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MONDRAGONE PERSISTENZE DELLA TERRA MURATA NEL ...

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Francesco Miraglia, Corrado Valente<br />

Mondragone: persistenze della Terra Murata<br />

nel tessuto urbano della città contemporanea<br />

Premessa<br />

Recenti studi hanno largamente dimostrato<br />

come, in alcuni luoghi urbani della città di<br />

Mondragone – anche se all’attualità caratterizzati<br />

da massiccia edificazione, condotta in<br />

epoca contemporanea – sia ancora possibile<br />

rinvenire testimonianze quasi del tutto integre<br />

delle mura difensive di quella che fu, in età moderna,<br />

la cittadella fortificata nota come Terra<br />

di Mondragone o Terra Murata 1 .<br />

Nello specifico, il presente contributo 2 lumeggia<br />

le caratterizzazioni storico-urbanistiche<br />

della murazione in parola e ne analizza, dal<br />

punto di vista delle tecniche costruttive murarie,<br />

due porzioni. La prima, collocata ai limiti<br />

dell’attuale Quartiere Piazza, rappresentata dal<br />

bastione lanceolato di sud-ovest; la seconda,<br />

posta nei pressi dell’antica Porta di Sant’Angelo,<br />

all’attuale corso Umberto I, dove sono visibili<br />

alcuni resti della porta e brani murari<br />

appartenenti al versante interno delle mura difensive.<br />

Analisi storico-urbanistica della murazione<br />

della Terra di Mondragone<br />

Il nucleo urbano in esame, la cui origine è ascrivibile<br />

con buona probabilità al XIV-XV secolo,<br />

indicato come Terra di Mondragone o Terra<br />

Murata, rappresentava il cuore politico, amministrativo,<br />

economico e religioso del territorio<br />

che avrebbe dato in seguito origine all’attuale<br />

città di Mondragone, comprendente anche due<br />

insediamenti urbani di origine medievale:<br />

Sant’Angelo (XII-XIII secolo) e San Nicola<br />

(XIV secolo), posti rispettivamente a nord-est<br />

e ad est della cittadella.<br />

La Terra di Mondragone si è sviluppata,<br />

in termini urbanistici, dall’attuale piazza Umberto<br />

I, nodo fondamentale per l’espansione<br />

del sito, da cui principiavano le arterie stradali<br />

giungenti ai richiamati casali di Sant’Angelo e<br />

San Nicola, attraverso le omonime porte; da<br />

qui, inoltre, partivano altre due strade che conducevano,<br />

rispettivamente, alla marina – superando<br />

la Porta di Mare – e nel territorio<br />

meridionale, oltrepassando la porta più piccola,<br />

denominata, per le sue dimensioni, Portella.<br />

Nella piazza erano la sede dell’Università<br />

baronale, il seggio e la fontana pubblica. Poco<br />

distanti, erano la collegiata di San Giovanni<br />

Battista – oggi basilica minore – e il complesso<br />

conventuale dell’Annunziata, oggi chiesa e<br />

convento di San Francesco. Sulla formazione<br />

della cittadella non si hanno notizie certe, ma<br />

è verosimile che il suo sviluppo sia avvenuto in<br />

modo quasi spontaneo.<br />

Nel corso dei secoli, sul toponimo Terra<br />

della Rocca di Mondragone si è ingenerato un considerevole<br />

equivoco, perché, sebbene in un<br />

primo momento esso indicasse la rocca di matrice<br />

longobarda posta sulla sommità del<br />

monte Petrino, continuò ad essere impiegato<br />

anche quando questa non fu più utilizzata, riferendosi<br />

probabilmente all’insediamento urbano<br />

posto in pianura. Pertanto, nei documenti<br />

di archivio relativi al territorio in esame non<br />

sempre è possibile discernere con precisione<br />

origine e successiva evoluzione del sito in parola.<br />

Ad ogni modo, giova citare, per utilità alla<br />

nostra ricerca, un circostanziato riferimento<br />

alla Terra Murata, risalente al 1447, in occasione<br />

del censimento dei fuochi voluto da Alfonso<br />

il Magnanimo 3 . Per la Rocca Montisdragonis<br />

furono registrati 200 fuochi, rispetto ai 138<br />

della Borgata di Sant’Angelo e ai 128 di quella<br />

di San Nicola. L’elevato numero di abitanti<br />

della Rocca non può certo riferirsi al castello sul<br />

Petrino, ma più credibilmente ad un insediamento<br />

dai caratteri urbani, quale poteva essere<br />

appunto la Terra Murata.<br />

In un altro riferimento risalente a dieci<br />

anni prima, lo stesso Alfonso, durante la guerra<br />

per strappare il regno di Napoli agli Angioni,<br />

attraverso una cedola in lingua catalana dispose<br />

di inviare munizioni e viveri alla Roca de Mondrago,<br />

ottenendo dal duca di Sessa una certa<br />

quantità di frumento 4 ; in questo caso, non è invece<br />

chiaro se ci si riferisse all’abitato in pianura<br />

o al fortilizio medievale.<br />

Quest’ultimo, infatti, divenuto impor-<br />

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