RICERCA SU TAMPONI FARINGEI - italbioforma
RICERCA SU TAMPONI FARINGEI - italbioforma
RICERCA SU TAMPONI FARINGEI - italbioforma
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
METODO STANDARD NAZIONALE<br />
<strong>RICERCA</strong> <strong>SU</strong><br />
<strong>TAMPONI</strong> <strong>FARINGEI</strong><br />
BSOP 9<br />
Emesso dalla Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory<br />
Centre for Infections<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 1 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
STATO DEI METODI STANDARD NAZIONALI<br />
I Metodi Standard Nazionali, che includono le standard operating procedures (SOPs), algoritmi e linee guida,<br />
promuovono l’adozione di elevati livelli di qualità, contribuendo ad assicurare la possibilità di confronto delle informazioni<br />
diagnostiche ottenute in laboratori diversi Ciò consente la standardizzazione della sorveglianza sostenuta dalla ricerca,<br />
sviluppo e verifica, promovendo nello stesso tempo la salute pubblica e la fiducia del paziente nelle proprie strutture<br />
sanitarie. I metodi sono ben referenziati e rappresentano un buon standard minimo per la microbiologia clinica e per la<br />
salute pubblica. Comunque, utilizzando i Metodi Standard Nazionali, i laboratori dovranno tenere in considerazione le<br />
esigenze locali e potranno intraprendere ricerche addizionali. I metodi forniscono inoltre un punto di riferimento per un<br />
loro ulteriore sviluppo.<br />
I Metodi Standard Nazionali sono stati sviluppati, revisionati ed aggiornati con una procedura aperta di consenso ove le<br />
opinioni di tutti i partecipanti sono state tenute in adeguata considerazione ed i documenti elaborati riflettono il consenso<br />
della maggior parte degli stessi.<br />
I rappresentanti di alcune organizzazioni professionali, incluse quelle il cui logo appare sulla prima pagina, sono membri<br />
dei gruppi di lavoro che sviluppano i Metodi Nazionali Standard. L’inclusione del logo di una organizzazione nella prima<br />
pagina implica sostegno agli obiettivi ed al processo di preparazione dei metodi standard. I componenti di queste<br />
organizzazioni scientifiche hanno partecipato allo sviluppo dei Metodi Nazionali Standard ma le loro opinioni personali<br />
non rispecchiano necessariamente quelle dell’organizzazione di cui sono membri. L’elenco attuale delle organizzazioni<br />
professionali partecipanti può essere ottenuto tramite e-mail all’indirizzo standards@hpa.org.uk.<br />
Le prestazioni dei metodi standard sono condizionate dalla qualità di reagenti, strumentazione, procedure commerciali o<br />
prove messe a punto in loco. I laboratori dovrebbero assicurare che queste siano state validate e dimostrate idonee allo<br />
scopo prefissato. Devono essere adottate procedure di controllo di qualità interno ed esterno.<br />
Nonostante siano state osservate le più scrupolose attenzioni nella preparazione di questa pubblicazione, la Health<br />
Protection Agency o qualsiasi organizzazione di sostegno non può essere ritenuta responsabile dell’accuratezza o<br />
dell’utilizzo o di qualsiasi conseguenza derivante dall’uso o da modifiche delle informazioni contenute in questo<br />
documento. Queste procedure sono intese solamente come una risorsa generale per i professionisti che esercitano in<br />
questo settore, operanti nel Regno Unito, pertanto si dovrà ricorrere ad altri consulenti quando ritenuto necessario. Se si<br />
apportano modifiche a questa pubblicazione, si deve porre in evidenza dove sono state apportate modifiche al<br />
documento originale. La Health Protection Agency (HPA) dovrà essere menzionata in ogni circostanza.<br />
La HPA è una organizzazione indipendente che ha lo scopo di proteggere la salute della popolazione. Ad essa<br />
confluiscono esperienze professionali già appartenenti ad organizzazioni ufficiali. Maggiori informazioni riferibili alla HPA<br />
possono essere ottenute al sito www.hpa.org.uk.<br />
La HPA è un’organizzazione che mira ad essere completamente in accordo con le direttive Caldicott. Ciò significa<br />
prendere ogni possibile precauzione per prevenire la diffusione non autorizzata di informazioni sui pazienti e di garantire<br />
che le informazioni relative agli stessi siano mantenute in condizioni di sicurezza 1 .<br />
Maggiori dettagli possono essere ottenuti dal sito web www.evaluations-standards.org.uk. Contributi allo sviluppo dei<br />
documenti possono essere forniti contattando l’indirizzo standards@hpa.org.uk.<br />
Per cortesia prendere nota che la bibliografia è attualmente formattata con il software Reference Manager. Se si modifica o si<br />
cancella il testo senza avere installato nel computer il Reference Manager, la bibliografia non sarà aggiornata automaticamente.<br />
Riferimento suggerito per questo documento:<br />
Health Protection Agency (2005). Investigation of throat swabs. National Standard Method BSOP 9 Emissione 6.<br />
http://www.hpa-standardmethods.org.uk/pdf_bacteriology.asp<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 2 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
INDICE<br />
STATO DEI METODI NAZIONALI STANDARD ………......................................……………..……………. 2<br />
INDICE …………………………………………….................................……..................................……….... 3<br />
PROCEDURA DI MODIFICA …………………………………………….................................…………….... 4<br />
SCOPO DEL DOCUMENTO ……………………………………………...........................……………........... 5<br />
INTRODUZIONE ……………………………………………………............................…………………………. 5<br />
FARINGITE ....…………................…..................................…………………………………………….... 5<br />
DIFTERITE ................................................................................................…….................................. 5<br />
CRITERI PER LO SCREENIING DEI <strong>TAMPONI</strong> FARINGE .......................…....................………...... 6<br />
EPIGLOTTIDITE .......................….......…………………………………………………...........………...... 7<br />
ANGINA DI VINCENT .......................….....…….………………………………………...........………...... 7<br />
ALTRE CAUSE DI FARINGITE ....................................……..........................….. …………………..… 7<br />
INFORMAZIONI TECNICHE …………………………………………........................…………………………. 8<br />
1.0 CONSIDERAZIONI <strong>SU</strong>LLA SICUREZZA ………...................……………………................……..… 9<br />
1.1 RACCOLTA DEL CAMPIONE …………... ………………………………………………………….... 9<br />
1.2 TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE …………………………………………….. 9<br />
1.3 PROCEDURA ANALITICA <strong>SU</strong>L CAMPIONE ………..…………………………………………........ 9<br />
2.0 PRELIEVO DEL CAMPIONE ………...................…………………………...........................……..… 9<br />
2.1 TEMPO OTTIMALE PER IL PRELIEVO DEL CAMPIONE ……………………………………..... 9<br />
2.2 TIPO DI CAMPIONE APPROPRIATO E METODO DI PRELIEVO ...………………………....... 9<br />
2.3 QUANTITA’ E NUMERO APPROPRIATO DI CAMPIONI …………… …………………….......... 10<br />
3.0 TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE ……………………............................…….. 10<br />
3.1 TEMPO FRA PRELIEVO DEL CAMPIONE E PROCEDURA ANALITICA ………….………...... 10<br />
3.2 ACCORGIMENTI PARTICOLARI PER RIDURRE IL DETERIORAMENTO …………....………. 10<br />
4.0 PROCEDURA <strong>SU</strong>L CAMPIONE ..………………………………………...........................…………… 10<br />
4.1 SELEZIONE DELLA PROVA ………….………………………………………………….………...... 10<br />
4.2 ASPETTO ……………….………………………………………………………..………..…….…..…. 10<br />
4.3 MICROSCOPIA ……………….………………………………………………………..……….…..…. 10<br />
4.4 COLTURA E MODALITA’ DI <strong>RICERCA</strong> …………………………………………..……………...…. 10<br />
4.5 IDENTIFICAZIONE ………………………………………………………………...……………......… 12<br />
4.6 PROVE DI SENSIBILITA’ AGLI ANTIMICROBICI ………………………………………………..... 12<br />
5. 0 PROCEDURA DI REFERTAZIONE ……………………………...........................…………..………. 12<br />
5.1 MICROSCOPIA ………………. ………………………………………….…………………...………. 12<br />
5.2 COLTURA ………………. ………………………………………………..…………………...………. 12<br />
5.3 PROVE DI SENSIBILITA' AGLI ANTIMICROBICI ……………………........………………………. 13<br />
6. 0 SEGNALAZIONE ALLA HPA (LOCALE ED AI SERVIZI NAZIONALI ED AL CENTRO CDSC<br />
PER LE INFEZIONI) ..…………………............................................................................................. 13<br />
RINGRAZIAMENTI ED INDIRIZZI ……………………………………………...........................……………… 13<br />
BIBLIOGRAFIA ……………………………………………………………….............................……………… 14<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 3 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
PROCEDURA DI MODIFICA<br />
Documento di riferimento controllato BSOP 9<br />
Titolo del documento controllato Procedura Operativa Standard per le ricerche su tamponi faringei<br />
Ciascun National Standard Method possiede una registrazione separata con le correzioni. Le attuali<br />
correzioni sono specificate in questa pagina. Le precedenti modifiche sono disponibili presso la<br />
standards@hpa.org.uk.<br />
L’emissione di pagine nuove o revisionate di ciascun documento devono essere aggiornate dal proprietario<br />
del laboratorio.<br />
Modifica<br />
Numero/<br />
Data<br />
6/<br />
25.08.05<br />
Emissione no.<br />
Scartata<br />
Inserita<br />
Emissione no.<br />
5.1 6 1<br />
Pagina Sessione(i) interessate Modifica<br />
2<br />
4<br />
5<br />
11<br />
14<br />
Prima pagina<br />
Stato del Documento<br />
Pagina della procedura di modifica<br />
Introduzione<br />
Tabella 4.4.3<br />
Bibliografia<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 4 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk<br />
Ridisegnata<br />
Revisionato<br />
Ridisegnata<br />
Riscritta<br />
Modificata<br />
Aggiornata
PROCEDURA OPERATIVA STANDARD<br />
PER LA <strong>RICERCA</strong> <strong>SU</strong> <strong>TAMPONI</strong> <strong>FARINGEI</strong><br />
Tipo di campione: Tampone faringeo<br />
SCOPO DEL DOCUMENTO<br />
Questa SOP descrive l’isolamento da tamponi faringei di microrganismi noti per causare infezioni del tratto<br />
respiratorio superiore.<br />
INTRODUZIONE<br />
FARINGITE 2<br />
Streptococchi beta-emoltici<br />
Lo Streptococco di gruppo A di Lancefield è la causa più comune di faringite batterica. La maggior parte<br />
delle procedure di laboratorio è focalizzata principalmente su questo microrganismo. I portatori sani di<br />
streptococchi di gruppo A sono di solito i bambini (fino al 20%); le percentuali sono molto più basse negli<br />
adulti. In questi soggetti l’isolamento dello streptococco di gruppo A non implica necessariamente una<br />
condizione di infezione.<br />
Le manifestazioni extra-faringee dello streptoccoco di gruppo A di Lancefield possono essere suddivise in<br />
quelle associate ad un’infezione acuta e nelle sequele non suppurative post streptococcicche, quali la febbre<br />
reumatica acuta e la glamerulonefrite, che si manifestano 2-3 settimane dopo l’infezione faringea 3 .<br />
Nell’infezione acuta si possono manifestare batteriemia e shock settico. Le sequele poststreptococciche<br />
sembrano essere limitate ad un gruppo circoscritto di sierotipi 4 .<br />
La percentuale di isolamento di streptococco di gruppo A di Lancefield può essere aumentata con<br />
l’incubazione delle piastre di coltura per 40-48 ore 5 .<br />
Gli streptococchi di Lancefield di gruppo C sono stati considerati come agenti causali della faringite 6 . Gli<br />
streptococchi beta emolitici di gruppo C che inducono infezione nell’uomo includono quelli che formano<br />
grandi colonie come lo Streptococcus dysgalactiae subspecie equisimilis e quelli a piccole colonie o<br />
aggregati “milleri”, Streptococcus constellatus subspecie pharingis e Streptococcus anginosus. I membri<br />
dell’aggregato “milleri”, ora conosciuto come gruppo “anginosus” non sono coinvolti nella faringite batterica,<br />
e possono essere dotati di antigeni A o F di Lancefield come pure di antigeni C o G. Gli streptococchi di<br />
gruppo C di Lancefield, che causano zoonosi, includono Streptococcus equi, sottospecie zooepidemicus,<br />
Streptococcus equi, sottospecie equi e Streptococcus dysgalactiae sottospecie dysgalactiae e raramente<br />
sono patogeni per l’uomo. Gli streptococchi del groppo G di Lancefield sono suddivisi in microrganismi che<br />
sviluppano “colonie di grandi dimensioni” (comprendente la specie di tipo animale, Streptococcus canis ed<br />
una specie di tipo umano, comunemente nota come Streptococcus dysgalactiae sottospecie equisimilis e<br />
quelli di aspetto a “colonie piccole” (S. anginosus) 7 . Il tipo a “colonie piccole” non si ritiene possa causare<br />
faringite.<br />
La maggior parte delle osservazioni che pongono in evidenza gli streptococchi di Lancefield di gruppo C e G<br />
come agenti eziologici di faringite sono fornite da segnalazioni di tipo epidemico 8-11 .<br />
DIFTERITE<br />
Corynebacterium diphtheriae e Corynebacterium ulcerans<br />
La difterite è una malattia infettiva acuta delle vie respiratorie superiori ed occasionalmente della cute. E’<br />
causata da ceppi tossigeni di Corynebacterium diphtheriae (dei quali sono noti 4 biotipi – gravis, mitis,<br />
intermedius, e belfanti) ed alcuni ceppi di Corynebacterium ulcerans e Corynebacterium<br />
12, 13<br />
pseudotuberculosis . Tutti possono essere portatori del gene della tossina di origine fagica. In caso di<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 5 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
manifestazione clinica completa di difterite, questa tossina danneggia l’epitelio faringeo fino a produrre una<br />
pseudomembrana coriacea, che conferisce il nome alla malattia. Questa membrana può occludere le vie<br />
aeree, talvolta portando a morte per ostruzione respiratoria. L’assorbimento da parte dell’ospite per via<br />
sistemica della tossina prodotta nel sito di replicazione primaria può danneggiare un’ampia tipologia di<br />
cellule, includente quelle cardiache e del sistema nervoso. La miocardite e le disfunzioni neurologiche<br />
possono causare il decesso o contribuire all’insorgenza di invalidità.<br />
I casi clinici di lieve importanza assomigliano alle faringiti streptococciche e possono mancare le<br />
patognomoniche pseudomembrane faringee. Si ritiene che C. diphtheriae sia dotato di fattori di virulenza<br />
addizionali come nei casi di malattia invasiva prodotta da ceppi privi di tossina segnalati in letteratura 14-17 . I<br />
ceppi non tossigeni di C. diphtheriae possono essere presenti nei campioni clinici, in modo particolare in<br />
quelli prelevati a persone immunizzate in precedenza nei confronti della tossina difterica. C. ulcerans<br />
generalmente causa una faringite di moderata gravità senza alcuna sequela. Si ritiene che attualmente in<br />
Inghilterra e nel Galles C. ulcerans sia responsabile di un numero di casi clinici di difterite simile a quello<br />
causato da C diphtheriae e pertanto non può più essere considerato come un agente eziologico di raro<br />
riscontro. E’ stata dimostrata la possibilità di trasmissione interumana di C. ulcerans 5 .<br />
Il meccanismo patogenetico non è stato definito. Dopo la pubblicazione delle sequenze genomiche, sono<br />
noti i geni che codificano l’adesività, le fimbrie ed altri prodotti batterici che si ritiene contribuiscono<br />
all’espressione della patogenicità 18 .<br />
I ceppi non tossigeni presenti nella flora faringea possiedono la capacità di sviluppare conversione lisogena<br />
con produzione della tossina in vivo e di causare malattia 19 .<br />
E’ stato inoltre segnalato un aumento dell’incidenza della difterite in alcune aree geografiche quali l’ex<br />
Unione Sovietica, sebbene la situazione sia ora sotto controllo 20 . I casi di difterite sono stati segnalati in<br />
modo continuativo da ogni nazione aderente alla WHO, con maggior frequenza da regioni a rischio quali<br />
l’Africa, il Sud Est asiatico ed il Sud America. Nella popolazione suscettibile la penetrazione di un ceppo<br />
tossigeno può essere determinata dalla diffusione diretta tramite infezione per aerosol. L’immunizzazione di<br />
massa ha ottenuto nel Regno Unito la virtuale scomparsa del C. diphtheriae tossigenico, ma questa<br />
condizione può non avere modificato lo stato di portatore di ceppi non tossigenici.<br />
CRITERI PER LO SCREENING DEI <strong>TAMPONI</strong> <strong>FARINGEI</strong><br />
Questa SOP raccomanda lo screening per le specie Corynebacterium nelle seguenti circostanze 21 .<br />
1. Tampone faringeo o nasale da un paziente con uno o più dei seguenti fattori di rischio:<br />
• membrane o faringite/tonsillite membranosa<br />
• viaggio all’estero (in primo luogo URSS, Africa, Sud America e Sud Est asiatico) negli ultimi 10<br />
giorni<br />
• contatto recente con soggetti che hanno viaggiato recentemente all’estero (ovunque)*<br />
• consumo recente di prodotti di latte crudo (C. ulcerans)<br />
• recenti contatti con fattorie/animali di fattoria o animali domestici (C. ulcerans)<br />
• il paziente lavora in un laboratorio di microbiologia clinica o simili, ove possono essere<br />
manipolate specie di Corynebacterium<br />
* il viaggio o contatto con viaggiatori negli ultimi 10 giorni sono la condizione più rilevante<br />
per il rischio di difterite<br />
2. Tamponi da ulcere croniche non causate da ustioni o lesioni cutanee con uno dei seguenti<br />
fattori di rischio:<br />
• recente viaggio all’estero (specialmente nei paesi tropicali)<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 6 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
• recente contato con soggetti che hanno viaggiato recentemente all’estero (ovunque)<br />
• il paziente lavora in un laboratorio di microbiologia clinica o simili, ove sono manipolate specie<br />
di Corynebacterium<br />
Si raccomanda che i laboratori con specifici compiti di consulenza di sanità pubblica, quali quelli della Health<br />
Protection Agency continuino ad eseguire lo screening per le specie Corynebacterium con tampone<br />
faringeo: questa procedura assicura una sorveglianza continua della malattia (consultare QSOP 53 –<br />
Raccomandazioni per lo screening dei campioni per le specie Corynebacterium).<br />
EPIGLOTTIDITE 22<br />
La maggior parte dei casi di epiglottidite nei bambini in età inferiore a cinque anni è di solito causata<br />
dall’Haemophilus influenzae di tipo b 23 . A seguito dell’adozione del vaccino di H. influenzae tipo b (Hib)<br />
dell’Ottobre 1992 si è manifestata una rapida diminuzione dei casi di epiglottidite acuta causata da questo<br />
microrganismo. La maggior parte dei bambini che hanno sviluppato la malattia nel periodo successivo<br />
all’Ottobre del 1992 non era stato vaccinato. E’ stato segnalato il caso sporadico di un bambino immunizzato<br />
in precedenza con Hib che ha sviluppato un’epiglottidite acuta causata H. influenzae di tipo b 23 .<br />
In caso di epiglottidite si deve tenere ancora in considerazione l’H. influenzae. Il trattamento di una malattia<br />
invasiva da H. influenzae di tipo b può non bonificare la condizione di portatore faringeo del microrganismo.<br />
La mancata eradicazione dalle vie respiratorie superiori può rappresentare una condizione di rischio per il<br />
paziente e per i contatti familiari suscettibili. La persistenza dello stato di portatore può essere implicata<br />
come condizione causale ricorrente di malattia invasiva da H. influenzae 24,25 .<br />
I tamponi faringei possono essere utili per determinare la colonizzazione delle vie aeree superiori da H.<br />
influenzae tipo b e sono di solito prelevati solo per studi a carattere epidemiologico.<br />
ANGINA DI VINCENT<br />
La Borrelia vincentii e le specie Fusobacterium sono associate nell’infezione nota come angina di Vincent.<br />
Questa è caratterizzata da ulcerazioni faringee o delle gengive e si manifesta negli adulti con scarsa igiene<br />
della bocca o in corso di gravi malattie sistemiche.<br />
ALTRE CAUSE DI FARINGITE<br />
C. diphtheriae non-tossigeni<br />
I C. diphtheriae non-tossigeni possono provocare una faringite dolorosa ma sono solitamente assenti le<br />
tipiche membrane difteriche ed i sintomi correlati all’assorbimento della tossina. A seguito di una reintroduzione<br />
dello specifico gene, questi microrganismi possono comunque realizzare la produzione della<br />
tossina. E’ stata avanzata l’ipotesi che particolari cloni di C. diphtheriae non-tossigeni possono essere<br />
particolarmente virulenti, come recentemente segnalato in paesi da poco tempo indipendenti o nella<br />
precedente Unione Sovietica 26-28 . Nell’uomo sembra che occasionalmente si manifestino infezioni invasive<br />
da ceppi non tossigeni di C. diphtheriae. Queste condizioni morbose sembrano essere rare e sono rilevate<br />
con le emocolture piuttosto che dalle colture dei tamponi faringei o nasofaringei<br />
Arcanobacterium haemolyticum (precedentemente Corynebacterium haemolyticum)<br />
Sebbene Arcanobacterium haemolyticum sia noto come patogeno per l’uomo, questa SOP non raccomanda<br />
la sua ricerca di routine. E’ stato associato a tonsillite, faringite e causa un esantema in giovani adulti ed<br />
occasionalmente nei bambini 29,30 . E’ stato consigliato di considerare l’isolamento di A. haemolyticum nei<br />
soggetti con ripetuti episodi di tonsillite associati a fallimento terapeutico.<br />
Dopo 48 ore di incubazione su agar sangue le colonie di A. haemolyticum presentano una limitata zona di ßemolisi<br />
ed un diametro di 0.5mm 31 . Nei casi in cui si sospetta la presenza di A. haemolyticum, l’incubazione<br />
delle piastre di coltura può richiedere un prolungamento fino a 72 ore 31 . La presenza del microrganismo può<br />
essere suggerita dalla formazione di una depressione dell’agar sotto la colonia; quando la colonia è spinta a<br />
lato si pone in evidenza una minuta depressione scura 31 .<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 7 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
Fusobacterium necrophorum<br />
L’insorgenza dell’infezione causata da Fusobacterium necrophorum è caratterizzata da una faringite acuta e<br />
febbrile talvolta associata a tonsillite membranosa 32 . In assenza di terapia si possono manifestare<br />
batteriemia ed infezioni metastatiche.<br />
Neisseria gonorrhoeae<br />
I campioni faringei contengono un’ampia varietà di microrganismi, incluse specie saprofitiche di Neisseria.<br />
Deve essere attentamente eseguita l’identificazione della Neisseria gonorrhoeae da siti extragenitali quali<br />
l’orofaringe perché un risultato positivo può avere rilevanza clinica ed implicazioni medico-legali. La<br />
colonizzazione della faringe può essere riscontrata in pazienti con gonorrea genitale ma la faringe raramente<br />
è l’unica sede infetta 33 .<br />
Infezioni fungine<br />
Queste infezioni sono comuni nei pazienti immunodeficienti specialmente durante i periodi di neutropenia<br />
grave. I pazienti che assumono antibiotici sono anch’essi predisposti alle infezioni fungine. Le specie<br />
Candida sono raramente causa di gravi esofagiti invasive che possono determinare desquamazione e<br />
perdita di tessuto 34 . Il riscontro di candidosi orofaringea associata a disfagia suggerisce la possibilità di una<br />
candidosi esofagea 35,36 e questa può essere una condizione per definire l’evoluzione della malattia in AIDS.<br />
Staphylococcus aureus<br />
I tamponi faringei possono essere utili per ricercare i portatori di Staphylococcus aureus, ad esempio nella<br />
fase preoperatoria per pazienti da trattare con chirurgia cardiaca.<br />
I tamponi faringei sono inoltre utilizzati per gli screening dei portatori di Staphylococcus aureus Meticillino<br />
Resistente (MRSA) (consultare BSOP 29). S. aureus è un importante agente eziologico di ascessi<br />
peritonsillari (tonsillite purulenta) dai quali il pus può essere aspirato ed inviato per la coltura (consultare<br />
BSOP 14).<br />
Neisseria meningitidis<br />
Può essere trasmessa da portatore a portatore, probabilmente per via oro-respiratoria. Un individuo<br />
suscettibile è a rischio quando è esposto a contatti di tipo ravvicinato, quali quelli intercorrenti fra familiari<br />
identificati come portatori 37,38 . I portatori possono assumere un ruolo importante nelle epidemie di malattia<br />
meningococcica 39 .<br />
I tamponi faringei rappresentano un ausilio per la diagnosi di meningite meningococcica 40 . N. meningitidis<br />
può essere isolata da un tampone faringeo in circa la metà dei casi di malattia meningococcica invasiva. Il<br />
ceppo isolato dal tampone faringeo è con ogni probabilità del medesimo gruppo e tipo di quello isolato dal<br />
liquido cerebrospinale e dal sangue 38 . Alcune segnalazioni hanno descritto come i tamponi faringei prelevati<br />
da persone che hanno subito contatti non hanno alcun valore nel sostenere la diagnosi perché i ceppi isolati<br />
da questi soggetti sono spesso differenti da quelli riscontrati nel caso clinico di riferimento 41-43 .<br />
Screening dei neonati<br />
Lo screening di sorveglianza dei neonati può includere il tampone faringeo (consultare BSOP 23).<br />
INFORMAZIONI TECNICHE<br />
E’ stato dimostrato che la percentuale di isolamento di H. influenzae e di S. pneumoniae non sono<br />
significativamente differenti quando si utilizza agar cioccolato contenente bacitracina (o agar cioccolato con<br />
disco di bacitracina) al posto dell’agar cioccolato 44 . Sull’agar che contiene bacitracina la flora competitiva è in<br />
ogni caso ridotta in modo significativo e la qualità della crescita di H. influenzae è migliore, facilitando in tal<br />
modo il “trasferimento” delle colonie.<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 8 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
1.0 CONSIDERAZIONI <strong>SU</strong>LLA SICUREZZA 45-50<br />
1.1 RACCOLTA DEL CAMPIONE<br />
N/D<br />
1.2 TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE<br />
Contenitori di plastica chiusi<br />
1.3 PROCEDURA ANALITICA <strong>SU</strong>L CAMPIONE<br />
C. diphtheriae/C. ulcerans appartengono al Gruppo di Rischio 2, sebbene in alcuni casi la tipologia<br />
del lavoro possa richiedere condizioni di Contenimento completo di Livello 3<br />
Gli isolati sospetti di C. diphtheriae/C. ulcerans devono essere sempre manipolati in una cabina<br />
microbiologica di sicurezza. Per la prova dell’ureasi è considerato più sicuro un becco di clarino di<br />
agar urea che un terreno liquido.<br />
C. diphtheriae/C. ulcerans causano malattia grave e talvolta mortale. Sono state segnalate infezioni<br />
acquisite in laboratorio 12 . Il microrganismo infetta in primo luogo le vie respiratorie. E’ disponibile la<br />
vaccinazione antidifterica; la linea guida è fornita dalla Health Protection Agency immunisation<br />
policy.<br />
N. meningitidis appartiene al Gruppo di Rischio 2, sebbene in alcuni casi la tipologia del lavoro<br />
possa richiedere condizioni di Contenimento completo di Livello 3.<br />
N. meningitidis causa una malattia grave e talvolta mortale. Sono state segnalate infezioni acquisite<br />
in laboratorio. Il microrganismo infetta in primo luogo le vie respiratorie. E’ disponibile un efficace<br />
vaccino per alcuni gruppi di meningococchi.<br />
Gli isolati sospetti di N. meningitidis devono essere sempre manipolati in una cabina microbiologica<br />
di sicurezza.<br />
Fare riferimento alle vigenti linee guida sulla sicurezza per la manipolazione di tutti i microrganismi<br />
appartenenti al Gruppo di Rischio 2 riportati in questa SOP.<br />
Tutte le manipolazioni che si ritiene possano generare aerosol infettivi devono essere eseguite in<br />
cabina microbiologica di sicurezza.<br />
Le linee guida precedentemente esplicitate devono essere supplementate con la COSHH locale e<br />
con la valutazione del rischio.<br />
E’ essenziale l’adeguamento alle regolamentazioni della posta e del trasporto.<br />
2.0 RACCOLTA DEI CAMPIONI<br />
2.1 TEMPO OTTIMALE DI PRELIEVO DEL CAMPIONE<br />
All’insorgenza dei sintomi.<br />
Possibilmente prima della somministrazione di antimicrobici.<br />
2.2 TIPO DI CAMPIONE E METODO DI PRELIEVO APPROPRIATI<br />
Tampone faringeo prelevato dall’area tonsillare e/o dalla parte posteriore del faringe evitando il<br />
contatto con la lingua e l’uvula.<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 9 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
2.3 QUANTITA’ ADEGUATA E NUMERO APPROPRIATO DI CAMPIONI<br />
N/D<br />
3.0 TRASPORTO E CONSERVAZIONE DEL CAMPIONE<br />
3.1 TEMPO FRA PRELIEVO DEL CAMPIONE E PROCEDURA ANALITICA<br />
I campioni devono essere trasportati e processati il più presto possibile<br />
Per N. gonorrhoeae la condizione ottimale si raggiunge con la semina diretta dei campioni sui terreni<br />
al momento del prelievo ed incubazione senza ritardi. Il tempo di trasporto deve essere il più breve<br />
possibile 51 .<br />
3.2 ACCORGIMENTI SPECIALI PER RIDURRE IL DETERIORAMENTO<br />
I tamponi devono essere inviati in terreno di trasporto di Amies con carbone 52 .<br />
Se la semina è ritardata, si preferisce la conservazione refrigerata a quella a temperatura<br />
ambiente 53 . Si devono evitare ritardi superiori a 48 ore.<br />
4.0 PROCEDURA <strong>SU</strong>L CAMPIONE<br />
4.1 SELEZIONE DELLA PROVA<br />
N/D<br />
4.2 ASPETTO<br />
N/D<br />
4.3 MICROSCOPIA<br />
Colorazione per microrganismi di Vincent se clinicamente indicato.<br />
Nota 1: Il metodo per la procedura di colorazione è riportato in una SOP separata<br />
4.4 COLTURA E RICERCHE<br />
4.4.1 Pre-trattamento<br />
N/D<br />
4.4.2 Procedura sul campione<br />
Inoculare ciascuna piastra di agar col tampone (consultare BSOP 54)<br />
Per ottenere colonie isolate, diffondere l’inoculo con ansa sterile.<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 10 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
4.4.3 Terreni di sottocoltura, condizioni e microrganismi<br />
Per tutti i campioni positivi e sottocolture cieche:<br />
Aspetti clinici/<br />
condizioni<br />
Mal di gola<br />
Faringite<br />
Tonsillite<br />
Per queste situazioni aggiungere:<br />
Aspetti clinici/<br />
condizioni<br />
Formazione di<br />
membrane o<br />
tonsilliti/faringiti<br />
membranose<br />
Viaggio all’estero<br />
Terreni standard<br />
Incubazione<br />
Temp C° Atmosfera Tempo<br />
Lettura<br />
colture<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 11 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk<br />
Microrganismo(i)<br />
ricercati<br />
Agar sangue* 35 -37 Anaerobica 16 – 24 ore ⊇ 16 ore Streptococchi di gruppo<br />
A, C e G di Lancefield<br />
Terreni standard<br />
Agar tellurito di<br />
Hoyle<br />
Incubazione<br />
Temp C° Atmosfera Tempo<br />
Lettura<br />
colture<br />
Microrganismo(i)<br />
ricercati<br />
35 -37 Aria 24-48 ore giornaliera C. diphtheriae<br />
C. ulcerans<br />
Tossigeni<br />
Portatore di S. aureus Agar sangue 35 -37 5 – 10% CO2 16-24 ore ⊇ 16 ore S. aureus<br />
Accertamento da<br />
Ambulatori di malattie<br />
genito urinarie<br />
? gonorrea<br />
N. meningitidis caso o<br />
contatto<br />
Agar selettivo GC 35 -37 5 – 10% CO2 40 – 48 ore ⊇ 40 ore N. gonorrhoeae<br />
N. meningitidis<br />
Faringite + esantema Agar sangue 35 -37 5 – 10% CO2 40-48 ore** ⊇ 48re A. haemolyticum<br />
Epiglottide Agar cioccolato † 35 -37 5 – 10% CO2 40 – 48 ore giornaliera H. influenzae<br />
Diabete<br />
Immunocompromessi<br />
? candidosi orale<br />
Agar Sabouraud 35 -37 Aria 40 – 48 ore‡ ⊇ 40 ore Lieviti<br />
Altri microrganismi per considerazioni – MRSA (BSOP 29), C. diphtheriae e C. ulcerans non tossigeni<br />
* può essere utilizzato un agar selettivo per Streptococcus<br />
† può essere incluso un disco di bacitracina da 10 unità o la bacitracina può essere incorporata nel terreno<br />
‡ l’incubazione può essere protratta fino a 3 settimane su indicazione clinica; in questo caso le piastre devono essere lette a ⊇ 40<br />
ore e poi lasciate nel termostato/incubatore fino al 21° giorno<br />
** può essere prolungata fino a 72 ore
4.5 IDENTIFICAZIONE<br />
4.5.1 Livello minimo in laboratorio<br />
C. diphtheriae Livello di specie; prova di tossicità urgente inviata al Lab di Rif<br />
C. ulcerans Livello di specie; prova di tossicità urgente inviata al Lab di Rif<br />
H. influenzae Livello di specie; tipo b o diverso<br />
Streptococchi ß emolitici Livello di gruppo di Lancefield<br />
A. haemolyticum Livello di specie<br />
N. gonorrhoeae Livello di specie<br />
N. meningitidis Livello di specie<br />
S. aureus Livello di specie<br />
Lieviti Livello di “lievito”<br />
I microrganismi possono successivamente essere identificati su indicazione clinica od<br />
epidemiologica<br />
Il medico microbiologo deve essere informato il più presto possibile di tutti gli isolati sospetti<br />
di C. diphtheriae (la prova di tossigenicità è disponibile presso il laboratorio di riferimento).<br />
4.5.2 Inviare al laboratorio di riferimento<br />
C. diphtheriae biotipizzazione e prova<br />
C. ulcerans<br />
di tossigenicità urgente (in giornata)<br />
N. meningitidis caratterizzazione del ceppo e prova di sensibilità agli antimicrobici<br />
Lieviti richiedenti identificazione e/o prove di sensibilità<br />
Isolati associati ad epidemie e quando indicato per rilievi epidemiologici<br />
Microrganismi con resistenze insolite o non attese e ogniqualvolta sussista un problema di<br />
laboratorio o clinico od un’anomalia che richieda approfondimenti<br />
4.6 PROVE DI SENSIBILITA’ AGLI ANTIMICROBICI<br />
Fare riferimento alla SOP sulle prove di sensibilità (BSOP 45)<br />
5.0 PROCEDURE DI REFERTAZIONE<br />
5.1 MICROSCOPIA<br />
Colorazione per microrganismi di Vincent: refertare i microrganismi di Vincent rilevati<br />
5.1.1 Tempo per referto microscopico<br />
16 - 24 ore per microrganismi di Vincent<br />
5.2 COLTURE<br />
Negative<br />
“Streptococchi β-emolitici di gruppo A,C e G di Lancefield NON isolati”<br />
“Corynebacterium diphtheriae NON isolato”<br />
Riportare inoltre i risultati delle indagini supplementari<br />
Positivi<br />
Riportare i microrganismi isolati clinicamente significativi<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 12 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
5.2.1 Tempo di refertazione delle colture<br />
Risultati clinicamente urgenti possono essere trasmessi per via telefonica o informatica.<br />
Referto scritto: 16 - 72 ore segnalando, se appropriato, che verrà inviato un referto successivo.<br />
Ricerche supplementari, prove di tossigenicità di C. diphtheriae<br />
5.3 PROVE DI SENSIBILITÀ AGLI ANTIMICROBICI<br />
Refertare le sensibilità come clinicamente suggerito.<br />
6.0 SEGNALAZIONI ALLA HPA 56 (LOCALE ED AI SERVIZI<br />
NAZIONALI ED AL CENTRO CDSC PER LE INFEZIONI)<br />
Fare riferimento a:<br />
Singola SOP per l’identificazione del microrganismo<br />
Pubblicazioni della Health Protection Agency:<br />
“Reporting to the CDR: A guide for laboratories”<br />
“ Hospital infection control: Guidance on the control of infection in hospitals”<br />
Fare riferimento alle attuali linee guida del CDSC e indicazioni del CO<strong>SU</strong>RV<br />
Linee guida locali<br />
L’isolamento di un possibile C. diphtheriae deve essere segnalato con urgenza al CCDC ed<br />
immediatamente al Reference Laboratory con l’invio dell’isolato sospetto.<br />
In caso di sospetta malattia meningococcica e di contatti, l’isolamento della N. meningitidis deve<br />
essere segnalato con urgenza al CCDC.<br />
7.0 RINGRAZIAMENTI ED INDIRIZZI<br />
Questi Standard Method sono stati sviluppati, controllati e revisionati dallo Standards Methods<br />
Working Group for Bacteriology (http://www.hpa.-standardmethods.org.uk/wg_bacteriology.asp).<br />
Si ringraziano per il contributo le numerose persone appartenenti a laboratori clinici di microbiologia<br />
ed alle organizzazioni specialistiche che hanno fornito informazioni e commenti nel corso della<br />
preparazione di questo documento, e da ultima la redazione di Medical Edictor.<br />
I National Standards Methods sono emessi dalla Standards Unit, Evaluations and Standards<br />
Laboratory, Centre for Infections, Health Protection Agency London.<br />
Per ulteriori informazioni contattateci a:<br />
Standards Unit<br />
Evaluations and Standards Laboratory<br />
Centre for Infections<br />
Health Protection Agency<br />
Colindale, London<br />
NW9 5EQ<br />
e-mail standards@hpa.org.uk<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 13 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
BIBLIOGRAFIA<br />
1. Department of Health NHS Executive: The Caldicott Committee. Report on the review of patientidentifiable<br />
information. London. December 1997.<br />
2. Gwaltney JM J, Bisno AL. Pharyngitis. In: Mandell GL, Bennett JE, Dolin R, editors. Mandell,<br />
Douglas and Bennett's Principles and Practice of Infectious Diseases. 5th ed. Vol 1. Edinburgh: Churchill<br />
Livingstone; 2000. p. 656-62.<br />
3. Belli DC, Auckenthaler R, Paunier L, Ferrier PE. Throat cultures for group A beta-hemolytic Streptococcus.<br />
Importance of anaerobic incubation. Am J Dis Child 1984;138:274-6.<br />
4. Johnson DR, Stevens DL, Kaplan EL. Epidemiologic analysis of group A streptococcal serotypes associated<br />
with severe systemic infections, rheumatic fever, or uncomplicated pharyngitis. J Infect<br />
Dis 1992;166:374-82.<br />
5. Kellogg JA. Suitability of throat culture procedures for detection of group A streptococci and as reference<br />
standards for evaluation of streptococcal antigen detection kits. J Clin Microbiol<br />
1990;28:165-9.<br />
6. Turner JC, Hayden FG, Lobo MC, Ramirez CE, Murren D. Epidemiologic evidence for Lancefield<br />
group C beta-hemolytic streptococci as a cause of exudative pharyngitis in college students. J Clin<br />
Microbiol 1997;35:1-4.<br />
7. Cimolai N, Elford RW, Bryan L, Anand C, Berger P. Do the beta-hemolytic non-group A<br />
streptococci cause pharyngitis?[comment]. [Review] [145 refs]. Rev Infect Dis 1988;10:587-601.<br />
8. Fox K, Turner J, Fox A. Role of beta-hemolytic group C streptococci in pharyngitis: incidence and<br />
biochemical characteristics of Streptococcus equisimilis and Streptococcus anginosus in patients<br />
and healthy controls. J Clin Microbiol 1993;31:804-7.<br />
9. Turner JC, Fox A, Fox K, Addy C, Garrison CZ, Herron B, et al. Role of group C beta-hemolytic<br />
streptococci in pharyngitis: epidemiologic study of clinical features associated with isolation of<br />
group C streptococci. J Clin Microbiol 1993;31:808-11.<br />
10. Martin NJ, Kaplan EL, Gerber MA, Menegus MA, Randolph M, Bell K, et al. Comparison of<br />
epidemic and endemic group G streptococci by restriction enzyme analysis. J Clin Microbiol<br />
1990;28:1881-6.<br />
11. Efstratiou A. Pyogenic streptococci of Lancefield groups C and G as pathogens in man. Soc Appl<br />
Bacteriol Symp Ser 1997;26:72S-9S.<br />
12. Efstratiou A, George RC. Laboratory guidelines for the diagnosis of infections caused by<br />
Corynebacterium diphtheriae and C. ulcerans. World Health Organization. Communicable Disease<br />
& Public Health 1999;2:250-7.<br />
13. Efstratiou A, George RC. Microbiology and epidemiology of diphtheria. Rev Med Microbiol<br />
1996;7:31-42.<br />
14. Rappuoli R, Perugini M, Falsen E. Molecular epidemiology of the 1984-1986 outbreak of<br />
diphtheria in Sweden. N Eng J Med 1988;318:12-4.<br />
15. Efstratiou A, George RC, Begg NT. Non-toxigenic Corynebacterium diphtheriae var gravis in<br />
England.[comment]. Lancet 1993;341:1592-3.<br />
16. Efstratiou A, Tiley SM, Sangrador A, Greenacre E, Cookson BD, Chen SC, et al. Invasive disease<br />
caused by multiple clones of Corynebacterium diphtheriae. Clin Infect Dis 1993;17:136.<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 14 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
17. Reacher M, Ramsay M, White J, De Zoysa A, Efstratiou A, Mann G, et al. Nontoxigenic<br />
Corynebacterium diphtheriae: an emerging pathogen in England and Wales? Emerg Infect Dis<br />
2000;6:640-5.<br />
18. Cerdeno-Tarraga AM, Efstratiou A, Dover LG, Holden MT, Pallen M, Bentley SD, et al. The<br />
complete genome sequence and analysis of Corynebacterium diphtheriae NCTC13129. Nucleic<br />
Acids Res 2003;31:6516-23.<br />
19. Pappenheimer AM, Jr., Murphy JR. Studies on the molecular epidemiology of diphtheria. Lancet<br />
1983;2:923-6.<br />
20. Markina SS, Maksimova NM, Vitek CR, Bogatyreva EY, Monisov AA. Diphtheria in the Russian<br />
Federation in the 1990s. J Infect Dis 2000;181 Suppl 1:S27-S34.<br />
21. Health Protection Agency. QSOP 53 Recommendations for the screening specimens for<br />
Corynebacterium species. London: Health Protection Agency; 2004.<br />
22. Burns JE, Hendley JO. Epiglottitis. In: Mandell GL, Bennett JE, Dolin R, editors. Mandell, Douglas<br />
and Bennett's Principles and Practice of Infectious Diseases. 5th ed. Vol 1. Edinburgh: Churchill<br />
Livingstone; 2000. p. 686-9.<br />
23. Wagle A, Jones RM. Acute epiglottitis despite vaccination with Haemophilus influenzae type B<br />
vaccine. Paediatric Anaesthesia 1999;9:549-50.<br />
24. Edmonson MB, Granoff DM, Barenkamp SJ, Chesney PJ. Outer membrane protein subtypes and<br />
investigation of recurrent Haemophilus influenzae type b disease. J Pediatrics 1982;100:202-8.<br />
25. Gilbert GL, MacInnes SJ, Guise IA. Rifampicin prophylaxis for throat carriage of Haemophilus<br />
influenzae type b in patients with invasive disease and their contacts. BMJ 1991;302:1432-5.<br />
26. MacGregor RR. Corynebacterium diphtheriae. In: Mandell GL, Bennett JE, Dolin R, editors.<br />
Mandell, Douglas, and Bennett's Principles and Practice of Infectious Diseases. 5th ed.<br />
Edinburgh: Churchill Livingstone; 2000. p. 2190-8.<br />
27. De Zoysa A, Efstratiou A. Eighth International Meeting of the European Laboratory Working Group<br />
on Diphtheria and the Diphtheria Surveillance Network - June 2004 : Progress is needed to<br />
sustain control of diphtheria in European Region. Euro Surveill 2004;9.<br />
28. De Zoysa A, Efstratiou A, Hawkey PM. Molecular characterization of diphtheria toxin repressor<br />
(dtxR) genes present in nontoxigenic Corynebacterium diphtheriae strains isolated in the United<br />
Kingdom. J Clin Microbiol 2005;43:223-8.<br />
29. Karpathios T, Drakonaki S, Zervoudaki A, Coupari G, Fretzayas A, Kremastinos J, et al.<br />
Arcanobacterium haemolyticum in children with presumed streptococcal pharyngotonsillitis or<br />
scarlet fever. J Pediatrics 1992;121:735-7.<br />
30. Gaston DA, Zurowski SM. Arcanobacterium haemolyticum pharyngitis and exanthem. Three case<br />
reports and literature review. Arch Dermatol 1996;132:61-4.<br />
31. Cummings LA, Wu WK, Larson AM, Gavin SE, Fine JS, Coyle MB. Effects of media, atmosphere,<br />
and incubation time on colonial morphology of Arcanobacterium haemolyticum. J Clin Microbiol<br />
1993;31:3223-6.<br />
32. Finegold S. Anaerobic gram-negative rods: Bacteroides, Prevotella, Porphyomonas,<br />
Fusobacterium, Bilophila, Sutterella. In: Gorbach SL, Bartlett JG, Blacklow NR, editors. Infectious<br />
Diseases. 2nd ed. Philadelphia: WB Saunders Company; 1998. p. 1904-15.<br />
33. Brown RT, Lossick JG, Mosure DJ, Smeltzer MP, Cromer BA. Pharyngeal gonorrhea screening in<br />
adolescents: is it necessary? Pediatrics 1989;84:623-5.<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 15 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
34. Abildgaard N, Haugaard L, Bendix K. Nonfatal total expulsion of the distal oesophagus due to<br />
invasive candida oesophagitis. Scand J Infect Dis 1993;25:153-6.<br />
35. Tavitian A, Raufman JP, Rosenthal LE. Oral candidiasis as a marker for esophageal candidiasis in<br />
the acquired immunodeficiency syndrome. Ann Intern Med 1986;104:54-5.<br />
36. Andersen LI, Frederiksen HJ, Appleyard M. Prevalence of esophageal Candida colonization in a<br />
Danish population: special reference to esophageal symptoms, benign esophageal disorders, and<br />
pulmonary disease. J Infect Dis 1992;165:389-92.<br />
37. Gilmore A, Jones G, Barker M, Soltanpoor N, Stuart JM. Meningococcal disease at the University<br />
of Southampton: outbreak investigation. Epidemiol Infect 1999;123:185-92.<br />
38. Control of meningococcal disease: guidance for consultants in communicable disease control.<br />
PHLS Meningococcal Infections Working Group and Public Health Medicine Environmental Group.<br />
Commun Dis Rep CDR Rev 1995;5:R189-R195.<br />
39. Ronne T, Berthelsen L, Buhl LH, Lind I. Comparative studies on pharyngeal carriage of Neisseria<br />
meningitidis during a localized outbreak of serogroup C meningococcal disease. Scand J Infect<br />
Dis 1993;25:331-9.<br />
40. Kaczmarski EB, Cartwright KA. Control of meningococcal disease: guidance for microbiologists:<br />
CCDC. Consultant in Communicable Disease Control, England. Communicable Disease Report<br />
CDR Review 1995;5:R196-R198.<br />
41. Cartwright KA, Jones DM. Value of throat swabs from index cases of meningococcal<br />
meningitis.[comment]. J Clin Pathol 1990;43:438.<br />
42. Jewes L, Norman P, McKendrick MW. Value of throat swabs in meningococcal<br />
meningitis.[comment]. J Clin Pathol 1989;42:1229.<br />
43. Sippel JE, Girgis NI. Throat culture from patients with meningococcal meningitis. J Clin Pathol<br />
1990;43:610-1.<br />
44. Nye KJ, Fallon D, Gee B, Howe S, Messer S, Turner T, et al. A comparison of the performance of<br />
bacitracin-incorporated chocolate blood agar with chocolate blood agar plus a bacitracin disk in<br />
the isolation of Haemophilus influenzae from sputum. J Med Microbiol 2001;50:472-5.<br />
45. Advisory Committee on Dangerous Pathogens 2004 Approved List of Biological Agents.<br />
http://www.hse.gov.uk/pubns/misc208.pdf. p. 1-17.<br />
46. Public Health Laboratory Service Standing Advisory Committee on Laboratory Safety. Safety<br />
Precautions: Notes for Guidance. 4th ed. London: Public Health Laboratory Service (PHLS); 1993.<br />
47. Control of Substances Hazardous to Health Regulations 2002. General COSHH. Approved Code<br />
of Practice and Guidance, L5. Suffolk: HSE Books; 2002.<br />
48. Health and Safety Executive. 5 steps to risk assessment: a step by step guide to a safer and<br />
healthier workplace, IND (G) 163 (REVL). Suffolk: HSE Books; 2002.<br />
49. Health and Safety Executive. A guide to risk assessment requirements: common provisions in<br />
health and safety law, IND (G) 218 (L). Suffolk: HSE Books; 2002.<br />
50. Health Services Advisory Committee. Safety in Health Service laboratories. Safe working and the<br />
prevention of infection in clinical laboratories and similar facilities. 2nd ed. Suffolk: HSE Books;<br />
2003.<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 16 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk
51. Lewis B. Identification of aerobic bacteria from genital specimens. In: Isenberg HD, editor. Clinical<br />
Microbiology Procedures Handbook.Vol 1. Washington D.C: American Society for Microbiology;<br />
1992. p. Section-1.<br />
52. Barber S, Lawson PJ, Grove DI. Evaluation of bacteriological transport swabs. Pathology<br />
1998;30:179-82.<br />
53. Stokes EJ, Ridgway GL, Wren MWD. Laboratory Control of Antimicrobial Chemotherapy. Clinical<br />
Microbiology. 7th ed. London: Edward Arnold; 1993. p. 234-80.<br />
54. Dykstra MA, McLaughlin JC, Bartlett RC. Comparison of media and techniques for detection of<br />
group A streptococci in throat swab specimens. J Clin Microbiol 1979;9:236-8.<br />
55. Anhalt JP, Heiter BJ, Naumovitz DW, Bourbeau PP. Comparison of three methods for detection of<br />
group A streptococci in throat swabs. J Clin Microbiol 1992;30:2135-8.<br />
56. PHLS, CDSC. Reporting to the PHLS Communicable Disease Surveillance Centre: a reference for<br />
laboratories. May. 2001.<br />
INVESTIGATION OF THROAT SWABS<br />
Emissione no: 6 Data di emissione 25.08.05 Emesso da: Standards Unit, Evaluations and Standards Laboratory Pagina 17 di 17<br />
Riferimento no: BSOP 9i6<br />
Questa SOP deve essere usata congiuntamente alle altre SOPs emesse dalla Health Protection Agency<br />
www.evaluations-standards.org.uk<br />
E-mail: standards@HPA.org.uk