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Dispensa Patrologia 5/1

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1. I PRIMI SCRITTORI OCCIDENTALI<br />

Introduzione<br />

Già da lungo tempo prima di Cristo, Roma e Cartagine erano grandi centri<br />

economici, politici e culturali nel mondo occidentale. Cartagine, fondata nel 814 a C.,<br />

venne però sottoposta a Roma come risultato delle famose “guerre puniche” nei secoli III<br />

e II a. C. (la prima: 264-241; la seconda: 218-201; la terza: 149-146). Dopo la distruzione<br />

del 146 a.C., Cesare e Augusto hanno fondato la Nuova Cartagine, satellite romano.<br />

Sulla diffusione del cristianesimo a Roma, fin dall’inizio, sappiamo abbastanza.<br />

La storia del cristianesimo a Cartagine invece, come quella ad Alessandria, rimane assai<br />

oscura fino al 180 ca. risale a questa data il primo documento cristiano di lingua latina,<br />

cioè gli Atti dei martiri scillitani, un resoconto del martirio di alcuni cristiani a Scilli, che<br />

probabilmente si trovava in Numidia.<br />

Poi, verso il 200, abbiamo improvvisamente il culmine di fioritura della letteratura<br />

cristiana latina, con le opere di Tertulliano (ca. 155-220), che giunge a un livello letterario<br />

paragonabile a quello dei più famosi autori classici. La prima letteratura cristiana di<br />

lingua latina quindi proviene da Cartagine. A Roma, all’inizio del secolo III, la lingua<br />

ecclesiastica era sempre il greco. (Pseudo-)Ippolito (+ 235), primo grande autore romano<br />

dopo Clemente papa, scriveva in greco. Un po’ più tardi, Novaziano (+ 258), anche a<br />

Roma, scriveva in latino. Contemporaneo di Novaziano a Cartagine era Cipriano (ca.<br />

200/210-258), autore di lingua latina.<br />

La Chiesa occidentale, soprattutto quella di Cartagine (e dell’Africa) ha sofferto<br />

molte persecuzioni tra la fine del secolo II e la metà del III. Le più gravi persecuzioni<br />

furono quelle sotto Commodo (ca. 180), sotto Settimio Severo (203), sotto Decio (250) e<br />

sotto Valeriano (257-260). Ma proprio queste vicende hanno anche stimolato la vita<br />

ecclesiale. Tertulliano scrive: “il sangue è seme dei cristiani” (semen est sanguis<br />

christianorum).<br />

Ma il grande problema è quello della riconciliazione di coloro che hanno rinnegato<br />

la fede sotto la pressione delle circostanze. A questo proposito si oppongono i rigoristi<br />

(come p. es. Tertulliano e Novaziano) e i lassisti. Subito dopo la persecuzione del 250<br />

Cipriano prende una posizione più equilibrata.<br />

Le caratteristiche generali di questi primi autori occidentali sono: l’inclinazione<br />

verso un rigorismo morale (Cipriano però è più moderato), la prospettiva pratica, la<br />

valutazione positiva del mondo materiale e del corpo, l’interesse ecclesiologico. Il<br />

rigorismo morale si spiega a partire dal processo di massificazione della Chiesa, che<br />

generalmente condusse ad una vita ecclesiale meno radicale rispetto a quella degli inizi<br />

del cristianesimo. Anche la gerarchia ufficiale, per motivi pastorali, si mostrava più<br />

indulgente nei riguardi delle debolezze umane del gregge. Contro questa tendenza c’era la<br />

reazione presso coloro che anelavano ad un cristianesimo più fervente. Tertulliano, alla<br />

fine deluso, diventò montanista; il prete Ippolito (forse da identificare con l’autore) entrò<br />

in conflitto con papa Callisto, e Novaziano con papa Ponziano. Invece Cipriano, severo<br />

anche lui, era però più tollerante. In quest’autore il fervore viene equilibrato da una<br />

moderatezza per cui si può riconoscere il pastore di anime.<br />

Rispetto alla praticità degli autori occidentali possiamo fare un paragone con la<br />

chiesa orientale di Alessandria. Per Clemente ed Origene l’interesse principale concerne il<br />

contenuto metafisico del Vangelo; gli occidentali invece si interessano anzittutto della<br />

tensione tra vita cristiana e costumi pagani. Per gli alessandrini la soteriologia è<br />

focalizzata sul Logos che viene dall’alto per riempire l’umanità con forza divina; gli<br />

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occidentali invece mettono l’accento piuttosto sul contributo alla salvezza che mette<br />

l’uomo stesso a livello morale nella vita quaggiù. A questa caratteristica si collega<br />

strettamente, presso gli occidentali, quella di un più grande senso della realtà materiale e<br />

del mondo attuale. Gli alessandrini, anelando al mondo spirituale, hanno un’alto ideale di<br />

contemplazione; gli occidentali invece sembrano essere più radicati nel mondo terreno<br />

dove conta l’azione della vita pratica.<br />

TERTULLIANO (CA. 155-220)<br />

Vita<br />

Il primo autore ecclesiastico di lingua latina che conosciamo era un retore, dalla<br />

personalità esuberante e vigorosa e dal temperamento intransigente (cfr. testo). La sua opera<br />

costituisce un punto decisivo per il progresso dottrinale successivo in lingua latina.<br />

Nato tra il 150 e il 160 da padre pagano funzionario romano trascorse la giovinezza nel<br />

libertinaggio. Di formazione giuridica, avvocato famoso, giurista a Roma (citato da certe<br />

collezioni di sentenze di giuristi). Conosce la filosofia e padroneggia il greco.<br />

Verso il 193 ca. si convertì al cristianesimo forse colpito dall’esempio dei martiri. Dal 207<br />

simpatizza per il montanismo; vi aderisce nel 213. Dopo il 220 non si hanno notizie.<br />

1. Ca. 197-206: Tertulliano l’apologeta. Questo primo periodo è quello cattolico.<br />

Tertulliano utillizza i talenti letterari per difendere la fede. Scrive il suo capolavoro L’Apologia<br />

del cristianesimo.<br />

2. Ca. 207-212: Terulliano il rigorista. Tertulliano comincia a mostrare interesse per il<br />

montanismo, movimento eretico in cui un cartaginese poteva trovare un più alto livello di fervore.<br />

Le caratteristiche di questo movimento erano soprattutto l’ascetismo rigoroso e la rinascita di uno<br />

spiritualismo carismatico che esisteva anche nelle comunità delle origini. Per Tertulliano<br />

comincia ora il processo di allontanamento che conduce alla rottura con la gerarchia ecclesiale.<br />

3. Dal 213-220 Tertulliano montanista. In quest’anno l’autore africano si unisce ai<br />

montanisti. Però più tardi anche qui farà una rottura, iniziando una sua la propria sètta (217?) dei<br />

tertullianisti che Agostino ancora conosce. Muore poco dopo il 220, ma non si sa esattamente<br />

quando. I suoi seguaci si sono più tardi riconciliati con la grande Chiesa, e per questo motivo<br />

Tertulliano non è definitivamente entrato nella storia come un vero e proprio eretico.<br />

Pensiero<br />

Non ha costruito nessun sistema, a causa di mancanza di equilibrio di spirito, tuttavia fonda la<br />

teologia latina. Conosce profondamente la filosofia, diritto, letteratura greca e latina, retorica<br />

asiatica.<br />

Temperamento violento e ardente, irruento, polemico. Porta tutto il suo bagaglio umano e<br />

culturale nel suo cristianesimo (vicino a Taziano per stile). E’ il primo creatore del linguaggio<br />

teologico latino (eccetto i verbali del martirio e la Bibbia). Creazione del linguaggio cristiano<br />

latino, con influsso giuridico. Conia vocaboli che diventano termini dogmatici per la teologia<br />

cristiana “fondatore del latino ecclesiastico”: Trinitas, natura, persona.<br />

La sua conversione al montanismo fu piuttosto un fatto morale-entusiastico e non incide sulla sua<br />

teologia.<br />

Contesto: stessi problemi di Ireneo per il contesto storico. Combatte gli gnostici. Come gli<br />

apologisti combatte i pagani e i giudei. Ma presenta nuovi problemi: monarchianismo<br />

(monoteismo esagerato). Conosce il canone.<br />

Il pensiero di Tertulliano viene caratterizzato da concretezza, da praticità, e dall’esplicito<br />

riconoscimento del valore della creazione materiale, pervasa dallo Spirito, e della carne umana<br />

animata. Tertulliano ha coltivato un alto ideale di castità, non tanto per disprezzo del corpo, ma<br />

proprio perché il corpo è tempio dello Spirito e va interamente santificato per poter partecipare<br />

pienamente all’opera della salvezza tramite il Verbo fattosi carne. Il processo salvifico prende le<br />

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mosse dalla realtà di questa vita terrestre, per ricondurci allo stato paradisiaco. “La carne è cardine<br />

della salvezza” (caro salutis cardo).<br />

Apologeta: i cristiani vengono accusati di delitti di ogni genere, senza aver possibilità di<br />

difendersi. Tertulliano da’ una “prova giuridica” – del tutto secondo le norme classiche dell’arte<br />

retorica – dell’innocenza dei cristiani. Sistematicamente rifiuta le accuse popolari di omicidio di<br />

bambini, di cannibalismo e di incesto, e poi l’accusa principale che i cristiani disprezzino la<br />

religione dello stato e il culto imperiale. Anche se i cristiani non sacrificano agli dèi in favore<br />

dell’imperatore, essi pregano per lui e conducono una vita di virtù, cosicchè sono da considerare<br />

cittadini leali. Alla fine dell’opera Tertulliano tratta anche del rapporto tra i cristiani e la filosofia<br />

pagana. Il cristianesimo non è semplicemente una “nuova filosofia” (cioè una mera speculazione<br />

umana); è la verità rivelata da Dio che non si può distruggere con l’oppressione. La persecuzione<br />

fa anzi crescere il numero dei cristiani: “semen est sanguis christianorum” (L, 13).<br />

Cultura e fede<br />

Benché apparentemente e a parole sia piuttosto sfavorevole ad un approccio reciproco, tuttavia di<br />

fatto Tertulliano usa tutto il suo bagaglio culturale; ha un pensiero stoico; chiama Seneca “spesso<br />

nostro”.<br />

Teologia e diritto<br />

La forma mentis giuridica ha influito molto sul suo modo di formulare la teologia: la relazione tra<br />

uomo e Dio. Compiere il bene come satisfactio, Dio come giudice, il vangelo come legge, il<br />

peccato come reatus; merito, debito, colpevolezza, compensazione, precetto, consiglio, salvezza<br />

come salutarsi disciplina…. Hamartia=reatus; Sacramentum=giuramento, contratto commerciale;<br />

per mysterion ha una sottolineatura di impegno personale.<br />

Trinità e Cristologia<br />

Prima del tempo dei grandi concili Tertulliano ha riflettuto anche sul mistero trinitario e su quello<br />

cristologico. Per quanto riguarda il rapporto tra il Padre e il Figlio, Tertulliano, come tutti i Padri<br />

ante-niceni, tende al subordinazianismo, cioè una concezione che mette il Figlio in una posizione<br />

un po’ inferiore rispetto al Padre. Però un’accusa di “arianesimo” (cioè la negazione che il Figlio è<br />

consustanziale al Padre) sarebbe un anacronismo: prima delle controversie che hanno condotto ai<br />

Concili di Nicea (325) e di Costantinopoli (381) la teologia cristiana non era ancora in grado di<br />

precisare con un linguaggio più adatto il mistero dei rapporti fra le divine Persone dentro la<br />

Trinità. Applica trinitas alle persone divine. Per quanto riguarda il mistero cristologico, il rapporto<br />

nello stesso Cristo fra la divinità e l’umanità, possiamo notare che Tertulliano in certo senso ha già<br />

anticipato la formula del Concilio di Calcedonia (451): Cristo è una persona con due sostanze. (Il<br />

Concilio più tardi utillizza il termine natura invece di sostanza.)<br />

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