Il giovane ribelle - Risorse Avventiste

cominciò a ballare per tutta la stanza, saltando dalla felicità:
“Questa è la migliore notizia della mia vita - gridò - È il giorno più bello della mia vita, è la gioia più
grande della mia vita!”
Quando gli riuscì di calmarsi un poco, riprese la lettura; apprese così che il Re aveva ordinato al suo
servo Gabriele di portare con lui gli abiti più belli del Principe, perché conosceva bene la Signora
Morte ed aveva capito che non avrebbe potuto trattenere suo figlio.
“Così Gabriele - al colmo della gioia - aiutò il Principe a rivestirsi della sua magnifica tunica splendente
e bianchissima, gli mise sulle spalle lo stupendo mantello ricamato d’oro e di perle. Gli pose sulla
fronte una corona di una stupefacente bellezza, più bella di quella che portava di solito al palazzo.
Infine gli porse il suo scettro: il Principe allungò la mano per prenderlo e Gabriele notò allora, con
commozione, una profonda cicatrice. Le stesse cicatrici che aveva alle mani, le aveva anche ai piedi;
erano i segni dell’atroce morte che aveva subito, ma erano anche i segni del suo immenso amore per
il suo suddito Ribelle.
Quando tutto fu pronto, Gabriele fece montare il Principe sul suo magnifico cavallo bianco e cominciò
a fargli strada, camminando davanti a lui.
13
Durante tutto il tragitto, era tale la sua gioia
che gridava: “O porte, aprite i vostri battenti
ed il Re di gloria entrerà!”. Ben sapendo che
il figlio del loro Re era morto, i sudditi del
reame si chiedevano: “E chi è questo Re di
gloria?”
Allora Gabriele spiegava quanto era successo
e tutti si rallegravano e facevano festa
intorno al cavallo bianco montato dal loro
Signore e gli davano il benvenuto. In questo
modo il viaggio di ritorno fu molto più lungo...
Anche gli ex-amici di Ribelle vennero a
sapere il fatto, ma naturalmente non credettero né che quel falegname che avevano ucciso fosse in
realtà il loro Principe, né tanto meno che fosse tornato in vita. E nemmeno si curarono di accertarsi
personalmente se quello che si diceva fosse vero.
Finalmente, dopo quaranta giorni e
quaranta notti, arrivarono in vista del
palazzo reale.
Di nuovo Gabriele gridò: “O porte,
aprite i vostri battenti e il Re di gloria
entrerà!”
Da lontano, le sentinelle addette alla
guardia del grande cancello tutto d’oro
della reggia risposero a loro volta:
“E chi è questo Re di gloria?”
“È il Re forte e potente, il Re potente
nelle battaglie...Aprite le porte e il Re
di gloria entrerà!”
Ma le sentinelle, essendo ancora troppo lontane per riconoscere il viso di quel cavaliere
splendidamente vestito che avanzava sul suo cavallo bianco, chiesero ancora una volta: “Chi è questo
Re di gloria?”
Gabriele, avvicinandosi, rispose, scoppiando di gioia:
“È il capo dei nostri eserciti, è il Re di gloria!”
In quel momento, le sentinelle capirono di chi si trattasse, guardarono meglio riparandosi gli occhi