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Download - Suore Domenicane di Santa Caterina da Siena

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27 GENNAIO<br />

“IL GIORNO<br />

DELLA MEMORIA”


Il Nazismo nacque in Germania in seguito alla grave crisi economica<br />

e alle tensioni sociali, che erano sorte dopo la guerra mon<strong>di</strong>ale. Il<br />

trattato Versailles stabilì che la Germania doveva pagare tutti i debiti<br />

<strong>di</strong> guerra e, subire l’occupazione militare francese nel bacino della<br />

Ruhr, una delle zone più importanti per l’economia della Germania.<br />

Questo portò al tracollo economico con un’inflazione spaventosa e<br />

un altissimo numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>soccupati. Crebbero movimenti <strong>di</strong> protesta<br />

sempre più forti e le potenze occidentali fecero ben poco per<br />

controllare la situazione politica tedesca. Il partito Nazista nacque<br />

negli anni 20, ma raggiunse un alto numero <strong>di</strong> seguaci solo dopo il<br />

1930. Era capeggiato <strong>da</strong> Adolf Hitler, il quale era già stato<br />

protagonista <strong>di</strong> una rivolta d’estrema destra nel 1923 a Monaco <strong>di</strong><br />

Baviera, che gli procurò solo una leggera con<strong>da</strong>nna. Egli riuscì a<br />

sfruttare questi problemi e crearsi consensi sempre più ampi<br />

alleandosi con i monarchici conservatori. Hitler accusò il trattato <strong>di</strong><br />

Versailles e gli ebrei <strong>di</strong> essere la causa della crisi della Germania, e<br />

promuoveva il ritorno <strong>di</strong> una nazione forte e dominatrice sull’Europa<br />

con un “terzo reich” .<br />

L’atrocità del nazismo raggiunse il suo apice nei campi <strong>di</strong><br />

concentramento dove furono rinchiusi tutti gli oppositori al nazismo,<br />

politici, prigionieri <strong>di</strong> guerra, omosessuali, zingari, oltre agli ebrei.<br />

Per questi ultimi fu riservato il trattamento peggiore: in con<strong>di</strong>zioni<br />

<strong>di</strong> vita <strong>di</strong>sperata, sfruttati al limite della resistenza umana.<br />

Nei campi <strong>di</strong> sterminio furono provate le torture terribili: <strong>da</strong>gli<br />

uomini usati come cavie negli esperimenti scientifici per provare<br />

nuove armi, veleni, farmaci per stu<strong>di</strong>are la resistenza al dolore agli<br />

stermini <strong>di</strong> massa nelle camere a gas o nei forni crematoi.<br />

I campi <strong>di</strong> concentramento erano <strong>di</strong>ffusi in tutta l’Europa sottoposta<br />

al dominio tedesco, fra i lager più tristemente famosi ci sono quelli<br />

<strong>di</strong> Auschwizt, Dachau, Buchenwald, Mauthausen. Anche in Italia<br />

c’erano dei campi <strong>di</strong> concentramento: la Risiera <strong>di</strong> San Sabba e<br />

Fossoli.<br />

Gui<strong>da</strong>: Il ricordo <strong>di</strong> questi fratelli abiti sempre i nostri cuori<br />

Tutti: Amen<br />

G: La loro morte sia oggi per noi segno dell’urgenza <strong>di</strong><br />

essere uomini e donne <strong>di</strong> pace e fratellanza<br />

T: Amen<br />

G: E la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio ci doni il coraggio <strong>di</strong> mettere <strong>da</strong><br />

parte le inutili preoccupazioni e <strong>di</strong> affi<strong>da</strong>rci a Lui e solo a<br />

Lui e con Lui essere segno <strong>di</strong> speranza là dove non vi è più<br />

speranza.<br />

T: Amen<br />

Padre mio, mi abbandono a te,<br />

<strong>di</strong> me fai quello che ti piace,<br />

grazie <strong>di</strong> ciò che fai per me,<br />

spero solamente in te.<br />

Purchè si compia il tuo volere<br />

in me e in tutti i miei fratelli,<br />

niente desidero <strong>di</strong> più<br />

fare quello che vuoi tu.<br />

Dammi che ti riconosca,<br />

<strong>da</strong>mmi che ti possa,<br />

amare sempre più,<br />

<strong>da</strong>mmi che ti resti accanto,<br />

<strong>da</strong>mmi d’essere l’amor.<br />

Fra le tue mani depongo la mia anima<br />

Con tutto l’amore del mio cuore,<br />

mio Dio la dono a te,<br />

perché ti amo immensamente.<br />

Si, ho bisogno <strong>di</strong> donarmi a te,<br />

senza misura affi<strong>da</strong>rmi alle tue mani, perché sei il Padre mio,<br />

perché sei il Padre mio.


Un SS:<br />

Tu non devi esistere, se tale razza è stata creata può<br />

generare solo male: tu e la tua popolazione non siete carne<br />

ed ossa, siete <strong>da</strong> eliminare… non coltivate nessun motivo<br />

per restare in vita…siete <strong>da</strong> cancellare <strong>da</strong>lla carta<br />

geografica..dovrete essere marchiati a fuoco, senza nome<br />

paese o <strong>di</strong>gnità. Tu non sai ciò che ti attende, il tuo Signore<br />

non verrà mai a salvarti…<br />

Un deportato:<br />

Signore quanto è complicato e inimmaginabile pensare solo<br />

che tu proprio tu la Misericor<strong>di</strong>a, l’Amore, il Senso della<br />

Vita, Madre e Padre, abbia creato a tua immagine e<br />

somiglianza figli tuoi così!<br />

Quanto è <strong>di</strong>fficile per la mente umana accettare tale<br />

pensiero e chiamarti Padre?<br />

Forse però una risposta c’è: tu sei morto e sei morto, per<br />

vedere felici anche quei figli…tu risani le ferite più<br />

profonde, tu ri<strong>da</strong>i la vita e riconce<strong>di</strong> mille e mille<br />

possibilità…<br />

“perdona loro perché non sanno quello che fanno”,<br />

tu <strong>di</strong>cesti alla fine quando sapevi che tutto era ormai<br />

compiuto… Aiutaci almeno, a non <strong>di</strong>menticare e ren<strong>di</strong>ci<br />

minuscoli strumenti semplici e facci guar<strong>da</strong>re più in là,<br />

alla Resurrezione, all’esistenza nell’esistenza, a te che culli<br />

abbracci e stringi sempre, dovunque e comunque…<br />

Per uccidere gli ebrei veniva usato lo Zyklon B, con il quale<br />

nei perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> massimo funzionamento delle camere a gas si<br />

uccidevano fino a 20.000 ebrei al giorno. Per chi non veniva<br />

ucciso imme<strong>di</strong>atamente dopo l’arrivo, la sopravvivenza me<strong>di</strong>a<br />

nei sottocampi <strong>di</strong> lavoro forzato era <strong>da</strong> tre a sei mesi. Vi furono<br />

deportati ebrei <strong>da</strong> tutta l’Europa, prigionieri russi, politici,<br />

polacchi, zingari. L’ultimo appello nel campo fu fatto<br />

il 17 gennaio 1945 a <strong>di</strong>eci giorni <strong>da</strong>lla liberazione.<br />

Quando il 27 gennaio l’armata rossa entrò nel<br />

campo, nei vari settori e sottocampi c’erano ancora 9.000<br />

internati. Quanto ai bambini e ai ragazzi ebrei oggi si calcola<br />

che ne siano stati internati più <strong>di</strong> 220.000. Oltre a questi, 11.000<br />

adolescenti e bambini zingari. Il giorno della liberazione, i<br />

detenuti ancora in vita <strong>di</strong> età inferiore ai quattor<strong>di</strong>ci anni erano<br />

400, per lo più molto ammalati e debilitati <strong>da</strong>lla fame, <strong>da</strong>l<br />

lavoro e <strong>da</strong>gli esperimenti me<strong>di</strong>ci.<br />

Ci fermiamo per fare memoria: ogni gesto che faremo,<br />

ogni parola che <strong>di</strong>remo, ogni testimonianza che<br />

ascolteremo sia una richiesta <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a!<br />

- Misericor<strong>di</strong>a!<br />

- Misericor<strong>di</strong>a!<br />

- Misericor<strong>di</strong>a!<br />

Rit: Signore pietà<br />

oppure Kyrie, eleison


L1. Le SS, urlando come cani, stiparono i prigionieri sui carri<br />

bestiame e serrarono le uscite. Il convoglio partì lentamente.<br />

Viaggiarono un giorno e una notte. Il 9 ottobre arrivarono in<br />

un paese, presso Monaco <strong>di</strong> Baviera. Alla stazione, lessero il<br />

nome: Dachau. Lì, Hitler e i suoi, avevano aperto il primo<br />

campo <strong>di</strong> sterminio. Tutto il mondo ricorderà con orrore quel<br />

nome, che per do<strong>di</strong>ci anni segnò crudeltà e morte per il numero<br />

enorme <strong>di</strong> vittime innocenti.<br />

L2. Io <strong>di</strong>cevo: a metà della mia vita me ne vado alle porte<br />

degli inferi; sono privato del resto dei miei anni... in un giorno<br />

e una notte mi conduci alla fine. Io ho gri<strong>da</strong>to fino al mattino.<br />

Come un leone, così egli stritola tutte le mie ossa. Come<br />

una ron<strong>di</strong>ne io pigolo, gemo come una colombe. Sono stanchi<br />

i miei occhi <strong>di</strong> guar<strong>da</strong>re in alto. Signore, io sono oppresso;<br />

proteggimi. (Is 38, 10-14)<br />

Rit.<br />

L1. Là dentro tutto era fatto per annientare l’uomo, per eliminare<br />

l’umano <strong>da</strong>gli uomini che vi erano buttati.<br />

L2. Frattanto gli uomini che avevano in custo<strong>di</strong>a Gesù lo<br />

schernivano e lo percuotevano, lo ben<strong>da</strong>vano e gli <strong>di</strong>cevano:<br />

Indovina: chi ti ha colpito? E molti altri insulti <strong>di</strong>cevano contro<br />

<strong>di</strong> lui. (Lc 22, 63-64)<br />

Rit.<br />

L1. Seguì il solito rito della depilazione, <strong>di</strong>sinfezione, bagno,<br />

che si faceva ad ogni prigioniero che giungeva là, nelle mani<br />

delle SS.<br />

L2. Quin<strong>di</strong> gli venivano <strong>da</strong>vanti e gli <strong>di</strong>cevano: Salve, re dei<br />

Giudei. E gli <strong>da</strong>vano schiaffi. (Gv 19,3) Rit.<br />

• Quanto è <strong>di</strong>fficile amare Colui che ha creato l’uomo a<br />

sua immagine e somiglianza, se poi lo stesso uomo<br />

contamina e semina terrore e crudeltà?<br />

Tru<strong>di</strong> Birger, E<strong>di</strong>th Stein, Padre Giuseppe Girotti, Elisa<br />

Springer, Primo Levi, Liliana Segre, Simone Weil, don<br />

Fortin, Padre Manziana, Mischa...<br />

questi sono SOLO alcuni...<br />

ci sono altri <strong>di</strong> cui si ricor<strong>da</strong> solo il numero...<br />

altri <strong>di</strong> cui non vi è rimasto proprio nulla....<br />

Cosa suscita in me questa realtà?<br />

Di cosa mi preoccupo nell’arco della giornata?<br />

A cosa <strong>da</strong> valore?<br />

Per cosa dono la vita? Per chi la dono?<br />

Dalla morte alla Risurrezione... compio questo cammino?<br />

Alleluia, alleluia, / alleluia, alleluia /alleluia, alleluia,<br />

alleluia, alleluia<br />

Ed oggi ancora, mio Signore, / ascolterò la tua Parola /che mi gui<strong>da</strong><br />

nel cammino della vita.<br />

Dal Vangelo secondo Luca<br />

“Il primo giorno dopo il sabato, <strong>di</strong> buon mattino, si recarono<br />

alla tomba, portando con se gli aromi che avevano preparato.<br />

Trovarono la pietra rotolata via <strong>da</strong>l sepolcro; ma, entrate,<br />

non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora<br />

incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti<br />

sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il<br />

volto a terra, essi <strong>di</strong>ssero loro: - Perchè cercate tra i morti<br />

colui che è vivo? Non è qui è risuscitato”.


Oltre la memoria del tempo che ho vissuto,<br />

oltre la speranza che serve al mio domani,<br />

oltre il desiderio <strong>di</strong> vivere il presente,<br />

anch’io, confesso, ho chiesto che cosa è verità?<br />

E tu, come un desiderio che non ha memoria, Padre buono,<br />

come una speranza che non ha confini,<br />

come un tempo eterno sei per me.<br />

Io so quanto amore chiede<br />

questa lunga attesa del tuo giorno, o Dio<br />

luce in ogni cosa io non vedo ancora,<br />

ma la tua parola mi rischiarerà.<br />

Quando le parole non bastano all’amore,<br />

quando il mio fratello doman<strong>da</strong> più del pane,<br />

quando l’illusione promette un mondo nuovo,<br />

anch’io rimango incerto nel mezzo del cammino.<br />

E tu, Figlio tanto amato, verità dell’uomo, mio Signore,<br />

come la promessa <strong>di</strong> un perdono eterno,<br />

libertà infinita sei per me.<br />

Chiedo alla mia mente coraggio <strong>di</strong> cercare,<br />

chiedo alle mie mani la forza <strong>di</strong> donare,<br />

chiedo al cuore incerto passione per la vita<br />

e chiedo a te, fratello, <strong>di</strong> credere con me!<br />

E tu, forza della vita, Spirito d’amore,<br />

dolce Id<strong>di</strong>o, grembo d’ogni cosa,<br />

tenerezza immensa, verità del mondo sei per me.<br />

• Quale prezzo hanno dovuto pagare uomini e donne solo<br />

per il fatto <strong>di</strong> essere ebrei: le nostre, spesso futili<br />

sofferenze, hanno senso <strong>di</strong> esistere?<br />

• Noi ci affanniamo per molte cose, ci preoccupiamo<br />

tanto della nostra immagine “presentabile”, del nostro<br />

essere adeguati: è paragonabile la loro adeguatezza alla<br />

nostra attuale?<br />

L1. Il lavoro pesante nei campi e le vessazioni continue erano<br />

massacranti, atroci per tutti. L’assistenza ai malati non si poteva<br />

chiamare con questo nome. Chi era malato, an<strong>da</strong>va in<br />

“infermeria” per morire, bestie destinate al macello. Tre<strong>di</strong>ci<br />

ore <strong>di</strong> lavoro ogni giorno, poi la ginnastica, l’interminabile<br />

appello dei prigionieri.<br />

L2. Allora i sol<strong>da</strong>ti lo rivestirono <strong>di</strong> porpora e, dopo aver<br />

intrecciato una corona <strong>di</strong> spine, gliela misero sul capo. Cominciarono<br />

poi a salutarlo: Salve, re dei Giudei!. E gli percuotevano<br />

il capo con una canna, gli sputavano addosso e,<br />

piegando le ginocchia, si prostravano a lui. Dopo averlo schernito,<br />

lo spogliarono della porpora e gli rimisero le sue vesti,<br />

poi lo condussero fuori per crocifiggerlo. (Mc 15,16-20)<br />

Rit.<br />

L1. I maltrattamenti, continui, volgari, crudeli, impreve<strong>di</strong>bili.<br />

Il cibo, a <strong>di</strong>r poco, schifoso, sempre scarso. Ogni giorno, molti<br />

morivano. A rendere agghiacciante il quadro, il camino del<br />

forno crematorio che fumava in continuazione. Il fumo era<br />

portato <strong>da</strong>l vento verso le baracche e talvolta giungeva fino a<br />

Monaco. A chi chiedeva spiegazioni, la risposta: Sono soltanto<br />

dei criminali.<br />

Era un campo <strong>di</strong> annientamento.<br />

L2. Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino<br />

alle tre del pomeriggio. Alle tre Gesù gridò con voce forte:<br />

Eloì, Eloì, lemà sabactani?, che significa: Dio mio, Dio mio,<br />

perchè mi hai abbandonato?. Alcuni dei presenti, u<strong>di</strong>to ciò,<br />

<strong>di</strong>cevano: Ecco, chiama Elia. Uno corse ad inzuppare <strong>di</strong> aceto<br />

una spugna e, postala su una canna, gli <strong>da</strong>va <strong>da</strong> bere, <strong>di</strong>cendo:<br />

Aspettate, ve<strong>di</strong>amo se viene Elia a toglierlo <strong>da</strong>lla croce.<br />

Ma Gesù, <strong>da</strong>ndo un forte grido, spirò. (Mc15,33-37) Rit.


Silenzio<br />

Canto: Abba misericor<strong>di</strong>a ( le strofe saranno cantate <strong>da</strong> un<br />

solista)<br />

Rit.Abbà, misericor<strong>di</strong>a Abbà. / Misericor<strong>di</strong>a Abbà, Abbà. /<br />

Abbà, misericor<strong>di</strong>a Abbà, / misericor<strong>di</strong>a Abbà, Abbà, Abbà.<br />

Ascoltiamo LILIANA SEGRE<br />

“Il 6 febbraio del 1944 il nostro treno si fermò ad Auschwitz,<br />

e al silenzio che aveva paralizzato l’ultima parte del nostro<br />

viaggio si sovrappose il rumore osceno degli assassini che<br />

aprivano le porte dei vagoni. Era la stazione <strong>di</strong> arrivo degli<br />

ebrei. La rampa era stata preparata <strong>da</strong> tempo per i treni che<br />

confluivano là <strong>da</strong> tutta l’Europa occupata <strong>da</strong>i nazisti, <strong>da</strong>i quali<br />

ogni giorno si riversavano centinaia <strong>di</strong> persone provenienti<br />

<strong>da</strong>lla Francia, <strong>da</strong>lla Cecoslovacchia, <strong>da</strong>ll’Italia, <strong>da</strong>lla Polonia,<br />

<strong>da</strong>lla Germania, <strong>da</strong>lla Grecia, <strong>da</strong>ll’Olan<strong>da</strong>, <strong>da</strong>l Belgio. Una<br />

babele i linguaggi invadeva i binari morti: i treni scaricavano<br />

quell’umanità e tornavano in<strong>di</strong>etro vuoti”. Rit.<br />

“Eravamo in 605 sul convoglio che raggiunse Auschwitz, fummo<br />

scelti per la vita in 128: 31 donne e 97 uomini. Gli altri si<br />

allontanarono sui camion...” Rit.<br />

“Il mio numero 75.190 non si cancella: è dentro <strong>di</strong> me. Sono<br />

io il 75.190. In questo i nostri assassini sono stati <strong>da</strong>vvero<br />

abili: chi porta sul braccio il numero <strong>di</strong> Auschwitz, prima <strong>di</strong><br />

ogni altra cosa è il numero <strong>di</strong> Auschwitz.I nazisti volevano<br />

annullare l’identità delle migliaia <strong>di</strong> persone che non venivano<br />

man<strong>da</strong>te <strong>da</strong>lla stazione <strong>di</strong>rettamente al gas, che dovevano<br />

rimanere vive finchè potevano lavorare, ma senza più il <strong>di</strong>ritto<br />

all’identità.<br />

“Padre Giuseppe aveva nel cuore una meravigliosa certezza:<br />

Cristo è con me, non sono solo, Lui è la mia gioia e la mia<br />

pace. Durante il lavoro, quando non vi erano sorveglianti alle<br />

costole, Padre Giuseppe con gli altri sacerdoti recitavano in<br />

silenzio o sottovoce, il Rosario... i preti <strong>di</strong> Dachau venivano<br />

spinti a lavorare anche <strong>di</strong> domenica... non potevano salire l’altare<br />

per rinnovare il sacrificio <strong>di</strong> Cristo, ma erano lì, sul campo,<br />

bagnato <strong>da</strong>l loro sangue, in oblazione, <strong>di</strong>ventati essi medesimi<br />

offerta viva al Dio vivente”.<br />

Rit. Solo tu sei il mio pastore / niente mai mi mancherà<br />

solo tu sei il mio pastore / o Signore<br />

Siedo alla tua tavola/ che mi hai preparato/ ed il calice è colmo<br />

per me/ <strong>di</strong> quella linfa <strong>di</strong> felicità/ che per amore hai versato.<br />

Rit.<br />

“Dopo qualche temo, Padre Giuseppe soffriva <strong>di</strong> nefrite e <strong>di</strong><br />

artrite, aveva la febbre. Nel suo cuore pregava e offriva, sul<br />

volto sempre più scarno, il sorriso...<br />

Uomo tutto <strong>di</strong> Dio, uomo dell’amore, ucciso <strong>da</strong>ll’o<strong>di</strong>o dei senza-Dio.<br />

Il 1° Aprile 1945, Pasqua <strong>di</strong> Risurrezione, nella aracca<br />

26, ai pie<strong>di</strong> del suo giaciglio vuoto, una mano scrisse: “S. Giuseppe<br />

Girotti”.<br />

Rit. Solo tu sei il mio pastore / niente mai mi mancherà<br />

solo tu sei il mio pastore / o Signore<br />

Sempre mi accompagnano/ lungo estati e inverni/ la tua grazia,<br />

la tua fedeltà/ nella tua casa io abiterò/ fino alla fine dei<br />

giorni. Rit.<br />

Canto durante il quale vengono messe delle ostie nella<br />

patena... il corpo <strong>di</strong> Padre Giuseppe unito a quello <strong>di</strong> Cristo<br />

<strong>di</strong>venta storia <strong>di</strong> salvezza.


Ascoltiamo PADRE GIUSEPPE GIROTTI (domenicano)<br />

“In un reparto del blocco 26 del lager era stata allestita una<br />

piccola cappella... non ci si spiega come le SS si fossero piegate<br />

all’installazione <strong>di</strong> una cappella nella baracca dei preti.<br />

Di buon mattino, alle quattro, prima dell’appello, un sacerdote<br />

celebrava la Messa; tutti gli altri partecipavano alla liturgia<br />

e ricevevano la Comunione. Era commovente vedere quattro<br />

sacerdoti in miseri vestiti <strong>di</strong> prigionieri, spesso scalzi, passare<br />

<strong>di</strong> fila in fila con il ciborio tra le mani a donare a tutti il Pane<br />

della vita. Padre Giuseppe era sereno”.<br />

Rit.Solo tu sei il mio pastore / niente mai mi mancherà<br />

solo tu sei il mio pastore / o Signore<br />

Mi conduci <strong>di</strong>etro te/ sulle ver<strong>di</strong> alture/ ai ruscelli tranquilli,<br />

lassù/ dov’è più limpi<strong>da</strong> l’acqua per me/ dove mi fai riposare.<br />

Rit.<br />

“Terminato l’appello, in mezzo a tutto a quel brulichio <strong>di</strong> persone,<br />

qualche sacerdote assai intraprendente, <strong>di</strong>stribuiva ad<br />

alcuni laici piccole teche <strong>di</strong> latte contenenti le Ostie consacrate<br />

<strong>da</strong> portare nell’infermeria e nei blocchi <strong>di</strong> quarantena, dove<br />

il prete non poteva entrare. Il Cristo così era presenza ineffabile<br />

anche a Dachau, dolcissimo conforto e viatico nel dolore<br />

e nella morte, a coloro che nella prigionia avevano perso tutto,<br />

ma non il suo amore”.<br />

Rit.Solo tu sei il mio pastore / niente mai mi mancherà<br />

solo tu sei il mio pastore / o Signore<br />

Anche fra le tenebre/ d’un abisso oscuro/ io non temo alcun<br />

male perchè/ tu mi sostieni, sei sempre con me/ ren<strong>di</strong> il<br />

sentiero sicuro. Rit.<br />

Diventammo “pezzi”. Il concetto <strong>di</strong> persona spariva per sempre.<br />

“Quanti pezzi hai nella tua baracca?”, si chiedevano fra<br />

loro le guar<strong>di</strong>e al momento dell’appello. E i pezzi vanno numerati<br />

affinchè non si per<strong>da</strong>no. Da quel momento i nostri nomi<br />

erano cancellati <strong>da</strong>lla storia e sostituiti con un numero”.<br />

Rit.<br />

Silenzio<br />

Canto durante il quale vengono messe delle ostie nella<br />

patena... il corpo <strong>di</strong> Liliana unito a quello <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong>venta<br />

storia <strong>di</strong> salvezza.<br />

Nella memoria <strong>di</strong> questa Passione, /noi ti chie<strong>di</strong>amo perdono, Signore.<br />

Per ogni volta che abbiamo lasciato / il tuo fratello morire <strong>da</strong> solo.<br />

Noi ti preghiamo, Uomo della croce,<br />

Figlio e fratello, noi speriamo in te!<br />

Nella memoria <strong>di</strong> questa tua morte, / noi ti chie<strong>di</strong>amo coraggio, Signore,<br />

per ogni volta che il dono d’amore / ci chiederà <strong>di</strong> soffrire <strong>da</strong> soli<br />

Ascoltiamo ETTY HILLESUM<br />

“Il buffo è che non mi sento nelle loro grinfie, sia che io<br />

rimanga qui, sia che io venga deportata, mi sento soltanto<br />

nelle braccia <strong>di</strong> Dio, e sia che mi trovi qui, a questa scrivania<br />

terribilmente cara e familiare, o fra un mese in una nu<strong>da</strong><br />

camera del ghetto e fors’anche in un campo <strong>di</strong> lavoro<br />

sorvegliato <strong>da</strong>lle SS, nelle braccia <strong>di</strong> Dio credo che mi<br />

sentirò sempre”.<br />

Rit. E ti rialzerà,ti solleverà su ali d’aquila<br />

ti reggerà, sulla brezza dell’alba ti farà brillar<br />

come il sole, così nelle sue mani vivrai.


“Dio non è responsabile verso <strong>di</strong> noi, siamo noi ad esserlo<br />

verso <strong>di</strong> lui. So quel che ci può ancora succedere. Le ultime<br />

notizie <strong>di</strong>cono che tutti gli ebrei saranno deportati <strong>da</strong>ll’Olan<strong>da</strong><br />

in Polonia, passando per il Drenthe. Se rimarremmo vivi, queste<br />

saranno altrettanto ferite che dovremo portarci dentro per<br />

sempre. Eppure non riesco a trovare assur<strong>da</strong> la vita…nemmeno<br />

Dio è responsabile verso <strong>di</strong> noi per le assur<strong>di</strong>tà che noi stessi<br />

commettiamo: i responsabili siamo noi!” Rit.<br />

“Sono già morta mille volte in mille campi <strong>di</strong> concentramento.<br />

So tutto quanto e non mi preoccupo più per le notizie future.<br />

Eppure trovo questa vita bella e ricca <strong>di</strong> significato. Ogni<br />

minuto”. Rit.<br />

“Di notte, mentre ero coricata nella mia cuccetta,<br />

circon<strong>da</strong>ta <strong>da</strong> donne e ragazze che russavano piano, o<br />

sognavano ad alta voce, o piangevano silenziosamente, o<br />

si giravano e rigiravano, donne e ragazze che <strong>di</strong>cevano così<br />

spesso durante i giorni:-Non voglio pensare-,-Non<br />

vogliamo sentire, altrimenti <strong>di</strong>ventiamo pazze- a volte<br />

provavo un’infinita tenerezza, me ne stavo sveglia e<br />

lasciavo che mi passassero <strong>da</strong>vanti gli avvenimenti, le fin<br />

troppe impressioni <strong>di</strong> un giorno fin troppo lungo, e<br />

pensavo:-Su, lasciatemi essere il cuore pensante <strong>di</strong> questa<br />

baracca-. Ora voglio esserlo un’altra volta. Vorrei essere il<br />

cuore pensante <strong>di</strong> un intero campo <strong>di</strong> concentramento”.<br />

Rit.<br />

Etty muore ad Auschwitz-Birkenau il 30 novembre 1943,<br />

mentre i suoi genitori sono man<strong>da</strong>ti <strong>di</strong>rettamente <strong>da</strong>l vagone<br />

ferroviario ai gas. Rit.<br />

Sielnzio<br />

Canto durante il quale vengono messe delle ostie nella<br />

patena... il corpo <strong>di</strong> Etty unito a quello <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong>venta<br />

storia <strong>di</strong> salvezza.<br />

Tu che abiti al riparo del Signore<br />

e che <strong>di</strong>mori alla Sua ombra<br />

<strong>di</strong> al Signore:’’Mio rifugio,<br />

mia roccia in cui confido.<br />

E ti rialzerà,ti solleverà su ali d’aquila<br />

ti reggerà, sulla brezza dell’alba ti farà brillar<br />

come il sole, così nelle sue mani vivrai.<br />

Dal laccio del cacciatore ti libererà<br />

e <strong>da</strong>lla carestia che <strong>di</strong>strugge.<br />

Poi ti coprirà con le sue ali<br />

e rifugio troverai. Rit.<br />

Non devi temere i terrori della notte<br />

né freccia che vola <strong>di</strong> giorno<br />

mille cadranno al tuo fianco,<br />

ma nulla ti colpirà. Rit.<br />

Perché ai Suoi angeli ha <strong>da</strong>to<br />

un comando <strong>di</strong> preservarti<br />

in tutte le tue vie<br />

ti porteranno sulle loro mani<br />

contro la pietra<br />

non inciamperai. Rit.<br />

E ti rialzerò, ti solleverò<br />

su ali d’aquila ti reggerò<br />

sulla brezza dell’alba ti farò brillar<br />

come il sole,<br />

così nelle mie mani vivrai.

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