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Plutarco, le "Vite" romane e la loro fortuna di Nicola ... - ager veleias

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degli storici, o riferite incidentalmente anche dagli altri, oppure rintracciabili<br />

soltanto in antiche iscrizioni votive o decreti pubblici, senza presentare per<br />

questo una documentazione superflua. Essa offre, anzi, una conoscenza più<br />

precisa del carattere e del temperamento del personaggio.»<br />

Anche il <strong>di</strong>scorso del<strong>le</strong> fonti, molto <strong>di</strong>battuto in questi due ultimi secoli (e cfr. più avanti per<br />

<strong>le</strong> fonti del<strong>le</strong> Vite <strong>romane</strong>), può aiutare a meglio considerare e valutare l'opera plutarchea.<br />

Frequentemente sminuite sul piano storico, <strong>le</strong> Vite rive<strong>la</strong>no tuttavia un po' dappertutto lo<br />

sforzo <strong>di</strong> una <strong>le</strong>ttura critica dei testi greco-el<strong>le</strong>nistici (più <strong>di</strong> cento<strong>di</strong>eci autori citati), senza<br />

privi<strong>le</strong>giare partico<strong>la</strong>rmente quelli storiografici (fanno eccezione i c<strong>la</strong>ssici Erodoto,<br />

Tuci<strong>di</strong>de, Senofonte, e anche i più recenti Polibio, Dionigi <strong>di</strong> Alicarnasso: ma non risulta<br />

Diodoro Siculo, e ben poco sono presenti Strabone e Nico<strong>la</strong> Damasceno): non raramente,<br />

però, risultano <strong>di</strong> seconda mano, a lui giunti attraverso raccolte <strong>di</strong> aneddoti o sentenze.<br />

Usate pure, in misura notevolmente inferiore, <strong>le</strong> opere <strong>la</strong>tine (una quarantina <strong>di</strong><br />

autori citati), Livio anzitutto: ma qui – fors'anche per il non comp<strong>le</strong>to possesso del<strong>la</strong> lingua<br />

(nei Moralia due so<strong>le</strong> sono <strong>le</strong> citazioni <strong>la</strong>tine!) – me<strong>di</strong>ate ad esempio attraverso biografie,<br />

autobiografie, episto<strong>la</strong>rii preesistenti (sia per <strong>le</strong> Vite più antiche che per <strong>le</strong> più recenti),<br />

certo con il generoso avallo degli amici romani.<br />

Hanno poi una giusta considerazione <strong>le</strong> epigrafi c<strong>la</strong>ssiche, coll'ulteriore pregio <strong>di</strong><br />

tramandarci preziosissime notizie documentarie, che naturalmente richiedono allo stu<strong>di</strong>oso<br />

moderno caute<strong>la</strong> e prudenza: anche perché spesso si tratta <strong>di</strong> materia<strong>le</strong>, aneddotico o<br />

testimonia<strong>le</strong>, che <strong>Plutarco</strong> dovette accumu<strong>la</strong>re nel<strong>la</strong> sua memoria nel suo primo mezzo<br />

secolo <strong>di</strong> vita, con tutti i limiti e i con<strong>di</strong>zionamenti del caso.<br />

Quanto qui si va <strong>di</strong>cendo non deve però far <strong>di</strong>menticare che <strong>Plutarco</strong> non vol<strong>le</strong><br />

essere uno storico <strong>di</strong> battaglie e tattiche, ma biografo (ricercatore storico, si è<br />

opportunamente detto) degli antichi eroi: e come ta<strong>le</strong>, si ba<strong>di</strong>, fu giustamente, anche se<br />

limitativamente, inteso, dagli umanisti ai <strong>le</strong>ttori comuni.<br />

Così scrisse lui stesso a tutte <strong>le</strong>ttere, quasi programmaticamente, all'inizio del<strong>la</strong> Vita<br />

<strong>di</strong> A<strong>le</strong>ssandro 51 :<br />

«pregherò i <strong>le</strong>ttori <strong>di</strong> scusarmi se non riferirò tutte <strong>le</strong> famose imprese <strong>di</strong> questi<br />

due personaggi [A<strong>le</strong>ssandro Magno e C. Giulio Cesare], e non ne esporrò<br />

ciascuna nei suoi dettagli, bensì ne farò, nel<strong>la</strong> maggior parte dei casi, una<br />

sintesi. Io non scrivo un'opera <strong>di</strong> storia, ma del<strong>le</strong> vite: ora, noi ritroviamo<br />

manifestazioni del<strong>le</strong> virtù e dei vizi degli uomini non soltanto nel<strong>le</strong> <strong>loro</strong> azioni più<br />

ec<strong>la</strong>tanti. Spesso, un piccolo episo<strong>di</strong>o, una frase, un motto, rive<strong>la</strong>no il carattere<br />

<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo più <strong>di</strong> quanto non facciano <strong>le</strong> battaglie ove siano caduti <strong>di</strong>ecimi<strong>la</strong><br />

soldati, i gran<strong>di</strong> schieramenti <strong>di</strong> eserciti e gli asse<strong>di</strong>. Insomma, come i pittori<br />

colgono l'essenza <strong>di</strong> un soggetto nel viso e nell'espressione degli occhi, poiché<br />

lì si manifesta il suo carattere, e si preoccupano meno <strong>di</strong> altre parti del corpo:<br />

così, anche a me sia concesso <strong>di</strong> analizzare a fondo quel<strong>le</strong> vicende o quel<strong>le</strong><br />

caratteristiche <strong>di</strong> ciascuno, <strong>la</strong>ddove si rive<strong>la</strong> il suo animo, e attraverso <strong>di</strong> esse<br />

rappresentarne <strong>la</strong> vita, <strong>la</strong>sciando ad altri <strong>di</strong> narrarne <strong>le</strong> gran<strong>di</strong> lotte.»<br />

Se fu storico, quin<strong>di</strong>, <strong>Plutarco</strong> lo fu quasi suo malgrado, e con i limiti derivanti dal suo<br />

gusto del racconto, dal<strong>le</strong> sue concezioni etiche e dal<strong>la</strong> sua innata simpatia per l'uomo<br />

d'azione che si segna<strong>la</strong>va sugli altri, arrivando al<strong>la</strong> virtù attraverso il giusto, <strong>la</strong> tanto cara<br />

all'autore «fi<strong>la</strong>ntropia» (al<strong>la</strong>rgata, qui, anche al<strong>le</strong> donne, per <strong>Plutarco</strong> in nul<strong>la</strong> inferiori o<br />

<strong>di</strong>verse dall'uomo).<br />

Al<strong>la</strong> fine, si trovò <strong>di</strong> preferenza nel<strong>le</strong> Vite – in idea<strong>le</strong> compimento dei Moralia – a<br />

trattare sobriamente situazioni umane concrete, con grande sensatezza <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio e in<br />

51 A<strong>le</strong>ss. 1,1-3.<br />

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