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La cura delle relazioni con riferimento al pensiero di Edith Stein - Mag

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Partecipante: Perché la <strong>cura</strong>, forse, si applica finché si riesce a tenere in vita una<br />

persona, forse invece nell’accompagnamento <strong>al</strong>la morte non è <strong>con</strong>templata.<br />

Annarosa Buttarelli: Accompagnamento che sarebbe meglio <strong>di</strong>re “la compagnia<br />

nella morte”.<br />

Partecipante: Di fronte <strong>al</strong>le m<strong>al</strong>attie in<strong>cura</strong>bili si ha <strong>cura</strong> fino ad un certo punto, poi<br />

la persona viene osped<strong>al</strong>izzata, e questa non è <strong>cura</strong> per me.<br />

Annarosa Buttarelli: Ecco perché E. <strong>Stein</strong> vuole togliere la professione me<strong>di</strong>ca d<strong>al</strong>le<br />

professioni sanitarie, per metterla nell’<strong>al</strong>veo <strong>delle</strong> professioni soci<strong>al</strong>i, caritative,<br />

cambiandone lo statuto. Se chiamare la professione me<strong>di</strong>ca “scienza me<strong>di</strong>ca” ha<br />

prodotto per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> umanità è meglio metterla <strong>al</strong>l’interno <strong>delle</strong> professioni soci<strong>al</strong>i.<br />

Partecipante: Bisognerebbe toglierla d<strong>al</strong> <strong>con</strong>testo <strong>delle</strong> professioni ma però dare la<br />

giusta formazione. E’ una cosa questa che mi tocca particolarmente. Rispecchia molto<br />

la mia filosofia <strong>di</strong> <strong>pensiero</strong>, bisognerebbe formare le persone che lavorano nel <strong>con</strong>testo<br />

sanitario e soci<strong>al</strong>e perché bisogna ritrovare la figura dell’umano.<br />

Partecipante: A proposito dell’assenza <strong>di</strong> <strong>cura</strong>, lavoro in osped<strong>al</strong>e e so che c’è una<br />

<strong>di</strong>sciplina che riguarda tutto quello che si fa. Ci sono dei master per i me<strong>di</strong>ci, per le<br />

cure p<strong>al</strong>liative, intese come cure <strong>di</strong> accompagnamento <strong>al</strong>la morte. C’è una cultura su<br />

questo, per fortuna esiste la cultura dell’hospice. Fortunatamente c’è una punta <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>amante sensibile a queste cose.<br />

Partecipante: Purtroppo ho vissuto un’esperienza <strong>di</strong> m<strong>al</strong>attia e non ho trovato<br />

questa sensibilità, comunque fa piacere sentire queste cose.<br />

Partecipante: Diciamo che ci sono dei momenti della vita <strong>delle</strong> persone in cui uno<br />

vorrebbe sentirsi trattato come persona, <strong>con</strong> empatia, invece in un momento già <strong>di</strong><br />

per sé doloroso viene a mancare anche questo, e si è segnati terribilmente.<br />

Partecipante: Noi stiamo imparando, grazie a lei, questa sapienza nelle <strong>relazioni</strong>, la<br />

saggezza dell’empatia e ci mette in guar<strong>di</strong>a rispetto ai <strong>di</strong>versi errori che possiamo<br />

commettere. Quando abbiamo re<strong>al</strong>izzato il ri<strong>con</strong>oscimento dell’<strong>al</strong>tro e vista la<br />

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