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Trasporti<br />

Europei<br />

Alternative possibili<br />

Sono sempre stato dell’idea che non sia logico contestare<br />

qualche cosa senza aver in ogni caso da proporre<br />

delle soluzioni costruttive, valide e ponderate.<br />

Partendo quindi da questa sorta d’assioma personale<br />

ho intrapreso, negli ultimi mesi dell’anno appena<br />

conclusosi, lo studio sui progetti paneuropei di trasporto<br />

intermodale e sulle alternative ad essi; ricerca<br />

che mi ha portato a delle significative scoperte,<br />

e a capire degli interessanti casi di disinformazione<br />

nazionale. Ricerca che mi ha quindi aiutato a far sviluppare<br />

una coscienza personale su di una problematica<br />

che, in un futuro prossimo, ho la certezza che<br />

potrebbe rivelarsi decisiva per le sorti economiche<br />

della nostra nazione, e che coinvolgerà l’Europa nel<br />

suo complesso.<br />

Premetto che più approfondivo l’argomento in questi<br />

mesi, più s’intensificava il mio più sincero disgusto<br />

verso la “nostra” classe politica; sentimento ancor più<br />

virulento forse nel constatare a che livelli sia l’ancor<br />

più schifosa genia di “grandi” imprenditori <strong>italia</strong>ni.<br />

Gli esponenti politici democratici si sono dimostrati,<br />

ancora una volta, incapaci di avere una visione del<br />

mondo degna di questo nome, disorganici quindi<br />

nelle loro scelte operative che, è bene ricordarlo,<br />

riescono a coincidere sempre con i progetti speculativi<br />

d’incontrastati “poteri forti”. Parola di cui si<br />

abusa certo, ma che cela la reale forza motrice nelle<br />

dinamiche del sistema attuale; che vede il primato<br />

dell’economia multinazionale sulla res pubblica.<br />

La classe imprenditoriale spicca per esser formata<br />

da dei veri e propri uomini dalla doppia identità. Uomini<br />

capaci di spacciare in ogni modo ed in ogni occasione<br />

la loro fiducia nel “genio italico” e nelle sue<br />

prospettive globali, quando essi si trovano sul suolo<br />

patrio assisi sui comodi pulpiti mediatici da loro<br />

eretti (si legga lo stucchevole articolo di Montezemolo<br />

sul “Sole 24 Ore” del 27/12/05, e riportato nello<br />

stesso giorno anche dal “Corriere della Sera” e da altri<br />

docili quotidiani). Altrettanto bravi però a firmare<br />

metri-cubi d’accordi commerciali, miranti all’espor-<br />

Gruppo Gabriele<br />

tazione/spoliazione d’interi compartimenti produttivi<br />

<strong>italia</strong>ni, e ciò non appena questi “signori” hanno<br />

la possibilità di varcare lo stretto dei Dardanelli, o<br />

arrivare in vista del faccione di Mao a Pechino. Com’è<br />

già avvenuto durante i numerosi viaggi/vacanza<br />

della salma presidenziale Ciampi, effettuati in questi<br />

anni di suo mandato, in cui centinaia di “patrioti” in<br />

giacca, cravatta e stilografica lo seguivano, ansiosi di<br />

fare nuove interessate amicizie trans-europee. Tutto<br />

questo in nome del “fare sistema”, forbita parola d’ordine<br />

celante queste attività lucrose antinazionali.<br />

La foga sospetta, con cui queste logge affaristiche<br />

hanno sempre difeso i colossali progetti “TEN-T”, e<br />

di cui hanno sempre richiesto ed ottenuto, con ogni<br />

governo, l’immediata messa in opera, rappresenta<br />

solo l’ultima rapina che, questi geni della finanza e<br />

dell’industria, tanto affezionati alla loro patria, stanno<br />

mettendo in opera da un decennio con la complicità<br />

del politicume democratico d’ogni colore o<br />

sfumatura.<br />

L’ultimo (per ora forse) articolo sui trasporti europei<br />

era per me doveroso incentrarlo su tutti quei<br />

progetti che si stanno sviluppando in alternativa ai<br />

“corridoi” multimodali. Progetti estremamente interessanti<br />

a livello tecnologico, atti sia all’utilizzo delle<br />

infrastrutture esistenti opportunamente rimodernizzate,<br />

o di minor impatto ambientale rispetto ai<br />

progetti “a corridoi”, tutti comunque sostenibili, sia a<br />

livello economico comunitario che nazionale, senza<br />

eccessivi sforzi di bilancio; e visti i tempi che corrono<br />

non è poi cosa da poco.<br />

Il Progetto “Galileo”<br />

Quest’ambizioso progetto, tutto realizzato in Europa<br />

e dall’Europa, mira “semplicemente” a mandare in<br />

pensione il sistema GPS americano attualmente in<br />

commercio, riuscendo in prospettiva a rendere l’Europa<br />

completamente indipendente nel controllo<br />

satellitare del territorio e dei trasporti; con ricadute<br />

pratiche nel sistema economico che sembrano fan-<br />

attualita’<br />

tascienza, ma che nei fatti sono a portata di mano.<br />

Il sistema Galileo è una piccola costellazione di 30<br />

satelliti, 27 operativi e 3 di riserva, che orbiteranno,<br />

a lavori ultimati, ad una quota media di 23616 km<br />

dalla superficie, con una copertura totale del globo.<br />

Il tutto sarà guidato da due centri europei per il controllo<br />

da terra.<br />

Tale sistema funzione nel modo sotto indicato:<br />

“La determinazione della posizione avviene attraverso<br />

il metodo della triangolazione. Conoscendo infatti<br />

la distanza da almeno tre punti, ovvero tre satelliti,<br />

il ricevitore a terra calcola la posizione. Le distanze<br />

sono calcolate misurando il tempo di percorrenza<br />

che un certo segnale, noto al ricevitore e trasmesso<br />

dal satellite, impiega per percorrere la distanza fra<br />

il satellite e l’utente. La distanza da un satellite definisce<br />

una sfera di possibili soluzioni. Combinando<br />

tre sfere si definisce una singola area comune contenente<br />

la posizione sconosciuta. L’accuratezza nella<br />

misura della distanza riduce notevolmente l’area comune<br />

e quindi rende più precisa la definizione della<br />

posizione. Ogni segnale contiene informazioni sul<br />

riferimento temporale dell’orologio atomico a bordo<br />

del satellite e informazioni sull’orbita del satellite.<br />

In questo modo l’utente è in grado di conoscere<br />

con elevata accuratezza la posizione del satellite e la<br />

propria distanza da esso”; fonte www.torinoscenza.<br />

it dell’Agosto 2005.<br />

La precisione con cui potranno esser calcolate le<br />

distanze e le traiettorie dei singoli veicoli permetterà<br />

un miglior utilizzo nel complesso dei mezzi di<br />

trasporto su gomma d’ogni dimensione; ciò può far<br />

ben supporre che, in un futuro prossimo, si potranno<br />

mantenere le reti viarie attuali, stradali ed autostradali,<br />

che con opportune migliorie risulteranno idonee<br />

per il traffico veicolare previsto. Si calcola che<br />

entro il 2020 almeno il 50% dei mezzi di trasporto<br />

su gomma sarà a guida automatica integrale, controllata<br />

dal sistema Galileo; con una conseguente<br />

ottimizzazione dell’uso dei motori ed un risparmio<br />

energetico non trascurabile. Se si tiene conto anche<br />

dei progetti riguardanti i motori elettrici o i così detti<br />

“motori ibridi” si potrà comprendere gioco forza a<br />

che punto risulterà valorizzato il trasporto su gomma.<br />

Il costo di “Galileo”? 8 miliardi d’euro in vent’anni!<br />

Recuperabili in tempi brevi, grazie all’appetibilità<br />

del prodotto.<br />

Va rilevato, per amor di patria, che l’Alenia Spazio, ed<br />

il Consorzio Torino Time (di cui si possono avere notizie<br />

sul sito inter<strong>net</strong>: www.finmeccanica.it), stanno<br />

svolgendo da tempo, in ambiti diversi, un ruolo fondamentale<br />

per la realizzazione di questo progetto.<br />

Il Treno a Levitazione Mag<strong>net</strong>ica<br />

Questa tecnologia rappresenta il meglio che la già<br />

avanzata ricerca germanica nel settore trasporti<br />

è riuscita a studiare in questi ultimi anni. Anche in<br />

questo caso ci troviamo di fronte ad un futuristico<br />

progetto interamente studiato in Europa e che già<br />

vanta alcune applicazioni pratiche di successo a Monaco<br />

di Baviera e a Shanghai in Cina, che ne confermano<br />

l’interessante prospettiva.<br />

Già l’Inghilterra si sta impegnando nella realizzazione<br />

di un collegamento di oltre 800 km che, a lavori<br />

ultimati, unirà Edimburgo (Scozia) con Londra grazie<br />

a dei convogli che viaggeranno ad una velocità di<br />

500 Km/ora.<br />

Il sistema di funzionamento del treno a levitazione<br />

mag<strong>net</strong>ica può esser facilmente spiegato:<br />

Lungo la via di corsa vengono posizionati due tipi di<br />

mag<strong>net</strong>i con funzioni di mantenimento della stabilità<br />

del veicolo tanto verso il basso che lateralmente.<br />

Il treno fluttua nell’aria a circa 10 mm dalla rotaia<br />

su di un “tappeto” elettro/mag<strong>net</strong>ico invisibile e si<br />

muove regolando la velocità in base alla quantità di<br />

corrente erogata dai mag<strong>net</strong>i presenti lungo la via di<br />

corsa, di cui si alimenta il motore a statori presente<br />

nella locomotiva.<br />

Né ruote, niente frizioni, nessun carburante classico

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