta la cartellonistica in<strong>di</strong>cativa e <strong>di</strong> supporto <strong>di</strong>vulgativo e culturale.<br />

Successivamente l’Amministrazione attingendo ad altri Fon<strong>di</strong> comunitari, nel periodo che va<br />

dal 2005 al 2008, proseguì l’opera <strong>di</strong> Riqualificazione dei percorsi storici, intraprendendo il<br />

recupero del bastione Cristoforo Colombo e della Piazza Sulis. In questo ambito particolare, ci<br />

si trovò ad operare in una zona che era stata assoggettata ad interventi <strong>di</strong> demolizione, nel<br />

periodo menzionato nella parte storica <strong>di</strong> questa relazione. Tutto il vecchio Bastione Colombo,<br />

trasformato negli anni cinquanta appariva come una realizzazione <strong>di</strong> fattura moderna,<br />

completamente pavimentato con pietrini in cemento e con parte stradale in asfalto<br />

bituminoso, praticamente la memoria storica era stata offuscata, cancellata inibita. La piazza<br />

Sulis era uno spazio ricavato là dove in passato sorgeva il muro <strong>di</strong> collegamento con la torre,<br />

come viene mostrato dall’immagine <strong>di</strong> seguito proposta come illustrazione analitico descrittiva.<br />

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Qui il lavoro <strong>di</strong> riqualificazione e <strong>di</strong> recupero dei connotati storici è stato quello <strong>di</strong> voler<br />

mettere in connessione come si fa collegando come tante perle attorno ad un unico filo, tutti<br />

gli spazi dove a suo tempo sorgevano i percorsi murati, con un sistema <strong>di</strong> pavimentazioni<br />

aventi come tema predominante le carraie centrali affiancate da un sistema a corsie <strong>di</strong><br />

acciottolato. Tutto il percorso delle vecchie mura, quin<strong>di</strong> anche laddove queste non esistono<br />

più, viene ripercorso da questo grande sistema <strong>di</strong> contatto che funge come già detto da filo<br />

riunificatore, oltre a questo tutti gli spazi che il filo incontra, piazze, slarghi, scorci sono stati<br />

recuperati e riportati come in origine, probabilmente furono o sarebbero dovuti essere se<br />

quanto ci è pervenuto a notizia corrisponde a verità. Quin<strong>di</strong> per riassumere, dopo un attenta<br />

demolizione delle superfetazioni e una rilettura del percorso originario si è provveduto ad una<br />

ricognizione storica che ci ha consentito <strong>di</strong> poter restituire ciò che in passato ci era stato<br />

sottratto con la campagna delle aperture, delle demolizioni e delle sovrastrutture e<strong>di</strong>lizie<br />

moderne.<br />

Figura 9 : Porzione <strong>di</strong> Pianta delle fortificazioni della città <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong> intorno al 1850.<br />

14


Dettaglio 1: Modalità d’intervento<br />

Come si può osservare dalla porzione <strong>di</strong> planimetria della città fortificata, l’intervento<br />

che riguarda questa nuova progettazione, comprende tutte quelle parti <strong>di</strong> muraglia, <strong>di</strong><br />

fortificazioni composte da forti, torri e rivellini ormai perlopiù scomparse. Come possiamo<br />

leggere dai numeri sovrascritti, partiamo con il numero 2, quin<strong>di</strong>, dall’attuale Forte della<br />

Maddalena, cioè <strong>di</strong> quanto rimane <strong>di</strong> quella possente costruzione <strong>di</strong> cui troviamo reliquia in<br />

un’immagine qui proposta nelle pagine riguardante la parte Storica della relazione. Si prosegue<br />

verso il numero 4, costeggiando tutta la parte della muraglia sino ad arrivare alla Torre <strong>di</strong> Porta<br />

Terra, lasciata questa, attraverso la Via Simon, si costeggia il Bastione che da questa parte<br />

mostra la maestosa costruzione della vecchia Caserma Sabauda, Ex sede della Caserma dei<br />

Carabinieri, quin<strong>di</strong> si arriva al numero 5, spazio che a suo tempo ospitava il forte demolito,<br />

anche questo mostrato nella illustrazione precedente, denominato <strong>di</strong> Montalbano. Attraverso<br />

il passaggio sulla piazza che ospita i resti del vecchio forte, si raggiunge la Torre <strong>di</strong> San Giovanni<br />

in<strong>di</strong>cata con il numero 6, sino a rincontrare la piazza Sulis, già oggetto del precedente<br />

intervento <strong>di</strong> recupero al numero 8, spazio occupato da un bastione anche quello ormai<br />

perduto Esperò Rejal.<br />

Figura 10 : La porzione fortificata denominata Esperò Rejal e annessa l’attuale Torre <strong>di</strong> Sulis<br />

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Tecnica ed esecuzione:<br />

Tutti gli interventi in progetto tendono al completamento iniziato con “Muralla 2000”,<br />

quin<strong>di</strong> sino a dove è possibile verrà riproposta la strada in pietra, formata da lastroni in basalto<br />

che a perpen<strong>di</strong>colarmente alla corsia centrale in basoli e ciottoli, ripercorre tutte quelle che<br />

erano le porzioni murarie delle fortificazioni.<br />

Il materiale utilizzato sarà sempre quello usato nei precedenti interventi, lastre <strong>di</strong> vari<br />

formati delle misure, 20x30, 30x40, 30x60, 80x80 in pietra <strong>di</strong> basalto <strong>di</strong> cava degli spessori <strong>di</strong> 12<br />

cm per le parti carrabili e <strong>di</strong> 3 e 6 cm per quelle pedonali.<br />

Ci saranno alcune porzioni dove per consentire una lettura del <strong>di</strong>segno tematico si<br />

ricorrerà all’utilizzo <strong>di</strong> una pietra <strong>di</strong> contrasto lieve, una trachite grigia o rosa, questo<br />

consentirà la demarcazione <strong>di</strong> alcune porzioni dei percorsi.<br />

Gli acciottolati saranno tutti in pietra <strong>di</strong> basalto come quelli già utilizzati nella<br />

carreggiata stradale <strong>di</strong> Cristoforo Colombo.<br />

Fuori dal contesto prettamente storico, in zone dove l’affaccio verso la città nuova è più aperto<br />

ed è quin<strong>di</strong> evidente una compromissione delle valenze prettamente storiche, ci saranno dei<br />

piccoli interventi realizzati con calcestruzzo architettonico, questo soprattutto nella zona<br />

antistante la fascia portuale.<br />

Dettaglio 2: Progetto<br />

Interventi progettuali<br />

Il progetto si <strong>di</strong>vide in due fasi <strong>di</strong>stinte definite come tratto A e B.<br />

Tratto A sud<strong>di</strong>viso in: A1- Scalo Tarantiello<br />

A2- Forte della Maddalena<br />

A3- Via Sassari<br />

A4- Piazza Porta Terra<br />

Tratto B sud<strong>di</strong>viso in : B1- Via Simon<br />

B2- Largo San Francesco<br />

B3- Via Kennedy<br />

16


TRATTO A<br />

Tratto A 1 : Scalo Tarantiello<br />

Lo spazio interessato dai lavori è situato a ridosso del Forte della Maddalena, questo<br />

ospita il monumento ai caduti del mare, si riconosce come angolo caratteristico del centro<br />

storico appena fuori le mura rappresenta la piazza della vecchia darsena. L’estate i turisti si<br />

recano al porto e possono nella piazzetta prenotare un giro turistico, le carrozze a cavallo<br />

trovano qui la sosta, anche i trenini su gomma che effettuano giri panoramici e storico culturali<br />

nelle vie della città antica, inoltre le bancarelle con i prodotti artigianali completano il quadro<br />

<strong>di</strong> una parte a vocazione turistica, è uno dei biglietti da visita importanti per chi arriva dal mare,<br />

per i turisti da <strong>di</strong>porto o per chi raggiunge <strong>Alghero</strong> in autobus, vicino infatti c’è la sosta dei<br />

mezzi su gomma che collegano la città al resto dell’isola.<br />

Da questo punto si può ancora godere l’effetto che fa il un Bastione me<strong>di</strong>oevale visto da<br />

fuori, l’imponenza è ridotta da tutto ciò che è intorno, però sicuramente il forte continua a<br />

conservare il suo fascino.<br />

Parte così il progetto che deve riportarci in<strong>di</strong>etro nei secoli, la realizzazione del<br />

completamento <strong>di</strong> un viaggio verso la ricostruzione ideale della vecchia città fortificata.<br />

Il progetto iniziale, ci si riferisce a quello redatto dall’amministrazione comunale nel 2002,<br />

sottoposto all’iter amministrativo per il conseguimento <strong>di</strong> un finanziamento adeguato<br />

all’importanza <strong>di</strong> tale opera, prevedeva la sistemazione della piazza della darsena, con l’utilizzo<br />

<strong>di</strong> pavimentazioni in pietra come già autorizzato dagli enti preposti per il recupero della<br />

Bastione Marco Polo e successivi.<br />

Da una attenta analisi del sito si è potuto constatare che la zona in questione potrà<br />

essere sottoposta ad una trasformazione più generale, complessiva che tenga conto della<br />

17


<strong>di</strong>smissione dell’attuale <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> carburanti posto al centro dello slargo stradale. La<br />

strada dovrà seguire le connessioni con le traiettorie già impostate dalla viabilità realizzata con<br />

il nuovo lungomare Barcellona ed in questo punto poter ospitare una rotatoria che smisti il<br />

traffico verso le vie <strong>di</strong> penetrazione verso il centro e la città nuova.<br />

Quin<strong>di</strong> un ipotesi progettuale, più matura magari sottoposta alle scelte scaturite da un<br />

concorso d’idee.<br />

Infine le considerazioni portano a conclusioni tali da dovere prevedere una<br />

rielaborazione futura <strong>di</strong> questo luogo, tutto lo spazio potrà essere necessario al funzionamento<br />

<strong>di</strong> un’idea che a livello compositivo potrebbe essere più valida <strong>di</strong> un’azione d’intervento<br />

condotta a più riprese. In definita quin<strong>di</strong> onde evitare sprechi si procederà adesso ad una<br />

riqualificazione leggera che non pregiu<strong>di</strong>chi scelte ed azioni future.<br />

Foto 1 : Scalo Tarantiello Vista dal Porto Banchina Sanità<br />

Si è pensato <strong>di</strong> procedere con una ristrutturazione dello spazio, come già detto una<br />

leggera sistemazione <strong>di</strong> Scalo Tarantiello, la pavimentazione attuale in cemento sarà demolita e<br />

al suo posto ne verrà messa in opera una nuova , in calcestruzzo architettonico, tipo Levocell.<br />

Le aiuole attuali subiranno un rior<strong>di</strong>no e seguiranno nella forma il <strong>di</strong>segno dei ra<strong>di</strong>anti in<br />

trachite che caratterizzeranno tutto il nuovo assetto della piazzetta.<br />

18


Al centro il monumento esistente verrà messo in risalto grazie ad una apertura visiva<br />

che si formerà una volta demolite le panche in cemento poste lungo tutto il fronte mare che ne<br />

inibiscono la visuale. Il monumento darà origine ad una serie <strong>di</strong> raggi che si apriranno verso il<br />

bordo esterno dello spazio pavimentato, formando una successione <strong>di</strong> spicchi <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

<strong>di</strong>mensioni , questo consentirà <strong>di</strong> modellare la pavimentazione in calcestruzzo grazie<br />

all’inserimento dei ra<strong>di</strong>anti che fungeranno anche da giunti <strong>di</strong> <strong>di</strong>latazione.<br />

Il fronte verso il mare sarà quin<strong>di</strong> libero e le sedute verranno sostituite con novi<br />

esemplari ei legno ed acciaio del medesimo tipo <strong>di</strong> quelle <strong>di</strong>segnate per piazza Sulis. La striscia<br />

<strong>di</strong> verde che costeggia il piede del forte sarà mantenuta, l’illuminazione bassa esistente sarà<br />

resa funzionante me<strong>di</strong>ante la manutenzione delle apparecchiature e la sostituzione delle parti<br />

<strong>di</strong>velte, quella su palo, attualmente rimossa, verrà adeguata alla tematica del sito marinaresco,<br />

si è stu<strong>di</strong>ato un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> palo che avrà una lampara alla sua estremità superiore, il palo <strong>di</strong><br />

porzione ellittica che aggetterà verso l’interno della piazza nel suo insieme ricorderà le lampare<br />

dei natanti da pesca che <strong>di</strong> notte escono dal Porto. Il tema del porto è ancora richiamato dalla<br />

presenza <strong>di</strong> alcune bitte restaurate che verranno collocate sul bordo del nuovo spazio.<br />

In questo modo il sito sarà più presentabile, dato che oggi versa in stato <strong>di</strong> degrado<br />

avanzato e non si può aspettare il tempo in cui verrà spostato il <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong> carburanti. Allo<br />

stesso tempo quando si deciderà il tipo d’intervento da compiersi non andrà perduta<br />

un’eventuale pavimentazione in basoli <strong>di</strong> pietra.<br />

Tratto A 2 : Forte della Maddalena<br />

Questo è uno dei punti in cui si accusa molto l’assenza del Forte, ci troviamo nello<br />

spazio sventrato, nella pancia della città antica, dal periodo successivo allo smontaggio delle<br />

fortificazioni lo spazio ha subito interessanti perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o da parte degli archeologi che<br />

sono stati protagonisti <strong>di</strong> un esperienza unica, riguardante la lettura delle forme e delle parti<br />

residue della costruzione, situate anche nelle quote più profonde nel sottosuolo.<br />

Cunicoli e gallerie si scoprono sotto il manto <strong>di</strong> terra sovrapposto alle quote <strong>di</strong><br />

fondazione, dal piano attuale <strong>di</strong> calpestio, mo<strong>di</strong>ficato nel tempo a seguito <strong>di</strong> riempimenti che<br />

consentirono <strong>di</strong> allineare le quote d’accesso alla città antica con quelle poste all’esterno, in<br />

19


passato poste ad un livello più basso, è possibile dominare con lo sguardo, grazie ad’ un solo<br />

colpo d’occhio, tutta l’ossatura muraria dei contrafforti che ancora danno spalla alla porzione<br />

<strong>di</strong> bastione integro.<br />

■ Come prima accennato, quì si è generato uno <strong>di</strong> quegli accessi nuovi che consentono<br />

<strong>di</strong> raggiungere la città vecchia, <strong>di</strong> quegli accessi ricavati dal <strong>di</strong>stacco delle pareti che<br />

incontravano il forte e assieme con coerenza rappresentavano un limite fortificato dal<br />

carattere inespugnabile.<br />

Negli anni 30 sino alla fine degli anni sessanta, questo spazio accoglieva i calafati con gli<br />

artigiani che costruivno le piccole imbarcazioni da pesca interamente realizzate in legno, un<br />

luogo dove era possibile acquistare il primo pescato e durante i perio<strong>di</strong> invernali posto ideale<br />

per il rimessaggio e la manutenzione delle reti e delle nasse.<br />

Foto 2 : Scalo Tarantiello - vista della zona per i calafati.<br />

Col passare del tempo, man mano che tutte le attività relative alla pesca si spostarono<br />

all’interno dell’area specifica, situata all’interno del porto, questa area iniziò a perdere il suo<br />

carattere e la sua vocazione che negli anni si era consolidata, i magazzini posti al contorno dello<br />

spazio vennero <strong>di</strong>smessi dai pescatori e trasformati in attività commerciali <strong>di</strong> pregio, bar,<br />

20


istoranti, negozi <strong>di</strong> abbigliamento <strong>di</strong> lusso, mentre la parte del forte quella interna, rimase per<br />

decenni in stato <strong>di</strong> abbandono.<br />

Negli anni ottanta si inizio un’ intensa attività <strong>di</strong> recupero <strong>di</strong> questi spazi, nella vicina<br />

piazza Civica vennero restaurati i più importanti palazzi a cominciare dal più noto d’Albis, tutta<br />

la pavimentazione della piazza sino ad allora degradata da un manto bituminoso ormai in<br />

rovina, venne trasformata da una nuova veste in pietra <strong>di</strong> basalto e corsie in acciottolato,<br />

l’illuminazione migliorò e anche il forte venne infine ristrutturato al punto da ospitare oggi, un<br />

anfiteatro artificiale per lo svolgimento <strong>di</strong> manifestazioni culturali e canore.<br />

■ Lo spazio che si vuole cercare <strong>di</strong> restituire alla memoria è rappresentato da quella<br />

lingua d’asfalto che corre dalla attuale Via Sassari salendo dal porto, proprio laddove la via<br />

inizia e si immette, attraversando alle spalle il Forte della Maddalena, nella recuperata Piazza<br />

Civica.<br />

21


Foto 3.4.5. : Forte della Maddalena - vista della lingua d’asfalto.<br />

Qui l’intervento mira ad una regolarizzazione del piano <strong>di</strong> calpestio, rimodulandone le<br />

quote ma, senza stravolgerne l’attuale assetto in maniera da non imporsi come nuovo spazio e<br />

continuare a dare la prima parte della scena al forte.<br />

Attualmente il percorso seppur breve mantiene un assetto <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato, si alternano<br />

piani <strong>di</strong> calpestio lineari e composti con altri ripi<strong>di</strong> e scoscesi. Il lavoro prevede la rimodulazione<br />

dei vari livelli <strong>di</strong> quota che passano da quella superiore nella via Sassari sino a quella della<br />

piazza Civica con una <strong>di</strong>fferenza tra la prima e l’altra <strong>di</strong> circa due metri.<br />

■ Si è progettato uno spazio che <strong>di</strong>venta più facile da attraversare, con dei corsi in<br />

pietra che formano delle bordure tra le quali vengono catturati dei piani, moderatamente<br />

inclinati, in modo tale che il loro accostamento consenta il superamento del <strong>di</strong>slivello senza<br />

bruschi cambiamenti che andrebbero a vanificare un effetto paesaggistico <strong>di</strong> alto livello<br />

culturale. Attualmente attraversando questa <strong>di</strong>scesa si perde lo spettacolo delle antiche mura<br />

per via dell’attenzione che si deve prestare ad un attento modo <strong>di</strong> camminare per ovviare il<br />

pericolo <strong>di</strong> cadute. Lo spazio sarà modellato in maniera molto lieve da questi spicchi coerenti e<br />

pavimentato con basoli in basalto <strong>di</strong> piccolo formato, in maniera da mitigare l’impatto in uno<br />

spazio così prezioso. Questa nuova sistemazione è il nuovo punto <strong>di</strong> contatto tra la città storica<br />

e quella nuova, da qui ci si affaccia alla Passeggiata Barcellona, spettacolo <strong>di</strong> arredo urbano,<br />

tassello importante della modernità <strong>di</strong> questa epoca.<br />

22


Foto 6. : Forte della Maddalena - vista aperture verso il porto<br />

■ Non si riduce l’importanza dell’attuale slargo, ma si migliora, questo non luogo visto<br />

come un retro <strong>di</strong> altri ambiti più importanti, acquista così una sua assoluta identità, senza<br />

sottrarre niente ai vicini spazi degni <strong>di</strong> interesse. E’importante nel recupero culturale, riuscire<br />

anche quando si tratta <strong>di</strong> piccoli frammenti urbani a non <strong>di</strong>sperdere l’origine ed il valore della<br />

loro esistenza. Ogni tassello è protagonista della città storica, nessuno <strong>di</strong> questi può essere<br />

sprecato, essi sono reliquie storiche da salvaguardare.<br />

23


Foto 7. : Forte della Maddalena – fusione in bronzo raffigurante <strong>Alghero</strong> com’è oggi.<br />

24


Tratto A 3 : Via Sassari<br />

Sulla Via Sassari andrà riqualificato il marciapiede che costeggia il Bastione della<br />

Maddalena, quì un tempo ci si trovava <strong>di</strong>etro il rivellino omonimo, vedasi nella figura n° 9 della<br />

Relazione Storica, il numero 3. Il lavoro prosegue sino all’ attuale Piazza Porta Terra.<br />

Sarà sostituita l’attuale pavimentazione in pietrini <strong>di</strong> cemento, con una in pietra dello<br />

stesso tipo <strong>di</strong> quella messa in opera nella piazza Civica. Si è pensato <strong>di</strong> inibire al traffico dei<br />

veicoli anche la porzione <strong>di</strong> via che si immette all’interno della zona interessata dai lavori, qui<br />

tutto lo spazio attualmente <strong>di</strong>viso verrà portato sulla quota del marciapiede e reso pedonale.<br />

Foto 8.9.. : Via Sassari – Zona perimetrale del Bastione della Maddalena.<br />

25


In questo punto ci sarà un nodo <strong>di</strong> unione tra i percorsi interni ed esterni alle antiche<br />

mura. Chi giungerà dal porto attraversando lo Scalo Tarantiello, trasformato in Piazzetta della<br />

darsena, dal medesimo intervento <strong>di</strong> cui si stanno illustrando le fasi lavorative, incontrerà la Via<br />

Sassari senza più dover attraversare la strada come avviene ancora oggi, con grande <strong>di</strong>sagio per<br />

i <strong>di</strong>sabili e le mamme con i passeggini. Tutta la zona pedonalizzata potrà essere attraversata da<br />

mezzi <strong>di</strong> servizio o <strong>di</strong> soccorso che per raggiungere l’interno della Piazza Civica potranno<br />

usufruire <strong>di</strong> una rampa carrabile posta nelle prospicienze del retro del <strong>di</strong>stributore <strong>di</strong><br />

carburanti a<strong>di</strong>acente.<br />

Foto 10.. : Via Sassari – Vista zenitale aerea.<br />

26


■ Sulla via verrà mantenuta la piazzola <strong>di</strong> fermata e sosta degli autobus per la quale è<br />

previsto l’acquisto <strong>di</strong> una pensilina per passeggeri in attesa.<br />

Verrà sostituita l’attuale pavimentazione con nuovi basoli in pietra <strong>di</strong> basalto, delle<br />

<strong>di</strong>mensioni 30x60 centimetri, <strong>di</strong>sposti a file regolari perpen<strong>di</strong>colari alla cordonata in trachite<br />

esistente che verrà mantenuta. Le aiuole che ospitano gli alberi <strong>di</strong> olmo ed oleandro in essere,<br />

saranno bordate da una cordonata posta a livello col marciapiede e al loro interno saranno<br />

collocate delle griglie areate in ghisa, questo migliorerà il passeggio <strong>di</strong>minuendo gli ostacoli<br />

verticali. Nel progetto originario che aveva ottenuto i pareri d’approvazione degli uffici<br />

competenti, ormai scaduti perché trascorso il periodo utile dei cinque anni, era prevista anche<br />

la realizzazione <strong>di</strong> una pavimentazione in pietra che sostituisse quella in asfalto della<br />

carreggiata, ma i fon<strong>di</strong> messi a <strong>di</strong>sposizione da questo finanziamento risultano essere<br />

insufficienti per poter adempiere anche a questo pertanto si rimanderà l’intervento ad un<br />

prossimo futuro.<br />

Tratto A 4 : Piazza Porta Terra<br />

La piazza porta terra è sta già oggetto <strong>di</strong> intervento <strong>di</strong> riqualificazione da parte<br />

dell’Amministrazione comunale <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong>, con il quale si era provveduto alla rimozione delle<br />

pavimentazioni cementizie dai marciapie<strong>di</strong> ed alla sostituzione delle stesse con nuovi<br />

pavimenti in basalto. Nello stesso intervento si era provveduto a realizzare una porzione <strong>di</strong><br />

pavimentazione pedonale anche davanti al Monumento ai caduti delle gran<strong>di</strong> guerre, posto sul<br />

fronte della torre. L’attuale spazio è rimasto incompiuto in quanto tale, perché l’intervento<br />

recente ha provveduto a fare un minimo <strong>di</strong> rior<strong>di</strong>no delle pavimentazioni tralasciando la parte<br />

della strada. Con questo intervento si vuole appunto rior<strong>di</strong>nare la parte carrabile che oggi dà<br />

inizio alla ZTL, qui il traffico è limitato e monitorato dagli appositi <strong>di</strong>spositivi <strong>di</strong> controllo. Con i<br />

lavori in progetto verrà sostituita la pavimentazione in asfalto anche qui come nelle restanti<br />

parti della zona interessata. La quota della strada verrà posta allo stesso livello <strong>di</strong> quella dei<br />

marciapie<strong>di</strong>, verrà a formarsi uno spazio uniforme che fungerà da luogo-piazza, certo non è<br />

27


possibile pensare ad uno spazio più ampio sino a che non sarà realizzabile anche la parte in<br />

pietra sulla via Sassari ma almeno chi arriva a Porta Terra potrà sentirsi in una vera zona<br />

pedonale. Anche qui sarà garantito il passaggio per i mezzi <strong>di</strong> servizio e soccorso, grazie<br />

all’ausilio <strong>di</strong> una rampa carrabile simile a quella posta all’inizio della via Sassari.<br />

Foto 11.12.13. : Piazza Porta Terra<br />

28


■ Il <strong>di</strong>segno consegue da tutto ciò che è stato realizzato attorno in primo luogo dà<br />

continuità alla pavimentazione con i lastroni <strong>di</strong> grande formato messa in opera davanti al<br />

Monumento ai caduti <strong>di</strong>alogando anche con il Viale Vittorio Emanuele dal <strong>di</strong>segno meticoloso e<br />

articolato in pietra calcarea. Ci troviamo nel punto <strong>di</strong> stacco, qui si arresta il filo d’unione <strong>di</strong><br />

tutto il percorso iniziale, quello ideale formato dalle carraie e l’acciottolato che dai Bastioni<br />

Magellano e Pigafetta arriva sino a Porta Terra passando dalle torri <strong>di</strong> San Giacomo, Sulis e San<br />

Giovanni.<br />

Il binario formato dalle carraie parallele e i ciottoli si ferma alla fine della Via Simon in<br />

quanto non avrebbe possibilità <strong>di</strong> proseguire verso lo Scalo Tarantiello , perché fuori dalle mura<br />

incontrerebbe la Via Sassari con <strong>di</strong>mensioni e caratteristiche della viabilità moderna.<br />

Porta Terra rimane il primo punto d’accesso per importanza al centro <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong>, qui il<br />

formato delle pavimentazioni in basalto come già detto manterrà le <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> 1.20x60<br />

centimetri utilizzate davanti alla torre nello spazio pedonale recentemente realizzato, nella<br />

sede attualmente occupata dalla carreggiata stradale proseguirà il pavimento con formato<br />

me<strong>di</strong>o 60x30 centimetri, ma non ci saranno le carraie questo aiuterà ad uniformare lo spazio<br />

punto d’incontro <strong>di</strong> strade <strong>di</strong>verse.<br />

TRATTO B<br />

Tratto B 1 : Via Simon<br />

Come detto alla fine del paragrafo precedente dalla Piazza Porta Terra, c’è l’incontro<br />

delle due fasi <strong>di</strong> questo progetto <strong>di</strong>viso in due tratti, quello A e quello B.<br />

Via Simon che nasce dalla fine <strong>di</strong> Via Roma incontrando la Torre dels Hebreus (Porta Terra),<br />

questa storicamente si presentava come una strada carrabile tutta in acciottolato con le carraie<br />

aò centro tipica strada secondaria per il traffico commerciale e pedonale . Con l’apertura della<br />

città verso l’espansione la via <strong>di</strong>venne un importante arteria <strong>di</strong> collegamento fungendo come<br />

parte della prima circonvallazione ideale <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong>. Il collegamento tra le tre piazze più<br />

29


importanti degli anni trenta, sino ai giorni attuali in cui la ve<strong>di</strong>amo con la carreggiata stradale<br />

asfaltata ed i classici pavimenti in pietrini <strong>di</strong> cemento.<br />

■ Il progetto prevede la trasformazione della strada così come già avvenuto lungo i<br />

bastioni, quin<strong>di</strong> carraia centrale formata da tre file <strong>di</strong> acciottolato alternate con due file<br />

parallele ed equi<strong>di</strong>stanti <strong>di</strong> basoli in pietra basaltica delle misure <strong>di</strong> 60x40 centimetri e<br />

perpen<strong>di</strong>colarmente file affiancate <strong>di</strong> basoli dello stesso tipo ma <strong>di</strong> misure <strong>di</strong>fferenti 30x 60 cm.<br />

Le cordonate dei marciapie<strong>di</strong> qui’ saranno smontate e la pavimentazione stradale arriverà sino<br />

al bordo dei fabbricati questo per riportare la via al concetto iniziale, il problema del pericolo<br />

per i pedoni non sussiste dal momento che la strada è già a traffico limitato e viene utilizzata<br />

anche oggi totalmente dai pedoni. Un altro motivo per cui si è pensato <strong>di</strong> eliminare i<br />

marciapie<strong>di</strong> è dovuto al fatto che questi sono talmente stretti che in alcuni punti no superano i<br />

60 cm. Una volta raggiunto il Largo San Franceso i marciapie<strong>di</strong> continueranno ad essere<br />

conservati in quanto hanno un senso data la loro <strong>di</strong>mensione.<br />

Foto 14. : Immagine Storica della Via Simon senza marciapie<strong>di</strong>.<br />

30


Tratto B 2 : Largo San Francesco<br />

Foto 15. : Immagine Attuale della Via Simon con i marciapie<strong>di</strong>.<br />

Largo san Francesco, è la piazza importante <strong>di</strong> questo progetto, siamo a ridosso del<br />

Forte <strong>di</strong> Montalbano demolito agli inizi del secolo, questo sorgeva nelle vicinanze, dove<br />

attualmente si trova la cosiddetta neonata piazza Pino Piras, esso occupava oltre a questa<br />

l’area dei due mercati civici prospicienti le vie Sassari, Cagliari e Mazzini.<br />

Qui arrivava il muraglione che congiungeva la torre <strong>di</strong> Sulis con quella <strong>di</strong> San Giovanni e<br />

lungo la Via Simon chiudevano la cinta contro La torre degli ebrei, l’attuale porta terra.<br />

31


Dopo le demolizioni questo largo si presentava in maniera <strong>di</strong>versa da come lo possiamo<br />

vedere oggi, sino al periodo in cui scavi e restauri ci hanno aiutato ad avere una possibilità <strong>di</strong><br />

lettura più vicina a quella che era la situazione originaria.<br />

Foto 16. : Immagine fusione in bronzo vista del Largo S’Francesco<br />

■ Inizialmente ad opera della Soprintendenza ai Beni Culturali i Sassari ed all’Ufficio<br />

tecnico del comune <strong>di</strong> <strong>Alghero</strong>, l’Architetto Loredana Sabatini, <strong>di</strong>retta dalla Soprintendente<br />

Dott.ssa Marilena Dander <strong>di</strong>edero luogo all’intervento <strong>di</strong> recupero della torre <strong>di</strong> San Giovanni,<br />

scavando il terrapieno tutto attorno e consentendo la visione <strong>di</strong> ciò che era stato sepolto per<br />

molto anni dal terrapieno. Successivamente le progettiste decisero <strong>di</strong> sistemare lo spazio<br />

risultato dallo scavo, organizzando un camminamento tutto intorno alla torre, situato ad una<br />

quota, <strong>di</strong> circa un metro e venti al <strong>di</strong>sotto <strong>di</strong> quella del calpestio oltre che creare un parapetto<br />

costituito da aiuole circolari e muretti da utilizzare come sedute, tutto attorno venne eliminata<br />

la carreggiata stradale e lo slargo <strong>di</strong>venne piazza, una volta che tutte le quote del calpestio<br />

furono parificate.<br />

Vent’anni dopo nel 2006 l’amministrazione Comunale intraprese un nuovo intervento <strong>di</strong><br />

ristrutturazione e recupero ambientale successivo all’acquisizione della Ex caserma dei<br />

carabinieri, tuttora esistente e realizzata nel periodo Sabaudo, lungo la porzione <strong>di</strong> muraglia<br />

32


ancora integra che univa le torri sulla via Simon. Il comune nuovo proprietario delle aree <strong>di</strong><br />

pertinenza della caserma dopo il passaggio <strong>di</strong> competenze dalla provincia <strong>di</strong> Sassari poté<br />

iniziare gli interventi <strong>di</strong> recupero.<br />

Così venne demolito il muro che cingeva il cortile della caserma prospiciente la piazza,<br />

in maniera da poter riportare alla vista tutta la porzione <strong>di</strong> muraglia libera che stava da questa<br />

parte della stessa, allo stesso tempo dopo aver demolito e smontato baracche e tettoie<br />

esistenti all’interno del cortile, si procedette al restauro delle pavimentazioni rinvenute sotto<br />

uno spesso manto d’asfalto che fungeva, negli ultimi anni <strong>di</strong> attività militare, da parcheggio per<br />

i mezzi dell’arma.<br />

Foto 17. : vista delle baracche all’interno del cortile della caserma.<br />

Foto 18. : vista della Piazza Pino Piras.<br />

33


■ Negli ultimi anni come già successo a Porta terra anche qui sono stati fatti alcuni<br />

lavori <strong>di</strong> sostituzione e mo<strong>di</strong>fica degli spazi pedonali, infatti davanti alla piazza Pino Piras sino<br />

ad arrivare all’angolo con la via Simon è stata realizzata una penisola che doveva fungere da<br />

limite per le automobili e non consentirne l’accesso nelle vie del centro storico prospicienti.<br />

Foto 19. : Immagine riguardante la penisola spartitraffico.<br />

■ Il lavoro in progetto prevede un recupero <strong>di</strong> tutto lo spazio compreso tra le vie<br />

Sassari , Simon e Kennedy, come già avvenuto nella Piazza Sulis, la strada verrà portata a livello<br />

delle quote dei percorsi pedonali, continuerà ad esserci la carraia centrale formata dal binario<br />

<strong>di</strong> basoli e dall’acciottolato, così come la stessa proviene dall’angolo con la via XX Settembre ,<br />

nel Largo S’Francesco e più precisamente nella porzione <strong>di</strong> questo trasformato in piazza, come<br />

nel resto dei marciapie<strong>di</strong>, verranno sostituite le pavimentazioni con quelle in basalto come già<br />

utilizzate nei bastioni.<br />

Il <strong>di</strong>segno della piazza non ha mantenuto il tracciato già presente nel progetto<br />

approvato nel 2003, questo prevedeva attorno alla torre il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> cuspi<strong>di</strong> aperte verso la<br />

torre così come a voler richiamare la memoria dei rivellini e degli speroni andati perduti nelle<br />

demolizioni. Una piazza della memoria che portava in sé il riflesso delle fortificazioni, anche<br />

questo è un concetto ideale, ma nelle riqualificazioni a scopo culturale è necessario lasciare dei<br />

segni per chi arriva da lontano e vuole imparare, conoscere o ricordare.<br />

34


■ La <strong>di</strong>fferenza tra il progetto già autorizzato è questo, consta nella nuova decisione<br />

della Sopraintendenza <strong>di</strong> voler ritornare ad una visione più semplice dello spazio<br />

abbandonando il concetto delle cuspi<strong>di</strong> e dei rivelini, le <strong>di</strong>mensione dei formati delle lastre in<br />

pietra, attorno alla torre, inizialmente erano previste delle mattonelle poste in modo circolare<br />

queste andavano a riempire spazi concentrici in tondo, mentre oltre la cuspide c’erano delle<br />

mattonelle rettangolari, messe a seguire le linee e gli angoli in parallelo tra esse.<br />

Foto 16. : Immagine riguardante un <strong>di</strong>segno del Genio Militare<br />

– Porzione <strong>di</strong> fortificazione relativa al Forte <strong>di</strong> Montalbano demolito<br />

Questo modo dava un effetto un po’ <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato nel suo insieme, i cerchi non<br />

<strong>di</strong>alogavano geometricamente con le cuspi<strong>di</strong> e i mattoni esterni seppur funzionando nella<br />

simbiosi con le stesse, poi, andavano ad incontrare le basi dei fabbricati in maniera <strong>di</strong>spersiva e<br />

frastagliata.<br />

In questo nuovo progetto, all’interno dello spazio che sostituisce quello cuspidale sono<br />

stati immaginati dei lastroni regolari <strong>di</strong> grande formato che completano il <strong>di</strong>segno in maniera<br />

35


omogenea mantenendo una semplice forma concentrica che ri<strong>di</strong>segna il perimetro circolare<br />

della torre. trattandolo come un unico monolite in basalto, in modo tale da poter<br />

rappresentare, idealmente, l’imponenza del monumento sul quale sui affaccia.<br />

All’esterno del nuovo perimetro in lastroni <strong>di</strong> basalto, il nuovo pavimento che sostituirà<br />

quello esistente in pietrini bianchi e rossi, verrà <strong>di</strong>mensionato e messo in opera, come già nella<br />

piazza Sulis, semplicemente con dei formati regolari quadrati che grazie all’ausilio <strong>di</strong> lance,<br />

poste lungo tutto il bordo dei fabbricati, consentiranno <strong>di</strong> avere un effetto or<strong>di</strong>nato e regolare<br />

del contatto.<br />

Tratto B 3 : Via Kennedy<br />

Foto 21. : Immagine simulazione della nuova Via Kennedy<br />

Qui si chiude il progetto , praticamente avverrà l’attacco con la carraia che inizia nei bastioni<br />

Magellano e arriva sino all’imboccatura con questa via, tutto sarà trasformato, rimarranno solo<br />

le attuali cordonate in trachite dei marciapie<strong>di</strong>, poi si procederà allo smantellamento degli<br />

asfalti dei pietrini cementizi, la regolarizzazione dei marciapie<strong>di</strong>, la revisione ed il ripristino<br />

laddove carenti dei sottoservizi per poi realizzare tutte le nuove pavimentazioni così come nei<br />

bastioni Cirstoforo Colombo.<br />

Il Progettista Incaricato<br />

Arch.Daniele Canu<br />

36


PIC INTERREG IIIA – PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE PERCORSO<br />

URBANO LUNGO LE ANTICHE MURA<br />

DA SCALO TARANTIELLO A PIAZZA SULIS. PUAM<br />

QUADRO ECONOMICO:<br />

L'importo complessivo dell'opera ammonta a €. 1.600.000,00 ed il quadro economico <strong>di</strong> spesa<br />

risulta il seguente:<br />

A) IMPORTO DEI LAVORI<br />

a) Per lavori a base d’asta: €. 1 264.749,13<br />

b) Incremento per oneri sicurezza €. 37.942,47<br />

Importo totale dei lavori somme A) €. 1.302.691,60<br />

B) SOMME A DISPOSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE:<br />

b1 ) Per IVA su a)+b) al 10% €. 130.269,16<br />

b2 ) Onorari e spese <strong>di</strong> progettazione, d.d.l, contabilità, misure, sicurezza, €. 78.909,19<br />

b3 ) CNPAIA 4% <strong>di</strong> b2 €. 3.156,36<br />

b4 ) Iva 21% su b2+b3 €. 17.233,70<br />

b5 ) Rup ed oneri riflessi €. 26.000,00<br />

b6 ) Pubblicazioni €. 6000,00<br />

b7 ) Allacci €. 10.000,00<br />

b8 ) Commissioni aggiu<strong>di</strong>catrici €. 5.000,00<br />

b9 ) Consulenza tecnica Scavi Archeologici €. 20.000,00<br />

b10) Imprevisti e arrotondamenti €. 739,99<br />

Totale somme a <strong>di</strong>sposizione B) €. 297.308,40<br />

Importo totale del progetto €. 1.600.000,00<br />

<strong>Alghero</strong>, lì 12/11/2012<br />

1<br />

Il Progettista<br />

(Arch. Daniele Canu)

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